martedì 12 marzo 2019

L'ANNICHILIMENTO DELL'INDIVIDUO : il nuovo amore dei giovanissimi è l'eroina di Sinaloa, fortemente tagliata con il fentanyl

Campi di papavero da oppio

Storia dell'eroina

La vera storia dell’eroina è venuta recentemente alla luce dopo che, nel 1990, la Bayer, la casa farmaceutica che l’aveva messa in commercio, ha finalmente aperto i suoi archivi e ha permesso di consultare i diari di laboratorio dei suoi chimici e farmacologi, i documenti sulle vendite, il materiale propagandistico e i profitti.
La sintesi della diacetilmorfina, nome chimico dell’eroina, era in realtà già avvenuta nel 1874, in un oscuro laboratorio ad opera di un chimico chiamato Wright. Sfortunatamente per lui alcuni farmacologi, dopo avere sperimentato quella molecola sulla rana e sul coniglio, ne decretarono l’inutilità clinica e così la diacetilmorfina e Wright vennero dimenticati.
La seconda nascita della diacetilmorfina è il 21 agosto 1897 ad opera del chimico della Bayer, Felix Hoffmann. Tra i chimici tedeschi c’era allora la convinzione che il processo di acetilazione degli alcaloidi naturali poteva originare composti meno tossici e più attivi, comunque nuove molecole, più costose e redditizie del prodotto originale.
L’acetilazione affascinava tanto quei chimici che la loro fiducia in quel processo era stata definita una vera e propria 'acetilo-mania'. Ma Hoffmann aveva una speciale ragione per avere contratto quella mania poiché neanche due settimane prima della neo-sintesi dell’eroina aveva acetilato l’acido salicilico offrendo alla Bayer la molecola dell’aspirina. 
Le due più sconvolgenti sintesi del secolo avvennero quindi nello stesso mese di agosto del 1897, nello stesso laboratorio. Il successo dell’eroina non è legato solamente alla fortunata reazione chimica, ma, soprattutto, al suo nome, Heroin, che in tutte le lingue suggerisce l’idea dell’invincibilità, della divinità.
Un fascino ben più suggestivo ad esempio dell’idromorfone, che pure è almeno cinque volte più potente dell’eroina.
La vera storia dell’eroina rivela un’altra sorpresa: l ’idea iniziale del farmacologo della Bayer, Heinrich Dreser, era quella d' ottenere un prodotto più attivo della codeina nel migliorare la funzione respiratoria e nel calmare la tosse.
Quello delle malattie dell’apparato respiratorio era un mercato molto redditizio anche perché allora la tubercolosi polmonare era una malattia molto diffusa.
Dopo che Dreser pubblicò il suo primo lavoro farmacologico su quel surrogato della codeina, utile nell’ economizzare la respirazione, perché “approfondisce ciascun atto respiratorio”, i più grossi farmacologi tedeschi, russi, italiani, francesi, inglesi, ungheresi, svedesi e svizzeri si scatenarono per confermare i risultati di Dreser.
Inoltre tra il 1899 e il 1905 vennero pubblicati 180 lavori clinici sull’eroina e nel 1910 i lavori clinici eseguiti con l’eroina includevano almeno 10.000 pazienti.
La grande maggioranza degli studi giudicò l’eroina positivamente, alcuni lavori erano addirittura entusiastici.
Nessuno parlava di dipendenza iatrogena ad eccezione di qualche voce dissidente. Bisogna riconoscere che il problema della dipendenza era relativamente limitato perché l’eroina era somministrata alle dosi di 5 mg.
Dopo alcuni anni dalla sua introduzione l’uso clinico dell’eroina venne esteso ben oltre le patologie respiratorie. 
Secondo la letteratura medica di allora l’eroina poteva avere almeno 30 indicazioni negli adulti, nei bambini, nelle donne gravide: l’angina pectoris, l’insufficienza miocardica, l'aneurisma aortico, la disfagia, il cancro dello stomaco, l’influenza, la sclerosi multipla, le malattie ginecologiche (tamponi impregnati di eroina), il parto e la narcosi.
Alcune delle indicazioni cliniche dell’eroina sembrano oggi bizzarre, come la febbre, l’ipertensione, il singhiozzo, la demenza, la depressione, le psicosi.
Una possibile ragione che poteva giustificare il successo dell’eroina in queste svariate indicazioni era la riduzione della disforia presente in molte delle suddette condizioni morbose.
L’eroina venne usata anche come antiafrodisiaco “per attenuare l’eccesso patologico della libido inclusa la pedofilia e la ninfomania”.
L’idea iniziale di questa applicazione venne al medico parigino Heins che aveva osservato che alcuni pazienti maschi nonostante avessero grossi problemi respiratori non negavano nulla a Venere”.
Dopo un breve trattamento con eroina questi pazienti lamentavano impotenza e, poiché non erano convinti che la loro malattia avesse prodotto tale condizione, chiesero di sospendere l’eroina. Dopo la sospensione “Don Giovanni era rinato”.
L’impotenza è un riconosciuto effetto collaterale dell’eroina e di altri oppioidi, come il metadone. La somministrazione di morfina inibisce il comportamento sessuale anche nel ratto maschio, mentre il naloxone o il naltrexone, gli antagonisti dei recettori oppioidi, hanno nel ratto un effetto afrodisiaco.
Nel 1899 la Bayer esportava l’eroina in ventitré paesi. 
Fino al 1913 la produzione annuale era limitata ad una tonnellata. Ben presto però, poiché la fabbricazione dell’eroina non era brevettata, almeno venti ditte farmaceutiche, di cui quattordici in Germania, si erano messe a produrre diacetilmorfina.
Dopo il 1920 molte ditte farmaceutiche che producevano eroina, tra le quali Hoffmann La Roche, C.H. Boehringer & Sohn, Roessler fils & Co., riuscivano ad eludere la Hague Opium Convention del 1912 e la Convenzione sull’oppio di Ginevra del 1925, vendendo tonnellate di eroina al mercato nero dal 1925 al 1930.
Oggi l’uso medico dell’eroina è legalmente autorizzato solo in Inghilterra, Belgio, Canada, Irlanda, Malta e Svizzera.
L’Inghilterra consuma il 95% della produzione annuale, pari a 300 Kg. di eroina.
In Inghilterra l’eroina viene usata non solo come analgesico, ma anche nel trattamento dei tossicodipendenti.
Nel 1970 il Comitato Americano per il trattamento del dolore intrattabile, ha chiesto la legalizzazione dell’eroina nel trattamento dei pazienti terminali.
Tale richiesta non è stata accolta.
Sulla base di severi studi clinici è stato concluso che la attività analgesica dell’eroina non è superiore a quella di altri oppioidi in commercio.
Infatti severi e obiettivi studi clinici non hanno potuto dimostrare la superiorità dell’eroina rispetto ad altri narcotici analgesici in commercio, la cui pericolosità sociale è inferiore.
Questi studi hanno deciso che la superiorità dell’eroina era un mito legato al fascino del nome, chiamarsi Eroina, o ecstasy o Polvere degli Angeli non è lo stesso che chiamarsi Idromorfone.
Tratto da:
Medicina delle tossicodipendenze - anno II, numero 4

 deca

Come riconoscere un tossicodipendente eroinomane?

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Nella maggioranza dei casi qualsiasi tossicodipendenza è avvolta da una fitta serie di menzogne e sotterfugi: le persone che usano saltuariamente o abitualmente droghe spesso negano spudoratamente ogni loro coinvolgimento anche quando questo è evidente, sia con amici che con famigliari.
Gli unici con cui il tossicodipendente riesce ad essere onesto sono solo i “compagni di tossicodipendenza”. Fino ad alcuni anni fa sarebbe forse bastato guardare le braccia di una persona, vedere se ci fossero dei segni particolari (lepiste”) per capire se la persona che avevamo davanti faceva o no uso d' eroina, o vedere alcuni comportamenti “caratteristici”.
Ma oggi non è più così semplice, dal momento che le modalità d’assunzione d' eroina sono cambiate e l’eroina non viene più solo iniettata.
Inoltre tantissimi eroinomani non rispecchiano più il vecchio stereotipo di 20 anni fa, cioè quello del tossico da strada che vive di espedienti, ai margini della società a fare l’elemosina od accattonaggio, per racimolare i soldi necessari per acquistare una dose.

Quindi è impossibile riconoscere una persona che fa uso di eroina?

No: esistono infatti alcuni indicatori che – seppur non necessariamente collegati all’uso della sostanza – possono comunque aiutarci a capire se una persona usa eroina.

Come riconoscere un eroinomane

Per cominciare, una persona che usa eroina è “fuori comunicazione con gli altri”, nel senso che fisicamente c’è, ma in realtà è come se fosse assente, da “un’altra parte”.
Comunicare con lui potrebbe essere difficile, soprattutto quando si trattano argomenti come le droghe, la tossicodipendenza o la sua condotta nella vita.
Potrebbe avere sbalzi d’umore improvvisi o nutrire rancore nei confronti delle persone che gli vogliono bene. Potrebbe essere alquanto altalenante nel suo umore e potrebbe lasciar e trasparire una chiusura con gli altri e d' avere molti segreti e sotterfugi.
Spesso un eroinomane si assenta dal lavoro o dalla compagnia degli altri, improvvisamente e senza giustificazioni plausibili. Queste circostanze potrebbero essere accompagnate da deperimento fisico e/o forte dimagrimento estremamente rapido. 
La persona che usa eroina difficilmente si prende cura delle proprie cose e potrebbe, quindi, essere alquanto sciatta nel vestirsi ed avere una stanza o casa del tutto disordinata.
Potrebbe non badare al suo aspetto fisico, ad esempio potrebbe non pettinarsi, non radersi, non lavarsi ed avere quindi un brutto odore od un brutto alito.
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Eroina e cambiamento

La cosa più evidente nelle persone che hanno iniziato un percorso di autodistruzione con le droghe è, però, il cambiamento: se, prima di iniziare, la persona era solare, intraprendente, onesta ed aveva passioni come lo sport, la musica ed altro, ora potrebbe essere diventata apatica, potrebbe aver abbandonato tali attività od addirittura perso il lavoro, abbandonato gli studi ed intrapreso attività illegali a supporto della propria tossicodipendenza.
Gli scopi e gli obiettivi primari, un tempo molto presenti ed evidenti, lasciano il posto ad una condotta più apatica e ad un “lasciarsi vivere” piuttosto che avere un atteggiamento causativo nei confronti della vita. Una persona che prima aveva una disponibilità di denaro “normale”, ora potrebbe ritrovarsi senza soldi per poter comprare beni primari come il cibo. 
Ciò è causato dal fatto che, un eroinomane abituale, preferisce spendere i (pochi) soldi che gli rimangono per acquistare altre dosi di sostanza, piuttosto che beni di prima necessità.
Quando i soldi “finiscono”, l’eroinomane potrebbe – spinto da sintomi d' astinenza sempre più fastidiosi – iniziare a commettere reati, prima impensabili per lui, ad esempio rubare o spacciare, pur d' ottenere il denaro necessario per drogarsi.
L’eroina determina cambiamenti irreversibili a livello della corteccia prefrontale del cervello, quella che regola ed inibisce i comportamenti più “estremi” dell’individuo.

Eroina e segni fisici

A livello fisico una persona che usa abitualmente eroina :
  • è spesso molto magra;
  • ha la voce “strascicata”;
  • ha miosi, cioè le pupille molto ristrette (dette a “pupilla a spillo”);
  • può avere evidenti segni di iniezioni in varie parti del corpo, specie braccia e gambe;
  • ha spesso le occhiaie;
  • ha una sorta di “acne” sul viso;
  • si gratta spesso il corpo e soprattutto il viso.
Potrebbe inoltre addormentarsi durante attività che richiedono concentrazione anche se semplici, come seguire un programma alla TV. Una persona che usa eroina è “obbligata” a procurarsene giornalmente per evitare i terribili sintomi d' astinenza.

Una persona a me cara forse usa eroina: cosa faccio?

Se hai il dubbio, che una persona a te cara stia usando eroina a tua insaputa, la cosa migliore che puoi fare è parlarne con lei, fargli capire che non la vuoi giudicare, ma vuoi cercare di aiutarla, ascoltare le sue motivazioni e trovare insieme una soluzione.
Nel caso in cui neghi di parlarne, prova a discutere sul da farsi coi suoi amici e famigliari e, se necessario – per il suo bene – con le forze dell’ordine.

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