I sottomarini invisibili russi e la crisi nel Mediterraneo
- di Gabriele Lombardo -
Varshavyanka
(Варшавянка) è il nome della nuova classe di sottomarini stealth russi
che sono in costruzione, test e servizio tra Mar Nero e Mar
Mediterraneo.
La NATO e gli Stati Uniti hanno soprannominato questi
battelli subacquei “Blacks Holes in The Ocean” (Buchi neri nell’oceano)
in quanto la loro visibilità è praticamente “0”; di fatto questi
sottomarini d’attacco, appena entrano in acqua, sono impossibili da
individuare, il loro motore elettrico-diesel a bassissima emissione
rumorosa ne impedisce l’individuazione, così come il materiale stealth
all’avanguardia e la forma, che deviano le onde sonar.
E’ chiaro dunque
che i sottomarini di questa classe sono una grossa spina nel fianco
delle unità navali occidentali e della difesa europea.
I sottomarini
finora costruiti sono il “Novorossiisk” che ha preso il via nell’ agosto
del 2010, seguito dal “Rostov-on-Don” nel novembre 2011 e dalla “Stary
Oskol” nell’agosto 2013.
Il quarto battello, il “Krasnodar” ha preso il
via il 20 febbraio 2014 con il varo (esattamente come gli altri) dai
cantieri navali di San Pietroburgo e le immagini di “Ria Novosti” e le
news di “La Voce della Russia” in diretta.
Questi sottomarini, sei in
tutto in costruzione, saranno consegnati entro il 2016 ed entro lo
stesso anno dovrebbero entrare in servizio.
Attualmente il Krasnodar è
entrato nel Mediterraneo (secondo indiscrezioni) o si starebbe dirigendo
in esso a risposta dell’istallazione di missili nella base americana di
Rota in Spagna e in schieramento contro gli incrociatori lanciamissili
AEGIS statunitensi.
La
flotta russa del Mediterraneo sembra non ricevesse nuovi sottomarini da
almeno 23 anni, questo dato in sè e la tipologia di mezzi a conferma,
bastano per tirare le somme sul fatto che ci sia in corso un riarmo
nell’area mediterranea e che esistono forti attriti in aumento tra gli
USA e la Federazione Russa, tra l’altro inaspriti da notizie allarmanti –
ma non confermate – secondo le quali dietro la rivoluzione dell’Ucraina
ci sarebbero finanziamenti della CIA americana.
Ma ritorniamo alla
notizia, dopo la crisi Siriana (o almeno la parte della crisi che ha
rischiato di far scoppiare la III Guerra Mondiale) la flotta russa tra
Mar Nero e Mediterraneo si è infoltita fino a comprendere 12 unità di
superficie significative, la vecchia ma importante portaerei “Admiral
Kutsnetsov” e l’incrociatore lanciamissili pesante “Pietro il Grande”
(classe Kirov) ne sono un chiaro esempio, ad esse si affiancheranno i
sottomarini e, secondo indiscrezioni, alcuni di questi potrebbero essere
proprio quelli della classe Varshavyanka.
Un tale schieramento di mezzi
se da un lato fa comprendere che non si accettano intimidazioni,
dall’altro potrebbe avere come effetto collaterale quello di far
moltiplicare la presenza di unità navali USA nel Mediterraneo e far
peggiorare i rapporti bilaterali tra i due paesi.
Al
varo dell’ultimo sottomarino di questa classe, ha presieduto il capo
della Marina Militare Russa l’Ammiraglio Victor Chirkov che ha fatto
intendere che la flotta del Mediterraneo sarà rafforzata e che nuovi
sottomarini (probabilmente questi della classe Varshavyanka del progetto
636.3 o 636m) andranno a rafforzare la flotta del Mediterraneo e del
Mar Nero.
L’ultimo sottomarino attivato in questa flotta è “L’Alrosa”
della classe “Kilo” entrato in servizio nel 1990 ed unico attualmente e
ufficialmente ancora in mare a navigare.
I
sottomarini del progetto 636.3 hanno un dislocamento di 3.100 tonnellate,
viaggiano ad una velocità di 20 nodi, possono immergersi fino ad una
profondità di 300 metri, ed hanno 52 persone di equipaggio ciascuno.
Il
loro armamento consiste in 18 siluri, mine di vario tipo e missili da
crociera “Kalibr 3M54” (NATO SS-N-27 Sizzler); la missione principale di
questi sottomarini invisibili, sarà l’hunter killer (cacciare ed
eliminare) i sottomarini o le navi avversarie, soprattutto essi saranno
una significativa minaccia per le grandi unità navali di superficie USA.
I sei sottomarini della classe Varshavyanka avranno come sede fissa la
base navale russa di “Novorossiisk”.
Secondo le stime ufficiali degli
esperti USA di armamenti, per poter però fronteggiare concretamente o
alla pari la flotta americana con i sottomarini in questione, la Russia
ne dovrebbe acquistare e mettere in mare nella flotta del Mediterraneo
almeno 10 unità, ovvero 4 in più di quelle ordinate.
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