La repubblica popolare di Lugansk lancia
un ultimatum al governo di Kiev
Il testo rilasciato lo scorso sabato dal servizio stampa della
repubblica popolare di Lugansk così recita: “”Se entro le ore 14 di
martedì 29 Aprile non verranno soddisfatte tutte le nostre richieste,
riconosciute come legittime dalla convenzione di Ginevra , ci vedremo
costretti ad intraprendere azioni militari offensive” e ancora “le
nostre richieste sono semplici e normali: l’amnistia per tutti i
prigionieri politici, il referendum, la cancellazione dell’aumento delle
tariffe e dei prezzi, il riconoscimento della lingua russa. Queste
esigenze di base possono essere accolte da qualsiasi governo di un Paese
che si dica civile e hanno ricevuto accoglimento in tutto il mondo.
Così, il 17 aprile a Ginevra, Russia, Usa e Ue, sedute al tavolo dei
negoziati con il governo ucraino, hanno firmato l’accordo di Ginevra,
costringendo l’esecutivo di Kiev a promulgare un’amnistia per i
partecipanti alle proteste e ad ascoltare la voce dei manifestanti del
sud est”.
Continua il testo dell’ultimatum: “”intimidazioni, detenzioni,
umiliazioni, licenziamenti, disprezzo e razzismo: queste sono state le
risposte dell’esecutivo di Kiev alle richieste pacifiche della
popolazione”. Per questo, il testo sottolinea di come la presa del
palazzo del servizio di sicurezza, da parte dei manifestanti di Lugansk,
abbia avuto lo scopo di mostrare alle autorità centrali che; che “la
gente della regione di Lugansk non intende più sopportare tale
trattamento inumano”.
I rappresentanti della repubblica popolare di Lugansk accusano il
governo di Kiev di aver considerato la loro protesta come illegittima e
di contro, di aver legittimato la protesta di Maidan. Inoltre, accusano
le autorità centrali di aver inviato i neonazisti di Settore destro
nella città di Dnetropetrovsk nel Donbass e di aver armato la cosiddetta
Guardia nazionale, per gran parte composta da quei manifestanti di
Maidan responsabili di aver aggredito ed ucciso i soldati antisommossa
del Berkut.
“Contro tutti i documenti internazionali, in contrasto con la
costituzione dell’Ucraina, il governo ha inviato l’esercito regolare per
reprimere le manifestazioni nel Donbass” denuncia, in ultimo, il
testo.
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