Alla scoperta del MAGNESIO : aiuta a
curare quasi tutto, perché pochi lo sanno?
E’
lo scarto del sale, ma è indispensabile per l’attività di oltre 300
enzimi e svolge un ruolo fondamentale praticamente su quasi tutti gli
apparati del corpo umano.
Non a caso, da chi ne conosce le
potenzialità, è considerato la panacea di molti mali. E’ facilmente
assimilabile ed economico. Ma soprattutto funziona.
E’ l’unico fra i Sali di magnesio ad
aver dimostrato la sua efficacia nella terapia delle malattie infettive,
grazie all’effetto stimolante sui globuli bianchi e in generale su
tutto il sistema immunitario.
Il Cloruro di Magnesio aiuta a curare “epilessie,
distrofie, sclerosi, poliomielite, tumori, asma, bronchite cronica,
broncopolmonite, enfisema polmonare, influenza, pertosse, raucedine,
affezioni dell’apparato gastrointestinale, malattie cervicali, tensioni
neuro muscolari, artriti, sciatiche, dolori ai muscoli, calcificazioni,
osteoporosi, depressioni, ansie, paure, mali di testa, febbri, fuoco
di sant’Antonio, orticarie, tetano (anche quando il paziente è già
rigido), morsi di vipera (lavare anche la ferita), rabbia, parotite,
scarlattina, rosolia, morbillo e le altre malattie dell’infanzia”.
Come ogni scoperta, anche questa parte
da un evento pressoché fortuito: nel 1915 il professor Pierre Delbet,
utilizzando una soluzione di cloruro di magnesio per il lavaggio delle
ferite, si rese conto di come questa non solo non danneggiasse i
tessuti, cosa che – invece – accadeva con gli altri antisettici, ma
addirittura facilitasse la guarigione della ferita stessa.
Delbet scoprì inoltre come l’uso del
cloruro di magnesio scongiurasse pericolose complicazioni, quali le
sovra infezioni batteriche frequenti all’epoca, grazie all’azione di
stimolo sull’attività dei globuli bianchi.
Il successivo e importantissimo passo fu
scoprire che l’azione di stimolo non era limitata ai globuli bianchi,
bensì agisse su tutte le cellule dell’organismo, allargando lo spettro
oltre i meccanismi di difesa.
La sperimentazione proseguì
somministrando la soluzione anche per via orale, riscontrando – nella
maggior parte dei pazienti – il manifestarsi di una sensazione di
benessere generale, energia, una maggiore resistenza alla fatica e una
maggior stabilità emotiva.
All’epoca, le molte persone che
cominciarono ad assumere la soluzione di cloruro di magnesio in qualità
di “tonico”, con conseguenze inaspettate sull’organismo, informarono
prontamente il professore.
In poco tempo, grazie alle testimonianze
dei pazienti, Delbet si ritrovò tra le mani gli effetti della sua
“scoperta”. Il cloruro di magnesio aveva fatto scomparire completamente
disturbi dell’apparato digerente come coliti, colecistiti e angiocoliti,
aveva migliorato in modo esponenziale affezioni del sistema nervoso
quali il tremore senile, il morbo di Parkinson, i crampi muscolari.
Ancora, effetti sorprendenti erano stati riscontrati nella cura della
pelle: acne giovanile, eczema, psoriasi, verruche, geloni, prurito.
Infine, Delbet fu in grado di dimostrare come il cloruro di magnesio
potesse migliorare lo stato di unghie e capelli, di diverse patologie
legate allo stato allergico come il raffreddore da fieno, l’orticaria, i
pruriti di vario genere fino ad arrivare alle emorroidi e all’edema di
Quincke.
La sua sperimentazione si allargò a tal punto da testare il
cloruro di magnesio localmente, sotto forma di pomata: l’effetto non
raggiunse il 100% voluto, ma l’applicazione permise di far inscurire
buona parte di capelli e barbe sbiancate da anni, o di scolorire le
macchie cutanee della “vecchiaia”.
Nelle sue ricerche, Pierre Delbet fu
coadiuvato dal Dottor Neveu, ma i benefici del Cloruro di Magnesio hanno
interessato parecchi medici e ricercatori, tra cui l’italiano Raul
Vergini.
Se gli alchimisti assegnavano la
denominazione di Panacea Universale al chermes, minerale ritenuto
capace, oltre che di guarire ogni male, anche di prolungare
indefinitamente la vita, a questo punto anche il Cloruro di Magnesio
potrebbe arrogarsi, senza tema di smentita, lo stesso titolo.
La cosa incredibile è come la carenza di Magnesio sia sempre stata
ignorata dai medici come possibile causa di almeno una buona parte dei
disturbi che affliggono l’essere umano.
Il Magnesio è un elemento essenziale
presente in tutti gli organismi, indispensabile per lo svolgimento di
numerose reazioni enzimatiche. L’organismo umano ne contiene circa 25
grammi, localizzati per lo più nelle ossa, nei muscoli, nel cervello e
in altri organi come fegato, reni e testicoli.
Il Magnesio ha la capacità di produrre
l’equilibrio minerale necessario agli organi per l’espletamento delle
loro funzioni, come per esempio i reni, alimenta l’acido urico nelle
artrosi, ha potere decalcificante fino alle più sottili membrane nelle
articolazioni, nelle sclerosi e nelle sclerosi calcificate, quindi è un
valido aiuto per prevenire gli infarti poiché purifica il sangue.
Rinvigorisce anche il cervello: diversi studi attestano la sua validità
nel mantenerne la gioventù, fino alla vecchiaia.
Malgrado tutto ciò, Il Magnesio è – tra tutti gli elementi – il meno somministrato.
La sua importanza è stata, e ancora oggi continua a essere dai più, sottovalutata.
Se è stato dimostrato come, con l’uso
del Magnesio, aumenti anche la conta dei globuli bianchi perché questo
effetto, che porta il nome di citofilassi, continua a essere
ufficialmente trascurato? Come dire che per l’essere umano non sia
importante avere la possibilità di aumentare il proprio tono
immunitario.
Secondo Padre Beno J. Schorr, professore di fisica, chimica e biologia al Collegio di Santa Caterina “Il Magnesio elimina il calcio dai punti indebiti e lo fissa solidamente alle ossa.
Dopo
i 40 anni l’organismo assorbe sempre meno magnesio, producendo
vecchiaia e dolori perciò deve essere preso secondo l’età. Dai 40 ai 55
anni: mezza dose (una dose = una tazzina da caffè). Dai 55 anni ai 70:
una dose al mattino. Dai 70 ai 100 anni: una dose al mattino ed una alla
sera”. (1985)
E’ del 1932 la ricerca di
Schrunipf-Pierron: la dieta abituale delle popolazioni rurali
dell’Egitto forniva quasi due grammi di Magnesio al giorno.
Risultato?
Tra i contadini egiziani l’incidenza del cancro era 10 volte inferiore a
quella delle popolazioni di Europa e USA, mentre quella del cancro allo
stomaco addirittura 50 volte minore.
Non a caso, anche Delbet orientò
la sua ricerca anche in quest’ambito.
Nel quotidiano, Schrunipf-Pierron
osservò come i contadini egiziani non soffrissero di raffreddori,
influenze, polmoniti e pleuriti. Le loro donne partorivano con estrema
facilità, mentre gli anziani conservavano un’ “andatura elegante e
armoniosa anche in età molto avanzata”.
Sia chiaro, il Cloruro di Magnesio non è
una medicina, bensì un alimento che non ha controindicazioni ma
soprattutto è compatibile con qualsiasi cura farmacologica in corso. Ha
comunque una peculiarità non indifferente: prenderne una dose per un
dolore soltanto fa sì che eventuali altri dolori guariscano comunque,
perché il sale mette in ordine tutto il corpo.
Dove trovare Il Magnesio? Presto detto:
nei cereali integrali, la soia, i fagioli, i vegetali in genere (se
coltivati con metodo biologico), i frutti di mare, cioccolata e cacao.
Essendo un prodotto di scarto del sale, va da sé che anche il sale
marino sia ricco di Magnesio. Peccato però che l’impego di concimazioni
minerali e il raffinamento dei cibi portino alla quasi totale perdita di
magnesio. La stessa cottura può portare a un impoverimento dello stesso
fino al 70%.
Come scoprire se si è carenti di
Magnesio? Molto spesso i sintomi passano per ansia, ipereccitabilità
muscolare, cefalea, vertigini, insonnia, asma, alterazioni del ritmo
cardiaco, stanchezza eccessiva, disturbi del ciclo mestruale.
Dire che si sarà immuni da tutte le
malattie è impossibile, ma sapere che c’è la possibilità di attenuare i
dolori e il decadimento del corpo, è già una ragione importante per
cominciare ad assumerlo. Anche perché il corpo, nella sua grande
intelligenza fisiologica, elimina l’eventuale eccesso da solo.
Al
massimo, pulirete l’intestino. Che male non fa.
Per
quanto mi riguarda, devo ringraziare un erborista che, anni fa, mi ha
letteralmente “rimessa al mondo” consigliandomi il Cloruro di Magnesio.
La pigrizia a volte prende il sopravvento e io stessa, pur
consigliandolo a tutti, dimentico di assumerlo.
E gli effetti si vedono.
Per quanto mi riguarda, uso il Magnesio Supremo,
scelto dopo aver letto il libretto accompagnatorio. Iniziato con il
pensiero che comunque male non faceva, ho visto sparire in poco più di
una settimana un dolore alla schiena che credevo cronico, e non solo.
Potete trovare questo prodotto nelle farmacie più lungimiranti, nelle
erboristerie, o ordinarlo online.
Francamente dove l' acquistiate non ha
importanza. Posso solo dirvi che mi ha aiutata, tanto.
Così ho pensato
fosse giusto e doveroso, da parte mia, mettervi a parte del mio “piccolo
segreto”.
Buona vita
Cristina Colombera
Le risposte a tutti i quesiti posti dai lettori nella sezione commenti si trovano
Nella mia ricerca, ho avuto modo di leggere parecchie testimonianze.
Tra tutte, ho scelto questa:
“Rientrato
a Florianopolis, presi una dose di Cloruro di Magnesio tutte le
mattine. Tre giorni più tardi, presi una dose al mattino e una alla
sera. Al ventesimo giorno mi svegliai non più rannicchiato, ma disteso
nel letto e senza dolori.
Se camminavo, il dolore era ancora presente.
Al trentesimo giorno mi alzai sbalordito: non mi faceva male più niente.
Al quarantesimo giorno camminai per tutta la giornata sentendo appena
un leggero peso alla gamba.
Sono ormai trascorsi dieci mesi, mi sento
agile e mi piego quasi come un serpente perché il Magnesio porta via il
calcio dai punti indebiti e lo fissa solidamente alle ossa. Le mie
pulsazioni, che prima erano inferiori ai 40 battiti, sono ritornate
normali. Il mio sistema nervoso è ristabilito e molto più lucido. Il
sangue, decalcificato, è fluido. Le frequenti fitte acute al fegato sono
scomparse.
Molti chiedono cosa mi stia succedendo poiché, a giudicare
dall’aspetto, sembro ringiovanito. Infatti, ho riacquistato la gioia di
vivere. Con questa cura centinaia di persone, dopo anni di sofferenze
per dolori vertebrali, artrosi, acidi urici e altro, sono guarite al
Collegio di Santa Caterina”.
Magnesio (e Mg Cloruro): alimenti, proprietà, carenza, eccesso
- Introduzione
- Dove si trova il magnesio
- Quantità raccomandate
- Carenza ed integratori
- Integrare il magnesio: come?
- Ricerche e controversie
- Eccesso di magnesio
Introduzione
Il magnesio,
come quantità, è il quarto tra i minerali presenti nel nostro organismo
ed è essenziale per la nostra buona salute.
Circa il 50% del magnesio
contenuto nel nostro corpo si trova nelle ossa, l’altra metà si trova in
prevalenza nelle cellule che compongono i tessuti e gli organi;
soltanto l’1% si trova nel sangue, ma il nostro organismo deve fare
molti sforzi per mantenere costanti i livelli ematici di questo
minerale.
Il magnesio è necessario per più di 300 reazioni biochimiche che avvengono nel nostro organismo :
- contribuisce a mantenere la normale funzionalità muscolare e nervosa,
- regola il battito cardiaco,
- mantiene sano il sistema immunitario
- e rafforza il tessuto osseo.
Il magnesio, inoltre,
- contribuisce alla regolazione dei livelli di glucosio nel sangue,
- normalizza la pressione sanguigna,
- è coinvolto nel metabolismo dell’energia e nella sintesi delle proteine.
I ricercatori recentemente hanno
indagato sul ruolo del magnesio nella prevenzione e nella cura di alcuni
disturbi come l’ipertensione, le malattie cardiovascolari e il diabete. Il magnesio introdotto normalmente tramite gli alimenti viene assorbito nell’intestino tenue ed eliminato dai reni.
Dove si trova il magnesio
Le verdure a foglia verde, come gli
spinaci, sono una buona fonte di magnesio perché il centro della
molecola della clorofilla (la sostanza che dà alle verdure il colore
verde) contiene questo minerale.
Anche alcuni legumi (fagioli e piselli),
alcuni tipi di frutta a guscio, i semi e i cereali integrali ne
contengono quantità importanti: i cereali non integrali, invece, hanno
un contenuto piuttosto scarso, perchè quando la farina bianca viene
raffinata e trattata la crusca e il germe (le parti ricche di magnesio)
vengono rimosse. Il pane fatto con la farina integrale contiene più
magnesio rispetto a quello fatto con la farina bianca raffinata.
L’acqua del rubinetto può essere una
buona fonte di magnesio, ma la quantità di minerale contenuta varia a
seconda della sorgente. L’acqua che alla sorgente ha un maggior
contenuto di minerali è definita dura ed è quella che contiene una maggior quantità di magnesio.
Variare la propria dieta con un adeguato
apporto di legumi, frutta a guscio, cereali integrali e verdure vi
aiuterà a coprire il fabbisogno quotidiano di magnesio. Nella tabella
seguente scoprirete la quantità di magnesio contenuta in alcuni
alimenti.
ALIMENTO | Milligrammi (mg) | %RDA americana |
Mandorle, tostate, 30 g | 80 | 20 |
Anacardi, tostati, 30 g | 75 | 20 |
Soia, matura, cotta, mezza tazza |
75
|
20
|
Spinaci, congelati, cotti, mezza tazza |
75
|
20
|
Frutta a guscio, mista, tostata, 30 g | 65 | 15 |
Cereali, farina macinata, 2 biscotti | 55 | 15 |
Farina d’avena, solubile, fortificata, con acqua, 1 tazza | 55 | 15 |
Patata, bollita con la buccia, medie dimensioni | 50 | 15 |
Arachidi, tostate, 30 g
|
50 | 15 |
Burro di arachidi, semplice, 2 cucchiai | 50 | 15 |
Crusca di grano, cruda, 2 cucchiai | 45 | 10 |
Piselli, cotti, mezza tazza | 45 | 10 |
Yogurt, bianco, scremato, circa 2 dl e mezzo | 45 | 10 |
Fiocchi di cereali integrali, mezza tazza | 40 | 10 |
Fagioli cotti, mezza tazza | 40 | 10 |
Riso, integrale, chicco lungo, cotto, mezza tazza | 40 | 10 |
Lenticchie, mature, cotte, mezza tazza | 35 | 8 |
Avocado, mezza tazza di purea | 35 | 8 |
Fagioli rossi, in scatola, mezza tazza | 35 | 8 |
Fagioli borlotti, cotti, mezza tazza | 35 | 8 |
Germe di grano, crudo, 2 cucchiai | 35 | 8 |
Latte e cacao, una tazza | 33 | 8 |
Banana, cruda, medie dimensioni | 30 | 8 |
Barretta al cioccolato al latte, 45 g circa | 28 | 8 |
Latte, ridotto contenuto di grassi (2%) o senza grassi, 1 tazza | 27 | 8 |
Pane, farina normale, confezionato, una fetta | 25 | 6 |
Uvetta, senza semi, mezza tazza | 25 | 6 |
Latte intero, una tazza | 24 | 6 |
Budino al cioccolato, 120 g circa | 24 | 6 |
*RDA = Fabbisogno giornaliero. L’RDA è la quantità di riferimento specificata dalla Food and Drug Administration
(FDA) per aiutare i consumatori a capire se un certo alimento contiene
una grande o una piccola quantità di una determinata sostanza. L’RDA del
magnesio è pari a 400 milligrammi (mg) secondo le linee guida americane
(in Italia si considera invece un fabbisogno richiesto minimo di 300 mg
al giorno). La maggior parte delle etichette degli alimenti non indica
il contenuto di magnesio. La colonna “%DV” della tabella indica quindi
la percentuale del fabbisogno giornaliero di magnesio fornita dalla
porzione di alimento corrispondente. Un alimento che fornisce soltanto
il 5% del DV o meno è povero di magnesio, mentre un alimento che
fornisce dal 10 al 19% del DV è una buona sorgente di questo minerale.
Gli alimenti che forniscono il 20% o più del DV hanno un alto contenuto
di questa sostanza nutritiva. È importante ricordare che gli alimenti
che forniscono percentuali minime rispetto alla DV di una sostanza
contribuiscono comunque a una dieta sana e bilanciata.
Quantità raccomandate
I consigli sulle quantità di magnesio da
assumere nella dieta sono contenuti nel cosiddetto Dietary Reference
Intake (DRI), uno standard di valutazione messo a punto dall’Istituto di
medicina della National Academy of Sciences statunitense. L’espressione
Dietary Reference Intakes comprende un insieme di parametri che vengono
usati per pianificare e accertare l’assunzione di determinate sostanze
nutritive nelle persone sane. I tre parametri principali compresi nel
DRI sono: la dose giornaliera raccomandata (RDA), il livello di
adeguatezza (AI) e il livello massimo tollerabile (UL). L’RDA esprime la
dose media giornaliera sufficiente per soddisfare le richieste
nutrizionali di quasi tutte le persone sane (percentuale compresa tra il
97 e il 98% delle persone). Il livello di adeguatezza (AI) viene
stabilito quando non ci sono sufficienti dati scientifici per
specificare una RDA per gruppi d’età/sesso specifici. Il livello
d’adeguatezza è pari o superiore alla quantità di sostanza nutritiva
necessaria per mantenere un adeguato stato nutrizionale, in quasi tutti i
membri di una fascia d’età o di un sesso. L’UL, invece, esprime la
massima dose giornaliera consigliata per non causare effetti
collaterali. La Tabella seguente elenca le RDA del magnesio, espresse in
milligrammi, per i bambini e gli adulti.
Età
(anni) |
Maschio (mg/giorno) | Femmina (mg/giorno) | Gravidanza (mg/giorno) | Allattamento (mg/giorno) |
1-3 | 80 | 80 | ND | ND |
4-8 | 130 | 130 | ND | ND |
9-13 | 240 | 240 | ND | ND |
14-18 | 410 | 360 | 400 | 360 |
19-30 | 400 | 310 | 350 | 310 |
31+ | 420 | 320 | 360 | 320 |
I dati scientifici finora raccolti non
sono sufficienti per stabilire l’RDA del magnesio per i neonati. Per i
bambini fino ai 12 mesi il DRI viene espresso sotto forma di livello di
adeguatezza (AI), cioè di quantità media di magnesio che può essere
assunta dai bambini sani, allattati al seno. La Tabella seguente elenca i
livelli di adeguatezza per i neonati: le quantità sono espresse in
milligrammi (mg).
Età(mesi) | Maschi e femmine(mg/giorno) |
Da 0 a 6 | 30 |
Da 7 a 12 | 75 |
L’assunzione di magnesio è minore tra
gli anziani, indipendentemente dal gruppo etnico e dalla razza. Tra gli
uomini afroamericani e tra le persone di razza caucasica che fanno uso
di integratori alimentari, l’assunzione di magnesio è significativamente
maggiore rispetto alle persone che invece non li usano.
Carenza ed integratori
Anche se gli studi dietologici
suggeriscono che molti americani non assumono le quantità raccomandate
di magnesio, i sintomi da carenza sono veramente rari; tuttavia
sembrerebbe che molte persone non abbiano scorte sufficienti di magnesio
nel loro organismo, perché probabilmente l’assunzione di questo
minerale con la dieta non è sufficiente: si tratterebbe allora di una
situazione preoccupante.
Se si hanno scorte sufficienti di
magnesio nell’organismo si è più protetti dalle malattie cardiovascolari
e dalle disfunzioni a carico del sistema immunitario.
Lo stato di salute complessivo
dell’apparato digerente e dei reni influenza le scorte di magnesio in
maniera significativa: il magnesio viene assorbito dall’intestino e poi
trasportato dal sangue verso le cellule e i tessuti dell’organismo,
circa un terzo della quantità assunta con la dieta viene assorbita
dall’organismo. I disturbi gastrointestinali che causano problemi di
assorbimento, come il morbo di Crohn,
possono limitare la capacità dell’organismo di assorbire il minerale.
Questi disturbi possono impoverire le scorte di magnesio nell’organismo
e, nei casi estremi, possono provocarne la carenza. Anche il vomito o la
diarrea cronici o eccessivi possono impoverire le scorte di magnesio.
Normalmente i reni sono in grado di
limitare l’eliminazione del magnesio con le urine e quindi permettono di
assumere meno magnesio attraverso la dieta; l’eccessiva eliminazione
di magnesio con le urine può tuttavia verificarsi come effetto
collaterale di alcuni farmaci, oppure nei casi di diabete scarsamente
controllato o ancora per abuso di alcool.
Tra i primi sintomi della carenza di magnesio troviamo:
- perdita di appetito,
- nausea,
- vomito,
- affaticamento e debolezza.
Con il peggioramento della carenza, possono verificarsi anche:
- sensazione di intorpidimento e pizzicore,
- crampi e contrazioni muscolari,
- convulsioni,
- modifiche della personalità (i cambiamenti improvvisi del comportamento possono essere causati dall’eccessiva attività elettrica del cervello),
- anomalie del battito cardiaco e spasmi coronarici.
La carenza grave può essere causata da
livelli insufficienti di calcio nel sangue (ipocalcemia), inoltre è
anche associata ai livelli insufficienti di potassio nel sangue
(ipokaliemia o ipopotassiemia).
Molti di questi sintomi non sono
specifici e possono essere causati da molti altri disturbi, non solo
dalla carenza di magnesio. E’ quindi importante far valutare i sintomi
ed i problemi da un medico, che sarà in grado di fornirvi la cura più
adatta per le vostre esigenze.
Integratori: chi e quando
Gli integratori di magnesio, molto diffuso in questo periodo è il cloruro di magnesio,
possono essere indicati quando un determinato problema o disturbo
provoca l’eliminazione eccessiva del minerale o ne limita
l’assorbimento; alcuni farmaci per esempio possono provocare la carenza di magnesio, a causare questo problema sono alcuni diuretici, antibiotici e chemioterapici (farmaci usati per curare i tumori), tra cui:
- Diuretici: furosemide (Lasix®) e idroclorotiazide (contenuto in diverse associazioni di farmaci per la pressione, per esempio Acesistem®)
- Antibiotici: Gentamicina (Gentalyn®) e amfotericina
- Farmaci chemioterapici: cisplatino
Le persone affette da diabete non
tenuto adeguatamente sotto controllo possono essere aiutate da
integratori di magnesio, perché la maggiore eliminazione del minerale
con le urine è associata all’iperglicemia.
Gli integratori di magnesio possono essere indicati anche per tutti coloro che fanno abuso di alcool:
i livelli di magnesio rimangono bassi per una percentuale di persone
alcoolizzate variabile tra il 30% e il 60% e nel 90% circa dei pazienti
che stanno tentando di disintossicarsi. Chiunque assuma alcool come
sostituto di una normale alimentazione di solito vede diminuire di molto
i propri livelli di magnesio.
Le persone che soffrono di problemi cronici di malassorbimento, come il morbo di Crohn, la celiachia (enteropatia glutine-sensibile) o l’enterite regionale,
oppure si sono sottoposte a interventi chirurgici all’intestino,
possono perdere grandi quantità di magnesio a causa della diarrea o del
cattivo assorbimento dei grassi. Chi ha problemi di questo tipo può
pensare di ricorrere agli integratori.
Le persone in cui i livelli ematici di potassio e calcio sono cronicamente bassi
potrebbero avere un problema di base di carenza di magnesio. Gli
integratori di magnesio possono contribuire a correggere le carenze di
potassio e calcio.
Gli anziani sono sempre
più a rischio per quanto concerne la carenza di magnesio. Le ricerche
compiute nel 1999/2000 e nel 1994/1998 (National Health and Nutrition
Examination Surveys) suggeriscono che gli anziani assumono meno magnesio
con l’alimentazione rispetto agli adulti, inoltre negli anziani
l’assorbimento del magnesio diminuisce e contestualmente aumenta
l’eliminazione renale. Gli anziani hanno anche maggiori probabilità di
assumere farmaci che interagiscono con il metabolismo del magnesio. La
combinazione di tutti questi fattori fa sì che il rischio di carenza di
magnesio sia maggiore in questa fascia d’età. È molto importante che gli
anziani si abituino a introdurre le dosi consigliate di magnesio nella
loro dieta.
I medici sono in grado di valutare i
livelli di magnesio, quando sono presenti i problemi riportati in
precedenza, e di decidere se è necessario ricorrere agli integratori.
Integrare il magnesio: come?
Seguire una dieta ricca di cereali
integrali, legumi e verdure (soprattutto quelle a foglia verde) vi
aiuterà ad assumere la quantità di magnesio raccomandata e a mantenere
le scorte normali di questo minerale. Aumentare la quantità di magnesio
assunta con la dieta spesso può rimediare a una situazione di carenza.
Solo quando i livelli ematici di magnesio sono davvero molto bassi si consiglia il reintegro del minerale per endovena.
Possono anche essere prescritti gli integratori sotto forma di compresse, bustine o flaconcini, ma alcuni di essi possono provocare diarrea.
È fondamentale far valutare da un medico la causa, la gravità e le
conseguenze della carenza di magnesio nel sangue: il medico potrà
consigliarvi il modo migliore per reintegrare le scorte dell’organismo.
Le persone affette da patologie renali possono non essere in grado di
eliminare il magnesio in eccesso, quindi non dovrebbero assumere
integratori, se non sotto controllo medico.
Gli integratori di magnesio per uso
orale uniscono al magnesio un’altra sostanza, per cui tra gli
integratori di magnesio possiamo trovare ad esempio l’ossido di
magnesio, il solfato di magnesio, il carbonato di magnesio, il magnesio
pidolato (Mag2®), aspartato di magnesio (Polase® e Ripresa®) o il
cloruro di magnesio. La quantità di minerale indicata sulla confezione
non sempre rappresenta la quantità effettiva di magnesio presente in
ciascun composto. La quantità di magnesio nel composto e la sua
biodisponibilità influenzano l’efficacia dell’integratore. La
biodisponibilità è la quantità di magnesio presente nell’alimento, nel
farmaco o nell’integratore che viene effettivamente assorbita
dall’intestino e alla fine risulta disponibile per le attività
biologiche delle cellule e dei tessuti. Se le compresse del composto di
magnesio sono gastrorivestite di solito la biodisponibilità è minore
(ricordiamo che le compresse gastrorivestite sono quelle dotate di
rivestimento che permette loro di transitare all’interno dello stomaco e
di essere “demolite” solo una volta giunte nell’intestino tenue). In
una ricerca che ha confrontato quattro diversi tipi di preparato a base
di magnesio, risulta che la biodisponibilità dell’ossido di magnesio è
minore, mentre il cloruro di magnesio e il lattato di magnesio
presentano un assorbimento molto maggiore a parità di biodisponibilità.
Questi risultati avallano l’opinione che il contenuto di magnesio di un
integratore alimentare e la sua biodisponibilità contribuiscano alla
capacità di rimediare alle carenze di magnesio.
Ricerche e controversie
Il magnesio e la pressione sanguigna
Le evidenze epidemiologiche suggeriscono
che il magnesio con buone probabilità ha un ruolo importante nella
regolazione della pressione sanguigna: le diete ad alto contenuto di
frutta e verdura, che sono buone sorgenti di potassio e magnesio, sono
associate nella stragrande maggioranza dei casi alla minore pressione
sanguigna. La ricerca DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension),
uno studio clinico riguardante gli approcci dietetici per la lotta
all’ipertensione, ha suggerito che la pressione alta può essere tenuta
efficacemente sotto controllo da una dieta ad alto contenuto di frutta,
verdura e prodotti caseari a ridotto contenuto di grassi: una dieta del
genere fornisce un elevato apporto di magnesio, potassio e calcio,
mentre è povera di sodio e di grassi.
Una ricerca empirica, condotta su un
campione di 30.000 medici statunitensi, ha dimostrato l’effetto di
diversi fattori nutrizionali sull’incidenza dell’ipertensione (pressione
alta). Dopo quattro anni di follow-up, è stato scoperto che il minore
rischio di ipertensione è associato ai regimi alimentari che forniscono
una maggiore quantità di magnesio, potassio e fibra alimentare. Una
ricerca durata sei anni relativa al rischio di aterosclerosi all’interno
delle comunità ha monitorato un campione circa 8000 persone di entrambi
i sessi, che all’inizio dello studio non soffrivano di ipertensione.
Secondo i risultati della ricerca il rischio di sviluppare
l’ipertensione diminuisce all’aumentare della quantità di magnesio
assunta con la dieta, ma questo risultato vale soltanto per le donne.
Gli alimenti ricchi di magnesio spesso
sono anche ricchi di potassio e fibre alimentari. In questo modo risulta
difficile valutare l’effetto del solo magnesio sulla pressione
sanguigna, tuttavia le recenti scoperte scientifiche degli esperimenti
clinici DASH sono abbastanza attendibili da aver indotto il Comitato
nazionale statunitense per la prevenzione, la diagnosi, la valutazione e
la terapia dell’ipertensione ad affermare che le diete ad alto
contenuto di magnesio rappresentano una modifica positiva dello stile di
vita per le persone affette da ipertensione.
Il magnesio e il diabete
Il diabete è un disturbo che provoca una produzione insufficiente e/o un uso non efficiente dell’insulina,
un ormone prodotto dal pancreas. L’insulina aiuta l’organismo a
convertire gli zuccheri e gli amidi in energia, per consentire il
normale funzionamento delle cellule. Esistono due tipi diversi di
diabete: il diabete di tipo 1 e quello di tipo 2: il diabete di tipo 1
(anche detto diabete giovanile) viene diagnosticato con maggior
frequenza nei bambini e negli adolescenti ed è causato dall’incapacità
dell’organismo di produrre l’insulina. Il diabete di tipo 2, spesso
definito diabete dell’adulto, è invece la forma più comune di
questa malattia, si solito viene diagnosticato negli adulti ed è
collegato all’incapacità di usare l’insulina prodotta dal pancreas.
L’obesità è un fattore di rischio per l’insorgenza del diabete di tipo
2. Negli ultimi anni la percentuale di pazienti affetti da diabete di
tipo 2 è aumentata contestualmente alla maggiore incidenza dell’obesità.
Il magnesio ha un ruolo importante nel
metabolismo dei carboidrati, è infatti in grado di influenzare il
rilascio e l’attività dell’insulina, l’ormone che controlla i livelli di
glucosio (zucchero) nel sangue. Spesso nei pazienti affetti da diabete
di tipo 2 si riscontrano bassi livelli di magnesio nel sangue (ipomagnesemia).
L’ipomagnesemia può far peggiorare l’insulino-resistenza, un disturbo
che di solito precede il diabete, oppure può esserne una conseguenza.
Gli individui affetti da insulino-resistenza non sono in grado di usare
efficacemente l’insulina, devono essere somministrate loro grandi
quantità di questo ormone in modo da mantenere normali i livelli di
glucosio nel sangue. I reni possono perdere la capacità di trattenere il
magnesio durante i periodi di grave iperglicemia (i periodi in cui i
livelli di glucosio del sangue sono molto più alti del normale). La
maggiore eliminazione del magnesio con le urine, poi, può far diminuire i
livelli di magnesio nel sangue. Negli anziani, correggendo la carenza
di magnesio, è possibile migliorare la risposta e l’azione
dell’insulina.
Due ricerche compiute negli Stati Uniti,
il Nurses’ Health Study (NHS) e l’Health Professionals’ Follow-up Study
(HFS), seguono un campione di 170.000 medici e infermieri mediante
questionari che i partecipanti completano ogni due anni. Il ruolo della
dieta è stato preso in considerazione per la prima volta nel 1980
dall’NHS e nel 1986 dall’HFS, da allora in poi, ad intervalli variabili
dai due ai quattro anni, sono stati elaborati suggerimenti relativi alla
dieta. Sono anche state raccolte informazioni sull’uso degli
integratori alimentari, compresi quelli multivitaminici. Durante queste
ricerche, è stato studiato un campione di 127.000 persone (85.060 donne e
42.872 uomini) senza precedenti di diabete, malattie cardiovascolari o
tumori: la ricerca ha esaminato i fattori di rischio per lo sviluppo del
diabete di tipo 2. Le donne sono state seguite per 18 anni, mentre gli
uomini per 12 anni. Nel tempo il rischio di sviluppare il diabete di
tipo 2 si è rivelato superiore nelle persone che assumevano meno
magnesio. Queste ricerche avvalorano le indicazioni dietologiche che
consigliano di aumentare il consumo delle principali fonti di magnesio,
come i cereali integrali, la frutta a guscio e le verdure a foglia
verde.
L’Iowa Womens’s Health Study sta
seguendo un gruppo di donne anziane dal 1986. I ricercatori hanno
esaminato la connessione tra il rischio di sviluppo di diabete di tipo 2
nelle donne e l’assunzione di carboidrati, fibra alimentare e magnesio
nella dieta. Il consumo di queste sostanze è stato stimato mediante
questionari riguardanti la frequenza di assunzione di determinati
alimenti: l’incidenza del diabete durante i sei anni di follow-up è
stata determinata chiedendo ai partecipanti se i loro medici hanno
diagnosticato loro questa malattia. Basate soltanto sui semplici
rilevamenti alimentari e riferite unicamente a un campione di donne
anziane, le scoperte dei ricercatori suggeriscono che una maggiore
assunzione di cereali integrali, fibra alimentare e magnesio diminuisce
il rischio di sviluppo del diabete.
Il Women’s Health Study in origine era
stato concepito per valutare i rischi e i benefici di integratori a base
di aspirina e vitamina E a basso dosaggio per la prevenzione primaria
delle malattie cardiovascolari e dei tumori nelle donne di età superiore
ai 45 anni. Mentre esaminavano il campione di circa 40.000 donne, i
ricercatori hanno anche preso in considerazione l’associazione tra
l’assunzione del magnesio e l’incidenza del diabete di tipo 2, su un
periodo medio di 6 anni. Tra le donne in sovrappeso il rischio di
sviluppare il diabete di tipo 2 era significativamente maggiore in
quelle che assumevano meno magnesio. Questa ricerca avvalora anche le
indicazioni dietologiche che consigliano di aumentare il consumo delle
principali fonti di magnesio, come i cereali integrali, la frutta a
guscio e le verdure a foglia verde.
D’altra parte, però, la ricerca ARIC sul
rischio di aterosclerosi nelle comunità non ha evidenziato alcun
collegamento tra l’assunzione di magnesio nella dieta e il rischio di
sviluppare il diabete di tipo 2. Durante i sei anni di follow-up, i
ricercatori dell’ARIC hanno esaminato il rischio di diabete di tipo 2 su
un campione di più di 12.000 adulti che non presentavano il diabete
all’inizio della ricerca. In questa ricerca non è stata dimostrato alcun
collegamento tra l’assunzione di magnesio nella dieta e l’incidenza del
diabete di tipo 2, né nei partecipanti bianchi, né in quelli neri.
Potrebbe sembrare, quindi, che i risultati delle diverse ricerche sullo
stesso argomento siano piuttosto contraddittori. Prima di arrivare a una
conclusione relativamente a un argomento medico, però, i ricercatori
compiono diversi studi, e ne valutano accuratamente i risultati. Nel
tempo, decidono quali risultati sono abbastanza coerenti da suggerire
una conclusione, perché vogliono essere sicuri di dare consigli giusti
al pubblico.
Diversi studi clinici hanno esaminato i
benefici potenziali dell’integrazione del magnesio nel controllo del
diabete di tipo 2. In uno di essi, a 63 pazienti con livelli ematici di
magnesio minori del normale sono stati somministrati 2,5 grammi di
cloruro di magnesio per via orale al giorno (preparazione liquida,
equivalente a 300 mg di magnesio puro al giorno) oppure un placebo. Alla
fine del periodo di osservazione, durato sedici settimane, quelli che
avevano ricevuto l’integratore avevano livelli di magnesio nel sangue
più alti e il diabete era tenuto meglio sotto controllo,rispetto a
quelli a cui era stato somministrato il placebo, come suggerito dalla
diminuzione dei livelli dell’emoglobina A1C. L’esame dell’emoglobina A1C
misura il controllo complessivo del glucosio nel sangue su un periodo
di due o tre mesi, e molti medici lo considerano l’esame del sangue più
importante per i diabetici.
In un’altra ricerca 128 pazienti con
diabete di tipo 2 scarsamente controllato hanno ricevuto, in maniera del
tutto casuale e per un periodo di trenta giorni, un placebo oppure un
integratore contenente 500 mg oppure 1000 mg di ossido di magnesio
(MgO). Tutti i pazienti, inoltre, sono stati curati con una dieta
speciale, oppure con una dieta associata a farmaci in grado di tenere
sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue. I livelli di magnesio
sono aumentati nel gruppo che ha ricevuto 1000 mg di ossido di magnesio
al giorno (equivalenti a 600 mg di magnesio puro al giorno), ma non sono
variati in modo significativo nel gruppo a cui è stato somministrato il
placebo oppure la quantità di 500 mg di ossido di magnesio al giorno
(equivalente a 300 mg di magnesio puro). Tuttavia, nessuna delle due
quantità di magnesio ha migliorato in maniera significativa il controllo
del glucosio nel sangue.
Questi studi forniscono risultati
interessanti, ma suggeriscono anche che sono necessarie ulteriori
ricerche per spiegare meglio l’associazione tra i livelli di magnesio
nel sangue, l’assunzione di magnesio nella dieta e il diabete di tipo 2.
Nel 1999, l’American Diabetes Association (ADA) ha fornito ai diabetici
delle indicazioni dietetiche, affermando che “la valutazione periodica
dei livelli di magnesio nel sangue è consigliata soltanto nei pazienti
ad alto rischio di carenza di magnesio. I livelli di magnesio dovrebbero
essere monitorati solo se si tratta di un caso accertato di
ipomagnesemia.”
Il magnesio e le malattie cardiovascolari
Il metabolismo del magnesio è molto
importante per la sensibilità all’insulina e per il controllo della
pressione sanguigna. L’associazione osservata empiricamente tra il
metabolismo del magnesio, il diabete e l’ipertensione aumenta la
probabilità che il metabolismo del magnesio sia in grado di influenzare
le malattie cardiovascolari.
Alcune ricerche hanno dimostrato che
esiste un collegamento tra i livelli alti di magnesio nel sangue e il
minore rischio di cardiopatie coronariche. Inoltre alcune ricerche
dietologiche hanno suggerito che una maggiore assunzione di magnesio è
in grado di diminuire il rischio di infarto.
Le ricerche suggeriscono, inoltre, che la carenza di magnesio
nell’organismo fa aumentare il rischio di anomalie del battito cardiaco,
che a loro volta aumentano la probabilità di complicazioni dopo un
infarto. Questi studi suggeriscono che consumare la quantità di magnesio
consigliata può apportare benefici all’apparato circolatorio.
Diversi studi di minore importanza
suggeriscono che gli integratori di magnesio sono in grado di migliorare
il decorso delle coronaropatie. In una di queste ricerche sono stati
esaminati su un campione di 187 pazienti gli effetti degli integratori
del magnesio sulla resistenza allo sforzo (camminare su tapis roulant o
andare in bicicletta), sul dolore al petto causato dall’esercizio fisico
e sulla qualità della vita complessiva. Ai pazienti è stato
somministrato un placebo oppure un integratore contenente 265
milligrammi di magnesio citrato due volte al giorno per sei mesi. Alla
fine del periodo di osservazione i ricercatori hanno scoperto che questa
terapia ha aumentato in maniera significativa i livelli di magnesio. I
pazienti a cui è stato somministrato il magnesio sono stati in grado di
aumentare la durata dello sforzo del 14%, mentre il gruppo che ha
ricevuto il placebo non ha fatto registrare cambiamenti significativi.
Coloro ai quali è stato somministrato il magnesio hanno sofferto con
minore frequenza di dolore al petto.
In un’altra ricerca 50 pazienti affetti
da coronaropatia sono stati scelti in modo completamente casuale per
ricevere due volte al giorno un placebo o un integratore di magnesio che
forniva loro 342 mg di ossido di magnesio. Dopo sei mesi coloro ai
quali era stato somministrato l’integratore presentavano significativi
miglioramenti nella resistenza allo sforzo.
In una terza ricerca, i ricercatori si
sono chiesti se l’integrazione del magnesio migliorasse gli effetti
antitrombotici dell’aspirina: hanno quindi esaminato la coagulazione del
sangue in 42 pazienti con problemi alle coronarie. Per tre mesi ciascun
paziente ha ricevuto un placebo oppure un integratore con 400 mg di
magnesio, due o tre volte al giorno. Dopo una pausa di quattro settimane
i due gruppi sono stati scambiati, in modo che ciascun partecipante
allo studio ricevesse l’altra terapia per altri tre mesi. I ricercatori
hanno scoperto che l’integrazione di magnesio ha un effetto
antitrombotico che si va a sommare a quello dell’aspirina.
Questi studi sono incoraggianti, ma sono
stati condotti su campioni molto piccoli. Sono necessarie ulteriori
ricerche per capire meglio le complesse relazioni tra l’assunzione del
magnesio, gli indicatori delle scorte di magnesio e le patologie
cardiache. I medici sono in grado di valutare i livelli di magnesio se
si verificano i problemi riportati in precedenza, e di decidere se è
necessario ricorrere agli integratori.
Magnesio e osteoporosi
La salute delle nostre ossa dipende da
molte sostanze diverse, ma le più importanti sono il calcio e la
vitamina D. Tuttavia alcune ricerche suggeriscono che la carenza di
magnesio potrebbe rappresentare un fattore di rischio aggiuntivo per
l’osteoporosi post-menopausa.
È probabile che questo avvenga perché la carenza di magnesio altera il
metabolismo del calcio e gli ormoni responsabili della regolazione del
calcio. Diversi studi compiuti su campioni di pazienti hanno suggerito
che l’assunzione di integratori di magnesio potrebbe migliorare la
densità ossea. In una ricerca compiuta su un campione di anziani si è
visto che una maggiore assunzione di magnesio riusciva a salvaguardare
con maggiore efficacia la densità ossea. Le diete che forniscono i
livelli di magnesio consigliati apportano benefici alla salute delle
ossa, ma sono necessarie ulteriori ricerche sul ruolo del magnesio nel
metabolismo osseo e nell’osteoporosi.
Eccesso di magnesio
Il magnesio, se assunto normalmente con gli alimenti, non presenta alcun rischio per la salute, tuttavia gli
integratori come il cloruro di magnesio, con i loro alti dosaggi,
possono causare effetti collaterali come la diarrea e i crampi
addominali. Il rischio di tossicità del magnesio aumenta se si
soffre di insufficienza renale, perché i reni non sono in grado di
eliminare il magnesio in eccesso. Anche i lassativi e gli antiacidi che
contengono dosi massicce di magnesio sono stati associati al rischio di
tossicità. Ad esempio si è verificato un caso di ipermagnesemia in una
ragazza di 16 anni, dopo l’assunzione di una sospensione orale a base di
magnesio idrossido e alluminio idrossido: la ragazza aveva deciso di
assumere l’antiacido ogni due ore, anziché quattro volte al giorno, come
correttamente prescritto dal medico. Tre giorni dopo ha perso
conoscenza e il riflesso tendineo profondo non rispondeva più. I dottori
non erano in grado di stabilire con precisione quanto magnesio avesse
assunto, ma la ragazza presentava livelli di magnesio nel sangue cinque
volte maggiori del normale. E’ quindi importante che i medici siano
consapevoli degli effetti dei lassativi o degli antiacidi che contengono
il magnesio. I sintomi dell’eccesso di magnesio sono simili a quelli
della carenza di questo minerale, tra di essi troviamo:
- cambiamenti dello stato mentale,
- nausea,
- diarrea,
- perdita dell’appetito,
- debolezza muscolare,
- difficoltà respiratorie,
- pressione molto bassa,
- battito cardiaco irregolare.
La Tabella seguente elenca i livelli
massimi tollerabili di integratori di magnesio consentiti nei neonati,
nei bambini e negli adulti sani. Tutti i livelli sono espressi in
milligrammi (mg). I medici, però, possono prescrivere il magnesio a
dosaggi maggiori, in caso di patologie specifiche. Non esiste alcun
livello massimo per la normale assunzione di magnesio con la dieta, ma
solo per gli integratori.
Età | Maschio (mg/giorno) | Femmina (mg/giorno) | Gravidanza(mg/giorno) | Allattamento(mg/giorno) |
Neonati | ? | ? | ND | ND |
1-3 | 65 | 65 | ND | ND |
4-8 | 110 | 110 | ND | ND |
9-18 | 350 | 350 | 350 | 350 |
19+ | 350 | 350 | 350 | 350 |
Traduzione a cura di Elisa Bruno
Revisione scientifica e correzione a cura del Dr. Guido Cimurro (farmacista)
Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun
modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario
di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica
qualsiasi consiglio od indicazione riportata.
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