Cofautore del MANIFESTO "Ai 2 laghi"
Claudio
Zanasi
MANUALE DI
SOPRAVVIVENZA PER TUTTI COLORO CHE HANNO BISOGNO DI DENARO, MA NON LO TROVANO
1
Lo scopo
degli “esperti” è quello di confondere e di annoiare il lettore che si avvicina
all’€conomia, per costringerlo a disinteressarsene
INCOMINCIAMO
DALLA FINE
Questo opuscolo è
dedicato ai lavoratori, sia operai che impiegati, ai piccoli commercianti, agli
imprenditori, ai disoccupati, agli esodati, ai pensionati e a tutte le persone
che, per una ragione o per l’altra, soffrono a causa della cronica mancanza di
denaro.
A tutti voi dico:
abbiate pazienza e leggete fino in fondo queste poche righe e capirete almeno
il perché la vostra condizione è arrivata al punto in cui siete.
Capire è il primo
passo per agire. E agire consente di ottenere ciò che è giusto ottenere!
Prima di tutto un’
esortazione importantissima:
dovete cancellare
dalla mente tutte le conoscenze che avete acquisito fino ad ora di economia
monetaria e dei rapporti che legano fra loro le Istituzioni che gestiscono il
denaro.
Purtroppo, quello che
vi hanno detto fino a qui la classe politica, i sindacati, la TV, i banchieri, i giornalisti,
gli economisti e altre figure istituzionali è tutto o quasi completamente falso.
Vi sono schiere di
studiosi che possono smentire una ad una le loro teorie.
Riguardo ai politici
già molti di voi lo hanno capito.
Ma vi assicuro che
per le altre categorie che ho appena citato, il discorso è esattamente lo
stesso.
La ragione per cui
queste persone mentono, è presto detta: alcune realmente non conoscono il
meccanismo di emissione e di circolazione del denaro, ma altre mentono
semplicemente per convenienza, poiché sono completamente coinvolte in questo
meccanismo, e lautamente remunerate per tacere o per distorcere la verità a
vostro danno, e a vantaggio dei loro padroni.
Ed ora a voi la
scelta: se vi interessa capire perché la vostra busta paga si fa sempre più
magra e fatica a farvi arrivare a fine mese, se vi interessa capire perché la
vostra pensione non aumenta, o perché siete stati licenziati, o perché la
vostra ditta è fallita o perché non avete mai un soldo, ebbene continuate a
leggere.
Se tutto quanto sopra
non vi interessa, allora gettate questo opuscolo e continuate a sperare
inutilmente che qualcun altro ponga rimedio a questo stato di cose.
VOGLIO
CAPIRE
(Continua a leggere)
FACCIAMO
UN’IPOTESI
Ammettiamo subito che
se qualcuno ci condonasse d’un colpo tutti i debiti che abbiamo e ci regalasse
mille o duemila euro al mese per sempre, non avremmo più il problema della
“crisi”, dello “spread”, del “debito pubblico”, della “crescita”, e di tutte le
altre frottole che ci hanno raccontato fino ad ora.
Molto egoisticamente,
ma anche molto umanamente, guarderemmo al nostro orticello e non ci
interesserebbe più di tanto quello che succede al nostro vicino e, forse, al
nostro Paese.
Ma purtroppo, non ci sarà mai nessuno così
generoso con noi. A meno che…..
A meno che non si
cambiasse completamente il sistema con cui le banconote vengono prodotte,
emesse, distribuite e infine ritirate dalla circolazione.
Vediamo di fare un
esempio per capirci meglio: pensiamo ad un frutteto con pochissimi alberi da
frutto, meli, diciamo. Ed una famiglia di contadini che vorrebbe mangiare molte
più mele di quelle che il frutteto produce. Cosa dovrebbe fare il fattore per
accontentare la propria famiglia?
Semplicissimo direte
voi: piantare qualche albero di mele in più.
Ed è la risposta
giusta. La più ovvia e scontata che si possa dare.
Ma se il padre di
famiglia, invece di piantare due o tre alberi di mele, andasse tutti i giorni
al mercato a comprarne solo una piccolissima quantità che il commerciante gli
vende a costi esagerati adducendo la
scusa che ci sono poche mele sul mercato, considerereste furbo quel padre di
famiglia? Considerereste furbo quel contadino che, pur potendosi procurare
quasi gratis tutte le mele di cui necessita, le va a comprare al mercato ad un
prezzo esorbitante, costringendo così la propria famiglia a rimanere
costantemente a corto di mele?
Evidentemente no!
Quel contadino non sarebbe furbo per nulla, e continuerebbe a fare la fortuna
del bugiardo commerciante a spese proprie e della propria famiglia.
Ebbene,
che ci crediate o no, vi assicuro che lo Stato Italiano si comporta
stupidamente come quel contadino.
Lo Stato potrebbe
benissimo stampare in prima persona lo stesso quantitativo di banconote che
sono in circolazione adesso e che in questo caso si chiamerebbero “biglietti di
Stato a corso legale”, anzi un po’ di più, per soddisfare il bisogno di soldi
di ognuno di noi.
Consentirebbe così
alla vostra azienda di non chiudere e, di conseguenza, di non licenziare gli
operai, di non diminuire le pensioni, e di fare un sacco di altre cose per cui
occorrono le “mele”, cioè i soldi!
Perché non lo fa?
È UNA
STORIA UN PO’ LUNGA
A questo punto dovrei
farvi leggere una ventina di pagine importantissime sul quando, come e perché
siamo arrivati alla condizione di dovere andare a comprare le mele dal bugiardo
fruttivendolo, ovvero perché lo Stato non fabbrica le “mele” cioè i soldi
direttamente e direttamente ce li fa arrivare mediante il circuito
economico-finanziario, ma li fa fabbricare ad un altro. Ad un Ente privato, che
glieli fa pagare una quantità di soldi esorbitante.
Ma ho già detto in
premessa che il mio opuscolo non è indirizzato ad esperti, ad economisti, a
banchieri o a finanzieri, bensì alle persone che hanno bisogno di soldi e non
riescono a trovarli.
Quindi prendete per
assodata la frase che “i soldi ci costano soldi”.
Già! lo sapevate che “i
soldi ci costano soldi”?
A prima vista, questa
affermazione sembra giusta e logica.
MA NON È
COSÌ!
Infatti, se ci
riflettete un attimo, mentre rileggete la frase “I soldi costano soldi”, non vi
pare che ci sia qualcosa che non torna? Come fanno i soldi a costare altri
soldi? Chi fabbrica i soldi? E perché mai ce li dovrebbe vendere per altri
soldi? Che se ne fa? Potremmo passare la vita intera a scambiarci soldi,
rimanendo esattamente al punto di partenza: tu mi vendi i tuoi soldi, e io te
li pago con altri soldi.
CHE SENSO
HA ?
Evidentemente i soldi
non servono, né debbono servire per comprare altri soldi, ma servono per
scambiare beni e servizi, pagare il mio lavoro, comprare le tue mele, la sua
casa, il loro podere, ecc.
Quindi la frase “i soldi
costano soldi” è falsa. Dovremmo piuttosto dire: “Il mio lavoro, le tue mele,
la sua casa, il loro podere, valgono soldi”.
Questa frase, molto
più logica e sensata della prima, è in realtà quella vera.
E da questa verità
discende il fatto che, a dar valore ai soldi, non sono i soldi, ma il mio
lavoro, le tue mele, ecc. ecc.
Una volta i soldi
costavano soldi, perché chi te li prestava, deteneva una riserva aurea di
garanzia.
Quando tu volevi
cambiare i soldi in oro, presentavi le banconote di carta, e il banchiere ti
restituiva il tuo oro, con il quale potevi autonomamente comprare quello che ti
pareva.
Ma già ormai dal 1971
nessuna moneta può essere scambiata con oro, a meno che tu vada da un
gioielliere e lo paghi il doppio di quello che viene valutato sul mercato.
Le banconote al
giorno d’oggi vengono stampate per pochi centesimi l’una; per l’euro dalla BCE
(che paga solo il costo della carta, dell’inchiostro, della mano d’opera e del
trasporto), ed emesse dalla stessa BCE che le presta successivamente alle varie Banche Centrali Nazionali, però
al prezzo del facciale (quel numeretto stampato sopra) che è immensamente più
elevato del puro costo di stampa. Per i biglietti da 500 euro ad esempio, c’è
un rapporto di tre centesimi di costo, contro 500 euro di facciale.
UN BEL
GUADAGNO!
La BCE scrive sulle
banconote che fa stampare, il valore del facciale, firmate dal suo Presidente,
attualmente (2013) Mario Draghi, e imprime su di esse la scritta BCE. Per
significare che sono state emesse da lei. Tutto ciò in osservanza dell’articolo
105/A del trattato di Maastricht.
Ma se si modificasse
quell’articolo a favore degli Stati, o se avessimo dei governanti capaci e
coraggiosi, potrebbero benissimo essere gli stessi Stati ad emettere i
biglietti, euro o lire, a secondo del fabbisogno reale e a costo nullo,
risparmiando un sacco di soldi, come il contadino con le mele.
Avete capito, quindi,
cosa intendo affermare?
Io affermo, che se lo
Stato stampasse “biglietti di Stato a corso legale” in proprio, e non li
prendesse quindi in prestito dalla BCE, gli stipendi e le pensioni sarebbero sicuri
e più sostanziosi, le aziende non fallirebbero per mancanza di credito, la scuola,
gli ospedali, le ferrovie e tutto ciò che rappresenta lo stato sociale, non
avrebbe più da lamentare una cronica carenza di denaro, poiché non è il denaro
che dà valore al denaro, bensì i cittadini che lo accettano come mezzo di
pagamento.
E finché ci saranno
persone che lavorano, aziende che producono ricchezza e che possono pagare i propri
lavoratori che a loro volta, grazie al loro stipendio, saranno acquirenti dei
beni prodotti, non potrà esserci mancanza di denaro, poiché questo verrà
stampato ad un costo risibile dallo Stato che lo emetterà in funzione dei
bisogni, senza creare debito “pubblico”.
Ciò non è reso
possibile, proprio perché la BCE,
come il bugiardo fruttivendolo, dice che c’è poco denaro, e che “costa” molto,
per cui ce lo lesina, per giunta gravato di interessi.
NIENTE DI
PIÙ FALSO!
L’altra bugia che vi
dicono politici, giornalisti, economisti,ecc., è la seguente: se fosse lo Stato
a stampare le banconote, ci sarebbe un’ inflazione enorme.
Di enorme c’è solo la
falsità di questa affermazione, che non chiarisce due fatti molto importanti:
1) L’inflazione può
crescere solo se aumento smisuratamente la quantità di denaro in circolazione.
2) Posso immettere
tutto il denaro che voglio senza creare inflazione,fino a che ci saranno
persone da assumere (cioè disoccupati) poiché il nuovo denaro che emetto
servirà per pagare nuovi stipendi dei nuovi assunti, che produrranno nuova
ricchezza, e per comprare quella prodotta dai nuovi e vecchi assunti.
Qualche breve nota
tecnica, per non creare confusione:
emettere riguarda la
titolarità, la proprietà dell’Ente che stampa le banconote, o biglietti a corso
legale, mentre immettere, significa
riversare nel mercato un determinato quantitativo di denaro.
Stampare invece è l’atto puro
e semplice di creare biglietti o banconote con carta e inchiostro, né più né
meno di quello che fa il tipografo con i vostri biglietti da visita. Mentre la
titolarità è vostra.
Quindi, pretendere
che lo Stato stampi i biglietti a corso legale non è un’utopia, ma una
legittima aspirazione dei popoli che rivendichino il controllo della propria
economia.
Anche perché l’ha già
fatto in passato in piccola parte, e in misura irrisoria lo fa tutt’ora.
LO STATO
EMETTE BANCONOTE?
Per l’esattezza lo
Stato non emette banconote di carta, ma si limita ad emettere le monetine
metalliche, sempre in virtù dell’articolo 105/A del trattato di Maastricht. Ma
queste sono soltanto l’uno-due per cento del totale del denaro in circolazione:
sono insomma un “contentino”, sono le famose briciole che la BCE ci consente di prelevare,
come fanno i padroni con i servi.
Ma vi sono stati
numerosi biglietti di Stato emessi negli anni passati, ultimo dei quali le 500
lire di carta che hanno smesso di circolare nel 1985.
Ma perché è così
importante capire chi è l’Ente che emette il denaro? Che differenza fa?
Facciamo un breve
riepilogo di quanto detto fino ad ora:
1) Una tipografia stampa le banconote. Non ha alcuna
importanza quale sia, purché ne abbia i requisiti specifici.
2) Un Ente, che può
essere una Banca Centrale o uno Stato,
emette le banconote (biglietti a corso legale nel caso dello Stato) attribuendosene
in tal modo la titolarità.
3) Lo stesso Ente immette nel mercato le banconote o
biglietti così prodotti.
Quindi apparentemente
non vi dovrebbe essere alcuna differenza se ad emettere le banconote o
biglietti fosse lo Stato o la Banca
Centrale.
E invece ce n’è! Ed è
enorme!
Se fosse lo Stato a
stampare i biglietti, lo farebbe al costo della stampa (pochi centesimi) e
potrebbe spenderlo per stipendi, salari, pensioni e opere pubbliche senza
creare inflazione né fare alcun altro debito. Pubblico o privato che sia.
Ma siccome purtroppo
è la BCE che stampa
ed emette le banconote, questo denaro viene prestato da questa allo Stato come se fosse di proprietà della
banca stessa, attraverso il circuito bancario, diventando per lo Stato un debito cosiddetto “pubblico”,
gravato per di più dall’interesse. Infatti lo Stato, in cambio di quei pezzi di
carta stampati, deve dare delle garanzie, costituite da una specie di cambiali,
che si chiamano impropriamente “Titoli di debito pubblico” (BOT,CCT, CTZ, ecc.)
Quando ho detto che
non dovrete più soffrire per mancanza di soldi, ho anche suggerito la soluzione
: ho detto: “A meno che non cambi il sistema con il quale le banconote sono
prodotte, emesse, distribuite e ritirate infine dal mercato”, visto che oggi la
moneta emessa dalle banche è una moneta a “debito” mentre, se la emettesse lo
Stato, sarebbe una moneta a “credito”.
Lo Stato, a
differenza delle Banche, ci darebbe dei soldi come corrispettivo della
ricchezza da noi prodotta, non come “prestito” ad interesse!
Riepiloghiamo ora e
cerchiamo di capire:
> Stampare
denaro costa quasi nulla. E può essere quasi illimitato.
> La BCE
, mentendo, dice invece che costa moltissimo e che ce n’è pochissimo.
> Non
è il denaro che dà valore al denaro, ma è il nostro lavoro e i nostri beni che
glielo danno.
> Se
non ci fossero il nostro lavoro ed i nostri beni, il denaro non avrebbe alcun
senso.
> Senza
quelli, servirebbe solo a comprare altro denaro……..!!
> Il
denaro serve quindi per pagare ciò che produciamo. Beni compresi.
> Emettere
denaro fino a quando tutti abbiano un lavoro, non produce inflazione.
> Lo
Stato spenderebbe quasi nulla per produrlo, emetterlo, ed immetterlo sul
mercato, mentre la BCE
ce lo fa pagare salatissimo con l’aggiunta di un interesse. Inoltre bisogna
aggiungere che la BCE è proprietà di società private.
DA QUESTE
POCHE VERITA’
Da queste poche,
semplicissime verità, discende la soluzione radicale di quella che vogliono
farci credere essere una “crisi” e che crisi non è, ma è bensì il frutto
dell’immensa truffa del sistema delle grandi banche d’emissione, le quali vogliono
farci credere che sia il denaro ad avere il valore, mentre noi sappiamo bene
che è il nostro lavoro, ed i beni che con il lavoro abbiamo prodotto nei
millenni, ad avere il vero valore.
Non è facile convincere chi fabbrica il denaro e chi ne
detiene a miliardi, che sarebbe più giusto se cedesse i propri privilegi a chi
realmente genera il valore del denaro, perché se così fosse, tutto il suo
potere andrebbe in fumo.
Per contatti: Claudio
Zanasi z_antares48@yahoo.it
Normanno Malaguti
normatel@libero.it
Giorgio Quarantotto
g.qrngrg@gmail.com
POSTFAZIONE
Gli “esperti”,
economisti o ex funzionari di banca, obietteranno che il mio manuale è carente
di basilari ed importantissime informazioni
che ne rendono inutile e anzi dannosa la lettura.
E tireranno in ballo
la moneta “esogena”, “endogena”, la “riserva frazionaria”,i “mercati”, e tante
altri paroloni per dimostrare la loro competenza in materia, dimenticando che
tutti questi argomenti sortirebbero solo l’effetto di appesantire il testo e di
confondere il lettore.
Ma è appunto questo lo
scopo degli esperti: confondere ed annoiare il lettore che si avvicina
all’economia, per costringerlo a disinteressarsene.
Il mio non è un testo
di economia, anche se l’economia non è di per sé difficile da comprendere.
L’economia viene resa difficile, proprio dai cosiddetti
esperti, che ne vogliono mantenere l’esclusivo monopolio al fine di poterla
gestire per servire il potere che li comanda e li paga a scapito soprattutto
della povera gente.
L’economia così
strumentalizzata ha lo scopo di convincere la quasi totalità delle persone che
il debito, contratto da uno scellerato accordo tra Stati e Banche, sia in
realtà contratto dai cittadini e che su di loro incomba l’onere di ripagarlo.
Il potere bancario
intasca i guadagni derivanti dalla stampa gratuita delle banconote e dalla
speculazione finanziaria creando denaro dal nulla e ci fa credere che il
“valore” sia nei soldi, dentro ai soldi, cioè intrinseco ad essi.
I politici intascano
il prezzo di Giuda, per aver tradito e depredato il popolo che dovrebbero
servire, a vantaggio dei banchieri.
Gli “esperti”
sostengono e indirizzano il lavoro dei politici per intascare la tangente loro
riservata.
Essi si trincerano
dietro la loro presunta scienza (l’economia non è una scienza esatta) per
metterci in uno stato di perenne sudditanza e soggezione.
Mi ricordano tanto,
gli economisti, quello studente che, interrogato dalla maestra che gli chiedeva
da dove provenisse il latte che beviamo, rispose: “Dal supermercato!”.
Che non è una bugia!
Ma nasconde un particolare d’ importanza fondamentale che al bambino (noi) al
quale non viene spiegato, fa apparire una realtà del tutto diversa e lo induce
a trarre conclusioni completamente
errate.
Non occorre possedere
la laurea in odontoiatria per capire che un dentista che ti ha estratto il
dente sbagliato, è un perfetto imbecille!
Così come non è
indispensabile avere una laurea in Economia per capire che la società che si
regge sulla moneta “debito”, è profondamente ingiusta e ad ogni variazione di
rapporti (che chiamano crisi) c’è un ristretto gruppo di persone che guadagna
cifre assurde, mentre dall’altra parte , c’è una moltitudine di lavoratori e
imprenditori, poveri cristi, che sprofonda sempre più nella miseria e nella
disperazione.
Bibliografia
essenziale
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Arianna Editrice, 2005
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2012
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2001
Thore&Warner, La verità sulla moneta contattare, luciano.marrocco@tin.it
Ezra Pound, L’abc dell’economia, Torino, Bollati
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Editori Riuniti, 2011
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Marco Della Luna, Cimit€uro , Bologna, Arianna Editrice, 2011
Alberto Bagnai, Il tramonto dell’euro, Reggio Emilia,
Imprimatur, 2012
Bologna
2013
Stampato
in proprio pro manuscripto
[deca] : Chi fosse interessato ad avere copia cartacea stampata di codesto primo manualetto di sopravvivenza urbana, può richiedermelo via mail o scrivendo sulla pagina google, o, infine, tramite un commento sul blog.
carissimo, mi piace molto il tuo modo di scrivere snello e lineare. La mia teoria della condivisione del valore dei beni conferma quello che hai scritto: la moneta è una misura del valore e quindi è una conseguenza della produzione dei beni. Ne consegue che emettendola a fronte della ricchezza già in essere avremmo una moneta, l'unica moneta, totalmente garantita dai beni a fronte dei quali viene emessa. A questo punto la ricchezza autorizza l'emissione della sua misura monetaria e si dimostra che l'inflazione è impossibile.
RispondiEliminaLa nuova logica economica farebbe crescere il benessere della collettività, perché chiunque aumenta la propria ricchezza ne condividerebbe il valore, pur conservandone la disponibilità e la proprietà.
Il benessere crescerebbe anche in funzione della possibilità di abolire tutte le imposte, lasciando solo le tasse e i dazi di importazione.
A differenza di quanto si tenderebbe a pensare, la Bce è un'istituzione che svolge una funzione pubblica ma è di proprietà privata, detenuta da banche private, comprese quelle dei Paesi europei che non aderiscono all'euro. Ha la struttura di una società per azione e gode di autonomia assoluta dalla politica pur condizionando pesantemente la politica.
RispondiEliminaQuesta «fabbrica del debito» si è arricchita grazie a due nuovi trattati, il Fiscal Compact o Patto di stabilità, e il Mes o Fondo Salva-Stati, approvati il 19 luglio dal nostro Parlamento: così ci siamo ormai autocondannati ad essere indebitati a vita. Ci siamo impegnati, al fine di dimezzare il debito pubblico per portarlo al 60% del Pil, a ridurre i costi dello Stato di 45 miliardi di euro all'anno per i prossimi 20 anni, ciò che si tradurrà in nuove tasse e ulteriori tagli alla spesa pubblica; mentre per creare il Fondo Salva-Stati, l'Italia si è accollata la quota di 125 miliardi di euro, che non abbiamo.
Nasciamo indebitati perché la moneta non la emette lo Stato ma una banca privata e abbiamo sottoscritto degli accordi con istituzioni sovranazionali le cui sentenze sono inappellabili. D'ora in poi lavoreremo sempre di più e vivremo sempre peggio per pagare i debiti. Ci limiteremo a produrre per consumare beni materiali, non ci saranno né risorse né tempo per occuparci della dimensione spirituale.
Siamo ad un bivio epocale: salvare l'euro per morire noi come persona, oppure riscattare la sovranità monetaria per salvaguardare la nostra umanità.
Giorgio
Bellissimi tutti e due i commenti ......
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