Grecia
2014: il medioevo del mondo del lavoro
ce lo chiede l'europa !
febbraio 17, 2014
Un tragico fatto di cronaca che, per l’ennesima volta, racconta la rapida e terribile mutazione delle condizioni di vita e di lavoro imposta in Grecia dall’austerity.
Ha provocato un grande
shock il suicidio di un uomo di 49 anni, che era stato obbligato a firmare le
dimissioni da Praktiker, il negozio dove aveva lavorato per 12 anni. Due giorni
dopo la firma è stato trovato impiccato nel suo appartamento!
Secondo le informazioni di protothema.gr,
l’uomo era stato costretto a dare le dimissioni dai responsabili del negozio di
Egaleo per punirlo di una confezione trovata aperta nell’area di sua
responsabilità .
Come riferiscono i colleghi, appena è stata trovata la
confezione aperta, è stata fatta pressione su di lui affinché firmasse le
dimissioni, in modo da non far risultare un licenziamento. Questa cosa è
successa il 1 febbraio. Due giorni dopo, è stato trovato impiccato in casa sua.
I vicini di casa avevano chiamato la polizia a causa del cattivo odore che
usciva dal suo appartamento.
Secondo la stessa fonte, il 49enne, ex marinaio, viveva da
solo, mentre gli unici parenti che aveva erano due fratelli. Sua sorella è
malata di cancro e suo fratello è un tetraplegico.
È stato descritto come una
persona solitaria e sensibile […]. Nessuno si sarebbe aspettato che la
disperazione fosse tale da indurlo al suicidio.
I suoi funerali si sono tenuti grazie ai soldi raccolti dai
colleghi. L’amministrazione ha evitato di coprire le spese (ha chiesto al
comitato di presentare una domanda ufficiale) per non far sembrare di avere
rimorsi per come è andata la storia.
I suoi colleghi, e soprattutto il gruppo di sicurezza,
aspettano di essere chiamati a deporre nella caserma della polizia di
Korydallos, responsabile del caso.
Fonte:
alfavita
Traduzione
di AteneCalling.org
Suicidio di un lavoratore dimessosi
volontariamente
I mercenari che lavorano come guardie di sicurezza in
borghese spiando clienti e dipendenti lavorano dodici ore al giorno e vengono
pagati 2 € per ogni ora lavorativa. Ma il bonus che ricevono se colgono
in flagrante un cliente mentre commette un furto raggiunge i 50 euro, più la
multa pagata dal cliente, fino a un massimo di 400 euro di bonus in totale.
Il 49enne Stefanos Valavanis, impiegato per dodici anni
consecutivi presso la ditta “Praktiker”, non aveva mai dato adito a nessuna
lamentela. Era sempre coscienzioso, laborioso, sensibile e molto
dignitoso. Ha lavorato senza mai lamentarsi, anche quando la società ha dovuto
trasferirlo dalla filiale di Egaleo a Metamorfosi o a Tavro.
Nonostante vivesse
lontano non ha mai protestato. Non si lamentava perché aveva un lavoro. E aveva
bisogno di questo lavoro. Con uno stipendio di 850 € doveva mantenere la
sorella malata di cancro, il fratello disabile e ovviamente se stesso. Gli
serviva il suo lavoro, anche a costo di sacrifici.
Per questo motivo ha accettato e firmato a malincuore il
contratto riguardante la riduzione del suo stipendio imposto dalla ditta nel
mese di gennaio. Non avrebbe potuto fare diversamente dato il clima di terrore
che persiste nei posti di lavoro.
Su 1200 lavoratori sono stati circa in 200 a
non firmare il contratto, subendo comunque tagli del salario. E perché no? Chi
potrebbe contraddire la ditta?
Sabato 1 febbraio una guardia di sicurezza privata in
borghese, un funzionario della compagnia che spia dipendenti e clienti, lo
spedisce nell’ufficio del direttore con l’accusa di furto. Perché? Perché una
cassetta di attrezzi venne ritrovata aperta. Ma perché si parla di furto, se un
furto c’è solo quando il presunto autore del reato oltrepassa l’uscita del
negozio?
Dopo un po’, Stefano Valavanis esce dall’ufficio dopo aver
firmato volontariamente le sue dimissioni. Il lunedì mattina venne ritrovato
impiccato a casa sua; i medici legali confermano che si tratta di suicidio.
<<Lo hanno ricattato per estorcergli le
dimissioni>> dichiarano i suoi colleghi. La ditta, tuttavia, avendo in
mano il documento delle dimissioni volontarie ha minacciato i dipendenti di non
tollerare la diffusione di commenti sull’accaduto presso i media.
<<Il clima di terrore, le minacce e le delazioni che
persistono nella ditta non lasciano scampo ai lavoratori>> sottolinea su
“UNFOLLOW” il presidente del sindacato dei lavoratori di Praktiker, Makis
Tsekouras. <<I mercenari, quelli che lavorano in borghese come
guardie di sicurezza spiando clienti e dipendenti, lavorano dodici ore al
giorno e vengono pagati 2 € per ogni ora lavorativa.
Ma il bonus che
ricevono se colgono in flagrante un cliente mentre commette un furto
raggiunge i 50 euro, più la multa pagata dal cliente, fino a un massimo di 400
euro di bonus in totale. Si tratta di una vera e propria caccia alle
streghe>>.
Ä– mai possibile, quindi, che un uomo, in disperato bisogno
di lavoro, che da poco ha firmato un contratto individuale, che sapeva
benissimo che la zona era sorvegliata da guardie di sicurezza che ricevono
bonus extra se identificano ladri reali o immaginari, avrebbe potuto
commettere il furto di una cassetta di attrezzi? E avrebbe firmato
volontariamente le sue dimissioni?
<<Negli ultimi tempi la ditta Praktiker ha proceduto
al licenziamento di 15 dirigenti della società , effettuando risarcimenti pari
alla quota di 1.000.000 €>>, aggiunge il presidente del sindacato.
<<A Stefanos, invece, non è stato pagato il risarcimento né gli è stata
data la possibilità di ricevere l’indennità da disoccupato, nonostante fossero
noti i sui seri problemi familiari e finanziari>>.
Per celebrare il funerale di Stefanos Valavanis è stata
richiesta una raccolta di fondi dal sindacato. Naturalmente la ditta Praktiker
non si interessa dei suoi ex dipendenti, soprattutto di quelli che si sono dimessi
volontariamente.
Del resto ci son cose più importanti a cui interessarsi, come
ad esempio trovare un acquirente, perché, nonostante la redditività di 3,5
milioni registrati nel corso del 2012, la ditta principale che si trova in
Germania ha presentato istanza di fallimento chiudendo le sue filiali in
Ucraina ed in Romania.
Adesso si può almeno consolare con il denaro del
risarcimento di Stefanos Valavanis…
Fonte: unfollow.com.gr
Traduzione di Ioli Baroncini per AteneCalling.org
Ha
provocato un grande shock il suicidio di un uomo di 49 anni, che era
stato obbligato a firmare le dimissioni da Praktiker, il negozio dove
aveva lavorato per 12 anni. Due giorni dopo la firma è stato trovato
impiccato nel suo appartamento!
Secondo le informazioni di protothema.gr,
l’uomo era stato costretto a dare le dimissioni dai responsabili del
negozio di Egaleo per punirlo di una confezione trovata aperta nell’area
di sua responsabilità . Come riferiscono i colleghi, appena è stata
trovata la confezione aperta, è stata fatta pressione su di lui affinché
firmasse le dimissioni, in modo da non far risultare un licenziamento.
Questa cosa è successa il 1 febbraio. Due giorni dopo, è stato trovato
impiccato in casa sua. I vicini di casa avevano chiamato la polizia a
causa del cattivo odore che usciva dal suo appartamento.
Secondo la stessa fonte, il 49enne, ex
marinaio, viveva da solo, mentre gli unici parenti che aveva erano due
fratelli. Sua sorella è malata di cancro e suo fratello è un
tetraplegico. È stato descritto come una persona solitaria e sensibile
[…]. Nessuno si sarebbe aspettato che la disperazione fosse tale da
indurlo al suicidio.
I suoi funerali si sono tenuti grazie ai
soldi raccolti dai colleghi. L’amministrazione ha evitato di coprire le
spese (ha chiesto al comitato di presentare una domanda ufficiale) per
non far sembrare di avere rimorsi per come è andata la storia.
I suoi colleghi, e soprattutto il gruppo
di sicurezza, aspettano di essere chiamati a deporre nella caserma
della polizia di Korydallos, responsabile del caso.
Fonte: alfavitaTraduzione di AteneCalling.org
Suicidio di un lavoratore dimessosi volontariamente
I mercenari che lavorano come guardie di
sicurezza in borghese spiando clienti e dipendenti lavorano dodici ore
al giorno e vengono pagati 2 € per ogni ora lavorativa. Ma il bonus che
ricevono se colgono in flagrante un cliente mentre commette un furto
raggiunge i 50 euro, più la multa pagata dal cliente, fino a un massimo
di 400 euro di bonus in totale.
Il 49enne Stefanos Valavanis, impiegato
per dodici anni consecutivi presso la ditta “Praktiker”, non aveva mai
dato adito a nessuna lamentela. Era sempre coscienzioso, laborioso,
sensibile e molto dignitoso. Ha lavorato senza mai lamentarsi, anche
quando la società ha dovuto trasferirlo dalla filiale di Egaleo a
Metamorfosi o a Tavro. Nonostante vivesse lontano non ha mai protestato.
Non si lamentava perché aveva un lavoro. E aveva bisogno di questo
lavoro. Con uno stipendio di 850 € doveva mantenere la sorella malata di
cancro, il fratello disabile e ovviamente se stesso. Gli serviva il suo
lavoro, anche a costo di sacrifici.
Per questo motivo ha accettato e firmato
a malincuore il contratto riguardante la riduzione del suo stipendio
imposto dalla ditta nel mese di gennaio. Non avrebbe potuto fare
diversamente dato il clima di terrore che persiste nei posti di lavoro.
Su 1200 lavoratori sono stati circa in 200 a non firmare il contratto,
subendo comunque tagli del salario. E perché no? Chi potrebbe
contraddire la ditta?
Sabato 1 febbraio una guardia di
sicurezza privata in borghese, un funzionario della compagnia che spia
dipendenti e clienti, lo spedisce nell’ufficio del direttore con
l’accusa di furto. Perché? Perché una cassetta di attrezzi venne
ritrovata aperta. Ma perché si parla di furto, se un furto c’è solo
quando il presunto autore del reato oltrepassa l’uscita del negozio?
Dopo un po’, Stefano Valavanis esce
dall’ufficio dopo aver firmato volontariamente le sue dimissioni. Il
lunedì mattina venne ritrovato impiccato a casa sua; i medici legali
confermano che si tratta di suicidio.
<<Lo hanno ricattato per
estorcergli le dimissioni>> dichiarano i suoi colleghi. La ditta,
tuttavia, avendo in mano il documento delle dimissioni volontarie ha
minacciato i dipendenti di non tollerare la diffusione di commenti
sull’accaduto presso i media.
<<Il clima di terrore, le minacce e
le delazioni che persistono nella ditta non lasciano scampo ai
lavoratori>> sottolinea su “UNFOLLOW” il presidente del sindacato
dei lavoratori di Praktiker, Makis Tsekouras. <<I mercenari,
quelli che lavorano in borghese come guardie di sicurezza spiando
clienti e dipendenti, lavorano dodici ore al giorno e vengono pagati 2 €
per ogni ora lavorativa. Ma il bonus che ricevono se colgono in
flagrante un cliente mentre commette un furto raggiunge i 50 euro, più
la multa pagata dal cliente, fino a un massimo di 400 euro di bonus in
totale. Si tratta di una vera e propria caccia alle streghe>>.
Ä– mai possibile, quindi, che un uomo, in
disperato bisogno di lavoro, che da poco ha firmato un contratto
individuale, che sapeva benissimo che la zona era sorvegliata da guardie
di sicurezza che ricevono bonus extra se identificano ladri reali o
immaginari, avrebbe potuto commettere il furto di una cassetta di
attrezzi? E avrebbe firmato volontariamente le sue dimissioni?
<<Negli ultimi tempi la ditta
Praktiker ha proceduto al licenziamento di 15 dirigenti della società ,
effettuando risarcimenti pari alla quota di 1.000.000 €>>,
aggiunge il presidente del sindacato. <<A Stefanos, invece, non è
stato pagato il risarcimento né gli è stata data la possibilità di
ricevere l’indennità da disoccupato, nonostante fossero noti i sui seri
problemi familiari e finanziari>>.
Per celebrare il funerale di Stefanos
Valavanis è stata richiesta una raccolta di fondi dal sindacato.
Naturalmente la ditta Praktiker non si interessa dei suoi ex dipendenti,
soprattutto di quelli che si sono dimessi volontariamente. Del resto ci
son cose più importanti a cui interessarsi, come ad esempio trovare un
acquirente, perché, nonostante la redditività di 3,5 milioni registrati
nel corso del 2012, la ditta principale che si trova in Germania ha
presentato istanza di fallimento chiudendo le sue filiali in Ucraina ed
in Romania.
Adesso si può almeno consolare con il denaro del risarcimento di Stefanos Valavanis…
Fonte: unfollow.com.gr
Traduzione di Ioli Baroncini per AteneCalling.org
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Un tragico fatto di cronaca che, per
l’ennesima volta, racconta la rapida e terribile mutazione delle
condizioni di vita e di lavoro imposta in Grecia dall’austerity.
Ha
provocato un grande shock il suicidio di un uomo di 49 anni, che era
stato obbligato a firmare le dimissioni da Praktiker, il negozio dove
aveva lavorato per 12 anni. Due giorni dopo la firma è stato trovato
impiccato nel suo appartamento!
Secondo le informazioni di protothema.gr,
l’uomo era stato costretto a dare le dimissioni dai responsabili del
negozio di Egaleo per punirlo di una confezione trovata aperta nell’area
di sua responsabilità . Come riferiscono i colleghi, appena è stata
trovata la confezione aperta, è stata fatta pressione su di lui affinché
firmasse le dimissioni, in modo da non far risultare un licenziamento.
Questa cosa è successa il 1 febbraio. Due giorni dopo, è stato trovato
impiccato in casa sua. I vicini di casa avevano chiamato la polizia a
causa del cattivo odore che usciva dal suo appartamento.
Secondo la stessa fonte, il 49enne, ex
marinaio, viveva da solo, mentre gli unici parenti che aveva erano due
fratelli. Sua sorella è malata di cancro e suo fratello è un
tetraplegico. È stato descritto come una persona solitaria e sensibile
[…]. Nessuno si sarebbe aspettato che la disperazione fosse tale da
indurlo al suicidio.
I suoi funerali si sono tenuti grazie ai
soldi raccolti dai colleghi. L’amministrazione ha evitato di coprire le
spese (ha chiesto al comitato di presentare una domanda ufficiale) per
non far sembrare di avere rimorsi per come è andata la storia.
I suoi colleghi, e soprattutto il gruppo
di sicurezza, aspettano di essere chiamati a deporre nella caserma
della polizia di Korydallos, responsabile del caso.
Fonte: alfavitaTraduzione di AteneCalling.org
Suicidio di un lavoratore dimessosi volontariamente
I mercenari che lavorano come guardie di
sicurezza in borghese spiando clienti e dipendenti lavorano dodici ore
al giorno e vengono pagati 2 € per ogni ora lavorativa. Ma il bonus che
ricevono se colgono in flagrante un cliente mentre commette un furto
raggiunge i 50 euro, più la multa pagata dal cliente, fino a un massimo
di 400 euro di bonus in totale.
Il 49enne Stefanos Valavanis, impiegato
per dodici anni consecutivi presso la ditta “Praktiker”, non aveva mai
dato adito a nessuna lamentela. Era sempre coscienzioso, laborioso,
sensibile e molto dignitoso. Ha lavorato senza mai lamentarsi, anche
quando la società ha dovuto trasferirlo dalla filiale di Egaleo a
Metamorfosi o a Tavro. Nonostante vivesse lontano non ha mai protestato.
Non si lamentava perché aveva un lavoro. E aveva bisogno di questo
lavoro. Con uno stipendio di 850 € doveva mantenere la sorella malata di
cancro, il fratello disabile e ovviamente se stesso. Gli serviva il suo
lavoro, anche a costo di sacrifici.
Per questo motivo ha accettato e firmato
a malincuore il contratto riguardante la riduzione del suo stipendio
imposto dalla ditta nel mese di gennaio. Non avrebbe potuto fare
diversamente dato il clima di terrore che persiste nei posti di lavoro.
Su 1200 lavoratori sono stati circa in 200 a non firmare il contratto,
subendo comunque tagli del salario. E perché no? Chi potrebbe
contraddire la ditta?
Sabato 1 febbraio una guardia di
sicurezza privata in borghese, un funzionario della compagnia che spia
dipendenti e clienti, lo spedisce nell’ufficio del direttore con
l’accusa di furto. Perché? Perché una cassetta di attrezzi venne
ritrovata aperta. Ma perché si parla di furto, se un furto c’è solo
quando il presunto autore del reato oltrepassa l’uscita del negozio?
Dopo un po’, Stefano Valavanis esce
dall’ufficio dopo aver firmato volontariamente le sue dimissioni. Il
lunedì mattina venne ritrovato impiccato a casa sua; i medici legali
confermano che si tratta di suicidio.
<<Lo hanno ricattato per
estorcergli le dimissioni>> dichiarano i suoi colleghi. La ditta,
tuttavia, avendo in mano il documento delle dimissioni volontarie ha
minacciato i dipendenti di non tollerare la diffusione di commenti
sull’accaduto presso i media.
<<Il clima di terrore, le minacce e
le delazioni che persistono nella ditta non lasciano scampo ai
lavoratori>> sottolinea su “UNFOLLOW” il presidente del sindacato
dei lavoratori di Praktiker, Makis Tsekouras. <<I mercenari,
quelli che lavorano in borghese come guardie di sicurezza spiando
clienti e dipendenti, lavorano dodici ore al giorno e vengono pagati 2 €
per ogni ora lavorativa. Ma il bonus che ricevono se colgono in
flagrante un cliente mentre commette un furto raggiunge i 50 euro, più
la multa pagata dal cliente, fino a un massimo di 400 euro di bonus in
totale. Si tratta di una vera e propria caccia alle streghe>>.
Ä– mai possibile, quindi, che un uomo, in
disperato bisogno di lavoro, che da poco ha firmato un contratto
individuale, che sapeva benissimo che la zona era sorvegliata da guardie
di sicurezza che ricevono bonus extra se identificano ladri reali o
immaginari, avrebbe potuto commettere il furto di una cassetta di
attrezzi? E avrebbe firmato volontariamente le sue dimissioni?
<<Negli ultimi tempi la ditta
Praktiker ha proceduto al licenziamento di 15 dirigenti della società ,
effettuando risarcimenti pari alla quota di 1.000.000 €>>,
aggiunge il presidente del sindacato. <<A Stefanos, invece, non è
stato pagato il risarcimento né gli è stata data la possibilità di
ricevere l’indennità da disoccupato, nonostante fossero noti i sui seri
problemi familiari e finanziari>>.
Per celebrare il funerale di Stefanos
Valavanis è stata richiesta una raccolta di fondi dal sindacato.
Naturalmente la ditta Praktiker non si interessa dei suoi ex dipendenti,
soprattutto di quelli che si sono dimessi volontariamente. Del resto ci
son cose più importanti a cui interessarsi, come ad esempio trovare un
acquirente, perché, nonostante la redditività di 3,5 milioni registrati
nel corso del 2012, la ditta principale che si trova in Germania ha
presentato istanza di fallimento chiudendo le sue filiali in Ucraina ed
in Romania.
Adesso si può almeno consolare con il denaro del risarcimento di Stefanos Valavanis…
Fonte: unfollow.com.gr
Traduzione di Ioli Baroncini per AteneCalling.org
Grecia 2014: il medioevo del mondo del lavoro
Un tragico fatto di cronaca che, per
l’ennesima volta, racconta la rapida e terribile mutazione delle
condizioni di vita e di lavoro imposta in Grecia dall’austerity.
Ha
provocato un grande shock il suicidio di un uomo di 49 anni, che era
stato obbligato a firmare le dimissioni da Praktiker, il negozio dove
aveva lavorato per 12 anni. Due giorni dopo la firma è stato trovato
impiccato nel suo appartamento!
Secondo le informazioni di protothema.gr,
l’uomo era stato costretto a dare le dimissioni dai responsabili del
negozio di Egaleo per punirlo di una confezione trovata aperta nell’area
di sua responsabilità . Come riferiscono i colleghi, appena è stata
trovata la confezione aperta, è stata fatta pressione su di lui affinché
firmasse le dimissioni, in modo da non far risultare un licenziamento.
Questa cosa è successa il 1 febbraio. Due giorni dopo, è stato trovato
impiccato in casa sua. I vicini di casa avevano chiamato la polizia a
causa del cattivo odore che usciva dal suo appartamento.
Secondo la stessa fonte, il 49enne, ex
marinaio, viveva da solo, mentre gli unici parenti che aveva erano due
fratelli. Sua sorella è malata di cancro e suo fratello è un
tetraplegico. È stato descritto come una persona solitaria e sensibile
[…]. Nessuno si sarebbe aspettato che la disperazione fosse tale da
indurlo al suicidio.
I suoi funerali si sono tenuti grazie ai
soldi raccolti dai colleghi. L’amministrazione ha evitato di coprire le
spese (ha chiesto al comitato di presentare una domanda ufficiale) per
non far sembrare di avere rimorsi per come è andata la storia.
I suoi colleghi, e soprattutto il gruppo
di sicurezza, aspettano di essere chiamati a deporre nella caserma
della polizia di Korydallos, responsabile del caso.
Fonte: alfavitaTraduzione di AteneCalling.org
Suicidio di un lavoratore dimessosi volontariamente
I mercenari che lavorano come guardie di
sicurezza in borghese spiando clienti e dipendenti lavorano dodici ore
al giorno e vengono pagati 2 € per ogni ora lavorativa. Ma il bonus che
ricevono se colgono in flagrante un cliente mentre commette un furto
raggiunge i 50 euro, più la multa pagata dal cliente, fino a un massimo
di 400 euro di bonus in totale.
Il 49enne Stefanos Valavanis, impiegato
per dodici anni consecutivi presso la ditta “Praktiker”, non aveva mai
dato adito a nessuna lamentela. Era sempre coscienzioso, laborioso,
sensibile e molto dignitoso. Ha lavorato senza mai lamentarsi, anche
quando la società ha dovuto trasferirlo dalla filiale di Egaleo a
Metamorfosi o a Tavro. Nonostante vivesse lontano non ha mai protestato.
Non si lamentava perché aveva un lavoro. E aveva bisogno di questo
lavoro. Con uno stipendio di 850 € doveva mantenere la sorella malata di
cancro, il fratello disabile e ovviamente se stesso. Gli serviva il suo
lavoro, anche a costo di sacrifici.
Per questo motivo ha accettato e firmato
a malincuore il contratto riguardante la riduzione del suo stipendio
imposto dalla ditta nel mese di gennaio. Non avrebbe potuto fare
diversamente dato il clima di terrore che persiste nei posti di lavoro.
Su 1200 lavoratori sono stati circa in 200 a non firmare il contratto,
subendo comunque tagli del salario. E perché no? Chi potrebbe
contraddire la ditta?
Sabato 1 febbraio una guardia di
sicurezza privata in borghese, un funzionario della compagnia che spia
dipendenti e clienti, lo spedisce nell’ufficio del direttore con
l’accusa di furto. Perché? Perché una cassetta di attrezzi venne
ritrovata aperta. Ma perché si parla di furto, se un furto c’è solo
quando il presunto autore del reato oltrepassa l’uscita del negozio?
Dopo un po’, Stefano Valavanis esce
dall’ufficio dopo aver firmato volontariamente le sue dimissioni. Il
lunedì mattina venne ritrovato impiccato a casa sua; i medici legali
confermano che si tratta di suicidio.
<<Lo hanno ricattato per
estorcergli le dimissioni>> dichiarano i suoi colleghi. La ditta,
tuttavia, avendo in mano il documento delle dimissioni volontarie ha
minacciato i dipendenti di non tollerare la diffusione di commenti
sull’accaduto presso i media.
<<Il clima di terrore, le minacce e
le delazioni che persistono nella ditta non lasciano scampo ai
lavoratori>> sottolinea su “UNFOLLOW” il presidente del sindacato
dei lavoratori di Praktiker, Makis Tsekouras. <<I mercenari,
quelli che lavorano in borghese come guardie di sicurezza spiando
clienti e dipendenti, lavorano dodici ore al giorno e vengono pagati 2 €
per ogni ora lavorativa. Ma il bonus che ricevono se colgono in
flagrante un cliente mentre commette un furto raggiunge i 50 euro, più
la multa pagata dal cliente, fino a un massimo di 400 euro di bonus in
totale. Si tratta di una vera e propria caccia alle streghe>>.
Ä– mai possibile, quindi, che un uomo, in
disperato bisogno di lavoro, che da poco ha firmato un contratto
individuale, che sapeva benissimo che la zona era sorvegliata da guardie
di sicurezza che ricevono bonus extra se identificano ladri reali o
immaginari, avrebbe potuto commettere il furto di una cassetta di
attrezzi? E avrebbe firmato volontariamente le sue dimissioni?
<<Negli ultimi tempi la ditta
Praktiker ha proceduto al licenziamento di 15 dirigenti della società ,
effettuando risarcimenti pari alla quota di 1.000.000 €>>,
aggiunge il presidente del sindacato. <<A Stefanos, invece, non è
stato pagato il risarcimento né gli è stata data la possibilità di
ricevere l’indennità da disoccupato, nonostante fossero noti i sui seri
problemi familiari e finanziari>>.
Per celebrare il funerale di Stefanos
Valavanis è stata richiesta una raccolta di fondi dal sindacato.
Naturalmente la ditta Praktiker non si interessa dei suoi ex dipendenti,
soprattutto di quelli che si sono dimessi volontariamente. Del resto ci
son cose più importanti a cui interessarsi, come ad esempio trovare un
acquirente, perché, nonostante la redditività di 3,5 milioni registrati
nel corso del 2012, la ditta principale che si trova in Germania ha
presentato istanza di fallimento chiudendo le sue filiali in Ucraina ed
in Romania.
Adesso si può almeno consolare con il denaro del risarcimento di Stefanos Valavanis…
Fonte: unfollow.com.gr
Traduzione di Ioli Baroncini per AteneCalling.org
Grecia 2014: il medioevo del mondo del lavoro
Un tragico fatto di cronaca che, per
l’ennesima volta, racconta la rapida e terribile mutazione delle
condizioni di vita e di lavoro imposta in Grecia dall’austerity.
Ha
provocato un grande shock il suicidio di un uomo di 49 anni, che era
stato obbligato a firmare le dimissioni da Praktiker, il negozio dove
aveva lavorato per 12 anni. Due giorni dopo la firma è stato trovato
impiccato nel suo appartamento!
Secondo le informazioni di protothema.gr,
l’uomo era stato costretto a dare le dimissioni dai responsabili del
negozio di Egaleo per punirlo di una confezione trovata aperta nell’area
di sua responsabilità . Come riferiscono i colleghi, appena è stata
trovata la confezione aperta, è stata fatta pressione su di lui affinché
firmasse le dimissioni, in modo da non far risultare un licenziamento.
Questa cosa è successa il 1 febbraio. Due giorni dopo, è stato trovato
impiccato in casa sua. I vicini di casa avevano chiamato la polizia a
causa del cattivo odore che usciva dal suo appartamento.
Secondo la stessa fonte, il 49enne, ex
marinaio, viveva da solo, mentre gli unici parenti che aveva erano due
fratelli. Sua sorella è malata di cancro e suo fratello è un
tetraplegico. È stato descritto come una persona solitaria e sensibile
[…]. Nessuno si sarebbe aspettato che la disperazione fosse tale da
indurlo al suicidio.
I suoi funerali si sono tenuti grazie ai
soldi raccolti dai colleghi. L’amministrazione ha evitato di coprire le
spese (ha chiesto al comitato di presentare una domanda ufficiale) per
non far sembrare di avere rimorsi per come è andata la storia.
I suoi colleghi, e soprattutto il gruppo
di sicurezza, aspettano di essere chiamati a deporre nella caserma
della polizia di Korydallos, responsabile del caso.
Fonte: alfavitaTraduzione di AteneCalling.org
Suicidio di un lavoratore dimessosi volontariamente
I mercenari che lavorano come guardie di
sicurezza in borghese spiando clienti e dipendenti lavorano dodici ore
al giorno e vengono pagati 2 € per ogni ora lavorativa. Ma il bonus che
ricevono se colgono in flagrante un cliente mentre commette un furto
raggiunge i 50 euro, più la multa pagata dal cliente, fino a un massimo
di 400 euro di bonus in totale.
Il 49enne Stefanos Valavanis, impiegato
per dodici anni consecutivi presso la ditta “Praktiker”, non aveva mai
dato adito a nessuna lamentela. Era sempre coscienzioso, laborioso,
sensibile e molto dignitoso. Ha lavorato senza mai lamentarsi, anche
quando la società ha dovuto trasferirlo dalla filiale di Egaleo a
Metamorfosi o a Tavro. Nonostante vivesse lontano non ha mai protestato.
Non si lamentava perché aveva un lavoro. E aveva bisogno di questo
lavoro. Con uno stipendio di 850 € doveva mantenere la sorella malata di
cancro, il fratello disabile e ovviamente se stesso. Gli serviva il suo
lavoro, anche a costo di sacrifici.
Per questo motivo ha accettato e firmato
a malincuore il contratto riguardante la riduzione del suo stipendio
imposto dalla ditta nel mese di gennaio. Non avrebbe potuto fare
diversamente dato il clima di terrore che persiste nei posti di lavoro.
Su 1200 lavoratori sono stati circa in 200 a non firmare il contratto,
subendo comunque tagli del salario. E perché no? Chi potrebbe
contraddire la ditta?
Sabato 1 febbraio una guardia di
sicurezza privata in borghese, un funzionario della compagnia che spia
dipendenti e clienti, lo spedisce nell’ufficio del direttore con
l’accusa di furto. Perché? Perché una cassetta di attrezzi venne
ritrovata aperta. Ma perché si parla di furto, se un furto c’è solo
quando il presunto autore del reato oltrepassa l’uscita del negozio?
Dopo un po’, Stefano Valavanis esce
dall’ufficio dopo aver firmato volontariamente le sue dimissioni. Il
lunedì mattina venne ritrovato impiccato a casa sua; i medici legali
confermano che si tratta di suicidio.
<<Lo hanno ricattato per
estorcergli le dimissioni>> dichiarano i suoi colleghi. La ditta,
tuttavia, avendo in mano il documento delle dimissioni volontarie ha
minacciato i dipendenti di non tollerare la diffusione di commenti
sull’accaduto presso i media.
<<Il clima di terrore, le minacce e
le delazioni che persistono nella ditta non lasciano scampo ai
lavoratori>> sottolinea su “UNFOLLOW” il presidente del sindacato
dei lavoratori di Praktiker, Makis Tsekouras. <<I mercenari,
quelli che lavorano in borghese come guardie di sicurezza spiando
clienti e dipendenti, lavorano dodici ore al giorno e vengono pagati 2 €
per ogni ora lavorativa. Ma il bonus che ricevono se colgono in
flagrante un cliente mentre commette un furto raggiunge i 50 euro, più
la multa pagata dal cliente, fino a un massimo di 400 euro di bonus in
totale. Si tratta di una vera e propria caccia alle streghe>>.
Ä– mai possibile, quindi, che un uomo, in
disperato bisogno di lavoro, che da poco ha firmato un contratto
individuale, che sapeva benissimo che la zona era sorvegliata da guardie
di sicurezza che ricevono bonus extra se identificano ladri reali o
immaginari, avrebbe potuto commettere il furto di una cassetta di
attrezzi? E avrebbe firmato volontariamente le sue dimissioni?
<<Negli ultimi tempi la ditta
Praktiker ha proceduto al licenziamento di 15 dirigenti della società ,
effettuando risarcimenti pari alla quota di 1.000.000 €>>,
aggiunge il presidente del sindacato. <<A Stefanos, invece, non è
stato pagato il risarcimento né gli è stata data la possibilità di
ricevere l’indennità da disoccupato, nonostante fossero noti i sui seri
problemi familiari e finanziari>>.
Per celebrare il funerale di Stefanos
Valavanis è stata richiesta una raccolta di fondi dal sindacato.
Naturalmente la ditta Praktiker non si interessa dei suoi ex dipendenti,
soprattutto di quelli che si sono dimessi volontariamente. Del resto ci
son cose più importanti a cui interessarsi, come ad esempio trovare un
acquirente, perché, nonostante la redditività di 3,5 milioni registrati
nel corso del 2012, la ditta principale che si trova in Germania ha
presentato istanza di fallimento chiudendo le sue filiali in Ucraina ed
in Romania.
Adesso si può almeno consolare con il denaro del risarcimento di Stefanos Valavanis…
Fonte: unfollow.com.gr
Traduzione di Ioli Baroncini per AteneCalling.org
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