mercoledì 3 febbraio 2016

I FIGLI RUBATI, ATTO FINALE



I figli rubati




di Chiara Lyn Russo

C’è una famiglia normale, fino a qualche anno fa anche felice, che si ritrova in indigenza economica. C’è un padre che va dal sindaco a chiedere un lavoro. C’è un sindaco che delega all’ufficio di assistenza sociale la verifica della situazione. C’è una perizia dell’assistente sociale, che indica lo stato economico della famiglia e la “presunta” o “evidente” impossibilità di mantenere i figli.
C’è un Tribunale che decide sulla base di perizie di assistenti sociali quando sia il caso di togliere i minori alle relative famiglie.
C’è un avvocato che tutela le famiglie e che poi chiede il pagamento della parcella. C’è l’impossibilità per la famiglia di pagarlo.
C’è il vortice nel quale cade la famiglia che si vede portar via una bella mattina i bambini dai poliziotti e da oggi, può vederli solo una volta alla settimana, per un’ora, nelle fredde stanze di una casa famiglia, nella quale è difficilissimo entrare e capire cosa accade.
Tutto questo rappresenta la tendenza attuale del lavoro degli assistenti sociali, che forzano le perizie, che fanno in modo di portar via i figli a famiglie che poco tempo fa potevano occuparsene tranquillamente, spostandoli paradossalmente in case famiglia che gravano lo Stato di un costo mensile che si aggira intorno ai 3mila euro a persona.

Gli ultimi due casi di cronaca, quello di Gonnesa, nel quale una giovanissima coppia si vede sospendere la patria podestà di un bimbo di tre mesi solo perché indigente e quello di una coppia di Torre Annunziata, che si vede strappar via due bimbi di uno e due anni, perché era andata in comune a chiedere un lavoro, fanno emergere un quadro agghiacciante, una situazione sommersa, silenziosa, fatta di vergogne e dolori, di famiglie distrutte dall’incompetenza e dalla perversione di un sistema che non applica le norme, ma si arroga il diritto di decidere degli affetti, un sistema che aggredisce la base della società, la famiglia.
In passato, gli assistenti sociali hanno chiuso gli occhi dinanzi ad evidentissimi casi di abusi, ora, chissà come mai, vista la generale situazione economica, dovuta alla politica del debito dettata dall’Unione €uropea e alla scellerata conduzione politica italiana, in mano a gente facente parte di oscuri gruppi di potere massonico (vedi Bilderberg, Trilaterale, Aspen Institute), si tende a ”rapire” i figli di gente per bene, davanti a tanta gravità, bisogna porsi delle domande, sollevarsi da terra e cercare di analizzare la situazione dall’alto per vederci più nitidamente.
Chi sceglie di informarsi sui progetti di questi politici, avrà chiaro il perché i bambini vengano strappati alle famiglie utilizzando la teoria che il reddito possa essere un metro di giudizio, al contrario di quanto previsto dalla legge italiana, che in materia di affido, con l’articolo 149/2001 recita al comma 2 :
“Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia. A tal fine a favore della famiglia sono disposti interventi di sostegno e di aiuto”.

E’ chiaro quindi che prima di togliere la patria podestà, prima di spedire come pacchi in volanti della polizia i bambini in case famiglia, bisogna effettuare tutta una serie di accertamenti che esulano dalla capacità economica della famiglia e qualora si evidenziassero carenze reddituali; gli assistenti sociali avrebbero il compito di occuparsi di ”sostenere” con degli aiuti queste famiglie, il che costerebbe sicuramente meno ai contribuenti rispetto all’affidamento in casa famiglia dei minori, con il vantaggio di evitare veri e propri shock emotivi a queste persone, che hanno in fondo la sola colpa di trovarsi in Paesi che hanno ceduto la propria sovranità monetaria e che quindi ora si trovano travolti da una crisi pianificata, voluta per aumentare il potere di un ente oligarchico che si chiama Unione Europea, che continua ad indebitarci prestandoci moneta che potremmo stamparci da soli, eliminando il problema del pagamento di interessi che paghiamo per della carta che non è legata nemmeno a riserva aurea, una vera follia!

La disgregazione dei valori che fino ad oggi hanno tenuto in piedi la nostra nazione, già fortemente infiltrata dalla massoneria, è voluta, si tratta di un disegno preciso volto all’instaurazione di qualcosa di diverso, fatto di controllo totale della gente, di cessione di ogni sovranità, e della perdita di ogni diritto che fino ad oggi avevamo dato per scontato. Ricordiamo la prassi utilizzata per spedire sempre nuova carne da macello nella Comunità Forteto alle porte di Firenze, comunità finanziata con 1,2 milioni di euro dal 1997 al 2010 dalla Regione Toscana, fondata nel 1977 e nella quale per decenni si sono sperimentati gli abusi più indicibili su minori strappati alle famiglie di origine, gestita da Rodolfo Fiesoli, condannato per abusi e stupro e poi rilasciato inspiegabilmente nel 1979, e da Luigi Goffredi. L’obiettivo principale della setta e della comunità finanziata dalla regione pare fosse “la distruzione della normalità” e l’approdo ad una società distopica della confusione sessuale.


I giudici che hanno inviato i minori a “Il Forteto” nonostante le condanne penali e quelle in sede europea e i Servizi Sociali che hanno consigliato la struttura, hanno mai pagato per le loro responsabilità? E perché, soprattutto i media (conniventi e di proprietà dei soliti noti), non fanno e non hanno fatto emergere questo tipo di problematiche sociali? La massoneria, ormai presente in tutti gli uffici, in ogni ente, diramata silenziosamente in ogni anfratto della nostra struttura sociale, con i suoi rappresentanti, sta lavorando da sempre per la distruzione di ciò che conosciamo come nostra sicurezza, come certezza di bene comune.
Negli ultimi anni il fenomeno dei bambini tolti alle famiglie è aumentato del 29,3% (fonte Panorama) e questa è un’annosa faccenda che riguarda tutti i cittadini, nessuno escluso.
La disperazione di aver perso un figlio ingiustamente è inenarrabile e ci si trova impotenti di fronte ad un sistema malato che ingoia nel buio centinaia di bambini.
Chiara Lyn Russo

deca




“Prendili da piccoli e le possibilità sono infinite”:

i cartoni animati e il lavaggio del cervello



di Simone Boscali e Enrico Galoppini

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“Prendili da piccoli e le possibilità sono infinite”. Così recita un adagio ripetuto diverse volte nel film con Jet Li Danny the Dog. Una frase che sta ad indicare come un’accorta manipolazione avviata e ripetuta su menti giovanissime in formazione (in sostanza sulla carta bianca) potrà ottenere effetti devastanti quando quelle menti si saranno fatte adulte.

Stiamo parlando evidentemente di bambini, di manipolazione sui bambini, e poiché le adunate oceaniche, i cinegiornali coi gerarchi in divisa e le gigantografie dei leader infallibili sono ormai passate di moda in una civiltà occidentale che non è più capace nemmeno di cogliere la carica romantica di quelle manifestazioni, è meglio occultare detta manipolazione sotto le innocue vesti di un cartone animato.
Vogliamo prendere spunto, per successive osservazioni, dal generoso articolo Dieci motivi per cui vogliamo più Masha e meno Peppa in cui emergono preliminarmente alcuni punti per cui il celebre cartone animato russo “Masha e Orso” è (decisamente) preferibile all’orrenda “Peppa Pig” inglese.
In realtà sulle due serie si possono spendere ulteriori e più profonde osservazioni che le qualificano come autentici riflessi dei rispettivi paesi di produzione, la Federazione Russa e la Perfida Albione.
Peppa Pig è infatti ricca di messaggi occulti, condizionamenti politici e mentali. Come già rilevato nel summenzionato articolo, Papà Pig è fondamentalmente un inetto, e la sua inettitudine viene sottolineata senza pietà dai suoi familiari nelle più diverse occasioni. È vero che è anche molto paziente e comprensivo, anche in situazioni che farebbero scappare la pazienza a un santo, ma ciò non toglie che la figura paterna incarnata dal grosso suino faccia una figura complessivamente barbina.
Al contrario di Mamma Pig, la quale è sempre assai efficiente e… lavora, lavora sempre tanto, soprattutto al pc, ma mai in faccende di casa, delle quali anzi si occupa perlopiù il maschio. E lasciamo perdere il transfert psicologico consistente nel vedere “uomini” in animali, e per giunta in quelli più “sporchi” per definizione.

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Il personaggio del piccolo George (lo stesso nome dell’attuale erede al trono britannico, pur nato diversi anni dopo la creazione della serie) porta sempre con sé un rettile, quella pseudo-rana così mal realizzata nello stile semplicistico di Peppa.
Chissà perché nell’entertainment per l’infanzia non mancano mai i “dinosauri”, assieme ad altri rettili e mostri d’ogni genere, così come i pirati (ovviamente simpatici e buontemponi) sono infilati dappertutto: le fortune dell’Inghilterra non sono forse cominciate grazie all’azione di questi “gentiluomini”?
E vi sono delle puntate in cui fa la sua, anzi, la Sua comparsa niente meno che la regina d’Inghilterra in persona a raccogliere gli omaggi dei suini sudditi.
Suini sì, e non solo, perché come già accennato, lo stile semplicistico, grottesco e brutto di questa serie inglese è in realtà anche funzionale a convogliare ulteriori significati.
Non serve un esperto di simbologie per capire quale organo rappresenti la testa dei maialini di Peppa e sappiamo bene che i messaggi trasmessi per mezzo di riferimenti sessuali, qualunque essi siano, sono sempre più efficaci (si pensi alla Air-action/erection delle gomme da masticare, ai re della patatina, alle immagini subliminali diffuse nelle pubblicità e negli stessi film per bambini).
Nel caso specifico di Peppa Pig i suini sudditi hanno una testa che ricorda per l’appunto un genitale maschile e che pertanto suggerisce il loro svilimento al livello della “testa di cazzo”, evidentemente necessario per accettare la sottomissione alla casa di Windsor. Sottomissione, certamente, perché dietro la costituzionalità politicamente corretta della monarchia britannica occorre ricordare che la famiglia reale conserva di fatto una posizione di altissimo livello nella gerarchia globale.
Aggiungiamo poi che l’ipersessualizzazione dei bambini in tenera età è un preciso obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, funzionale ad avere ragazzi e adulti più manipolabili, e alla stessa imposizione della cosiddetta “ideologia di genere”.

masha&peppa

Fermo restando, a questo punto, che la televisione non può mai essere veramente educativa nemmeno quando trasmette contenuti “positivi” data la natura distruttiva del contenitore, il confronto fra Peppa e Masha resta disarmante.
Masha e Orso convoglia messaggi di tradizione e nazionalismo, certamente di una nazione non nostra e che pertanto non dobbiamo mutuare pappagallescamente, ma sicuramente si tratta di valori genuini e non dettati dai soliti fini oscuri: si pensi ad esempio ai numerosi riferimenti militari dell’oggettistica di Orso (il cappello da guardia bolscevica piuttosto che i due modellini di aerei con la stella rossa) o alla stessa incarnazione da parte di Orso dei comportamenti tipo del russo (l’amore per l’arte e la musica, una biblioteca ricchissima, un ritmo di vita lento).
E infine, Masha in effetti non sembra avere genitori, cosa che può andare a sfavore di questa serie. Ma il ruolo di mamma e papà viene interpretato niente meno che da un animale che rappresenta tradizionalmente la nazione russa per cui è come se Masha fosse figlia della Russia (e la sua immagine di bimbetta energica in abiti tradizionali è coerente con questo) e quest’ultima potesse quindi essere la vera genitrice dei propri figli.
Un’idea quanto mai rivoluzionaria e controcorrente nell’Occidente allo sbando sotto la dettatura dittatura del piano Kalergi.

deca

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