SOROS PAPERS IV: come la Open Society Foundation influenzò l’opinione pubblica durante le elezioni €uropee del 2014
di Francesco Galofaro, Politecnico di Milano
Con la scorsa puntata dell’inchiesta ci siamo occupati del sistema di comunicazione politica approntato dalla fondazione Open Society in previsione delle elezioni europee del 2014, in occasione delle quali furono investiti sei milioni di dollari allo scopo di manipolare l’opinione pubblica. La nostra fonte è un documento riservato della Open Society Foundation, pubblicato da DC Leaks nel 2016 [1].
Per dimostrare che di manipolazione si tratta, e non di semplice propaganda, abbiamo già presentato due casi eclatanti: la realizzazione di una applicazione di tipo VAA, per suggerire all’elettore il partito da votare, e la profilazione degli utenti twitter in tempo reale per migliorare l’efficacia della propaganda a loro indirizzata.
Nonostante questi fatti siano noti dal
2016, sembrano essere passati inosservati, al contrario di quello del
tutto analogo che ha coinvolto Facebook e Cambridge Analytica riguardo
alle presidenziali americane. In questa puntata dell’inchiesta mi
propongo di ricostruire la rete di comunicazione della Open Society
evidenziando i meccanismi volti alla manipolazione dei giornalisti e
dell’opinione pubblica.
Come ci insegna la cibernetica, che Soros ha provato di conoscere piuttosto bene nel formulare i suoi modelli economici, un buon sistema di comunicazione prevede sei elementi: un emittente e un ricevente, tra i quali si stabilisce un canale. E’ poi necessario un codice, condiviso tra i due, che ottimizzi l’efficienza del canale. Infine, occorrono un messaggio da trasmettere e una funzione di retroazione o di controllo dell’efficacia della comunicazione stessa. Tutte queste funzioni sono assolte normalmente dal linguaggio durante gli scambi linguistici quotidiani [2].
La costruzione di un sistema di comunicazione efficace implica un lavoro su tutti gli elementi che abbiamo visto. Bisogna, naturalmente, lavorare sui contenuti del messaggio da trasmettere; sugli emittenti – ad esempio, i giornalisti – perché li producano nel modo desiderato; sui codici da impiegare, a seconda del destinatario (linguaggi giovanili; ironia; o al contrario scientificità e rigore); sui canali da impiegare (media tradizionali e nuovi); sugli stessi destinatari, perché si comportino nel modo desiderato (non solo votando per i partiti ‘amici’, ma anche ritrasmettendo il messaggio alle proprie reti). Occorre poi esercitare una funzione di controllo piuttosto delicata sull’efficacia della propria comunicazione – ce ne siamo occupati in parte nella scorsa puntata, ma molte sono le iniziative volte allo studio sull’efficacia dei messaggi da un punto di vista accademico. Come vedremo, nessuna di queste funzioni è stata trascurata dal sistema di Soros.
La rete di canali che sfruttano i nuovi media è molto ampia. 130 mila dollari sono andati a finanziare la testata online euobserver [3]; 50 mila dollari sono andati a finanziare il blog francese Bondy Blog. Tutte queste testate dichiarano orgogliosamente di far parte della “stampa libera” e nessuna riporta il maxifinanziamento ricevuto da Soros – anche questo prova l’intento chiaramente manipolatorio di una fondazione che non agisce allo scoperto. Anche la pubblicità on-line non è stata trascurata: Transparency International Latvia – Delna ha ricevuto 13.000 dollari per impiegare Google ADWords e Facebook allo scopo di convogliare almeno centomila visitatori sulla propria pagina.
I nuovi media non sostituiscono i canali tradizionali della comunicazione politica: piuttosto, li affiancano e ne cambiano le funzioni. Nessuna campagna potrebbe funzionare senza ricorrere anche ai media tradizionali. Così anche in questo campo troviamo una lista interessante. OSF Prague, un'articolazione locale della fondazione, ha ricevuto 30 mila dollari per una campagna mediatica europea che ricordi l'anniversario dell'ingresso della Repubblica Ceca nell'EU. 20 mila dollari sono andati a finanziare the “Migrant Voice”, una rivista cartacea inglese.
Ovviamente, la moltiplicazione dei canali sui nuovi e vecchi media richiede una produzione di contenuti su vasta scala e in diverse lingue. Per questo, 261 mila dollari sono stati devoluti alla European Cultural Foundation per un progetto volto a coinvolgere la comunità dei creativi, videomakers, artisti, nella produzione di contenuti rivolti alle reti sociali e alle piattaforme digitali per tutta l'Europa. Altri 95 mila dollari sono andati al Political Capital Institute, per la produzione di analisi, infografiche e video rivolti contro partiti euroscettici, etnocentrici o di estrema destra. 50.000 dollari sono andati all'associazione ungherese Prospect Muhely Alapitvany per un progetto denominato “List of shame”, che potremmo tradurre con “lista di proscrizione”.
Più in piccolo, il Media Diversity Institute ha ricevuto 50 mila dollari per realizzare campagne mediatiche rivolte ai giovani che diffondessero storie positive riguardo all'emigrazione e rispondessero con l'umorismo ai politici xenofobi. L'area di intervento era costituita da Regno Unito, Ungheria, Grecia e Italia. Sempre a rivolgersi ai giovani, 10.000 dollari sono serviti a realizzare sei video in Lituania (un progetto del Lithuanian Youth Council). Sempre a incoraggiare la partecipazione dei giovani, in questo caso sloveni, un finanziamento di 10 mila dollari che ne impiegasse il linguaggio e che impiegasse celebrità come testimonial della campagna. Lo stesso è accaduto in Germania, dove Progressive Zentrum ha ricevuto 25 mila dollari coinvolgendo la nazionale di calcio per una campagna condotta su Facebook e Twitter. Ancora, il discutibile hashtag #DON't masturHATE dà il titolo di un progetto volto a contrastare i discorsi di odio esponendoli al ridicolo. Lo scopo del progetto è l'organizzazione di workshop rivolti ad attivisti e responsabili di ONG per addestrarli sui temi della comunicazione e della pubblicità. In questo caso il proponente è la OSF locale di Bratislava e l'investimento è di 45 mila dollari.
Non tutti i destinatari della fondazione Open Society sono giovani. La necessità di dare una parvenza di obiettività al proprio discorso, contrapposta alle fantasie ideologiche del populismo e dell’estremismo, porta al così detto Fact Checking, che ci ha assillato anche durante la scorsa campagna elettorale italiana. NumbersEU ha ricevuto 15 mila dollari per mantenere un sito con un impiegato che si occupasse a tempo pieno di questa attività per tutta l'Europa. 50.000 dollari sono stati devoluti all IG Kultur Osterreich per realizzare un workshop sul fact-checking, in realtà rivolto allo sviluppo di contenuti satirici. L'associazione tra fact cheking e denigrazione dell'avversario è anche l'obiettivo di EUROPEUM - Institute for European Policy (50 mila dollari) attivo in Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia; altri 10 mila euro sono andati a Stichting Eurofacs, per il progetto europeo “Pinocchio's election campaign”. In un modo o nell'altro, in ogni caso, la gran parte dei progetti finanziati si propone di contrapporre il “controllo dei fatti” al “populismo”, allo stesso modo in cui un tempo si contrapponeva la propria verità alla propaganda altrui.
Come prova l’elenco dei giornalisti europei prezzolati dallo zar rivelato dai bolscevichi dopo il ‘17, la stampa è da sempre in vendita al migliore offerente. Le strategie della fondazione, tuttavia, sono più sottili. Ad esempio, 30 mila dollari sono stati devoluti a Euobserver ASBL per un premio rivolto a chi produca 32 articoli nel mese della campagna elettorale. Alla stessa organizzazione sono andati 75 mila dollari per creare un network di “giornalisti indipendenti” in tutte le capitali europee. 27 mila dollari hanno finanziato un workshop rivolto ai giornalisti di grido e ai professionisti della comunicazione per renderli consapevoli dell'impatto diretto che i loro articoli sull'Europa hanno nell'ascesa di movimenti populisti, xenofobi o euroscettici, e perché condividano le proprie competenze in modo da trattare i temi europei senza promuovere la causa di questi movimenti. Dunque, non si corrompono i giornalisti. Si lascia loro l’impressione di essere liberi. Li si fa assumere da qualcun’altro, o li si invita a conferenze selettive in hotel eleganti, o ancora li si premia, se giovani, per il loro impegno, costruendo la ‘figura’ del giornalista di grido, dell’influencer, del portavoce di una élite di cui ritiene, realmente e in tutta onestà, di far parte.
Ci occuperemo della biografia di Soros e degli obiettivi politici della fondazione Open Society che emergono dai documenti riservati divulgati da DC Leaks.
Nelle puntate precedenti
1) Come la Open Society Foundation controlla un terzo del parlamento europeo2) Geografia degli Eurodeputati affidabili3) Come la Open Society ci spia su twitterNOTE[1] https://www.scribd.com/document/343846323/European-Election-Portfolio-Review-Annex-i-Ee14-Project-List-of-All-Elections-Related-Grants-3?secret_password=m3V6G7QksxsGSFvjnXa4#download&from_embed[2] Jakobson, R., 1963, Essais de linguistique générale, Paris, Minuit; trad. it. Saggi di linguistica generale, Milano, Feltrinelli, 1966, pp. 185-186
[3] https://euobserver.com/
€uropee 2014: come la Open Society ci spia su Twitter
Come la Open Society Foundation influenzò l’opinione pubblica durante le elezioni €uropee del 2014
NOTE
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Lobby_gay[2] http://www.arcilesbica.it/comunicati-stampa/arcilesbica-risponde-al-circolo-mario-mieli/[3] https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cronaca/18_maggio_15/arcigay-sfrattaarcilesbica-casseroe-scontro-9d475890-580e-11e8-ac60-60db95e74eb3.shtml[4] http://www.21luglio.org/21luglio/cosa-facciamo/[5] https://www.linkedin.com/in/federico-guerrieri-9639a727/?locale=en_US[6] http://www.ilblogdellestelle.it/2014/12/rendicontazione_delle_spese_del_m5s_per_le_elezioni_europee.html[7] Foucault, M. Il potere psichiatrico: corso al collège de France (1973-1974), Milano: Feltrinelli, 2004, p. 51.
[8] Cfr. Falk – Kim, “World Order Studies and the World System”, in Thompson (ed.) Contending Approaches to World System Analysis, Beverly Hills, Sage, 1983.
[9] https://www.anarcopedia.org/index.php/Organizzazione_Non_Governativa[10] Cfr. Amin, S. Lo sviluppo ineguale, Torino: Einaudi 1977.
[11] Mayntz, R. Sociologia dell'amministrazione pubblica, Bologna: il Mulino, 1982, pp. 62-63.
[12] Foucault, M. Spazi altri: i luoghi delle eterotopie, Udine: Mimesis, 2008.
Le caratteristiche di un sistema di comunicazione
Come ci insegna la cibernetica, che Soros ha provato di conoscere piuttosto bene nel formulare i suoi modelli economici, un buon sistema di comunicazione prevede sei elementi: un emittente e un ricevente, tra i quali si stabilisce un canale. E’ poi necessario un codice, condiviso tra i due, che ottimizzi l’efficienza del canale. Infine, occorrono un messaggio da trasmettere e una funzione di retroazione o di controllo dell’efficacia della comunicazione stessa. Tutte queste funzioni sono assolte normalmente dal linguaggio durante gli scambi linguistici quotidiani [2].
La costruzione di un sistema di comunicazione efficace implica un lavoro su tutti gli elementi che abbiamo visto. Bisogna, naturalmente, lavorare sui contenuti del messaggio da trasmettere; sugli emittenti – ad esempio, i giornalisti – perché li producano nel modo desiderato; sui codici da impiegare, a seconda del destinatario (linguaggi giovanili; ironia; o al contrario scientificità e rigore); sui canali da impiegare (media tradizionali e nuovi); sugli stessi destinatari, perché si comportino nel modo desiderato (non solo votando per i partiti ‘amici’, ma anche ritrasmettendo il messaggio alle proprie reti). Occorre poi esercitare una funzione di controllo piuttosto delicata sull’efficacia della propria comunicazione – ce ne siamo occupati in parte nella scorsa puntata, ma molte sono le iniziative volte allo studio sull’efficacia dei messaggi da un punto di vista accademico. Come vedremo, nessuna di queste funzioni è stata trascurata dal sistema di Soros.
Nuovi media
La rete di canali che sfruttano i nuovi media è molto ampia. 130 mila dollari sono andati a finanziare la testata online euobserver [3]; 50 mila dollari sono andati a finanziare il blog francese Bondy Blog. Tutte queste testate dichiarano orgogliosamente di far parte della “stampa libera” e nessuna riporta il maxifinanziamento ricevuto da Soros – anche questo prova l’intento chiaramente manipolatorio di una fondazione che non agisce allo scoperto. Anche la pubblicità on-line non è stata trascurata: Transparency International Latvia – Delna ha ricevuto 13.000 dollari per impiegare Google ADWords e Facebook allo scopo di convogliare almeno centomila visitatori sulla propria pagina.
Media tradizionali
I nuovi media non sostituiscono i canali tradizionali della comunicazione politica: piuttosto, li affiancano e ne cambiano le funzioni. Nessuna campagna potrebbe funzionare senza ricorrere anche ai media tradizionali. Così anche in questo campo troviamo una lista interessante. OSF Prague, un'articolazione locale della fondazione, ha ricevuto 30 mila dollari per una campagna mediatica europea che ricordi l'anniversario dell'ingresso della Repubblica Ceca nell'EU. 20 mila dollari sono andati a finanziare the “Migrant Voice”, una rivista cartacea inglese.
Produrre contenuti creativi ed efficaci
Ovviamente, la moltiplicazione dei canali sui nuovi e vecchi media richiede una produzione di contenuti su vasta scala e in diverse lingue. Per questo, 261 mila dollari sono stati devoluti alla European Cultural Foundation per un progetto volto a coinvolgere la comunità dei creativi, videomakers, artisti, nella produzione di contenuti rivolti alle reti sociali e alle piattaforme digitali per tutta l'Europa. Altri 95 mila dollari sono andati al Political Capital Institute, per la produzione di analisi, infografiche e video rivolti contro partiti euroscettici, etnocentrici o di estrema destra. 50.000 dollari sono andati all'associazione ungherese Prospect Muhely Alapitvany per un progetto denominato “List of shame”, che potremmo tradurre con “lista di proscrizione”.
Influenzare i giovani
Più in piccolo, il Media Diversity Institute ha ricevuto 50 mila dollari per realizzare campagne mediatiche rivolte ai giovani che diffondessero storie positive riguardo all'emigrazione e rispondessero con l'umorismo ai politici xenofobi. L'area di intervento era costituita da Regno Unito, Ungheria, Grecia e Italia. Sempre a rivolgersi ai giovani, 10.000 dollari sono serviti a realizzare sei video in Lituania (un progetto del Lithuanian Youth Council). Sempre a incoraggiare la partecipazione dei giovani, in questo caso sloveni, un finanziamento di 10 mila dollari che ne impiegasse il linguaggio e che impiegasse celebrità come testimonial della campagna. Lo stesso è accaduto in Germania, dove Progressive Zentrum ha ricevuto 25 mila dollari coinvolgendo la nazionale di calcio per una campagna condotta su Facebook e Twitter. Ancora, il discutibile hashtag #DON't masturHATE dà il titolo di un progetto volto a contrastare i discorsi di odio esponendoli al ridicolo. Lo scopo del progetto è l'organizzazione di workshop rivolti ad attivisti e responsabili di ONG per addestrarli sui temi della comunicazione e della pubblicità. In questo caso il proponente è la OSF locale di Bratislava e l'investimento è di 45 mila dollari.
Fact Checking
Non tutti i destinatari della fondazione Open Society sono giovani. La necessità di dare una parvenza di obiettività al proprio discorso, contrapposta alle fantasie ideologiche del populismo e dell’estremismo, porta al così detto Fact Checking, che ci ha assillato anche durante la scorsa campagna elettorale italiana. NumbersEU ha ricevuto 15 mila dollari per mantenere un sito con un impiegato che si occupasse a tempo pieno di questa attività per tutta l'Europa. 50.000 dollari sono stati devoluti all IG Kultur Osterreich per realizzare un workshop sul fact-checking, in realtà rivolto allo sviluppo di contenuti satirici. L'associazione tra fact cheking e denigrazione dell'avversario è anche l'obiettivo di EUROPEUM - Institute for European Policy (50 mila dollari) attivo in Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia; altri 10 mila euro sono andati a Stichting Eurofacs, per il progetto europeo “Pinocchio's election campaign”. In un modo o nell'altro, in ogni caso, la gran parte dei progetti finanziati si propone di contrapporre il “controllo dei fatti” al “populismo”, allo stesso modo in cui un tempo si contrapponeva la propria verità alla propaganda altrui.
Il reclutamento “ideologico” dei giornalisti
Come prova l’elenco dei giornalisti europei prezzolati dallo zar rivelato dai bolscevichi dopo il ‘17, la stampa è da sempre in vendita al migliore offerente. Le strategie della fondazione, tuttavia, sono più sottili. Ad esempio, 30 mila dollari sono stati devoluti a Euobserver ASBL per un premio rivolto a chi produca 32 articoli nel mese della campagna elettorale. Alla stessa organizzazione sono andati 75 mila dollari per creare un network di “giornalisti indipendenti” in tutte le capitali europee. 27 mila dollari hanno finanziato un workshop rivolto ai giornalisti di grido e ai professionisti della comunicazione per renderli consapevoli dell'impatto diretto che i loro articoli sull'Europa hanno nell'ascesa di movimenti populisti, xenofobi o euroscettici, e perché condividano le proprie competenze in modo da trattare i temi europei senza promuovere la causa di questi movimenti. Dunque, non si corrompono i giornalisti. Si lascia loro l’impressione di essere liberi. Li si fa assumere da qualcun’altro, o li si invita a conferenze selettive in hotel eleganti, o ancora li si premia, se giovani, per il loro impegno, costruendo la ‘figura’ del giornalista di grido, dell’influencer, del portavoce di una élite di cui ritiene, realmente e in tutta onestà, di far parte.
Nella prossima puntata
Ci occuperemo della biografia di Soros e degli obiettivi politici della fondazione Open Society che emergono dai documenti riservati divulgati da DC Leaks.
Nelle puntate precedenti
1) Come la Open Society Foundation controlla un terzo del parlamento europeo2) Geografia degli Eurodeputati affidabili3) Come la Open Society ci spia su twitterNOTE[1] https://www.scribd.com/document/343846323/European-Election-Portfolio-Review-Annex-i-Ee14-Project-List-of-All-Elections-Related-Grants-3?secret_password=m3V6G7QksxsGSFvjnXa4#download&from_embed[2] Jakobson, R., 1963, Essais de linguistique générale, Paris, Minuit; trad. it. Saggi di linguistica generale, Milano, Feltrinelli, 1966, pp. 185-186
[3] https://euobserver.com/
deca
SOROS PAPERS V: Elenco delle associazioni italiane, finanziate per la campagna delle elezioni €uropee del 2014
di Francesco Galofaro, Politecnico di Milano
Nelle
ultime due uscite della nostra inchiesta abbiamo ricostruito il sistema
integrato delle comunicazioni messo in piedi dalla Open Society
Foundation allo scopo di influenzare il risultato delle scorse elezioni
€uropee del 2014. E' possibile leggere le due parti ai seguenti
indirizzi:€uropee 2014: come la Open Society ci spia su Twitter
Come la Open Society Foundation influenzò l’opinione pubblica durante le elezioni €uropee del 2014
La tornata elettorale ha portato
all'elezione di oltre 226 €urofantocciparlamentari considerati “affidabili”
dalla fondazione, tra i quali una pattuglia di 14 italiani, come abbiamo
visto nelle prime due parti dell'inchiesta, che possono essere reperite
agli indirizzi:
Quel
che andiamo ad approfondire con il numero di oggi sono i progetti
italiani finanziati in occasione della campagna elettorale del 2014, con
alcune considerazioni sulla sovranità dello stato nel senso
tradizionale del termine e della sua nuova versione algoritmica.
Progetti in Italia
Alcuni
tra i progetti finanziati riguardano tutti i Paesi €uropei, mentre
altri legano le elezioni europee a elezioni locali e a temi specifici.
Di seguito approfondiremo i progetti che riguardano specificamente
l'Italia.
Arcigay
Primo fra tutti il
progetto dell'Arcigay “LGBT Mob-Watch Italy-Europe 2014”, finanziato con
99.690 dollari, destinato a costituire (traduciamo) “uno strumento
permanente per monitorare, lanciare, campagne, monitorare e costituire
in lobby” la comunità gay e i simpatizzanti. Se l'obiettivo di ridurre
la distanza tra gli standard italiani ed europei di protezione può
essere condivisibile, molte più perplessità suscita lo strumento
prescelto, ovvero la costituzione in lobby. A parere di chi
scrive, il fenomeno delle lobby costituisce una pericolosa degenerazione
della democrazia. A parte ciò, “Lobby gay” è un'espressione usata fin
qui dai cattolici conservatori per squalificare quanti lottano per i
diritti LGBT. Che Arcigay si dia da fare per dimostrare i teoremi dei
complottisti sembra quantomeno un autogol clamoroso [1]. Infine, ci si
può chiedere cosa dia ad Arcigay la presunzione che le sue iniziative
legislative rappresentino le istanze, le idee e i valori dell'universo
non-eterosessuale. La domanda non sembra affatto peregrina: è alla luce
del sole il conflitto tra articolazioni di Arcigay e Arcilesbica sul
tema controverso dell'utero in affitto [2] fino allo sfratto [3].
Minoranze Rom
Per
continuare con i progetti, 26.100 dollari sono stati stanziati per
l'Associazione Upre Roma, per stimolare il voto della minoranza Rom.
25.000 dollari sono andati per scopi analoghi alla Fondazione Romani
Italia.
Associazione 21 Luglio
L'ONLUS
Associazione 21 Luglio ha ricevuto 49.782 dollari per un progetto
intitolato “Per i diritti, contro la xenofobia”. L'associazione ha lo
scopo di raccogliere donazioni in favore dei diritti dei bambini [4], ma
il progetto finanziato dalla Fondazione ha per scopo il monitoraggio
dei media per quel che riguarda discriminazioni nei confronti di Rom,
Sinti e Migranti e l'apertura di contenziosi strategici, ove possibile.
Centro Studi ed Iniziative €uropeo
Una
cifra relativamente modesta (8.910 dollari) è andata a finanziare il
progetto “Platform for voice”, che ha lo scopo di sviluppare contenuti e
statistiche da mettere a disposizione delle organizzazioni che lottano
per i diritti delle persone marginalizzate. Si tratta quindi di una
delle attività che abbiamo classificato come “produzione di contenuti”
per la rete di comunicazioni nella scorsa puntata della nostra
inchiesta.
COSPE
L'organizzazione
Cooperazione per lo sviluppo dei Paesi emergenti ha ricevuto 46.090
dollari con l'obiettivo di stimolare l'impegno attivo dei cittadini
europei residenti in Italia nella vita politica e pubblica mobilitandoli
a registrarsi e votare; di mobilitarli a partecipare attraverso una
campagna di informazione multimediale; di amplificarne la voce e le
richieste attraverso le loro associazioni rappresentative partner del
progetto. E' uno dei tanti progetti per mobilitare i cittadini europei
immigrati in altri Paesi: tra i gruppi rappresentati, troviamo anche
Polacchi, Rumeni, Cechi residenti in Inghilterra. E' facile presentare
la UE come l'unica difesa (forse più auspicata che reale) da quelle
istituzioni nazionali e locali che discriminano gli immigrati dai Paesi
appartenenti alla comunità (razzismo istituzionale).
€uropean Alternatives – Italian branch
49.500
dollari sono stati stanziati per un progetto di ampiezza europea ma
gestito da questa organizzazione italiana. Nel nome dei diritti dei più
deboli (immigrati, giovani) l'organizzazione si propone di organizzare
iniziative di campagna elettorale in senso tradizionale: sei tour in
roulotte transnazionali, feste elettorali, un sito dedicato,
videointerviste ecc. in collaborazione con ONG locali, stakeholders,
attivisti, volontari. La stessa organizzazione ha ricevuto ulteriori
24.950 dollari per l'organizzazione di un campus autunnale, dal titolo
“aggiustare l'Europa” per meglio valutare le iniziative itineranti e
comprendere “come migliori organizzazioni di base e della società civile
transnazionali potrebbero utilizzare l'attuale Legislatura europea per
creare piattaforme europee trasversali e iniziative comuni attorno ad
obiettivi condivisi”.
Media Diversity Institute
Tra
le iniziative più inquietanti abbiamo questo progetto, intitolato “Our
Elections”, che si propone di realizzare una campagna mediatica di tre
mesi. Il giovani sono il “bersaglio” preso di mira, e lo scopo, oltre
alla mobilitazione elettorale, è “rivelare atteggiamenti, travisamenti e
manipolazioni dei politici xenofobi attraverso l'umorismo e il dramma”.
L'organizzazione, la cui referente è una certa “signorina Naomi Love”,
non è italiana, non rende conto ad alcuna autorità di controllo italiana
e si propone di intervenire, oltre che in Italia, anche in Grecia,
Regno Unito e Ungheria, mobilitando i giovani attraverso messaggi che
suscitino reazioni in primo luogo emotive. Il budget per l'iniziativa
ammonta a 49.663 dollari.
Altri interventi di organizzazioni non italiane
Molti
interventi prevedono una lista di Paesi, tra i quali l'Italia, e hanno
per bersaglio forze politiche definite genericamente “€uroreject” o
“anti-€U”; tra queste, l'ungherese Political Capital Institute, il cui
progetto ha dichiaratamente “una forte focalizzazione sull'Italia”
(finanziamento: 95.228 dollari). Transparency International è stata
finanziata per denunciare i conflitti di interessi dei candidati
(122.000 dollari) coinvolgendo i social network per incoraggiare la
vigilanza collettiva. L'elenco di tutti i progetti di organizzazioni
straniere che operano l'Italia sarebbe molto lungo, essendo coinvolta in
39 progetti su 90.
Il programma fiscale
Tra
le iniziative più interessanti, troviamo quella di SOMO (Stichting
Onderzoek Multinationale Ondernemingen) che ha per bersagli l'Olanda e
l'Italia. Il progetto, intitolato “Perdite pubbliche, guadagni privati”,
è volto a far pressione per i seguenti obiettivi:
1) più
rigorosi obblighi di rendicontazione fiscale e trasparenza per le
società transnazionali, tra cui la titolarità effettiva e la
rendicontazione dei pagamenti delle imposte paese per paese;
2) rafforzare la lotta contro i flussi di capitale illecito;
3)
riforme del settore finanziario che impediscono che i costi
dell'eccessiva assunzione di rischio siano a carico dei contribuenti e
delle società;
4) meccanismi rafforzati di applicazione della responsabilità aziendale in generale.
Si
tratta davvero di un ottimo programma, da un punto di vista
liberal-liberista, volto a combattere chiari abusi a danno di piccoli
azionisti, Stati e popoli europei, senza discutere, ahimè, quell'assurda
concentrazione di capitali nelle mani di pochi attori che ne è causa
prima e motore immobile. Per realizzarlo sono stati spesi 150.000
dollari.
Italiani di successo
49.270
dollari sono stati devoluti all'associazione Young European Federalists
per realizzare il progetto Mov€urope2014, una campagna transnazionale
avente lo scopo di sensibilizzare i giovani e incoraggiarne il dialogo
con i policy-makers europei su un certo numero di temi selezionati. Il
referente è il sig. Federico Guerrieri, che di mestiere fa il
“coordinatore di campagne” - a giudicare dalla sua pagina LinkedIn [5].
E' molto interessante notare come si tratti di una persona su cui la Open Society Foundation ha in seguito investito molto: nel suo curriculum troviamo infatti un periodo di un anno alla Open University, dal 2014 al 2015.
Lobby Vs Partito
Prima
di passare a un nuovo capitolo dell'inchiesta, vorremmo fare alcuni
approfondimenti sul problema rappresentato dall'intervento massiccio
della fondazione di Soros sul territorio italiano. Non contando infatti i
progetti che hanno per estensione l'€uropa intera, quelli di cui ci
siamo occupati fin qui ammontano a un investimento di circa 750 mila
dollari. Per dare un'ordine di grandezza, si tratta di una cifra
superiore a quella dichiarata dal Movimento 5 Stelle in occasione della
stessa campagna elettorale del 2014, ovvero cpoco meno di 500.000 euro
[6].
Ci troviamo quindi di fronte a un'insieme di associazioni,
non tutte italiane ma operanti sul suolo italiano, che hanno la forza di
un piccolo partito (com'erano allora i 5 stelle) e che rendono conto a
un singolo finanziatore residente negli Stati Uniti, dal quale ricevono
fondi in dollari. Le loro azioni rispecchiano i valori di una persona
sola, le loro azioni politiche riflettono il disegno di un'unica mente.
Si tratta infine di una organizzazione che non è un Partito. A
differenza della lobby delle multinazionali del farmaco, un Partito non
si specializza su un tema selezionato, perché mira, una volta al potere,
a esercitare la sovranità. A proposito di quest'ultima, infatti, Foucault scrive che essa non è isotopica [7]. Scomoda così una nozione cara ai semiotici, ovvero quella di isotopia, che indica la distribuzione coerente di un certo tema, ovvero un certo livello di significato, che dà luogo a una data lettura della società (nel nostro caso).
Al
contrario, l'azione politica della la lobby di Soros si esercita in
Italia attorno a pochi e selezionati temi: diritti delle minoranze,
conflitto di interessi e regole per la concorrenza, anti-razzismo. Come
ogni lobby, non promuove una sintesi tra le diverse contraddizioni che
attraversano la società, ma prende parte in causa, oltre a essere del
tutto assente su alcuni temi – per citarne tre, stato sociale; diritti
dei lavoratori; ambiente. In questo modo, finisce per porsi in conflitto
con la sovranità dello Stato.
Sovranità: una nozione in crisi
Non
è facile individuare fenomeni reali che corrispondano al concetto,
arbitrario, di “sovranità”. Tutta la recente produzione delle Relazioni
Internazionali parte dal presupposto che l'ottica dello Stato sia insufficiente a comprendere le dinamiche della politica internazionale, intesa come sistema [8]. Accanto agli Stati le teorie prendono in considerazione attori intergovernativi (ad es. l'ONU) transnazionali
(multinazionali, banche) e ONG (Croce rossa, Amnesty International), le
quali, sia detto, nella maggior parte dei casi agiscono comunque in
conformità con le linee di politica estera dei rispettivi governi [9].
Nelle visioni sistemiche, l'idea centrale delle relazioni internazionali
classiche, la finzione per la quale ogni Stato è un attore unitario, è
criticata in quanto ideologica e controfattuale. Lo sviluppo diseguale
dei centri e delle periferie economiche mondiali è un effetto sistemico
del capitalismo, e non il frutto di un qualche “ritardo”. Dunque, non
tutti gli Stati sono uguali, non tutti sono in grado di esercitare una
sovranità effettiva [10].
Lo svuotamento dello Stato
Secondo Maynz [11], tra le principali funzioni di uno Stato, troviamo:
- la regolazione dei rapporti tra territorio e ambiente esterno (difesa dei confini, imperialismo, politica di potenza ecc.);
- Regolazione dei rapporti interni (tra individui, tra classi ecc.);
- Garanzia di funzionamento della Pubblica amministrazione;
Se
pensiamo all'azione della Open Society di Soros come a un attore non
governativo in grado di influenzare dall'interno le scelte politiche di
un determinato Stato, notiamo come questa definizione di Stato non
possieda che una validità formale: mentre gli Stati continuano
nominalmente a esistere, da un punto di vista funzionale, i principi in
base ai quali il loro interesse è individuato vengono decisi altrove, all'esterno dello Stato stesso.
La sovranità algoritmica
Come
si vede, solo una parte delle azioni della Open Society Foundation ha
effetto a partire dalle sue articolazioni presenti nel territorio
italiano. Un'altra parte ha efficacia perché, attraverso Internet e più
in genere tramite il sistema delle comunicazioni, il territorio dello
Stato confina con ogni altro territorio. Internet ha una
funzione analoga a quella del mare, che fa sì che Genova confini con
Shanghai, con la differenza che per giungervi non occorrono mesi e mesi
di traversate. E' ciò che Foucault chiamerebbe un'eterotopia, la quale
non solo connette spazi ritenuti incompatibili, ma li rende penetrabili
[12]. Attraverso le connessioni eterotopiche provviste dai nuovi media
si rivela una nuova minaccia per la sovranità algoritmica di uno Stato.
Infatti, pur nelle tante possibili definizioni e articolazioni della
nozione di sovranità, la sua effettività semiotica può essere
rivelata dalle sue violazioni. In modo simile, per esempio, la presenza
del sacro, comunque lo definiamo, si rivela dalla possibilità della
profanazione.
La nuova questione della sovranità
La
questione della sovranità è variamente articolata in versioni
nazionaliste, comunitariste, oppure patriottiche: queste ultime la
legano alla questione sociale. E' inutile farsi illusioni: tutte queste opzioni politiche sono nel mirino di Soros,
e considerate a vario titolo estremiste, euroscettiche, populiste. Per
intenderci, in Italia il problema non riguarda solo la Lega o il M5s, ma
anche PaP e i vari partiti comunisti. Per tutti i motivi che abbiamo
visto fin qui, sarebbe un errore considerare una lobby “progressista”
solo perché alcuni dei valori che ci propone ci persuadono. Si tratta
solo di una leva per far passare un più generale attacco allo Stato
condotto da diversi attori transnazionali come le multinazionali, non
governativi come la stessa Open Society Foundation, o intergovernativi
come l'Unione Europea. Paradossalmente, il così detto sovranismo si
alimenta della crisi della sovranità. E' venuta meno la finzione per cui
tutti gli Stati sono uguali: pochi sono gli stati sovrani superstiti:
la Cina, la Russia – altro avversario storico di Soros. La limitazione
programmatica delle leve di intervento dello Stato non fa che ridurre la
forza dei popoli a vantaggio del potere delle grandi organizzazioni
private tanto su un piano economico quanto su quello politico.
Organizzazioni come la Open Society Foundation hanno in primo luogo il
dovere, per poter agire efficacemente, di discutere la sovranità dello
Stato, di ridurlo all'esercizio puramente formale delle proprie
funzioni, di azzerarne il potere. Il tutto per stabilire quale sia il
vero interesse del popolo nonostante quel che crede il popolo.
NOTE
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Lobby_gay[2] http://www.arcilesbica.it/comunicati-stampa/arcilesbica-risponde-al-circolo-mario-mieli/[3] https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cronaca/18_maggio_15/arcigay-sfrattaarcilesbica-casseroe-scontro-9d475890-580e-11e8-ac60-60db95e74eb3.shtml[4] http://www.21luglio.org/21luglio/cosa-facciamo/[5] https://www.linkedin.com/in/federico-guerrieri-9639a727/?locale=en_US[6] http://www.ilblogdellestelle.it/2014/12/rendicontazione_delle_spese_del_m5s_per_le_elezioni_europee.html[7] Foucault, M. Il potere psichiatrico: corso al collège de France (1973-1974), Milano: Feltrinelli, 2004, p. 51.
[8] Cfr. Falk – Kim, “World Order Studies and the World System”, in Thompson (ed.) Contending Approaches to World System Analysis, Beverly Hills, Sage, 1983.
[9] https://www.anarcopedia.org/index.php/Organizzazione_Non_Governativa[10] Cfr. Amin, S. Lo sviluppo ineguale, Torino: Einaudi 1977.
[11] Mayntz, R. Sociologia dell'amministrazione pubblica, Bologna: il Mulino, 1982, pp. 62-63.
[12] Foucault, M. Spazi altri: i luoghi delle eterotopie, Udine: Mimesis, 2008.
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