miércoles, 19 de marzo de 2014
La crisi irreversibile degli Stati Uniti
Resi
noti i dati del debito estero degli USA di gennaio: Russia e Cina
vendono.
Inventano che il piccolo Belgio da solo finanzia il gigante
USA!
Attilio Folliero
Gli
Stati Uniti stanno vivendo una profonda crisi economica ed il debito pubblico continua
a crescere; il 17 marzo (ultimo dato disponibile) il debito pubblico
statunitense è arrivato a 17.546,81 mld. di $., ennesimo massimo
storico.
Il
17 marzo sono stati pubblicati anche i dati del debito estero, aggiornati al 31
gennaio 2014.
Mentre i dati del debito pubblico totale sono pubblicati giornalmente (aggiornati al giorno precedente), i dati del debito estero sono pubblicati mensilmente,
a metà di ogni mese e sono relativi a due mesi anteriori; quindi a metà marzo
si publicano i dati del debito estero relatvi a gennaio, a metà aprile quelli
relativi a febbraio e così di seguito.
Il
debito estero degli Stati Uniti alla fine di gennaio era 5.832,70 miliardi di
dollari, ossia il 33,73% di tutto il debito pubblico statunitense, che al 31
gennaio 2014 era pari a 17.293,02. Come si evince dalle cifre, tra il 31
gennaio ed il 17 marzo il debito pubblico USA è cresciuto di oltre 253
miliardi.
Un
terzo del debito pubblico USA è quindi detenuto all’estero. Chi sono i
detentori del debito estero? Il principale detentore del debito estero è la Cina
che possiede titoli di stato USA pari a 1.273,50 miliardi di dollari, ossia il
21,83% di tutto il debito estero, pari al 7,36% di tutto il debito pubblico statunitense.
Al secondo posto tra i detentori del debito estero USA c’è il Giappone con 1.201,40
miliardi.
Anche
la Russia ha una importante quota del debito estero USA: 131,80 miliardi di dollari.
Con la crisi in Ucraina in atto e le annunciate sanzioni da parte di USA e
Unione Europea, la Russia potrebbe decidere di vendere tutti i titoli di stato
USA, anzi è probabile che lo faccia o lo stia facendo visto che negli ultimi mesi
ha già ridotto la quantità di titoli USA in suo possesso: ad ottobre del 2013
deteneva titoli per 149,90 miliardi; ad ottobre del 2012 la cifra era ancora più
alta, ben 171,10 miliardi.
Non
solo il governo russo, ma anche i cittadini russi stanno smettendo di investire
in USA; è di ieri la notizia, riportata da Bloomberg, che l’uomo più ricco di Russia, Alisher Usmánov,
ha venduto le sue azioni di Facebook ed Apple per investire in Cina, comprando
azioni di Alibaba, la più importante compagnia di Internet dopo Google, valutata
circa 200 miliardi di dollari.
Analizzando
i dati del debito estero USA, si nota chiaramente che anche la Cina sta
vendendo: a novembre aveva titoli USA pari a 1.316,70 miliardi di dollari,
quindi ha venduto titoli per oltre 43 miliardi.
La
Cina avendo questa gran massa di titoli USA non può vendere grandi quantità,
perchè la mancanza di acquirenti farebbe crollare il loro valore ed alla fine a
rimetterci sarebbero proprio i principali creditori, a paritire dai cinesi. Probabilmente
i cinesi venderanno i loro titoli poco per volta.
Anche
altri paesi stanno vendendo, per vari motivi, i titoli USA posseduti, anzi sono
in aumento i paesi che vendono: tre mesi fa erano 13 i paesi che vendevano
titoli USA rispetto al mese precedente; nell’ultimo mese disponibile (gennaio)
sono stati 18 i paesi che diminuito il possesso di titoli USA rispetto al mese
anteriore, quindi hanno venduto.
Oltre a Cina e Russia, stanno riducendo il
possesso di titoli USA anche Norvegia, Olanda, Tailandia, Germania, Brasile,
Taiwan, Irlanda, Peru, Singapore ed altri.
Se
i principali detentori del debito USA continuassero a vendere i titoli USA in
loro possesso ciò determinerebbe un crollo del valore di questi titoli. Non
solo, gli USA nell’impossibilità di finanziare il loro debito, sarebbero
costretti sempre più a ricorrere alla stampa di dollari (il famoso Quantitative
easing).
Elevare ancora di più il numero di dollari stampati significa accellerare
il tracollo della moneta USA, che sarebbe sempre più sostituita da altre monete
negli scampi commerciali.
Gli
Stati Uniti continuano a mentire sia sul presunto recupero dell’economia, che
sull’acquisto di titoli del debito pubblico da parte di altri stati. Che gli
USA non sono mai usciti dalla recessione lo dimostra il fatto che solo il 47%
dei cittadini ha un lavoro a tempo pieno, il 40% guadagna meno di 20.000 dollari
all’anno e ben 47 milioni di cittadini sopravvivono grazie alle sovvenzioni alimentari
del governo.
Secondo noi mentono anche sul fatto che ci siano paesi disponibili
ad acquistare titoli del debito pubblico statunitense.
Infatti,
secondo l’ultimo rapporto sul debito estero, pubblicato
dal Tesoro USA, rispetto a due mesi prima, hanno comprato titoli del debito
USA paesi come Hong Kong (+18,60 miliardi), Giappone (+15,00), i paesi esportatori di petrolio (+10,20),
Corea del sud (+9,20), Messico (+7,70) ed altri con un minore investimento. In
realtà il totale di tutti i titoli acquistati da questi paesi non avrebbe compensato
minimamente i titoli venduti e le nuove necessità, se non fosse intervenuto l’acquisto
massivo del governo belga; infatti il Belgio negli ultimi due mesi, secondo i
dati pubblicati dal Tesoro, avrebbe acquistato titoli per 109,70 miliardi;
addirittura rispetto a dicembre 2012 avrebbe accresciuto il possesso di titoli
USA di ben 171,50 miliardi.
In definitiva, oggi il Belgio sarebbe il terzo
detentore di titoli del debito USA dopo Cina e Giappone. Il piccolo Belgio, dunque
starebbe finanziato il gigante USA.
Usiamo il condizionale, perchè noi
riteniamo che questa sia una balla, una invenzione, una manipolazione evidente
dei dati: come potrebbe il Belgio acquistare in due mesi titoli USA per quasi
110 miliardi di dollari, quando il suo PIL annuale nel 2012 (ultimo dato
annuale conosciuto) è stato di 483 miliardi, tra l’altro in diminuzione rispetto
ai 514 miliardi del 2011? Come potrebbe un piccolo paese come il Belgio passare
agli USA oltre 100 miliardi di dollari in due mesi?
Visto
come stanno le cose, tra due mesi, quando saranno resi noti i dati al mese di
marzo, possiamo scommettere che il Belgio arriverà a 400 miliradi di dollari in titoli
USA.
Dietro
le cifre attribuite al Belgio c’è forse un paese che non vuole o non può apparire
come finanziatore degli USA? Oppure, dietro tali cifre si nasconde la stampa di
dollari?
Non è poi tanto folle ipotizzare
ciò, visto che gli USA stanno stampando soldi, ufficialmente ottanta miliardi
al mese (Quantitative easing). Ricordiamo che l’operazione di alleggerimento
quantitativo o facilitazione quantitativa (in inglese Quantitative easing) è
una pratica mediante la quale una banca centrale può creare moneta.
La banca
centrale crea dal nulla nuova moneta, ossia stampa moneta per acquistare attività
finanziarie dalle banche del sistema (azioni o titoli, anche tossici), con
effetti positivi sulla struttura di bilancio di queste ultime. L'intervento
della Banca centrale può essere diretto anche all'acquisto di titoli di stato,
come nel caso degli USA, con l'obiettivo di ridurre i costi di indebitamento
dello stato.
Ovviamente questo tipo di politica monetaria ha possibili effetti
collaterali, come la iperinflazione. A caso gli USA, attribuendo l’acquisto di
titoli di stato al piccolo Belgio, stanno nascondendo una ulteriore stampa di
denaro, oltre quella annunciata?
Se
così fosse, staremmo assistendo al tracollo degli USA. Il debito pubblico continua
ad aumentare ed allo stesso tempo vengono meno i finanziatori per cui si
ricorre ad ulteriore stampa di dollari.
Ovviamente se cosi fosse veramente non riuscirebbero
a nasconderlo per molto tempo; se adesso ci potrebbe ancora essere qualche bamboccione
che crede o fa finta di credere che un paese come il Beligo possa acquistare titoli
per 100 miliardi in pochi giorni, fra qualche tempo dovranno inventare un altro
paese “amico”, ma non potranno certo andare avanti all’infinito.
Come
è evidente, Russia, Cina ed altri paesi stanno smettendo di finanziare il debito
pubblico USA ed al tempo stesso stanno utilizando monete alternative al dollaro
per il commercio internazianale; ciò semplicemente significa che si avvicina il
momento del tracollo del dollaro e degli USA. Con il tracollo degli USA sarà
trascinata nel baratro anche l’Europa occidentale.
In
ogni caso è evidente che l’economia USA stia cominciando a vacillare proprio a
causa del disprezzo verso il dollaro di Russia
e Cina.
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