PAROLA D'ORDINE: COSTRUIRE DRONI CATTIVI
Skunk è un drone
anti-sommossa dotato di quattro lanciatori di paintball, ma può
impiegare anche proiettili e munizioni di ogni genere
Fonte: Tom's Hardware Net
Il drone anti-sommossa esiste già ed è di fabbricazione sudafricana: si
chiama Skunk (puzzola). È stato svelato ieri dalla Desert Wolf durante
la Fiera della Sicurezza (IFSEC) di Johannesburg. Si tratta di un drone
volante dotato di quattro lanciatori di paintball (proiettili innocui
pieni di vernice), ma volendo può impiegare munizioni di diverso tipo.
Il compito di Skunk dovrebbe essere quello di controllare la folla prevenendo eventuali rischi per le forze di polizia.Luci
strobo e altoparlanti dovrebbero consentire comunicazioni dirette con
le persone, dopodiché in caso di emergenza è in grado di sparare
proiettili coloranti (per ora), per marcare gli indumenti delle persone.
Non mancano poi due videocamere HD e
una videocamera termica FLIR (quella che montano anche i caccia). Per
altro è prevista anche la registrazione in tempo reale di ogni attività
dell'operatore remoto.
I primi 25 modelli saranno forniti quest'estate all'industria
dell'estrazione mineraria, dove spesso si registrano scioperi violenti.
Ogni Skunk completo costerà circa 340 mila euro (CHI PAGHERA'? LO
SAPPIAMO BENE CHE SONO SEMPRE SOLDI PUBBLICI)
C'è da rimanere scioccati a
sentir parlare di scioperi violenti e droni anti-sommossa, ma ormai la
battaglia nelle manifestazioni avviene anche nei cieli.
In
Turchia la Polizia sparava sui droni dei manifestanti di Gezi Park per
bloccare le riprese delle violenze. Domani con gli Skunk i rapporto di
forze cambierebbe. Sempre che i white hat (hacker etici) non riescano a
craccarli.
Ma non finisce qui...
Cyber-drone con GoPro: stabilisci qual'è il "target" e lui fa da solo
Che ne direste di un drone volante
dotato di smart cam che vi segue e inquadra in automatico come farebbe
un regista in un colossal (o meglio come un Killer di professione che vi
insegue per uccidervi? - ndr)?
Si chiama HEXO+ e potrebbe davvero
rivoluzionare l'intero settore, perché mette insieme la ripresa aerea
con le esigenze di spettacolarizzazione.
Il tutto per di più gestibile
tramite un'app Android e iOS per smartphone o tablet.
La startup californiana che si
nasconde dietro al progetto ha già superato la soglia minima per la
produzione sul sito di crowdfunding KickStarter: puntava a 50mila
dollari, ed è già a quota 214mila.
Per prenotarne una ci vogliono 599
dollari.
A maggio 2015 saranno consegnati i primi droni completi di app e
sospensione cardanica per la propria GoPro. La versione compelta con
GoPro Hero 3 White Edition HD costa 699 dollari. Il top di gamma con
GoPro Hero 3+ Black Edition 4K arriva a 999 dollari.
Tramite la comoda interfaccia della
app in pratica si può definire l'inquadratura che il drone dovrà tenere
durante la ripresa. Il tracking del soggetto, magari in bicicletta o su
una moto o semplicemente in corsa, è possibile grazie al costante
dialogo tra il drone e uno smartphone – che si dovrà montare sul mezzo
oppure tenere in tasca. Il protocollo wireless di riferimento è MAVLINK,
ormai standard con licenza LGPL, già visto anche sui Parrot.
Dopodiché il drone volante
fa tutto da solo: evita ostacoli, si muove in aria, accelera e rallenta,
eccetera. Il suo unico obiettivo è tenervi al centro della scena, come
avete stabilito via app.
Le riprese sono a dir poco
impressionanti anche perché HEXO+, grazie a sei pale, è capace di una
velocità massima di 70 km/h. Ovviamente non è molto ingombrante: misura
62 x 52 x 12 centimetri e pesa 980 grammi. Per di più la cosiddetta
"sospensione cardanica" per la videocamera è stata progettata per
ridurre al minimo le vibrazioni. Peccato solo per l'autonomia a pieno
carico che è di soli 15 minuti.
L'ultima nota curiosa è che è
ancora disponibile il kit fai-date-te. Per 299 dollari vendono il
dispositivo di guida automatica e i file che consentono la stampa 3D del
drone.
A parte il potenziale legato all'intrattenimento è evidente ...(!) che HEXO+ potrebbe essere usato in occasioni diverse. Immaginate
in campo giornalistico magari durante una manifestazione oppure in sede
di reportage. E che dire poi in ferie, mentre si fa una camminata in
montagna, oppure ancora in barca a vela durante qualche manovra.
E che dire se usato per scopi di"Ordine Pubblico"? Vi inseguirà fino a casa!
E non finisce ancora quì...
Robot Raptor: corre come un dinosauro e batte Usain Bolt
Una cosa è sicura: se i robot dovessero sfuggire al nostro controllo, difficilmente riusciremo a seminarli correndo. La
prima dimostrazione l'abbiamo avuta con il "Cheetah" di Boston
Dynamics, poi è stata la volta dell'Outrunner e ora ecco il Raptor.
È il nuovo progetto su cui stanno
lavorando i ricercatori dell'istituto sudcoreano KAIST. Diversamente dal
Cheetah (che vuol dire ghepardo), il modo in cui corre questo robot non
s'ispira a un mammifero contemporaneo, bensì al Velociraptor, il temibile dinosauro del Cretaceo che ha fatto passare tante notti insonni a chi ha visto il primo Jurassic Park.
Le due gambe robotiche si sono
spinte su un tapis roulant fino a 46 chilometri orari. Anche in questo
caso, come per il Cheetah, una velocità di poco superiore a quella
raggiunta dall'uomo più veloce del pianeta: Usain Bolt (circa 44
chilometri orari). E dato che noi dinosauri da poltrona non ci
avviciniamo ai record di Bolt neanche lontanamente, in caso di rivolta robotica sarebbe meglio stare fermi e difendersi piuttosto che tentare di scappare.
Il Raptor è molto differente dal
Cheetah. Il primo è leggero e piccolo, mentre il secondo è più grande e
apparentemente più pesante. Il robot Cheetah ha inoltre due "piedi"
solidi, mentre il Raptor ha due protesi in fibra di carbonio flessibili
su gambe che hanno un solo motore a testa. Un tendine consente alle
gambe di recuperare parte dell'energia che consumano.
C'è anche una sorta di coda che
fornisce equilibrio. Anche se non sembra la coda di un Velociraptor,
funziona in modo simile: oscilla quando il robot corre, fornendo un
contrappeso per evitare che cada in avanti o indietro. Entrambi i robot
devono essere collegati a una guida per evitare di cadere, quindi non
sono del tutto indipendenti. Almeno per ora… in futuro chissà.
Ne abbiamo già parlato per molti anni (dal 2007 precisamente), potete leggere tutto dentro il Blog cliccando su questo link,
e oggi inizia la fine dell'uomo attraverso le stesse cose che sta
costruendo ispirato da spiriti maligni, eh sì, sono tutte tecnologie
aliene alla bellezza e all'amore veri. Pensateci se ci riuscite!
Comunque questo piccolo riassunto
non può darvi nemmeno lontanamente l'idea di ciò che stanno facendo nei
laboratori di tutto il mondo e che qualcosa di GRANDE è ormai dietro
l'angolo di casa vostra.. ma non voltatevi mai indietro!
Bojs - Lion of Yahuda
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