Ghòuta: orrori underground
Il
governo siriano, dopo la caduta del quartiere di Ghòuta, ha
intensificato le campagne militari contro altri bastioni della
"resistenza", che sembra meno agguerrita di prima.
Dopo Ghòuta, gli "operatori di pace moderati" hanno accusato il colpo, almeno
momentaneamente. E ciò perché il quartiere damasceno era la punta di
diamante della occupazione colonialista imperialista, il suo cervello pulsante. Anche per questo è
stata così cruenta la battaglia.
Abbiamo usato i termini usuali del mainstream, che identifica le forze che si oppongono a Damasco come “ribelli” e “resistenza”.
Sotto Ghòuta
L’abbiamo fatto apposta, per far vedere quanto questa
identificazione, parte fondante della narrazione che vede un regime
sanguinario alle prese con un’opposizione libertaria, strida con quanto
sta emergendo dal Ghòuta.
Anzitutto gli orrori. Li documenta un filmato syriano che rimanda immagini che non possono esser frutto di
manipolazione.
Nel filmato al quale rimandiamo (cliccare qui)
si vedono gli orrori del Ghòuta. Le immagini inquadrano la “prigione del
pentimento”, dove si vedono le celle oscure e le gabbie interrate,
esposte all’aperto. O l’attrezzo che mostriamo nella foto in alto, dove i
prigionieri erano legati per essere torturati dagli "operatori di pace moderati".
Non solo orrori. Un altro video (cliccare qui)
mostra i tunnel scavati nel sottosuolo: un labirinto a più livelli a
quindici metri di profondità, che si snoda per chilometri e chilometri.
Si può notare dal video come, accanto alle immagini di tunnel scavati
nella roccia, si vedano gallerie larghe, bene illuminate. Prodotti d'
alta ingegneria. Che necessitano di mezzi sofisticati per lo scavo e le
rifiniture.
Opere fatte in poco tempo, che non possono essere ascritte ai quattro
straccioni armati, asserragliati nel quartiere ed ai loro schiavi, i
poveri civili mandati sottoterra a scavare. No.
Ci vuole ben altro. Macchine pesanti, ingegneri altamente qualificati. E tanti, tanti soldi. Milioni di €uro. Soldi fluiti dall’estero: dai sauditi e dall’Occidente, itaglia compresa.
Ci vuole ben altro. Macchine pesanti, ingegneri altamente qualificati. E tanti, tanti soldi. Milioni di €uro. Soldi fluiti dall’estero: dai sauditi e dall’Occidente, itaglia compresa.
Le foto che invece mettiamo in calce all’articolo le abbiamo prese dal sito Palestinafelix.
Anch’esso è schierato dalla parte della legalità, del governo. E può essere
tacciato di partigianeria dalle Bonino di turno. Ma le foto sono inequivocabili.
E mostrano i prodotti chimici rinvenuti nei tunnel, provenienti dal mercato occidentale..…
E mostrano i prodotti chimici rinvenuti nei tunnel, provenienti dal mercato occidentale..…
Vi risparmiamo le immagini degli arsenali bellici scoperti nel
sottosuolo: armi pesanti, bombe, missili e quanto altro, a tonnellate.
C’era una emergenza alimentare, dicevano le agenzie umanitarie, [quelle di Soros, di Strada, di Terzian...]
chiedendo l’apertura di corridoi per portare provvigioni (peraltro
trovate immagazzinate). Allora come facevano ad arrivare tutte queste
armi?
Lo scacco della narrazione mainstream
Quanto sta emergendo dice altro rispetto quanto ci insegnavano per anni: Come
testimoniano altro i sopravvissuti, che sono tornati a vivere nel
Ghòuta, sotto il legittimo controllo del governo.
Evidentemente non lo giudicano così sanguinario, tutt'altro, se hanno preferito
restare, piuttosto che andare via con gli "operatori di pace moderati" colonialisti imperialisti internazionalisti sionisti jihadisti, come
avrebbero potuto fare..........
Civili del Ghòuta sui quali ci si stracciava le vesta, perché
bersaglio delle bombe di Assad. E dei quali oggi non importa nulla a
nessuno nella corporazione privata ed apolide €uropa!! Nessun cronista occidentale che vada a intervistarli!!
Concludiamo questo articolo con un sondaggio del Corriere della Sera di ieri.
Solo l’11% ritiene che i raid dell’Occidente in Syria sono stati
“giusti”. Solo il 20% ritiene che Assad sia “responsabile delle
centinaia di migliaia di morti” (evidentemente l’80% non ci crede, ma
sul punto il Corriere tace).
Il 27% degli intervistati ritiene che “non ci siano prove” che
l’attacco chimico di Ghòuta sia opera di Damasco, mentre ben il 39%
ritiene che sia solo “un pretesto per intervenire contro Assad”.
Un sondaggio che indica la débâcle della narrativa corrente. E ciò
nonostante sia stata propalata da tutti i media mainstream senza
eccezione. E non certo per i new troll russi o le Fake news sioniste. Semplicemente
la gente ha visto troppe guerre giustificate con ogni mezzo in questi
anni, dall’Iraq alla Lybia a quanto altro.
Ci ha creduto una volta, due magari. Tertium non datur.
deca