giovedì 14 febbraio 2019

The Protocols of Zion: L'ORIGINALE VERSIONE TRADOTTA IN ITALIANO 3^parte


Protocolli dei savi anziani di Sion

PROF. SERGYEI NILUS -[ ПРОФ. СЕРГЕЙ НИЛУС ]
L'INTERNAZIONALE GIUDAICA
PROTOCOLLI DEI "SAVI ANZIANI" DI SION
VERSIONE ITALIANA CON APPENDICE

ROMA - LA VITA ITALIANA - RASSEGNA MENSILE DI POLITICA
Via dell'Unità, 25 - 1921

SE AVETE LETTO LA 2^PARTE VI SARETE ACCORTI CHE, VERI O FALSI, QUESTI PROTOCOLLI, IDEATI E PUBBLICATI A CAVALLO DEL NOVECENTO, IPOTIZZAVANO FANTASCIENTIFICHE SITUAZIONI SOCIALI E POLITICHE CHE STIAMO VIVENDO IN QUESTI GIORNI .....

PROTOCOLLO XIII

La necessità del pane quotidiano obbligherà i Gentili a tacere ed a rimanere nostri umili servitori (.... il reddito di cittadinanza Vi ricorda qualche cosa ?? ...).
Quei Gentili che potremo impiegare nella nostra stampa, discuteranno, dietro i nostri ordini, quei fatti che non sarebbe conveniente per noi di pubblicare nella nostra gazzetta ufficiale. E mentre avranno luogo così discussioni e dispute d'ogni genere, noi promulgheremo le leggi che ci occorrono e le presenteremo al pubblico quali fatti compiuti. Nessuno oserà chiedere che queste leggi vengano revocate, specialmente perché faremo credere che il nostro scopo sia quello di promuovere il progresso. Poi la stampa svierà l'attenzione del pubblico per mezzo di nuove proposte (sapete bene che abbiamo sempre abituato le popolazioni a ricercare nuove emozioni).
Avventurieri politici senza cervello si affretteranno a discutere i nuovi problemi: la stessa razza di gente che non comprende neppure ora nulla di quello di cui parla. I problemi politici non sono fatti per essere compresi, dalla gente comune, ma solamente (come ho già detto) da quella classe di governanti, che da secoli dirigono gli affari. Da tutto questo insieme di fatti potete concludere, che quando useremo una certa deferenza all'opinione pubblica, di tanto in tanto, avremo lo scopo di facilitare il funzionamento del nostro meccanismo. Vi accorgerete anche che cerchiamo di far approvare le varie quistioni soltanto a furia di parole e non di fatti. Affermiamo continuamente, che tutte le misure prese da noi sono ispirate dalla speranza e dalla certezza di aiutare il benessere comune.
Allo scopo di distogliere la gente troppo irrequieta dalla discussione delle quistioni politiche, la provvederemo di problemi nuovi; quelli cioè dell'industria e del commercio. Su questi problemi potranno eccitarsi fin che vorranno. Le masse acconsentono di astenersi e di desistere da ciò che credono sia l'attività politica, solamente se possiamo dar loro qualche nuovo svago; come, ad esempio, il commercio. E tenteremo di dar da intendere ad esse, che anche il commercio è un problema politico. Noi stessi inducemmo le masse a prender parte alla politica per assicurarci il loro appoggio nella nostra campagna contro i governi Gentili.
Per impedire che il popolo scopra da sé una qualsiasi nuova linea d'azione politica, lo terremo distratto con varie forme di divertimenti: ludi ginnici, passatempi, passioni di vario genere, osterie e via discorrendo.
Fra poco principieremo a mettere degli avvisi nei giornali invitando il popolo a competere in ogni genere di nuove imprese, come ad esempio alle gare artistiche, di sport, ecc.
Questi nuovi interessi distoglieranno definitivamente l'attenzione del pubblico dalle quistioni che potrebbero metterci in conflitto con la popolazione. Il popolo, siccome perderà a poco a poco la facoltà di pensare con la sua testa, griderà compatto insieme a noi, per l'unica ragione che saremo i soli membri della società in grado di promuovere nuove linee di pensiero. Questi nuovi concetti noi li metteremo avanti per mezzo di agenti che il popolo non sospetterà siano alleati nostri. La funzione degli idealisti liberali cesserà repentinamente il giorno in cui il nostro governo sarà riconosciuto.
Fino allora essi ci renderanno dei buoni servizi. Per questa ragione cercheremo di indirizzare l'opinione pubblica verso ogni specie di teoria fantastica che possa sembrare progressiva, o liberale. Fummo noi che, col più completo successo, facemmo girare le teste scervellate dei Gentili, colle nostre teorie di progresso, verso il socialismo. Non si trova fra i Gentili una mente capace di intuire che in ogni occasione, dietro la parola "progresso" è nascosta una deviazione della verità, eccezione fatta dei casi in cui la parola libertà si riferisce alla materia delle scoperte scientifiche.
Giacché esiste soltanto una vera dottrina ed in essa non vi è posto per il "progresso". Il progresso, come qualunque altro falso concetto, serve a nascondere la verità, affinché essa non sia palese ad altri che a noi, popolo prediletto da Dio, che Egli ha eletto a custode della verità. Quando saremo al potere, i nostri oratori discuteranno i grandi problemi che hanno agitato l'umanità, allo scopo finale e prefisso di condurre il genere umano sotto il nostro governo benedetto.
Chi vorrà, quindi, sospettare che tutti questi problemi furono sollevati da noi, secondo un piano politico prestabilito che nessun uomo ha compreso in tanti secoli?

PROTOCOLLO XIV


Quando ci stabiliremo come Signori della Terra, non ammetteremo altra religione che la nostra; cioè una religione che riconosce il Dio solo, a Cui il nostro destino è collegato dall'averci Egli eletto, e da Cui il destino del mondo è determinato.
Per questa ragione dobbiamo distruggere tutte le professioni di fede. Se il risultato temporaneo di questa distruzione sarà di produrre degli Atei, ciò si frapporrà al nostro scopo, ma servirà come esempio alle generazioni future, che ascolteranno i nostri insegnamenti sulla religione di Mosè, la quale, con le sue dottrine risolute e ponderate, ci impose come un dovere il mettere tutte le nazioni sotto i nostri piedi.
Inoltre insisteremo molto sulle verità mistiche degli insegnamenti Mosaici, sui quali, diremo, è basata tutta la loro forza educativa.
Di poi, ad ogni momento pubblicheremo articoli paragonando il nostro governo benefico a quello del passato. Lo stato di beatitudine e di pace che esisterà allora, servirà anche ad illustrare il benefico effetto del nostro governo, sebbene sia stato ottenuto mediante disturbi secolari. Dimostreremo con colori intensi gli errori amministrativi commessi dai Gentili. Provocheremo con tutto ciò un tale sentimento di avversione per il regime precedente, che le nazioni preferiranno uno stato di pace in condizioni di schiavitù, ai diritti della tanta lodata "libertà", che le ha così crudelmente torturate, esaurendone perfino le fonti dell'esistenza umana, ed alla quale furono trascinate da una folla di avventurieri che non sapevano quel che facevano.

I cambiamenti inutili di governo che abbiamo sempre suggerito ai Gentili, e che sono stati il mezzo col quale abbiamo minato il loro edificio di Stato, avranno in allora talmente stancato le nazioni, che esse preferiranno sopportare qualunque cosa da noi, piuttosto che ritornare ai tumulti ed alle disgrazie attraversate. Attireremo specialmente l'attenzione su gli errori storici con i quali i governi dei Gentili tormentarono l'umanità per tanti secoli, nella loro mancanza di comprensione per tutto ciò che riguarda il vero benessere della vita umana, e nella loro ricerca di piani fantastici per la prosperità sociale. Giacché i Gentili non si sono resi conto che i loro piani, invece di migliorare le relazioni fra uomo e uomo, non hanno fatto altro che farle andare di male in peggio. E queste relazioni sono la vera base dell'esistenza umana. Tutta la forza dei nostri principi e delle nostre misure consisterà nel fatto, che saranno spiegati da noi quale un luminoso contrasto con le condizioni sociali esistenti sotto l'antico regime da noi infranto.
I nostri filosofi dimostreranno tutti gli svantaggi delle religioni cristiane, ma nessuno potrà mai giudicare la nostra religione nel suo vero significato, perché nessuno ne avrà mai una completa cognizione fuorché i nostri che non si arrischieranno mai a svelarne i misteri.
Nei cosiddetti paesi dirigenti abbiamo fatto circolare una letteratura squilibrata, sudicia e ripugnante. Per un breve periodo dopo il riconoscimento del nostro regno, continueremo a incoraggiare questa letteratura, acciocché essa dimostri, più esplicitamente che mai, il suo contrasto con le dottrine che metteremo in circolazione dal nostro seggio elevato. I nostri sapienti, educati allo scopo di guidare i Gentili, faranno conferenze, concreteranno piani, scriveranno appunti e articoli, per mezzo dei quali influiremo sugli spiriti degli uomini, piegandoli verso quella scienza e quelle idee che ci converranno.


PROTOCOLLO XV

Quando, infine, avremo ottenuto il potere per mezzo di numerosi colpi di Stato, che saranno da noi preparati in modo che abbiano luogo simultaneamente in tutti i paesi; e quando i governi di questi saranno stati dichiarati ufficialmente incapaci di reggere la pubblica cosa (potrà trascorrere un periodo di tempo considerevole prima che tutto ciò avvenga: magari un secolo): faremo ogni sforzo per impedire che siano fatte delle congiure contro di noi. Per raggiungere questo intento applicheremo la pena capitale, senza pietà, per coloro che prendessero le armi per impedire lo stabilimento del nostro potere.
Sarà passibile della pena capitale la fondazione di qualunque nuova società segreta; scioglieremo, mandandone i membri in esilio nelle parti più remote del mondo, le società segrete tuttora esistenti, che ci sono ben conosciute e che servono ed hanno servito al nostro scopo. L'esilio sarà la sorte di quei frammassoni Gentili che per avventura sapessero più di quello che a noi convenga. E quei massoni che, per una ragione o per un'altra potremo perdonare, li terremo sempre nel continuo timore d'essere esiliati. Decreteremo una legge per condannare tutti i preesistenti membri delle società segrete all'esilio fuori di Europa perché quivi noi avremo il centro del nostro governo.
Le decisioni del nostro governo saranno definitive e nessuno avrà il diritto d'appellarsi. Per mettere al dovere le società dei Gentili nelle quali abbiamo profondamente inculcato i dissidi ed i dogmi della religione protestante, prenderemo provvedimenti spietati i quali dimostreranno alle nazioni che il nostro potere non può essere violato. Non dobbiamo preoccuparci delle numerose vittime che saranno sacrificate per ottenere una prosperità futura.

Un governo il quale è convinto che la propria esistenza dipende non solo dai privilegi di cui gode, ma anche dall'adempimento del suo dovere, ha l'obbligo di conseguire la prosperità anche a costo di molti sacrifici. La condizione principale della sua stabilità consiste nel rafforzamento del prestigio del suo potere, e questo prestigio si ottiene soltanto per mezzo di una maestosa ed incrollabile potenza, che deve mostrarsi inviolabile, nonché circondata da un potere mistico.
Ad esempio, dimostrare che sussiste per mandato divino. Questi sono i requisiti goduti finora dall'Autocrazia russa, l'unica nostra nemica pericolosa, se non teniamo conto della Santa Sede. Ricordate che l'Italia. quando grondava sangue, non toccò un capello di Silla: eppure egli era l'uomo che l'aveva dissanguata. Per la sua forza di carattere, Silla diventò un Dio agli occhi della popolazione, ed il suo ritorno intrepido in Italia lo rese inviolabile. La plebe non nuocerà mai all'uomo che la ipnotizza col suo coraggio e con la sua superiorità mentale.
Fino a quando non avremo conseguito il potere, cercheremo di fondare e moltiplicare le logge massoniche in tutte le parti del mondo. Alletteremo a farne parte coloro che possono diventare, o sono di già, animati da amore per il pubblico bene. Queste logge saranno la fonte principale ove attingeremo le nostre informazioni; saranno pure i nostri centri di propaganda. Centralizzeremo tutte queste logge sotto una direzione unica, conosciuta a noi soli e costituita dai nostri uomini più sapienti. Queste logge avranno anche i loro rappresentanti, per mascherarne la vera direzione. Questa soltanto avrà diritto di decidere a chi spetti di parlare e di preparare l'ordine del giorno. In queste logge annoderemo tutte le classi socialiste e rivoluzionarie della società. I piani politici più segreti. ci saranno subito noti appena formulati e ne guideremo l'esecuzione.

Quasi tutti gli agenti della polizia internazionale segreta faranno parte delle nostre logge. È per noi sommamente importante di assicurarci i servizi della polizia, perché essi possono mascherare le nostre imprese, inventare ragioni plausibili per spiegare il malcontento delle masse, come pure colpire coloro che rifiutano di sottomettersi a noi.
La maggior parte degli individui che entrano nelle società segrete sono avventurieri, i quali desiderano di farsi strada in un modo o in un altro e non hanno serie intenzioni. Con gente simile, ci sarà facile perseguire il nostro scopo: essi metteranno in moto il nostro meccanismo. Se il turbamento diventerà mondiale, ciò significherà soltanto che era necessario per noi di produrre questa agitazione, allo scopo di distruggere la troppo grande solidità del mondo. Se nasceranno congiure nel suo seno, significherà che uno dei nostri agenti più fedeli è il capo di questa cospirazione. E' naturale che noi dobbiamo essere gli unici a dirigere le imprese massoniche. Noi soltanto sappiamo dirigerle.

Noi conosciamo lo scopo finale di ogni azione, mentre i Gentili ignorano la massima parte di ciò che riguarda la massoneria: essi non sono neppur capaci di vedere i risultati immediati di quello che fanno. Generalmente essi considerano soltanto i vantaggi immediati; si contentano se il loro orgoglio personale è soddisfatto per l'adempiersi del loro intento; non si accorgono che l'idea originale era nostra e non loro.
I Gentili frequentano le Logge Massoniche per pura curiosità, o nella speranza di ricevere la loro parte delle spoglie; alcuni di essi vi entrano pure per poter discutere le loro stupide idee davanti ad un pubblico qualunque. I Gentili vanno alla ricerca delle emozioni procurate dal successo e dagli applausi; noi glie ne diamo fin che ne vogliono. Questo è il motivo per cui permettiamo ad essi di avere successi; cioè allo scopo di volgere a nostro vantaggio gli uomini che credono orgogliosamente di valer qualche cosa, e che senza accorgersene s'imbevono delle nostre idee, fiduciosi di essere infallibili e convinti di non andar soggetti alle influenze altrui.

Non avete idea di quanto sia facile ridurre anche il più intelligente dei Gentili in una condizione ridicola di ingenuità agendo sulla sua presunzione, e quanto, d'altra parte, sia fucile scoraggiarlo mediante il più piccolo insuccesso, od anche semplicemente cessando di applaudirlo; oppure anche di ridurlo in uno stato di servile sottomissione, allettandolo con la promessa di qualche nuovo successo. Per quanto il nostro popolo disprezza il successo, bramando soltanto la realizzazione dei suoi piani, altrettanto i Gentili amano il successo e sono disposti a sacrificare tutti i loro piani per raggiungerlo. Questo lato del carattere dei Gentili rende facile di fare d'essi quello che ci piace. Quelli che sembrano tigri, sono invece stupidi come pecore, ed hanno la testa assolutamente vuota.
Lasceremo che cavalchino in sogno il corsiero delle vane speranze di poter distruggere l'individualità umana mediante idee simboliche di collettivismo. Essi non hanno ancora compreso, e non comprenderanno mai, che questo sogno fantastico è contrario alla principale legge della natura, la quale, fin dall'inizio del mondo, creò ogni essere, diverso da tutti gli altri, perché ciascuno avesse un'individualità.

Il fatto che fummo capaci di far concepire un'idea così errata ai Gentili, è la prova lampante del meschino concetto che essi hanno della vita umana, paragonato a quello che ne abbiamo noi. In questo consiste la maggiore speranza del nostro successo. Quanto furono previdenti i nostri sapienti d'un tempo quando ci dissero che, pur di raggiungere uno scopo veramente grandioso, dovevamo ricorrere a qualunque mezzo senza fermarci a contare le che si dovessero sacrificare al successo della causa! E noi non abbiamo mai contato le vittime uscite dal seme di quei bruti di Gentili, e pur avendo sacrificato molta gente nostra, abbiamo dato al nostro popolo una posizione tale nel mondo, che esso non si sarebbe mai sognato di raggiungere.
Un numero relativamente piccolo di vittime da parte nostra ha salvato la nostra nazione dalla distruzione. Ogni uomo deve inevitabilmente morire. E' preferibile affrettare la morte di coloro che ostacolano la nostra causa, che di quelli che la promuovono.
Noi facciamo morire i frammassoni in maniera tale che nessuno, fuorché gli adepti, può averne il minimo sospetto. Neppure le stesse vittime ne sospettano prima del tempo. Muoiono tutti, quando è necessario, di morte apparentemente naturale. E neppure gli iniziati, conoscendo questi fatti, osano protestare! Con questi mezzi abbiamo tagliato fino alle radici ogni velleità di protesta contro i nostri ordini almeno per quanto riguarda i frammassoni. Predichiamo il liberalismo ai Gentili, ma d'altra parte teniamo la nostra propria nazione in assoluta sottomissione. Per effetto della nostra influenza, le leggi dei Gentili vengono osservate il meno possibile. Il prestigio delle loro leggi è stato minato dalle idee liberali che vi abbiamo introdotto.
Le più importanti questioni, sia politiche, sia morali, vengono decise dai Tribunali nel modo stabilito da noi. Il Gentile amministratore di giustizia, esamina le cause in quel modo che a noi pare e piace. Questo risultato lo abbiamo ottenuto mediante i nostri agenti e persone colle quali apparentemente non siamo in relazione, e per mezzo di opinioni propagate con la stampa e con altri mezzi. Persino i senatori ed altri funzionari elevati seguono ciecamente i nostri consigli. La mentalità dei Gentili essendo di natura puramente bestiale, è incapace di osservare e di analizzare checchessia e più ancora di prevedere le conseguenze alle quali può condurre una causa se presentata sotto una certa luce.
Ed è precisamente in questa differenza di mentalità tra noi e i Gentili, che possiamo facilmente riconoscere di essere gli eletti di Dio nonché la nostra natura sovrumana, in paragone con la mentalità istintiva e bestiale dei Gentili. Costoro non vedono che i fatti, ma non li prevedono e sono incapaci di inventare qualsiasi cosa, eccetto le materiali. Da tutto questo risulta nettamente, che la natura stessa ci ha destinato a guidare ed a governare il mondo. Quando verrà per noi l'ora di governare apertamente, sarà giunto il momento di dimostrare la bontà del nostro governo. Allora miglioreremo tutte le leggi.
Le nostre leggi saranno brevi, chiare, e concise: non avranno bisogno di interpretazioni; sicché tutti potranno conoscerle da cima a fondo, dentro e fuori. La caratteristica predominante di queste leggi sarà l'obbedienza dovuta all'autorità; e questo rispetto all'autorità sarà spinto al massimo grado. Allora cesserà ogni genere di abuso di potere, perché ognuno sarà responsabile di fronte all'unico potere supremo, cioè a quello del sovrano. L'abuso di potere da parte di chiunque, che non sia il sovrano, sarà così severamente punito, che tutti perderanno la voglia di provare la loro forza in tale direzione.
Sorveglieremo molto da vicino ogni atto del nostro corpo amministrativo, da cui dipenderà il funzionamento della macchina statale, perché se l'amministrazione diventa fiacca, il disordine sorge dovunque. Non un singolo atto illegale, od abuso di potere rimarrà impunito. Tutti gli atti di simulazione, o di volontaria trascuratezza da parte degli impiegati amministrativi, cesseranno dopo che costoro avranno veduto i primi esempi di punizione.
La grandezza della nostra potenza esigerà che siano inflitte punizioni adeguate ad essa. Ciò vuol dire che esse saranno durissime, anche nel caso del più piccolo tentativo di violare il prestigio della nostra autorità allo scopo di lucro personale. L'uomo che soffrirà per le sue colpe, anche se troppo severamente, sarà come un soldato che muore sul campo battaglia dell'amministrazione per la causa del potere, dei principî e della legge, che non ammette alcuna deviazione dal sentiero pubblico per un vantaggio personale, neanche per coloro che guidano il carro dello stato.

Per esempio, i nostri giudici sapranno che, cercando di essere indulgenti, violeranno la legge della giustizia, la quale è fatta per infliggere punizioni esemplari agli uomini per le colpe che hanno commesso, e non per dare ad un giudice l'occasione di mostrare la sua clemenza. Questa buona qualità della clemenza dovrebbe essere esibita soltanto nella vita privata, e non nella qualità ufficiale di giudice, che influisce su tutta la base dell'educazione del genere umano.
I membri della magistratura non serviranno più nei tribunali dopo i cinquantacinque anni di età, per le seguenti ragioni:
1° Perché i vecchi sono più tenacemente attaccati alle idee preconcette e meno capaci di ubbidire ai nuovi ordini.
2° Perché una tale misura ci metterà in grado di fare dei cambiamenti frequenti nel corpo della magistratura, che conseguentemente sarà soggetta a qualunque pressione da parte nostra.
Chiunque desideri mantenere il suo posto dovrà, per assicurarselo, ubbidirci ciecamente. Generalmente sceglieremo i nostri giudici fra uomini i quali capiscano che il loro dovere è di punire e di fare rispettare le leggi, e non di permettersi il lusso di sognare il liberalismo, che potrebbe recar danno al piano educativo del nostro governo, come succede ora con i giudici Gentili. Il nostro progetto di mutare spesso i giudici, ci gioverà anche per impedire la formazione di qualsiasi associazione fra essi; quindi lavoreranno soltanto nell'interesse del governo, ben sapendo che da ciò dipende il loro avvenire.

La futura generazione di giudici sarà educata in tal modo, che preverranno istintivamente qualsiasi azione atta a danneggiare le relazioni reciproche esistenti fra i nostri sudditi. Attualmente i giudici dei Gentili sono indulgenti verso tutti i delinquenti, perché non hanno il giusto concetto del loro dovere, ed anche per il semplice fatto, che i governanti, quando nominano i giudici, non imprimono in essi il concetto del dovere, come sarebbe necessario.
I governanti dei Gentili, quando nominano i loro sudditi a cariche importanti, non si danno la pena di spiegar loro l'importanza delle medesime, né per quale ragione dette cariche sono state istituite; essi agiscono come le bestie quando mandano la loro prole in cerca dì preda. In questo modo i governi dei Gentili vanno in pezzi per opera dei loro stessi amministratori. Dai risultati del sistema adottato dai Gentili ricaveremo ancora un insegnamento morale e ce ne serviremo per migliorare il nostro governo.

Gradiremo le tendenze liberali di ciascuna delle importanti istituzioni di propaganda nel nostro governo, dalle quali possa dipendere l'educazione di coloro che diventeranno i nostri sudditi. Questi posti importanti saranno riservati esclusivamente a coloro che furono da noi educati allo scopo prefisso per l'amministrazione.
Qualora si osservasse, che il mettere in ritiro troppo presto i nostri impiegati ci costerebbe troppo caro, risponderei, che anzi tutto cercheremo di trovare una occupazione privata a questi pensionati, per compensarli della perdita del loro posto governativo, ed in secondo luogo che il nostro governo possiederà in ogni caso tutto il denaro del mondo, e perciò la spesa non va presa in considerazione.
La nostra autocrazia sarà coerente in tutte le sue azioni, quindi il nostro alto comando sarà sempre considerato con la massima deferenza e obbedito senza riserva, qualunque sia la decisione che gli piacerà di prendere. Ignoreremo qualunque espressione di rammarico o di malcontento e puniremo così severamente chiunque mostrasse di non essere soddisfatto, che gli altri, vedendo questo esempio, si cheteranno.

Aboliremo il diritto di appello, riservandolo per noi stessi; e ciò per la ragione che non dobbiamo permettere al popolo di credere che i nostri giudici possano sbagliare nelle loro decisioni. E, nell'eventualità di un giudizio che richiede la revisione, destituiremo immediatamente il giudice che lo avrà emesso, castigandolo pubblicamente, affinché un errore simile non abbia a ripetersi.
Ripeto quello che ho già detto, cioè che uno dei nostri principî fondamentali sarà l'attenta sorveglianza dei nostri impiegati amministrativi: e questo si farà principalmente per soddisfare la nazione, la quale ha pieno diritto di insistere che un buon governo abbia buoni impiegati amministrativi.
Il nostro governo avrà l'aspetto di una fede patriarcale nella persona del suo sovrano. La nostra Nazione ed i nostri sudditi considereranno il sovrano come un padre, il quale si cura di tutti i loro bisogni, si occupa delle loro azioni, sistema le relazioni reciproche dei suoi sudditi, nonché quelle di essi verso il governo. Così che il sentimento di venerazione per il regnante si radicherà tanto profondamente nella nazione, che questa non potrà esistere senza le sue cure e la sua guida. Il popolo non potrà vivere in pace senza il sovrano e finalmente lo riconoscerà come autocrate.

Il popolo nutrirà per il sovrano un sentimento di venerazione talmente profondo da avvicinarsi alla adorazione, specialmente quando si convincerà che i suoi dipendenti seguono i suoi ordini ciecamente e che egli solo regna su di essi. Il popolo si rallegrerà vedendoci regolare la nostra esistenza come se fossimo genitori desiderosi di educare la propria prole in un sentimento profondo del dovere e dell'ubbidienza.
Per quanto poi riguarda la nostra politica segreta, tutte le nazioni sono in uno stato d'infanzia ed i loro governi pure. Come potete vedere da voi stessi, io baso il nostro dispotismo sul Diritto e sul Dovere. Il diritto del governo di pretendere che la gente faccia il suo dovere è in sé stesso un obbligo di chi regna, perché egli è il padre dei suoi sudditi. Il diritto della forza gli viene concesso perché conduca l'umanità nella direzione stabilita dalle leggi naturali, vale a dire verso l'ubbidienza.
Ogni creatura in questo mondo è in suggezione se non di un uomo, di qualche circostanza, oppure della sua stessa natura: insomma di qualche cosa che è più forte di lei. Quindi noi dobbiamo essere la forza assoggettatrice, pel bene della causa comune. Dobbiamo sacrificare senza esitazione quegli individui che possono violare la legge esistente, perché la soluzione del grande problema educativo sta nella punizione esemplare.
Il Re di Israele, nel giorno che porrà sul suo capo consacrato la corona che gli verrà presentata da tutta l'Europa, diventerà il Patriarca Mondiale.
Il numero delle vittime che il nostro Re dovrà sacrificare, non sorpasserà mai quello delle vittime che i sovrani Gentili hanno sacrificato nella loro ricerca di grandezza e per le loro rivalità reciproche.
Il nostro sovrano sarà costantemente in contatto col popolo, al quale parlerà dall'alto delle tribune. I suoi discorsi saranno immediatamente messi in circolazione in tutto il mondo.


PROTOCOLLO XVI

Allo scopo di distruggere qualunque specie di impresa collettiva che non sia la nostra, annienteremo sul loro nascere le opere collettive; vale a dire, che trasformeremo le università e le riedificheremo secondo i nostri piani.
I rettori delle università, nonché i professori di esse, saranno preparati in modo speciale per mezzo di elaborati e segreti programmi d'azione, nei quali saranno istruiti e dai quali non potranno deviare impunemente. La massima cura sarà posta nella loro scelta, e dipenderanno interamente dal governo. Escluderemo dal nostro sillabo ogni insegnamento di diritto civile, nonché qualunque altra materia politica. Queste scienze saranno insegnate soltanto a pochi uomini iniziati, scelti per le loro abilità cospicue. Le università non potranno più lanciare nel mondo dei giovani inesperti, imbevuti di idee circa nuove forme costituzionali, come se queste fossero commedie o tragedie; oppure dediti ad occuparsi di questioni politiche che neppure i loro padri comprendevano.

Quando la massa del popolo ha delle idee politiche sbagliate, si volge a concezioni utopistiche con il risultato di diventare un insieme di pessimi sudditi. Ciò potete giudicare da voi vedendo il sistema educativo dei Gentili; abbiamo dovuto introdurre tutti questi principi nel sistema educativo allo scopo di distruggere la loro struttura sociale: cosa che abbiamo fatto con pieno successo; ma quando saremo al potere, toglieremo dai programmi educativi tutte le materie che potrebbero turbare lo spirito dei giovani, e li ridurremo ad essere dei bimbi obbedienti, i quali ameranno il loro sovrano ed in lui riconosceranno il sostegno principale della pace e del benessere pubblico.
Invece di far studiare i classici e la storia antica, che contengono più esempi cattivi che buoni, faremo studiare i problemi del futuro. Dalla memoria degli uomini cancelleremo il ricordo dei secoli passati, che potrebbe essere sgradevole per noi, ad eccezione di quei fatti che mostrano a colori vivaci gli errori dei governi Gentili. La base fondamentale del nostro programma educativo sarà l'insegnamento di ciò che si riferisce alla vita pratica, alla organizzazione sociale, alle relazioni fra uomo e uomo; faremo pure conferenze contro i cattivi esempi egoistici, che sono contagiosi e causa di mali; come anche su altre questioni simili relative all'istinto.

Questi programmi saranno tracciati in modo differente per le differenti classi e caste, perché l'educazione di esse dovrà essere ben distinta. Importa moltissimo di insistere su questo punto, che ogni classe, o casta, dovrà essere educata separatamente, secondo la sua speciale condizione ed il suo lavoro. Eventualmente, un uomo di genio ha sempre saputo e saprà sempre penetrare in una casta più elevata della sua; ma per amore di un caso affatto eccezionale, non conviene mescolare l'educazione delle varie caste e ammettere gli uomini di basso ceto nelle classi più elevate, soltanto perché occupino i posti di coloro che son chiamati dalla nascita ad occuparli. Sapete da voi che i Gentili, quando cedettero all'idea assurda di non ammettere differenza fra le diverse classi sociali, andarono incontro al disastro.
Affinché il sovrano abbia un posto sicuro nel cuore dei suoi sudditi, è necessario che, durante il suo regno, siano insegnate nelle pubbliche scuole e nei pubblici ritrovi, l'importanza della sua attività e la buona intenzione delle sue imprese. Aboliremo ogni specie di educazione privata. Nei giorni di vacanza gli scolari ed i loro genitori avranno il diritto di intervenire nei loro collegi, come se questi fossero dei "clubs", a riunioni nelle quali alcuni professori faranno delle conferenze, apparentemente libere, parlando sulle quistioni dei rapporti reciproci fra gli uomini, delle leggi, dei malintesi che generalmente sono la conseguenza di una concezione erronea intorno la posizione sociale degli uomini. Infine essi faranno delle lezioni sulle nuove teorie filosofiche, che non sono ancora state rivelate al mondo. Noi faremo di queste dottrine degli articoli di fede, servendocene come di gradini per l'ascendere della Fede nostra.
Quando avrò finito di mettervi completamente al corrente del nostro programma, e quando avremo finito di discutere i nostri piani per il presente e l'avvenire, vi leggerò lo schema di tale nuova teoria filosofica. L'esperienza di molti secoli ci insegna che gli uomini vivono per le idee e ne sono guidati e che la gente viene ispirata da tali idee soltanto per mezzo dell'educazione, che può essere impartita con i medesimi risultati agli uomini di tutti i secoli, ma naturalmente con mezzi diversi.

Con una metodica educazione sapremo eliminare i residui di quella indipendenza di pensiero della quale ci siamo serviti per i nostri fini da molto tempo. Abbiamo già istituito il sistema di soggiogare la mente degli uomini col così detto metodo di educazione dimostrativa (l'insegnamento oculare), il quale rende i Gentili incapaci di pensare indipendentemente, e così essi - come animali ubbidienti - attenderanno la dimostrazione di un idea prima di afferrarla. Uno dei nostri migliori agenti in Francia è il Bouroy; egli vi ha già introdotto il nuovo metodo d'insegnamento dimostrativo.

PROTOCOLLO XVII

La professione il giureconsulto rende coloro che la esercitano freddi, crudeli ed ostinati, li priva di tutti i principi e li obbliga a formarsi un concetto della vita che non è umano ma puramente legale. Si abituano anche a vedere le circostanze soltanto dal punto di vista di quanto si può guadagnare facendo una difesa, senza badare alle conseguenze che essa può avere sul bene pubblico.
Un avvocato non si rifiuta mai di difendere una causa. Egli farà di tutto per ottenere l'assoluzione a qualunque costo, attaccandosi ai più meschini cavilli della giurisprudenza, e con questi mezzi egli demoralizza il tribunale.
Perciò noi limiteremo la sfera d'azione di questa professione e metteremo gli avvocati sulla stessa base dei funzionari esecutivi. Tanto gli avvocati patrocinatori, quanto i giudici, non avranno il diritto di intervistare i loro clienti e riceveranno il loro mandato difensivo a seconda dell'assegnazione che ne farà il tribunale [Vale a dire che i difensori saranno nominati d'ufficio e non scelti dagli accusati. (N. d. T. inglese)]. Essi studieranno la causa esclusivamente attraverso i documenti ed i rapporti, e difenderanno i loro clienti dopo che questi saranno stati interrogati in tribunale dal pubblico ministero, basando la difesa di essi sui risultati di questo interrogatorio.

Il loro onorario sarà fisso senza tener conto se la difesa sia, o pur no, riuscita. Essi diventeranno dei semplici relatori in favore della giustizia, agendo in senso opposto al pubblico ministero, il quale sarà un relatore in favore dell'accusa. In questo modo la procedura legale sarà considerevolmente abbreviata. Inoltre, con questi mezzi otterremo una difesa onesta ed imparziale, la quale non sarà promossa dagli interessi materiali, ma bensì dalla convinzione personale dell'avvocato. Si avrà inoltre il grande vantaggio di metter fine a qualunque forma di subornamento e di corruzione, che all'epoca attuale può aver luogo nei tribunali di alcuni paesi.
Abbiamo messo molto impegno nello screditare il clero dei Gentili agli occhi del popolo, e siamo così riusciti a nuocere alla sua missione che avrebbe potuto ostacolare molto il nostro cammino. L'Influenza del clero sul popolo diminuisce di giorno in giorno.
Attualmente la libertà di religione prevale ovunque, e l'epoca che il Cristianesimo cadrà in frantumi non è oramai troppo distante. Sarà ancora più facile per noi di distruggere le altre religioni. Ma è prematuro per ora di discutere questo argomento.
Noi ridurremo il clero e le sue dottrine a tener così poco posto nella vita, e renderemo la loro influenza così antipatica alla popolazione, che i loro insegnamenti avranno risultati opposti a quelli che avevano una volta. Quando sarà arrivata l'ora di annientare la Corte papale, una mano ignota, additando il Vaticano, darà il segnale dell'assalto. Allorquando il popolo, nella sua ira si scaglierà sul Vaticano, noi ci atteggeremo a suoi protettori per evitare lo spargimento di sangue. Con questo atto penetreremo fino al cuore di tale Corte, e nessuno potrà più scacciarcene finché non avremo distrutto la potenza papale. Il Re di Israele diventerà il vero Papa dell'universo: il Patriarca della Chiesa Internazionale.
Ma finché non avremo compiuto la rieducazione della gioventù per mezzo di nuove religioni temporanee, per condurla alla nostra, non attaccheremo apertamente le Chiese esistenti, ma le combatteremo con la critica, la quale ha già suscitato e continuerà a suscitare dissensi fra esse.
Genericamente parlando, la nostra stampa denuncierà i governi e le istituzioni dei Gentili, sia religiose che d'altro genere, mediante articoli d'ogni specie spogli di qualunque scrupolo, allo scopo di screditarli al massimo grado così come noi soli sappiamo fare.
Il nostro governo somiglierà al dio centimane Vichnu degli Indiani. Ognuna delle sue cento mani terrà una delle molle della macchina sociale dello Stato.
Sapremo tutto senza l'aiuto della polizia ufficiale, che è stata così insidiosamente corrotta da noi, da non servire ad altro che impedire ai governi dei Gentili di venire alla conoscenza dei fatti veri. Il nostro programma persuaderà una terza parte della popolazione a sorvegliare il resto, per un alto senso di dovere ed in base al principio del servizio governativo volontario. Allora non sarà più considerato come un disonore, ma anzi come cosa lodevole il fare la spia. D'altra parte, chi porterà notizie false sarà veramente punito, per evitare che l'alto privilegio del rapporto diventi un abuso. I nostri agenti verranno scelti tanto fra le classi alte quanto fra le basse.

Li prenderemo fra gli amministratori, editori, stampatori, librai, impiegati, operai, cocchieri, lacchè ecc. Questa forza poliziesca, non avrà nessun potere indipendente di azione e nessun diritto di prendere qualsiasi misura di sua iniziativa; quindi il dovere di questa polizia impotente consisterà semplicemente nel fare dei rapporti e delle testimonianze. La verifica dei suoi rapporti, e gli arresti, dipenderanno da un gruppo di ispettori di polizia responsabili. Gli arresti saranno fatti da gendarmi e da guardie di città.
Qualunque persona, che avendone l'incarico, ometta di far rapporto d'una mancanza qualsiasi, anche piccola, in fatto di politica, sarà punita per delittuoso nascondimento di delitto, se potrà provarsi che ne è colpevole. Analogamente devono agire ora i nostri fratelli, devono cioè di loro iniziativa denunziare alle autorità competenti tutti gli apostati, nonché tutte le azioni che potrebbero essere contrarie alla nostra legge. Nel nostro Governo Universale, tutti i nostri sudditi avranno il dovere di servire il nostro sovrano agendo nel modo suddetto.
Un'organizzazione come la nostra sradicherà ogni abuso di potere nonché le varie forme di subornamento e di corruzione. Insomma, essa distruggerà tutte le idee con le quali abbiamo contaminato la vita dei Gentili mediante le nostre teorie sopra i diritti sovrumani.
Come avremmo potuto riuscire al nostro intento di creare il disordine nelle istituzioni amministrative dei Gentili, se non con mezzi simili? Fra i più importanti mezzi per corrompere le loro istituzioni, vi è l'uso di quegli agenti che sono in grado - per la loro attività distruttiva individuale - di contaminare gli altri, svelando e sviluppando le loro tendenze corrotte, quali l'abuso del potere e l'uso sfacciato della corruzione.


PROTOCOLLO XVIII

Quando verrà per noi il momento di prendere delle misure speciali di polizia imponendo l'attuale sistema russo dell'"Okhrana" (il più pericoloso veleno per il prestigio dello Stato) susciteremo dei tumulti fittizi fra la popolazione, oppure la indurremo a mostrare una irrequietezza prolungata, al che riusciremo con l'aiuto di buoni oratori i quali troveranno molti simpatizzanti, ciò che ci fornirà la scusa di perquisire le abitazioni, nonché di sottoporre le persone a restrizioni speciali, servendoci dei nostri dipendenti che contiamo nella polizia dei Gentili.
Siccome la più gran parte dei cospiratori sono spinti dalla passione che hanno sia per la congiura, sia per le chiacchiere, non li toccheremo fin tanto che non li vedremo sul punto di mettersi ad agire contro di noi, e ci limiteremo ad introdurre fra essi un - per così dire - elemento delatore. Dobbiamo ricordarci che un potere perde di prestigio ogni qual volta scopre una congiura pubblica diretta contro di esso.

In simile rivelazione è implicita la presunzione della sua debolezza, nonché, cosa ancora più dannosa, l'ammissione dei suoi errori. Dovete sapere che abbiamo distrutto il prestigio dei Gentili regnanti, mediante numerosi assassini privati, compiuti dai nostri agenti, pecore cieche del nostro gregge, che possono facilmente essere indotte a commettere un delitto purché sia di carattere politico.
Obbligheremo i governanti a riconoscere la propria debolezza coll'introdurre apertamente delle misure speciali di polizia, tipo "Okhrana", e così scuoteremo il prestigio del loro potere.
Il nostro sovrano sarà protetto da una guardia segretissima, giacché non permetteremo mai che si possa credere possibile una congiura contro il nostro sovrano, che egli non sia in grado di sventarla personalmente, o dalla quale egli sia costretto a nascondersi. Se permettessimo che prevalesse un'idea simile, come prevale fra i Gentili, firmeremmo la condanna a morte del nostro sovrano, e se non di lui personalmente, della sua dinastia.
Il nostro sovrano, osservando scrupolosamente le apparenze userà del suo potere soltanto per il beneficio della nazione, e giammai per il suo bene personale, o della sua dinastia.
Con questo severo mantenimento del suo decoro, otterrà il risultato che la sua potenza sarà onorata e protetta dai suoi stessi sudditi. Essi adoreranno la potenza del sovrano, ben sapendo che ad esso è collegato il benessere dello Stato perché da esso dipende l'ordine pubblico. Far la guardia al Re apertamente, equivale ad ammettere la debolezza del suo potere.
Il nostro sovrano sarà sempre in mezzo al suo popolo ed avrà l'apparenza di essere circondato da una folla indiscreta di uomini e di donne, che per puro caso, in apparenza, occuperà sempre le file più prossime a lui, tenendo così indietro il resto della gente, soltanto per conservare l'ordine. Questo esempio insegnerà agli altri la padronanza di sé stessi. Nel caso che un supplicante fra il popolo, volendo presentargli una domanda, arrivi a farsi strada attraverso alla folla, coloro che sono nelle prime file prenderanno la sua petizione e la consegneranno al sovrano alla presenza del supplicante stesso, acciocché ognuno sappia che tutte le petizioni giungono al Sovrano e che egli stesso controlla tutti gli affari. Il prestigio del potere deve, per sussistere, occupare una posizione tale che il popolo possa dire: "Se il Re solamente potesse sapere!" oppure: "Quando il Re lo saprà!".
Il misticismo che circonda la persona del sovrano svanisce appena lo si vede attorniato da una guardia di polizia. Quando viene fatto uso di una simile guardia, qualunque assassino con una certa audacia, può considerarsi più forte della guardia e quindi, realizzando la sua forza, basta che egli attenda il momento propizio e potrà assalire il re. Non predichiamo questa dottrina ai Gentili; potete constatare da voi stessi il risultato che ha avuto il sistema di circondare di guardie visibili i sovrani dei Gentili.

Il nostro Governo arresterà tutti gli individui che più o meno giustamente sospetterà di essere delinquenti politici. Non è prudente che, per il timore di giudicare erroneamente qualcuno, si dia l'opportunità di fuggire alle persone sospette di tali delitti verso di esse saremo spietati. Si potrà forse, in casi eccezionali, prendere in considerazione alcune circostanze attenuanti a favore di delinquenti comuni, ma non vi possono essere attenuanti per un delitto politico; vale a dire che non esiste giustificazione per un uomo che si lasci trascinare ad occuparsi di politica, cosa che nessuno, fuorché il regnante, ha il diritto di comprendere.
Ed invero neppure tutti i governanti sono capaci di comprendere la vera politica.

Qua termino la 3^ parte della traduzione integrale dei Protocolli così come pubblicata nel 1921: di Sergyei Nilus, "L'Internazionale sionista". Protocolli dei "savi anziani" di Sion. Versione italiana con appendice, Studio Bibliografico Cordero, anno 1921, edito originariamente da: La Vita Italiana. Rassegna mensile di politica, Roma.

Firmato dai rappresentanti anziani di Sion del 33° grado.


deca

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