George Soros: tutto quello che
dovete sapere su di lui (DOSSIER)
TUTTA LA STORIA DI GEORGE SOROS
“Sì ho una politica estera: il mio obiettivo è divenire la coscienza del Mondo.”(1)
Non si tratta per nulla di un caso di narcisismo acuto della
personalità; ecco infatti, come George Soros applica oggi il potere
dell’egemonia degli USA nel mondo.
Le istituzioni di Soros e le sue macchinazioni finanziarie sono
in parte responsabili della distruzione del socialismo in €uropa
dell’Est e nell’ex URSS.
Ha gettato la sua attenzione anche sulla Cina.
Ha preso anche parte a tutte le operazioni che sono sboccate nello
smantellamento della Jugoslavia.
Mentre si da arie da filantropo, il
ruolo del miliardario George Soros consiste nel rinserrare la presa
ideologica della globalizzazione e del Nuovo ordine mondiale assicurando
la promozione del proprio profitto finanziario.
Le operazioni
commerciali e “filantropiche” di Soros sono clandestine, contraddittorie
e coattive.
E, per ciò che riguarda la sue attività economiche, egli
stesso ammette che non ha coscienza, in quanto capitalista è
assolutamente amorale.
Maestro della nuova arte della corruzione che inganna
sistematicamente il mondo, con accesso agli uomini di stato che lo
ascoltano. È stato vicino a Henry Kissinger, Vaclav Havel e al generale
polacco Wojciech Jaruzelski.(2)
Sostiene il dalai lama, il cui istituto
si trova a Presidio, San Francisco, che ospita, tra l’altro, la
fondazione diretta dall’amico di Soros, l’ex dirigente sovietico Mikhail
Gorbachev.(3)
Soros é una figura di punta del Consiglio delle Relazioni estere, del
Forum economico mondiale e di Human Rights Watch (HRW).
Nel 1994, dopo
un incontro con il suo guru filosofico, Sir Karl Popper, Soros ordinava
alle sue società di mettersi a investire nelle comunicazioni in €uropa
centrale e dell’Est.
L’amministrazione federale della radiotelevisione della Repubblica ceca
ha accettato la sua offerta di riprendere e finanziare gli archivi di
Radio Free Europe. Soros ha trasferito i suoi archivi a Praga e ha speso
più di 15 milioni di dollari per i loro spettacoli.(4)
Congiuntamente
con gli USA, una fondazione Soros dirige oggi Radio Free Europe/Radio
Liberty, che ha esteso le sue ramificazioni nel Caucaso ed in Asia.(5)
Soros è il fondatore e il finanziatore dell’Open Society Institute.
Ha creato e sostenuto il Gruppo internazionale di Crisi (GIC) che, tra
l’altro è attivo nei Balcani dopo lo smantellamento della Jugoslavia.
Soros lavora apertamente con l’Istituto Americano per la Pace – un
organo ufficialmente riconosciuto dalla CIA.
Quando le forze ostili alla globalizzazione protestavano sulle strade
attorno il Waldorf-Astoria, a New York, nel febbraio 2002, George Soros
era all’interno e teneva un discorso davanti il Forum economico
mondiale. Quando la polizia premeva i manifestanti nelle gabbie
metalliche a Park Avenue, Soros vantava le virtù d’una “società aperta”,
unendosi così a Zbigniew Brzezinski, Samuel Huntington, Francis
Fukuyama e altri.
Chi è questo tipo?
George Soros è nato in Ungheria nel 1930 da genitori ebrei così
lontani dalle loro radici che passarono, una volta, le vacanze nella
Germania nazista.(6) Soros visse sotto il regime nazista ma, al momento
del trionfo dei comunisti, andò in Inghilterra nel 1947. Lì, alla London
School of Economics, subì l’influenza del filosofo Karl Popper, un
ideologo anticomunista adulato il cui insegnamento costituì la base
delle tendenze politiche di Soros. È difficile trovare un discorso, un
opera o un articolo di Soros che non obbedisca all’influenza di Popper.
Nel 1965, Popper inventò lo slogan della “Società aperta”, che si
ritroverà più avanti nella Open Society Fund and Institute di Soros. I
discepoli di Popper ripetono le sue parole come dei veri credenti. La
filosofia di Popper incarna perfettamente l’individualismo occidentale.
Soros lasciò l’Inghilterra nel 1956 e trovò lavoro a Wall Street dove,
negli anni ’60, inventò i “fondi di copertura”: “I fondi di copertura
soddisfacevano gli individui assai ricchi (…) I fondi in gran parte
segreti, servivano abitualmente a fare degli affari in luoghi lontani
(…) producevano dei profitti astronomicamente superiori. L’ammontare
degli ‘impegni’ mutavano spesso in profezie che si autorealizzavano: ‘le
voci circolavano a proposito d’una situazione di acquisto che, grazie
agli enormi fondi di copertura, incitavano altri investitori a sbrigarsi
a fare lo stesso, cosa che a sua volta aumentava le azioni degli
operatori di copertura.”(7)
Soros creò il Quantum Fund nel 1969 e iniziò a manipolare le monete.
Negli anni ’70, le sue attività finanziarie scivolavano verso
“l’alternanza tra le situazioni a lungo e a corto termine (…) Soros
iniziò a guadagnare sulla crescita dei trusts d’investimento
nell’immobiliare e sui loro successivi fallimenti. Durante i suoi venti
anni di gestione, la Quantum offrì dei profitti clamorosi del 34,5% in
media all’anno. Soros è particolarmente noto (e temuto) per le sue
speculazioni sulle monete. (…) Nel 1997, si vide assegnare una
distinzione rara facendosi chiamare scellerato da un capo di stato,
Mahathir Mohamad, della Malaysia, per avere partecipato a un raid
particolarmente vantaggioso contro la moneta del paese.”(8)
È attraverso tali “giochetti” finanziari clandestini che Soros
divenne multimiliardario. Le sue società controllano l’immobiliare in
Argentina, Brasile e in Messico, la banca in Venezuela e appaiono in
molte delle più vantaggiose transazioni monetarie, facendo nascere la
credenza generale che i suoi amici più potenti l’abbiano aiutato nelle
sue avventure finanziarie, e ciò per delle ragioni tanto politiche che
economiche.(9)
George Soros è stato accusato di aver fatto naufragare l’economia
tailandese nel 1997.(10) Un attivista tailandese dichiarò: “consideriamo
George Soros come une sorta di Dracula. Succhia il sangue del
popolo.”(11) I cinesi lo chiamano “il coccodrillo” per i suoi sforzi
economici e ideologici in Cina, che non erano mai sufficienti, e perché
le sue speculazioni finanziarie hanno generato milioni di dollari di
profitto quando mise le zampe sulle economie tailandese e Malese.(12)
In un giorno Soros guadagnò un miliardo di dollari speculando (una
parola che detesta) sulla sterlina inglese. Accusato di prendere “denaro
dai contribuenti ogni volta che speculava contro la sterlina”, aveva
risposto: “Quando voi speculate sul mercato finanziario, non badate alle
preoccupazioni morali cui si deve confrontare un uomo d’affari
ordinario. (…) Non mi preoccupo di questioni morali nel mercato
finanziario.”(13)
Soros é schizzofrenicamente instabile quando si tratta di arricchirsi
personalmente in modo illimitato e prova un perpetuo desiderio d’essere
ben considerato dagli altri: “I commercianti di monete seduti nei loro
uffici comprano e vendono divise dei paesi del terzo mondo in grande
quantità. L’effetto delle fluttuazioni dei corsi sulle persone che
vivono in questi paesi non favorisce il loro spirito. Non si dovrebbe
farlo più: hanno un lavoro da fare. Se ci fermiamo a riflettere, noi
dobbiamo porci la questione di sapere se i commercianti di divise (…)
debbano controllare la vita di milioni di persone.”(14)
È George Soros che ha salvato la pelle di George W. Bush quando la
gestione della sua società di prospezioni petrolifere era sul punto di
risolversi in un fallimento. Soros era il proprietario della Harken
Energy Corporation e lui aveva comprato lo stock delle azioni in ribasso
poco prima della fine della società. Il futuro presidente liquidò quasi
un milione di dollari. Soros dichiarò che aveva agito i quel modo per
avere “influenza politica”.(15) Soros é ugualmente un partner della
tristemente celebre Carlyle Group. Ufficialmente fondata nel 1987, la
“più importante società privata per azioni del mondo”, che gestisce più
di 12 miliardi di dollari, é diretta da “un vero pugno mondano di ex
dirigenti repubblicani”, dall’ex membro della CIA, Frank Carlucci, fino
al capo della CIA ed ex presidente George Bush padre. Il Carlyle Group
trae la maggior parte delle sue entrate dalle esportazioni di armi.
La spia filantropa
Nel 1980, Soros comincia a utilizzare i suoi milioni per combattere
il socialismo in Europa dell’Est. Finanzia degli individui suscettibili
di cooperare con lui. Il suo primo successo, l’ottiene in Ungheria.
Attacca il sistema educativo e culturale ungherese, smantellando il
sistema statale socialista di tutto il paese. Si apre un canale
direttamente all’interno del governo ungherese. In seguito, Soros si
volse alla Polonia, contribuendo all’operazione Solidarnosc, finanziata
dalla CIA, e, lo stesso anno, estende le sue attività in Cina. L’URSS
venne dopo.
Non era un caso se la CIA ha condotto delle operazioni in tutti da
questi paesi. Il suo obiettivo era ugualmente la stessa di quella
dell’Open Society Fund: smantellare il socialismo. In Africa del Sud, la
CIA addestrava dei dissidenti anticomunisti. In Ungheria, in Polonia e
in URSS, tramite un intervento non dissimulato condotto a partire dalla
Fondazione nazionale per la Democrazia, l’AFL-CIO, l’USAID e altri
istituti, la CIA sosteneva e organizzava gli anticomunisti, gli stessi
tipi d’individui reclutati dalla Open Society Fund di Soros. La CIA li
chiamava i suoi “assi nella manica”. Come dice Soros: “in ogni paese ho
identificato un gruppo di persone – certe sono delle personalità di
primo piano, altri sono meno noti- che sostengono la mia fede…”(16)
L’Open Society di Soros organizzava delle conferenze con degli
anticomunisti cechi, serbi, romeni, ungheresi, croati, bosniaci,
kossovari.(17) la sua influenza crescente fece sospettare che operasse
in quanto parte del sistema spionistico USA. Nel 1989, il Washington
Post riportava le accuse fatte già nel 1987 da ufficiali del governo
cinese e pretendenti che il Fondo di Soros per la Riforma e l’Apertura
della Cina aveva delle connessioni con la CIA.(18)
Il turno della Russia
Dopo il 1990, i fondi di Soros mirano al sistema educativo russo e
fornivano dei manuali in tutta la nazione.(19) In effetti, Soros si
serve della propaganda dell’OSI per indottrinare la gioventù russa. Le
fondazioni di Soros sono state accusate d’avere orchestrato una
strategia mirante a assicurarsi il controllo del sistema finanziario
russo, dei piani di privatizzazione e del processo degli investimenti
esteri nel paese. I Russi reagirono con rabbia alle ingerenze di Soros
nelle legislazioni. Le critiche di Soros e altre fondazioni USA hanno
affermato che l’obiettivo di queste manovre era di “impedire che la
Russia divenisse uno stato con un potenziale che rivaleggiasse con la
sola superpotenza mondiale”.(20) I Russi sospettarono che Soros e la CIA
siano interconnessi. Il magnate Boris Berezovsky, disse: “Ho appena
volto lo sguardo appena ho appreso, che da qualche anno, George Soros è
un agente della CIA. “(21) L’opinione di Berezovsky era che Soros, come
anche l’Occidente, “temessero che il capitalismo russo divenisse troppo
potente”.
Se l’establishment economico e politico degli USA teme la concorrenza
economica della Russia, quale migliore maniera di controllarla che
dominare i media, l’educazione, i centri di ricerca e i settori
scientifici della Russia? Dopo aver speso 250 milioni di dollari per “la
trasformazione dell’educazione delle scienze umane e dell’economia a
livello delle scuole superiori e delle università”, Soros inietta 100
milioni di dollari, dopo un anno, per la creazione della Fondazione
scientifica internazionale.(22) I Servizi federali russi di
controspionaggio (FSK) accusano le fondazioni di Soros in Russia di
“spionaggio”. Segnalano che Soros non opera da solo; fa parte di un
rullo compressore che ricorre, tra l’altro, a dei finanziamenti da Ford e
dalla Heritage Foundations, dalle università di Harvard, Duke e
Columbia, e all’assistenza del Pentagono e dei suoi servizi di
informazione USA.(23) Il FSK s’indigna del fatto che Soros abbia messo
le mani su circa 50.000 scienziati russi e presume che Soros abbia
coltivato soprattutto i suoi interessi, assicurandosi il controllo di
migliaia di scoperte scientifiche e nuove tecnologie russe e
appropriandosi cosi dei segreti di stato e dei segreti commerciali.(24)
Nel 1995, i Russi erano assai arrabbiati in seguito all’ingerenza
dell’agente del Dipartimento di stato Fred Cuny, nel conflitto ceceno.
Cuny si serviva dell’aiuto ai rifugiati come copertura, ma la storia
delle sue attività nelle zone di conflitti internazionali interessanti
gli USA, cui venivano a aggiungersi le operazione d’investigazione
dell’FBI e della CIA, rendevano manifeste le sue connessioni con il
governo USA. All’epoca della sua scomparsa, Cuny lavorava sotto
contratto con una fondazione di Soros.(25) non si sa abbastanza negli
USA, che la violenza in Cecenia, una provincia situata al centro della
Russia, é generalmente vista come il risultato di una campagna di
destabilizzazione politica che Washington vede di buon occhio e, che
orchestra probabilmente. Questo modo di presentare la situazione é
sufficientemente chiara agli occhi dello scrittore Tom Clancy, al punto
che si è sentito libero di fare una affermazione di fatto nel suo
best-seller: La somma di tutte le paure. I Russi hanno accusato Cuny di
essere un agente della CIA e d’essere uno dei responsabili di una
operazione di spionaggio destinata a sostenere l’insurrezione
cecena.(26) L’Open Society Institute di Soros é sempre attiva in
Cecenia, come lo sono ugualmente altre organizzazioni sponsorizzate
dallo stesso Soros.
La Russia é stata il teatro di almeno un tentativo comune di fare
avanzare il bilancio di Soros, tentativo orchestrato con l’aiuto
diplomatico dell’amministrazione Clinton. Nel 1999, il segretario di
stato Madeleine Albright aveva bloccato una garanzia di prestito di 500
milioni di dollari per l’Export-Import Bank USA alla società russa,
Tyumen Oil, pretendendo che ciò si opponesse agli interessi nazionali
USA. La Tyumen voleva comprare delle attrezzature petrolifere di
fabbricazione statunitense, così come dei servizi, presso la società
Halliburton di Dick Cheney e dell’ABB Lummus Global di Bloomfield, New
Jersey.(27) George Soros era investitore in una società che la Tyumen
aveva tentato di comprare. Tanto Soros che BP Amoco avevano esercitato
delle pressioni alfine d’impedire tale transazione, e Albright gli rese
questo servizio.(28)
Il discorso di un antisocialista di sinistra
L’Open Society Institute di Soros infila le dita in ogni ambito. Il
suo consiglio di amministrazione è un vero ” Who’s Who ” della guerra
fredda e dei pontefici del nuovo ordine mondiale. Paul Goble é direttore
delle comunicazioni: “è stato il principale commentatore politico di
Radio Free Europe”. Herbert Okun ha servito nel dipartimento di stato di
Nixon come consigliere dell’intelligence con Henry Kissinger. Kati
Marton è la consorte di Richard Holbrooke, l’ex ambasciatore all’ONU e
inviato in Jugoslavia dell’amministrazione Clinton. Marton ha esercitato
pressioni in favore della stazione radio B-92, finanziata da Soros, e
ha ugualmente assai operato in favore di un progetto della Fondazione
nazionale per la democrazia (un’altra antenna ufficiale della CIA) che
ha collaborato al rovesciamento del governo jugoslavo.
Quando Soros fondò l’Open Society Fund, cercò il grande bonzo
liberale Aryeh Neier per dirigerla. All’epoca, Neier dirigeva Helsinki
Watch, una pretesa organizzazione dei diritti dell’uomo di tendenza
nettamente anticomunista. Nel 1993, l’Open Society Fund divenne l’Open Society Institute.
Helsinki Watch divenne Human Rights Watch nel 1975. All’epoca, Soros faceva parte della sua Commissione consultiva, sia per il comitato delle Americhe che per quelle dell’Europa dell’Est e dell’Asia centrale, e la sua nebulosa Open Society Fund/Soros/OSI è indicata come raccoglitrice di fondi.(29) Soros ha delle relazioni strette con Human Rights Watch (HRW) e Neier scrive articoli per la rivista The Nation senza menzionare in alcun modo che figura sui libri paga di Soros.(30)
Helsinki Watch divenne Human Rights Watch nel 1975. All’epoca, Soros faceva parte della sua Commissione consultiva, sia per il comitato delle Americhe che per quelle dell’Europa dell’Est e dell’Asia centrale, e la sua nebulosa Open Society Fund/Soros/OSI è indicata come raccoglitrice di fondi.(29) Soros ha delle relazioni strette con Human Rights Watch (HRW) e Neier scrive articoli per la rivista The Nation senza menzionare in alcun modo che figura sui libri paga di Soros.(30)
Soros é dunque strettamente legato a HRW, benché faccia del suo
meglio per nasconderlo.(31) Dichiara che si accontenta di raccogliere
fondi, di mettere i programmi a punto e di lasciare le cose andare da
sole. Ma le azioni di HRW non si discostano in alcun modo dalla
filosofia del suo raccoglitore di fondi. HRW e OSI sono assai vicini. Le
loro visioni non divergono. Naturalmente, altre fondazioni finanziano
ugualmente queste due istituzioni, ma non impedisce che l’influenza di
Soros domini la loro ideologia.
Le attività di George Soros s’inscrivono nello schema di costruzione
sviluppato nel 1983 e così come è annunciato da Allen Weinstein,
fondatore della Fondazione nazionale per la democrazia. Wainstein
dichiara: “Una grande parte di ciò che noi facciamo oggi era realizzato
in segreto dalla CIA 25 anni fa. “(32) Soros opera esattamente nei
limiti del complesso spionistico. Differisce poco dai trafficanti di
droga della CIA nel Laos, negli anni ’60, o dei mujahidin che
trafficavano nell’oppio conducendo delle operazioni per conto della CIA
contro l’Afghanistan socialista degli anni ’80. Canalizza semplicemente
(e raccoglie) molto più denaro di queste marionette e una parte ben più
importante dei suoi affari si fanno nei gironi migliori. La sua libertà
d’azione, nella misura in cui possa goderne, risiede in un controllo
fattivo dei profitti, che gli servono a legittimare le strategie della
politica estera USA.
La maggioranza degli statunitensi che, oggi, si considerano
politicamente di centrosinistra, sono senza alcun dubbio pessimisti a
proposito della speranza di assistere un giorno a una trasformazione
socialista della società. Di conseguenza, il modello di
“decentralizzazione” alla Soros, o l’approccio “frammentato” di
“utilitarismo negativo, il tentativo di ridurre al minimo la quantità di
miseria”, che costituiva la filosofia di Popper, tutto ciò gli va bene,
più o meno.(33) Soros ha finanziato uno studio di HRW che è stata usata
per sostenere l’addomesticamento della legislazione in materia di droga
nello stato della California e dell’Arizona.(34) Soros é favorevole a
una legislazione sulle droghe – una maniera di ridurre provvisoriamente
la coscienza della propria miseria. Soros é un corruttore che sostiene
il concetto dell’uguaglianza delle opportunità. A una scala più elevata
sul piano socio-economico, si trovano i social-democratici che accettano
d’essere finanziati da Soros e che credono alle libertà civiche nel
contesto stesso del capitalismo.(35) Per queste persone, le conseguenze
nefaste delle attività commerciali di Soros (che impoveriscono le
persone nel mondo) sono edulcorate dalle sue attività filantropiche.
Allo stesso modo, gli intellettuali liberali di sinistra, tanto
all’estero che negli USA, sono stati sedotti dalla filosofia dell'”Open
Society”, senza parlare dell’attrattiva che rappresentano le sue
donazioni.
La Nuova Sinistra USA era un movimento social-democratico. Era
risolutamente antisovietica e, quando l’Europa dell’Est e l’Unione
Sovietica si sono dissolte, pochi nella Nuova Sinistra si sono opposti
alla distruzione dei sistemi socialisti. La Nuova Sinistra non ha né
detto nulla né protestato quando centinaia di milioni di abitanti
dell’Europa dell’Est e dell’Europa centrale hanno perso il loro diritto
al lavoro, all’alloggio, e alla protezione della legge, all’educazione
gratuita nelle scuole superiore, alla gratuità delle cure e
dell’acculturazione. La maggioranza ha minimizzato gli avvertimenti che
indicavano che la CIA e certe ONG – come la Fondazione nazionale per la
Democrazia o l’Open Society Fund – avevano attivamente partecipato alla
distruzione del socialismo. Queste persone avevano l’impressione che la
determinazione occidentale a voler distruggere l’URSS dal 1917 era una
cosa assai lontana dalla caduta dell’URSS. Per queste persone, il
socialismo è scomparso di sua volontà, per le sue lacune e sconfitte.
Quanto alle rivoluzioni, come quella del Mozambico, dell’Angola, del
Nicaragua o del Salvador, annichilite dalle forze operanti per procura o
ritardate dalle “elezioni” assai dimostrative, i pragmatisti della
Nuova sinistra non hanno fatto altro che volgere lo sguardo da un’altra
parte. Talvolta, la stessa Nuova Sinistra sembrava ignorare
deliberatamente le macchinazioni post-sovietiche della politica estera
USA.
Bogdan Denitch, che nutriva delle aspirazioni politiche in Croazia, è
stato attivo presso l’Open Society Institute e ha ricevuto dei fondi
dalla stessa OSI.(36) Denitch era favorevole all’epurazione etnica dei
Serbi in Croazia, ai bombardamenti della Nato della Bosnia e della
Jugoslavia e anche a una invasione terrestre della Jugoslavia.(37)
Denitch è stato uno dei fondatori e il presidente dei Socialisti
democratici degli USA, un gruppo preponderante della sinistra liberale
negli Stati Uniti. È stato anche presidente, per molto tempo, della
prestigiosa Conferenza degli Universitari socialisti, grazie alla quale
poteva facilmente manipolare le simpatie di molti e farli propendere al
sostegno dell’espansione della Nato.(38) Altri obiettivi in sostegno di
Soros comprendono Refuse and Resist, the American Civil Liberties Union e
tutta una panoplia di altre cause liberali.(39) Soros acquisiva un
altro trofeo inverosimilmente impegnandosi nella Nuova Scuola di
Ricerche Sociali di New York, che era stata per molto tempo l’accademia
principale degli intellettuali di sinistra. Oggi, sponsorizzano il
Programma per l’Europa dell’est e l’Europa centrale.(40)
Molte persone di sinistra ispirate dalla rivoluzione nicaraguense
hanno accettato con tristezza l’elezione di Violetta Chamorro e la
sconfitta dei sandinisti nel 1990. La quasi totalità della rete di
sostegno in Nicaragua ha cessato la sue attività in seguito. Forse la
Nuova Sinistra avrebbe potuto trarre qualche insegnamento dalla stella
ascendente di Michel Kozak. L’uomo era un veterano delle campagne di
Washington mirante a installare dei dirigenti simpatici in Nicaragua, in
Panama e ad Haiti, e di minare Cuba – dove dirigeva la sezione di
interessi USA all’Habana.
Dopo aver organizzato la vittoria di Chamorro in Nicaragua, Kozak
proseguì il suo cammino per divenire ambasciatore degli USA in
Bielorussia, collaborando all’Internet Access and Training Program
(IATP), sponsorizzato da Soros e che operava nella “fabbricazione di
futuri dirigenti” in Bielorussia.(41) Nello stesso tempo, tale programma
era imposto in Armenia, Azerbaidjan, Georgia, Kazakhstan, Kirghizistan,
Turkmenistan e Uzbekistan. L’IATP opera assieme al sostegno del
dipartimento di stato USA. A credito della Bielorussia, bisogna
aggiungere che espulse Kozak e la sua cricca dell’Open Society di Soros e
del dipartimento di stato USA. Il governo di Aleksandr Lukachenko
scoprì che, quattro anni prima di installarsi a Minsk, Kozak organizzava
forniture di decine di milioni di dollari destinati a alimentare
l’opposizione bielorussa. Kozak lavorava all’unificazione della
coalizione dell’opposizione, creava dei siti web, dei giornali e dei
poli di opinione, e supervisionava un movimento di resistenza
studentesca simile all’Otpor in Jugoslavia. Kozak fece anche venire dei
dirigenti dell’Otpor per formare dei dissidenti in Bielorussia.(42)
Proprio alla vigilia dell’11 settembre 2001, gli USA rilanciavano una
campagna di demonizzazione contro il presidente Aleksandr Lukachenko.
Tale campagna è stata messa da parte, per concentrarsi sulla “guerra
contro il terrorismo”.
Con l’intromissione dell’OSI e dell’HRW, Soros era uno dei principali
sponsors della stazione radio B-92 di Belgrado. Fondò l’Otpor,
l’organizzazione che riceveva le “valigie di denaro” alfine di sostenere
il golpe del 5 ottobre 2000 che rovesciava il governo jugoslavo.(43)
Poco dopo, Human Rights Watch aiutava a legittimare il rapimento e la
mediatizzazione del processo di Slobodan Milosevic all’Aja senza
preoccuparsi dei suoi diritti.(44) Louise Arbour, che ha operato come
giudice nel tribunale illegale, siede attualmente nel consiglio del
Gruppo internazionale di crisi di Soros.(45) La gang dell’Open Society e
di Human Rights Watch ha lavorato in Macedonia, dicendo che ciò faceva
parte della sua “missione civilizzatrice”.(46) Bisogna dunque attendere,
un giorno, la “salvezza” per questa repubblica, affinché si ottenga
così la disintegrazione dell’ex Jugoslavia.
I Mandati del potere
Infatti, Soros ha dichiarato che considerava la sua filantropia come
morale e i suoi affari di gestione del denaro come amorale.(47)
Pertanto, i responsabili delle ONG finanziate da Soros hanno una agenda
chiara e permanente. Una delle istituzioni più influenti di Soros è il
Gruppo Internazionale di Crisi, fondato nel 1986. Il GIC é diretto da
individui provenienti dal centro stesso del potere politico e dal mondo
delle imprese. Il suo consiglio d’amministrazione conta, tra l’altro,
nei suoi ranghi Zbigniew Brzezinski, Morton Abramowitz, ex segretario di
stato aggiunto degli USA; Wesley Clark, ex capo supremo degli alleati
della Nato per l’Europa; Richard Allen, ex consigliere nazionale alla
sicurezza degli USA. Vale la pena di citare Allen: l’uomo ha abbandonato
il Consiglio nazionale della Sicurezza sotto Nixon perché era
disgustato dalle tendenze liberali di Henry Kissinger; è sempre lui che
ha reclutato Oliver North per il Consiglio nazionale della sicurezza
sotto Reagan, e che negoziò lo scambio missili-ostaggi nello scandalo
del contras-irangate. Per questi individui, “contenere i conflitti”
equivale a assicurare il controllo statunitense sui popoli e le risorse
del mondo intero.
Negli anni ’80 e ’90, sotto l’egida della dottrina reaganiana, le
operazioni segrete o aperte degli USA si compivano in Africa, in America
latina, Caraibi e in Asia. Soros era apertamente attivo nella maggior
parte di questi luoghi, corrompendo eventuali rivoluzionari in potenza, e
sponsorizzando uomini politici, intellettuali e ogni altra persona
suscettibile di arrivare al potere quando l’agitazione rivoluzionaria
sarebbe decaduta. Secondo James Petras: “Alla fine degli anni ’80, i
settori più perspicaci delle classi neo-liberali al potere comprendono
che i loro obiettivi politici polarizzano la società e suscitano un
ampio scontento sociale. I politici neo-liberali si sono messi a
finanziare e a promuovere una strategia parallela ‘a partire dalla
base’, la promozione di organizzazioni in qualche modo ‘tirate dalla
base’, dall’ideologia ‘anti-statalista’ e mirate a intervenire tra le
classi potenzialmente conflittuali, alfine di creare un ‘tampone
sociale’. Tali organizzazioni dipendevano finanziariamente dalle risorse
neo-liberali e erano direttamente impegnate nella concorrenza con dei
movimenti socio-politici per la fedeltà dei dirigenti locali e delle
comunità militanti. Negli anni ’90, queste organizzazioni, descritte
come ‘non governative’, si contano a migliaia e ricevono circa 4
miliardi di dollari in tutto il mondo.”(48)
In Underwriting Democracy (Garantire la democrazia), Soros si vanta
“dell’americanizzazione dell’Europa dell’Est”. Secondo i suoi propri
desideri, grazie ai suoi programmi d’educazione, ha cominciato a mettere
su un inquadramento dei giovani dirigenti “sorosiani”. Questi giovani
addestrati dalla Fondazione Soros sono preparati a riempire delle
funzioni di ciò che si chiamano, comunemente, “agenti d’influenza”.
Grazie alla loro conoscenza pratica delle lingue e al loro inserimento
nelle burocrazie nascenti dei paesi sotto tiro, tali reclute sono
individuate per facilitare, sul piano filosofico, l’accesso alle società
multinazionali occidentali.
Il diplomatico di carriera Herbert Okun, che siede in compagnia di
George Soros nel Comitato europeo di Human Rights Watch, intrattiene
strette relazioni con tutta una serie d’istituti legati al dipartimento
di stato, che va dall’USAID alla Commissione trilaterale finanziata da
Rockefeller. Dal 1990 al 1997, Okun è stato direttore esecutivo di una
organizzazione chiamata Corpo dei benevolenti dei Servizi finanziari,
che faceva parte dell’USAID, “alfine di aiutare a stabilire dei sistemi
finanziari dei mercati liberi nei paesi ex-comunisti”.(49) George Soros é
in completo accordo con i capitalisti occupati a prendere il controllo
dell’economia mondiale.
La redditività del Non-Profit
Soros pretende che non fa filantropia nei paesi dove pratica il
commercio di valute.(50) Ma Soros ha spesso ottenuto vantaggi dalle sue
relazioni per realizzare degli investimenti chiave. Armati di uno studio
dell’ICC e beneficiante del sostegno di Bernard Kouchner, capo
dell’UNMIK (Amministrazione temporanea delle Nazioni Unite in Kosovo),
Soros ha tentato di appropriarsi del complesso minerario più vantaggioso
dei Balcani.
Nel settembre 2000, nella sua fretta di impadronirsi delle miniere di
Trepca prima delle elezioni in Jugoslavia, Kouchner dichiarava che
l’inquinamento provocato dal complesso minerario, faceva innalzare i
tassi di piombo nell’ambiente.(51) E’ incredibile, sentire una cosa
simile, quando si sa che l’uomo applaudì, quando i bombardamenti della
Nato, nel 1999, hanno riversato l’uranio impoverito sul paese e hanno
liberato più di 100.000 tonnellate di prodotti cancerogeni in aria,
nell’acqua e nella terra.(52) Ma Kouchner ha finito con l’essere
guadagnato alla causa e le miniere sono state chiuse per “ragioni di
salute”. Soros ha investito 150 milioni di dollari in uno sforzo per
ottenere il controllo dell’oro, l’argento, il piombo, lo zinco e il
cadmio di Trepca, che conferiscono a questa proprietà un valore di 5
miliardi di dollari.(53)
Al momento in cui la Bulgaria cadeva nel caos del “libero mercato”,
Soros si accaniva a recuperare ciò che poteva dalle macerie, come la
Reuters ha riportato all’inizio del 2001:
“La Banca europea di Ricostruzione e lo Sviluppo (BERD) ha investito 3
milioni di dollari presso RILA [una società bulgara specializzato nelle
tecnologie di punta], la prima società a beneficiare di un nuovo
credito di 30 milioni di dollari fissati con la BERD per sostenere le
aziende di high-tech in Europa centrale e dell’Est. (…) Tre altri
milioni di dollari venivano dai fondi statunitensi d’investimenti
privati Argus Capital Partners, sponsorizzato dalla Prudential Insurance
Company of America e operante in Europa centrale e dell’Est. (…) Soros,
che aveva investito qualche 3 milioni di dollari presso RILA e un altro
milione nel 2001 (…) rimaneva il detentore maggioritario.”(54)
Risolvere i Problemi
Le sue pretese alla filantropia conferiscono a Soros il potere di
modellare l’opinione pubblica internazionale, quando un conflitto
sociale solleva la questione di sapere chi sono le vittime e chi sono i
colpevoli. In altre ONG, Human Rights Watch, i porta voce di Soros
riguardo i diritti dell’uomo, evitano o ignorano la maggior parte delle
lotte di classe operaie organizzate e indipendenti.
In Colombia, i dirigenti operai sono assai frequentemente assassinati
dai paramilitari operanti di concerto con il governo sponsorizzato
dagli USA. Causa il fatto che questi sindacati s’oppongono all’economia
neo-liberale, HRW conserva a proposito di questi assassini un relativo
silenzio. In aprile, José Vivanco, di HRW, ha testimoniato in favore del
Plan Colombia davanti al Senato USA(55): “I Colombiani restano privi
dei diritti dell’uomo e della democrazia. Hanno bisogno d’aiuto. Human
Rights Watch non vede l’inconveniente che nel fornire tale aiuto siano
gli USA.”(56)
HRW mette le azioni dei combattenti della guerriglia colombiana, che
lottano per liberarsi dall’oppressione del terrore di stato, della
povertà e dello sfruttamento, sullo stesso piano della repressione delle
forze armate finanziate dagli USA e quelle degli squadroni paramilitari
della morte, gli AUC (Forze colombiane unite d’autodifesa). HRW ha
riconosciuto il governo di Pastrana e i suoi militari, il cui ruolo era
di proteggere i diritti della proprietà e di mantenere lo statu quo
economico e politico. Secondo HRW, il 50% dei morti civili sono opera
degli squadroni della morte tollerati dal governo.(57). La percentuale
esatta, in effetti, è dell’80%.(58)
HRW ha convalidato le elezioni nel loro insieme e l’avvneto al potere
del governo Uribe, nel 2002. Uribe è un perfetto erede dei dittatori
latino-americani che gli USA hanno sostenuto in passato, benché sia
stato “eletto”. HRW non ha commentato il fatto che la maggioranza degli
abitanti ha boicottato le elezioni.(59)
Nei Caraibi, Cuba è un altro oppositore al neo-liberalismo a essere
demonizzato da Human Rights Watch. Nel vicino stato di Haiti, le
attività finanziate da Soros hanno operato in modo di andare contro le
aspirazioni popolari, che hanno fatto seguito alla fine della dittatura
dei Duvalier, e hanno destabilizzato il primo dirigente haitiano,
democraticamente eletto, Jean-Bertrand Aristide. Ken Roth, di HRW, ha
utilmente abbandonato Aristide alle accuse USA di essere
“antidemocratico”. Per propagandare le sue idee sulla “democrazia”, le
fondazioni di Soros hanno tentato a Haiti delle operazioni
complementari, assieme a quelle “inconvenienti” per gli USA, come la
promozione dell’USAID di persone associate al FRAPH, i famosi squadroni
della morte sponsorizzati dalla CIA e che hanno terrorizzato il paese
dopo la caduta di “Baby Doc” Duvalier.(60)
Sul sito di HRW, il direttore Roth ha criticato gli USA per non
essersi opposti alla Cina con più veemenza. Le attività di Roth
comprendono la creazione del Tibetan Freedom Concert, un progetto
itinerante di propaganda che ha effettuato una tournée negli USA con
musicisti famosi del rock, spingendo i giovani a sostenere il Tibet
contro la Cina.(61) Il Tibet è un progetto prediletto della CIA da molti
anni.(62)
Recentemente, Roth ha reclamato con insistenza l’opposizione al
controllo della Cina sulla sua provincia ricca, in petrolio, del
Xinjiang. Con l’approccio colonialista del “dividere per conquistare”,
Roth tentò di convincere certi membri della minoranza religiosa degli
uiguri, nello Xinjiang, che l’intervento degli USA e della Nato in
Kosovo costituiva una premessa in quanto modello per loro stessi. Già
nell’agosto 2002, il governo USA aveva sostenuto altri simili tentativi.
Le intenzioni USA, a proposito di queste regioni, sono apparse
chiaramente quando un articolo del New York Times sulla provincia di
Xinjiang, in Cina occidentale, descriveva gli uiguri come una ”
maggioranza musulmana vivente nervosamente sotto il dominio cinese”.
“Sono ben al corrente dei bombardamenti sulla Jugoslavia della Nato,
l’anno scorso, e certi li appoggiano per avere liberato i musulmani del
Kosovo; immaginano di potersi liberare nello stesso modo qui”.(63) Il
New York Times Magazine, da parte sua, notava che “recenti scoperte di
petrolio hanno reso il Xinjiang particolarmente attraente agli occhi del
commercio internazionale” e, allo stesso tempo, comparava le condizioni
della popolazione indigena a quella del Tibet.(64)
Gli errori di calcolo
Quando le organizzazioni sorosiane fanno i conti, sembrano perdere
ogni nozione di verità. Human Rights Watch affermava che 500 persone, e
non 2.000, erano state uccise dai bombardieri della Nato durante la
guerra in Jugoslavia, nel 1999.(65) Pretendono che 350 persone
solamente, e non 4.000, erano morte negli attacchi USA in
Afghanistan.(66) Quando gli USA bombardarono Panama nel 1989, HRW
affermò nel suo rapporto che “l’arresto di Manuel Noriega (…) e
l’installazione del governo democraticamente eletto del presidente
Guillermo Endara portava grandi speranze in Panama(…)”. Il rapporto
ometteva di menzionare il numero delle vittime.
Human Rights Watch ha preparato il terreno per l’attacco della Nato
contro la Bosnia, nel 1993, con false accuse di “genocidio” e stupri di
massa.>>(67) Tale tattica consisteva nel suscitare una isteria
politica, necessaria affinché gli USA potessero condurre una loro
politica nei Balcani. È stata riusata nel 1999 quando HRW operò come
truppa d’assalto nell’indottrinamento per l’attacco Nato alla
Jugoslavia. Tutto il bla-bla di Soros a proposito del regno della legge è
stata dimenticata in un colpo. Gli USA e la Nato hanno imposto le
proprie leggi e le istituzioni di Soros le hanno sostenute.
Il fatto di trafficare nelle cifre, alfine di generare una reazione, è
stata una componente importante della campagna del Consiglio delle
relazioni estere (CFR) dopo l’11 settembre 2001. Questa volta si
trattava di 2.801 persone uccise nel World Trade Center. Il CFR si riunì
il 6 novembre 2001 alfine di pianificare una “grande campagna
diplomatica pubblica”. Il CFR creò una “Cellula di crisi indipendente
sulla risposta degli USA al terrorismo”. Soros si univa a Richard C.
Holbrooke, Newton L. Gingrich, John M. Shalikashvili (ex presidente dei
capi di stato maggiore riuniti) e altri individui influenti, in una
campagna mirante a fare delle WTC strumenti della politica estera USA.
Il rapporto del CFR si mette in opera per facilitare una guerra contro
il terrorismo. Si possono ritrovare le impronte di George Soros
dappertutto, in questa campagna: “bisogna che gli alti funzionari USA
spingano amichevolmente gli Arabi amici e altri governi musulmani, non
solo a condannare pubblicamente gli attentati dell’11 settembre, ma
ugualmente di sostenere le ragioni e gli obiettivi della campagna
antiterrorista USA.
Noi dobbiamo convincere i popoli del Medio oriente e dell’Asia del Sud,
della legittimità della nostra causa, se i loro governi restano
silenziosi. Dobbiamo aiutarli a evitare i ritorni di fiamma che possono
emanare tali dichiarazioni, ma dobbiamo convincerli d’esprimersi con
voce viva. (…) Incoraggiate i musulmani bosniaci, albanesi e turchi a
rivolgersi verso un pubblico estero per far rilevare il ruolo degli USA
nel salvataggio dei musulmani di Bosnia e del Kosovo nel 1995-1999,
affinché i nostri legami con i musulmani nel mondo intero siano più
stretti e di lunga durata. Impegnate gli intellettuali e i giornalisti
del paese a prendere la parola e a puntualizzare il proprio punto di
vista. Informate regolarmente la stampa regionale in tempo reale per
incoraggiare delle risposte rapide. (…) Insistete sulla necessità di
fare riferimento alle vittime (e citate queste ultime per nome alfine di
meglio personalizzarle) ogni volta che discutiamo dei nostri motivi e
dei nostri obiettivi.”(68)
In Breve, le deficienze sorosiane nei calcoli servono a vantare e a difendere la politica estera USA.
Soros è assai infastidito per il declino del sistema capitalista
mondiale e vuole fare qualche cosa a tale proposito, e ora.
Recentemente, ha dichiarato: “posso già discernere i preparativi della
crisi finale. (…) Dei movimenti politici indigeni sono suscettibili di
ritenersi capaci di espropriare le società multinazionali e di
riprendere possesso delle ricchezze ‘nazionali’.”(69)
Soros suggerisce seriamente al mondo un piano per sostenere l’ONU.
Propone che le “democrazie del mondo dovrebbero prendere le redini e
costituire una rete mondiale di alleanze che potrebbero lavorare con o
senza l’ONU”.
Se l’uomo era psicotico, si potrebbe pensare che fosse in crisi, in quel
momento preciso. Ma il fatto è che l’affermazione di Soros: “L’ONU è
costituzionalmente incapace di compiere le promesse contenute nel
preambolo della loro Carta” riflette il pensiero delle istituzioni
reazionarie del tipo American Enterprise Institute.(70) Benché le menti
conservatrici facciano riferimento alla rete di Soros come se fosse di
sinistra, sulla questione dell’affiliazione degli USA all’ONU, Soros é
esattamente sulla stessa lunghezza d’onda di gente come John R. Bolton,
sottosegretario di stato per il Controllo delle Armi e gli Affari per la
Sicurezza internazionale, così come, “molti repubblicani del Congresso,
credevano che non si dovesse accordare alcun credito al sistema
dell’ONU0”.(71) La destra condusse una campagna decennale contro l’ONU.
Oggi, é Soros che l’orchestra. Su diversi siti web di Soros, si possono
leggere delle critiche all’ONU che affermano che sia troppo ricca, che
non desidera condividere la sua informazione, o che è così indebolita
che non può fa girare il mondo nel modo appropriato, appropriato almeno
secondo George Soros.
Gli stessi articolisti di The Nation, con la reputazione di saperla
assai lunga, sono stati influenzati dalle idee di Soros. William
Greider, per esempio, ha recentemente scoperto alcune pertinenze nella
critica di Soros sull’ONU, affermando che non dovrebbe “accogliere
dittatori da paccottiglia e totalitari ne trattarli da eguali”.(72)
Questo tipo di razzismo eurocentrico costituisce il nucleo dell’orgoglio
smisurato di Soros. Quando afferma che gli USA possono e dovranno
dirigere il mondo, è un sostenitore del fascismo mondiale. Da troppo
tempo, i ” progressisti” occidentali hanno dato carta bianca a Soros. È
probabile che Greider e gli altri trovino che l’allusione al fascismo
sia eccessivo, ingiustificato e anche insultante.
Ma ascoltate, piuttosto, con orecchio attento, ciò che lo stesso
Soros dice: “Nell’antica Roma, solo i Romani votavano. Sotto il
capitalismo mondiale moderno, solo gli statunitensi votano. I
Brasiliani, no. “(73)
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65. ” Lessons of War “, Le Monde Diplomatique, marzo 2000; Peter Phillips, ” Untold Stories of U.S./NATO’s War and Media Complacency “,
<http://www.converge.org.nz/pma/suntold.htm>
66. Marc W. Herold, ” A Dossier on Civilian Victims of United States’ Aerial Bombing of Afghanistan: A Comprehensive Accounting “,
<http://www.ratical.org/ratville/CAH/civiDeaths.html>
67. ” Rape as a crime against humanity, ”
<http://www.haverford.edu/relg/sells/rape.html>
68. ” Improving the Public Diplomacy Campaign in the War Against Terrorism “, Independent Task Force on America’s Response to Terrorism, Council on Foreign Relations, 6 novembre 2001.
69. William Greider, ” Curious George Talks the Market “, The Nation, 15 febbraio 1999.
70. ” Oppose John Bolton’s Nomination as State Department’s Arms Control Leader “, Council for a Livable World , 11 aprile 2001,
<http://www.clw.org/bush/opposebolton.html>
71. Ibid.
72. Greider.
73. ” The Dictatorship of Financial Capital “, Federation of Social and Educational Assistance (FASE), Brazil, 2002, <http://www.fase.org.br/>
L’AUTRICE
Heather Cottin è scrittrice, militante politica per tutta la sua
vita, è professoressa di storia in una scuola superiore, ora in
pensione. Vive a Freeport, NY e, per molti anni, è stata la compagna
dello studioso e militante Sean Gervasi, oggi deceduto.
Fonte: http://www.resistenze.org/sito/os/mp/osmp4d11.htm Tratto da http://dioni.altervista.org/soros/dioni_0108.html
George Soros e la sua connessione con i Rothschild
George (Schwartz) Soros è quello che ha causato la
svalutazione della lira del 30%, aprendo la strada al debito e alle
privatizzazioni.
Soros è un Ebreo ungherese (un Cazaro), nato a Budapest nel 1930 con il
nome di György Schwartz (nel 1936 i suoi genitori cambiarono il loro
cognome in Sorosz). Studiò a Londra e nel 1950 andò negli Stati Uniti.
Un ruolo importante nel suo sviluppo è stato svolto dal famoso Cazaro
Carl Popper, che ha approvato i progetti di Soros e fu il suo guru.
In tutto il mondo, questa eminenza grigia viene rappresentata
come il “Robin Hood dell’era dei computer”, perché apparentemente prende
i soldi dai paesi ricchi e attraverso le sue fondazioni li dà
generosamente a Est Europa e Russia.
In questo modo si installa la “democrazia” e la “società civile” nei
paesi che hanno sofferto e che sono stati ridotti alla fame durante il
comunismo, lo stesso comunismo che è stato inserito a forza in questi
paesi dagli stessi Rothschild.
Ha costruito la sua carriera sulle speculazioni finanziarie
in tutto il mondo, grazie soprattutto alla sua azienda di fondi di
investimento la “Quantum Fund”, i cui dirigenti, e allo stesso tempo i
suoi rappresentanti, sono finanziatori italiani e svizzeri.Il
collegamento tra Soros e i Rothschild si ottiene attraverso una rete di
persone riservate che siedono in comitati amministrativi di fondi,
trust, società, banche. Una di quelle persone era un certo Richard Katz
(anche lui un Cazaro), un membro del comitato della “Quantum Fund”. Allo
stesso tempo Katz era a capo della “Rothschild Italia SpA” e membro del
comitato della banca commerciale “NM Rothschild & Sons “di Londra.
Un altro giocatore importante è Nils O. Taube, anche lui un membro della
Quantum e partner del gruppo di investimento “St. James Place Capital”,
che ora appartiene a Nathaniel Rothschild.La connessione si realizza
anche attraverso la Société Générale Bank e il suo amministratore
Michael Cicurel, presidente del direttivo di Edmund Rothschild e membro
del Rothschild & Cie Banque board. Un altro partner frequente di
Soros è stato James Goldsmith (un Cazaro), collegato anch’esso alla
dinastia Rothschild.
Come i Rothschild controllano il Quantum Fund
Il Presidente del Movimento Solidarietà Paolo Raimondi, dopo
aver presentato nei mesi passati un esposto alle Procure della
Repubblica di Napoli, Roma, Firenze e Milano contro George Soros per
l’attacco speculativo contro la lira del settembre 1992, ha distribuito,
a partire dallo scorso 25 novembre, la seguente dichiarazione ai
magistrati, parlamentari e giornalisti che si sono interessati al caso,
per puntualizzare in maniera ancora più definitiva le denunce di cui si è
fatto promotore.
Sono venuto a conoscenza del fatto che le reti della banca Rothschild
stanno cercando di ostacolare coloro che in qualche forma si oppongono
alla politica di assalto piratesco della grande finanza internazionale,
che prende la forma di una privatizzazione e che nella sostanza esige la
svendita dell’impresa a partecipazione statale. All’inizio di ottobre
avevo emesso un comunicato di denuncia del ruolo della Rothschild Italia
come advisor nella privatizzazione del Banco di Napoli (La Rothschild
ha svolto lo stesso ruolo nella svendita dell’ENI) identificando il
nefasto ruolo di Richard Katz , già direttore della
Rothschild Italia e al contempo membro del comitato esecutivo e
direttore del Quantum Fund di George Soros, l’affondatore della lira nel
settembre 1992. La Rothschild vorrebbe ora vantare una nuova verginità
che si sarebbe rifatta semplicemente sostituendo Richard Katz al vertice
della banca. Per questo ritengo opportuno aggiungere qualche altro
elemento su alcune operazioni poco chiare dell’intero gruppo Rothschild,
con particolare riferimento alle compenetrazioni operative tra il
gruppo internazionale dei Rothschild e il Quantum Fund di Soros.
Sia chiaro: è il gruppo Rothschild nel suo complesso a operare insieme
al Quantum Fund. Richard Katz è semplicemente uno strumento, un
predicato, di questo intreccio finanziario.
Di seguito si riportano alcuni fatti salienti che non intendono essere
il resoconto finale della ricerca. L’urgenza di ostacolare le
privatizzazioni impone di intervenire adesso senza attendere il quadro
completo. (Per evitare il gioco delle scatole cinesi secondo cui “vi
sono differenti banche per differenti rami della famiglia Rothschild”,
si fa notare che, mentre i legami e le copartecipazioni sono sempre
esistite, il 27 ottobre i vari rami bancari-finanziari si sono
ufficialmente riuniti per ridefinire una strategia ed un vertice
comuni).
I legami dei Rothschild con il Quantum Fund di George Sorosrisalgono
a prima della creazione del Quantum Fund N.V. la cui sede centrale è a
Curaçao, nelle Antille Olandesi. Negli anni settanta George Soros
insieme al socio Jim Rogers ha lavorato per la Arnold & S. Bleichroeder ,Inc.
e per il Bleichroeder Fund, finanziaria che operava in sintonia con i
Rothschild. Nel 1969 Soros lasciò in raporti amichevoli la Bleichroeder
portandosi con sé un gruppo di investitori della stessa, muovendosi già
allora nella direzione che avrebbe condotto alla creazione del Quantum
Fund. Si fa notare che la Bleichroeder di New York è attualmente,
insieme alla Citibank N.A. di New York, la principale fiduciaria del
Quantum Fund.
Ecco i principali personaggi dell’intreccio Soros-Rothschild:
Georges C. Karlweis . Secondo quanto riportato da un
ex partner di George Soros, Karlweis è stato uno dei primi partecipanti
al lancio del Quantum Fund N.V.. Lo troviamo dal luglio 1985 direttore
della banca N.M. Rothschild & Sons LTD di Londra, presieduta da
Evelyn de Rothschild. Con Karlweis, nel comitato direttivo della banca
troviamo anche Richard Katz, Edmund de Rothschild, E.L. de Rothschild,
Lord Jacob de Rothschild (capi dei vari rami della famiglia), Henry
Ergas, che conduce l’uffico di Roma, e il noto Alfred Hartmann. Nel 1988
Karlweis figura come direttore della Banque Privée di Ginevra di Edmund
de Rothschild. Nel 1991-92 è nel consiglio di amministrazione della
Rothschild Bank AG di Zurigo del Barone Elie de Rothschild, presidente
della banca di cui Alfred Hartmann ne è il vice presidente. Karlweis è
stato anche coinvolto nelle operazioni sporche del mafioso e trafficante
di droga Robert Vesco, come la grande truffa dell’International
Overseas Service (IOS) creato da Bernie Cornfeld e con sede in Svizzera.
Con l’IOS lavorò anche il nostro Beniamino Andreatta, collaboratore di
Prodi e attivo partecipante nell’incontro sul Britannia del 2 giungo
1992. Attualmente Karlweis è direttore della NM Rothschild & Sons,
vice presidente della Banque Privée di Ginevra e presidente della Banque
de Gestion Edmond de Rothschild del Principato di Monaco.
Richard Katz. Direttore del Quantum Fund. In un
resoconto pubblico del Quantum Fund del 1993 figura anche come membro
del comitato esecutivo. Il suo rapporto con i Rothschild è di lunga
data. Lo troviamo nel 1988 ad esempio nella lista dei direttori della
N.M. Rothschild & Sons LTD di Londra, guidata da Evelyn de
Rothschild. Sulla stessa lista si trovano Georges Karlweis, Alfred
Hartmann, Herny Ergas (direttore della filiale Rothschild a Roma) e Lord
Jacob de Rothschild, presidente della St. James Place Capital, banca
d’affari di Londra. Lo stesso anno Katz figura come direttore capo degli
investimenti della Rothschild (NM) Asset Management, responsabile del
portafoglio esteri della Rothschild (NM) Fund Management LTD. Almeno
fino al 1993 è direttore della Rothschild Italia insieme a Sir Derek
Thomas. Sir Thomas è stato ambasciatore britannico a Roma per il periodo
1987-89; nel 1990 diviene direttore della Rothschild Italia e della
Rothschild Europa, consigliere europeo per la N.M. Rothschild &
Sons, di cui è direttore dal 1991 ad oggi. Sir Thomas dal 1991-92 è uno
dei massimi dirigenti del British Invisibles, gli organizzatori del
meeting sul Britannia il 2 giugno 1992. (Del British Invisibles
parleremo oltre).
Nils O. Taube. Direttore del Quantum Fund. Nel
resoconto pubblico del Quantum Fund del 1993 figura come membro del
Comitato esecutivo. Taube è socio di Lord Jacob de Rothschild,
presidente della banca St. James Place Capital di Londra. Secondo il
rapporto annuale della banca del 1993 egli figura tra i direttori
insieme a Nathaniel de Rothschild, punto di riferimento della famiglia
Rothschild negli USA e a Parigi. Nel rapporto della stessa banca del
1996, egli figura come Principal Investment Advisor (principale
consigliere per gli investimenti) della banca. Nel 1988 era il direttore
degli investimenti della Rothschild (J) Investment Management LTD di
Londra. È doveroso sottolineare il seguente punto: nel resoconto del
Quantum Fund del 1993 appaiono 8 direttori di cui 4 sono membri del
comitato esecutivo. Due di questi quattro, Richard Katz e Nils O. Taube,
lavorano per i Rothschild. Una coincidenza? Questi sono gli uomini che
hanno agito nel 1992 per far crollare la lira sotto l’ondata della
speculazione.
Vediamo ora brevemente il personaggio di Alfred Hartmann . Lo
abbiamo già trovato nel 1988 con Richard Katz tra i direttori del NM
Rothschild & Sons di Evelyn de Rothschild Londra. Nelle stesso anno è
manager generale della Rothschild Bank AG di Zurigo, presieduta dal
Barone Elie de Rothschild. Nel 1991-92 ne diventa vice presidente. Nella
dirigenza della stessa banca troviamo Georges C. Karlweis e il Dr. Jürg
Heer, famoso anche in Italia. Nel 1992 Jürg Heer dichiarò di aver
pagato 5 milioni di dollari ai killer mafiosi di Roberto Calvi. Nella
Relazione di Minoranza della Commissione d’inchiesta sulla P2 del sen.
Pisanò (p.121) si legge che il 22 aprile 1981 la banca Rothschild di
Zurigo fondò a Monrovia (Liberia) una società di nome Zirka per conto di
Umberto Ortolani e Bruno Tassan Din. Otto giorni dopo il Banco
Ambrosiano Overseas di Nassau (ex. Cisalpine) erogò a favore della Zirka
95 milioni di dollari che vennero subito trasferiti a Zurigo presso la
Rothschild Bank. E 45 dei 95 sembra siano scomparsi durante il periodo
della detenzione di Calvi nella primavera-estate del 1981 (Carlo
Palermo, Il quarto livello», pag. 245). Nei resoconti bancari
svizzeri del 1987-88 Alfred Hartmann figura un po’ dappertutto. È
direttore della banca The Royal Bank of Scotland AG di Zurigo, direttore
della Lavoro Bank di Zurigo (controllata dalla Banca Nazionale del
Lavoro), della banca del Gottardo di Ginevra, della finanziaria Creafin
di Zurigo, e presidente della Banque de Commerce e de Placements SA
(BCP) di Ginevra. La BCP era posseduta dalla Bank of Credit and
Commerce International (BCCI), la banca internazionale del riciclaggio,
delle operazioni del traffico di armi e di droga utilizzata dai servizi
britannici e dalle reti di Bush-North dell’Iran-Contras per operazioni
sporche. La BCCI, che controllava anche la Italfinance International Spa
di Roma, fu chiusa a seguito di un’indagine condotta dalle autorità
americane. Le verità più scottanti di quella vicenda non vennero mai
alla luce perché George Bush decretò tutta una serie di insabbiamenti.
Queste coperture favorirono anche Hartmann che si dovette dimettere
dalla Lavoro Bank, ma lo troviamo allegramente vice presidente della
Rothschild AG di Zurigo nel 1991.
Rothschild Italia. È da questi interessi che la
Rothschild Italia Spa di Milano, filiale della MN Rothschild & Sons
di Londra viene creata nel 1989.
Richard Katz ne è stato direttore , in particolare durante le operazioni
speculative contro la lira del Quantum Fund del 1992 (di cui è
direttore e membro del comitato esecutivo). Nel 1990 era direttore della
Rothschild Italia anche sir Derek Thomas , ex ambasciatore britannico a
Roma nel periodo 1987-89 e dal 1990 ad oggi figura chiave del British
Invisibles, oltre ad essere direttore dal 1991 della NM Rothschild &
Sons LTD di Londra.
Thomas condivide attualmente questa posizione nella banca di Londra con
personaggi eccellenti quali Lord Wakeham, già presidente della Camera
dei Lords e membro del governo in più occasioni, Norman Lamont, che i
Rothschild “prestarono” alla politica nel 1972 passando attraverso
parecchi ministeri economici fino a diventare ministro del Tesoro nel
1990 per fare poi ritorno alla “casa madre” nel 1993. Secondo i
resoconti del 1996, boss della banca Rothschild Italia è Eric de
Rothschild, che figura tra i direttori della NM Rothschild & Sons di
Londra, mentre il direttore è Stefano Marsaglia, che proviene dalla Cir
di De Benedetti.
British Invisibles (BI) . Sono gli organizzatori del
meeting dei banchieri della City tenutosi sul Britannia, alla presenza
della regina Elisabetta II, il 2 giugno 1992 per complottare la
privatizzazione dell’industria di stato italiana che doveva far seguito
alla svalutazione della lira provocata da Soros e co. Citando dal
discorso tenuto sul Britannia nelle acque del porto di Dublino, Irlanda,
nel 1995, da Neil Jaggers, membro dell’esecutivo del BI e direttore per
gli affari dell’Europa orientale, “il British Invisibles è un ente
privato che ha per scopo la promozione della City di Londra”. Gli
“invisibles” sono i “servizi” dell’alta finanza della City. BI funziona
come punto di unione tra la finanza privata e il governo britannico. BI
conta attualmente 114 membri, tutta l’élite finanziaria di Londra,
parecchi rappresentanti del governo e della Bank of England, la banca
centrale.
Naturalmente la Rothschild ha un ruolo di primo piano negli Invisibles.
Ad esempio, secondo il rapporto del 1996 della BI, Sir Derek Thomas ,
direttore della NM Rothschild & Sons, già ambasciatore britannico a
Roma nel periodo 1987-89, membro del BI dal 1992, è stato fino al 10
settembre 1996 presidente del comitato LOTIS (Liberalization of Trade in
Services Committee, Comitato per la liberalizzazione del commercio in
servizi). Rory Allan, della NM Rothschild & Sons, è membro del
comitato del BI per l’Unione degli Stati Indipendenti ( l’ex URSS).
William Lamarque, della NM Rothschild & Sons, è membro del “gruppo
Cina” del BI. British Invisibles organizza seminari in tutti i punti
strategici del globo appetibili alla City, soprattutto elaborando piani
di privatizzazioni, apertura dei mercati alla finanza derivata,
eliminazione di ogni barriera alla penetrazione del liberismo selvaggio
della City. In molti casi, dice Jagger, BI ha il privilegio di usare lo
yacht reale “Britannia”, spesso in combinazione con le visite della
regina Elisabetta II o del duca di Kent, gran maestro della massoneria
di rito scozzese. Il British Invisibles nel passato ha organizzato ogni
anno una decina di simili incontri; per il 1997 BI ha già prenotato il
Britannia, con o senza la regina, per 20 incontri d’affari.
Sulla base di quanto sopra intendo ribadire la necessità di ritirare il
mandato dato dal Tesoro alla Rothschild di operare come advisor nelle
privatizzazioni del Banco di Napoli, dell’ENI e di eventuali altre
imprese di stato; la necessità di fermare il processo di privatizzazione
in quanto basato su premesse che danneggiano l’interesse nazionale,
cioè sulla combinazione Britannia-Soros,
speculazione-svalutazione-privatizzazione; la necessità di continuare
nelle indagini sull'”affaire Britannia-Soros” sia a livello di Procure
della Repubblica che a livello di commissioni parlamentari.
Fonti:
http://www.movisol.org/soros2.htm
http://www.tradizione.biz/forum/viewtopic.php?t=20031
Fonte: http://dioni.altervista.org/soros/dioni_0109.html
CIAMPI e la speculazione del suo padrone SOROS
Nel 1992 Ciampi, allora governatore di Bankitalia, dilapidò 48 miliardi di dollari in una assurda difesa della lira,
che era sotto attacco da parte di Soros. Difesa che fin dall’inizio era
da abbandonare, dato che la Banca Centrale tedesca aveva chiarito che
non avrebbe appoggiato l’Italia (doveva già proteggere la Francia).
Soros aveva più mezzi: grazie all’effetto-leva e alla speculazione coi derivati, agiva come avesse 100 dollari per ogni 5 realmente impiegati.
In pratica, con questa leva, Soros vendeva lire che non
possedeva, contando poi di ricomprarle a svalutazione avvenuta. Inoltre,
Soros aveva alle spalle i Rothschild, che dal 1989 avevano aperto a
Milano la Rothschild Italia SpA, il cui direttore, Robert Katz (J), era
diventato direttore del Quantum Fund di Soros proprio alla vigilia
dell’attacco. Il venerato maestro Ciampi, che sapeva come stavano le cose, avrebbe dovuto rinunciare fin dall’inizio alla sua difesa,
salvando i 48 miliardi di dollari. Invece la fece ad oltranza: cosa che
costò ai contribuenti italiani 60 mila miliardi di lire (due o tre
stangate alla Prodi) che in parte (almeno 15 mila miliardi di lire)
finirono nelle tasche di Soros. E cosa ancora più grave, Ciampi
prosciugò quasi totalmente le riserve in valuta di Bankitalia. Così,
quando alla fine la lira fu svalutata del 30% – come i Rothschild e le
banche d’affari USA volevano, per poter comprare a prezzi stracciati le
imprese dell’IRI – non c’erano più soldi per la difesa della italianità
di quelle imprese. La svendita era stata accuratamente preparata da
Giuliano Amato che, appena diventato capo del governo, aveva trasformato
gli enti statali in società per azioni, in vista delle privatizzazioni,
in modo che le oligarchie finanziarie estere potessero controllarle
diventandone azioniste, e poi rilevarle per il classico boccone di pane.Il
piano era stato probabilmente elaborato nella famosa riunione sul
Britannia del giugno ‘92, panfilo della regina d’Inghilterra, su cui era
salito Mario Draghi, allora funzionario del Tesoro. I magistrati di Mani Pulite diedero
una mano, creando il clima di linciaggio contro Craxi (che si opponeva
fieramente alle intrusioni straniere) ed arrestando preventivamente una
folla di grand commis di Stato, poi risultati del tutto innocenti, in
modo da sguarnire il fronte che si opponeva alle svendite. Così il
saccheggio avvenne tra gli applausi degli italiani, ben contenti di
vedere Craxi in fuga e la vecchia DC smantellata da Di Pietro.La
cosa fu così sporca che Ciampi (come minimo, se non da complice, si
comportò da incompetente) una volta prosciugate le riserve, offrì le sue
dimissioni. Gli fu detto di star tranquillo; sarebbe stato premiato con
la presidenza della repubblica e santificato per sempre dall’aureola
di Venerato Maestro, conferitagli dai grandi giornali, Corriere e soprattutto Repubblica. C’è il sospetto infatti che anche De Benedetti avesse guadagnato dalla speculazione.
Ci fu anche un’inchiesta. Nel ‘96 la Guardia di Finanza indagò se «influenti italiani abbiano operato illegalmente dietro banche e speculatori», ricavando un guadagno accodandosi a Soros nella speculazione contro la lira. Secondo Il Mondo del dicembre ‘96, la «lobby a favore di Soros»,
secondo gli inquirenti, comprendeva Prodi, Enrico Cuccia (capo di
Mediobanca per la Lazard) Guido Rossi, Isidoro Albertini, Luciano
Benetton, Carlo Caracciolo.
Naturalmente, le procure insabbiarono. Gli indagati erano tutti padri della patria, venerati maestri, riserve della repubblica.
Naturalmente, le procure insabbiarono. Gli indagati erano tutti padri della patria, venerati maestri, riserve della repubblica.
L'inchiesta su Soros stana la "Banda dei cinque"
L’indagine proposta dal Movimento Solidarietà è entrata nella
fase calda. Ciampi &Co. dovevano sapere che nel 1992 la lira non
avrebbe retto l’assalto speculativo di George Soros e sperperarono 15
mila miliardi in una difesa a dir poco sospetta.
“Se, come sembra, l’inchiesta su George Soros andrà avanti, Mani
Pulite diventerà una barzelletta”, ha dichiarato Paolo Raimondi,
presidente del Movimento Solidarietà, a commento dell’incoraggiante
notizia che la Procura di Roma ha avviato una nuova fase dell’inchiesta
sullo speculatore internazionale. Raimondi era a Roma per una serie di
consultazioni alla fine di gennaio, nei giorni in cui alcuni quotidiani
davano grande risalto al contenuto dell’esposto con cui il Movimento
Solidarietà aveva fatto avviare l’inchiesta.
“Noi non crediamo alle battaglie politiche per vie giudiziarie”, ha
aggiunto Raimondi, che ha proseguito: “La nostra iniziativa è stata
concepita per organizzare e stimolare la riscossa di tutte le forze che
si oppongono alla politica di distruzione dell’economia nazionale
imposta dal FMI, da Maastricht e dai mercati finanziari guidati da
Londra”.
Come Solidarietà ha riferito più volte, l’esposto presentato
da Raimondi e Claudio Ciccanti (segretario del Movimento Solidarietà)
chiede di verificare se l’attacco alla Lira del settembre 1992, che fece
uscire la nostra moneta dal Sistema Monetario Europeo svalutandola del
30%, facesse parte della stessa strategia discussa sulla riunione del
“Britannia” il 2 giugno dello stesso anno. Sul Britannia erano infatti
riuniti i principali banchieri della City per conto dei quali George
Soros condusse la speculazione contro la Lira. Alcuni di loro poi
parteciparono alla grande svendita chiamata privatizzazione, chi
direttamente chi in consorzio con altri alleati della City. Nell’esposto
si chiede di appurare se Soros, nel suo attacco alla Lira, abbia goduto
di notizie riservate di fonte italiana. Rimane infatti un mistero il
comportamento delle nostre autorità monetarie che, sapendo già dal
maggio precedente di non poter reggere all’attacco speculativo,
riversarono nell’inutile difesa della Lira 48 miliardi di dollari per
poi capitolare. Invece, quel comportamento fece guadagnare a Soros 280
milioni di dollari in una settimana e forse molto di più. La perdita
secca per le casse della banca centrale, che ha dovuto riacquistare le
riserve di valuta a Lira deprezzata, è stata calcolata in circa 15 mila
miliardi di Lire, una mini-finanziaria.
L’accusa di complicità sembra concretizzarsi già nella prima fase
dell’inchiesta (che procede a Napoli e Roma, mentre Firenze e Milano si
sono fatti da parte per motivi diversi), almeno nei confronti di uno dei
timonieri della Lira nel settembre 1992, Piero Barucci, allora ministro
del Tesoro e membro della “Banda dei cinque” che controllava la
politica monetaria (gli altri erano l’allora capo del governo Giuliano
Amato, l’allora e attuale Direttore Generale del Tesoro Mario Draghi,
l’allora governatore di Bankitalia e attuale superministro dell’Economia
Carlo Azeglio Ciampi e l’allora Direttore di Bankitalia e attuale
ministro degli Esteri Lamberto Dini).
Infatti, come ha rivelato il Corriere della Sera in un
ampio servizio del 27 gennaio, dedicato all’inchiesta sollecitata dal
Movimento Solidarietà, Barucci è oggi presidente della AFV, una società
di intermediazione finanziaria (sim). Il guaio dell’AFV non è solo che
essa svolge attività speculativa, ma che la lettera “F” sta per Alberto
Foglia, fondatore della AFV e nientepopodimenoche presidente del
consiglio di amministrazione del Quantum Fund di George Soros!
Lo stesso quotidiano di via Solferino sottolinea la precaria
posizione di Barucci quando, nel riferire il testo dell’esposto (vedi
riquadro), elenca i nomi di consiglieri del fondo di Soros e nota che
Alberto Foglia è “partner nella Sim ora presieduta da Barucci”.
Naturalmente, dato che le indagini, proprio per la loro serietà, sono
coperte dal massimo riserbo, non è dato sapere di più. Ma non è
difficile immaginare lo stato di disagio in cui si trovano attualmente
il Barucci e il resto della Banda dei Cinque, indicato dal modo in cui
si è verificata una prima, agitata reazione alle “cattive” notizie
giudiziarie.
Ciampi scende in campo
In una evidente contromossa, i protagonisti del Settembre Nero della
Lira hanno anticipato la “loro” versione dei fatti. Come se avesse letto
in anticipo il servizio che doveva uscire l’indomani, domenica 26
gennaio, Ciampi si è sentito in dovere di spiegare il comportamento
della Banca d’Italia in quella crisi. Si badi bene: finora, dopo quattro
anni e mezzo, Ciampi non aveva speso una parola sull’argomento.
Parlando ad una riunione degli operatori di cambio (quindi tra
galantuomini), l’attuale vero capo del governo Prodi ha dapprima
scaricato ogni responsabilità: egli non fece che obbedire agli ordini
del governo. “Le decisioni sulle parità delle monete sono sempre e da
sempre di competenza dell’esecutivo.” Poi Ciampi è passato
all’offensiva. La crisi della Lira, a suo avviso, è stata positiva
perché “l’atmosfera di dramma” che l’accompagnò permise “l’adozione di
quelle rilevanti misure di correzione di bilancio che il governo aveva
invano cercato di varare prima”. In altre parole, la battaglia persa
contro la speculazione fu lo shock necessario a fare accettare agli
italiani quattro anni di stangate che non sono altro che trasferimenti
netti di risorse a favore della rendita finanziaria.
Ma Ciampi si spinge oltre: il 31 luglio, quando la Lira era già
sottoposta a una pressione speculativa (e la Banda dei Cinque sapeva che
non avrebbe retto), Amato era riuscito a strappare ai sindacati il
famoso accordo salariale giustificandolo tra l’altro con la necessità di
rimanere nel Sistema Monetario Europeo e quindi di combattere
l’inflazione. “Amato racconta Ciampi riuscì nell’intento perché voleva
tenere il cambio: Se avesse detto `io domani svaluto’, l’intesa non la
faceva”. Avete capito bene: Ciampi si fa bello per non aver concesso gli
aumenti salariali e per aver invece regalato 15 mila miliardi a Soros
attraverso la manovra speculativa!
Perché poi, sembra proprio che quelle decisioni siano state prese più
a Via Nazionale che a Palazzo Chigi. Perlomeno a quanto afferma un
testimone dell’epoca, l’allora segretario del PSI Bettino Craxi. Le
parole di Craxi vanno prese cum grano salis, tenendo presente la
situazione particolare dell’esule di Hammamet; ciononostante, le
circostanze riferite sembrano veritiere. Craxi ha scritto una lettera
al Corriere, pubblicata con risalto in pagina economica, per
dire la sua sui fatti del `92 riferiti nel servizio del 27 gennaio.
Amato lo chiamò all’inizio della pressione speculativa, scrive Craxi,
per chiedere consiglio su quale linea di condotta tenere. È credibile
che Amato, nominato Presidente del Consiglio su indicazione del PSI, si
consultasse con il segretario del partito. Craxi avrebbe suggerito di
non sprecare risorse e svalutare. Amato evidentemente non tenne conto
del consiglio, anche se ritelefonò ad Hammamet per avvisare Craxi
dell’imminente svalutazione.
Le circostanze riferite da Craxi descrivono un Presidente del
Consiglio in cerca di suggerimenti in una crisi più grande di lui. Amato
non emerge certamente come la figura del comandante che dà ordini,
tantomeno alla Banca d’Italia, come sostiene Ciampi. È più probabile il
contrario: che nel panico di quei giorni, il governo abbia seguito le
indicazioni di “chi ne sapeva di più”, e cioè dei grandi sacerdoti della
moneta di Via Nazionale.
Un’impressione confermata dalla lettura del libro L’Isola del Tesoro,
del summenzionato Piero Barucci. Evidentemente presagendo di essere il
primo capro espiatorio quando fosse scoppiata la tempesta, Barucci ha
scritto il libro come una difesa in anticipo. Secondo il libro (e anche
qui la descrizione sembra credibile), Barucci piomba dall’esterno in una
compagine governativa dove comandano altri e lui assiste impotente ad
avvenimenti che gli passano sopra la testa. In ogni caso, il cerchio dei
sospetti si stringe sempre più attorno a Ciampi e ai suoi uomini.
I sorosiani si scoprono
A giudicare dallo zelo con cui gli stessi media che hanno amplificato
le tardive spiegazioni di Ciampi si sono profusi in sospette apologie
di George Soros, si deve presumere che, se ricevevano ordini, i
ciampisti li ricevevano dal mega speculatore americano o dai suoi
padroni inglesi.
L’oscar spetta a La Repubblica (proprietario Carlo De
Benedetti, che fece incontrare Soros e Di Pietro) che, in un sol giorno,
il 31 gennaio, ha pubblicato tre articoli, in tre pagine diverse, in
difesa della Banda dei Cinque e di George Soros. Prima, un grosso
servizio intitolato “Craxi-Ciampi, è polemica sulla svalutazione del
`92”, in cui ampio spazio viene concesso alle argomentazioni di Ciampi
sopra riferite. Nella sezione culturale, un’intera pagina viene dedicata
a George Soros, dipinto come un genio che dispensa saggezza filosofica
sui mali del… libero mercato. L’autore è il noto scrittore
latinamericano Vargas Losa, che come Soros è a favore della
legalizzazione della droga. Dimostrando una illimitata fiducia nella
imbecillità dei suoi lettori, dipinge Soros come un interprete della
dottrina sociale della Chiesa.
In pagina editoriale, l’apologia del genio economico di Soros viene
affidata a Giorgio Ruffolo, veterano esponente della sinistra
tecnocratica italiana. Ruffolo tratta Soros come un “pentito” della
speculazione a cui occorre prestare ascolto perché sa quel che dice. Fa
finta di trattare Soros oggettivamente, ma una settimana dopo Ruffolo ha
partecipato a Bruxelles ad una conferenza organizzata, finanziata e
presieduta proprio da Soros, che ha riunito un gruppo di intellettuali
europei. Scopo della conferenza, lanciare la campagna per una “società
aperta” nell’Europa occidentale, sulla scorta delle esperienze svolte da
Soros nell’Est Europa, con l’obiettivo di varare nel 1988 un’assemblea
costituente europea. Non ci interessa sapere se i partecipanti
all’iniziativa abbiano ricevuto il solito “rimborso spese” della serie
Nomisma, ma piuttosto far capire al lettore l’esistenza di collegamenti e
disegni politici che a definire “complotto” si pecca di modestia.
Nell’articolo di Repubblica Ruffolo prende per buona la
versione sorosiana dei fatti del `92, con la quale esordisce: “Ebbi il
primo segnale – dice Soros nella sua autobiografia – di una crisi
imminente della sterlina da un discorso del presidente della Bundesbank,
Schlesinger.” Dopodiché Soros avvicinò Schlesinger e “capii
immediatamente che cosa voleva dirmi. Era un incoraggiamento a vendere
la lira italiana”. Più in là, Soros rincara la dose: “Abbiamo eseguito
gli ordini del nostro maestro, la Bundesbank”. La sua teoria è confutata
come minimo dal fatto che la Bundesbank ha speso almeno 60 miliardi di
marchi per difendere le monete dello SME, principalmente il franco
francese.
Le provocazioni del Financial Times
Come afferma Raimondi nell’intervista citata all’inizio, l’Italia è
vittima di una politica economica distruttiva di cui Soros e la Banda
dei Cinque sono rappresentanti. Questa politica oggi prende il nome di
“Maastricht”, anche se non si tratta altro che della vecchia politica
del Fondo Monetario Internazionale. La beffa è che, benché la politica
di Maastricht sia stata congegnata per distruggere gli stati nazionali,
con la Germania come obiettivo principale, il fatto che i primi della
classe nell’adottare la politica di bilancio per raggiungere i
famigerati parametri siano i tedeschi si presta a manipolare i meno
fortunati, come l’Italia, contro la Germania. Abbiamo visto con quale
disinvoltura Soros e i suoi cortigiani italiani addirittura accusano la
Bundesbank della speculazione contro la lira, senza tema di essere
ridicolizzati. Così, alla fine di gennaio, il Financial Times,
il principale organo dei padroni di Soros nella City di Londra, è
riuscito quasi ad innescare una crisi tra Roma e Bonn inventandosi
l’esistenza di un piano segreto tedesco per tenere fuori l’Italia dalla
moneta unica.
L’articolo del Financial Times è stato il segnale per una
rinnovata campagna internazionale contro la Germania che viene dipinta
come il Quarto Reich. Questa è la stessa identica campagna lanciata nel
1989 dalla premier inglese Margaret Thatcher, con cui fu estorta alla
Germania la tacita promessa di farsi promotrice della politica di
Maastricht in cambio del “nulla osta” per la riunificazione tedesca. Il
ricatto ha effetto sui due versanti: contro la Germania, costretta a
fare la prima della classe, e contro gli altri che ne sono gelosi.
La provocazione è stata poi rilanciata domenica 9 gennaio da
Beniamino Andreatta, in un’intervista al Corriere, dove l’attuale
ministro della Difesa accusa la Bundesbank di avere condotto nel passato
operazioni di aggiotaggio contro la lira. Da quale pulpito: proprio
Andreatta era a bordo del Britannia il 2 giugno 1992, quando si
complottò la privatizzazione delle aziende a partecipazione statale
assieme ai protagonisti del successivo assalto contro la lira. In una
dichiarazione pubblicata sullo Strategic Alert dell’EIR, Paolo
Raimondi ricorda che nel 1992, il gioco politico della City e dei suoi
alleati fu quello di utilizzare speculatori di grido come Soros per far
saltare il Sistema Monetario Europeo e soprattutto di minare un
possibile orientamento unitario dell’Europa continentale verso la
realizzazione di grandi progetti infrastrutturali conosciuti come il
Triangolo Produttivo e anche come “Piano Delors”. Con la vittoria
geopolitica britannica, dichiara Raimondi, “abbiamo avuto anni di
privatizzazione, saccheggio dell’economia produttiva e l’esplosione
della bolla della finanza derivata. Questa stessa strategia di
destabilizzazione riparte oggi, quando l’Europa continentale viene
nuovamente attratta, anche se non come promotrice e con prospettive
ancora da definire, nel grande progetto di infrastrutture di base del
Ponte di Sviluppo Eurasiatico, la Nuova Via della Seta, che dalla Cina,
attraversando l’intera Asia, unisce le nazioni e i popoli fino
all’Atlantico, in un grandioso programma di sviluppo e crescita
tecnologica e industriale.”
[Solidarietà, anno IV n.1, febbraio 1996]Fonti:
http://www.movisol.org/soros2.htm
http://fnbergamo.wordpress.com/2011/11/16/ciampi-e-la-speculazione-di-sorosamato-e-le-privatizzazioni/
Fonte: http://dioni.altervista.org/soros/dioni_0110.html
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deca
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