martedì 31 luglio 2018

LA GUERRA COLONIANALE X L'ORO DELLA LYBIA


LE INCOGNITE DELLA NUOVA GUERRA COLONIALE PER LA LYBIA

Di comidad

Vi sono momenti storici in cui la propaganda avversaria può diventare, invece che un problema, addirittura un fattore di traino. È accaduto in questi anni a Putin, il quale è stato indirettamente santificato dalla propaganda occidentale che cercava di criminalizzarlo. Accadde al Partito Comunista Italiano tra il 1974 ed il 1975, quando la segreteria democristiana di Amintore Fanfani condusse la polemica anticomunista in modo così puntiglioso, astioso e destabilizzante da rendere simpatico il PCI ai settori dell’elettorato desiderosi di stabilità. Lega e 5 Stelle stanno oggi traendo un analogo vantaggio dal tipo di “opposizione” che il PD ed i media di contorno stanno conducendo contro l’attuale governo.
Nella propaganda piddina vi è un errore narratologico molto simile a quello dei telefilm polizieschi americani, nei quali si vedono i sospettati porsi nei confronti del poliziotto che li interroga come se fosse il loro psicanalista. Si tratta della rimozione del conflitto come effetto del confronto di interessi diversi e contrapposti, per proporre un’idea del conflitto come risultato di pura irrazionalità di una delle parti. Alcuni intellettuali della “sinistra” si ostinano a considerare il seguito elettorale e di opinione di Matteo Salvini come la conseguenza di un’ondata irrazionale. Più semplicemente invece l’opinione pubblica si limita a prendere atto con realismo che il quadro internazionale non è composto di afflati ideali da una parte e di spinte fanatiche o populiste dall’altra, bensì di interessi contrapposti e talora inconciliabili.
È vero che nell’elettorato tradizionale della Lega vi sono anche quelli che desidererebbero risolvere la questione migranti con i treni piombati e i forni crematori, ma se fosse per quelli la Lega sarebbe ancora il partitino del 4%. Poi non c’è bisogno di essere nazisti per restare scettici di fronte alla fiaba secondo cui centinaia e centinaia di ONG sarebbero animate da spirito filantropico. Più la propaganda insiste sulle fiabe del tipo il “Salvini nuovo Hitler”, più il segretario leghista sfonda al centro, poiché viene identificato da gran parte dell’opinione pubblica nel ruolo del politico realista e responsabile che almeno non racconta balle clamorose. È inutile, ad esempio, che il segretario del PD Martina insista ancora nel paventare “l’isolamento in Europa”, dato che ognuno si è accorto che in Europa l’Italia è sempre stata isolata e non è mai riuscita a fare squadra con nessun altro Paese. Martina ci fa la figura del cretino e basta; intanto, per riflesso, cresce l’immagine del Salvini statista.
Se la propaganda politicorretta tacesse per qualche mese ci si comincerebbe ad accorgere che anche la narrazione dell’attuale governo non è poi così realistica come sembrerebbe. Sul tema migratorio non è realistico pensare ad una politica di rimpatri dei clandestini, perché troppo costoso; non sono realistici quei campi di concentramento in Africa detti “hotspot”, poiché non solo costano ma non servono a nulla; non è realistico concentrarsi sui “barconi”, perché un buon terzo delle banchine portuali in Italia è sotto controllo militare straniero e sotto segreto militare, perciò nulla ti assicura che il traffico di migranti non passi anche da lì.
Non è neppure realistico parlare di investimenti in Africa, poiché occorrerebbe semmai “disinvestire”, bloccare cioè quei flussi finanziari che alimentano l’inclusione finanziaria (cioè l’indebitamento) delle masse africane. L’inclusione finanziaria è sotto l’egida di quel super-potentato che è la Banca Mondiale, che nei suoi documenti tratta anche del ruolo delle ONG in questo business dell’inclusione.
È possibile quindi che l’attivismo di Salvini mascheri politiche molto meno ambiziose e molto più tradizionali per l’Italia. Il nervosismo di Macron nei confronti dell’Italia è diventato infatti più comprensibile. Il Presidente francese evidentemente sospettava che l’attivismo dell’attuale governo italiano sul tema della migrazione di origine africana e la stessa proposta italiana degli “hotspot” fossero in realtà un pretesto per rimettere tutti e due i piedi in Libia. Il recentissimo viaggio lampo di Matteo Salvini a Tripoli ha confermato, almeno in parte, questo sospetto. Salvini infatti, tra una sparata e l’altra sul tema migratorio, ha parlato anche della possibilità di accordi “economici” con la Libia, comportandosi come un lobbista delle multinazionali italiane, ENI in primis. Parole e comportamenti che certamente hanno preoccupato ed irritato Macron, che ovviamente pensa agli interessi di Total in Libia.
Il vertice di Parigi del maggio scorso tra Macron ed i due “governi” libici è stato per lo più presentato dai media come un successo della diplomazia francese ed una definitiva liquidazione delle aspirazioni italiane di tornare ad un ruolo in Libia. In realtà i due leader libici non hanno preso impegni concreti, perciò il vertice può essere considerato un risultato molto parziale, che dà adito ad ulteriori mosse da parte del governo italiano.
Il nervosismo francese ha cause molto concrete. Tutta la posizione coloniale della Francia in Africa presenta oggi caratteristiche di oggettiva debolezza. Per la serie “derubiamoli a casa loro” c’è l’esempio del saccheggio dell’uranio del Niger da parte della Francia. La ricchezza del sottosuolo nigerino è una maledizione per le popolazioni locali. L’80% dei Nigerini non dispone ancora di energia elettrica: questo dato sconcertante è denunciato nientemeno che da quel forum paramassonico che è l’Aspen Institute.
Non che il saccheggio dell’uranio nigerino abbia portato gran bene alla Francia. Il colosso francese dell’energia elettrica di origine nucleare, Areva, è infatti al disastro finanziario e si trova oggetto di un faticoso salvataggio.
L’energia nucleare avrebbe dovuto costituire il fiore all’occhiello dell’esportazione francese di tecnologia ma, nonostante alcuni grossi affari in Asia, il settore continua a soffrire e non porta vantaggi significativi alla bilancia commerciale francese, che nel 2017 ha chiuso con ulteriore aggravio del già annoso deficit.
Per una Francia in queste condizioni, abituata a fare colonialismo al di sopra dei propri mezzi, anche un’Italia malridotta come l’attuale può costituire un pericoloso concorrente. La Francia è debole e viene sempre più percepita come tale, cosa che rende il quadro europeo ed internazionale molto più instabile. Resta da vedere poi se ci sarà qualche altro Paese (il terzo incomodo) che correrà in “soccorso” di Salvini per sbarcare in Libia giusto ad ora di pranzo.

deca



aspeniainternal
Rifiuti dalla miniera di uranio di Arlit, in Niger
“Dopo cinquant’anni di sfruttamento, non abbiamo ancora capito se l’uranio sia una benedizione o una maledizione per il Niger”. A esprimere quello che negli ultimi anni è diventato un mantra per la popolazione nigerina è Almoustapha Alhacen, presidente di Aghir Inman, associazione locale che dal 2001 si batte per la trasparenza e un’equa ridistribuzione dei proventi dell’industria estrattiva nel paese. La domanda però suona retorica: “Sono convinto che possedere tale ricchezza nel sottosuolo sia la nostra più grande disgrazia” sostiene il Premio Nuclear Free Future 2017, riconoscimento internazionale legato all'International Campaign to Abolish Nuclear weapons (ICAN), Premio Nobel per la Pace 2017.
Il Niger, paese del Sahel che nello scorso decennio ha sempre occupato gli ultimi posti dello Human Development Index (188° su 188 paesi fino al 2016, anno in cui ha ceduto il record negativo alla Repubblica Centrafricana), è il quarto produttore di uranio al mondo. Capofila delle società straniere che estraggono il prezioso minerale è Areva, leader mondiale dell’energia nucleare civile controllata all’80% dallo stato francese, ex-madrepatria coloniale di quasi tutta l’Africa occidentale.
Fin dai primi anni Settanta, Areva ha goduto di concessioni pluridecennali che le hanno valso un sostanziale monopolio sul principale prodotto d’esportazione nigerino. Un bene su cui, negli ultimi anni, diverse altre potenze mondiali come Cina, Corea del Sud, Canada, Brasile, India, Australia e Spagna stanno cominciando ad allungare le mani.
Pur facendo gola a molti, l’uranio è soggetto a straordinarie oscillazioni di prezzo sui mercati mondiali, legate all’altalenante destino dell’energia nucleare. Nei primi anni Duemila il corso dell’uranio è salito alle stelle a seguito di un’ondata di fiducia internazionale verso il nucleare, mentre si è fortemente contratto dopo il disastro di Fukushima del 2011. Se si guarda a quanto successo in Niger in questi due periodi ci si accorge di quanto la politica interna sia determinata dall’industria estrattiva.
Vent’anni fa l’aumento improvviso dei guadagni legati allo sfruttamento dell’uranio ha riacceso le istanze indipendentiste dei tuareg nella regione settentrionale del paese, quella cioè in cui si trovano i giacimenti. L’effetto destabilizzante della ribellione nordista ha causato un colpo di stato militare che ha deposto l’ex presidente Mamadou Tandja, politico che aveva provato a rimettere in discussione il controllo francese sulla materia prima. Il suo successore Mahamdou Issoufou, salito al potere nel 2011 e tutt’ora in carica, si è dapprima appoggiato all’élite economica nazionale che gestisce insieme alle compagnie francesi l’industria estrattiva, per poi rivolgersi verso la classe mercantile (e trafficante) del paese. Il crollo del prezzo dell’uranio, infatti, ha indebolito le alleanze interne al governo costringendo Issoufou a un disperato tentativo di diversificazione economica e politica. Secondo molti analisti tali cambiamenti stanno estenuando il Niger, che resta contratto fra poteri economici locali e internazionali da cui è difficile emanciparsi. Guardare alla recenti ridefinizioni interne aiuta a comprendere il profondo rischio di un’esclusiva dipendenza da un’unica risorsa naturale tanto volatile.
Nella zona settentrionale semidesertica del Niger, dove il metallo radioattivo è stato scoperto dai francesi nel 1957, sono dislocati quattro siti d’estrazione. Nei pressi di Arlit e Akokan, cittadine della regione nordorientale di Agadez, due delle più grandi miniere d’uranio al mondo da sole garantiscono oltre il 30% del fabbisogno delle centrali nucleari francesi. Gestiti rispettivamente da SOMAIR (Societé minière de l’Aïr, controllata al 63.6% da Areva e al 36.4% dall’Ufficio nazionale delle risorse minerarie del Niger, l’ONAREM, attraverso la SOPAMIN, compagnia mineraria nazionale) e da COMINAK (Compagnie Minière d’Akouta posseduta per il 34% da Areva, il 31% dal Niger, il 25% dalla giapponese Overseas Uranium Resources Development Co. e il 10% dalla spagnola Enusa SA), questi siti nel 2014 sono stati al centro di aspri negoziati fra il governo del Niger e Areva. Dopo mesi di discussioni e pressioni, il 26 maggio 2014 l’azienda francese, i cui permessi erano scaduti a fine 2013, è riuscita a strappare un accordo di sfruttamento dell’uranio per altri cinque anni.
Tale contrattazione, tenuta in parte segreta, è stata criticata dalla società civile nigerina che non smette di denunciare i gravi danni ambientali e sanitari subiti dagli abitanti della regione di Agadez insieme agli scarsi benefici ottenuti dal paese. “Lo sfruttamento dell’uranio illumina una lampadina su tre in Francia, mentre in Niger oltre l’80% della popolazione non ha accesso alla corrente elettrica” è uno degli argomenti più utilizzati dalle organizzazioni che si battono per i diritti delle popolazioni del nord.
Alle due “storiche” miniere di Arlit e Akokan se ne aggiungono altre due, di più recente costruzione ma sostanzialmente improduttive: quella di Imouraren (su cui le intenzioni di Areva, che ne detiene il controllo, restano da anni poco chiare), e il sito di Azelik, concessione ottenuta nel 2007 dalla joint venture SOMINA, società a maggioranza cinese (con un 33% destinato al governo nigerino e una parte più esigua alla Corea), che ha scalfito il monopolio francese nel settore. La miniera di Azelik è diventata produttiva alla fine del 2010, ma è stata ufficialmente chiusa qualche mese fa “per ristrutturazione” in attesa di sviluppi più positivi del prezzo mondiale dell’uranio.
Il contenzioso del 2014 fra Niamey e Parigi verteva soprattutto sull’applicazione del codice minerario nigerino del 2006 (fino ad ora Areva seguiva le condizioni di una legge del 1993) e l’aumento delle tasse da versare al Tesoro pubblico dal precedente 5,5% al 12% “potenziale”, cioè dipendente dalla produzione effettiva. Nonostante la promessa di Areva (solo in parte mantenuta) di contribuire con 90 milioni di euro alla manutenzione della cosiddetta “strada dell’uranio”, quella che collega la città di Tahoua ad Arlit, le autorità locali della regione di continuano a lamentare il versamento di scarsi dividendi dello sfruttamento del minerale a beneficio delle popolazioni del nord.
Il governo di Issoufou, sordo alle richieste locali, viene anche accusato dai suoi oppositori di appropriazione illecita di buona parte dei proventi dell’uranio destinati alle casse dello stato. Recenti rivelazioni pubblicate dal quotidiano nigerino Le Courrier hanno fatto emergere un versamento sospetto di 300 milioni di euro su un conto a Dubai che ha spinto la giustizia francese ad aprire un’inchiesta. Il cosiddetto “Uraniumgate”, insieme alla recente decisione presa dal governo nigerino di uscire dall’Iniziativa per la trasparenza delle industrie estrattive (ITIE), organizzazione internazionale che ad ottobre aveva sanzionato il Paese, rischiano di essere pericolosi in un clima politico già surriscaldato e instabile.
Il caso dell’”oro nero del Niger” appare oggi come uno degli esempi più lampanti dell’attitudine neocoloniale delle potenze occidentali che, grazie alla connivenza di corrotti governi locali, impoverisce paesi ricchi di risorse naturali. I giacimenti di uranio, petrolio, gas naturale, oro, diamanti e altri metalli preziosi, se fossero gestiti meglio dalla classe politica africana, potrebbero rappresentare la base economica per un reale e più equo sviluppo del continente.

deca

domenica 22 luglio 2018

I FALSI DEL POLITICAMENTE SCORRETTO


I FALSI DEL POLITICAMENTE SCORRETTO SULLE ONG
Di comidad

Il modello di narrazione del politicorretto ha ormai disgustato un’opinione pubblica che v' identifica un modello comunicativo a carattere fiabesco ed edificante, privo di agganci con la realtà e con le istanze popolari. Ciò finisce indirettamente per accreditare il modello comunicativo opposto, quello del politicamente scorretto, a cui si rischia di riconoscere sempre di più una presunta aderenza ai dati reali.
Oggi la casa madre del politicamente scorretto è Washington, perciò è ancora una volta dagli USA che partono i dettami della nuova narrazione.
Di recente uno degli alfieri del politicamente scorretto Made in Usa, l’economista Edward Luttwak, ha tracciato in un’intervista radiofonica le linee narrative ufficiali per ciò che riguarda le ONG. Secondo Luttwak si tratterebbe non di “Organizzazioni Non Governative”, bensì di “Organizzazioni Non Controllate”, orde di scalmanati figli di papà che usano avventuristicamente il pianeta come palcoscenico del proprio buonismo, magari per non affrontare i problemi di casa loro.
Questa narrazione è anche più falsa di quella del politicamente corretto. Anzitutto a finanziare le ONG non c’è soltanto György Schwartz [George Soros] ma anche fondazioni legate all’establishment repubblicano, come la Rockefeller Foundation. Se si consulta il sito “Funds for NGOs” si scopre inoltre che a finanziare le ONG sono praticamente tutte le fondazioni legate alle grandi multinazionali, da Nike a Monsanto.
L’interesse delle multinazionali per le ONG non è semplicemente di dare di sé un’immagine “buonista”, ma soprattutto di promuovere quel processo di “inclusione finanziaria” delle masse povere di cui le ONG sono le principali agenzie sul campo.
Lo scopo è di sviluppare un modello di piccola impresa sottocapitalizzata e cronicamente indebitata che si specializzi nella concorrenza al ribasso.
Un microcredito aperto anche ai lavoratori consente di produrre con salari ancora più bassi. Agli imprenditori ed agli operai che rimangono ciclicamente sul lastrico a causa del continuo ingresso sul mercato di piccole imprese che producono a costi sempre più bassi, per sperare di ripagare i debiti resta solo la via della migrazione. E sono previsti prestiti anche per favorire la possibilità di migrare.

Ma questo è ancora niente. Nel capitalismo reale il finanziamento privato è sempre un elemento collaterale e non esiste fenomeno di rilevanza economica che non abbia la sua matrice nel denaro pubblico. Nessuno perciò si sorprenderà molto nello scoprire che tra i principali finanziatori delle ONG vi sia la Commissione €uropea.
Nel Consiglio Europeo da cui è sortito l’accordo che il governo Conte ha presentato come un proprio successo, questo dato, stranamente, non è emerso. Eppure l’informazione è contenuta nel sito della stessa Commissione €uropea. La questione dei flussi finanziari che alimentano le partenze dall’Africa deve rimanere un tabù sia a livello politico che mediatico.
Ma, quanto ad entità di finanziamenti alle ONG, la Commissione €uropea non può neanche lontanamente competere con il Dipartimento di Stato USA.
L’agenzia USAID costituisce infatti il principale collettore di finanziamenti per le ONG e questa agenzia dipende direttamente dal Dipartimento di Stato. Ovviamente ce lo dice il sito dell’USAID.

Queste sarebbero dunque le organizzazioni che Luttwak definisce come “non controllate”. A quanto pare secondo l’economista Luttwak il denaro non sarebbe in grado di controllare nulla.
In realtà Luttwak sa benissimo come stanno le cose e le sue dichiarazioni hanno lo scopo di cavalcare il malcontento popolare contro le ONG per sviarlo verso il falso bersaglio del “buonismo”.
Nel gioco delle parti tra politicamente corretto e politicamente scorretto c’è chi alternativamente trionfa o soccombe sui palchi della comunicazione ma, per quanto riguarda il grado di aderenza ai fatti, la somma del gioco è sempre uguale a zero.

deca

sabato 7 luglio 2018

AMALEK: il fine primario è sterminare i bianchi cristiani continentali


Amalek: i bianchi cristiani €uropei sono il popolo da sterminare?

Molti giudei sono convinti che gli unici colpevoli del fatto che il popolo eletto non riesca a vivere in armonia con il resto dell’umanità sono i bianchi cristiani europei.
E come dargli torto? Dal loro punto di vista, sono sempre stati bianchi cristiani ed europei quelli che li hanno perseguitati e rifiutati, provocando espulsioni di massa ed emarginazione (senza alcun motivo, secondo loro). E sono stati bianchi cristiani ed europei quelli che li hanno ghettizzati, costringendoli spesso ad abbandonare le proprie convinzioni religiose e a convertirsi al cristianesimo (sempre e comunque senza alcun motivo, secondo loro).
E quindi sono i bianchi cristiani europei i più grandi nemici degli ebrei
Naturalmente, questi giudei non sospettano nemmeno che qualcuno dei mille problemi che hanno avuto negli ultimi cinquemila anni con tutti gli altri abitanti del pianeta Terra possa derivare dal loro comportamento. Per loro tutte le colpe sono attribuibili ai bianchi cristiani europei. Non c’è discussione.
Eh sì, tutto sommato loro sono il popolo eletto, quindi “buoni per definizione”.
Il genocidio degli amaleciti, ricordati di distruggere amalek

I bianchi cristiani sono identificati con Amalek?

Nell’immaginario collettivo degli ebrei, Amalek è il nemico più grande degli Israeliti, un nemico che può presentarsi in luoghi, forme e tempi diversi. E quando si presenta, gli ebrei devono distruggerlo senza pietà, eliminarlo, cancellarlo dalla faccia della terra.
«Ricordati di quel che ti fece Amalek, durante il viaggio, quando uscisti dall’Egitto.
Egli ti attaccò per via, piombando da dietro su tutti i deboli che camminavano per ultimi, quando eri già stanco e sfinito e non ebbe alcun timore di Dio.
Quando dunque il SIGNORE, il tuo Dio, ti avrà dato pace liberandoti da tutti i tuoi nemici che ti circondano nel paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà come eredità perché tu lo possegga, cancellerai la memoria di Amalek sotto al cielo: non te ne scordare!» (Deuteronomio 25,17-19)
«Così dice il Signore degli eserciti: Ho considerato ciò che ha fatto Amalek a Israele, ciò che gli ha fatto per via, quando usciva dall’Egitto. Va dunque e colpisci Amalek e vota allo sterminio quanto gli appartiene, non lasciarti prendere da compassione per lui, ma uccidi uomini e donne, bambini e lattanti, buoi e pecore, cammelli e asini.» (1 Samuele 15,2-3)
Parole di pace quelle dell’Antico Testamento!
I bianchi europei sono identificati in Amalek?
E come gli amaleciti, andrebbero sterminati anche loro?
Sembrerebbe proprio di sì.

Un genocidio “soft”

Naturalmente, nessuno può pensare di sterminare un miliardo di bianchi di discendenza europea dispersi in tutto il mondo. Troppo difficile anche per gli ebrei. Ma ci sono altri mezzi per ottenere lo stesso risultato. Uno di questi è la neutralizzazione razziale, vale a dire la mescolanza delle popolazioni europee con altre razze ed etnie.
In questo modo i bianchi perderebbero i loro connotati razziali e non rappresenterebbero più un ostacolo per il quieto vivere del popolo eletto, che è l’unica cosa che davvero conta al mondo (sempre secondo loro). Non siamo noi a dirlo, ma sono queste le “soluzioni finali” suggerite dalla più grande ricerca che sia stata fatta nel ventesimo secolo sulle origini del pregiudizio, ricerche effettuate da Theodor Adorno, volte a capire quali azioni intraprendere per creare un “ambiente sociale” favorevole allo sviluppo degli ebrei.
La mescolanza delle popolazioni €uropee è una specie di GENOCIDIO “SOFT”
ed è perfettamente compatibili con le teorie di Adorno
Forse loro pensano che una popolazione €uro-mulatta, divisa culturalmente, in preda ai conflitti etnici e religiosi, non amalgamata in quanto ognuno deve mantenere le proprie peculiarità e la propria lingua, divisa in base alla religione, priva di legami territoriali, priva di legami con la sua storia passata, sia più facilmente controllabile (da loro).
Non so se questo sia vero, ma di sicuro per qualche secolo i nuovi europei saranno molto impegnati ad ammazzarsi tra di loro e non potranno badare agli ebrei. Sarà anche estremamente facile mettere gli uni contro gli altri, all’occorrenza. Poi non si sa cosa succederà.
Bisogna ammettere che si tratta di  persone lungimiranti… Cinquemila anni di persecuzioni non hanno insegnato molto.

Non ci credete?

Non ci credete? Non pensate sia possibile che esistano persone così limitate, capaci di proporre e sostenere simili stupidaggini? Allora vi consiglio di consultate i siti di alcuni importanti opinion maker statunitensi. Tutti rigorosamente e orgogliosamente giudei. Loro ne parlano apertamente, sostengono da decenni che l’uomo bianco €uropeo debba essere sterminato, o meglio, mescolato. Questa è gente che si definisce pacifista, antirazzista (!), antifascista (!), globalista, pro-immigrazione, favorevole alla grande sostituzione dei popoli €uropei e all’accoglienza senza limiti. [i giudei Bonino, Lerner, Saviano, etc. ..... cosa credete che ci facciano al posto dove sono stati messi???]
Questi influencers, onnipresenti in TV, sostengono che il DNA bianco sia una iattura per l’intera umanità. Sono convinti che i bianchi €uropei debbano essere mescolati coi neri africani per formare un’unica grande e nuova razza €uropoide mulatta. .[Piano del Conte Kalergi]
Loro giustificano qualunque azione contro i bianchi, rei di aver sottomesso i neri. Dimenticando magari che le peggiori azioni commesse dai bianchi sono sempre state finanziate dai giudei. Dimenticando anche che gli ebrei si sono enormemente arricchiti con il commercio degli schiavi neri, [il proprietario del M5S, Enrico Sassoon discende da stirpe aschenazita giudea e pure sionista, COMMERCIANTI DI SCHIAVI] mentre ora si ergono a protettori delle loro rivendicazioni.
Ecco alcuni nomi di questi razzisti, globalisti e pro-immigrazione: Tim Wise, Noel Ignativ, Rob Reiner e Charles Schumer.
Ma ce ne sono tanti altri, non solo questi. Anche in Italia, se osservate bene.
Non siete ancora convinti? Allora informatevi su chi è George Soros, l’ebreo ungherese che attraverso la Open Society Fundations finanzia tutte le organizzazioni umanitarie che portano in Italia gli africani.
E non finanzia soltanto queste, ma anche tutte le organizzazioni LGBT, gay, gay pride, black-pride, gender, femministe, abortiste, il Partito Radicale ed Emma Bonino, alfieri di tutti i diritti di morte, da inizio a fine vita.
Emma-Bonino-e-Roberto-Saviano due fautori dell'immigrazione e della grande sostituzione dei popoli europei
Avete ancora dubbi? Se avete ancora dubbi, osservate da che parte stanno i giornalisti italo-israeliani, vera corazzata dell’informazione nostrana. Noterete che sono tutti dalla stessa parte, giocano tutti nella stessa squadra, globalista e pro-immigrazione all’ultimo sangue. Sono tutti favorevoli al mantenimento dell’identità culturale di chiunque venga in Italia, ma non alla salvaguardia dell’identità culturale italiana, quella è considerata roba di razzisti, xenofobi e fascisti. Sono tutti favorevoli all’accoglienza senza limiti. Per loro va bene anche se arrivano dieci, venti, cento milioni di africani. Non importa se tutto questo genera problemi insormontabili, distrugge l’Italia e poi, alla fin fine, non aiuta nessuno e danneggia tutti.
Quei giornalisti pro-immigrazione sono tutti dalla parte del genocidio dei popoli €uropei.
E dicono di essere contro il razzismo…
Ordini di scuderia?

di Elena Dorian

L'avanzato punto della reingegnerizzazione umana


Comunismo, Rothschild ed il cartello delle banche centrali


L'umanità è condannata finché questi banchieri controllano la società. Qual è il rimedio? Nazionalizzare le banche centrali, ripudiare i debiti creati dal nulla, rompere i cartelli, in particolare Hollywood e i media, e istituire un rigoroso finanziamento della campagna pubblica. 

 ... di Jonas E. Alexis e Henry Makow - 3 luglio 2018   

Henry Makow ha un dottorato di ricerca nella letteratura inglese dell'Università di Toronto ed è l'autore del libro best-seller Cruel Hoax: Feminism & the New World Order. Makow è cresciuto in una famiglia ebrea. 

Jonas E. Alexis: Se non hai mai letto Il secolo ebraico di Yuri Slezkine, forse è il momento di consultare la tua biblioteca locale e iniziare a scavare. Slezkine non è un teorico della cospirazione o "antisemita". È un professore ebreo all'Università della California. The Jewish Century è pubblicato dalla Princeton University Press, quasi un bastione dell'istituzione "antisemita".

Cosa offre Slezkine all'inizio del libro? Bene, eccola: "L'era moderna è l'era ebraica, e il ventesimo secolo, in particolare, è il secolo ebraico ... La modernizzazione, in altre parole, riguarda il fatto che tutti diventino ebrei." [1] 

La semplice domanda è questa: cosa ci ha portato questo "secolo ebraico"? Pace e armonia? Ogni studioso serio o osservatore meticoloso sa che il ventesimo secolo ci ha portato la prima guerra mondiale, la rivoluzione bolscevica, la seconda guerra mondiale, la creazione di Israele, l'ideologia neoconservatrice, ecc. Tutti sono stati disastri completi per il mondo intero. Ad esempio, prendi la creazione di Israele. Cosa ci dice lo storico israeliano Benny Morris stesso? 

"Uno stato ebraico non sarebbe nato senza lo sradicamento di 700.000 palestinesi. Quindi è stato necessario sradicarli. Non c'era altra scelta che espellere quella popolazione. Era necessario ripulire l'entroterra e pulire le aree di confine e pulire le strade principali. È stato necessario ripulire i villaggi dai quali sono stati licenziati i nostri convogli e i nostri insediamenti." [2] 

Non importa come ridurli, non è moralmente giusto sradicare almeno 700.000 persone dalla loro terra e dai loro territori. E se spostiamo la discussione sulla prima guerra mondiale, sulla seconda guerra mondiale e persino sulla rivoluzione bolscevica, la tesi che il "secolo ebraico" abbia portato il caos totale al mondo intero è abbastanza convincente. 

Anche in questo solo secolo, il neoconservatorismo, che tutti conosciamo come un movimento ideologico ebraico, [3] ha già fatto abbastanza danni nel mondo. Se questo sembra troppo radicale, pensa alla guerra dei sei trilioni di dollari nel 2003 [4] e alle migliaia di soldati moltiplicati che hanno dovuto subire lesioni cerebrali a causa di quella stupida guerra. [5] Pensa alla distruzione delle case e della sodomia in luoghi come Abu Ghraib. [6] 

Se questo non è ancora abbastanza, pensa a ciò che i Neoconservatori stessi hanno articolato diabolicamente. Prendiamo ad esempio l'ebreo Neocon Jonah Goldberg, che ha dogmaticamente affermato che "ogni dieci anni circa, gli Stati Uniti hanno bisogno di raccogliere un piccolo e schifoso paese e gettarlo contro il muro, solo per mostrare al mondo di cosa intendiamo per affari". [7 ] 

Ovviamente persone come Goldberg sono pericolose non solo per l'America ma per il resto del mondo. Ma c'è molto di più in queste persone che saltano all'occhio qui, e Henry Makow porterà la discussione al livello successivo. Quello che segue è il suo giudizio su come "gli ebrei cabalisti" e le loro marionette stanno trascinando gran parte del mondo in un'ideologia oscura e nichilista.  

 

Henry Makow: I Rothschild sono ebrei cabalisti che rappresentano la loro demente megalomania che mette a repentaglio il destino dell'umanità. Stanno imponendo la loro tirannia occulta in virtù del loro monopolio mondiale sul mezzo di scambio. Producono credito e valuta dal nulla sotto forma di debito verso se stessi, qualcosa che il nostro governo potrebbe fare da sé, senza interessi né debito. Gli ebrei organizzati e la Massoneria sono complici di questa truffa. Ahimè, i nostri "soldi" sono solo coupon, chip virtuali nel loro casinò digitale. Possono manipolare o annullare questi chip ogni volta che vogliono. 

Il loro programma è di proteggere il loro monopolio monetario estendendolo in un monopolio su tutto - potere, conoscenza, cultura, religione - ridisegnando l'umanità per servirli. Questo è il vero significato del comunismo.

Questo è il motivo per cui le nazioni occidentali sono inondate da migranti. Perché i valori comunisti e LGBT sono imposti ai bambini. Perché le università sono state castrate. Perché le società e le banche promuovono la migrazione e l'omosessualità. Perché la politica estera dell'Occidente punta a distruggere qualsiasi resistenza (Russia, Siria, Yemen, Iran, Corea).

Il processo di reingegnerizzazione umana è avanzato fino al punto in cui la società è complice della propria distruzione. Tutto ciò è stato messo a nudo nel 1938 dagli insigni Illuminati Chaim Rakovsky quando è stato arrestato dal NKVD di Stalin. Il suo interrogatorio è trapelato e pubblicato con il titolo "The Red Symphony".

La maggior parte della gente pensa che il comunismo sia un'ideologia dedicata alla difesa dei lavoratori e dei poveri. Questo è stato uno stratagemma di grande successo che ha manipolato milioni di persone. 

Dietro questo artificio, il "comunismo" è dedicato a concentrare tutta la ricchezza e il potere nelle mani del cartello delle banche centrali (i Rothschild e i loro alleati) mascherandolo come potere dello Stato. 

Il cartello bancario centrale è il monopolio ultimo. Ha un monopolio quasi globale sul credito del governo. Il suo scopo è di tradurre questo in un monopolio su tutto - politico, culturale, economico e spirituale. Un governo mondiale = monopolio dei Rothschild = comunismo.

Qualsiasi ideologia che concentri ulteriormente ricchezza e potere nelle mani dello "Stato" è il comunismo sotto un'altra forma. Queste ideologie - socialismo, liberalismo, fascismo, neo-conservatorismo, sionismo e femminismo - sono fronti per "comunismo" e sono organizzate e finanziate dal cartello delle banche centrali. Gli eventi attuali sono tutti progettati dai banchieri centrali per aumentare il potere del governo.

LA SINFONIA ROSSA 


"The Red Symphony" è la migliore rivelazione dello stato reale del nostro mondo. "The Red Symphony" è un interrogatorio della polizia segreta stalinista (NKVD) del 1938 di Christian Rakovsky, un insider sovietico visto qui con un altro ebreo e agente Rothschild, Leon Trotsky. Il testo è online o in Des Griffin, Quarto Reich dei ricchi. 

Ho presentato questo documento esplosivo di 50 pagine ai miei lettori nel 2003. Toglie il velo alla storia moderna e spiega il vero significato di Rivoluzione, Comunismo, Massoneria e Guerra. Non era destinato a diventare di dominio pubblico. Il traduttore, il Dr. J. Landowsky, ne fece una copia non autorizzata. 

L'esperimento umano è messo in pericolo da interessi privati ​​che hanno usurpato la funzione della creazione di denaro ovunque. 

La storia moderna riflette il processo graduale con cui trasferiscono tutta la ricchezza e il potere a se stessi, distruggendo la civiltà occidentale e creando uno stato di polizia mondiale. Nel 1938, Rakowsky potrebbe dire che il mondo intero è controllato dai banchieri ebrei sabbatea e dai loro alleati. 

Nella sua autobiografia, La mia vita, Leon Trotsky ha scritto: "Christian G. Rakovsky ... ha svolto un ruolo attivo nel funzionamento interno di quattro partiti socialisti - il bulgaro, il russo, il francese e il rumeno - per diventare alla fine uno dei leader della Federazione sovietica, fondatore del Partito comunista internazionale, presidente del Soviet ucraino dei commissari del popolo, e rappresentante diplomatico sovietico in Inghilterra e Francia ..." 

Rakovsky, il cui vero nome era Chaim Rakover, fu condannato a morte nell'epurazione di Stalin della fazione trotskista del partito. Cercò di salvarsi consegnando un messaggio a Stalin sugli Illuminati. 

Nel processo, Rakovsky disse al suo interrogatore che i banchieri crearono lo stato comunista come una "macchina del potere totale" senza precedenti nella storia. In passato, a causa di molti fattori, "c'era sempre spazio per la libertà individuale. Capisci che quelli che già governano in parte le nazioni e i governi mondani hanno pretese di dominio assoluto? Comprendi che questa è l'unica cosa che non hanno ancora raggiunto." 

Una forza perniciosa paralizza la nostra vita nazionale. Rakovsky lo identifica: "Immagina a te stesso, se puoi in un piccolo numero di persone che hanno potere illimitato attraverso il possesso della ricchezza reale, e vedrai che sono i dittatori assoluti della borsa e [dell'economia] ... Se hai abbastanza immaginazione allora ... vedrai [la loro] influenza anarchica, morale e sociale, cioè rivoluzionaria ... Comprendi adesso?" 

"... Hanno creato credito in modo da rendere il volume vicino all'infinito. E per dargli la velocità del suono ... .è un'astrazione, un essere di pensiero, una figura, un numero, un credito, una fede .... " (Pp.245-246) 

Ovviamente hanno bisogno di proteggere il loro monopolio creditizio creando un "governo mondiale". Questo impedisce a qualsiasi paese di emettere il proprio credito (denaro) o di ripudiare il proprio debito.

MARXISMO 


Il Movimento Rivoluzionario, che definisce la storia moderna, era un mezzo per istituzionalizzare il potere dei banchieri distruggendo il vecchio ordine. Il marxismo, "prima di essere un sistema filosofico, economico e politico, è una cospirazione per la rivoluzione". 

Rakovsky si fa beffe del "marxismo elementare ... il popolare demagogico" che viene usato per ingannare gli intellettuali e le masse. (238) Marx fu assunto da Rothschild per ingannare le masse. Rakovsky dice che Marx "ride sotto la sua barba a tutta l'umanità". (Griffin, 240) Naturalmente, Marx non menzionò mai i Rothschild. (243) 

Per quanto riguarda la Massoneria: "Ogni organizzazione massonica cerca di creare tutti i prerequisiti necessari per il trionfo della rivoluzione comunista; questo è l'obiettivo ovvio della Massoneria", dice Rakovsky, un massone di alto rango. 

Lo scopo della rivoluzione non è altro che quello di ridefinire la realtà in termini di interessi dei banchieri. Ciò comporta la promozione della verità soggettiva rispetto alla verità oggettiva. Se Lenin "sente qualcosa che crede reale", allora è reale. "Per lui ogni realtà, ogni verità era relativa di fronte all'unico e assoluto: la rivoluzione." 

Questo è il cabalismo: gli ebrei cabalisti creano la realtà perché credono di essere il canale della volontà di Dio. (In altre parole, l'umanità è caduta per una gigantesca frode). 

In altre parole, il bianco è nero e su è giù. È così che è stato nell'Unione Sovietica; e ora in Occidente, la verità e la giustizia vengono sostituite dal diktat politico. "Political correctness" un termine bolscevico è ora di uso comune. Quindi, l'omosessualità che gli psichiatri consideravano sempre un disturbo dello sviluppo, divenne nel 1973 una "scelta di vita" dal diktat politico. Ora le scuole pubbliche incoraggiano i bambini eterosessuali "a sperimentare con la loro sessualità". Questo è malsano e innaturale, ma è proprio questo il satanismo e la "rivoluzione", che rovesciano il salutare ordine intrinseco. 

Rakovsky si meraviglia che "i banchi su cui sedevano i grassi usurai per scambiare i loro soldi, ora sono stati convertiti in templi, che si estendono magnificamente in ogni angolo delle grandi città contemporanee con i loro colonnati pagani, e le folle vanno là ... per portare assiduamente i loro depositi di tutti i loro beni al dio del denaro ..." 
Dice che la stella sovietica a cinque punte rappresenta i cinque fratelli Rothschild con le loro banche, che possiedono colossali accumuli di ricchezza, la più grande mai conosciuta." 

Non è strano che Marx non menzioni mai questo fatto? Chiede Rakovsky. Non è strano che durante le rivoluzioni, i mob non attacchino mai i banchieri, i loro palazzi o le loro banche?  
GUERRA 

La guerra è il mezzo con cui i banchieri centrali avanzano il loro programma. Rakovsky dice che Trotsky era dietro l'omicidio dell'Arcinto Duca Ferdinando (che scatenò la prima guerra mondiale). Ricorda la frase usata dalla madre dei cinque fratelli Rothschild: "Se i miei figli lo vogliono, allora non ci sarà più guerra". Ciò significa che erano gli arbitri, i padroni della pace e della guerra, ma non gli imperatori. Sei capace di visualizzare il fatto di una tale importanza cosmica? La guerra non è già una funzione rivoluzionaria? Guerra? La Comune Da quel momento ogni guerra è stata un passo da gigante verso il comunismo".

Dopo l'omicidio di Walter Rathenau nel 1922, gli Illuminati danno posizioni politiche o finanziarie solo agli intermediari, dice Rakowsky. "Ovviamente a persone fidate e leali, che possono essere garantite in mille modi: così si può affermare che quei banchieri e politici [nell'opinione pubblica] - sono solo uomini di paglia ... anche se occupano posti altissimi e sono fatti apparire come gli autori dei piani che vengono eseguiti". 

Nel 1938, Rakovsky delineò tre motivi per l'imminente seconda guerra mondiale. Il primo è che Hitler aveva iniziato a stampare i propri soldi. "Questo è molto serio. Molto più di tutti i fattori esterni e crudeli nel nazionalsocialismo." 

In secondo luogo, il "nazionalismo pienamente sviluppato dell'Europa occidentale è un ostacolo al marxismo ... la necessità di distruggere il nazionalismo merita una guerra in Europa". 

Infine, il Comunismo non può trionfare se non sopprime il "cristianesimo ancora vivo". Si riferisce alla "rivoluzione permanente" come risalente alla nascita di Cristo, e la riforma come "la sua prima vittoria parziale" perché ha diviso il cristianesimo. Ciò suggerisce che la "cospirazione" contiene anche un fattore razziale o religioso.

"In realtà, il cristianesimo è il nostro unico vero nemico da tutti i fenomeni politici ed economici degli Stati borghesi. Il cristianesimo che controlla l'individuo è capace di annullare la proiezione rivoluzionaria del neutrale Stato sovietico o ateo". 

Ora i Banchieri Centrali stanno promuovendo la Terza Guerra Mondiale come in "Lo scontro di civiltà". Sostituite dall'Islam per il cristianesimo in alto e "i cristiani" contro di loro.  

CONCLUSIONE 

Il Nuovo Ordine Mondiale crea una falsa realtà che rappresenta la nostra schiavitù mentale. Legioni di esperti, professori e politicanti fanno rispettare i suoi precetti. 

La società è totalmente sovvertita. Il governo, l'educazione, l'intrattenimento e i mezzi di informazione sono nelle mani del cartello delle banche centrali. Il settore privato canta dallo stesso libro di canzoni su argomenti come "diversità". Lo stesso vale per think tanks, fondazioni, ONG, associazioni professionali e importanti associazioni di beneficenza. Le agenzie di intelligence servono i banchieri centrali. (Questo articolo "Come la Fed ha acquistato la professione di economia" è il modello per tutte le professioni). 

Di conseguenza, la società non è in grado di affrontare il suo vero problema: la concentrazione del potere nelle mani dei banchieri credenti della Cabala. Siamo ostacolati dalla falsa accusa di "antisemitismo" quando la maggior parte degli ebrei ignorano il quadro generale. Non mancano i lacchè, spesso massoni e ebrei massonici, disposti a condividere il bottino delle frodi dei banchieri. Questo oggi viene definito "successo". 

L'umanità è condannata finché questi banchieri controlleranno la società. Qual è il rimedio? Nazionalizzare le banche centrali, ripudiare i debiti creati dal nulla, rompere i cartelli, in particolare Hollywood e i media, e istituire un rigoroso finanziamento della campagna pubblica. Inoltre, abbiamo bisogno di una rinascita spirituale, un ritorno alla vera religione, o almeno un'affermazione di Dio e un ordine morale. 

Ma finché le persone percepiscono i loro interessi in termini di status quo, i nostri problemi sono sistemici e non andranno via.

[1] Yuri Slezkine, The Jewish Century (Princeton: Princeton University Press, 2004), 1.  
[2] Ari Shavit, “Survival of the Fittest? an Interview with Benny Morris,” Counterpunch, January 16, 2004.  
[3] Murray Friedman, The Neoconservative Revolution: Jewish Intellectuals and the Shaping of Public Policy (Cambridge: Cambridge University Press, 2004); Stefan Halper and Jonathan Clarke, America Alone: The Neo-Conservatives and the Global Order (Cambridge: Cambridge University Press, 2004)  
[4] Ernesto Londono, “Study: Iraq, Afghan war costs to top $4 trillion,” Washington Post, March 28, 2013; Bob Dreyfuss, The $6 Trillion Wars,” The Nation, March 29, 2013; “Iraq War Cost U.S. More Than $2 Trillion, Could Grow to $6 Trillion, Says Watson Institute Study,” Huffington Post, May 14, 2013; Mark Thompson, “The $5 Trillion War on Terror,” Time, June 29, 2011; “Iraq war cost: $6 trillion. What else could have been done?,” LA Times, March 18, 2013.  
[5] “360,000 veterans may have brain injuries,” USA Today, March 5, 2009.  
[6] See Mark Kukis, Voices from Iraq: A People’s History, 2003-2009 (New York: Columbia University Press, 2011); Dana Priest and Joe Stephens, “Secret World of U.S. Interrogation,” Washington Post, May 11, 2004; for similar reports, see Jane Mayer, “The Black Sites: A Rare Look inside the C.IA.’s Secret Interrogation Program,” New Yorker, August 13, 2007; Craig Whitlock, “Jordan’s Spy Agency: Holding Cell for the CIA,” Washington Post, December 1, 2007; Jane Mayer, The Dark Side: The Inside Story of How the War on Terror Turned into a War on American Ideals (New York: Anchor Books, 2009); Mark Danner, Torture and Truth: America, Abu Ghraib, and the War on Terror (New York: New York Review of Books, 2004); George W. Bush: War Criminal?: The Bush Administration’s Liability for 269 War Crimes (Westport: Praeger Pubishers, 2009); Lila Rajiva, The Language of Empire: Abu Ghraib and the American Media (New York: Monthly Review Press, 2005). Rebecca Gordon, Mainstreaming Torture: Ethical Approaches in the Post-9/11 United States (New York: Oxford University Press, 2014).
[7] Conor Friedersdorf, “The Real Radicals of the Iraq War: Its Proponents,” Atlantic, March 6, 2013.

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