Gli Stati Uniti silurano l’economia globale
per fermare l’ascesa della Cina
Kevin Barrett, Press TV, 18 aprile 2020
Questa
è una notizia molto interessante, Israele comunica, ora, che a novembre
le spie sioniste nordamericane avvertirono di una pandemia potenzialmente
catastrofica a Wuhan, in Cina, e apparentemente anche altri alleati
degli statunitensi furono avvertiti a novembre.
Questo scenario conferma ciò che ABC
News riportava e, naturalmente, l’amministrazione Trump negava.
Non si
deve credere a nulla fin quando non ciò non sarà negato forse due o tre
volte. Quindi dovremo aspettare un altro paio di smentite prima di poter
essere sicuri che sia vero.
Ma supponendo che lo sia, e abbiamo ora
diverse fonti che ci dicono che è vero, questo sarà abbastanza
strabiliante perché la Cina non sapeva di questo problema fino al 31
dicembre.
Quindi, se i servizi segreti statunitensi sapevano che a
novembre si sarebbe verificata una pandemia potenzialmente catastrofica a
Wuhan, in Cina, ciò significa che essi sapevano cosa succedeva a Wuhan
prima dei cinesi, ovvero dal 18 al 27 ottobre, quando la squadra di militari batteriologici, finta squadra militare sportiva, unse il quartiere del mercato dei frutti di mare della megalopoli.
E l’unica ragione che sia così e che gli Stati Uniti
l’avrebbero diffuso.
Secondo un rapporto, le agenzie d’intelligence
statunitensi avvisarono Israele su un focolaio di coronavirus apparso a
metà novembre. Ora sembra un’ipotesi oltraggiosa, ma non si capisce
davvero come operi la geopolitica e come avvengono le operazioni
segrete. E se comprendiamo la completa assenza di moralità ed etica
normali tra chi si occupa di politica estera, capiamo perché sia molto
probabile che non ci sia davvero l’intelligence nordamericana, anche se
gli israeliani li accusano, forse anche gli israeliani ne erano
coinvolti e vogliono scaricarne la colpa, chissà.
Certamente l’attacco
all’Iran avrebbe implicato gli israeliani.
In ogni caso, gli Stati Uniti
hanno il disperato bisogno di fermare l’ascesa della Cina al primo
posto mondiale.
Per far ciò deve rallentarne considerevolmente la
crescita economica, dalla doppia cifra per quasi 40 anni. L’unico modo
per riuscirci sarebbe silurare l’economia globale e trovare un modo per
cercare di spezzare le catene di approvvigionamento globali in modo che
l’economia sia meno globalizzata e i singoli Paesi guardino altrove
piuttosto che alla Cina per avere merci ed infrastrutture con progetti
come Belt and Road e così via.
Se la storia continua sulla traiettoria di prima del coronavirus, i
cinesi domineranno il mondo entro un decennio.
Non c’è dubbio.
E
questo è assolutamente inaccettabile per i capi sionisti nordamericani. Dovevano
trovare un modo per spezzare l’economia globalizzata e in particolare
accusare la Cina.
Questo sembra ciò che hanno fatto.
Ora dicono che
ruberanno gli investimenti della Cina nelle tesorerie statunitensi per
un importo da trilioni di dollari come presunto risarcimento per il
virus. Quindi la spinta della propaganda nordamericana all’estrema follia
anti-cinese negli Stati Uniti, accusando la Cina.
La spinta è usare una
scusa per distruggere la leva economica della Cina rubandone gli
investimenti nelle tesorerie statunitensi e tentando di de-globalizzare
il mondo. Tutto questo indica direttamente i soliti sospetti.
Le stesse
persone che fecero l’11 settembre per lanciare la loro guerra alla
civiltà islamica come inizio dello scontro di civiltà, ora capiscono che
la civiltà più minacciosa per la loro continua egemonia nel mondo è
quella cinese.
Questo è il primo attacco della terza guerra mondiale
poiché gli Stati Uniti colpiscono preventivamente la Cina non tanto col
virus stesso ma con la massiccia pubblicità ed effetto storico che si
avrà da questo virus, poiché possono infangare la Cina, provando a
convincere altri Paesi a smettere di commerciare con la Cina e tentando
di de-globalizzare l’economia mondiale in modo da poter congelare il
mondo così com’è, dove gli Stati Uniti hanno ancora vasta preponderanza
militare.
Kevin Barrett è autore,
giornalista e conduttore radiofonico americano con un dottorato di
ricerca. in studi islamici e arabi. Ha studiato gli eventi dell’11
settembre dalla fine del 2003.