La menzogna di Pasqua
Le festività pasquali
provengono dai riti per l’equinozio di primavera, che simboleggiava il
vivificarsi delle energie di risanamento fisico e spirituale
Al di là dei reali eventi storici ed essoterici, la misterosofia Pasquale simboleggia lo spirito che risorge a nuova vita in fusione con l’Essere divino trascendentale
Siamo in prossimità della Pasqua, e oltre a provare
ad indignarsi per il massacro di migliaia di poveri agnellini indifesi
(che non significa essere vegani… si tratta di non esagerare al limite
del massacro), come abbiamo fatto con il Natale (“La menzogna di Natale“), cerchiamo di capire cosa stiamo festeggiando davvero.
Con alcuni articoli precedenti (“L’ordine Divino Naturale e la religione perduta“) ho cercato di descrivere alcuni insegnamenti, informazioni e teorie che dimostrerebbero come le religioni correnti provengano da un’originale “religione madre” (pancosmica) che aveva presupposti diversi e oramai totalmente rimossi dagli attuali testi ortodossi ed esoterici.
Con alcuni articoli precedenti (“L’ordine Divino Naturale e la religione perduta“) ho cercato di descrivere alcuni insegnamenti, informazioni e teorie che dimostrerebbero come le religioni correnti provengano da un’originale “religione madre” (pancosmica) che aveva presupposti diversi e oramai totalmente rimossi dagli attuali testi ortodossi ed esoterici.
Inoltre specifico sempre che qui ci soffermiamo solo sulla chiave di lettura che ha a che fare unicamente con i “codici” ermeneutici delle sacre scritture relativi agli studi delle scienze esoteriche di tutti i Testi religiosi del mondo (sappiate che gli antichi libri sacri contengono nascoste tutte le leggi di natura
dell’universo neanche fossero dei manuali di fisica), compresa dunque
la Bibbia, che verrà quindi presa in considerazione attraverso i
significati simbolici della ghematria e non dal punto di vista
“letterale”. In quel caso infatti si aprirebbe un complesso discorso ‘a
parte’ che non considereremo in questa sede (per una conoscenza della
traduzione “letterale” della Bibbia e su come e “chi” abbia inserito
quelle “sapienze” nel Testo potete seguire il lavoro del prof. Mauro Biglino).
Abbiamo visto come oggi la scienza stia dando ragione alle antiche scuole misteriche e alle prime religioni panteiste riguardo la natura dell’universo. La scienza infatti ci spiega che tutto è energia/vibrazione: da essa si genera la realtà. Gli antichi chiamavano lo stato primario dell’energia non manifestata: Essere (o Spirito), ciò che poi è stato tendenziosamente identificato in Dio (vedi ad esempio ancora oggi le filosofie Orientali e le mistificazioni occidentali).
Ogni cosa compartecipa dei due elementi fondamentali: quello mascolino e quello femminino, che sono la forza di distensione (gravità) e contrazione (entropia) che nascono dall’Essere divino. È il “Solve” e “Coagula” degli alchimisti: l’unione che crea la sintesi. Inoltre, secondo l’antica tradizione esoterica tutte le leggi di natura sono l’espressione dell’Ordine Divino Naturale, tutta la realtà può essere infatti codificata attraverso la Numerologia sacra (vedi Pitagora o la Kabbalah): ossia i rapporti numerici e le proporzioni geometriche esistenti in natura e che governano, solo per fare qualche esempio, i campi elettromagnetici, le stagioni, il moto degli astri, i solstizi e gli equinozi, il DNA, le onde cerebrali, ecc…
Abbiamo visto come oggi la scienza stia dando ragione alle antiche scuole misteriche e alle prime religioni panteiste riguardo la natura dell’universo. La scienza infatti ci spiega che tutto è energia/vibrazione: da essa si genera la realtà. Gli antichi chiamavano lo stato primario dell’energia non manifestata: Essere (o Spirito), ciò che poi è stato tendenziosamente identificato in Dio (vedi ad esempio ancora oggi le filosofie Orientali e le mistificazioni occidentali).
Ogni cosa compartecipa dei due elementi fondamentali: quello mascolino e quello femminino, che sono la forza di distensione (gravità) e contrazione (entropia) che nascono dall’Essere divino. È il “Solve” e “Coagula” degli alchimisti: l’unione che crea la sintesi. Inoltre, secondo l’antica tradizione esoterica tutte le leggi di natura sono l’espressione dell’Ordine Divino Naturale, tutta la realtà può essere infatti codificata attraverso la Numerologia sacra (vedi Pitagora o la Kabbalah): ossia i rapporti numerici e le proporzioni geometriche esistenti in natura e che governano, solo per fare qualche esempio, i campi elettromagnetici, le stagioni, il moto degli astri, i solstizi e gli equinozi, il DNA, le onde cerebrali, ecc…
SIMBOLOGIA E SIGNIFICATO DEL RITO PASQUALE
Fatta questa premessa, possiamo tornare alla Pasqua e comprendere meglio il significato che ne davano le antiche scuole misteriche.
Seguendo l’Ordine Divino Naturale la Pasqua è fin dal principio stata fatta ricorrere, ancora oggi, alla prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera.
Anche nel 325 d.C. il Concilio Cattolico di Nicea confermò questa cadenza, anche per “occupare” quel posto da secoli occupato da riti pagani ben precisi (..da cui il Cristianesimo deriva. Tenete a mente che il mito della ‘lepre di Eostre’ si riferiva alla dea Eostre -da dove deriva la parola “Easter“, che presiedeva atavici culti sulla Primavera e sulla fertilità dei campi, perché legata allo spirito della luna -vedi il plenilunio prima della Pasqua- e del ‘sole nascente’ che iniziava a risvegliare la natura col suo calore primaverile).
Seguendo l’Ordine Divino Naturale la Pasqua è fin dal principio stata fatta ricorrere, ancora oggi, alla prima domenica dopo il plenilunio successivo all’equinozio di primavera.
Anche nel 325 d.C. il Concilio Cattolico di Nicea confermò questa cadenza, anche per “occupare” quel posto da secoli occupato da riti pagani ben precisi (..da cui il Cristianesimo deriva. Tenete a mente che il mito della ‘lepre di Eostre’ si riferiva alla dea Eostre -da dove deriva la parola “Easter“, che presiedeva atavici culti sulla Primavera e sulla fertilità dei campi, perché legata allo spirito della luna -vedi il plenilunio prima della Pasqua- e del ‘sole nascente’ che iniziava a risvegliare la natura col suo calore primaverile).
Ebbene, prima abbiamo l’equinozio di primavera, poi il plenilunio successivo (che gli antichi festeggiavano per assorbire forza dalla luna e per ringraziare la Dea, l’elemento femmineo dell’Essere divino -vedi la dèa Isthar/Iside), poi abbiamo il giorno stabilito per festeggiare la Pasqua.
In questa celebrazione si solennizzavano le energie degli “opposti”, la dualità delle forze maschili e femminili rappresentate dal giorno e la notte che, nell’equinozio di primavera, hanno la stessa durata: producendo così l’equilibrio cosmico che garantiva vita e abbondanza.
Questo significa anche che durante la Pasqua si celebrava la crescita e la vita sia degli uomini che della natura… e la loro evoluzione per mezzo delle forze della fertilità! Tra i simboli della fertilità ci sono il coniglio, i fiori e le uova. Ecco spiegate le uova di cioccolata che arricchiscono i produttori in questi giorni. Esse sono la rappresentazione della forza femminile (l’albume) e della forza maschile (il tuorlo) mentre il guscio, fusione perfetta di due simboli geometrici (il cerchio e la piramide), congiunge
e protegge i due elementi. Tutto ciò che vive ha origine dalle uova,
mammiferi e esseri umani, ma anche le piante: attraverso il seme, che ha la stessa struttura di un uovo (la vita protetta da un guscio esterno) e che perpetua la vita vegetale.
Oltretutto, tornando alla nostra cultura, Pasqua significa “passaggio” (La parola ebraica “pesach“ significa “passare oltre“) e segna il passare dallo stato di schiavitù allo stato di libertà. La Pasqua ebraica infatti, che precede quella cristiana, ricorda la ricorrenza della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto. Ma prima che l’Ebraismo si inaridisse in una religione fatta solo di precetti e vicende funamboliche date per storicamente vere (come tutte le religioni attuali che hanno rimosso i loro insegnamenti misterici), la sua antica tradizione esoterica conosciuta oggi col nome di Cabalà – intendo la Sapienza di base comune a tutte le misterosofie del mondo e non parlo dunque della diabolica rilettura che ne ha fatto la Massoneria fino ai giorni d’oggi – insegnava che nel significato spirituale questo concetto era legato al senso stesso di evoluzione, il cui obiettivo è risorgere: ossia spostarsi ad un altro livello di consapevolezza e di esistenza.
Questi concetti vennero argomentati dagli iniziati che per prima cosa studiarono la “autogenerazione/risurrezione nella natura”, che fu sempre la loro “guida”. Di fatto essi afferrarono gli insegnamenti dell’Ordine Divino Naturale osservando la natura stessa: come la metamorfosi del bruco in farfalla, per fare un esempio, o del seme che deve “morire” (sotterrato nelle tenebre della Terra) per fruttificare… tutti esempi di “resurrezioni”.
Per il Cattolicesimo invece, la celebrazione della Pasqua ricorda innanzitutto la Resurrezione di Gesù Cristo. La catechesi cattolica insegna che Gesù è stato inviato per prendere su di Sé i peccati del mondo e che Egli è il grande Figlio/Mediatore tra noi e Dio –la maggioranza dei cattolici la pensano cosi. In questo modo, come molti “addetti ai lavori” sottolineano, Gesù finisce per essere un intermediario al fianco di un Dio esterno a noi, talvolta severo, seduto da qualche parte in un angolo dell’Universo chiamato Cielo.
In verità, i grandi saggi iniziati ci insegnano che questo Cielo non si trova in alcun luogo se non nella nostra Coscienza. Originariamente la celebrazione della Pasqua, come quella del Natale, aveva un altro significato, più profondo, esoterico e in qualche modo personale (nel senso di vissuto con tutta la persona, stabilendo un legame diretto, reale.. di ognuno di noi con l’Essere). Infatti la celebrazione della Pasqua simboleggia in realtà la resurrezione della Coscienza Cristica in ogni coscienza umana. La “Coscienza Cristica” è uno stato elevato di coscienza caratterizzato dal legame diretto, ravvicinato, con l’Esseità trascendentale (..ciò che noi chiamiamo Dio per intenderci): da una percezione globale ed obiettiva della realtà e da un infinito amore per tutto ciò che esiste.
In senso esoterico: la Pasqua significa e mostra la resurrezione del grande maestro (la guida dentro di noi) che ha dato l’esempio all’umanitàdi come liberarsi dalla servitù e dalle limitazioni materiali. Tutti gli dèi solari del passato a cui la figura di Cristo è ispirata, tramandavano esattamente questi insegnamenti.
Allora, secondo la tradizione esoterica, nell’Equinozio di Primavera ricorre il periodo migliore per le energie di risanamento fisico e spirituale.
Il simbolo del “seme” -che non è altro che una forma pensiero, un proposito da noi fatto e depositato nella nostra mente e nel nostro cuore– piantato in noi nel Solstizio Invernale -che coincide con la festività del Natale– se ben protetto ed accudito, nel periodo dell’anno che va dal 21 marzo al 21 giugno potrà usufruire dell’energia solareprimaverile che permette a questo seme, ormai divenuto piantina, di poter ricevere il massimo influsso di Energia Vitale propria dell’Essere cosmico (vale a dire di Dio).
Oltretutto, tornando alla nostra cultura, Pasqua significa “passaggio” (La parola ebraica “pesach“ significa “passare oltre“) e segna il passare dallo stato di schiavitù allo stato di libertà. La Pasqua ebraica infatti, che precede quella cristiana, ricorda la ricorrenza della liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù in Egitto. Ma prima che l’Ebraismo si inaridisse in una religione fatta solo di precetti e vicende funamboliche date per storicamente vere (come tutte le religioni attuali che hanno rimosso i loro insegnamenti misterici), la sua antica tradizione esoterica conosciuta oggi col nome di Cabalà – intendo la Sapienza di base comune a tutte le misterosofie del mondo e non parlo dunque della diabolica rilettura che ne ha fatto la Massoneria fino ai giorni d’oggi – insegnava che nel significato spirituale questo concetto era legato al senso stesso di evoluzione, il cui obiettivo è risorgere: ossia spostarsi ad un altro livello di consapevolezza e di esistenza.
Questi concetti vennero argomentati dagli iniziati che per prima cosa studiarono la “autogenerazione/risurrezione nella natura”, che fu sempre la loro “guida”. Di fatto essi afferrarono gli insegnamenti dell’Ordine Divino Naturale osservando la natura stessa: come la metamorfosi del bruco in farfalla, per fare un esempio, o del seme che deve “morire” (sotterrato nelle tenebre della Terra) per fruttificare… tutti esempi di “resurrezioni”.
Per il Cattolicesimo invece, la celebrazione della Pasqua ricorda innanzitutto la Resurrezione di Gesù Cristo. La catechesi cattolica insegna che Gesù è stato inviato per prendere su di Sé i peccati del mondo e che Egli è il grande Figlio/Mediatore tra noi e Dio –la maggioranza dei cattolici la pensano cosi. In questo modo, come molti “addetti ai lavori” sottolineano, Gesù finisce per essere un intermediario al fianco di un Dio esterno a noi, talvolta severo, seduto da qualche parte in un angolo dell’Universo chiamato Cielo.
In verità, i grandi saggi iniziati ci insegnano che questo Cielo non si trova in alcun luogo se non nella nostra Coscienza. Originariamente la celebrazione della Pasqua, come quella del Natale, aveva un altro significato, più profondo, esoterico e in qualche modo personale (nel senso di vissuto con tutta la persona, stabilendo un legame diretto, reale.. di ognuno di noi con l’Essere). Infatti la celebrazione della Pasqua simboleggia in realtà la resurrezione della Coscienza Cristica in ogni coscienza umana. La “Coscienza Cristica” è uno stato elevato di coscienza caratterizzato dal legame diretto, ravvicinato, con l’Esseità trascendentale (..ciò che noi chiamiamo Dio per intenderci): da una percezione globale ed obiettiva della realtà e da un infinito amore per tutto ciò che esiste.
In senso esoterico: la Pasqua significa e mostra la resurrezione del grande maestro (la guida dentro di noi) che ha dato l’esempio all’umanitàdi come liberarsi dalla servitù e dalle limitazioni materiali. Tutti gli dèi solari del passato a cui la figura di Cristo è ispirata, tramandavano esattamente questi insegnamenti.
Allora, secondo la tradizione esoterica, nell’Equinozio di Primavera ricorre il periodo migliore per le energie di risanamento fisico e spirituale.
Il simbolo del “seme” -che non è altro che una forma pensiero, un proposito da noi fatto e depositato nella nostra mente e nel nostro cuore– piantato in noi nel Solstizio Invernale -che coincide con la festività del Natale– se ben protetto ed accudito, nel periodo dell’anno che va dal 21 marzo al 21 giugno potrà usufruire dell’energia solareprimaverile che permette a questo seme, ormai divenuto piantina, di poter ricevere il massimo influsso di Energia Vitale propria dell’Essere cosmico (vale a dire di Dio).
IL MITO EBRAICO DALL'ORIGINALE BABILONESE
L’archetipo della morte del figlio (simboleggiato dal sole)
su una croce (la costellazione della Croce del Sud), e della sua
resurrezione con cui sconfigge le tenebre, è un mito che si perde nella notte dei tempi. Molte mitologie raccontano della resurrezione, vedi ad esempio il culto del dio egizio Horus o quello del Sol Invictus, associato al dio persiano Mitra. Solo successivamente tale ricorrenza fu adottata anche dal nascente popolo ebraico. Nella cultura ebraica infatti il mito risale al tempo in cui Cush – bisnipote di Noè – sposò una donna chiamata Semiramis. I due ebbero un figlio chiamato Nimrod (la Bibbia parla di lui in ‘Genesi 10:8-10’). Dopo la morte del padre, Nimrod sposò la sua propria madre e divenne sovrano. Il popolo considerava Nimrod un vero e proprio semidio, e Semiramis, sua moglie e madre, divenne la potente regina dell’antica Babilonia. Fu da loro che si sviluppò la “religione misterica” di Babilonia.
Il mito racconta che Nimrod fu assassinato a causa della sua violenza e iniquità e il suo corpo fu fatto a pezzi e sparso nei punti più lontani del regno (come accadde a Osiride tra l’altro). A quel punto sua moglie/madre disse alla gente di Babilonia che Nimrod era asceso al sole, e che da quel momento il suo nome sarebbe stato: Baal, cioè “Dio Sole“. Semiramis creò allora una religione di cui lei stessa era la Divinità. Semiramis affermò di essere stata concepita divinamente. Che la Dea Luna durante un’ovulazione l’aveva inviata sulla Terra in un gigantesco uovo di luna che atterrò nel fiume Eufrate durante la prima domenica di plenilunio dopo l’equinozio di primavera (proprio le usanze per calcolare anche la nostra Pasqua). Semiramis divenne così nota come Ishtar, che si pronuncia Easter, e il suo uovo divenne noto come l’uovo di Ishtar. Uno dei suoi titoli fu quello di “Regina del Cielo“, e due dei suoi simboli di fertilità erano il coniglio e l’uovo.
Ben presto restò nuovamente incinta e disse che erano stati i raggi del dio sole Baal (il Nimrod asceso), a costringerla a concepire. Il nuovo figlio fu chiamato Tammuz e venerato come il figlio del dio-sole Baal. Da adulto, nel corso di una battuta di caccia Tammuz fu ucciso da un cinghiale. La regina Ishtar allora affermò che Tammuz fosse asceso al padre, Baal, e che da quel giorno si sarebbero dovuti adorare entrambi sotto forma della candela dalla sacra fiamma, o come Padre, Figlio e Spirito (vi ricorda qualcosa?). Ishtar, venerata come la Madre di Dio e Regina del Cielo, proseguì nella propria religione. La Regina disse al popolo che quando Tammuz fu ucciso dal cinghiale alcune gocce del suo sangue erano cadute sul ceppo di una palma, e che da quel ceppo era cresciuta una palma nuova durante una sola notte. Tutto ciò rese la palma sacra, in quanto vivificata dal sangue di Tammuz. Ishtar proclamò un lutto di 40 giorni da ripetersi ogni anno prima dell’anniversario della morte di Tammuz.
Durante questo periodo nessuna carne doveva essere mangiata, tradizione traslata nella Chiesa Cattolica Romana con il nome di Quaresima. Durante questo periodo gli adoratori di Baal e Tammuz erano chiamati a meditare sui misteri sacri, e segnarsi con il “Tau“, la croce di Tammuz. Inoltre mangiavano dolci sacri marcati con una “T“… un ideogramma fondamentale non a caso per la Cabalà soprattutto in riferimento all’altro rito sacro di queste culture, ossia la Natività (vedi lo speciale Approfondimento sul Natale). Ogni anno, la prima Domenica dopo la prima luna piena in seguito all’equinozio di primavera si celebrava una festa: era la Domenica di Ishtar ed i suoi simboli erano i conigli e le uova.
SIGNIFICATO ESOTERICO DEL MITO E DEL RITO SECONDO
LE LEGGI DIVINO/NATURALI DELL'UNIVERSO
Oggi gli esperti dimostrano che all’inizio dei tempi, il profilo di qualsivoglia dio in qualunque religione, non era altro che l’involucro fatto da racconti mitologici sull’essenza di un determinato pianeta del nostro sistema solare. Tutte le religioni del mondo hanno all’origine storie che si assomigliano e che celebravano eventi celesti.
Il rito serve a “tarare” il nostro Campo elettromagnetico e quindi le nostre onde cerebrali e il campo magnetico del nostro sistema cardiaco in modo da risuonare secondo la vibrazione cosmicadell’Esseità divina. E sappiamo che il conduttore di questa energia celestiale è in un certo qual modo il Campo Magnetico del sole (per questo venerato come divinità assoluta), le cui radiazioni influenzano sia il campo elettromagnetico sia il DNA degli esseri umani.
Per meglio capire le correlazioni tra l’aurea elettromagnetica dell’essere umano e quella che, attraverso il Campo Magnetico del sole, si connette al “Campo Purico” del cosmo, dovremmo tenere a mente l’antica tradizione esoterica dell’Ebraismo, ossia la Cabalà (ripeto: non la tradizione storico-simbolica giunta fino a noi, ma nelle sue correlazioni originali con le ataviche Sapienze dei saggi asceti… tipo la cultura Vedica ad esempio). Questa antica Sapienza tramandava delle conoscenze spirituali che poi furono nascoste e codificate nei Testi Sacri, vale a dire nella Torah.
L’antico Testamento ebraico (quello originale) è la trasposizione delle leggi di natura del cosmo attraverso un sistema numerico fatto corrispondere alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico (la ‘scienza’ che studia tutto ciò si chiama “Ghematria“). Ogni lettera dell’alfabeto sacro corrisponde ad una precisa legge cosmica con cui si evolve la Vita, ossia l’energia cosmica vitale dell’universale. Le trame che si vengono a creare tra l’interconnessione delle vibrazioni cosmiche (vedi gli “Archetipi“), creano in seguito infinite nuove leggi di natura responsabili dell’evoluzione naturale: sono frequenze ognuna con il proprio effetto sulla dimensione naturale, tutte in grado di influenzare il campo magnetico degli esseri viventi, sia dal punto di vista fisiologico che coscienziale.
Ebbene, tornando all’interconnessione tra il nostro campo magnetico e quello del sole, possiamo ricordare che secondo la Cabalà la lettera Tav dell’alfabeto ebraico ha come significato “Croce“, e poiché ogni lettera dell’alfabeto ebraico indica e simboleggia un vettore energetico, in questo caso la “Tav” rimanda al simbolismo del Mistero del Natale… propedeutico a quello della Pasqua. Ecco che nella “Tav” la sua corrispondenza stellare è nella vibrazione cosmica insita alla natura del pianeta Giove… che come volevasi dimostrare rimanda al più grande e assoluto degli dei: Zeus, dominatore del Fuoco e dio dei fulmini, ma anche delle piogge: ciò di cui ha bisogno ogni cosa che cresce e vive. Il significato del suo nome greco ha a che fare con il termine “Vivere” (“dzeu“), mentre per i romani “Jupiter” significava “padre della Luce“. Per l’ebraismo Zeus è “Tsedek“, che significa “il giusto” e che governa lo Zodiaco del Sagittario.
Il rito serve a “tarare” il nostro Campo elettromagnetico e quindi le nostre onde cerebrali e il campo magnetico del nostro sistema cardiaco in modo da risuonare secondo la vibrazione cosmicadell’Esseità divina. E sappiamo che il conduttore di questa energia celestiale è in un certo qual modo il Campo Magnetico del sole (per questo venerato come divinità assoluta), le cui radiazioni influenzano sia il campo elettromagnetico sia il DNA degli esseri umani.
Per meglio capire le correlazioni tra l’aurea elettromagnetica dell’essere umano e quella che, attraverso il Campo Magnetico del sole, si connette al “Campo Purico” del cosmo, dovremmo tenere a mente l’antica tradizione esoterica dell’Ebraismo, ossia la Cabalà (ripeto: non la tradizione storico-simbolica giunta fino a noi, ma nelle sue correlazioni originali con le ataviche Sapienze dei saggi asceti… tipo la cultura Vedica ad esempio). Questa antica Sapienza tramandava delle conoscenze spirituali che poi furono nascoste e codificate nei Testi Sacri, vale a dire nella Torah.
L’antico Testamento ebraico (quello originale) è la trasposizione delle leggi di natura del cosmo attraverso un sistema numerico fatto corrispondere alle 22 lettere dell’alfabeto ebraico (la ‘scienza’ che studia tutto ciò si chiama “Ghematria“). Ogni lettera dell’alfabeto sacro corrisponde ad una precisa legge cosmica con cui si evolve la Vita, ossia l’energia cosmica vitale dell’universale. Le trame che si vengono a creare tra l’interconnessione delle vibrazioni cosmiche (vedi gli “Archetipi“), creano in seguito infinite nuove leggi di natura responsabili dell’evoluzione naturale: sono frequenze ognuna con il proprio effetto sulla dimensione naturale, tutte in grado di influenzare il campo magnetico degli esseri viventi, sia dal punto di vista fisiologico che coscienziale.
Ebbene, tornando all’interconnessione tra il nostro campo magnetico e quello del sole, possiamo ricordare che secondo la Cabalà la lettera Tav dell’alfabeto ebraico ha come significato “Croce“, e poiché ogni lettera dell’alfabeto ebraico indica e simboleggia un vettore energetico, in questo caso la “Tav” rimanda al simbolismo del Mistero del Natale… propedeutico a quello della Pasqua. Ecco che nella “Tav” la sua corrispondenza stellare è nella vibrazione cosmica insita alla natura del pianeta Giove… che come volevasi dimostrare rimanda al più grande e assoluto degli dei: Zeus, dominatore del Fuoco e dio dei fulmini, ma anche delle piogge: ciò di cui ha bisogno ogni cosa che cresce e vive. Il significato del suo nome greco ha a che fare con il termine “Vivere” (“dzeu“), mentre per i romani “Jupiter” significava “padre della Luce“. Per l’ebraismo Zeus è “Tsedek“, che significa “il giusto” e che governa lo Zodiaco del Sagittario.
Considerando che tutte le mitologie e le ataviche
religioni/misterosofie esoteriche erano ispirate dalle dinamiche
energetiche dell’universo, con le sue galassie, stelle e pianeti che influenzano la vita di ogni essere vivente, sappiamo che Giove era innanzitutto considerato fonte di Vita, sorgente di tutte le energie e centro di irradiazione della Luce, nonché principio di equità. Ecco perché Gesù altro non era che la manifestazione della Coscienza Cristica, ossia l’energia della rigenerazione spirituale (nascita, morte e rinascita) direttamente emanata dalla manifestazione naturale dell’Essere divino, la sorgente della Vita: ovvero il sole, manifestazione terrena della forza vivificatrice del Dio assoluto (..che è tutto ciò che è).
Giove, con le forze elettromagnetiche del sole, dirige i movimenti di tutti i sette pianeti della nostra galassia, ciascuno nel corso che gli è proprio.
Sappiamo inoltre che secondo la Cabalà la “Tav” corrisponde alla vibrazione del numero 300 (inteso come vettore energetico: legge di natura…) che è conforme al concetto (per così dire) dello “Spirito di Dio“, alla sua essenza energetica, che equivale, per corrispondenza, anche alla lettera “Shin“, ossia la 21^ lettera dell’alfabeto ebraico. In sostanza, 300=”Ruach Elohim“: Spirito di Dio, ovvero il primo Nome segreto del Messia -il simbolismo del Messia tra l’altro rimanda nella tradizione cabalistica alla prima Sephirot, cioè “Keter“, la Volontà Prima, il Divino Nulla inconoscibile: la Sephirot che ci unisce all’Essere divino, giacché più vicina alla sua Vibrazione cosmica.
L’archetipo della “Shin” rimanda quindi alla simmetria e al cambiamento, dunque all’equilibrio della Bellezza.. in senso platonico potremmo dire, perciò ha a che fare con l’ordine armonico dell’Essere divino stesso. Si tratta della forza che emana (attraverso l’evoluzione) l’essenza stessa di Dio, il suo Ordine Divino Naturale, la sua vibrazione cosmica essenziale e il modo con cui organizza l’invisibile fino al visibile (la materia).
L’archetipo della “Shin” rimanda quindi alla simmetria e al cambiamento, dunque all’equilibrio della Bellezza.. in senso platonico potremmo dire, perciò ha a che fare con l’ordine armonico dell’Essere divino stesso. Si tratta della forza che emana (attraverso l’evoluzione) l’essenza stessa di Dio, il suo Ordine Divino Naturale, la sua vibrazione cosmica essenziale e il modo con cui organizza l’invisibile fino al visibile (la materia).
Il messaggio di questa Sapienza sta nell’integrare i vari modi conoscitivi della Coscienza/mente. Le tre punte della lettera “Shin” rappresentano infatti le tre parti del cervello (a destra la parte intuitiva, a sinistra quella logica e al centro la sede dei sentimenti). Il suo punto in basso rappresenta invece il “quarto cervello“: la “Conoscenza Unificatrice“. Questo è il messaggio del Cristo! Ecco che la “Tav” è il “Sigillo di Dio“, si tratta della legge naturale che secondo le antiche misterosofie ci ricorda un segno che protegge l’uomo dalla sua naturale tendenza a soccombere agli impulsi più bassi, e preavvisa l’immortalità latente in ogni essere umano (la Vita Eterna di cui parla la nostra religione in riferimento all’avvento di Gesù e nel successivo rito della Pasqua). È una frequenza energetica che, se fatta risuonare
nel nostro Campo Magnetico, vibra della completezza totale e
realizzata, sia materialmente che spiritualmente. In sostanza si tratta
della manifestazione organizzante dell’energia onnicomprensiva del
cosmo.
Volendo partire ancora dall’antica tradizione esoterica dell’ebraismo (lo studio ghemarico che la Cabalà fa della Torah), per arrivare ad abbracciare il significato più autentico dello gnosticismo nel Cristianesimo, di quello originario per intenderci, possiamo ricordare che quando il Sacerdote Massimo, secondo l’Ordine dell’Altissimo, Melkitzedeq, insegnava ad Abramo come operare con l’Eucarestia, lo faceva mostrando i due sacri Principi: uno maschile, il “Vino“, ed uno femminile, il “Pane” (che è poi la stessa ritualità che ad esempio officiava anche Dionisio). Lo stesso Gesù conferma questo nell’ultima cena: «Chi mangerà la mia carne e beve il mio sangue, ha la vita eterna…».
Pertanto questi Principi, quello lunare e quello solare, vale a dire maschile e femminile (lo Yin e lo Yang), unendosi creano la manifestazione del Figlio.
L’archetipo di tutti i Templi, ossia il Tempio di Salomone che infatti rispecchia il corpo umano… è improntato proprio su questa dualità: le due colonne una bianca ed una nera, il pavimento a scacchi dello stesso colore, ecc… Tutte simbologie delle due forze opposte e complementari: la Luna e il Sole e così via… Di fatto, l’uno non può fare a meno dell’altra, come la luce e l’ombra per produrre le più svariate forme. Il mistero magno della vita, che si perpetua ed evolve in eterno per mezzo delle più svariate diversità, è appunto l’uno maschile e il due femminile… che danno vita al tre.
Pertanto questi Principi, quello lunare e quello solare, vale a dire maschile e femminile (lo Yin e lo Yang), unendosi creano la manifestazione del Figlio.
L’archetipo di tutti i Templi, ossia il Tempio di Salomone che infatti rispecchia il corpo umano… è improntato proprio su questa dualità: le due colonne una bianca ed una nera, il pavimento a scacchi dello stesso colore, ecc… Tutte simbologie delle due forze opposte e complementari: la Luna e il Sole e così via… Di fatto, l’uno non può fare a meno dell’altra, come la luce e l’ombra per produrre le più svariate forme. Il mistero magno della vita, che si perpetua ed evolve in eterno per mezzo delle più svariate diversità, è appunto l’uno maschile e il due femminile… che danno vita al tre.
Ebbene, nel 22° capitolo della “Genesi” vi è non a caso la prefigurazione della “croce” del Golgota, mediante il significativo evento del ritrovamento provvidenziale dell’ “ariete”. Ecco che tutto si ricollega ancora alla “Tav” e al suo significato di ”croce”. Non solo, l’evento del Golgota, il monte in cui era la croce per la crocifissione di Gesù di Nazaret, è l’evento del Cranio (leggi anche: Monte Calvario). Ora, l’Ariete, come segno astrologico, corrisponde nella fisiologia umana alla testa, al cranio (dove tra l’altro risiede la lettera “Shin” succitata..). Nella ritualità ebraica, sulla fronte del capo del sommo sacerdote viene disegnata appunto una Tav per significare che egli deve prendere su di sé la sofferenza di questo mondo, come anche Dio/Gesù l’ha presa su di sé. Il “Terzo Occhio“, l’occhio della veggenza spirituale abbisogna dell’esperienza della “croce” (segno della Tav) capace di “aprire” la mente.
CONSAPEVOLEZZA DEL RITO PASQUALE
Abbiamo visto che il senso della ritualità pasquale è quello di riconoscere i due Sacri Principi per poter risorgere a nuova vita… in tutt’uno con l’Esseità cosmica. L’unione delle due polarità del “nuovo uomo” contraddistingue l’era dell’androgino: equilibrio perfetto (come i due piatti della bilancia) che permetterà alla creatura di trasformarsi in creatore.
Un’analogia significativa si trova nella lama numero 10 dei Tarocchi: la “Ruota della Fortuna“. Il numero 10 non è altro che l’unione dell’ 1 maschile con lo 0 femminile, e nell’alfabeto ebraico la lettera-numero che lo rappresenta è la “YOD”, o anche “Iod” = fuoco. Se anagrammiamo IOD, si trasforma in DIO!
Ebbene, l’Androgino è Dio! Il maschio e la femmina, come due Principi opposti che si uniscono, formano un’Unità che si perpetua in eterno creando sempre nuove realtà, nuovi mondi, dimensioni e, soprattutto, Luce e Suono… energia, vibrazioni e frequenze… leggi di natura..
Pertanto, secondo lo stesso Cristianesimo primitivo, il sacerdote doveva consacrare il Pane, che simboleggiava l’elemento femminile lunare dell’uomo, mentre la sacerdotessa doveva consacrare il Vino, ossia l’elemento solare maschile della donna (non a caso alle origini dell’ebraismo, quando ancora quella religione era figlia diretta dei Miti ebraici, nel Sacro Tempio risiedeva il dio Yahwè e la dea Asherà che si univano nella “Ierogamia”). Così questi due Principi uniti manifesteranno il Cristo, ossia, il Figlio. Così è scritto: «Questo è il Pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia….».
Invece, per come è strutturata l’Eucarestia oggi, nella nostra religione, essa è incompleta. Sappiamo che Gesù nell’ultima cena disse: «Mangiate la mia carne e bevete il mio sangue, così avrete la Vita Eterna!». Bene… bisogna mangiare la sua carne e il suo sangue, il problema è però che ad un cristiano, in promessa della Vita Eterna, gli viene dato dal prete soltanto l’ostia che simboleggia la carne, mentre lui si che si ciuccia entrambi i Principi, il Pane ed il Vino! In questo modo, loro, i “pastori”, potranno attuare la Coscienza Cristica nella propria interiorità (ne dubito…), mentre il “gregge di pecore” rimarrà tale in eterno. Ed è proprio quello che per duemila anni abbiamo subito.
Insomma, partecipare alla “mensa sacra” oggi non produce alcun effetto spirituale su noi stessi: il “cibo sacro” è incompleto, mancando il Principio solare che fa da “detonatore”, l’ostia lunare invece di “risvegliarci” ci fa piuttosto “dormire” più profondamente di quanto non abbiamo fatto nel corso della nostra vita. D’altronde lo scopo della classe sacerdotale fu proprio quello di pregiudicare la consapevolezza dell’uomo di essere egli stesso “sostanza” della divinità, affinché gli uomini si affidassero fin da bambini alla mediazione sacerdotale per l’agognata Salvezza eterna.
Nel Cristianesimo primitivo non a caso si celebrava l’ “Agape” nel modo in cui Gesù insegnò proprio nell’ultima cena. L’Agape (dal greco “Amore“) consisteva in un pranzo rituale dove i fedeli scambiavano fra loro il Pane ed il Vino, le uova sode, le olive, ecc… e tutti i partecipanti ufficiavano come sacerdoti e sacerdotesse. Tutti mangiavano in assoluto silenzio ascoltando brani del Vangelo, ognuno si trovava immerso in quelle frequenze che riproducevano le vibrazioni cosmiche della Coscienza Cristica, e il rito era diretto da un decano come “primus inter pares” (primo tra i pari).
Alla luce di tutto ciò, e per tornare al vero senso simbolico di questa ritualità, in questo periodo dell’anno, le antiche tradizioni ci insegnano che dobbiamo cambiare polarità: dobbiamo passare dal polo positivo-maschile-attivo che fornisce l’energia necessaria per far schiudere il seme deposto in noi nel Solstizio Invernale, al polo negativo-femminile-passivo per poter ricevere e prendere appieno l’energia risanatrice del Sole che in questo periodo dell’anno sta volgendo al suo culmine. Una vera e propria resurrezione del corpo e dello Spirito!
Un’analogia significativa si trova nella lama numero 10 dei Tarocchi: la “Ruota della Fortuna“. Il numero 10 non è altro che l’unione dell’ 1 maschile con lo 0 femminile, e nell’alfabeto ebraico la lettera-numero che lo rappresenta è la “YOD”, o anche “Iod” = fuoco. Se anagrammiamo IOD, si trasforma in DIO!
Ebbene, l’Androgino è Dio! Il maschio e la femmina, come due Principi opposti che si uniscono, formano un’Unità che si perpetua in eterno creando sempre nuove realtà, nuovi mondi, dimensioni e, soprattutto, Luce e Suono… energia, vibrazioni e frequenze… leggi di natura..
Pertanto, secondo lo stesso Cristianesimo primitivo, il sacerdote doveva consacrare il Pane, che simboleggiava l’elemento femminile lunare dell’uomo, mentre la sacerdotessa doveva consacrare il Vino, ossia l’elemento solare maschile della donna (non a caso alle origini dell’ebraismo, quando ancora quella religione era figlia diretta dei Miti ebraici, nel Sacro Tempio risiedeva il dio Yahwè e la dea Asherà che si univano nella “Ierogamia”). Così questi due Principi uniti manifesteranno il Cristo, ossia, il Figlio. Così è scritto: «Questo è il Pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia….».
Invece, per come è strutturata l’Eucarestia oggi, nella nostra religione, essa è incompleta. Sappiamo che Gesù nell’ultima cena disse: «Mangiate la mia carne e bevete il mio sangue, così avrete la Vita Eterna!». Bene… bisogna mangiare la sua carne e il suo sangue, il problema è però che ad un cristiano, in promessa della Vita Eterna, gli viene dato dal prete soltanto l’ostia che simboleggia la carne, mentre lui si che si ciuccia entrambi i Principi, il Pane ed il Vino! In questo modo, loro, i “pastori”, potranno attuare la Coscienza Cristica nella propria interiorità (ne dubito…), mentre il “gregge di pecore” rimarrà tale in eterno. Ed è proprio quello che per duemila anni abbiamo subito.
Insomma, partecipare alla “mensa sacra” oggi non produce alcun effetto spirituale su noi stessi: il “cibo sacro” è incompleto, mancando il Principio solare che fa da “detonatore”, l’ostia lunare invece di “risvegliarci” ci fa piuttosto “dormire” più profondamente di quanto non abbiamo fatto nel corso della nostra vita. D’altronde lo scopo della classe sacerdotale fu proprio quello di pregiudicare la consapevolezza dell’uomo di essere egli stesso “sostanza” della divinità, affinché gli uomini si affidassero fin da bambini alla mediazione sacerdotale per l’agognata Salvezza eterna.
Nel Cristianesimo primitivo non a caso si celebrava l’ “Agape” nel modo in cui Gesù insegnò proprio nell’ultima cena. L’Agape (dal greco “Amore“) consisteva in un pranzo rituale dove i fedeli scambiavano fra loro il Pane ed il Vino, le uova sode, le olive, ecc… e tutti i partecipanti ufficiavano come sacerdoti e sacerdotesse. Tutti mangiavano in assoluto silenzio ascoltando brani del Vangelo, ognuno si trovava immerso in quelle frequenze che riproducevano le vibrazioni cosmiche della Coscienza Cristica, e il rito era diretto da un decano come “primus inter pares” (primo tra i pari).
Alla luce di tutto ciò, e per tornare al vero senso simbolico di questa ritualità, in questo periodo dell’anno, le antiche tradizioni ci insegnano che dobbiamo cambiare polarità: dobbiamo passare dal polo positivo-maschile-attivo che fornisce l’energia necessaria per far schiudere il seme deposto in noi nel Solstizio Invernale, al polo negativo-femminile-passivo per poter ricevere e prendere appieno l’energia risanatrice del Sole che in questo periodo dell’anno sta volgendo al suo culmine. Una vera e propria resurrezione del corpo e dello Spirito!
Ecco perché è proprio in questo periodo
che a volte ci sentiamo più stanchi, meno vitali e tutti i nostri
“acciacchi” decidono di farsi sentire con maggior vigore! Il focus va
messo proprio sull’inizio di questo ciclo che coincide con il Natale: se
il seme non viene custodito con rispetto ed amore, non potrà ricevere
appieno le energie di rinnovamento dell’Equinozio di Primavera.
La Pasqua è dunque un momento in cui l’energia vitale, dopo essere stata tenuta prigioniera per tutto l’inverno nell’oscurità della “materia”, risorge e passa ad una nuova vita. È la Natura che risorge: è la primavera dell’Essere che si evolve per un nuovo ciclo. Per questo motivo il significato della Pasqua simboleggia l’atto di “seminare nel modo giusto”, cioè lavorare consapevolmente su noi stessi ed essere pronti così a lasciar andare via il passato, morire ad esso, per risorgere ad una nuova vita piena di nuove qualità!
Perciò quest’anno, mentre donate un uovo ai vostri cari, fatelo per augurare a quella persona di rinascere a vita nuova… così come da un uovo nasce una nuova esistenza… affinché la vita segui sempre la sua natura…
Fatale
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