MASSONERIA E SETTE SEGRETE
EPIPHANIUS
La faccia occulta della storia
MYSTERIUM INIQUITATIS
9] CAPITOLO XV SECONDA E ULTIMA PARTE
Anni decisivi! - La rivoluzione russa
DA CHI E COME FU IDEATA LA RIVOLUZIONE D'OTTOBRE
Nel quale spiego a chi non ne sia a conoscenza che fu organizzata e portata a termine da bande sioniste sinarchiche che si videro respingere dallo Zar l'attuazione di una banca privata straniera come emittente e gestore della moneta sovrana russa .... (vi ricorda qualcosa??)
Nel quale spiego a chi non ne sia a conoscenza che fu organizzata e portata a termine da bande sioniste sinarchiche che si videro respingere dallo Zar l'attuazione di una banca privata straniera come emittente e gestore della moneta sovrana russa .... (vi ricorda qualcosa??)
... continua DALLA I^ parte !!!!! (http://decamentelibera.blogspot.it/2015/03/massoneria-e-sette-segrete-cap-xv-la_5.html)
1. Le società segrete all'interno della Russia
Verso la line dell'Ottocento la Corte Imperiale e le élìtes russe, proprio come nella Rivoluzione Francese, erano impregnate di spirito massonico e particolarmente di quella forma virulenta pseudoreligiosa che è il martinismo.
I maghi si alternavano a Corte sin dal 1880 quando si volle chiamare Heinrich de Langsdorff seguito ben presto da Jean Hitch, detto Jean di Croristadt. Nel 1900 li avvicenda a Corte il famoso mago Nizier Anthelme Philippe, noto come Philippe di Lione (1849-1903), invitato dal granduca Vladimir a seguito di una conferenza di Papus.
Papus stesso non manca nel 1905 al ghiotto appuntamento russo, come ricorda l'allora ambasciatore francese a San Pietroburgo Maurice Paléologue: “chiamato da qualcuno dei suoi fedeli sito in posizione altissima che aveva bisogno dei suoi lumi”.
Si riuscì persino a fondare una loggia martinista all'interno della stessa Corte, loggia che lo zar e la zarina, probabilmente frastornati dal clima magico indotto, frequentarono assiduamente.
Nel 1906 - ad un anno dalla cocente sconfìtta ad opera del Giappone, finanziato da Wall Street - giunse a Mosca il terribile Rasputin, uno stregone che introdusse alla Corte imperiale il lamaismo tibetano e con esso un disordine morale in grado di abbattere gli spiriti e fiaccarne la resistenza.
Basti dire che agli inizi del 1917, quando ormai Rasputin era morto, i ministri dell'Interno Protopopov e della Giustizia Dobrovolski, assieme al principe Kurakin, si dedicavano tutte le sere nelle logge martiniste ad evocarne il fantasma.
Inutilmente i due maghi francesi, Papus e Philippe, avevano tentato di mettere in guardia la famiglia imperiale: essi vennero tosto soppiantati dall'ancora peggiore Rasputin.
Mentre la regalità e l'aristocrazia marcivano in queste pratiche devianti, altre logge tessevano con minuzioso lavoro da talpa la trama della rivoluzione.
Il primo governo provvisorio, composto da Paul Miliukov, dal principe Lvov e da Kerenski, fu infatti massone ai suoi vertici.
2. Le obbedienze massoniche internazionali
Prima fra tutte era l'alta massoneria ebraica del B'nai B'rith americano, affiancata dall'OTO, dallo scozzesismo massonico, dal Grande Oriente, sètte presenti tutte nel Grande Oriente dei popoli di Russia, col fine comune dell'abbattimento della dinastia dei Romanov.
E non si tratta di affermazioni campate in aria, come si deduce dalla esplicita dichiarazione di intenti alla Conferenza Internazionale dei Supremi Consigli dei 33° di Parigi nel 1929:
“Nel periodo che precedette di poco la guerra mondiale venne fondata in Russia fra il 1909 e il 1913, da certi massoni iniziati in Europa occidentale, un'organizzazione che si chiama Grande Oriente dei popoli di Russia. Questa organizzazione di massonico non aveva che il nome, non possedendo né rituale, né rapporti con le massonerie estere. Il suo scopo era puramente politico: soppressione del regime autocratico.
All'inizio della prima rivoluzione (marzo 1917) c'erano in Russia una quarantina di Logge con 400 membri. Quando venne raggiunto lo scopo politico prefissato, questa organizzazione declina rapidamente e cessa di esistere non appena la maggior parte dei suoi membri lascia la Russia (1919-1920) e il governo sovietico assume un atteggiamento ostile alla Massoneria”.
B'nai B'rith in testa, si diceva: non esagera infatti chi oggi affermi che la rivoluzione russa fu un affare essenzialmente ebraico. Lo testimonia una lettera fatta spedire allo zar da una delegazione del B'nai B'rith che il 15 giugno 1903 si presentava a Theodore Roosevelt, membro della Matinecock Lodge n. 806, per chiedergli una petizione in favore degli ebrei russi; lo testimonia la guerra russo-giapponese del 1905, interamente finanziata dalle grandi banche di New York; come testimonia l'allora presidente dell'Ordine Adolphe Krauss, riportando su B'nai B'rith News, del maggio 1920, l'intervento di un personaggio illustre, nel corso di un incontro dell'agosto 1903, svoltosi fra il conte Witte e un comitato di cui faceva parte:
“Se lo zar non vuole dare al nostro popolo la libertà desiderabile, allora una rivoluzione instaurerà la repubblica attraverso la quale si otterranno questi diritti”.
Il personaggio in questione altri non era che Jakob Schiff, israelita aschenazita a capo della potentissima banca aschenazita Kuhn & Loeb di New York, uomo dei Rothschild, gran finanziatore della rivoluzione russa, membro del B'nai B'rith e della Pilgrims' Society.
3. I finanzieri internazionali
A partire dal 1905 la Banca Kuhn & Loeb inizia a sostenere finanziariamente la rivoluzione russa,
Incaricati della distribuzione dei soldi, provenienti,
oltre che da Schiff, anche da suo genero
Felix Moritz Warburg (fondatore
della banca privata Federal Reserve nell'anno 1913), da Otto
Kahn, Mortimer Schiff, Max Breitung, Jerome H. Hanauer,
Solomon R. Guggenheim,
ovvero tutti israeliti aschenaziti membri del
B'nai B'rith,
furono dunque incaricati due membri della Pilgrims inglese e della Round
Table, i massoni Lord Alfred Milner e Sir George Buchanan (ambasciatore
britannico a Mosca), autorizzati dallo stesso governo britannico a distribuire il
denaro sporco.
La
rivoluzione russa ebbe naturalmente il pieno appoggio dello Stato maggiore
teutonico: la rete bancaria passava infatti
per la Germania, attraverso il Sindacato aschenazita Reno-Westfalia, un
consorzio sionista guidato dal magnate del carbone Kirdorf, dalla Banca Warburg
amburghese e dalla Speyer di Francoforte, per estendersi in Svezia alla
Nya Banca del sionista Olaf Aschberg.
Partecipavano
inoltre: la Banca sionista Gunzburg con sedi a
S. Pietroburgo, Tokyo e Parigi, la aschenazita Lazard Frères di Parigi.
Allo scoppio della rivoluzione, il governo del Kaiser mise a disposizione di Ленин il famoso
"treno blindato" con cui Lenin giunse il 16 aprile del 1917 a S.
Pietroburgo, accompagnato da 31 compagni tra cui la moglie Krups-kaia,
Zinoniev, Abramovitch, Rosenblum, Ins Armami e Radek (un secondo contingente
con 250 rivoluzionari seguirà a maggio), ma, soprattutto con una lettera di accredito di 40 milioni di
franchi oro.
Trotzki
da parte sua, liberato dalle prigioni canadesi, grazie all'intervento del co religionario
"Colonnello" House e di Sir. William Wiseman, munito di
passaporto falso, raggiunse Lenin il 17 maggio attraversando l'atlantico sulla
nave "Christiania Kjord" assieme a 275 compagni tagliagole, anche lui
supportato
da importanti finanziamenti.
Il solo Lord Milner avrebbe
collaborato con 16 milioni di dollari, mentre Jakob Schiff ne avrebbe
versati altri 20, al valore, naturalmente, di allora.
Il
generale dei bianchi Arsène de Goulevitch, nel suo libro Czarism and Revolution,
rapporta che il generale Janin, importante capo occulto del Comitato Centrale
russo, in data 7 aprile 1917 annotava nel suo diario sotto il titolo Au G.C.C.
Russe (al Quartier Generale russo) che un certo R. nel corso di una
conversazione gli aveva riferito che la rivoluzione “fu macchinata dagli
Inglesi e più precisamente da Lord [Alfred] Milner e da Sir Buchanan”.
Il
de Goulevitch aggiungeva quindi che Lord Milner fornì “più di 21 milioni di
rubli per il finanziamento della Rivoluzione russa”.
Fra
il 1918 e il 1922, secondo il giornalista-scrittore J. Bordiot, Lenin avrebbe
rimborsato alla Banca Kuhn, Loeb and Co. 600 milioni di rubli-oro,
corrispondenti a qualcosa come 450 milioni di dollari, mentre la Standard Oil
of New Jersey, di proprietà dei Rockefeller, all'indomani della rivoluzione
bolscevica dal canto suo acquisiva il 50% dei giganteschi campi petroliferi del
Caucaso, nonostante fossero ufficialmente di proprietà statale.
Il
19 marzo 1917 Jakob Schiff telegrafava a Miliukov, ministro degli Affari Esteri
del Governo provvisorio, il seguente messaggio: “Permettetemi, in qualità di
nemico inconciliabile dell'aristocrazia tirannica che perseguitava senza pietà
i nostri correligionari, di felicitarmi per il Vostro tramite col popolo russo
per l'azione che così brillantemente ha compiuto e di augurare pieno successo a
Voi e ai Vostri compagni di governo”.
La
persecuzione in realtà esisteva, come pure l'antisemitismo atavico delle masse
russe cristiane che vedevano negli ebrei i responsabili diretti dell'uccisione
di Nostro Signore, ed erano spinte a periodici pogrom e sollevazioni dalla
reazione alle pratiche usurarle dei prestatori di denaro ebrei.
La
realtà, peraltro, è sempre complessa e sfaccettata: non si può, ad esempio,
prescindere dall'opinione di un illustre contemporaneo, Winston Churchill, il
quale, dopo aver rilevato come in quel tempo l'antisemitismo fosse appannaggio
più delle folle russe che delle classi superiori, menziona l'impegno degli
ufficiali dell'esercito imperiale per evitare soprusi e anche casi
didegradazione di ufficiali per avere offeso ebrei.
Quindi
aggiunge:
“Le
orde di briganti dai quali la vasta distesa dell'Impero Russo si sta infestando
non esitano a soddisfare la loro sete di sangue e di vendetta a spese
dell'innocente popolazione ebraica ogni qualvolta ne abbiano occasione”,
attribuendo con ciò un ruolo notevole a bande di criminali che scorrazzavano
per la Russia.
La
situazione in ogni caso contribuì non poco a sollevare l'indignazione
dell'intera diaspora contro lo Zar.
Per
i finanzieri sionisti il fatto decisivo fu :
il
rifiuto dello stesso Zar ad accordare loro l'autorizzazione a creare nel 1905
una Banca centrale, matrice della fotocopia di quella privata che fu creata nel
1913 con la Federal Reserve negli USA, banca che, attraverso il controllo del
credito, avrebbe loro permesso di controllare l'economia russa come faranno
anche con quella statunitense ......
SCHEMA NOMINATIVO
FINANZIATORI RIVOLUZIONE BOLSCEVICA
Max Moritz Warburg $. 6.000.000 -->
Trockij & Ленин --> Jacob Schiff $. 20.000.000 --> N.E.P.
Alfred
Milner e i Rothschild $. 5.000.000 --> Trockij & Ленин --> Jacob Schiff $. 20.000.000 --> N.E.P.
J.P. Morgan & Co. e John D. Rockefeller $. ? --> Trockij & Ленин --> Harriman/Rockefeller/Vanderlip $. 10.000.000 --> N.E.P.
J.P. Morgan & Co. e John D. Rockefeller $. ? --> Trockij & Ленин --> Harriman/Rockefeller/Vanderlip $. 10.000.000 --> N.E.P.
Degna di nota è la composizione della prima amministrazione bolscevica della rivoluzione, dove, su 545 membri, ben 447 erano israeliti, a riscontro di quello che lo stesso Lenin aveva a suo lempo annunciato: “Gli ebrei formeranno i quadri principali della rivoluzione e porteranno la semenza del socialismo fra le masse russe più arretrate”.
Nel settembre 1991 Guy Konopniki, rivolgendosi dalle colonne della rivista Information Juive alla comunità ebraica francese, esclamava: “Il comunismo era anche una storia ebraica, che ci piaccia o no! [...]”; mentre sulla stessa rivista un altro autore, Emile Touati, alla vigilia della “caduta” del comunismo, denunciava coloro che avevano abbandonato la causa di Israele per abbracciare quella comunista:
“Più di cinquantanni dopo la loro esecuzione, Zinoviev, Kamenev e Radek stanno per essere riabilitati in URSS. Si tratta di tre ebrei, assai vicini a Lenin, che hanno giocato un ruolo decisivo nella rivoluzione sovietica e nel movimento comunista internazionale. [...] essi stessi coscientemente o incoscientemente hanno distolto e sviato il loro idealismo e il loro messianismo per servire - con tutto il cuore, con tutte le loro anime e con tutte le loro facoltà - una causa idolatra, e per essi, suicida. Quanti dei nostri hanno creduto che la loro salvezza e la salvezza dell'umanità giustificassero l'abbandono della loro fede e del loro popolo! [...]. Ancora nel 1967, undici anni dopo lo choc del XX Congresso, alcune Istituzioni ebraiche celebravano con compiacenza, e anche con fervore, il cinquantesimo anniversario della Rivoluzione di Ottobre con i suoi milioni di vittime che ha distrutto il grande giudaismo russo [...]” (Information Juive, luglio 1988)
Touati intendeva certamente alludere alle persecuzioni scatenate da Stalin contro il suo popolo: ma anche nell'Arcipelago Gulag ci si imbatte nel paradosso di personaggi di origine ebraica posti a capo dell'universo concentrazionista:
“Sotto Stalin nel 1934-35 il capo della Direzione generale dei campi di concentramento era Matvei Davidovich Berman e suo assistente Semen Grigorievich Rappoport. Nella regione del Mar Bianco il capo era Lazar Iosifovich Kogan e quello del settore Mar Bianco-Baltico, Semen Grigorievich Firine. Il capo della Direzione generale delle prigioni è un altro ebreo di nome Apetter. Essi "funzionavano" sotto l'alta autorità del loro correligionario G. G. Yagoda, Commissario del Popolo per gli Affari Interni (GPU), che fu uno dei più crudeli torturatori della polizia politica sovietica. Il suo assistente, ugualmente ebreo, si chiamava Sorensen, detto Jakov Saulovic Agranoff, mentre il capo della Direzione principale della polizia era Lev N. Belski, suo correligionario.
Allorché Stalin, dopo l'espulsione di Trotzki e di altri vecchi compagni (Kamenev, Zinoviev, Smirnoff), appariva come il padrone assoluto dell'URSS, il segretariato del comitato centrale del Partito, di cui era a capo, aveva per titolare un israelita della vecchia guardia, L. M. Kaganovich, di cui Stalin aveva sposato la sorella, Rosa Kaganovich.
[...] erano ugualmente israeliti: il capo della sezione di propaganda antireligiosa dell'Armata Rossa, Bloch detto Strutchhoff [...]; Wallach Finkelstein, detto Maxim Litvinov, commissario agli Affari esteri; [...] Stermann, detto Ivan Maisky, ambasciatore a Berlino; Boris Stein, ambasciatore a Roma; [...] ecc.”.
“Fatti generalmente passati sotto silenzio, scrive Emmanuel Ratier nel suo notevole libro Mystères et secrets du B'nai B'rith, la spoliazione della borghesia ebraica e l'eliminazione degli ebrei ortodossi furono condotte dalla sezione ebraica del partito comunista all'uopo costituita, la Evsekzija. Sono i suoi membri che confischeranno le fabbriche di proprietà degli israeliti, che recupereranno le materie prime e gli stock, inclusi i carretti a mano, degli ambulanti ebrei.
Si assiste così al sinistro spettacolo di ebrei che spogliano i loro stessi fratelli. È sempre la Evsekzija che patrocinia l'installazione di coloni ebrei sulle terre coltivabili. Un comitato di Stato (Komzet) venne formato per trasferire degli ebrei in fattorie, assistito da una società che aveva lo stesso scopo (Ozet), chiaramente sotto il controllo comunista.
Poiché i fondi necessari all'insediamento dei coloni, per via della miseria di questa povera gente, erano assai importanti, i comunisti ebrei ebbero l'idea di far finanziare le loro operazioni di colonizzazione mediante collette da effettuarsi presso la diaspora ebraica, soprattutto quella degli Stati Uniti, particolarmente per il tramite indiretto del Joint Distribution Committee, organismo di mutuo soccorso creato dalle associazioni ebraiche a partire dal 1922.
A differenza di altri organismi americani, esso disponeva di un sistema di distribuzione proprio, l'Agro-Joint, fatto che gli consentiva di orientare i suoi aiuti esclusivamente verso i correligionari. L'obiettivo era la raccolta in qualche mese di 10 milioni di dollari per l'acquisto di terre e per l'installazione di 25mila coloni.
Vennero alla fine raccolti ben 7,3 milioni di dollari in più. Più di 180 villaggi ebrei poterono in tal modo essere creati in Crimea e in Ucraina.
Nel febbraio 1932 in un articolo intitolato "Gli ebrei in Crimea" il B'nai B'rith poteva compiacersi dei risultati raggiunti constatando che:
“Lo stanziamento in Crimea non ha prodotto soluzioni al problema ebraico in Russia, ma ha, almeno, evitato la dissoluzione del popolo ebreo”.
Sul B'nai B'rith Magazine del marzo 1933 un autore, Norman Bentwich, mentre sottolineava la grande vitalità del popolo ebreo, scriveva:
“L'origine spirituale della Rivoluzione risale ai principi del socialismo negli insegnamenti dei profeti ebrei, anche se il Comunista nega la terra dalla quale è uscito”. Lo stesso autorevole giornale britannico Times il 10 marzo 1920 confermando i finanziamenti ebraici, faceva anche allusioni ad un “complotto”:
“Si può considerare ormai come accertato che la rivoluzione bolscevica del 1917 è stata finanziata e sostenuta principalmente dall'alta finanza ebraica attraverso la Svezia: ciò non è che un aspetto della messa in atto del complotto del 1773”.
Nasceva dunque il primo grande paese comunista della storia, al quale sarebbe stata affidata una funzione mondiale esclusiva, rivoluzionaria, come testimoniato le parole degli iniziati: “il comunismo è lo strumento con cui la finanza internazionale britannica abbatterà i governi nazionali in favore di un governo mondiale, di una polizia e di una moneta mondiali”.
Chi parlava così non era il capo di un qualche gruppo rivoluzionario o comunista, ma Nicholas Murray Butler, il 19 novembre 1937, nel corso di un convegno all'Hotel Astor di New York, punto di tradizionale incontro di personalità mondialiste e trampolino di lancio per gli “esordienti” degli agoni politici occidentali.
Egli era allora alla guida del British Israel, presidente della Pilgrims' Society e del CFR, amministratore della Fondazione Carnegie e collaboratore del grande banchiere di New York Jakob Schiff. Nel 1931 Butler fu insignito del premio Nobel per la Pace, vale a dire dell'ordine massonico internazionale riservato ai personaggi che, più o meno a loro insaputa, hanno efficacemente lavorato in direzione della Repubblica Universale.
A poco più di settantanni di distanza dalla rivoluzione bolscevica, un altro mondialista di spicco, l'israelita Zbigniew Brzezinski, dopo aver deprecato i milioni di morti causati da un esperimento sociale antiumano e fallimentare come il comunismo, nel 1989 ne traccia il necrologio:
“[...] Il comunismo non possiede più alcuna missione storica [...] preconizzo che entro un periodo di tempo storicamente prevedibile il comunismo, quale il nostro secolo lo ha sperimentato, cesserà di esistere”. In perfetta sintonia con quanto scriveva il Bollettino del Grande Oriente di Francia: “Il comunismo non può essere che una tappa e non un fine”.
Z. Brzezinski è lo stesso personaggio che solo una decina di anni prima, con coerenza tutta massonica, annunciava: “Il tempo di questo Americano (fortemente radicato e attaccato al suo paese, N.d.A.) è passato. Le forze proletarie rappresentano l'onda del futuro”. E sulla rivista ufficiale della Commissione Trilaterale, organizzazione fondata nel 1973 da David Rockefeller e di cui Brzezinski fu il teorizzatore:
“Noi dobbiamo cercare la cooperazione coi paesi comunisti in vista di un accomodamento innanzi tutto politico, ma ulteriormente filosofico”. Cooperazione che invero non serviva poi ricercare con troppo impegno dal momento che era già consolidata fìn dal 1917 nella forma dei rapporti intercorrenti fra Kapo e inquilini del lager. Lo riconosce il Daily Telegraph, che in un editoriale datato 13 agosto 1979 prende atto di verità inconcusse:
“Dal momento stesso della rivoluzione bolscevica, i politici americani si sono accaniti nell'illusione di poter acquistare l'amicizia comunista. Il loro aiuto massiccio a Stalin negli anni Venti ha permesso al suo regime di sopravvivere mentre i suoi contadini morivano. L'aiuto fornito dopo la guerra del 1939-1945 gli ha permesso di mettere alla gogna l'Europa dell'Est.
Senza le nostre forniture alimentari a buon mercato e il nostro apporto tecnologico, i dirigenti sovietici non avrebbero potuto mantenersi che diffìcilmente, e meno ancora espandersi sui quattro continenti. Il tranquillante economico americano, sotto le specie dell'umanitarismo, ha di fatto condannato milioni di uomini alla morte e all'oppressione, e incoraggiato il comunismo... Il socialismo è un fallimento economico. Perché le nostre economie relativamente prospere dovrebbero esse stesse aiutare l'URSS a seppellirci?”.
Il teologo svizzero Urs von Balthasar, assolutamente al di sopra di ogni sospetto di conservatorismo o antisemitismo, nel 1985 dichiarava:
“Comunque il marxismo sembra essere un fenomeno giudaico. Si attende il Messia, e se Egli non viene, bisogna alla fine compiere la salvezza da se stessi. Perciò è un messianismo secolarizzato. Il marxismo leninismo è una deviazione pagano-imperialista di questo messianismo giudaico [...]. Ma la storia ci dimostra che gli ebrei vanno a rifugiarsi nel grande popolo cristiano dell'America, anche per essere sostenuti in Israele, e questo può diventare tragico, esplosivo per il mondo intero”.
IL PROSSIMO :
CAPITOLO ???
ancora in lavorazione
Di questo e altri argomenti didattici si tratterà nel prossimo articolo.
ancora in lavorazione
Di questo e altri argomenti didattici si tratterà nel prossimo articolo.
deca
Bibliografia articoli fondamentali : ---> http://decamentelibera.blogspot.it/2014/11/epiphanius-massoneria-e-sette-segrete.html
CAPITOLO I
http://decamentelibera.blogspot.it/2014/12/epiphanius-massoneria-e-sette-segrete.html
CAPITOLO II - LA GNOSI 1
CAPITOLO II - LA GNOSI 1
http://decamentelibera.blogspot.it/2014/12/massoneria-e-sette-segrete-capitolo-ii.html
CAPITOLO II - LA GNOSI 2
http://decamentelibera.blogspot.it/2015/01/massoneria-e-sette-segrete-capitolo-iii.html
CAPITOLO III - LA CABALA
http://decamentelibera.blogspot.it/2015/02/massoneria-e-sette-segrete-capitolo.html
CAPITOLO II - LA GNOSI 2
http://decamentelibera.blogspot.it/2015/01/massoneria-e-sette-segrete-capitolo-iii.html
CAPITOLO III - LA CABALA
http://decamentelibera.blogspot.it/2015/02/massoneria-e-sette-segrete-capitolo.html
CAPITOLO XVII-Lo schema segreto dell'Archetipo sociale
http://decamentelibera.blogspot.it/2015/02/massoneria-e-sette-segrete-capitolo_17.html
CAPITOLO XVIII- Pan-€uropa ovvero il conte R.N. Coudenhove Kalergi
http://decamentelibera.blogspot.it/2015/03/massoneria-e-sette-segrete-cap-xv-la_5.html
MASSONERIA E SETTE SEGRETE -Cap. XV- LA Rivoluzione RUSSA, roba da sinarchi!
CAPITOLO XVIII- Pan-€uropa ovvero il conte R.N. Coudenhove Kalergi
http://decamentelibera.blogspot.it/2015/03/massoneria-e-sette-segrete-cap-xv-la_5.html
MASSONERIA E SETTE SEGRETE -Cap. XV- LA Rivoluzione RUSSA, roba da sinarchi!
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