venerdì 7 febbraio 2014

Nubi inseminate, piogge pilotate e invasi straripanti: disastri ambientali e molte domande

Nubi inseminate, piogge pilotate e invasi straripanti :  disastri ambientali e molte domande

PARTE 1
Articolo di NoGeoingegneria


La tecnica di inseminazione delle nuvole per favorire le precipitazioni è storia lunga di più di CENTO ANNI. Si tratta di una tecnica che mira a cambiare la quantità ed il tipo di precipitazione attraverso la dispersione in atmosfera di sostanze chimiche che fungano da nuclei di condensazione per la formazione di nubi o nuclei di ghiaccio, in modo da alterare i processi microfisici all’interno delle nubi stesse, così spiega Wikipedia e aggiunge: La Federation of Meterology ha condotto a più riprese studi nel 1903, nel 1915, nel 1919, nel 1944 e nel 1947.
Non sorprendono quindi BREVETTI molto datati che riguardano modifiche delle condizioni atmosferiche.
Charles Hatfield era un noto “mago della pioggia”.


Svolse la sua attività per circa trent’anni e ha ispirato il film “The Rainmaker” nel 1956, con Burt Lancaster nei panni del mago.
Hatfield aveva creato una miscela segreta di 23 sostanze chimiche nel lontano 1902, e segreta pare sia rimasta. Mise la sua formula in grandi vasche zincate sopra delle torrette di legno, riuscendo ad attirare la pioggia.


Lo chiamarono comandante della natura. Hatfield disse in un ’INTERVISTA :
E ‘solo una questione di tempo fino a che il governo verrà da me …
…i risultati sono quelli che contano. Non ho mai mancato di
produrre il record di precipitazioni in ogni posto dove ho operato”.

 

E infatti fu chiamato. Nel 1915 il Consiglio Comunale di San Diego incaricò Hatfield di riempire la diga di Morena per porre fine a una lunga siccità. Il ‘fabbricante di pioggia’ sosteneva che l’evaporazione del suo composto segreto avrebbe fatto piovere e riempito gli invasi. Hatfield avrebbe dovuto incassare 10 000 dollari a lavoro compiuto con successo.
Avviò le sue operazioni il 6 di gennaio del 1916. Iniziarono le piogge. Crebbero giorno dopo giorno, provocando le peggiori inondazioni mai viste in zona: ponti distrutti, treni abbandonati, cavi telefonici tagliati – per non parlare di case e fattorie inondate. Due dighe, il Sweetwater Dam e una a Lower Lake Otay, traboccarono.
Fu un risultato drammatico e devastò buona parte del centro di San Diego con un nubifragio di proporzioni epiche. Il mago rischiò il linciaggio. Hatfield parlò alla stampa il 4 febbraio dicendo che il danno non era colpa sua, la città avrebbe dovuto prendere adeguate precauzioni. Lui aveva rispettato le disposizioni del suo contratto, aveva riempito l’invaso (FONTI QUI e QUI-pdf-storia).
Questo VIDEO documenta la storia di Charlie Hatfield “The Rainmaker”
Un watermanagement di nuovo stampo aveva preso il via.
Imbrigliare e manipolare gli elementi della natura in grande stile caratterizza la recente storia. Questi tentativi sono accompagnati da disastri di dimensioni spropositate. La segretezza delle operazioni è il salvagente di chi crea danni. Quando le operazioni vanno fuori controllo c’è la natura che funge da alibi ed è dichiarata responsabile delle sciagure. Le operazioni che hanno il fine di distruggere richiedono ancor più segretezza (vedi Progetto Popeye).
L’ alluvione di Lynmouth del 1952 in Gran Bretagna
ha tutte le caratteristiche per far pensare che sia una catastrofe da addebitare ad operazioni intenzionali effettuate nei cieli.


Il 15 agosto un’inondazione terribile spazzò via il villaggio del Devon di Lynmouth, lasciando dietro di sé distruzione e morte.
Il giorno precedente, il 14 agosto 1952, furono avvistati aeroplani in operazioni di irrorazione (cloud seeding).
Rilasciarono sostanze con l’intento di modificare le condizioni atmosferiche. Il cielo prese una straordinaria colorazione nei toni del giallo, verde e viola. L’alluvione che seguì fu drammatica.
Molto più tardi, nel 2001, era il Guardian a pubblicare documenti che testimoniavano le vere cause del disastro. Non fu la “mano di dio” a distruggere case, ponti, negozi e alberghi. Forze meno divine sperimentavano il progetto Cumulus con conseguenze disastrose. Nonostante tutte le evidenze proposte dalla BBC, il governo ha negato e ha rifiutato di aprire qualsiasi inchiesta.
CineCittàLuce del 1952 racconta VIDEO
DOCUMENTO:Project Cumulus
Alcuni anni dopo, nel 1972, ci fu la Black Hills Flood, nota anche come la Rapid City Flood. Piogge intensissime flagellarono la regione del South Dakota il 9-10 giugno. Un invaso versò la sua piena aggiungendo le masse d’acqua alle piogge alluvionali. Furono distrutti oltre 1.335 abitazioni e 5.000 automobili.


Quell’estate l’Istituto di Scienza Atmosferica (IAS) del South Dakota condusse ricerche pratiche di cloud seeding (in base ad un contratto con il governo degli Stati Uniti). Il progetto si chiamò Skywater.
Il giorno del diluvio erano stati avvistati due voli sperimentali di cloud seeding. Molte persone considerarono la possibilità che quei voli potessero aver contribuito alla devastazione amplificando le piogge.
Documentario del 1981 Project Skywater VIDEO
VEDI ANCHE QUI e QUI
Dighe e tecnologie di cloud seeding sono ormai indissolubilmente legati. “Operare su regioni di montagna o di collina, al fine di creare riserve idriche in bacini di raccolta è la forma più promettente di usufruire di piogge o neve artificiali, dichiarò il Gen.A.Serra. Ed è quello che si fa oggi in tutto il mondo. Le piogge pilotate garantiscono gli invasi pieni.
La devastazione ambientale e sociale a causa delle costruzioni di grande dighe è già di per sé enorme e frequentemente concausa di alluvioni devastanti. Il funzionamento degli invasi connesso alle manipolazioni del meteo unisce due ambiti estremamente complessi. Le modifiche pesanti di condizioni geofisiche e atmosferiche rappresentano un aspetto rilevante di geo-ingegnerizzazione del pianeta.
Alcuni dati recenti:
Esempio storico della correlazione tra dighe e inseminazione è il deserto del Negev. Nel 2006 un’operazione mostrò l’aspetto di uso strategico e il carattere di arma delle dighe.
Israele apre le dighe del Negev e allaga le strade di Gaza.
… le autorità israeliane hanno aperto le dighe nel deserto del Negev in direzione della Valle di Gaza provocando l’allagamento di molte strade alternative.
Queste strade sono usate dagli abitanti della Striscia di Gaza da quando, a giugno di quest’anno,le forze di occupazione hanno bombardato quelle principali e i ponti. La decisione di Israele ha prodotto la separazione della Striscia in due parti: l’allagamento ha provocato la chiusura della strada Salahuddin, via di comunicazione tra nord e sud, e della strada costiera. FONTE
2011 ALLUVIONI IN AUSTRALIA 
Un mese di piogge torrenziali aveva finito per allagare un’area del Queensland grande come Francia e Germania.
Fu accusata La Snowy Hydro che gestisce sia le dighe che le modifiche delle piogge in Australia/Greensland. Nel 2011 dovette aprire le dighe per un eccesso di piogge. Erano in corso operazioni di cloud seeding.
L’ Australia vide una devastazione senza precedenti. Qualcuno domandò: lavoravano bene le dighe? Did the dams work?
2011 La più violenta alluvione in Thailandia degli ultimi 50anni
Erano in corso estese operazioni di cloudseeding. Le dighe furono aperte per evitare il collasso.
Thailandia: acqua dal cielo e acqua dalle dighe ad inondare-bangkok/
2011 Ingenti alluvioni nel bacino del Missouri
Due centrali nucleari furono a rischio. Il cloud seeding aveva alimentato in eccesso lo Snowpack a Monte, un rapido scioglimento alimentò laghi ed invasi oltre il limite delle loro capienze. I corps aprirono le dighe e lo fecero tardi. Dopo il grande diluvio, gli stessi corps, the Army Corps of Engineers, bussarono alle porte degli abitanti della valle, offrendo di acquistare le terre devastate.VEDI ARTICOLO
2013 ALLUVIONE UTTARAKHAND in TIBET
11mila dispersi e 100mila i senza tetto VEDI DATI
20 domande sul disastro di Uttarakhand espone QUESTO ARTICOLO
La lista potrebbe proseguire…
Particolarmente sentito e seguito in tutto il mondo fu il diluvio di Firenze del 1966.
Non furono indicati come fattori rilevanti né cloud seeding né dighe incapienti. I responsabili degli impianti rassicurarono su buon funzionamento e corretta gestione.
Ma alcuni dati non diffusi fanno riflettere e porre domande sull’onda che investì la città d’arte.
Segue: PARTE 2
Nubi inseminate, piogge pilotate e invasi straripanti: disastri ambientali e molte domande -
L’ ALLUVIONE DI FIRENZE DEL 1966
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