Analfabetismo funzionale, una piaga italiana
Tratto da “Razza impura” di Franco Cilli e Domenico D’Amico
CONTINUATE A COLLEGATE I PUNTINI, SETTIMANA ENIGMISTICA DOCET!
Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Analfabetismo_funzionale: Con il termine analfabetismo funzionale si intende l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana. In generale, l’analfabetismo è l’incapacità di leggere o scrivere frasi semplici in una qualsiasi lingua.
Si parla talvolta, meno comunemente, di illetteratismo, termine usato perlopiù in ambito scientifico che definisce individui incapaci di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità.
Coloro che sono analfabeti funzionali possono essere soggetti ad intimidazione sociale, a rischi per la salute, a varie forme di stress, a bassi guadagni ed altre insidie associate alla loro inabilità. La correlazione tra crimine ed analfabetismo funzionale è ben nota ai criminologi ed ai sociologi di tutto il mondo.
Nei primi anni 2000, è stato stimato che
il 60% degli adulti nelle carceri federali e statali degli Stati Uniti
fosse funzionalmente o marginalmente analfabeta, e che l’85% dei
delinquenti minorenni avesse problemi riguardanti la lettura, la
scrittura e la matematica di base.
Tratto da http://www.italyjournal.it/2015/08/25/analfabetismo-funzionale-italiani-ai-vertici/ riporta il 25 agosto 2015: “Il
47% degli italiani, dice l‘OCSE, si informa (o non si informa), vota (o
non vota), lavora (o non lavora), seguendo soltanto una capacità di
analisi elementare: una capacità di analisi, quindi, che non solo sfugge
la complessità, ma che anche davanti ad un evento complesso (la crisi
economica, le guerre, la politica nazionale o internazionale, la BRexit, lo spread)
è capace di trarre solo una comprensione basilare”.
In altre parole soffre di analfabetismo
funzionale.
E la percentuale è talmente alta da far balzare il nostro paese al vertice di questa speciale classifica. Con il termine analfabetismo funzionale si designa l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana.
Un analfabeta è anche una persona che sa scrivere il suo nome e che magari aggiorna il suo status su Facebook, ma che non è capace “di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”.
E la percentuale è talmente alta da far balzare il nostro paese al vertice di questa speciale classifica. Con il termine analfabetismo funzionale si designa l’incapacità di un individuo di usare in modo efficiente le abilità di lettura, scrittura e calcolo nelle situazioni della vita quotidiana.
Un analfabeta è anche una persona che sa scrivere il suo nome e che magari aggiorna il suo status su Facebook, ma che non è capace “di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere con testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”.
L’Italia non è più il Bel Paese: è una nazione con un sistema scolastico
disastrato, vanta una società che per decenni ha fatto sedere alunni
sui banche di scuola per creare posti di lavoro e scuole dove sono
pochi gli insegnanti che capiscono che è importante avere sulle spalle il
futuro della nazione.
Una nazione con poca responsabilità etica e morale, dove il fenomeno dell’analfabetismo funzionale dilaga. Quello che emerge dalle ceneri è il ritratto di una ex società viziata e benestante, dove il dandy si è trasformato in trendy.
L’analfabeta funzionale non capisce il senso di un articolo pubblicato su un quotidiano, non lo sa riassumere e non è in grado di interpretarlo fino in fondo, non sa leggere tra le righe i passaggi importanti e quindi non può comprendere quando l’autore propone spunti su cui riflettere.
Una nazione con poca responsabilità etica e morale, dove il fenomeno dell’analfabetismo funzionale dilaga. Quello che emerge dalle ceneri è il ritratto di una ex società viziata e benestante, dove il dandy si è trasformato in trendy.
L’analfabeta funzionale non capisce il senso di un articolo pubblicato su un quotidiano, non lo sa riassumere e non è in grado di interpretarlo fino in fondo, non sa leggere tra le righe i passaggi importanti e quindi non può comprendere quando l’autore propone spunti su cui riflettere.
Sono in molti a credere di essere membri
di una moderna società, blog con dibattiti e opinioni, ma alla fine
inevitabilmente ti trovi davanti a un “combattivo analfabeta” di turno
che regala e dispensa perle di saggezza: una comicità senza fine!
Questi “idioti funzionali” non possiedono la capacità di comprendere la società complessa in cui vivono e riescono a vedere il mondo confrontandolo solo con le esperienze dirette acquisite; tale incapacità di analisi li porta a non tenere conto delle conseguenze indirette e di quello che può accadere nel lungo termine.
Questi “idioti funzionali” non possiedono la capacità di comprendere la società complessa in cui vivono e riescono a vedere il mondo confrontandolo solo con le esperienze dirette acquisite; tale incapacità di analisi li porta a non tenere conto delle conseguenze indirette e di quello che può accadere nel lungo termine.
Come non ricordare, inoltre l’apporto
del Prof: Schwanzstucker, che a Stoccarda, nel 1986, analizzando un
paziente italiano, come poi riportato nel suo studio “Der Idiot
Olympian”, usa per primo la definizione “idiota funzionale” (funkction
idiot).
Si trattava di un paziente napoletano, chiamato nello studio Bongiorno, dato che il poveretto non riusciva neanche a usare il termine italiano corretto, e dai suoi concittadini soprannominato U’ GGenio.
Si trattava di un paziente napoletano, chiamato nello studio Bongiorno, dato che il poveretto non riusciva neanche a usare il termine italiano corretto, e dai suoi concittadini soprannominato U’ GGenio.
La definizione poi venne in parte
confutata dal Prof Kleiner Vogel, che, nel sui studio “Dumm wie ein
fauler Fisch” analizza il paziente “zero”(U’ GGenio), definendolo
“Dysfunktionalen Idiot”, ovvero Idiota Disfunzionale.
Ormai, la mia personale disillusione mi porta solo a fermare le
persone che ritengo “razionali e pensanti”, li dissuado dal commettere
errori, grido a loro “Cosa stai facendo? Non ti accorgi che stai
commettendo una cretinata?”
Ma sono le stesse persone che ascolto
prontamente quando mi avvisano che sto per commettere uno sbaglio.
Forse ho lavorato per troppi anni in grosse aziende dove venivano
sviluppati “competenti e talentuosi” venditori/politici: personaggi
stupidi, sempre entusiasti, sempre pronti a convincere, persone che non
si chiedevano mai (nella loro ottusità) cosa vendevano e a chi
vendevano.
Visionari, strategici, motivatori eccezionali dalle eccellenti capacità
linguistiche, capaci di raggiungere il target prefissato (giudeo Marchionne docet!).
Il massimo lo si ottiene conoscendo i managers/chi ci governa: i pastori del gregge di pecore.
Hanno l’innata stupidità di fare funzionare processi di lavoro
sbagliati, sanno infondere sicurezza a un passo dal baratro, sanno
curare l’atmosfera prima della tempesta, negano l’evidenza fino al
paradosso. Sanno gestire il “felice e inconsapevole” gregge
rassicurandolo che nulla di male potrà mai accadere a loro.
Anche un
secondo prima del disastro.
Del resto, cari “intelligenti” sareste impossibili da gestire se vi metteste a discutere tutto!
Un bravo manager/chi ci governa vi infonderà sempre entusiasmo, vi
loderà e vi farà sentire apprezzati – questo è ciò di cui avete bisogno!
Perché dovete perdere tempo a chiedervi quale è la linea di confine oltre la quale è pericoloso andare?
“Ci vuole più €uropa” e anche tanto più “operatorismo di pace moderato = terrorismo”
La dittatura della U€ (alla quale la "perfida" albione si è sottratta), la cessione di sovranità che sta cancellando gli
stati nazionali, lo schema dinamico problema/soluzione/reazione al terrorismo ci
ha portato a cedere grosse porzioni di sovranità e questo è funzionale
per consolidare il totalitarismo €uropeo instillato dal sionismo.
Un suicidio di massa cedere la sovranità dello Stato: cessa di esistere il popolo e il territorio.
L’analfabetismo funzionale della classe politica italiana ci ha condotto
a politici inetti, privi di serietà e rispettabilità, siamo arrivati
alla completa mancanza di uomini politici onesti e capaci.
Machiavelli è morto!
Il controllo di certe frontiere, le frontiere esterne presidiate che
traghettano i flussi migratori invece di fermarli, il contrasto tra la
nostra cultura e quella islamica, l’impossibilità di integrazione:
nuova eredità o nemesi senza fine?
Riporto un commento di Claudio Messora: “il terrorismo dipende, non
solo dall’assenza di difesa dei nostri confini, ma anche dallo
sfruttamento sistematico dei paesi arabi che abbiamo messo in atto.
Invece di consentire uno sviluppo sostenibile di intere nazioni abbiamo
esportato democrazia, sinonimo di azioni imperialistiche in difesa degli
interessi economici delle nostre élites finanziarie, al fine di
mantenerle sempre sottomesse ai nostri voleri, così creando terreno
fertile per un odio, assolutamente giustificato, verso l’occidente.”
BY Alessia ( http://liberticida.altervista.org/ )
deca
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