martedì 25 febbraio 2014
I banksters alla conquista dell'Ucraina
Si dice manifestassero contro la
corruzione di Yanukovich.
Si sa, se un paese non ha debiti con il FMI
non è un paese "sano" e democratico. (per questo l'Ungheria che li ha cacciati via a calci è vista male dagli europei)
La corruzione in Occidente non
esiste perché è legalizzata.
Si chiama lobbysmo.
A seguire sequenza
eventi di appropriazione del FMI, quanto sono stati celeri.
Barbara
Barbara
Praticamente la banca centrale dello stato indipendente ucraino poteva emettere grivne ed accettare il prestito vantaggioso dalla Russia, invece, casualmente, prenderà un prestito di 35 mld. di $. dall'associazione mafiosa FMI che, nella migliore tradizione dello strozzinaggio, strangolerà il paese con tassi usurai che impediranno ai cittadini ucraini di restituire (mai) il prestito, ed imporrà ai burattini polacchi al comando dello stato fantoccio di attuare le riforme come fatto in Grecia e come iniziato in Italia, ovvero baratro e medioevo per una popolazione intera ............ (ce lo chiede l'europa di sion) - deca
Ucraina, parte il ricatto UE:
prestiti sì, ma in cambio di riforme
lunedì, 24, febbraio, 2014
24 febbr – L’Unione europea non esclude “alcuna opzione” per fornire sostegno finanziario (prestiti Fmi) all’Ucraina, a patto che ogni aiuto sia legato a riforme economiche.
“Non escludiamo nessun tipo di sostegno o aiuto all’Ucraina”, ha detto
Olivier Bailly, portavoce della Commissione Ue, ma “con la
condizionalità di un programma di riforme” in campo economico.
Al momento l’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri, Catherine Ashton, si trova a Kiev dove sta
incontrando i leader politici ucraini, compresa Yulia Timoschenko.
L’obiettivo “è trovare una soluzione duratura alla crisi e misure per
stabilizzare la situazione economica”.
Ucraina: nuovo governatore banca centrale. Era uno dei “comandanti” della protesta antigovernativa
lunedì, 24, febbraio, 2014
24 FEB – Il parlamento ucraino ha
eletto Stepan Kubiva nuovo governatore della banca centrale sostituendo
il dimissionario Igor Sorkin.
Kubiva è un membro del partito ‘Patria’ di Iulia Timoshenko ed è stato direttore dell’istituto finanziario KredoBank.
Era uno dei “comandanti” della protesta antigovernativa.
La nomina di Kubiv e’ stata votata
alla Verkhovna Rada con 310 voti favorevoli, dopo le dimissioni del
governatore in carica Igor Sorkin.
Nelle mani di Kubiv, 51 anni,
originario dell’ovest del paese, uno dei dossier piu’ delicati di questa
fase di transizione, quello del rischio di default in cui si trova il
paese, con la sospensione degli aiuti finanziari promessi da Mosca lo
scorso dicembre e i negoziati per aiuti europei e del Fondo monetario
internazionale avviati solo in queste ore.
Ucraina: Usa sollecitano prestito Fmi, la Ashton a Kiev.
Putin ritira l’ambasciatore
lunedì, 24, febbraio, 2014
24 febbr – L’Occidente torna a Kiev
e Mosca, per il momento, lascia la capitale ucraina richiamando
l’ambasciatore. Londra e Washington premono l’acceleratore
sull’assistenza finanziaria all’Ucraina e l’Unione europea riprende il
filo dell’integrazione con un viaggio di Catherine Ashton a Kiev.
Il ministro del Tesoro americano, Jack Lew (sionista aschenazita), ha sollecitato Kiev ad avviare un negoziato con il Fondo monetario internazionale per un prestito una
volta che sara’ in carica un governo di transizione.
Lew ne ha parlato
con il capo dell’opposizione mentre rientrava nella capitale dagli Stati
Uniti dopo aver partecipato al G20 di Sydney.
Ancora piu’ esplicito era
stato ieri il Cancelliere dello Scacchiere, George Osborne: “Bisogna farsi trovare pronti con il libretto degli assegni per aiutare a ricostruire l’Ucraina“.
“Certo siamo nelle prime ore, nei primi giorni”, ha aggiunto
successivamente Osborne conversando con i cronisti a Singapore, “ma il
popolo ucraino sembra aver dimostrato di tenere al proprio futuro, di
volere forti legami con l’Europa e non credo che dobbiamo respingerli
bensi’ abbracciarli.
Dobbiamo fornire assistenza finanziaria attraverso
organismo come il Fondo monetario internazionale”.
I temi dell’aiuto economico saranno al centro del viaggio che Catherine Ahston fara’ oggi a Kiev.
Il responsabile della Politica estera dei Ventotto incontrera’ i
protagonisti della rivolta Ucraina e “discutera’ con loro del sostegno
dell’Ue per una duratura soluzione alla crisi politica e misure per
stabilizzare l’economia”, si legge in una nota.
Il primo filo da
riprendere, per Kiev e Bruxelles, e’ l’accordo sul commercio, che
ha rappresentato il punto di inizio della crisi ucraina a novembre
scorso, quando l’ex presidente Viktor Yanukovych decise di ritirarsene
perche’ solleticato dal ben piu’ consistente prestito di Mosca, 15
miliardi di dollari e la riduzione del prezzo del gas di fronte ai 610
milioni di euro di assistenza immediata offerti dall’Ue insieme alla
prospettiva di ingresso nel club dei Ventotto.
La firma dell’accordo con
Bruxelles, inoltre, consentirebbe a Kiev di ricevere subito 2 miliardi
di euro e l’ingresso in un mercato di 500 milioni di consumatori, ma in
realta’ l’Ucraina, spiegano gli analisti, oggi non ha molto da vendere.
Sebbene Karel De Gucht, commissario europeo al Commercio, abbia
sottolineato che “l’accordo non significa l’ingresso nell’Ue”, e’ stato
il commissario agli Affari economici, Olli Rehn, a
suggerire che per Kiev la strada da prendere e’ quella: “Da un punt di
vista europeo”, ha detto nel corso di un meeting al G20 di Sydney, “e’
importante indicare una chiara prospettiva europea per il popolo ucraino, che ha mostrato il proprio impegno per i valori” del Vecchi Continente”.
Ma Kiev ha un altro fronte con cui
fare i conti, ed e’ quello che guarda alla Russia.
Ieri il presidente ad
interim, lo speaker della Rada (Parlamento), Oleksandr Turcinov
(fedelissimo della leader dell’opposizione appena tornata libera, Yulia
Tymoshenko), aveva avvertito che Mosca dovra’ rispettare la “scelta
europea” dell’Ucraina. Kiev, ha detto, intende riprendere il percorso di
integrazione con Bruxelles dal 24 novembre scorso.
Turcinov ha spiegato
di essere pronto ad un dialogo con i vertici russi, ma sulla base di
relazioni paritarie e di buon vicinato.
Mosca non l’ha presa bene: al
termine di una giornata che aveva visto la nomina di un presidente a
interim in Ucraina e l’annuncio della formazione di un nuovo governo
dichiaratamente europeista entro martedi’, ha richiamato “per
consultazioni” l’ambasciatore russo a Kiev.
Si tratta di un segnale di
protesta molto grave nel linguaggio diplomatico internazionale. La
prassi diplomatica prevede che in caso di conflitto ma anche di semplice
contenzioso internazionale il primo provvedimento che un Paese puo’
prendere nei confronti di un altro e’ la semplice protesta verbale o
scritta.
Il passo successivo, se la protesta resta inascoltata, e’ il
richiamo dell’ambasciatore per consultazioni. Nella maggior parte dei
casi, una volta che il contenzioso si sia risolto, l’ambasciatore
riprende il suo posto.
In caso contrario gli ulteriori passi sono la
riduzione del rango della legazione, facendosi rappresentare da un
diplomatico sempre piu’ di grado inferiore, fino alla chiusura
dell’ambasciata.
Alla rottura delle relazioni diplomatiche puo’ – ma non
e’ sempre detto, basta ricordare il caso Usa/Iran – seguire la guerra.
(AGI) .
Ucraina, ministro delle Finanze: ci servono 35 miliardi dollari
lunedì, 24, febbraio, 2014
24 feb. – L’Ucraina chiede la convocazione di una conferenza internazionale di donatori, per raccogliere “all’incirca 35 miliardi di dollari” necessari per evitare il tracollo economico del Paese.
Lo ha annunciato il ministro delle Finanze ad interim, Yuri Kolobrov.
Dopo la svolta politica a Kiev, con
lo spodestamento del presidente Yanukovich, la scelta di un capo di
Stato ad interim e la convocazione di presidenziali anticipate, ora
l’emergenza diventa quella finanziaria.
L’appello del governo ad interim
(quello nuovo dovrebbe essere al varo entro mercoledì) giunge mentre
nella capitale ucraina è attesa Catherine Ashton.
Il capo della
diplomazia europea discuterà le possibili opzioni per approntare in
tempi veloci aiuti finanziari: l’Ue sembra favorevole a un prestito tramite il Fondo Monetario Internazionale.
La Russia ha intanto fatto sapere
di aver “sospeso” il versamento della nuova tranche del credito da 15
miliardi che era stato accordato a Yanukovich assieme a un sostanzioso
sconto sulle forniture di gas. (TMNews)
Lagarde: il Fmi pronto ad “aiutare” l’Ucraina
domenica, 23, febbraio, 2014
23 febbr – Il presidente Draghi ha
rassicurato sull’ipotesi che la crisi ucraina possa avere ripercussioni
sul già non facile momento dell’economia europea: non c’è nessun
pericolo di contagio economico-finanziario.
La tragedia in Ucraina – ha
detto – ha un impatto più umano che economico.
Sempre da Sydney il commissario
agli Affari Economici Olli Rehn ha spiegato che l’Ue sta valutando in
queste ore le necessità di finanziare l’Ucraina.
Il Fmi – ha detto
dall’Australia il suo direttore generale Christine Lagarde – è pronto ad
aiutare Kiev.
“Non solo da un punto di vista umanitario – ha spiegato
Lagarde – ma anche da quello economico.
Ci sono riforme economiche che,
sappiamo tutti, erano sul punto di essere attuate, così da poter far
partire gli aiuti della comunità internazionale”.
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