Napolitano
ha cambiato casacca molte volte nella sua vita: pro-Mussolini (e
Hitler), pro-Unione Sovietica, pro-NATO, pro-liberismo, pro-eurocrazia.
Oggi è il Presidente della Repubblica italiana, dovrebbe essere il garante della
Costituzione (!!!).
"Chi ricorda Napolitano universitario fascista?
Ripulita la biografia del presidente, ora viene fatto passare per padre costituente: ma nel 1942 non aveva ancora abbracciato il comunismo e faceva parte dei gruppi fascisti.
Forse l’eccesso di zelo ha giocato a Rotondi un tiro mancino.
Può capitare. Meno comprensibile è che sia addirittura ‘il sito ufficiale della Presidenza della Repubblica’ a riscrivere la biografia di Napolitano in chiave apologetica.
Nella biografia del presidente infatti si legge: Gianfranco Rotondi, martedì sera, a Ballarò, ha affermato: «Il presidente Napolitano non solo ha letto la Costituzione, ma l’ha anche scritta visto che fece parte della Costituente».
Né il conduttore, né gli altri ospiti hanno obiettato.
Ma fino ad oggi si ignorava una tale notizia. Si dà il caso infatti che l’assemblea Costituente sia stata eletta il 2 giugno del 1946, quando il ventunenne Giorgio Napolitano era ancora un semplice studente universitario a Napoli.
Della sua carriera da costituente non c’è traccia da nessuna parte.Fin dal 1942, a Napoli, iscrittosi all’Università, ha fatto parte di un gruppo di giovani antifascisti». Ora, si dà il caso che nel 1942 Napolitano sia entrato a far parte non di “un gruppo di giovani antifascisti”, come oggi declama il sito del Quirinale, bensì del Guf napoletano (Guf sta per “Gruppo universitario fascista’).
Infatti collaborò attivamente alla rivista del Guf, “IX Maggio”, partecipando pure alla giuria del convegno nazionale di critica cinematografica dei Guf. Si cimentò anche “in un esperimento di regia con la compagnia del Teatro Guf’.
Notizie che lui stesso dà nella sua autobiografia, “Dal Pci al socialismo europeo” (Laterza), nella quale però cede – pure lui – alla tentazione di “redimere” la sua vicenda personale, con un’autoassoluzione che suona così: «L’organizzazione degli universitari fascisti era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste mascherato e fino a un certo punto tollerato».
Come ha testimoniato lealmente, nel suo ultimo libro di memorie, Enzo Forcella, diventato poi antifascista e per anni editorialista di punta della “Repubblica”. A lui stesso qualcuno attribuì posizioni antifasciste anticipate agli anni del Guf. Ma Forcella ha ribattuto in modo lapidario: «Non ci ponevamo neppure il problema dell’antifascismo».
E a proposito della “generazione dei Littoriali”, riabilitata da Zangrandi, è stato molto netto: «Magari c’erano davvero tutte le allusioni critiche, lo spirito di fronda, il doloroso travaglio che nei decenni successivi i volenterosi esegeti vi avrebbero ritrovato; ma io non li vedevo».
La sua non fu neanche una scelta dovuta a ignoranza della politica, perché lui stesso racconta che avendo vissuto a Padova, nei primi mesi del 1942, lì «scoprii la dimensione della politica e la specie, fino ad allora per me sconosciuta, dei comunisti» nel centro della città, si potevano incrociare figure di maestri e intellettuali come Concetto Marchesi, Manara Valgimigli, Diego Voleri, dei quali si sapeva per certo che non erano fascisti, ma tutt’altro»
Aggiunge: «Insomma vidi a Padova – anche grazie a qualche insegnante eterodosso e stimolante- come ci fossero vie che dall’impegno culturale, nutrito di senso della libertà e della responsabilità, conducevano all’impegno politico, antifascista e tendenzialmente comunista». Lo vide, ma si guardò bene dal percorrerle
Di Antonio Socci, Libero del 10 Dicembre 2010 Torna a Napoli ed entra nel Guf.
Tutto questo nell’autunno 1942, dopo venti anni di dittatura, quando già erano state decise le leggi razziali, il patto di alleanza con Hitler e l’ingresso in guerra che già stava prendendo una piega disastrosa. Iniziare a frequentare il Guf nell’autunno 1942 tutto può essere fuorché una scelta antifascista.
Da un articolo di Antonio Socci, Libero del 10 Dicembre: Giorgio Napolitano – Camaleonte o Barbie (con vestitini ed accessori)?
IL PASSATO FASCISTA DI NAPOLITANO
"Chi ricorda Napolitano universitario fascista?
Ripulita la biografia del presidente, ora viene fatto passare per padre costituente: ma nel 1942 non aveva ancora abbracciato il comunismo e faceva parte dei gruppi fascisti.
Forse l’eccesso di zelo ha giocato a Rotondi un tiro mancino.
Può capitare. Meno comprensibile è che sia addirittura ‘il sito ufficiale della Presidenza della Repubblica’ a riscrivere la biografia di Napolitano in chiave apologetica.
Nella biografia del presidente infatti si legge: Gianfranco Rotondi, martedì sera, a Ballarò, ha affermato: «Il presidente Napolitano non solo ha letto la Costituzione, ma l’ha anche scritta visto che fece parte della Costituente».
Né il conduttore, né gli altri ospiti hanno obiettato.
Ma fino ad oggi si ignorava una tale notizia. Si dà il caso infatti che l’assemblea Costituente sia stata eletta il 2 giugno del 1946, quando il ventunenne Giorgio Napolitano era ancora un semplice studente universitario a Napoli.
Della sua carriera da costituente non c’è traccia da nessuna parte.Fin dal 1942, a Napoli, iscrittosi all’Università, ha fatto parte di un gruppo di giovani antifascisti». Ora, si dà il caso che nel 1942 Napolitano sia entrato a far parte non di “un gruppo di giovani antifascisti”, come oggi declama il sito del Quirinale, bensì del Guf napoletano (Guf sta per “Gruppo universitario fascista’).
Infatti collaborò attivamente alla rivista del Guf, “IX Maggio”, partecipando pure alla giuria del convegno nazionale di critica cinematografica dei Guf. Si cimentò anche “in un esperimento di regia con la compagnia del Teatro Guf’.
Notizie che lui stesso dà nella sua autobiografia, “Dal Pci al socialismo europeo” (Laterza), nella quale però cede – pure lui – alla tentazione di “redimere” la sua vicenda personale, con un’autoassoluzione che suona così: «L’organizzazione degli universitari fascisti era in effetti un vero e proprio vivaio di energie intellettuali antifasciste mascherato e fino a un certo punto tollerato».
Come ha testimoniato lealmente, nel suo ultimo libro di memorie, Enzo Forcella, diventato poi antifascista e per anni editorialista di punta della “Repubblica”. A lui stesso qualcuno attribuì posizioni antifasciste anticipate agli anni del Guf. Ma Forcella ha ribattuto in modo lapidario: «Non ci ponevamo neppure il problema dell’antifascismo».
E a proposito della “generazione dei Littoriali”, riabilitata da Zangrandi, è stato molto netto: «Magari c’erano davvero tutte le allusioni critiche, lo spirito di fronda, il doloroso travaglio che nei decenni successivi i volenterosi esegeti vi avrebbero ritrovato; ma io non li vedevo».
La sua non fu neanche una scelta dovuta a ignoranza della politica, perché lui stesso racconta che avendo vissuto a Padova, nei primi mesi del 1942, lì «scoprii la dimensione della politica e la specie, fino ad allora per me sconosciuta, dei comunisti» nel centro della città, si potevano incrociare figure di maestri e intellettuali come Concetto Marchesi, Manara Valgimigli, Diego Voleri, dei quali si sapeva per certo che non erano fascisti, ma tutt’altro»
Aggiunge: «Insomma vidi a Padova – anche grazie a qualche insegnante eterodosso e stimolante- come ci fossero vie che dall’impegno culturale, nutrito di senso della libertà e della responsabilità, conducevano all’impegno politico, antifascista e tendenzialmente comunista». Lo vide, ma si guardò bene dal percorrerle
Di Antonio Socci, Libero del 10 Dicembre 2010 Torna a Napoli ed entra nel Guf.
Tutto questo nell’autunno 1942, dopo venti anni di dittatura, quando già erano state decise le leggi razziali, il patto di alleanza con Hitler e l’ingresso in guerra che già stava prendendo una piega disastrosa. Iniziare a frequentare il Guf nell’autunno 1942 tutto può essere fuorché una scelta antifascista.
Da un articolo di Antonio Socci, Libero del 10 Dicembre: Giorgio Napolitano – Camaleonte o Barbie (con vestitini ed accessori)?
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