Il serpente dell’Eden era un ingegnere genetico
by Auras
di Cristiano Patuzzi – Nuova Auras
sulla base delle traduzioni ebraiche di Mauro Biglino bibliche
extrabibliche e documentazioni sumero-accadiche
Leggere la Bibbia (Antico Testamento; la Torah ebraica corrispondente al nostro
Pentateuco) per come è scritta (naturalmente da traduzione letterale
originale) e senza calarci dentro mille interpretazioni o significati
misterici, evidenzia una storia completamente diversa da quella alla
quale siamo stati abituati.
Molto probabilmente gli autori, in realtà, ci hanno raccontato reali cronache storiche e non artificiose metafore.
La sua lettura letterale acquisisce, a questo punto, una logica lucidissima e una coerenza scientifica strabiliante; dissolve ogni dogma e va a colmare ogni buco e ogni lacuna sia evolutiva, sia mistica.
Molto probabilmente gli autori, in realtà, ci hanno raccontato reali cronache storiche e non artificiose metafore.
La sua lettura letterale acquisisce, a questo punto, una logica lucidissima e una coerenza scientifica strabiliante; dissolve ogni dogma e va a colmare ogni buco e ogni lacuna sia evolutiva, sia mistica.
PREMESSA
Dalle traduzioni letterali effettuate sui testi originali in ebraico
(consiglio i libri e le conferenze di Mauro Biglino – nella sezione Video)
si scopre che la narrazione biblica racconta in realtà una storia molto
diversa da quella interpretata e veicolata dalla filologia e dalla
teologia ebraica e successivamente cristiana.
Molto rapidamente; (Qui per un ottimo approfondimento)
i termini Elyon, Elohim e Yahweh, che gli esegeti ebrei prima e le
traduzioni teologiche cattoliche dopo, hanno unificato con la figura
unica di Dio; in realtà descrivono tre differenti parole per tre
differenti significati.
Elohim [אלהים]
innanzitutto è un termine ebraico plurale (del singolare El o Eloah)
che viene tradotto in molti modi quali “gli splendenti” “Coloro che
discendono” “Governatori” “legislatori” e per quanto la teologia miri a
convincere che sia stato usato il plurale come accrescitivo della
potenza di Dio, in molti diversi passi dell’antico testamento tale
giustificazione cade in palesi contraddizioni.
Nei testi originali appare ogni volta che nella traduzione italiana troviamo la parola “Dio”. Calato nel contesto delle scritture nella loro completezza, emerge in modo evidente che gli Elohim erano un nutrito gruppo di individui assolutamente in carne e ossa, corrispondenti agli Anunnaki descritti nelle tavolette cuneiformi sumero-accadiche.
Nei testi originali appare ogni volta che nella traduzione italiana troviamo la parola “Dio”. Calato nel contesto delle scritture nella loro completezza, emerge in modo evidente che gli Elohim erano un nutrito gruppo di individui assolutamente in carne e ossa, corrispondenti agli Anunnaki descritti nelle tavolette cuneiformi sumero-accadiche.
Elyon [עליון]
corrisponde alla traduzione italiana “l’Altissimo”. In Deuteronomio
(cap. 32 ver. 8) viene descritta la suddivisione della Terra in Nazioni
e la spartizione dei popoli tra gli Elohim. [Nella traduzione
masoretica, così come nella versione cattolica, il termine plurale
Elohim come destinatari delle assegnazioni da parte di Elyon, viene
sostituita con israeliti: "Quando l'Altissimo divideva i popoli,
quando disperdeva i figli dell'uomo, egli stabilì i confini delle genti
secondo il numero degli Israeliti"].
Naturalmente il testo originale non menziona affatto il termine “israeliti” in quanto a quel tempo né il popolo né la lingua ebraica esistevano. Tuttavia le esigenze teologiche non potevano permettersi di lasciare il termine Elohim, sarebbe stato assolutamente troppo esplicita la pluralità degli “Dei”. In sostanza dai testi originali si evince che Elyon era con molte probabilità il comandante supremo degli Elohim e discese sulla Terra solamente in pochissime occasioni.
Al tempo della spartizione delle Nazioni e in occasione di un concilio (riunione) di Elohim narrata in Salmi 82: “Dio si alza nell’assemblea divina, giudica in mezzo agli Dei” “Io ho detto: Voi siete Dèi, siete tutti figli dell’Altissimo“. “Eppure morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti..” In questa narrazione l’originale traduzione ci racconta come durante un’assemblea degli Elohim, Elyon si alzò e parlò loro riprendendoli.
Disse loro, voi siete tutti Elohim, ma ricordate che anche voi morirete, proprio come gli Adàm.
Naturalmente il testo originale non menziona affatto il termine “israeliti” in quanto a quel tempo né il popolo né la lingua ebraica esistevano. Tuttavia le esigenze teologiche non potevano permettersi di lasciare il termine Elohim, sarebbe stato assolutamente troppo esplicita la pluralità degli “Dei”. In sostanza dai testi originali si evince che Elyon era con molte probabilità il comandante supremo degli Elohim e discese sulla Terra solamente in pochissime occasioni.
Al tempo della spartizione delle Nazioni e in occasione di un concilio (riunione) di Elohim narrata in Salmi 82: “Dio si alza nell’assemblea divina, giudica in mezzo agli Dei” “Io ho detto: Voi siete Dèi, siete tutti figli dell’Altissimo“. “Eppure morirete come ogni uomo, cadrete come tutti i potenti..” In questa narrazione l’originale traduzione ci racconta come durante un’assemblea degli Elohim, Elyon si alzò e parlò loro riprendendoli.
Disse loro, voi siete tutti Elohim, ma ricordate che anche voi morirete, proprio come gli Adàm.
Gli Elohim erano presumibilmente una
razza (presumibilmente non umana) ma certamente in carne e ossa, il loro
aspetto (tratto da pochissimi indizi veterotestamentari e scritti
extrabiblici) li descrive come alti, dalla pelle coriacea bianca come il
latte, capelli bianchi argentei e occhi grandi e iridescenti (nell’immagine di copertina potete vederne una ricostruzione).
Vengono considerati eterni o immortali (come Dei) ma solo per una loro spropositata longevità rispetto all’Adàm (abitanti dell’Adamà, letteralmente i terrestri) pare potessero vivere dai 20 ai 30.000 anni ma potevano essere uccisi come chiunque altro.
Vengono considerati eterni o immortali (come Dei) ma solo per una loro spropositata longevità rispetto all’Adàm (abitanti dell’Adamà, letteralmente i terrestri) pare potessero vivere dai 20 ai 30.000 anni ma potevano essere uccisi come chiunque altro.
Yahweh [יהוה]
il nome di Dio secondo l’ebraismo e la Chiesa Cattolica. Nei testi
biblici tradotti compare come “Signore” “l’Eterno” “Dio di Israele”.
Secondo la tradizione Il suo nome fu pronunciato a Mosè nel famoso
incontro sulla montagna (Libro dell’Esodo). In realtà ai tempi
(presunti) di Mosè la lingua ebraica non esisteva ancora, sorge quindi
spontanea la domanda: in quale lingua fu pronunciato originariamente?
Le genti uscite dall’Egitto vissero per almeno quattro secoli in quelle terre, pertanto è presumibile che parlassero l’egiziano o al limite l’amorreo (una forma proto-semitica) Alcuni studiosi e pensatori ebrei asseriscono che il popolo uscito dall’Egitto con Mosè fosse composto da soli egiziani.
Originariamente del termine si conosce solo il famoso tetragramma יהוה trascritto la prima volta 400 anni dopo essere stato pronunciato, corrispondente al consonantico YHWH e vocalizzato in YaHWeH solo dopo altri 1.600 anni.
Si può presumere che l’Eloah pronunciò il proprio nome nella sua lingua e fu successivamente riprodotto secondo la fonetica semitica.
Nonostante nella Bibbia il nome di “Dio” comparve con Mosè, in alcuni scritti ancora più antichi ritrovati in Libano (ai tempi terra dei Fenici), viene menzionato il nome di Yhwh come figlio giovane di uno dei capi Elohim di quel territorio. Anche nella stele di Mesha (Giordania) del IX secolo a.c. viene trovato il nome Yhwh in contesa con l’Eloah Kemosh (divinità moabita).
Di Kemosh si parla anche in relazione alla guerra durante la quale la valle di Sodoma e Gomorra fu distrutta dalle “armi del terrore” utilizzate da un altro Eloah, Ninurta (sumero-accadico, figlio di Enlil fratello di Enki) regnante in Assiria (odierno Iraq). Altri testi extrabiblici riportano che Yhwh era conosciuto già secoli prima, in altri territori, con il nome di Shaddai; inoltre nei libri della Bibbia copta si parla anche della sua compagna Asherah.
Sul fianco della giara di Kuntillet Ajrud, sono presenti motivi iconografici che mostrano tre figure antropomorfiche e un’iscrizione che nomina appaiati «Yahweh [...] e la sua Asherah». Conosciuta anche con il nome di Anat o Ashratum.
Le genti uscite dall’Egitto vissero per almeno quattro secoli in quelle terre, pertanto è presumibile che parlassero l’egiziano o al limite l’amorreo (una forma proto-semitica) Alcuni studiosi e pensatori ebrei asseriscono che il popolo uscito dall’Egitto con Mosè fosse composto da soli egiziani.
Originariamente del termine si conosce solo il famoso tetragramma יהוה trascritto la prima volta 400 anni dopo essere stato pronunciato, corrispondente al consonantico YHWH e vocalizzato in YaHWeH solo dopo altri 1.600 anni.
Si può presumere che l’Eloah pronunciò il proprio nome nella sua lingua e fu successivamente riprodotto secondo la fonetica semitica.
Nonostante nella Bibbia il nome di “Dio” comparve con Mosè, in alcuni scritti ancora più antichi ritrovati in Libano (ai tempi terra dei Fenici), viene menzionato il nome di Yhwh come figlio giovane di uno dei capi Elohim di quel territorio. Anche nella stele di Mesha (Giordania) del IX secolo a.c. viene trovato il nome Yhwh in contesa con l’Eloah Kemosh (divinità moabita).
Di Kemosh si parla anche in relazione alla guerra durante la quale la valle di Sodoma e Gomorra fu distrutta dalle “armi del terrore” utilizzate da un altro Eloah, Ninurta (sumero-accadico, figlio di Enlil fratello di Enki) regnante in Assiria (odierno Iraq). Altri testi extrabiblici riportano che Yhwh era conosciuto già secoli prima, in altri territori, con il nome di Shaddai; inoltre nei libri della Bibbia copta si parla anche della sua compagna Asherah.
Sul fianco della giara di Kuntillet Ajrud, sono presenti motivi iconografici che mostrano tre figure antropomorfiche e un’iscrizione che nomina appaiati «Yahweh [...] e la sua Asherah». Conosciuta anche con il nome di Anat o Ashratum.
Creazione dell'uomo moderno (Homo sapiens)
Secondo le scritture bibliche (originali), così come nei testi sumero-accadici (per altro ancora più precisi e dettagliati), gli Elohim decisero di fare l’Adàm incrociando il loro DNA con quello dell’ominide presente sulla Terra (L’Adamà). Nella Genesi sono due gli episodi relativi alla creazione; nel primo, secondo la tradizione, troviamo scritto: “Dio disse facciamo l’uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza”.
La traduzione corretta e letterale dall’ebraico recita: “Gli Elohim (ricordiamo che è plurale e infatti anche i verbi che seguono lo sono) dissero facciamo l’Adàm con la nostra immagine (DNA), l’Adàm sarà a nostra somiglianza”.
In ebraico viene utilizzato il termine “Zelem” che significa “quel qualcosa che contiene l’immagine” ed essendo un vocabolo derivante dal verbo “Zalem” che indica “tagliare fuori” (estrarre – togliere), descrive in modo chiaro che l’immagine degli Elohim è contenuta in un qualcosa che è stato “tagliato fuori” dagli Elohim.
Nelle cronache sumero-accadiche è esplicitamente descritto che quel “qualcosa” fu estratto dal sangue di giovani Anunnaki maschi. Si parla pertanto della metà “donatrice” cioè il primo racconto parla del DNA Elohim.
Nel secondo racconto si narra che Dio modellò l’uomo dalla terra e vi soffiò dentro la vita. “allora
il Signore Dio modellò l’ uomo con la polvere del terreno e soffiò
nelle sue narici un alito di vita; così l’ uomo divenne un essere
vivente”. Nella versione originale il termine tradotto con polvere
(argilla, fango) in realtà descrive “la forma” cioè la matrice nella
quale inserire il “soffio di vita”.
Si parla pertanto della metà “ricevente” cioè il secondo racconto parla del DNA dell’Adàm. Un palese riferimento a una operazione di ingegneria genetica con il quale gli Elohim hanno contribuito allo spropositato e ancora oggi inesplicato salto evolutivo dell’uomo rispetto a tutti gli altri primati terrestri.
L’anello mancante dell’evoluzione non è stato ancora trovato in quanto non esiste; ciò che ha fatto la differenza è stata “l’immagine” degli Elohim.
Si parla pertanto della metà “ricevente” cioè il secondo racconto parla del DNA dell’Adàm. Un palese riferimento a una operazione di ingegneria genetica con il quale gli Elohim hanno contribuito allo spropositato e ancora oggi inesplicato salto evolutivo dell’uomo rispetto a tutti gli altri primati terrestri.
L’anello mancante dell’evoluzione non è stato ancora trovato in quanto non esiste; ciò che ha fatto la differenza è stata “l’immagine” degli Elohim.
Recentemente i genetisti si sono accorti
della presenza nel genoma umano di parti consistenti di DNA
inizialmente denominato “spazzatura” poiché non codificante, parte che
non dovrebbe esistere nei nostri geni.
Adamo ed Eva
Innanzitutto va precisato che nelle scritture bibliche originali la parola Adàm (come già intuibile dai passi precedenti) non determina un individuo ma una specie, l’articolo determinativo presente nei testi ebraici (l’Adàm) ne è la prova. Come descritto ampiamente e con dovizia di particolari dalle tavolette sumero-accadiche, gli Anunnaki eseguirono diversi esperimenti prima di raggiungere il successo, generando l’Uomo.
Sono descritti almeno sette tentativi andati male (aborti, mostruosità, menomazioni e mutazioni), addirittura scrissero che fu prelevato il sangue direttamente dal capo supremo (Elyon?), nella speranza di una migliore qualità genetica; tuttavia anche in questo caso il risultato fu un fallimento totale. Questi racconti ci confermano che la “creazione” dell’Uomo avvenne a fronte di una lunga catena di tentativi ed esperimenti assolutamente di natura genetica, non creazionista.
Tornando alla Bibbia, fatto l’Adàm (inteso come specie), gli Helohim (o Anunnaki) lo posero in Eden e gli affidarono ogni sorta di animale e la cura del “giardino”. Presumibilmente affidarono agli “umani” la cura dei campi, degli alberi da frutto e del bestiame, all’interno del loro centro di comando (l’Eden). A un certo punto gli Elohim si accorsero che l’uomo non trovava negli animali una compagnia che gli fosse simile.
(ndr: se mantenessimo l’interpretazione teologica, secondo la quale Elohim è Dio, in questo passo viene da pensare che “Dio” inizialmente abbia sbagliato, creando gli animali come compagnia all’uomo e non creando direttamente la donna) E’ evidente che l’assenza femminile abbia portato negli Adàm una certa promiscuità e che i naturali fisiologici istinti sessuali venissero sfogati sia in modo omosessuale che verso altre specie.
Gli Elohim decisero quindi di creare la femmina e nel relativo passo biblico (Genesi 2,21) è evidente si parli di una operazione chirurgica con la quale venne estratto del materiale da “parte laterale ricurva” (tradotta con “costola” ma presumibilmente relativa alla cresta iliaca).
Una curiosità interessante
Gli studiosi ebraici sostengono, tramite il Talmud, che a creare l’uomo non furono gli Elohim bensì i Refahim o Rofim (secondo la vocalizzazione), che identificherebbe i loro medici. Infatti il termine Refahim descrive la funzione, non la razza o specie.
(come Malachim che indica la funzione di portatore di ordini “messaggero”, in greco anghelos, in latino angelus e infine in italiano angelo) Da ciò si può ritenere che sia Elohim che Refahim possano essere corretti in quanto gli Elohim dediti alla funzione medica acquistavano l’appellativo di Refahim.
E’ il plurale di Refael o Rafael dal quale deriva il nome Raffaele. E’ curioso che oggi l’Arcangelo Raffaele sia ricordato come il protettore della medicina e dei dottori. (Il San Raffaele di Milano è sormontato da una enorme statua di San Raffaele)
Oggi le cellule staminali vengono
prelevate tramite aspirazione di sangue midollare proprio dalla cresta
iliaca (parte laterale ricurva).
La Bibbia scrive: “Allora l’Eterno DIO fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; e prese una delle sue costole, e rinchiuse la carne al suo posto”. Incrociando ancora una volta i testi biblici con i resoconti sumero-accadici si può leggere in queste righe che gli Elohim indussero nei soggetti un sonno profondo (anestesia totale) e prelevarono dall’Adàm le cellule staminali dalla cresta iliaca.
Fatto ciò richiusero le carni al loro posto e con ciò prelevato procedettero, tramite clonazione e interventi genetici, alla produzione di soggetti femminili, le Eva.
La Bibbia scrive: “Allora l’Eterno DIO fece cadere un profondo sonno sull’uomo, che si addormentò; e prese una delle sue costole, e rinchiuse la carne al suo posto”. Incrociando ancora una volta i testi biblici con i resoconti sumero-accadici si può leggere in queste righe che gli Elohim indussero nei soggetti un sonno profondo (anestesia totale) e prelevarono dall’Adàm le cellule staminali dalla cresta iliaca.
Fatto ciò richiusero le carni al loro posto e con ciò prelevato procedettero, tramite clonazione e interventi genetici, alla produzione di soggetti femminili, le Eva.
Il peccato originale ed il serpente
Tutti conosciamo bene la storia della mela e il serpente; tuttavia la teologia fa apparire il racconto come una fiaba o quanto meno una metafora finalizzata all’inserimento del peccato originale (la disobbedienza a Dio).
(N.d.r.: Se paragoniamo la disobbedienza nel mangiare un frutto rispetto a
ogni sorta di aberrazioni che l’uomo ha commesso, dall’alba dei tempi a
oggi, viene da pensare che nella giustizia divina vi sia ben più che una
lacuna o come minimo oggi dovrebbe radere al suolo l’intero pianeta).
Evidentemente una lettura letterale e corroborata da una corretta traduzione e ricerche trasversali (testi extrabiblici e parallelismi con tutte le altre culture) riescono a colmare gli innumerevoli buchi logici oggi resi dogmatici dalla filologia ebraica e dalla teologia cattolica.
Quanto scritto originariamente nella Genesi è molto più concreto di quel che traspare dalle visioni spiritualistiche.
Bisogna innanzitutto sapere che i Refahim o Rofim biblici possono essere ricondotti ai corrispettivi sumero-accadici “Kashdeian” ovvero il gruppo di Anunnaki (Elohim) dediti alle scienze biomediche (secondo gli studi di un sumerologo del Christ College di Cambridge).
Il serpente che ha la tana sotto terra indicherebbe simbolicamente gli studi che vanno in profondità e la sua raffigurazione intrecciata riproduce con tutta evidenza la doppia elica del DNA.
Evidentemente una lettura letterale e corroborata da una corretta traduzione e ricerche trasversali (testi extrabiblici e parallelismi con tutte le altre culture) riescono a colmare gli innumerevoli buchi logici oggi resi dogmatici dalla filologia ebraica e dalla teologia cattolica.
Quanto scritto originariamente nella Genesi è molto più concreto di quel che traspare dalle visioni spiritualistiche.
Bisogna innanzitutto sapere che i Refahim o Rofim biblici possono essere ricondotti ai corrispettivi sumero-accadici “Kashdeian” ovvero il gruppo di Anunnaki (Elohim) dediti alle scienze biomediche (secondo gli studi di un sumerologo del Christ College di Cambridge).
Il serpente che ha la tana sotto terra indicherebbe simbolicamente gli studi che vanno in profondità e la sua raffigurazione intrecciata riproduce con tutta evidenza la doppia elica del DNA.
(ancora
utilizzato oggi come simbolo della farmacologia). Si riscontra che i
Kashdeian venissero chiamati “serpenti” divisi in due categorie: i
serpenti a un occhio (scienziati dediti agli studi astronomici) e quelli
a due occhi (ingegneri genetici e biologi), occhi rispettivamente
descrittivi degli strumenti tecnologici utilizzati, il telescopio (uno) e
il microscopio (due).
Ciò che biblicamente viene descritto come il frutto del peccato non è mai indicato come mela ma solo “frutto”, mela presumibilmente deriva, nelle più recenti traduzioni teologiche, dall’analogia con il termine latino malus.
L’albero della conoscenza altro non era che la consapevolezza della propria sessualità e della sua funzionalità di procreare in modo naturale. (Fino a quel momento a produrre gli Adàm ci pensavano gli Elohim). A questo fa riferimento il passo in cui si dice che mangiando del frutto della conoscenza l’uomo sarebbe diventato come “Dio”; allude alla capacità di procreare autonomamente (ovvero creare la vita), proprio come gli Elohim.
Il serpente dell’Eden era molto probabilmente un Kashdeian (Refahim), conosciuto allora come uno dei “serpenti” alcuni sostengono fosse addirittura il genetista stesso che programmò e seguì l’incrocio genetico con gli Elohim (pertanto il nostro “creatore”).
Molti lo identificano con Enki (Dio sumero-accadico), fratello di Enlil, entrambi figli dell’altissimo (Elyon?) e che si dividevano il comando sulla Terra. Mentre Enlil esigeva che gli Adàm fossero tenuti sotto loro diretto controllo e che la loro (ri)produzione fosse subordinata e programmata, Enki desiderava per le “sue” creature, la possibilità di riprodursi ed evolversi naturalmente. Concesse agli Adàm la fertilità, rendendoli quindi uguali a loro.
I capi della fazione di Enlil disapprovarono tale azione e come conseguenza “cacciarono” gli Adàm dal Gad-Eden. Questa non fu in realtà una condanna (come espresso dalla teologia) bensì una sentenza post evento. I passi che descrivono le “punizioni” di Dio:
“Tu uomo lavorerai il suolo con il sudore”
altro non è che una logica ovvietà; finché vivevano nell’Eden, al cibo pensavano gli Elohim; ora l’uomo per mangiare dovrà cavarsela da solo, lavorare la terra e andare a caccia. Nessuna condanna, ma semplice conseguenza.
“Tu donna partorirai con gran dolore”
altra ovvietà; finché vivevano nell’Eden, alla riproduzione pensavano gli Elohim, fino all’intervento di Enki (il serpente) gli Adàm non erano fertili e venivano “prodotti” presumibilmente in vitro. Con il raggiungimento della fecondità e la possibilità di riprodursi autonomamente, le femmine (le Eva) avrebbero sperimentato che partorire è doloroso (esperienza naturale vissuta anche dagli Elohim); ancora una volta nessuna condanna, ma semplice conseguenza della loro scelta.
Ciò che biblicamente viene descritto come il frutto del peccato non è mai indicato come mela ma solo “frutto”, mela presumibilmente deriva, nelle più recenti traduzioni teologiche, dall’analogia con il termine latino malus.
L’albero della conoscenza altro non era che la consapevolezza della propria sessualità e della sua funzionalità di procreare in modo naturale. (Fino a quel momento a produrre gli Adàm ci pensavano gli Elohim). A questo fa riferimento il passo in cui si dice che mangiando del frutto della conoscenza l’uomo sarebbe diventato come “Dio”; allude alla capacità di procreare autonomamente (ovvero creare la vita), proprio come gli Elohim.
Il serpente dell’Eden era molto probabilmente un Kashdeian (Refahim), conosciuto allora come uno dei “serpenti” alcuni sostengono fosse addirittura il genetista stesso che programmò e seguì l’incrocio genetico con gli Elohim (pertanto il nostro “creatore”).
Molti lo identificano con Enki (Dio sumero-accadico), fratello di Enlil, entrambi figli dell’altissimo (Elyon?) e che si dividevano il comando sulla Terra. Mentre Enlil esigeva che gli Adàm fossero tenuti sotto loro diretto controllo e che la loro (ri)produzione fosse subordinata e programmata, Enki desiderava per le “sue” creature, la possibilità di riprodursi ed evolversi naturalmente. Concesse agli Adàm la fertilità, rendendoli quindi uguali a loro.
I capi della fazione di Enlil disapprovarono tale azione e come conseguenza “cacciarono” gli Adàm dal Gad-Eden. Questa non fu in realtà una condanna (come espresso dalla teologia) bensì una sentenza post evento. I passi che descrivono le “punizioni” di Dio:
“Tu uomo lavorerai il suolo con il sudore”
altro non è che una logica ovvietà; finché vivevano nell’Eden, al cibo pensavano gli Elohim; ora l’uomo per mangiare dovrà cavarsela da solo, lavorare la terra e andare a caccia. Nessuna condanna, ma semplice conseguenza.
“Tu donna partorirai con gran dolore”
altra ovvietà; finché vivevano nell’Eden, alla riproduzione pensavano gli Elohim, fino all’intervento di Enki (il serpente) gli Adàm non erano fertili e venivano “prodotti” presumibilmente in vitro. Con il raggiungimento della fecondità e la possibilità di riprodursi autonomamente, le femmine (le Eva) avrebbero sperimentato che partorire è doloroso (esperienza naturale vissuta anche dagli Elohim); ancora una volta nessuna condanna, ma semplice conseguenza della loro scelta.
Anche il concetto della conoscenza del
bene e del male (nella filologia ebraica mai espressi come aspetti
spirituali o morali ma assolutamente pratici e concreti) è semplicemente
la sperimentazione diretta di ogni aspetto della vita, positivo o
negativo.
In sostanza gli Elohim concessero all’Adàm la libertà di
sperimentare la loro nuova condizione: “bene, ora che siete come noi,
andate e vivete ogni esperienza positiva o negativa della vostra nuova
condizione”.
L’albero della vita
Genesi 3,22 “Il Signore Dio disse allora: Ecco l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male. Ora, egli non stenda più la mano e non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre!” In questo passo biblico torna il plurale “noi” relativo a “Dio”.
La preoccupazione di Enlil fu che l’Adàm, ormai in grado di procreare liberamente, potesse accedere all’altra caratteristica tipica degli Elohim, la loro spropositata longevità. I nostri genetisti odierni hanno appena cominciato a capire i meccanismi responsabili della degenerazione cellulare, gli errori di “copia” del codice genetico ad ogni sua replica. Gli Elohim è probabile avessero una tal conoscenza genetica da aver sconfitto tali perdite di informazioni del DNA ed essere pertanto in grado di vivere fino a oltre 35.000 anni. E’ pensabile quindi temessero che l’uomo potesse ottenere accesso a tali conoscenze (non prenda anche dell’albero della vita, ne mangi e viva sempre).
Chiedo scusa per eventuali eccessive semplificazioni e qualche
eventuale errore; prendete tutto ciò alla stregua di una favola (Adam
Kadmon docet) …ma riflettete sulla lucidità e logicità di questa
versione che è quanto ricavabile da una semplice lettura letterale e
basata su un racconto dei fatti incontrovertibilmente condivisibile da
tutti gli scritti antichi delle più svariate culture, dal medio oriente,
all’oriente, dai nativi americani alle tribù africane ai popoli
precolombiani dell’America latina.
Per chiudere, mi scuso con chiunque abbia fede in qualsiasi religione o
culto, precisando tuttavia che quanto qui descritto non vuole in nessun
modo escludere l’esistenza di Dio (trascendente e spirituale),
semplicemente questo Dio non è menzionato nelle scritture ebraiche
originali. Ritengo che la Bibbia narri la storia di un popolo e la sua
relazione con uno degli Elohim, Dio …quella è tutta un’altra storia!
Cristiano Patuzzi – Nuova Auras
Scienziati trovano geni alieni nel DNA umano
Notizia che a molti può sembrare clamorosa e nuova, io invece personalmente non ci trovo proprio nulla di strano, anzi....Avrei voluto affrontare l'argomento evoluzione, e quindi per iniziare non c'è niente di meglio che postarvi questo articolo che ho tradotto per voi. Essendo molto lungo e diviso in più parti credo che lo posterò in più volte, per facilitare la vostra lettura:
Un gruppo di ricercatori che lavorano al Progetto Genoma Umano indicano che hanno fatto una sorprendente scoperta scientifica: Credono che le cosìddette 97% sequenze non codificanti del DNA umano non sono altro che il codice genetico di forme di vita extraterrestre. Le sequenze non codificanti sono comuni a tutti gli organismi viventi sulla Terra, dalle muffe ai pesci, come per l'uomo.
Nel DNA umano, esse costituiscono gran parte del genoma totale, dice il Prof. Sam Chang, il capo del gruppo. Sequenze non codificanti, originariamente conosciute come "DNA spazzatura", sono stati scoperte anni fa, e la loro funzione è rimasto un mistero. La stragrande maggioranza del DNA umano è "Fuori dal mondo" in origine. Dli apparenti "geni spazzatura extraterrestre" possono solo "godersi il viaggio", con il duro lavoro dei geni attivi, passati di generazione in generazione.
Dopo un'analisi approfondita con l'aiuto di altri scienziati, programmatori informatici, matematici, ed altri dotti, il professor Chang aveva chiesto se l'apparente "DNA spazzatura" è stato creato da una sorta di "programmatore extraterrestre". I pezzi alieni all'interno del DNA umano,osserva il professor Chang , , "hanno delle proprie vene, arterie e proprio sistema immunitario che resiste con forza tutti i nostri farmaci anti-cancro".
Il professor Chang stabilisce inoltre che "La nostra ipotesi è che una più alta forma di vita extraterrestre è stato impegnata nella creazione di una nuova vita e su pianeti diversi. La Terra è solo uno di loro. Forse, dopo la programmazione, i nostri creatori ci crescono allo stesso modo si cresce batteri in piastre di Petri ,non possiamo conoscere le loro motivazioni.
Se si trattava di un esperimento scientifico, o un modo di preparare nuovi pianeti per la colonizzazione, o si tratta di affari da tempo in corso di seminare la vita nell'universo ". Professor Chang indica inoltre che "se pensiamo in termini umani, questi " programmatori extraterrestri "stavano molto probabilmente lavorando su" una grande codice "composto da diversi progetti, ed i progetti avrebbe dovuto produrre varie forme di vita per i vari pianeti. Sono stati anche cercate diverse soluzioni.
Hanno scritto "il grande codice", eseguito, non come una funzione, ma modificando parti e aggiungendone di nuove, eseguito ancora una volta, reso più miglioramenti, provato ancora e ancora. " Il team del professor Chang di ricercatori conclude inoltre che, agli "apparenti" programmatori extraterrestri "potrebbe essere stato ordinato di tagliare tutti i loro piani idealistici per il futuro, quando si sono concentrati sul" Progetto Terra "per rispettare la scadenza pressante.
Molto probabilmente frettolosamente , i "programmatori extraterrestre" può avere dovuto ridurre drasticamente "il grande codice" e consegnato un programma di base destinato alla Terra ". Il professor Chang è solo uno dei molti scienziati e ricercatori che hanno scoperto altre origini extraterrestri all'umanità. Il professor Chang ei suoi colleghi della ricerca mostrano che le lacune della "programmazione extraterrestre" nel sequenziamento del DNA precipitato da una ipotizzata fretta di creare la vita umana sulla Terra ha presentato l'umanità con una crescita illogica della massa di cellule che conosciamo come il cancro."
Professor Chang indica inoltre che "Quello che vediamo nel nostro DNA è un programma composto da due versioni, un codice grande e il codice di base." Mr. Chang afferma poi che "il primo fatto è, il completo 'programma' non era scritto in modo positivo sulla Terra, che è ormai un dato di fatto verificato. Il secondo fatto è, che i geni da soli non sono sufficienti a spiegare l'evoluzione;ci deve essere qualcosa di più in 'gioco'.
"Presto o tardi", il professor Chang dice "dobbiamo fare i conti con l'idea incredibile che ogni vita sulla Terra porta il codice genetico di un suo cugino extraterrestre e che l'evoluzione non è quello che pensiamo che sia."
"Presto o tardi", il professor Chang dice "dobbiamo fare i conti con l'idea incredibile che ogni vita sulla Terra porta il codice genetico di un suo cugino extraterrestre e che l'evoluzione non è quello che pensiamo che sia."
http://eclissidelmondo.blogspot.it/2011/07/scienziati-trovano-geni-alieni-nel-dna.html
TI PUO' INTERESSARE ANCHE QUESTO PRECEDENTE ARTICOLO : http://decamentelibera.blogspot.it/2015/01/il-misterioso-gruppo-sanguigno-rh.html
deca
Interessantissimo, grazie! L'ho letto d'un fiato... già ne sapevo qcosa grazie ai video divulgati da Mauro Biglino; ancora molto rimane da capire, secondo quanto asserisce il professor Chang.
RispondiEliminaCOMPLIMENTI,,,RIESCE A FREGARMI UN SACCO DI TEMPO
RispondiElimina