Ucraina, covert operations e guerra economica
marzo 14, 2014
Alessandro Lattanzio
La
sera del 7 marzo, alle 02:00, un aereo da trasporto decollava
dall’aeroporto di Borispil, Kiev.
Prima del decollo, quattro autocarri e
due furgoni senza targhe erano giunti all’aeroporto.
Quindici persone
in divisa nera, maschere, giubbotti antiproiettile e armate scesero e
caricarono sull’aereo più di quaranta grosse scatole. Dopodiché alcuni
uomini salirono a bordo dell’aereo.
Dopo l’operazione di carico, gli
autoveicoli lasciarono immediatamente la pista, e l’aereo decollava.
Più
tardi, dei giornalisti furono contattati da un alto funzionario del
ministero delle Finanze, riferendo che su ordine dei “nuovi leader”
tutte le riserve auree della Ucraina erano state spedite negli Stati
Uniti.
Secondo il FMI, le riserve auree dell’Ucraina ammontano a poco
più di 40 tonnellate.
Il 5 marzo, nel centro di Donetsk uomini armati
con carabine statunitensi M4A1 proteggevano alcuni attivisti
pro-golpisti circondati dalla popolazione patriottica.
I manifestanti
accusavano la presenza dei mercenari gridando “Blackwater!“, “mercenari!“, “finocchi! A chi volete sparare?”
Ma i mercenari, probabilmente non comprendendo la lingua del posto non
si smossero né dissero una parola.
Qualche giorno prima diverse
centinaia di uomini armati, della Greystone Limited, emanazione della Vehicle Company LLC, appartenente alla Blackwater/Xe/Academi,
erano arrivati all’aeroporto internazionale di Kiev.
Probabilmente
erano gli elementi incaricati di trasbordare l’oro ucraino sull’aereo
diretto negli USA. Inoltre, un cittadino russo che prese parte agli
scontri a Kiev dichiarava di avervi incontrato numerosi stranieri che
parteciparono attivamente ai combattimenti con la polizia. Provenivano
da Germania, Polonia, Turchia e probabilmente Stati Uniti.
Sempre a proposito di mercenari, la nuova struttura militare della
Guardia Nazionale, in via d’istituzione da parte dei golpisti ucraini,
incorporerà gli squadristi di piazza Majdan. Infatti, il “presidente”
ad interim Aleksandr Turchinov ha detto al parlamento che le forze
armate saranno ricostruite “effettivamente da zero“, a causa
della cattiva gestione della leadership precedente.
Tale dichiarazione
pone fine alle illazioni sull’esercito ucraino in “marcia verso la
Crimea”. Non c’è nessun esercito in marcia da nessuna parte, perché non
c’è alcun esercito che prenda ordini dai fantocci della NATO e del FMI
installatisi a Kiev. Si può affermare, tranquillamente, che le forze
armate ucraine siano di fatto dissolte o in via di allineamento con
Mosca e Kharkov.
La Guardia Nazionale, di almeno 20.000 effettivi,
dovrebbe includere “militari fedeli al nuovo regime e le unità di autodifesa di Piazza Indipendenza” mentre i golpisti hanno deciso un’”urgente purga segreta” nelle forze armate eliminando chiunque “dimostri slealtà verso il governo ucraino“. Il ministro della Difesa studia anche la possibilità di prolungare il servizio per i coscritti e di arruolarne altri 15.000.
Infatti, completando il quadro del disfacimento della macchina militare ucraina, il ministro golpista Igor Tenjukh ha descritto l’efficienza delle forze armate ucraine come “insoddisfacente”.
Infatti, completando il quadro del disfacimento della macchina militare ucraina, il ministro golpista Igor Tenjukh ha descritto l’efficienza delle forze armate ucraine come “insoddisfacente”.
Nella sua relazione
ad Aleksandr Turchinov, Tenjukh parla di “scarsa preparazione tra i
militari e carenza di specialisti, equipaggiamento ed armi” nelle forze
armate.
Solo 6.000 su 41.000 effettivi in servizio nelle forze armate “sono pronti al combattimento“;
meno del 20 per cento degli equipaggi dei veicoli corazzati è
sufficientemente addestrato, oltre il 70 per cento dei carri armati e
veicoli da combattimento è “obsoleto e in servizio da 30 anni e più“. Su 507 aerei da combattimento e 121 elicotteri d’attacco, solo il 15 per cento è riparabile.
“A causa dello scarso addestramento degli equipaggi, solo il 10 per cento di essi possono svolgere compiti operativi“.
Solo quattro navi della marina ucraina sono attive: la fregata Hetman Sagajdachnij, la corvetta antisom Ternopol, la nave comando Slavutich e la grande nave d’assalto anfibio Kostantin Olshanskij,
tutte passate alla Flotta russa del Mar Nero.
In effetti la marina
ucraina non controlla più almeno metà della propria flotta di 40 unità e
neanche le infrastrutture di Sebastopoli.
“Nel caso creasse una
forza navale propria, la Crimea potrebbe contare sulle corvette Lutsk e
Ternopol, sulla nave comando Slavutich, su diversi natanti e sull’unico
sommergibile della marina ucraina, lo Zaporozhe, di stanza a Sebastopoli“.
Il comando navale delle Forze di autodifesa della Crimea controlla
l’aviazione navale, le unità di terra e i poligoni militari.
Tenjukh
afferma che solo i lanciarazzi multipli di fabbricazione sovietica BM-27
Uragan e BM-30 Smerch “possono scoraggiare le aggressioni e sconfiggere le forze di autodifesa e le formazioni armate illegali in Crimea“.
Secondo una e-mail tra l’assistente dell’attaché dell’US Army a Kiev, Jason Gresh, e un alto ufficiale ucraino, il maggior-generale Igor Protsik, si progetterebbero vari attacchi contro basi militari ucraine, per destabilizzare la situazione in Ucraina.
“Igor, Manifestanti si dirigono rapidamente in Crimea.
Secondo una e-mail tra l’assistente dell’attaché dell’US Army a Kiev, Jason Gresh, e un alto ufficiale ucraino, il maggior-generale Igor Protsik, si progetterebbero vari attacchi contro basi militari ucraine, per destabilizzare la situazione in Ucraina.
“Igor, Manifestanti si dirigono rapidamente in Crimea.
I nostri amici a
Washington si aspettano altre azioni decise dalla rete.
Penso che sia il
momento di attuare il piano che abbiamo discusso ultimamente.
Il vostro
compito è causare certi problemi negli snodi dei trasporti nel sud-est,
al fine di bloccare la zona.
Si creeranno le condizioni favorevoli per
l’azione di Pentagono e Compagnia (la CIA. NdT).
Non perdere tempo, amico mio.
Rispettosamente, JP”
A sua volta Protsik scrive a un certo Vasil dicendogli di organizzare un attacco contro la base della 25.ma Aerobrigata dell’aeronautica ucraina di stanza a Melitopol.
A sua volta Protsik scrive a un certo Vasil dicendogli di organizzare un attacco contro la base della 25.ma Aerobrigata dell’aeronautica ucraina di stanza a Melitopol.
Questo Vasil è responsabile dell’organizzazione
dell’attacco, raccogliendo gli elementi armati cui fornisce la mappa dei
siti da attaccare.
Lee Jay Walker dice a Tokyo Modern Times: “Se l’Ucraina vuole introdurre una nuova Guardia Nazionale spoliticizzata e aperta a tutti gli ucraini, indipendentemente dal credo politico, sarebbe comprensibile.
Lee Jay Walker dice a Tokyo Modern Times: “Se l’Ucraina vuole introdurre una nuova Guardia Nazionale spoliticizzata e aperta a tutti gli ucraini, indipendentemente dal credo politico, sarebbe comprensibile.
Tuttavia, facendo sapere che le “unità d’autodifesa di
piazza Indipendenza” sono particolarmente benvenute, allora v’è un
enorme errore di giudizio. Dopo tutto, nelle aree russofone, le nuove
élite ucraine dovrebbero essere interessate a cercare di ridurre le
tensioni.
Ma ovviamente i l’elité al potere a Kiev sa che violenza e
intimidazione le hanno permesso di prendere il potere, una realtà
trascurata da USA e Unione europea. Pertanto, il nuovo provvedimento in
cantiere è chiaramente autoritario, perché viziato da motivi politici.
Entro breve sarà chiaro che il colpo di Stato filo-occidentale farà
dell’Ucraina il “caso disperato dell’occidente”, con prestiti da USA, UE
e Fondo Monetario Internazionale, tribunali penali internazionali e
strisciante adesione alla NATO, dimostrando che l’élite a Kiev non si
preoccupa della sovranità nazionale, aldilà della retorica antirussa.
In
effetti, quando verranno adottati i tagli economici, forse il popolo
ucraino sentirà ciò che i greci sentono verso l’UE.
Tuttavia, una volta
che le potenti istituzioni occidentali affonderanno i denti
sull’Ucraina, sarà troppo tardi”.
Le controsanzioni di Mosca, che prevedono il congelamento dei beni di società europee e americane attive in Russia, come PepsiCo,
Coca-Cola, General Motors, Ford, Caterpillar, IBM, Microsoft, Procter
& Gamble, ExxonMobil, Chevorn, Boeing, ConocoPhillips, ecc., probabilmente liquideranno le sanzioni occidentali in breve tempo.
“Obama
e Congresso sbraitino pure sul malvagio Vladimir Putin e l’aggressivo
orso russo, ma si tratta solo di aria fritta e retorica”, afferma
l’autore Kurt Nimmo.
Inoltre, le autorità della Crimea avviano la
nazionalizzazione della compagnia petrolifera e gasifera Chernomorneftegaz, delle ferrovie e dei centri termali sulla penisola. “Discutiamo
la nazionalizzazione di Chernomorneftegaz e di tutti i suoi beni,
compresi gli impianti di perforazione al largo della Crimea.
Questa
società sarà proclamata società repubblicana“, ha detto il Primo
Vicepremier della Crimea Rustam Temirgaliev. Le autorità della Crimea
nazionalizzano anche le ferrovia della penisola e numerose stazioni
termali appartenenti a ministeri e agenzie ucraine. “Le proprietà di
società private e singoli individui non saranno colpite. La nostra
unica richiesta è registrarsi nuovamente in conformità alla legislazione
russa“.
La Chernomorneftegaz ha aumentato la produzione
di gas nel 2013 del 40,6 per cento, pari a 1,67 miliardi di metri cubi, e
prevede di produrne 3 miliardi entro il 2015. L’azienda inoltre
gestisce ed esplora giacimenti nel Mar Nero e Mar d’Azov, sfruttandone
nove di gas e uno di petrolio.
Dispone di 17 depositi, di un gasdotto e
di un impianto di stoccaggio del gas sotterraneo. ENI ed EdF sono
partner di Chernomorneftegaz, nel quadro di un accordo di
ripartizione della produzione in quattro blocchi offshore in Crimea. Le
autorità della Crimea programmano di nazionalizzare la flotta ucraina
nella penisola oltre a diversi impianti minerari statali.
“La flotta
ucraina a Sebastopoli sarà nazionalizzata. Non abbiamo intenzione di
lasciare nessuna nave. Abbiamo anche bloccato i rifornimenti di
Chernomorneftegaz. Decideremo che anche gli impianti fotovoltaici siano
acquisiti dalla Repubblica Autonoma di Crimea“, ha detto il Premier Aksjonov.
Nel frattempo, unità e reparti dell’esercito russo continuano le intense manovre nelle regioni di Rostov, Belgorod, Kursk e Tambov. L’obiettivo principale delle esercitazioni è controllare globalmente la coesione delle unita nell’adempimento delle missioni di combattimento su territori sconosciuti e in campi non testati.
Nel frattempo, unità e reparti dell’esercito russo continuano le intense manovre nelle regioni di Rostov, Belgorod, Kursk e Tambov. L’obiettivo principale delle esercitazioni è controllare globalmente la coesione delle unita nell’adempimento delle missioni di combattimento su territori sconosciuti e in campi non testati.
Le manovre seguono due
fasi: nella prima “comandanti e contingenti di fanteria, artiglieria
e carri armati acquisiscono esperienza nel dispiegamento permanente
combinato, tramite marce su strada, treno e aereo verso gli obiettivi,
con ulteriore dispiegamento lontano, in cooperazione con le Ferrovie
Russe (RZD) nel trasferimento di attrezzature sui carri pianali”.
A questa fase segue “l’esercitazione
pratica dei militari sugli standard d’impiego di attrezzature militari e
speciali su un territorio sconosciuto, svolgendo missioni di
ricognizione e fortificazione delle posizioni, e specifiche manovre
tattiche. I tali attività, particolare attenzione viene posta sulla
furtività negli spostamenti e sulla mimetizzazione nelle aree di sosta”.
Anche grandi esercitazioni della Difesa aerea si svolgono nel distretto
militare occidentale della Russia.
I comandanti delle unità “si
addestrano alle modalità dei diversi tipi di combattimento, controllo
lontano e controllo del tiro nelle missioni di addestramento al
combattimento, agendo in modo non convenzionale, ingannando il nemico in
modo imprevedibile. Le manovre si svolgono creando vari tipi di
situazioni di combattimento in ambienti complessi, adottando le azioni
tattiche del nemico“.
L’ultima tappa riguarda “lo svolgimento
di una serie di esercitazioni volte a mantenere la coesione delle unità
in combattimento, con tiri reali sulla linea di battaglia con cui i
comandanti verificheranno la loro capacità di controllare il tiro
dell’artiglieria”.
In reazione alle manovre della NATO, il presidente della Bielorussia Aleksandr Lukashenko ha promesso una “risposta adeguata”.
“La Bielorussia reagirà adeguatamente all’incremento delle forze della NATO in prossimità dei suoi confini“, ha dichiarato Lukashenko ad una riunione del Consiglio di Sicurezza Nazionale.
“La
Bielorussia propone alla Russia di schierare sul proprio territorio
altri 15 aeromobili, causa l’attività della NATO. Da 12 a 15 aerei da
inviare in Bielorussia per pattugliamento e riserva.
Non sono in Siria,
Libia o Iraq, ma vicino ai confini della Bielorussia, e ciò non può
rimanere senza risposta”. Gli Stati Uniti hanno inviato 12 caccia
F-16 e 300 militari nella base aerea di Lask, nella Polonia centrale, e
altri 10 caccia in Lituania.
Varsavia ha chiesto a Washington di
anticipare le manovre in risposta alla crisi in Ucraina. Dall’11 marzo,
gli aerei AWACS della NATO pattugliano dello spazio aereo della Romania.
Il Presidente Lukashenko ha quindi approvato le proposte del ministero
della Difesa di rafforzare la difese aerea bielorussa.
Il ministro della
Difesa Jurij Zhadobin ha dichiarato “Il capo dello Stato ha dato
l’istruzione di verificare il piano d’interazione delle difese aeree
unificate regionali di Bielorussia e Russia, per la ridistribuzione nel
territorio bielorusso di 12 aerei russi, da effettuare a breve“.
Lukashenko ha anche reso noti i risultati della prima fase di
un’esercitazione delle forze armate bielorusse, dopo di che ha
sottolineato l’opportunità di una seconda fase delle manovre.
Oleg
Dvigalev, comandante dell’aeronautica e della difesa aerea bielorusse ha
affermato “Oggi sono stato incaricato di occuparmi del
rafforzamento delle forze del sistema di difesa aerea unito
Bielorussia-Russia. I piani d’azione congiunta prevedono l’invio di
velivoli bielorussi negli aeroporti russi e l’accoglienza di unità
dell’aviazione russa negli aeroporti bielorussi. Agendo in linea con il
dispositivo del sistema di difesa aerea unito, abbiamo incrementato le
forze della difesa aerea sul territorio bielorusso.
La decisione di
ridistribuire caccia russi negli aerodromi bielorussi è stata presa oggi
con l’approvazione russa. Gli aeroporti sono pronti a ricevere gli
aeromobili. Abbiamo già effettuato missioni di combattimento con i russi
sul nostro territorio, nel dicembre 2013. Due turni si sono già svolti.
Il pattugliamento dello spazio aereo bielorusso sarà seguito
dall’interazione tra equipaggi russi e bielorussi, trasferimento su
nuovi aeroporti e controllo totale dello spazio aereo bielorusso”,
ha detto Oleg Dvigalev, che ha ricordato che un’esercitazione di
prontezza operativa dell’esercito bielorusso ha avuto luogo nel gennaio
2014.
“Durante la prima fase le truppe dell’aeronautica della difesa
aerea saranno maggiormente coinvolte nelle manovre: il trasferimento di
truppe in nuovi settori è stato già svolto, assieme al trasferimento di
unità aeree su nuovi aeroporti, al controllo degli obiettivi e delle
violazioni dello spazio aereo. Ogni giorno aumenta il numero di unità e
centri comando dell’esercito impegnati nelle esercitazioni“, ha detto Oleg Dvigalev.
“Vorrei dire un paio di parole sulla situazione che preoccupa il nostro governo e il popolo. La questione è ampiamente seguita dai mass media, da notizie sulla situazione che spingono Lukashenko a parlare della sua posizione sull’Ucraina“, ha detto il presidente bielorusso.
“Vorrei dire un paio di parole sulla situazione che preoccupa il nostro governo e il popolo. La questione è ampiamente seguita dai mass media, da notizie sulla situazione che spingono Lukashenko a parlare della sua posizione sull’Ucraina“, ha detto il presidente bielorusso.
“Vorrei
dire che coloro che seguono da vicino le vicende non faranno tentativi
del genere, perché abbiamo annunciato la nostra posizione fin
dall’inizio. È una posizione solida e unitaria.
Inoltre, il ministro
degli Esteri è stato incaricato di far conoscere la nostra posizione
alla comunità internazionale e ai governi stranieri. Questa istruzione è
stata assolta. La nostra posizione rimane invariata. Certo, siamo
preoccupati dagli eventi in Ucraina. L’Ucraina è un Paese alleato, una
nazione sorella.
Onestamente, il popolo ucraino non merita ciò che
subisce. E’ una nazione eroica, la stragrande maggioranza degli ucraini
ha lottato contro il fascismo, siamo stati insieme nell’ultima guerra e
l’abbiamo vinta. Pertanto, prendendo in considerazione il nostro passato
comune, la nostra posizione è inequivocabile“. Il commercio tra Bielorussia e Ucraina era di quasi 7 miliardi di dollari.
“Ciò
dimostra i legami economici stretti tra Bielorussia e Ucraina. Posso
porre una domanda retorica: quale Paese e governo non sarebbe
interessato da ciò che accade in uno Stato confinante, considerati gli
stretti legami tra essi? Naturalmente siamo preoccupati“.
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