lunedì 10 novembre 2014

USTICA: MOVENTE NUCLEARE, MANDANTE: SIONISMO; ECCO TUTTE LE PROVE SCHIACCIANTI





QUESTO ARTICOLO SI COMPONE DI 3 ARTICOLI DELL'ILLUSTRE GIORNALISTA DR. GIANNI LANNES, IN ORDINE CRONOLOGICO, LEGGETE CON CALMA ED ATTENZIONE, SALTATE GLI INNUMEREVOLI DOCUMENTI SCANSIONATI CHE VI FANNO PERDERE TEMPO, MA SONO PROVE DOCUMENTALI. POI, SE SIETE IN PIEDI, SEDETEVI, NE AVRETE BISOGNO !!!




USTICA: GRAZIE ASCHENAZITI SIONISTI, GLI ITALIANI VI SONO GRATI !!!

31.8.13


 

GUERRA: LE BOMBE ATOMICHE DI ISRAELE

ALTRE PROVE

 

Israele: centro nucleare segreto Dimona (fonte NSA)

 Israele: centro nucleare segreto Dimona (fonte NSA)




di Gianni Lannes

La politica di due pesi e due misure.
I Governi di Tel Aviv hanno sempre negato di possedere l’atomica.
Nel 1986 a Londra Mordechai Vanunu - che lavorava al centro nucleare di Dimona - rivelò rivelò al Sunday Times l'esistenza di un piano segreto di armamento atomico dello Stato di Israele.
Subito dopo il tecnico di origine marocchina venne rapito a Roma dal Mossad, ed imprigionato per 18 anni (di cui 11 in isolamento) nella terra promessa, solo per aver detto la verità all'umanità.
Vanunu nonostante abbia scontato interamente la pena, non può uscire da Israele. 

Ecco alcuni documenti segreti ed ufficiali (in cui figura anche il famoso Rabin) che smentiscono - se ce ne fosse ancora bisogno - chi soffia sul fuoco per conquistare il Medio Oriente con la forza e destabilizzare il mondo intero.


E' un argomento tabù.
Gli ordigni nucleari targati stella di Davide si sono moltiplicati grazie alla concessione di tecnologia francese e tedesca, sotto la supervisione degli Stati Uniti d’America, grazie all’uranio del Gabon e del Sudafrica, ed allo yellowcake fornito segretamente negli anni ’60 dall’Argentina. 
















L'Iran ha firmato il Trattato di non proliferazione nucleare in sede Onu e si è quindi formalmente impegnato a rinunciare all'arma atomica e a consentire ispezioni e controlli.
Israele non ha firmato invece quel trattato.
Tra i 59 paesi che lo siglarono 40 anni fa ci sono però Gran Bretagna, Francia, Cina, Russia e Stati Uniti d'America. 
Potenze che si sono impegnate a svuotare i loro arsenali. N
on solo non l'hanno fatto, ma hanno consentito e incoraggiato deroghe interessate ed inique.
L'Iran è stata aggredita due volte nell'ultimo mezzo secolo: la prima direttamente da potenze occidentali e la seconda da Saddam Hussein sostenuto sempre dagli occidentali.  
Il Governo sionista si rifiuta di rispettare qualsiasi regola internazionale ma impone ad altri Stati sovrani di osservarle, ma soprattutto di rispettare esclusivamente le sue.  
Secondo la Federazione degli Scienziati Americani, “Israele possiede più di 200 testate nucleari” che sono semplicemente sufficiente a far evaporare il mondo intero in una questione di secondi.
Israele, che è l’unico possessore di armi atomiche in Medio Oriente ed uno dei tre Stati non firmatari del Trattato di Non Proliferazione nucleare, ha palesemente respinto l'appello dei 189 firmatari del TNP, volto a sottoscrivere  il TNP e a mettere i suoi impianti nucleari sotto la salvaguardia globali dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (AIEA).
La conferenza del 2010 per la riesamina del Trattato di Non Proliferazione Nucleare, avvenuta il 28 maggio a New York a cui hanno partecipato i rappresentanti degli Stati membri del TNP, si è appellata ai 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite perché si procedesse finalmente nell’eliminazione del loro arsenale atomico, e si affermasse la necessità che Israele aderisca al trattato e rispetti i suoi obblighi internazionali in relazione alla non proliferazione nucleare.
Alcuni funzionari sionisti, tuttavia, hanno respinto l'appello e sono ricorsi alla scusa che Israele non è firmataria del TNP, quindi non sono legalmente obbligati a rivelare le informazioni relative al loro arsenale nucleare, né hanno la responsabilità di ridurre le loro armi atomiche, tantomeno di eliminarle.
In una risoluzione del 29 ottobre 1986, l’Assemblea generale dell'ONU aveva richiamato Israele con urgenza perché mettesse tutti gli impianti nucleari sotto la supervisione dell'AIEA (dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica) e si impegnasse ad evitare di attaccare gli impianti nucleari di altri Paesi.
Tale risoluzione fu adottata in supporto alla risoluzione UNSC 487, dopo che uno squadrone di aerei israeliani F16A bombardò e distrusse il reattore nucleare iracheno di Osirak, il 7 giugno 1981.  
Il governo di Israele ha pubblicato una dichiarazione pubblica, che espone in modo trasparente l'impunità di Israele da ogni tipo di legge internazionale: “Come uno stato non firmatario del TNP, Israele non è obbligata a seguire le decisioni di questa conferenza, che non ha autorità su Israele. Posta la natura distorta di questa risoluzione, Israele non sarà in grado di prender parte alla sua implementazione”.
Il 23 settembre 1987, 12 membri dell’AIEA, tra cui l'Iran ha presentato che una bozza di risoluzione della conferenza generale dell'AIEA intitolato "Israele funzionalità e minaccia nucleare" che ha richiesto quel luogo di Israele tutti i suoi impianti nucleari sotto salvaguardie dell'AIEA in conformità con il Consiglio di sicurezza risoluzione 487 del 1981.  
Il Governo di Israele non adotta il disarmo nucleare, ma coltiva nuovi progetti per espandere le sue capacità nucleari in ambito bellico.




































































http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/08/liberta-indipendenza-democrazia.html



Ustica: la strage di Israele insabbiata dalla NATO


di Gianni Lannes - 02/09/2013

Fonte: Su la testa

relitto del Dc9 Itavia abbattuto il 27 giugno 1980 nei cieli di Ustica


 
Una strage (impunita) di guerra in tempo di pace.
Lo scrittore Leonardo Sciascia diceva che "l'Italia è una Paese senza verità".
Impossibile dargli torto.  
Dopo 33 anni una strage senza giustizia di 81 civili (compresi i bambini) non fa
più notizia nel Belpaese con scarsa o nulla memoria sociale;
a mio avviso, tuttavia, è pur sempre di scottante attualità perché riguarda tutti noi.
Il pretesto? Nucleare: alla voce Comitato Nazionale Energia Nucleare (CNEN)


Il segreto dei segreti
Il 19 marzo 1980 il quotidiano New York Herald Tribune riferisce di “un accordo italo-iracheno: Roma vende a Baghdad materiale radioattivo in cambio di consistenti forniture di petrolio; inoltre il governo iracheno si è impegnato a comprare una decina di navi da guerra di fabbricazione italiana”.
Ovviamente c’è il beneplacito del presidente Carter ed il via libera del primo ministro Francesco Cossiga.
A maggio si riunisce a Roma una Commissione italo-irachena, formata dal ministro del Commercio estero Enrico Manca (psi), dal ministro omologo iracheno Hassan Alì e dal sottosegretario del petrolio Abdul Munim Alwan Samarai.
Il governo iracheno chiede armi e tecnologia nucleare in cambio di petrolio. Il primo contratto stipulato, in cui figura la Snia Techint e l’Ansaldo, ha un importo di 50 milioni di dollari.
Al contempo, il Governo francese fornisce all’Iraq l’uranio arricchito che trasporta a Tuwaitha a bordo di un Airbus 300. 

Dunque, il movente, ovvero il conferimento ad un Paese mediorientale di tecnologia strategica, o meglio atomica; un'azione da impedire a tutti i costi.
Il DC9 Itavia era stato utilizzato segretamente dallo Stato italiano per il trasferimento di componenti nucleari in Iraq (prima tappa da Bologna a Palermo, a bordo di un volo insospettabile, ma non per il Mossad).
I contratti miliardari sono passati tutti attraverso la filiale USA della BNL di Atlanta.






Il governo sionista di Tel Aviv (soprattutto Begin) non vede di buon occhio la situazione e si prepara a sabotare con ogni mezzo l’impresa.
Infatti, il 27 giugno 1980, a scopo puramente dimostrativo, dopo aver già realizzato qualche attentato intimidatorio da parte del Mossad, avvertimenti ed ultimatum al governo italiano, i velivoli israeliani camuffati da mig abbattono il Dc 9 Itavia, decollato da Bologna con destinazione Palermo.
E’ un segnale forte contro l’Italia.
Due piloti italiani, gli ufficiali Naldini e Nutarelli - in seguito assi delle frecce tricolori morti nell’inverosimile “incidente” di Ramstein, una settimana prima di essere interrogati dal giudice Priore sulla strage di Ustica - quella sera  intercettarono gli aerei da guerra della Stelle di Davide che avevano bucato la difesa aerea italiana.
A Naldini e Nutarelli viene prontamente ordinato qualche minuto prima del momento fatale di tornare alla base di Grosseto.
Alle 81 vittime diretta del volo IH 870 bisogna aggiungere altre 21 persone, "suicidate" dai servizi di intelligence perché sapevano troppo.







Nella Repubblica degli omissis, i depistaggi classici sono imbastiti mediante distrazioni provvidenziali, ritardi clamorosi o errori giudiziari. Cossiga docet.
Appare inverosimile: i magistrati della Procura della Repubblica di Reggio Calabria (Neri) e di Matera (Pace) che indagavano insieme su un centro dell'Enea in Basilicata (Trisaia) entrarono casualmente in possesso di informazioni interessanti sulla strage di Ustica, e le trasmisero ai giudici competenti, ma senza esito.


La verità, però, non si può uccidere e prima o poi salta fuori.
Accadde il 27 giugno 1980.
A Bologna 81 persone salgono a bordo dell’aeroplano civile diretto a Palermo: 64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i dodici e i due anni, due bambini di età inferiore ai ventiquattro mesi e 4 uomini d’equipaggio.
Il velivolo decolla alle 20.08 e sparisce dai tracciati radar alle 20.59.


«L’incidente al Dc 9 è occorso a seguito di azione militare di intercettamento. Il Dc 9 è stato abbattuto, è stata spezzata la vita a 81 cittadini innocenti con un’azione, che è stata propriamente atto di guerra, guerra di fatto e non dichiarata, operazione di polizia internazionale coperta contro il nostro Paese, di cui sono stati violati i confini e i diritti.
Nessuno ha dato la minima spiegazione di quanto è avvenuto».
Sono le parole con le quali il giudice Rosario Priore - alternatosi ai colleghi Aldo Guarino, Giorgio Santacroce e Vittorio Bucarelli - ha chiuso il 31 agosto 1999, la più lunga istruttoria della storia giudiziaria italiana.
Caccia non identificati, radar che vedono e non vedono, un buco nero di segreti, omissioni, depistaggi e menzogne a caratura istituzionale con coperture di livello internazionale.



Quella sera andò così.
Due caccia Phantom F-4 - regalati dagli Usa ad un potente alleato - entrarono nel Tirreno posizionandosi tra Ponza e Ustica, in attesa del bersaglio, esattamente nel punto - non rilevabile dai radar - in cui avevano verificato un’ampia zona d’ombra nella difesa aerea italiana.
Sembrava una missione impossibile, ma si erano preparati per mesi a quella che giudicavano un “atto di vitale autodifesa”.
I missili si allontanarono nel vuoto e colpirono l’aereo civile italiano.
I due caccia di Israele - modificati e riforniti in volo - assistiti da un velivolo Sig-int, allora si divisero e uno di essi attraversò la costa tirrenica della Calabria per fare rientro nella terra promessa.
Per la cronaca per tutta la primavera dell'anno 1980 i velivoli bellici di Israele si erano esercitati a bucare la difesa tricolore, per scovare i numerosi punti deboli.
L'anno successivo gli israeliani replicarono con il bombardamernto in Iraq del complesso nucleare di Osirak, un'altra impresa considerata - a torto - logisticamente impossibile.
Ma in questo caso se ne vantarono pubblicamente.
Capaci di azioni criminali impensabili e tecnicamente giudicate impossibili.
A missione compiuta il premier Begin fu colto da un infarto.
 
un documento ufficiale dello Stato italiano



Il muro di gomma sembra impenetrabile.
L’orecchio di Echelon Usa dalla base di San Vito dei Normanni (Brindisi) ha registrato tutto, istante per istante, alla stregua di Shape, un organismo Nato, di stanza a Bruxelles, ma il Pentagono non collabora.
Oggi sono note cause, dinamica e scenario internazionale di matrice bellica.
Mancano all’appello solo gli autori materiali della strage e i loro mandanti ben protetti. Perché questa verità era così inconfessabile da richiedere il silenzio, l’omertà, l’occultamento delle prove? 



Missili in fondo al Tirreno: filmati ma non recuperati
Il 22 maggio 1988 il sommergibile Nautile esplora il Mar Tirreno alla ricerca del Dc9 Itavia.
Alle 11,58 le telecamere inquadrano una forma particolare. 
Uno dei due operatori dell’Ifremer scandisce in francese la parola “misil”. Alle 13,53 s’intravede un’altra classica forma di missile. Le ricerche della società di Tolone vengono sospese tre giorni dopo.
L’ingegner Jean Roux, dirigente della sezione recuperi dell’Ifremer, subisce uno stop inspiegabile dall’ingegner Massimo Blasi, capo della commissione dei periti del Tribunale di Roma.
I due missili non vengono raccolti neppure durante la seconda operazione di recupero affidata a una società inglese.
Forse, perché la Stella di Davide è intoccabile?
Trascorrono tre anni prima che i periti di parte abbiano la possibilità di visionare i nastri dell’operazione Ifremer. Secondo un primo tentativo di identificazione di tratta di un “Matra R 530 di fabbricazione francese” e di uno “Shafrir israeliano”. I dati tecnici parlano chiaro. Quel Matra è “lungo 3,28 metri, ha un diametro di 26 centimetri con ingombro alare di 110, pesa 110 chilogrammi: è munito di una testata a frammentazione e può colpire il bersaglio a 3 km di distanza con la guida a raggi infrarossi e a 15 km con la guida radar semiattiva”. L’altro missile è “lungo 2,5 metri, 16 centimetri di diametro e 52 di apertura alare, pesa 93 kg e ha una gittata di 5 km”.
Entrambi i missili erano in  dotazione ai caccia di Israele, in particolare: Mirage III, Kfir, F4, A4, F15, F16.Uno di quei missili è stato lanciato contro il Dc9. 

Le ultime scoperte dei periti di parte civile hanno confermato senza ombra di dubbio che il Dc 9 è stato abbattuto da un missile.
La prova è costituita da 31 sferule d’acciaio (diametro 3 millimetri) trovate in un foro vicino all’attacco del flap con la fusoliera. La loro presenza può essere spiegata con l’esplosione vicino alla parte anteriore dell’aereo della testa a frammentazione di un missile.
La requisitoria del giudice Priore parla di una operazione militare condotta da Paesi alleati -americani, francesi, inglesi e libici - della quale gli italiani sono stati testimoni diretti.
Nei tracciati radar si vede addirittura un elicottero decollato dal mare, presumibilmente da una portaerei, giungere nella zona del disastro prima che arrivassero, con deliberato ritardo, i soccorsi.
Che cosa si è voluto insabbiare con tanto accanimento?
Il ruolo attivo di Israele?
«E’ una questione di dignità nazionale - argomenta Daria Bonfietti che ha perso il fratello Alberto - Un’altra Ustica può ripetersi in qualsiasi momento».
Le 5.600 pagine di requisitoria del giudice Priore parlano di una operazione militare condotta da Paesi alleati della quale gli italiani sono stati testimoni diretti. Nei tracciati radar si vede addirittura un elicottero decollato dal mare, presumibilmente da una portaerei, giungere nella zona del disastro prima che arrivassero, con deliberato ritardo, i soccorsi.
A poca distanza dal luogo di ammaraggio dell'aereo civile staziona l'unità militare italiana Vittorio Veneto che però non presta alcun soccorso.
L'ultima testimonianza è di un ufficiale di macchina da me scovato ed intervistato che ho prontamente segnalato - unitamente ad altri tre testimoni degli eventi (tre ex militari dell'Aeronautica militare, perseguitati dall'Arma azzurra) ai magistrati titolari dell’inchiesta presso la Procura della Repubblica di Roma  (Maria Monteleone ed Erminio Amelio).
indumenti personali appartenuti ai passeggeri  del volo IH 870 (fonte: Museo per la memoria di Ustica a Bologna)

In fondo al Tirreno, c’erano due missili (uno di fabbricazione israeliana e l’altro francese, ma in dotazione entrambi all'aviazione di Gerusalemme).
Ecco le coordinate: 39°43′0″N 12°55′0″E
Il  missile non era ad impatto; era a risonanza: perché se il missile fosse stato ad impatto dell'aereo non avremmmo più traccia, neanche una scheggia.



Il Dc 9 Itavia aveva a bordo 81 passeggeri, tra cui 64 adulti, 11 bambini tra i due e i dodici anni, due bambini di età inferiore ai 24 mesi, oltre ai 4 membri d'equipaggio.


Dopo 34 anni l'abbattimento di questo aereo civile non ha nessun colpevole.
Alla tragedia umana di uno Stato criminale - di vari Governi e dell'Aeronautica Militare tricolore - che non ha voluto fornire una spiegazione, preferendo la fedeltà al segreto NATO.
Nel 2003 il Governo italiano ha siglato con Israele un trattato di cooperazione militare, ratificato nel 2005 con la legge 94 dal Parlamento italiano ("opposizione" inclusa con il beneplacvito del presidente della Repubblica).
I magistrati italiani per quanto determinati sono andati a sbattere una seconda volta contro il muro di gomma.
La beffa finale: da alcuni anni le forze armate di Tel Aviv svolgono esercitazioni militari in Italia e con l'Italia nel quadro di alleanze del Patto atlantico.



Post scriptum
Qualche anno fa - accompagnato alla Procura della Repubblica di Roma da due poliziotti della scorta della Polizia di Stato -  ho riferito, o meglio verbalizzato ai magistrati Amelio e Monteleone quanto avevo scoperto indagando per dieci anni sulla strage di Ustica.
Ed ho indicato loro alcuni testimoni (ex militari) mai interrogati dall'autorità giudiziaria. Uno di essi (un ex ufficiale della Marina Militare) ha dichiarato che il 27 giugno 1980 era in corso un'imponente esercitazione aeronavale della NATO nel Mar Tirreno. E che l'unità su cui era imbarcato, la Vittorio Veneto non ha prestato alcun soccorso, pur essendo vicina al luogo di impatto del velivolo civile, ma ricevette l'ordine di far rientro a La Spezia.
Due di questi ex militari, già appartenenti all'Aeronautica Militare sono stati minacciati, ed uno di essi ha subito addirittura un trattamento sanitario obbligatorio messo in atto dall'Arma Azzurra. Secondo la testimonianza di un ex barba finta - agli atti giudiziari - già segretario di alcuni ministri della Difesa, nell'ottobre dell'anno 1980, l'allora responsabile di quel dicastero ricevette dai servizi nostrani di intelligence una relazione dettagliata sulla strage.
A suo dire, quel prezioso documento non è mai stato reso di dominio pubblico, né tantomeno fornito alla magistratura inquirente. Ho prontamente nesso al corrente della situazione l'amica Daria Bonfietti.
I magistrati Amelio e Monteleone due anni anni fa mi hanno invitato a non far trapelare nulla. Ma dopo così tanto tempo, mi sento in obbligo di mettere al corrente anche l'opinione pubblica. 
L'Italia è un Paese a sovranità inesistente:
bisogna prenderne atto
L'Azione del potere giudiziario non può nulla
 

Chi tocca i segreti NATO muore: è già toccato a tanti, per esempio al presidente Aldo Moro

 

6.10.13


STRAGE DI USTICA: IL MOVENTE NUCLEARE SIONISTA


di Gianni Lannes


Un atto di terrorismo internazionale posto in essere dal governo di Israele ha annientato 81 vite (inclusi due neonati) ed in seguito, ben 21 testimoni scomodi.
L'ordine fu impartito dal primo ministro Menachem Begin, per arrestare la cooperazione nucleare di Francia e Italia verso l'Iraq.
Anche la casta politica italiana in prima battuta è responsabile dell'assassinio di 81 persone a bordo del Dc 9 Itavia, soprattutto per aver depistato la vicenda e negato la verità nota sin dal primo istante.
Ma anche per aver usato il DC9 Itavia, facendo credere ai sionisti che si trattasse dell'aereo francese che trasferiva in Iraq l'uranio arricchito al 93 per cento.
La partita è a tre: Israele, Francia e Italia con gli Usa che hanno registrato il tragico avvenimento.
Non c'è più alcun mistero.
Ho raccolto le prove in uno Stato di criminali!

il criminale israeliano Menachem Begin


Stranamente, la magistratura, compreso Priore, s'è guardata bene dal toccare i politicanti al vertice per conto terzi del Belpaese, accontentandosi di sfiorare il potere militare, uscito comunque indenne.
Strano, perché sia la Procura della Repubblica di Reggio Calabria che quella di Matera, a metà degli anni '90 avevano inviato al giudice istruttore due corposi stralci giudiziari in materia atomica.

A parte gli attentati prima del 27 giugno 1980 e le intimidazioni, a livello ufficiale c'è anche una lettera di mister Shamir al signor Colombo del governo italiano che invita le autorità del nostro Paese ad arrestare immediatamente la fornitura di tecnologia e materiale nucleare all'Iraq.
Palazzo Chigi, o meglio Cossiga, non ci sente.
Tanto da scatenare la reazione militare di Israele che aveva nel mirino anche la Francia.
Basta dare un'occhiata alle relazioni parlamentari delle legislature X e XI sul caso Bnl.
Dentro c'è anche l'Agip Nucleare oltre alla Snia Techint, all'Ansaldo Nucleare, all'Enea (già Cnen). 

Nell'affare erano coinvolte anche Francia e Germania.
Tel Aviv, ad ogni modo, aveva ed ha la copertura USA.
Un anno dopo, l'eccidio sul Tirreno, esattamente il 7 giugno 1981 l'aviazione israeliana replicherà il copione italiano bombardando - con un'operazione militare impensabile, proprio come quella realizzata ad Ustica con velivoli confusi per americani - il centro nucleare Osirak, allestito grazie ai governi italiano e francese.
Il velivolo di linea italiano comunque colpito da due missili a guida radar, non è esploso in volo ma è ammarato.
I soccorsi sono stati ritardati perché non dovevano esserci sopravvissuti.

Scavando viene fuori che nell'imminenza della tragedia (estate 1980) a ridosso dell'area di affondamento nel Tirreno dell'aereo Itavia, una società che operava per conto dell'Eni, scandaglia i fondali a tremila metri di profondità.
Ecco la sorpresa: a capo della Mediterranean Survey Services spa, infatti, figurava il banchiere Francesco Pacini Battaglia: il secondo consigliere di amministrazione era l'ammiraglio Giovanni Torrisi (iscritto alla P2), già capo di Stato maggiore della Difesa.
Dopo la tragedia, la MSS dragò per mesi, indisturbata, gli abissi di Ustica, mentre il Governo italidiota e la Marina tricolore sostenevano che non era possibile alcun recupero del relitto a quella profondità.
La ditta di Pacini Battaglia e Torrisi - costituita a Roma il 17 luglio 1980, dinanzi al notaio Luigi Napoleone - aveva sede in via Fauro numero 62.
Per la cronaca, proprio dove il 14 maggio 1993 esplose un'autobomba.
Uno dei soci della MSS era un certo Mario Stevenin, azionista di società gestite da Mario Collodel, specializzate nella vendita e nel traffico di armi, come l'Efim, di proprietà dello Stato italiano.

Quanto ai criminali che hanno ucciso 81 civili inermi su un volo di linea, a cui ironia della sorte proprio la Francia negli anni '60 aveva fornito la tecnologia nucleare, secondo Jane's Defense Weekly Israele è l'unica potenza nucleare in Medio Oriente che possiede da 100 a 300 testate e relativi vettori (missili balistici e da crociera e cacciabombardieri).
Secondo stime Sipri, Israele ha prodotto quasi 1.000 chilogrammi di plutonio, e continua a produrne tanto da fabbricare ogni anno 10-15 bombe nucleari.
Produce anche trizio, gas radioattivo con cui si assemblano testate neutroniche, che provocano minore contaminazione radioattiva, ma più elevata letalità umana.

INSOMMA SEMPRE LORO, ASCHENAZITI SIONISTI CHE CI CONSIDERANO FECCIA .........10-11-14 aggiornamento : http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/11/stragi-di-ustica-e-bologna-un-legame.html


POI VENITEMI A DIRE CHE NON VI DOCUMENTO LE INFORMAZIONI
deca


 

2 commenti:

  1. grazie DECA come sempre OTTIMA ESPOSIZIONE E DOCUMENTAZIONE di questo fatto avevo conosciuto a suo tempo quello riportato sui giornali, dove appariva già evidente la volontà di disinformare, depistare, insabbiare, e dimenticare il più rapidamente possibile..---
    la gravità dell,eccidio dove la ragion di stato( d,israele) è prevaricante atrocemente devastante, con palesi violazioni dello spazio aereo
    italiano è ancor più grave di quanto supposto per la collusione delle alte sfere dei nostri poteri, che fecero di tutto per non dare spiegazioni
    franche giuste plausibili, per rendere giustizia alle vittime. il crimine è troppo grave , i reati per strage sono sempre perseguibili, del resto
    gli israeliani hanno catturato a distanza di decenni i criminali del loro olocausto, perchè noi non possiamo perseguire loro?????????
    due pesi , due misure!!!!!!! i massacratori d,innocenti vanno sempre perseguiti e puniti, anche se la causa per la quale loro si battono
    pensano sia giusta : i danni collaterali, come li chiamano gli americani, non giustificano assolutamente un simile orrore!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    RispondiElimina
  2. +aldo tracogna come sempre commenti di rado ma in maniera incisiva e molto ponderata, Ti ringrazio dei tuoi commenti.
    Aggiungerei al Tuo ragionamento il fatto che ogni singolo individuo che vive sul suolo della nostra penisola si dovrebbe sentire trattato come un pezzo di ..... da questa fogna genocida con gli aschenaziti in testa, a ruota i gesuiti, gli statunitensi, i francesi etc.. etc... noi cavie inutili da laboratorio, ma è giunta l'ora d'alzare la testa e dire basta, fatevi la scorta di sacchetti del pattume che al momento buono li dovremo usare, Vi suggerirò come !!!

    RispondiElimina