domenica 28 aprile 2019

MI RACCOMANDO ANDATE CONVINTI A VOTARE X UN PARLA-MENTO INSIGNIFICANTE

SOROS PAPERS IV: come la Open Society Foundation influenzò l’opinione pubblica durante le elezioni €uropee del 2014







di Francesco Galofaro, Politecnico di Milano

Con la scorsa puntata dell’inchiesta ci siamo occupati del  sistema di comunicazione politica approntato dalla fondazione Open Society in previsione delle elezioni europee del 2014, in occasione delle quali furono investiti sei milioni di dollari allo scopo di manipolare l’opinione pubblica. La nostra fonte è un documento riservato della Open Society Foundation, pubblicato da DC Leaks nel 2016 [1].

Per dimostrare che di manipolazione si tratta, e non di semplice propaganda, abbiamo già presentato due casi eclatanti: la realizzazione di una applicazione di tipo VAA, per suggerire all’elettore il partito da votare, e la profilazione degli utenti twitter in tempo reale per migliorare l’efficacia della propaganda a loro indirizzata.
Nonostante questi fatti siano noti dal 2016, sembrano essere passati inosservati, al contrario di quello del tutto analogo che ha coinvolto Facebook e Cambridge Analytica riguardo alle presidenziali americane. In questa puntata dell’inchiesta mi propongo di ricostruire la rete di comunicazione della Open Society evidenziando i meccanismi volti alla manipolazione dei giornalisti e dell’opinione pubblica.


Le caratteristiche di un sistema di comunicazione

Come ci insegna la cibernetica, che Soros ha provato di conoscere piuttosto bene nel formulare i suoi modelli economici, un buon sistema di comunicazione prevede sei elementi: un emittente e un ricevente, tra i quali si stabilisce un canale. E’ poi necessario un codice, condiviso tra i due, che ottimizzi l’efficienza del canale. Infine, occorrono un messaggio da trasmettere e una funzione di retroazione o di controllo dell’efficacia della comunicazione stessa. Tutte queste funzioni sono assolte normalmente dal linguaggio durante gli scambi linguistici quotidiani [2].

La costruzione di un sistema di comunicazione efficace implica un lavoro su tutti gli elementi che abbiamo visto. Bisogna, naturalmente, lavorare sui contenuti del messaggio da trasmettere; sugli emittenti – ad esempio, i giornalisti – perché li producano nel modo desiderato; sui codici da impiegare, a seconda del destinatario (linguaggi giovanili; ironia; o al contrario scientificità e rigore); sui canali da impiegare (media tradizionali e nuovi); sugli stessi destinatari, perché si comportino nel modo desiderato (non solo votando per i partiti ‘amici’, ma anche ritrasmettendo il messaggio alle proprie reti). Occorre poi esercitare una funzione di controllo piuttosto delicata sull’efficacia della propria comunicazione – ce ne siamo occupati in parte nella scorsa puntata, ma molte sono le iniziative volte allo studio sull’efficacia dei messaggi da un punto di vista accademico. Come vedremo, nessuna di queste funzioni è stata trascurata dal sistema di Soros.


Nuovi media

La rete di canali che sfruttano i nuovi media è molto ampia. 130 mila dollari sono andati a finanziare la testata online euobserver [3]; 50 mila dollari sono andati a finanziare il blog francese Bondy Blog. Tutte queste testate dichiarano orgogliosamente di far parte della “stampa libera” e nessuna riporta il maxifinanziamento ricevuto da Soros – anche questo prova l’intento chiaramente manipolatorio di una fondazione che non agisce allo scoperto. Anche la pubblicità on-line non è stata trascurata: Transparency International Latvia – Delna ha ricevuto 13.000 dollari per impiegare Google ADWords e Facebook allo scopo di convogliare almeno centomila visitatori sulla propria pagina.
Media tradizionali

I nuovi media non sostituiscono i canali tradizionali della comunicazione politica: piuttosto, li affiancano e ne cambiano le funzioni. Nessuna campagna potrebbe funzionare senza ricorrere anche ai media tradizionali. Così anche in questo campo troviamo una lista interessante. OSF Prague, un'articolazione locale della fondazione, ha ricevuto 30 mila dollari per una campagna mediatica europea che ricordi l'anniversario dell'ingresso della Repubblica Ceca nell'EU. 20 mila dollari sono andati a finanziare the “Migrant Voice”, una rivista cartacea inglese.
Produrre contenuti creativi ed efficaci

Ovviamente, la moltiplicazione dei canali sui nuovi e vecchi media richiede una produzione di contenuti su vasta scala e in diverse lingue. Per questo, 261 mila dollari sono stati devoluti alla European Cultural Foundation per un progetto volto a coinvolgere la comunità dei creativi, videomakers, artisti, nella produzione di contenuti rivolti alle reti sociali e alle piattaforme digitali per tutta l'Europa. Altri 95 mila dollari sono andati al Political Capital Institute, per la produzione di analisi, infografiche e video rivolti contro partiti euroscettici, etnocentrici o di estrema destra. 50.000 dollari sono andati all'associazione ungherese Prospect Muhely Alapitvany per un progetto denominato “List of shame”, che potremmo tradurre con “lista di proscrizione”.


Influenzare i giovani

Più in piccolo, il Media Diversity Institute ha ricevuto 50 mila dollari per realizzare campagne mediatiche rivolte ai giovani che diffondessero storie positive riguardo all'emigrazione e rispondessero con l'umorismo ai politici xenofobi. L'area di intervento era costituita da Regno Unito, Ungheria, Grecia e Italia. Sempre a rivolgersi ai giovani, 10.000 dollari sono serviti a realizzare sei video in Lituania (un progetto del Lithuanian Youth Council). Sempre a incoraggiare la partecipazione dei giovani, in questo caso sloveni, un finanziamento di 10 mila dollari che ne impiegasse il linguaggio e che impiegasse celebrità come testimonial della campagna. Lo stesso è accaduto in Germania, dove Progressive Zentrum ha ricevuto 25 mila dollari coinvolgendo la nazionale di calcio per una campagna condotta su Facebook e Twitter. Ancora, il discutibile hashtag  #DON't masturHATE dà il titolo di un progetto volto a contrastare i discorsi di odio esponendoli al ridicolo. Lo scopo del progetto è l'organizzazione di workshop rivolti ad attivisti e responsabili di ONG per addestrarli sui temi della comunicazione e della pubblicità. In questo caso il proponente è la OSF locale di Bratislava e l'investimento è di 45 mila dollari.


Fact Checking

Non tutti i destinatari della fondazione Open Society sono giovani. La necessità di dare una parvenza di obiettività al proprio discorso, contrapposta alle fantasie ideologiche del populismo e dell’estremismo, porta al così detto Fact Checking, che ci ha assillato anche durante la scorsa campagna elettorale italiana. NumbersEU ha ricevuto 15 mila dollari per mantenere un sito con un impiegato che si occupasse a tempo pieno di questa attività per tutta l'Europa. 50.000 dollari sono stati devoluti all IG Kultur Osterreich per realizzare un workshop sul fact-checking, in realtà rivolto allo sviluppo di contenuti satirici. L'associazione tra fact cheking e denigrazione dell'avversario è anche l'obiettivo di EUROPEUM - Institute for European Policy (50 mila dollari) attivo in Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia; altri 10 mila euro sono andati a Stichting Eurofacs, per il progetto europeo “Pinocchio's election campaign”. In un modo o nell'altro, in ogni caso, la gran parte dei progetti finanziati si propone di contrapporre il “controllo dei fatti” al “populismo”, allo stesso modo in cui un tempo si contrapponeva la propria verità alla propaganda altrui.


Il reclutamento “ideologico” dei giornalisti

Come prova l’elenco dei giornalisti europei prezzolati dallo zar rivelato dai bolscevichi dopo il ‘17, la stampa è da sempre in vendita al migliore offerente. Le strategie della fondazione, tuttavia, sono più sottili. Ad esempio, 30 mila dollari sono stati devoluti a Euobserver ASBL per un premio rivolto a chi produca 32 articoli nel mese della campagna elettorale. Alla stessa organizzazione sono andati 75 mila dollari per creare un network di “giornalisti indipendenti” in tutte le capitali europee. 27 mila dollari hanno finanziato un workshop rivolto ai giornalisti di grido e ai professionisti della comunicazione per renderli consapevoli dell'impatto diretto che i loro articoli sull'Europa hanno nell'ascesa di movimenti populisti, xenofobi o euroscettici, e perché condividano le proprie competenze in modo da trattare i temi europei senza promuovere la causa di questi movimenti. Dunque, non si corrompono i giornalisti. Si lascia loro l’impressione di essere liberi. Li si fa assumere da qualcun’altro, o li si invita a conferenze selettive in hotel eleganti, o ancora li si premia, se giovani, per il loro impegno, costruendo la ‘figura’ del giornalista di grido, dell’influencer, del portavoce di una élite di cui ritiene, realmente e in tutta onestà, di far parte.
Nella prossima puntata

Ci occuperemo della biografia di Soros e degli obiettivi politici della fondazione Open Society che emergono dai documenti riservati divulgati da DC Leaks.

Nelle puntate precedenti

1) Come la Open Society Foundation controlla un terzo del parlamento europeo2) Geografia degli Eurodeputati affidabili3) Come la Open Society ci spia su twitterNOTE[1] https://www.scribd.com/document/343846323/European-Election-Portfolio-Review-Annex-i-Ee14-Project-List-of-All-Elections-Related-Grants-3?secret_password=m3V6G7QksxsGSFvjnXa4#download&from_embed[2] Jakobson, R., 1963, Essais de linguistique générale, Paris, Minuit; trad. it. Saggi di linguistica generale, Milano, Feltrinelli, 1966, pp. 185-186
[3] https://euobserver.com/
deca

SOROS PAPERS V: Elenco delle associazioni italiane, finanziate per la campagna delle elezioni €uropee del 2014

soros cuffie europa
di Francesco Galofaro, Politecnico di Milano
Nelle ultime due uscite della nostra inchiesta abbiamo ricostruito il sistema integrato delle comunicazioni messo in piedi dalla Open Society Foundation allo scopo di influenzare il risultato delle scorse elezioni €uropee del 2014. E' possibile leggere le due parti ai seguenti indirizzi:

€uropee 2014: come la Open Society ci spia su Twitter
Come la Open Society Foundation influenzò l’opinione pubblica durante le elezioni €uropee del 2014

La tornata elettorale ha portato all'elezione di oltre 226 €urofantocciparlamentari considerati “affidabili” dalla fondazione, tra i quali una pattuglia di 14 italiani, come abbiamo visto nelle prime due parti dell'inchiesta, che possono essere reperite agli indirizzi:


Quel che andiamo ad approfondire con il numero di oggi sono i progetti italiani finanziati in occasione della campagna elettorale del 2014, con alcune considerazioni sulla sovranità dello stato nel senso tradizionale del termine e della sua nuova versione algoritmica.

Progetti in Italia

Alcuni tra i progetti finanziati riguardano tutti i Paesi €uropei, mentre altri legano le elezioni europee a elezioni locali e a temi specifici. Di seguito approfondiremo i progetti che riguardano specificamente l'Italia.
Arcigay

Primo fra tutti il progetto dell'Arcigay “LGBT Mob-Watch Italy-Europe 2014”, finanziato con 99.690 dollari, destinato a costituire (traduciamo) “uno strumento permanente per monitorare, lanciare, campagne, monitorare e costituire in lobby” la comunità gay e i simpatizzanti. Se l'obiettivo di ridurre la distanza tra gli standard italiani ed europei di protezione può essere condivisibile, molte più perplessità suscita lo strumento prescelto, ovvero la costituzione in lobby. A parere di chi scrive, il fenomeno delle lobby costituisce una pericolosa degenerazione della democrazia. A parte ciò, “Lobby gay” è un'espressione usata fin qui dai cattolici conservatori per squalificare quanti lottano per i diritti LGBT. Che Arcigay si dia da fare per dimostrare i teoremi dei complottisti sembra quantomeno un autogol clamoroso [1]. Infine, ci si può chiedere cosa dia ad Arcigay la presunzione che le sue iniziative legislative rappresentino le istanze, le idee e i valori dell'universo non-eterosessuale. La domanda non sembra affatto peregrina: è alla luce del sole il conflitto tra articolazioni di Arcigay e Arcilesbica sul tema controverso dell'utero in affitto [2] fino allo sfratto [3].
Minoranze Rom

Per continuare con i progetti, 26.100 dollari sono stati stanziati per l'Associazione Upre Roma, per stimolare il voto della minoranza Rom. 25.000 dollari sono andati per scopi analoghi alla Fondazione Romani Italia.
Associazione 21 Luglio

L'ONLUS Associazione 21 Luglio ha ricevuto 49.782 dollari per un progetto intitolato “Per i diritti, contro la xenofobia”. L'associazione ha lo scopo di raccogliere donazioni in favore dei diritti dei bambini [4], ma il progetto finanziato dalla Fondazione ha per scopo il monitoraggio dei media per quel che riguarda discriminazioni nei confronti di Rom, Sinti e Migranti e l'apertura di contenziosi strategici, ove possibile.
Centro Studi ed Iniziative €uropeo

Una cifra relativamente modesta (8.910 dollari) è andata a finanziare il progetto “Platform for voice”, che ha lo scopo di sviluppare contenuti e statistiche da mettere a disposizione delle organizzazioni che lottano per i diritti delle persone marginalizzate. Si tratta quindi di una delle attività che abbiamo classificato come “produzione di contenuti” per la rete di comunicazioni nella scorsa puntata della nostra inchiesta.
COSPE

L'organizzazione Cooperazione per lo sviluppo dei Paesi emergenti ha ricevuto 46.090 dollari con l'obiettivo di stimolare l'impegno attivo dei cittadini europei residenti in Italia nella vita politica e pubblica mobilitandoli a registrarsi e votare; di mobilitarli a partecipare attraverso una campagna di informazione multimediale; di amplificarne la voce e le richieste attraverso le loro associazioni rappresentative partner del progetto. E' uno dei tanti progetti per mobilitare i cittadini europei immigrati in altri Paesi: tra i gruppi rappresentati, troviamo anche Polacchi, Rumeni, Cechi residenti in Inghilterra. E' facile presentare la UE come l'unica difesa (forse più auspicata che reale) da quelle istituzioni nazionali e locali che discriminano gli immigrati dai Paesi appartenenti alla comunità (razzismo istituzionale).
€uropean Alternatives – Italian branch

49.500 dollari sono stati stanziati per un progetto di ampiezza europea ma gestito da questa organizzazione italiana. Nel nome dei diritti dei più deboli (immigrati, giovani) l'organizzazione si propone di organizzare iniziative di campagna elettorale in senso tradizionale: sei tour in roulotte transnazionali, feste elettorali, un sito dedicato, videointerviste ecc. in collaborazione con ONG locali, stakeholders, attivisti, volontari. La stessa organizzazione ha ricevuto ulteriori 24.950 dollari per l'organizzazione di un campus autunnale, dal titolo “aggiustare l'Europa” per meglio valutare le iniziative itineranti e comprendere “come migliori organizzazioni di base e della società civile transnazionali potrebbero utilizzare l'attuale Legislatura europea per creare piattaforme europee trasversali e iniziative comuni attorno ad obiettivi condivisi”.
Media Diversity Institute

Tra le iniziative più inquietanti abbiamo questo progetto, intitolato “Our Elections”, che si propone di realizzare una campagna mediatica di tre mesi. Il giovani sono il “bersaglio” preso di mira, e lo scopo, oltre alla mobilitazione elettorale, è “rivelare atteggiamenti, travisamenti e manipolazioni dei politici xenofobi attraverso l'umorismo e il dramma”. L'organizzazione, la cui referente è una certa “signorina Naomi Love”, non è italiana, non rende conto ad alcuna autorità di controllo italiana e si propone di intervenire, oltre che in Italia, anche in Grecia, Regno Unito e Ungheria, mobilitando i giovani attraverso messaggi che suscitino reazioni in primo luogo emotive. Il budget per l'iniziativa ammonta a 49.663 dollari.
Altri interventi di organizzazioni non italiane

Molti interventi prevedono una lista di Paesi, tra i quali l'Italia, e hanno per bersaglio forze politiche definite genericamente “€uroreject” o “anti-€U”; tra queste, l'ungherese Political Capital Institute, il cui progetto ha dichiaratamente “una forte focalizzazione sull'Italia” (finanziamento: 95.228 dollari). Transparency International è stata finanziata per denunciare i conflitti di interessi dei candidati (122.000 dollari) coinvolgendo i social network per incoraggiare la vigilanza collettiva. L'elenco di tutti i progetti di organizzazioni straniere che operano l'Italia sarebbe molto lungo, essendo coinvolta in 39 progetti su 90.
Il programma fiscale

Tra le iniziative più interessanti, troviamo quella di SOMO (Stichting Onderzoek Multinationale Ondernemingen) che ha per bersagli l'Olanda e l'Italia. Il progetto, intitolato “Perdite pubbliche, guadagni privati”, è volto a far pressione per i seguenti obiettivi:

1) più rigorosi obblighi di rendicontazione fiscale e trasparenza per le società transnazionali, tra cui la titolarità effettiva e la rendicontazione dei pagamenti delle imposte paese per paese;
2) rafforzare la lotta contro i flussi di capitale illecito;
3) riforme del settore finanziario che impediscono che i costi dell'eccessiva assunzione di rischio siano a carico dei contribuenti e delle società;
4) meccanismi rafforzati di applicazione della responsabilità aziendale in generale.

Si tratta davvero di un ottimo programma, da un punto di vista liberal-liberista, volto a combattere chiari abusi a danno di piccoli azionisti, Stati e popoli europei, senza discutere, ahimè, quell'assurda concentrazione di capitali nelle mani di pochi attori che ne è causa prima e motore immobile. Per realizzarlo sono stati spesi 150.000 dollari.
Italiani di successo

49.270 dollari sono stati devoluti all'associazione Young European Federalists per realizzare il progetto Mov€urope2014, una campagna transnazionale avente lo scopo di sensibilizzare i giovani e incoraggiarne il dialogo con i policy-makers europei su un certo numero di temi selezionati. Il referente è il sig. Federico Guerrieri, che di mestiere fa il “coordinatore di campagne” - a giudicare dalla sua pagina LinkedIn [5]. E' molto interessante notare come si tratti di una persona su cui la Open Society Foundation ha in seguito investito molto: nel suo curriculum troviamo infatti un periodo di un anno alla Open University, dal 2014 al 2015.
Lobby Vs Partito

Prima di passare a un nuovo capitolo dell'inchiesta, vorremmo fare alcuni approfondimenti sul problema rappresentato dall'intervento massiccio della fondazione di Soros sul territorio italiano. Non contando infatti i progetti che hanno per estensione l'€uropa intera, quelli di cui ci siamo occupati fin qui ammontano a un investimento di circa 750 mila dollari. Per dare un'ordine di grandezza, si tratta di una cifra superiore a quella dichiarata dal Movimento 5 Stelle in occasione della stessa campagna elettorale del 2014, ovvero cpoco meno di 500.000 euro [6].

Ci troviamo quindi di fronte a un'insieme di associazioni, non tutte italiane ma operanti sul suolo italiano, che hanno la forza di un piccolo partito (com'erano allora i 5 stelle) e che rendono conto a un singolo finanziatore residente negli Stati Uniti, dal quale ricevono fondi in dollari. Le loro azioni rispecchiano i valori di una persona sola, le loro azioni politiche riflettono il disegno di un'unica mente. Si tratta infine di una organizzazione che non è un Partito. A differenza della lobby delle multinazionali del farmaco, un Partito non si specializza su un tema selezionato, perché mira, una volta al potere, a esercitare la sovranità. A proposito di quest'ultima, infatti, Foucault scrive che essa non è isotopica [7]. Scomoda così una nozione cara ai semiotici, ovvero quella di isotopia, che indica la distribuzione coerente di un certo tema, ovvero un certo livello di significato, che dà luogo a una data lettura della società (nel nostro caso).

Al contrario, l'azione politica della la lobby di Soros si esercita in Italia attorno a pochi e selezionati temi: diritti delle minoranze, conflitto di interessi e regole per la concorrenza, anti-razzismo. Come ogni lobby, non promuove una sintesi tra le diverse contraddizioni che attraversano la società, ma prende parte in causa, oltre a essere del tutto assente su alcuni temi – per citarne tre, stato sociale; diritti dei lavoratori; ambiente. In questo modo, finisce per porsi in conflitto con la sovranità dello Stato.
Sovranità: una nozione in crisi

Non è facile individuare fenomeni reali che corrispondano al concetto, arbitrario, di “sovranità”. Tutta la recente produzione delle Relazioni Internazionali parte dal presupposto che l'ottica dello Stato sia insufficiente a comprendere le dinamiche della politica internazionale, intesa come sistema [8]. Accanto agli Stati le teorie prendono in considerazione attori intergovernativi (ad es. l'ONU) transnazionali (multinazionali, banche) e ONG (Croce rossa, Amnesty International), le quali, sia detto, nella maggior parte dei casi agiscono comunque in conformità con le linee di politica estera dei rispettivi governi [9]. Nelle visioni sistemiche, l'idea centrale delle relazioni internazionali classiche, la finzione per la quale ogni Stato è un attore unitario, è criticata in quanto ideologica e controfattuale. Lo sviluppo diseguale dei centri e delle periferie economiche mondiali è un effetto sistemico del capitalismo, e non il frutto di un qualche “ritardo”. Dunque, non tutti gli Stati sono uguali, non tutti sono in grado di esercitare una sovranità effettiva [10].
Lo svuotamento dello Stato

Secondo Maynz [11], tra le principali funzioni di uno Stato, troviamo:

- la regolazione dei rapporti tra territorio e ambiente esterno (difesa dei confini, imperialismo, politica di potenza ecc.);
- Regolazione dei rapporti interni (tra individui, tra classi ecc.);
- Garanzia di funzionamento della Pubblica amministrazione;

Se pensiamo all'azione della Open Society di Soros come a un attore non governativo in grado di influenzare dall'interno le scelte politiche di un determinato Stato, notiamo come questa definizione di Stato non possieda che una validità formale: mentre gli Stati continuano nominalmente a esistere, da un punto di vista funzionale, i principi in base ai quali il loro interesse è individuato vengono decisi altrove, all'esterno dello Stato stesso.

La sovranità algoritmica

Come si vede, solo una parte delle azioni della Open Society Foundation ha effetto a partire dalle sue articolazioni presenti nel territorio italiano. Un'altra parte ha efficacia perché, attraverso Internet e più in genere tramite il sistema delle comunicazioni, il territorio dello Stato confina con ogni altro territorio. Internet ha una funzione analoga a quella del mare, che fa sì che Genova confini con Shanghai, con la differenza che per giungervi non occorrono mesi e mesi di traversate. E' ciò che Foucault chiamerebbe un'eterotopia, la quale non solo connette spazi ritenuti incompatibili, ma li rende penetrabili [12]. Attraverso le connessioni eterotopiche provviste dai nuovi media si rivela una nuova minaccia per la sovranità algoritmica di uno Stato. Infatti, pur nelle tante possibili definizioni e articolazioni della nozione di sovranità, la sua effettività semiotica può essere rivelata dalle sue violazioni. In modo simile, per esempio, la presenza del sacro, comunque lo definiamo, si rivela dalla possibilità della profanazione.
La nuova questione della sovranità

La questione della sovranità è variamente articolata in versioni nazionaliste, comunitariste, oppure patriottiche: queste ultime la legano alla questione sociale. E' inutile farsi illusioni: tutte queste opzioni politiche sono nel mirino di Soros, e considerate a vario titolo estremiste, euroscettiche, populiste. Per intenderci, in Italia il problema non riguarda solo la Lega o il M5s, ma anche PaP e i vari partiti comunisti. Per tutti i motivi che abbiamo visto fin qui, sarebbe un errore considerare una lobby “progressista” solo perché alcuni dei valori che ci propone ci persuadono. Si tratta solo di una leva per far passare un più generale attacco allo Stato condotto da diversi attori transnazionali come le multinazionali, non governativi come la stessa Open Society Foundation, o intergovernativi come l'Unione Europea. Paradossalmente, il così detto sovranismo si alimenta della crisi della sovranità. E' venuta meno la finzione per cui tutti gli Stati sono uguali: pochi sono gli stati sovrani superstiti: la Cina, la Russia – altro avversario storico di Soros. La limitazione programmatica delle leve di intervento dello Stato non fa che ridurre la forza dei popoli a vantaggio del potere delle grandi organizzazioni private tanto su un piano economico quanto su quello politico. Organizzazioni come la Open Society Foundation hanno in primo luogo il dovere, per poter agire efficacemente, di discutere la sovranità dello Stato, di ridurlo all'esercizio puramente formale delle proprie funzioni, di azzerarne il potere. Il tutto per stabilire quale sia il vero interesse del popolo nonostante quel che crede il popolo.

NOTE

[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Lobby_gay[2] http://www.arcilesbica.it/comunicati-stampa/arcilesbica-risponde-al-circolo-mario-mieli/[3] https://corrieredibologna.corriere.it/bologna/cronaca/18_maggio_15/arcigay-sfrattaarcilesbica-casseroe-scontro-9d475890-580e-11e8-ac60-60db95e74eb3.shtml[4] http://www.21luglio.org/21luglio/cosa-facciamo/[5] https://www.linkedin.com/in/federico-guerrieri-9639a727/?locale=en_US[6] http://www.ilblogdellestelle.it/2014/12/rendicontazione_delle_spese_del_m5s_per_le_elezioni_europee.html[7] Foucault, M. Il potere psichiatrico: corso al collège de France (1973-1974), Milano: Feltrinelli, 2004, p. 51.
[8] Cfr. Falk – Kim, “World Order Studies and the World System”, in Thompson (ed.) Contending Approaches to World System Analysis, Beverly Hills, Sage, 1983.
[9] https://www.anarcopedia.org/index.php/Organizzazione_Non_Governativa[10] Cfr. Amin, S. Lo sviluppo ineguale, Torino: Einaudi 1977.
[11] Mayntz, R. Sociologia dell'amministrazione pubblica, Bologna: il Mulino, 1982, pp. 62-63.
[12] Foucault, M. Spazi altri: i luoghi delle eterotopie, Udine: Mimesis, 2008.

deca

1 commento:

  1. Segnalo :


    Chiamati a scegliere tra due gang – Bye Bye Uncle Sam

    https://byebyeunclesam.wordpress.com/2018/11/06/chiamati-a-scegliere-tra-due-gang/
    6 nov 2018
    Da La geopolitica giallo-verde, di Claudio Mutti, editoriale di “Eurasia.
    Rivista di studi geopolitici”, n. 4/2018.


    cogliendo la circostanza
    per ‘integrare’ l’articolo sopracitato
    con i due seguenti link :

    Inchiesta su ”The Movement” promosso da Steve Bannon – Sodalitium

    https://www.sodalitium.biz/inchiesta-the-movement-promosso-steve-bannon/

    12 dic 2018 – L’inchiesta di medias-presse.info sul movimento ”The Movement”
    di Steve Bannon (che coinvolge anche il ministro Matteo Salvini), che …


    e

    La verità? – Far-Falla

    https://far-falla.com/la-verita-2/

    5 mar 2019 – La verità? Il vero nazismo è quello che viviamo oggi.
    La sinistra sostiene Soros perchè lui li paga? Sono nazisti. Soros tra l’altro è questo qui: …
    https://i1.wp.com/pbs.twimg.com/media/D04Qk01XgAI1jQi.jpg?w=525&ssl=1


    George Soros : il nazista ebreo - YouTube

    https://www.youtube.com/watch?v=qeQXuNef-Yo

    George Soros : il nazista ebreo - YouTube
    https://www.youtube.com/watch?v=qeQXuNef-Yo
    Video relativi a George Soros : il nazista ebreo -
    YouTube https://www.youtube.com/watch?v=qeQXuNef-Yo

    ▶ 1:13

    29 mag 2018 - Caricato da Gabriele Pisicchio


    Unbanned Fede #NoUE on Twitter: "È stato trovato il video dove ...
    https://twitter.com/UnbannedF/status/1100011175536979968
    25 feb 2019

    🇮🇹🇮🇹Unbanned Fede🇮🇹🇮🇹 #NoUE on Twitter


    🇮🇹🇮🇹Unbanned Fede🇮🇹🇮🇹 #NoUE on Twitter

    È stato trovato il video dove Soros ammette di aver collaborato coi Nazisti per sequestrare beni agli Ebrei:
    Dice che si è arricchito,divertito e non ha rimpianti. Ha pagato quasi 100 MLN$ per farlo sparire da internet...

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