venerdì 11 settembre 2015

INVASIONE DEL SUOLO €UROPEO: COME LA PENSA VIKTOR ORBAN

Ogni anno, a luglio, Viktor Orbán pronuncia un ampio discorso davanti agli studenti dell’Università Estiva di Bálványos, a Tusnádfürdő (in romeno Baile Tusnad) città termale della Transilvania orientale romena.
Le sue dichiarazioni in genere sono abbastanza sopra le righe da finire sulle colonne, dei giornali s’intende.



Il nostro amico e corrispondente ungherese, Andras Kovacs, ci ha inviato alcuni interventi di grande interesse tenuti dal Primo Ministro ungherese, Viktor Orban, alla XXVI Università libera estiva e colonia degli studenti di Bálványos  (25 luglio 2015 – Tusnádfürdő – Băile Tuşnad).
Pubblichiamo oggi l’intervento sul tema cruciale dell’immigrazione, e poi completeremo la pubblicazione con gli interventi sull’Unione €uropea e sulla sovranità delle Nazioni.

tusványos orban

Gentili Signore e Signori,

quando ho detto che l’immigrazione illegale è come una goccia nel mare, quindi è incluso tutto il mondo, allora con ciò affermo anche che ne possiamo capire il da fare principale per gli anni seguenti. Dobbiamo ora parlare di quattro questioni che nel periodo di tempo da venire diventeranno molto importanti in tutta l’Europa quindi anche per noi ungheresi e ci darà da fare parecchio.

La prima questione è il problema dell’identità nazionale. 
Trent’anni fa numerosi €uropei vedevano la soluzione dei problemi sociali €uropei nel cosiddetto multiculturalismo.
In questo ambito non devo parlare della differenza tra il multietnico ed il multiculturale. Oggi invece sempre più cittadini considerano il multiculturalismo non come una soluzione ma come la causa dei problemi.
Numerosi paesi €uropei hanno deciso negli ultimi trent’anni di accogliere una massa di persone di grande dimensione con basi di civiltà diverse. Sono convinto che non è nostro affare qualificare questo tentativo, anzi secondo il mio parere non ci è neanche permesso di dire un parere sui risultati del tentativo.
Noi possiamo solo dire, ma quello con decisione, che noi questo tentativo – vedendo i suoi risultati – non vorremmo provarlo su noi stessi e ne abbiamo diritto.

La seconda questione di cui dobbiamo parlare chiaramente e direttamente è il fatto che c’è un legame diretto e chiaro tra gli immigrati illegali che arrivano in Europa e l’espansione del terrorismo. 
E’ interessante notare che questo fatto è evidente per i paesi anglosassoni, mentre gli altri lo negano.
Recentemente un alto funzionario della pubblica sicurezza degli Stati Uniti ha dichiarato in Ungheria che è evidente la correlazione tra i due fattori. Perché è evidente che dall’enorme massa di gente non riusciamo a filtrare i terroristi ostili. Gentili Signore e Signori, dobbiamo essere d’accordo con il primo ministro britannico Cameron, che dice che non riusciremo a risolvere questa crisi finché non fermiamo queste persone subito all’inizio, nel momento in cui lasciano i loro paesi.
Il terzo problema che dovremo affrontare dopo il multiculturalismo ed il terrorismo ha una natura economica. 
Le esperienze occidentali dimostrano che gli immigrati illegali contribuiscono all’aumento della disoccupazione.
Questo fatto è evidente da quando dal 2008 l’Unione €uropea è alle prese con la crisi economica e per la maggior parte degli €uropei – perché non tutti sono la Germania – la fonte della tensione maggiore è la disoccupazione elevata.
L’arrivo di nuove masse di persone nei paesi con elevata disoccupazione causa un’ancora più alta disoccupazione. E’ semplice, come la tavola pitagorica.


Ed infine parliamo di un argomento che, per correttezza politica, in €uropa deve essere sottaciuto pudicamente. Secondo le statistiche delle polizie occidentali, nei luoghi dove vivono immigrati illegali in elevato numero, aumenta in modo drastico anche il tasso di criminalità e in proporzione diminuisce la sicurezza dei cittadini.
Elenco alcuni esempi su cui ragionare. Secondo le statistiche dell’ONU – non del governo ungherese, ma dell’Organizzazione delle Nazioni Unite – considerando il numero degli stupri, la Svezia è al secondo posto a livello mondiale dopo il Lesotho in Sud Africa.
Secondo il rapporto del 2013 del parlamento britannico nei carceri britannici il numero dei detenuti musulmani negli ultimi 15 anni è aumentato del 300 percento, si è triplicato. 
In Italia il quarto dei delitti è stato commesso da immigrati. E potremmo andare avanti.

Riassumendo possiamo dire che l’immigrazione illegale minaccia sia l’Ungheria che l’Europa.
E’ una minaccia per i nostri valori comuni, per la nostra cultura in comune, anzi anche per la nostra variegatura, minaccia la sicurezza del cittadino europeo e mette in bilico le nostre capacità per stabilizzare i nostri risultati economici.
L’Ungheria finché era possibile ha cercato di agire considerando completamente gli interressi di ogni suo vicino. Oggi tuttavia il nostro paese è in una morsa.
Perché non solo dal sud continuano ad arrivare le ondate di immigrati ma nei paesi ad ovest invece si è formata l’intenzione che gli immigrati illegali da noi partiti devono tornare in Ungheria.
Siamo sotto pressione quindi da due lati: dal sud e dall’ovest e la verità è che non ce la facciamo.

Gentile università estiva, gentile vescovo, la questione delle migrazioni è contemporaneamente la questione del buon senso e della morale, del cuore e del cervello e in quanto così è complicato e suscita sentimenti profondi. Le questioni del genere possono essere trattate in una società solo se la comunità crea dei punti in comune.
Questo era lo scopo della consultazione nazionale sulla migrazione, del cui esito ufficiale vorrei parlare adesso. Durante la consultazione nazionale entro il 21 luglio sono stati mandati indietro in totale un milione e duecentocinquantaquattro questionari. Noi abbiamo inviato ottomilioni di questionari e più di un milione di questionari sono stati mandati indietro.

 
Gentili Signore e Signori,

dai questionari possiamo determinare i seguenti risultati. 
Più di due terzi del popolo ungherese dal punto di vista della propria vita ritiene importante la questione dell’espansione del terrorismo. Due terzi degli ungheresi è convinto che gli immigrati illegali minacciano il lavoro e i mezzi di sussistenza degli ungheresi. 
Quattro su cinque ungheresi ritengono che la politica di Bruxelles nella questione d'immigrazione e di terrorismo è fallita e di conseguenza servono un nuovo approccio e nuove regole più severe.
Sempre quattro su cinque ungheresi incoraggiano il governo a creare delle regole più severe nei confronti della politica permissiva di Bruxelles per frenare l’immigrazione illegale. 
Regole che rendono possibile che quelli che passano i confini ungheresi in modo illegale possano essere presi in custodia e deportati nei loro paesi il più presto possibile. 
Inoltre secondo l’80% di quelli che hanno risposto, gli immigrati illegali, finché sono in Ungheria dovrebbero coprire loro stessi le spese della propria assistenza.
Parole dure, posizione fissa, ma questa è la posizione ungherese. 
E infine la cosa più importante che sovrascrive tutto il resto che, secondo la stragrande maggioranza degli ungheresi, il 95% di quelli che hanno risposto, invece di sostenere la migrazione clandestina, è necessario appoggiare piuttosto le famiglie ungheresi ed i bambini non ancora nati.
Si vede chiaramente che gli ungheresi non hanno perso ancora il buon senso. Gli esiti della consultazione dimostrano quindi che gli ungheresi non vogliono immigrati illegali e non condividono la frenesia intellettuale della sinistra €uropea.
L’Ungheria ha preso la sua decisione ed i cittadini ungheresi hanno deciso così. Questo significa che noi vogliamo rimanere un paese sicuro e stabile, una nazione uniforme e bilanciata nel mondo insicuro che ci circonda.
Perché probabilmente ho ragione a dire che oggi nel mondo può accadere di tutto, ma non mi sbaglio a pensare che noi tutti vogliamo che l’Ungheria invece sia un paese dove non può accadere di tutto.

Grazie per l’attenzione.


Viktor Orbán – Primo Ministro dell’Ungheria

deca


L’€uropa: un’ossessione ideologica che combatte le identità nazionali
Viktor  Orban,   Primo  Ministro   dell’ Ungheria






Pubblichiamo anche la 2^a parte degli interventi tenuti dal Primo Ministro ungherese, Viktor Orban, alla XXVI Università libera estiva e colonia degli studenti di Bálványos (25 luglio 2015 – Tusnádfürdő – Băile Tuşnad).
In questi interventi vengono affrontati altri argomenti di grande interesse: la lotta dei potentati €uropei contro le identità nazionali, la degenerazione dell’Europa, trasformatasi da organo pragmatico in ideologia chiusa, il cavallo di Troia dell’immigrazione.
In apertura leggiamo un’interessante riflessione sul concetto di “futuro”.
Ringraziamo il nostro amico e corrispondente ungherese, Andras Kovacs, che ci ha inviato i testi di queste conferenze.
Per leggere gli altri interventi di Viktor Orban, riportati nell’articolo Parole chiare sull’immigrazione da Viktor Orban, Primo Ministro dell’Ungheria, cliccate qui

zzzzrbn1

Egregi Signore e Signori,
un anno fa ho detto che stavamo vivendo dei tempi in cui qualunque cosa poteva succedere e questo è valido anche oggi. Chi avrebbe pensato che l’Europa fosse incapace di proteggere i propri confini, anche nei confronti di clandestini disarmati?
Chi avrebbe pensato che in Francia la situazione arriva al punto che il capo della comunità islamica locale fa una richiesta aperta allo stato francese perché le chiese cristiane spopolate vengano consegnate a loro perché ben volentieri ne faranno delle chiese islamiche?
Chi avrebbe mai pensato che gli Stati Uniti intercettassero i leader politici tedeschi? Un fatto così viene a galla e non c’è nessuna conseguenza ........
E chi avrebbe pensato che noi €uropei avremmo fatto finta come se nulla fosse successo e amichevolmente avremmo proceduto con le trattative sul commercio libero con quella parte che probabilmente conosceva le nostre posizioni negoziali già prima di noi stessi?
E chi avrebbe pensato un anno fa che gli americani avrebbero dispiegato armi nell’€uropa centrale e che al parlamento ungherese avrebbe causato problemi se seguire o no altri paesi che hanno chinato la testa?
E chi avrebbe pensato, oltre a noi, che per la fine del 2014 l’Ungheria sarebbe diventata il secondo paese con la crescita più rapida in tutta l’Unione €uropea?
Egregi Signore e Signori,
l’insicurezza del futuro può convincere uno a pensare sulla natura del futuro politico, cioè sulla natura della possibilità di conoscere il futuro. Tendiamo a immaginare il futuro, cioè la possibilità di conoscere il futuro come fanno i capitani che navigano verso l'ignoto : stiamo sulla prua della nave con il binocolo in mano e scrutiamo le rive sconosciute e avrà la precedenza, avrà la conoscenza del futuro per la prima volta, chi ha la vista più acuta o chi ha il binocolo migliore.
Come se il futuro fosse là davanti a noi come un continente ancora non scoperto, come se esistesse e fosse là ad aspettarci.
Invece, cari amici miei, il futuro ha una natura ben diversa. 
La sua caratteristica più importante è proprio quella che non è ancora pronto, anzi non esiste per niente, succederà solo dopo questo momento, quindi di conseguenza non ha nessun senso aguzzare la vista in avanti.
Vale la pena di immaginare il futuro come fanno i vogatori quando procedono sulla regata durante le gare: seduti con le spalle verso la direzione della marcia. Vediamo solo ciò che abbiamo lasciato e quello che capita nel nostro campo visivo. Dobbiamo dirigere la prua della barca verso il futuro secondo a ciò che si apre al nostro orizzonte e dobbiamo capire il futuro in base a ciò che conosciamo già.
Di conseguenza il pensiero sul futuro non è una gara per guardare lontano ma piuttosto è la gara della comprensione del passato. 
Vince chi riesce a capire più profondamente il passato e da ciò più velocemente e più coraggiosamente ne trae un insegnamento. Questo è il punto di partenza di ogni leadership politica e di progettazione.
Gentili amici miei,
questa è una buona notizia, perché, per la comprensione prima di tutto abbiamo bisogno di ragione, cioè di cervello, e al mondo il cervello umano è il meglio distribuito perché tutti sono convinti che ne hanno un po’ di più degli altri.
Se pensiamo all’Unione €uropea e in essa al nostro futuro, allora prima dobbiamo essere chiari con il passato dell’Unione €uropea. Nonostante tutte le nostre critiche forti dobbiamo dichiarare che l’Unione €uropea  così come sta, è un successo grandioso: pace, sviluppo e benessere.
E’ vero che la pace, che dura da dopo la seconda guerra mondiale fino al 1990, non è dovuta a noi, ma agli americani e ai russi che al posto nostro hanno deciso gli affari dell’Europa, ma senza dubbio, dopo il 1990 il successo è già un nostro successo europeo e, nonostante adesso abbiamo dei problemi, questo fatto non viene sovrascritto da ciò che è successo dal 2008.
Egregi Signore e Signori,
a volte capitano dei fenomeni attraverso i quali diventa chiaro il modo nel quale si condensa il carattere di una certa era. Un fenomeno del genere, della nostra vita, è la nuova migrazione dei popoli.
Se ci affacciamo a questa finestra, vedremo tutto il mondo. 
Oggi, in questo si condensa il mondo, ed attraverso questo possiamo capire dove è il nostro posto e cosa ci aspetta.
Gentili Signore e Signori,
parliamo chiaramente: la crescita della migrazione dei popoli della nuova era è la conseguenza dei processi politici.
I paesi dell’Africa Settentrionale precedentemente fungevano da bastione di protezione per l’€uropa e attenuavano le popolazioni che arrivavano dall’Africa Centrale. La minaccia seria non arriva dalle zone di guerra, ma dalle profondità dell’Africa. Con il crollo dei paesi dell’Africa Settentrionale è crollata vistosamente anche la striscia di protezione ed ormai l’Africa Settentrionale non è in grado di proteggere l’€uropa contro le enormi masse di persone. (rivoluzioni colorate rosso sangue)
Di conseguenza in un breve periodo di tempo si è formato un enorme problema. Io sono d’accordo con l’ex presidente Sarkozy che recentemente, parlando alla televisione francese, ha detto che l’ondata di migrazione attuale è solo l’inizio. In Africa attualmente vivono un miliardo e cento milioni di persone, tra cui più della metà è sotto i 25 anni.
Secondo Sarkozy entro breve tempo più di cento milioni di persone non avranno un posto dove abitare, non avranno acqua e cibo a sufficienza e queste persone, seguendo quelle attuali, inizieranno a migrare. (politiche della terra bruciata in casa altrui compiute in primis da Francia ed Usa)
Quindi gentili Signore e Signori,
onorevole Vescovo, per noi oggi in palio c’è l’Europa, il modo di vivere del cittadino europeo, i valori europei e la conservazione oppure la sparizione anzi più esattamente il cambiamento irriconoscibile delle nazioni europee. (che diventeranno filiali della corporazione €uropea)
La questione ormai non è solo quella riguardante noi ungheresi e in che Europa vorremmo vivere, ma anche se esisterà ciò che noi oggi chiamiamo Europa.
La nostra risposta è chiara: vorremmo che l’Europa restasse degli europei. Noi vorremmo questo.
E’ solo “vorremmo” perché per questo serve anche la volontà degli altri, ma c’è qualcosa che non vorremmo, ma vogliamo.
Lo vogliamo perché dipende esclusivamente da noi: vogliamo conservare l’Ungheria come paese degli ungheresi. E’ importante ribadirlo, anche se da noi pare piuttosto un luogo comune, ma nonostante ciò bisogna ribadirlo, perché esistono delle persone che pensano diversamente.
Anche se sembra incredibile, con le nostre capacità mentali e spirituali è quasi incomprensibile, ma ci sono persone che pensano diversamente.
La sinistra €uropea non considera il problema dell’immigrazione clandestina come fonte di pericolo ma addirittura come possibilità!!! (possibilità di diventare filiali della corporazione €uropea)
La sinistra guardava sempre con sospetto le nazioni e le identità nazionali. Per loro – ascoltate bene le loro parole – l’intensificazione dell’immigrazione potrebbe attenuare, anzi far cessare definitivamente i quadri nazionali e con questo si realizzerebbe anche uno scopo finora a lungo termine della sinistra.
Non è a caso che – anche se per la prima volta può sembrare una cosa assurda, ma se ci avviciniamo all’Ungheria, lo possiamo vedere – nel 2004 la sinistra ungherese incitava e aizzava contro gli ungheresi che vivono oltre ai confini, e oggi abbraccerebbe con affetto gli immigrati illegali. 
Queste persone, questi politici, semplicemente non vogliono bene agli ungheresi e non gli vogliono bene perché non sono ungheresi.
Come tanti centri del potere politico e finanziario di Bruxelles, sono interessati a cancellare i quadri nazionali, a rendere debole la sovranità degli stati nazionali, ed a far cessare le identità nazionali. 
Cercate d'immaginare come sarebbe l’Ungheria se nel 2014 la sinistra avesse potuto fare il governo. E’ un pensiero spaventoso, ma cerchiamo di immaginarlo per un momento: un paio d'anni e non riconosceremmo la nostra patria, non riconosceremmo l’Ungheria, saremmo come un enorme campo di profughi, una specie di Marseille dell’Europa Centrale.
Gentili Signore  e Signori,
possiamo vedere che non si tratta di un gioco, come anche le elezioni parlamentari non lo sono.
Gentili Signore e Signori,
dobbiamo menzionare anche che, l’intensificazione dell’immigrazione è correlata con il fatto che il fondamentalismo dei diritti umani all’Ovest dà un supporto morale a ogni persona, indipendentemente dal motivo per cui vuole lasciare la propria patria.
Perché naturalmente esistono dei veri profughi, ma sono molti di più quelli che vorrebbero godersi i vantaggi del modo di vivere europeo. Dato che in modo regolare così tante persone non riuscirebbero mai ad entrare nel territorio dell’Unione, ci saranno sempre di più che accettano ed accetteranno i rischi correlati all’immigrazione illegale.
Siccome l’Unione €uropea ha solo principi ma non ha una sovranità vera e propria, come per esempio non ha delle guardie di confine, non sa come reagire nella nuova situazione. Bruxelles non è in grado di proteggere i cittadini europei nei confronti degli immigrati illegali, e come dichiara l’ex ministro delle finanze tedesco: “Il problema dell’€uropa è, che tira dei calci in salita ad un barattolo, e si meraviglia quando esso torna indietro.”
L’Unione €uropea è nata come un’alleanza economica, dopo è diventata anche un’alleanza politica, oggi dovrebbe agire come potere sovrano ma per questo bisognerebbe restringere la sovranità nazionale. 
Come dice anche la barzelletta: la prima volta la direzione era giusta, ma lo facevano male, poi era sbagliata la direzione, ma lo facevano bene.
Gentili Signore e Signori,
l’Unione €uropea secondo la sua vocazione offriva delle soluzioni vere per problemi veri per un lungo periodo di tempo: pace al posto della guerra, mercato unico invece della frammentazione, per i più poveri la possibilità di serrare le file anziché rimanere indietro.
L’Unione €uropea era pragmatica e relativamente flessibile ed è a questo che dobbiamo le sue soluzioni organizzative uniche, ma è ovvio che per oggi qualcosa si é rovinato.
L’€uropa, al posto delle soluzioni vere, è diventata un’ideologia, oggi non considera il problema ma il fatto se la soluzione data rende debole o forte la propria ideologia chiusa.
L’€uropa è diventata un’ossessione ideologica, se qualcosa è ragionevole ed ha successo, ma rafforza la sovranità degli stati nazionali, allora è da respingere, anzi è nemico, più ha successo più è pericoloso.
Questa è l’essenza della storia ungherese.
Ciò che noi ungheresi facciamo, senza dubbio ha successo, ma dato che non si adatta alle ideologie di Bruxelles, quindi non rende debole, ma addirittura rafforza la sovranità nazionale e statale ungherese, dal loro punto di vista è intollerabile. 
Per questo l’Unione €uropea non prospera, non ce la fa neanche con la crisi greca. Si tratta di un problema pratico, bisognerebbe trovare una soluzione pratica.
Noi ungheresi siamo interessati ad un’Unione forte e pensiamo che le soluzioni con successo rendano l’Europa forte. La principale corrente politica e di potere intellettuale €uropea è convinta che l’Europa diventerà forte se in qualche modo si creeranno gli Stati Uniti d’€uropa.
Osservando su questo orizzonte il nostro continente, oggi noi ungheresi siamo i gaullisti del continente. Gli Stati Uniti d’America nella loro natura e struttura non hanno corpi nazionali separati, quindi noi non dobbiamo imitarli.
Mentre l’Europa ha come natura il fatto di essere costituita da nazioni, quindi è una pazzia aspirare alla creazione degli Stati Uniti d’€uropa sopra le nazioni. 
L’America non è grande perché non è composta da nazioni ma perché è capace di tirare fuori delle soluzioni di successo. Quindi se l’Unione vuole avere successo, allora anche essa deve trovare le proprie soluzioni funzionanti.
Se ne sarà capace, non lo sappiamo ancora, ma sappiamo che l’€uropa dal 2008, dall’inizio della crisi mondiale, ha ancora questo debito. Dal 2008 i cittadini hanno l’impressione che l’Unione €uropea ripeta le sue azioni di volte in volta e nello stesso tempo aspetti risultati diversi.
Forse in tanti vi ricordate ancora che dopo la crisi del 2008, il primo paese che aveva bisogno di un pacchetto di salvataggio internazionale non era la Grecia, bensì l’Ungheria. 
Dopo il 2010, siamo comunque riusciti a diventare uno dei paesi membri di pochi abitanti il cui debito, espresso in percentuale del prodotto interno lordo, non è aumentato, bensì è diminuito.
Se vogliamo valutare ed apprezzare gli sforzi degli ungheresi in merito, allora diamo un’occhiata alla Grecia.
Noi siamo orgogliosi che abbiamo ripagato i nostri debiti in tempo al FMI ed anche il sostegno finanziario ottenuto dall’Unione resta ormai solamente una piccola parte da ripagare e che ripagheremo all’inizio del 2016 entro la data di scadenza. (noi abbiamo tenuto la nostra moneta sovrana, il fiorino, mica siamo nel reparto appestati, con la moneta straniera privata a debito chiamata €uro !!!)
Non dimenticate che l’Ungheria non ha mai chiesto nessuno sconto o proroga per i suoi debiti. Per alcuni questo vuol dire debolezza, ma per altri è una virtù.
Io appartengo a questo secondo gruppo.
E tutto ciò è avvenuto mentre il tasso di crescita del prodotto interno lordo tra gli Stati membri dell’U€ era eccellente. Nella storia economica ungherese, cari amici, è raro, negli ultimi decenni invece è unico, che contemporaneamente migliorano gli indicatori di equilibrio dell’economia esterna e interna e nel frattempo cresce l’economia.

Intanto siamo riusciti a correggere anche due errori precedenti: abbiamo eliminato i prestiti in valuta estera per la popolazione, riuscendo così a prevenire un crollo economico, e nel frattempo siamo riusciti a rimettere in proprietà pubblica gli oggetti di valore strategico precedentemente privatizzati, il che è una questione fondamentale per la sovranità nazionale ungherese.

Grazie per l’attenzione.

Viktor Orbán – Primo Ministro dell’Ungheria

contatti: Andras Kovacs – bundi01@vipmail.hu

Nessun commento:

Posta un commento