AVVELENARE I NOSTRI FIGLI COI VACCINI, ANNICHILIRE LE API, FARCI MORIRE DI MALATTIE RESPIRATORIE E CARDIOCIRCOLATORIE, DISTRUGGERE I NOSTRI ULIVI, NON BASTA, QUESTE M.R.E VOGLIONO ESSERE CERTI ....
PROVA DI RILASCIO DI CENERE VOLANTE
DI CARBONE NELLA TROPOSFERA
TRADUZIONE A CURA DI NOGEOINGEGNERIA
L’articolo che segue, scritto dal Prof. J. Marvin Herndon, pubblicato in agosto 2015 dalla rivista scientifica International Journal of Environmental Research and Public Health, è stato successivamente ritirato.
Trattandosi di un lavoro molto valido, abbiamo deciso di tradurre e pubblicarlo e di seguire i prossimi passi del Prof. Herndon.
Int. J. Environ. Res. Public Health 2015, 12, 9375-9390; doi:10.3390/ijerph120809375
OPEN ACCESS
International Journal of
Environmental Research and
Public Health ISSN 1660-4601
www.mdpi.com/journal/ijerph Retraction http://www.mdpi.com/1660-4601/12/9/10941
Articolo
Prova
della Geoingegneria Chimica Tossica mediante rilascio di Ceneri Volanti
di Carbone nella Troposfera: Conseguenze per la Salute Pubblica
J. Marvin Herndon
Transdyne Corporation, 11044 Red Rock Drive, San Diego, CA 92131, USA;
E-Mail: mherndon@san.rr.com; Tel.: +1-858-271-4030; Fax: +1-858-271-1615
Editore Accademico: Paul B. Tchounwou
Ricevuto: 29 Giugno 2015 / Accettato: 5 Agosto 2015 / Pubblicato: 11 Agosto 2015
Riassunto:
La diffusa, intenzionale e sempre più frequente collocazione chimica
nella troposfera è avvenuta, per anni, in modo non identificato e
inosservato nella letteratura scientifica. L’autore presenta la prova
che la cenere volante tossica di carbone, proveniente dalla combustione,
è il particolato che con maggiore probabilità compone l’aerosol
spruzzato da jet-cisterna con finalità di geoingegneria, di
modificazione del tempo atmosferico e di modificazione climatica e
descrive alcune delle molteplici conseguenze sulla salute pubblica.
Vengono impiegati due metodi: (1) Confronto di 8 elementi analizzati
nell’acqua piovana, dilavata dall’aerosol-particolato, con elementi
corrispondenti dilavati in acqua dalle ceneri volanti di carbone, in
esperimenti di laboratorio pubblicati, e (2) Confronto di 14 elementi
analizzati nella polvere raccolta all’aperto su di un filtro ad alta
efficienza per il particolato aereo (HEPA) con elementi corrispondenti
analizzati nel materiale costituito da ceneri volanti di carbone non
dilavate. I risultati mostrano: (1) l’insieme di elementi nell’acqua
piovana e nel percolato sperimentale corrispondente sono essenzialmente
identici. In un intervallo di confidenza del 99%, hanno medie identiche
(T-test) e varianze identiche (F-test); e (2) l’insieme di elementi
nella polvere HEPA e nella media corrispondente delle ceneri volanti di
carbone, non lisciviate, sono altrettanto essenzialmente identici. Le
conseguenze per la salute pubblica sono profonde, e comprendono
l’esposizione a una varietà di metalli tossici pesanti, a elementi
radioattivi, e ad alluminio chimicamente mobile, neurologicamente
coinvolto, rilasciato dall’umidità del corpo in situ dopo inalazione o attraverso introduzione transdermica.
Parole chiave: geoingegneria; cenere volante di carbone; aerosol-particolato; scie chimiche; disturbo
dello spettro autistico (ASD); Morbo di Alzheimer; Morbo di Parkinson;
disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD); disturbi
neurologici; alluminio chimicamente mobile.
_______________________________________________________________________________
1. Introduzione
La
mutua interazione di interessi politici, militari e commerciali,
durante la seconda guerra mondiale, ha portato allo sviluppo e al
dispiegamento su vasta scala di tutta una serie di erbicidi e pesticidi,
come il diclorodifeniltricloroetano (DDT). Rachel Carson, nel suo libro
del 1962 Silent Spring
[1], ha richiamato l’attenzione alle conseguenze non intenzionali
dell’uso di erbicidi e pesticidi, e ha lanciato il moderno movimento
ambientalista. Mezzo secolo più tardi, è sempre più evidente una
minaccia grave, nuova, persistente, globale per la salute ambientale,
ancora una volta fomentata dal gioco dei politici, dei militari e degli
interessi commerciali. Fino ad oggi questa nuova minaccia, rappresentata
da una diffusa e intenzionale collocazione troposferica di
aerosol-particolato, è passata inosservata nella letteratura scientifica
per più di un decennio. L’autore, in questa sede, rivela prove
sostanziali, basate su ricerche originali, riguardo all’identificazione e
alla natura della sostanza particellare specifica coinvolta, e comincia
a descrivere la portata di questa minaccia globale per la salute
pubblica e ambientale.
Recentemente
ci sono stati richiami, sia nella stampa popolare che in quella
scientifica, volti ad avviare discussioni sulla possibilità di
impegnarsi in futuri esperimenti di geoingegneria stratosferica per
contrastare il riscaldamento globale [2,3]. La geoingegneria, chiamata
anche modificazione del clima, è stata effettuata, per decenni, ad
altitudini molto inferiori, cioè nella troposfera. Le recenti richieste
di discussioni aperte riguardanti il controllo del clima. o
geoingegneria, tendono ad oscurare il fatto che i settori militari e
civili di tutto il mondo hanno modificato le condizioni atmosferiche per
molti decenni, come è stato descritto dallo storico della scienza James
R. Fleming [4]. Alcune delle iniziali ricerche sulla modificazione del
clima hanno portato a programmi come il progetto Skywater (1961-1988),
il tentativo dell’US Bureau of Reclamation (n.d.t.: Consorzio di
Bonifica degli Stati Uniti) di progettare “i fiumi del cielo”;
l’operazione dell’esercito statunitense Ranch Hand (n.d.t.: operazione
militare nella guerra del Vietnam) (1961-1971), in cui il diserbante
Agente Arancio ne era la parte infame; e il Progetto Popeye (n.d.t.: programma d’inseminazione delle nuvole con ioduro di Ag, come arma di guerra)
(1967-1971), usato per “fare il fango, non la guerra”, sul Sentiero di
Ho Chi Minh. Questi pochi esempi di modificazione del clima, tutti
segreti nel momento in cui venivano attuati, mostrano che il clima è,
nel linguaggio dei militari, “un moltiplicatore di forza” [5].
Nella
primavera del 2014, l’autore cominciò a notare che jet-cisterna molto
spesso producevano scie bianche in tutto il cielo blu e senza nuvole di
San Diego, California. L’irrorazione di aerosol che stava accadendo, con
una frequenza in aumento, era un fenomeno relativamente nuovo in quella
zona. L’aria calda e secca sopra San Diego non favorisce la formazione
di scie di jet, che sono costituite da ghiaccio condensato. Dal novembre
2014 i jet-cisterna erano impegnati ogni giorno a percorrere
trasversalmente il cielo spruzzando i loro graffiti aerei. Nel giro di
alcuni minuti, le scie di aerosol in uscita dai jet-cisterna
cominciavano a diffondersi, formando alla fine nubi simili a cirri che
si diffondevano ulteriormente fino a formare un velo bianco che
disperdeva la luce del sole, spesso coprendolo o attenuandolo.
L’irrorazione dell’aerosol era occasionalmente così intensa da rendere
il cielo altrimenti azzurro, coperto, con alcune aree tendenti al
brunastro (figura 1). A volte le luci di navigazione dei jet-cisterna
erano visibili mentre lavoravano durante la notte, oscurando le stelle
in cielo con le loro scie; all’alba il cielo del mattino, normalmente
blu chiaro, aveva già una foschia bianco latte. In ogni caso,
l’irrorazione di aerosol spesso proseguiva per tutto il giorno. La
necessità di una collocazione quotidiana dell’aerosol nasce
dall’altitudine relativamente bassa dell’irrorazione nella troposfera,
dove la miscelazione con l’aria si verifica facilmente, portando a terra
l’aerosol-particolato ed esponendo l’umanità e il biota della Terra
alla sostanza a granulometria fine. La preoccupazione dell’autore circa
l’esposizione quotidiana al particolato ultra-fine, a composizione
sconosciuta, e il suo concomitante effetto sulla salute della sua
famiglia, e la salute pubblica in generale, ha suggerito la ricerca qui
riportata.
Figura 1.
Composito di quattro immagini del cielo azzurro sopra San Diego
scattate in giorni senza nubi che mostrano i vari esempi
dell’ininterrotta nebulizzazione quotidiana, da parte di jet-cisterna,
di particolato ultra-fine nella troposfera. In alto a sinistra:
l’irrorazione appena iniziata. Si noti che un jet-cisterna ha spento lo
spray a metà del volo. Le “nuvole” sono particelle disperse; In basso a
destra: una copertura di “nuvole” prodotta da un’intensa collocazione di
particolato ad opera di jet-cisterna.
Dall’inizio
del 21° secolo ci sono state numerose osservazioni
dell’aerosol-particolato spruzzato dai jet-cisterna. Talvolta campioni
di acqua piovana, suolo e altri residui sono stati raccolti da cittadini
interessati e inviati a laboratori privati certificati per essere
analizzati, pur in mancanza di una comprensione su come si sarebbero
dovuti eseguire i test. La composizione del materiale dell’aerosol
particolato è stata un segreto ben tenuto. Di fronte a questo ignoto,
c’è stata molta sincera speculazione nei libri e su internet, ma anche
molta disinformazione, tentando di convincere il pubblico che le scie di
particolato non sono altro che cristalli di ghiaccio formati dallo
scarico del jet, e appuntando ai cittadini interessati l’appellativo
dispregiativo di “teorici della cospirazione”.
Dalla
varietà di osservazioni riportate nei libri e su internet, si potrebbe
ragionevolmente concludere che, almeno durante i primi anni, sono stati
intrapresi vari esperimenti di modificazione del clima. Ma come indicato
dai dati fotografici e dalle analisi chimiche dell’acqua piovana
post-spruzzatura, è stata sviluppata una metodologia particolare che, in
sostanza, l’autore ha osservato essere operativa giornalmente nei cieli
sopra San Diego e, presumibilmente, è operativa ora su gran parte degli
Stati Uniti e in alcuni paesi esteri [6]. Oltre alle caratteristiche
comuni basate sull’osservazione, l’acqua piovana post-spruzzatura è
risultata contenere spesso alluminio e bario,
due
elementi di solito non presenti naturalmente nell’acqua piovana;
talvolta un terzo elemento, lo stronzio, è stato incluso nei test ed è
risultato presente [7]. La presenza insieme dello stronzio e del bario
suggerisce che il materiale segreto del particolato è derivato da un
prodotto naturale, poiché gli elementi alcalino- terrosi, Gruppo II
della tavola periodica, si comportano in modo simile e si trovano spesso
insieme in natura. Ad esempio, il cemento contiene calcio e spesso
anche dello stronzio. Quella piccola intuizione ha suscitato ulteriori
considerazioni, relative ai costi potenziali e alla logistica della
produzione annuale di milioni di tonnellate di materiale particolato
segreto e di come venga fatto nascostamente alla vista del pubblico.
La
combustione del carbone industriale produce quattro tipi di residui di
combustione (CCRs): ceneri volanti, ceneri pesanti, scorie di caldaia e
prodotti desolforizzazione dei gas effluenti (FGDP), cioè, gesso. La
cenere pesante si deposita fuori; la cenere volante di carbone, invece,
comprende particelle microniche e submicroniche che risalgono lungo la
ciminiera, a meno che non vengano catturate e stoccate. A causa dei suoi
ben noti effetti negativi sulla salute ambientale, le nazioni
occidentali ora impongono che la cenere volante della combustione del
carbone debba essere catturata e immagazzinata [8,9]. I rappresentanti
delle centrali di combustione a carbone e le loro organizzazioni
professionali promuovono attivamente applicazioni commerciali per le
ceneri volanti di carbone, che, solo per citarne alcune, comprendono
utilizzi come additivi per il cemento Portland, ammendanti agricoli del
suolo, sostituzione di materiali di riempimento compattati, bonifica
mineraria, fondente del ghiaccio del fiume, e come sottosuolo per le
strade. Alcune applicazioni presentano rischi potenziali per la salute
ambientale nel breve termine e/o nel lungo termine, poiché la cenere
volante di carbone è un deposito concentrato di molti elementi traccia
che sono stati intrappolati nel carbone durante la sua formazione, tra
cui, ma non solo, arsenico, bario, berillio, boro, cadmio, cromo,
cobalto, piombo, manganese, mercurio, molibdeno, selenio, tallio, torio,
vanadio e uranio.
Anche
se apparentemente non riconosciuta nei rapporti accessibili al pubblico
e nella letteratura scientifica come materiale potenziale per la
geoingegneria, la cenere volante di carbone rappresenta l’unico
rilevante flusso globale di prodotto di scarto avente la distribuzione
granulometrica appropriata per la nebulizzazione dell’aerosol
troposferico, prontamente disponibile a costo estremamente basso e con
infrastrutture esistenti di lavorazione e di trasporto. L’autore
fornisce la seguente ipotesi: le ceneri volanti di carbone sono, con
ogni probabilità, l’aerosol-particolato spruzzato nella troposfera dai
jet-cisterna per scopi di geoingegneria, ovvero modificazioni
metereologiche e climatiche.
Gli
obiettivi della ricerca consistono nel fornire evidenza scientifica
significativa alla correttezza dell’ipotesi, cioè che la cenere volante
di carbone è il particolato spruzzato come aerosol nella troposfera da
jet-cisterna per scopi di geoingegneria, modificazione metereologica e
climatica, e per rivelare alcune delle conseguenze negative per la
salute pubblica umana e le conseguenze antagoniste sull’ambiente e il
biota della Terra.
2. Sezione Sperimentale
La
metodologia è duplice: (1) Confrontare i rapporti degli elementi
analizzati nell’acqua piovana, che erano lisciviati nell’atmosfera da
particelle di aerosol, con i rapporti corrispondenti degli elementi che
sono stati estratti in laboratorio dalla cenere volante di carbone in
acqua in esperimenti di lisciviazione; e, (2) Confrontare le percentuali
di elementi analizzati nella polvere raccolta all’aperto su un filtro
HEPA con le corrispondenti percentuali di elementi analizzati nel
materiale costituito da cenere volante di carbone.
Uno dei motivi per cui la cenere volante di carbone è sequestrata, solitamente, in bacini rivestiti con uno strato di materiale sintetico,
è che una varietà di elementi chimici tossici vengono facilmente
estratti dall’acqua. Tali elementi comprendono (ma non si limitano solo a
questi) alluminio, arsenico, cadmio, cromo, tallio, piombo, mercurio e
uranio. Gli scienziati hanno condotto vari esperimenti di lisciviazione
su campioni di cenere volante di carbone, ma nessuna delle diverse
indagini sembra essere più precisa di quella di Moreno et al. [10].
Hanno ottenuto campioni di ceneri volanti di carbone da 23 diverse fonti
europee (da Spagna, Paesi Bassi, Italia e Grecia), che hanno analizzato
per 33 elementi chimici. Essi lisciviarono 100 grammi di ciascun
campione di ceneri volanti di carbone con un litro di acqua distillata
per ventiquattro ore, e quindi determinarono le concentrazioni di 38
elementi nel percolato, estratto dall’acqua, ottenuto da ogni
esperimento. Anche se furono riscontrate alcune variazioni nelle
composizioni chimiche della cenere volante di carbone ante-lisciviazione
e nella proporzione relativa degli elementi estratti nel percolato e
variazioni nel pH risultante, il modello generale di elementi del
percolato era notevolmente coerente tra le diverse fonti di ceneri
volanti. La tabella 1 riassume i valori medi per le composizioni delle
ceneri volanti di carbone europee non lisciviate ed i valori medi delle
composizioni chimiche del percolato che includono quelli utilizzati
nella presente indagine.
Tabella 1.
Composizione chimica media dei 23 non-lisciviati e lisciviati
(percolato) campioni europei di cenere volante di carbone, da Moreno et
al. [10].
Elemento
|
Non-lisciviato
g/kg
|
Lisciviato
(percolato)
g/kg
|
Elemento
|
Non-lisciviato
g/kg
|
Lisciviato
(percolato)
g/kg
|
Alluminio
Antimonio
Arsenico
Bario
Berillio
Boro
Cadmio
Calcio
Cesio
Cromo
Cobalto
Rame
Gallio
Germanio
Afnio
Ferro
Piombo
Litio
Magnesio
Manganese
|
7.00 x 104
1.20 x 101
7.06 x 101
1.38 x 103
9.66
2.38 x 102
1.87
4.03 x 104
1.54 x 102
4.13 x 101
9.94 x 101
1.18 x 101
2.89 x 104
1.29 x 102
1.95 x 102
1.02 x 104
4.84 x 102
|
5.37 x 103
3.60 x 10-2
8.35 x 10-2
5.34 x 10-1
3.00 x 10-4
3.32
7.61 x 10-4
3.48 x 105
2.78 x 10-3
2.99 x 10-1
2.30 x 10-3
6.97 x 10-3
2.24 x 10-2
6.20 x 10-3
1.01 x 10-3
1.22 x 102
1.30 x 10-3
1.18
2.85 x 103
4.35
|
Molibdeno
Nichel
Niobio
Fosforo
Potassio
Rubidio
Scandio
Selenio
Silicio
Sodio
Stronzio
Zolfo
Tallio
Torio
Stagno
Titanio
Uranio
Vanadio
Zinco
|
1.10 x 101
1.22 x 102
1.22 x 103
1.43 x 104
1.04 x 102
2.24 x 101
2.27 x 105
2.98 x 103
1.09 x 103
3.78 x 103
3.25 x 101
8.48
7.01 x 103
1.34 x 101
2.53 x 102
1.90 x 102
|
3.66 x 10-1
1.68 x 10-2
6.22 x 10-4
2.22 x 102
3.04 x 10-2
4.32 x 10-3
8.12 x 10-2
6.57 x 103
1.51 x 104
5.09
1.57 x 105
4.61 x 10-4
9.83 x 10-4
6.96 x 10-4
4.27 x 10-2
4.65 x 10-4
1.18 x 10-1
2.70 x 10-2
|
Con
la sua copertura nuvolosa naturale, normalmente limitata, San Diego è
l’ideale per osservare la dispersione di particelle ultra-fini ad opera
dei jet-cisterna. Poiché la città manca di industrie pesanti e del loro
inquinamento particolato, è un ambiente ideale per accertare, mediante
misura nell’acqua piovana, la natura dei particolati specifici che
vengono spruzzati e che sono dilavati dalle acque piovane. L’autore ha
raccolto personalmente campioni di acqua piovana per l’analisi chimica e
ha comparato tali dati ai valori medi corrispondenti delle analisi
chimiche del percolato sperimentale [10], che, come indicato di seguito,
fornisce una solida base per l’identificazione della sostanza del
particolato che viene collocata, come aerosol, nella troposfera come
cenere volante di carbone. A causa della persistente irrorazione, non
era disponibile acqua piovana priva di contaminazione.
Per
tre mesi, nel 2011, durante un periodo d’intensa irrorazione aerea, un
individuo a Los Angeles, California, catturò e analizzò particolati
volanti. I risultati furono pubblicati su internet [11]; in seguito
l’autore ottenne il rapporto del laboratorio di analisi. Le analisi
richieste restituirono i risultati per alluminio, bario e dodici
elementi in traccia. Il significato dei dati non fu chiaro al momento.
Il confronto di quei dati con la corrispondente media delle analisi
chimiche della cenere volante di carbone non lisciviata (Tabella 1),
come mostrato di seguito, rinforza ulteriormente la correttezza
dell’identificazione nel particolato di cenere volante di carbone, la
sostanza che viene spruzzata nella troposfera da jet-cisterna per
obiettivi di geoingegneria.
3. Risultati e discussione
La
composizione elementare media di ciascuno dei 38 elementi dalle 23
diverse fonti europee di percolato di cenere volante di carbone studiato
da Moreno et al. [10], presentata come rapporti relativi all’alluminio,
è mostrata in Figura 2 in funzione del numero atomico. La
normalizzazione ad un elemento comune, in questo caso l’alluminio, rende
il confronto possibile quando la massa totale o il volume totale non è
disponibile. In questo grafico, i rapporti meno abbondanti del percolato
non sono mostrati. Si noti che l’alluminio (numero atomico 13),
stronzio (38), e bario (56), elementi che vengono talvolta rilevati
nell’acqua piovana post-spruzzatura, sono relativamente abbondanti.
Figura
2. La concentrazione media del percolato chimico di ciascuno dei 38
elementi dalle 23 diverse fonti europee di cenere volante di carbone
(Tabella 1) studiata da Moreno et al. [10], normalizzata all’alluminio
in modo da facilitare il confronto con le analisi dell’acqua piovana
post-spruzzatura dell’aerosol. Elementi a concentrazione più bassa non
vengono mostrati. Gli elementi rossi di lisciviazione corrispondono a
quelli misurati nell’acqua piovana a San Diego (figura 3), da sinistra a
destra, boro, magnesio, alluminio, zolfo, calcio, ferro, stronzio e
bario.
Due
laboratori privati certificati dello stato della California, il Babcock
Laboratories, Inc. e il Basic Laboratory, sono stati ingaggiati per le
analisi dell’acqua piovana di San Diego, mediante spettrometria di massa
con plasma induttivo. I loro risultati analitici sono stati coerenti
entro il 2%-10%. La Figura 3 mostra le concentrazioni di 8 elementi
chimici, normalizzati all’alluminio, misurate nell’acqua piovana di San
Diego post-spruzzatura dell’aerosol, confrontate con i corrispondenti
rapporti degli elementi [10] nell’estratto acquoso proveniente dagli
esperimenti di lisciviazione delle ceneri volanti di carbone (Tabella
1).
Figura
3. Concentrazioni chimiche di 8 elementi, normalizzati all’alluminio,
misurati nell’acqua piovana di San Diego post-spruzzatura, confrontate
con i rapporti degli elementi a media simile nel percolato di cenere
volante di carbone, come da Figura 1. Questa figura mostra che l’acqua
piovana post-spruzzatura ha lisciviato gli stessi elementi in
proporzioni simili agli elementi lisciviati dalle ceneri volanti di
carbone in indagini di laboratorio [10]. Questa è una forte evidenza che
la sostanza collocata nella troposfera è cenere volante di carbone. In
un intervallo di confidenza del 99%, i due gruppi di dati hanno la
stessa media (T-test) e la stessa varianza (F-test).
Come
un’impronta digitale, le proporzioni degli 8 elementi dell’estratto
dall’acqua piovana di San Diego del materiale particolato troposferico
si accorda, elemento per elemento, all’estratto di cenere volante di
carbone dell’acqua di laboratorio, nell’intervallo di osservazione.
Detto in altro modo, il materiale troposferico ha le stesse
caratteristiche di lisciviazione acquosa che ha la cenere volante di
carbone, per almeno otto elementi, e questo è, in effetti, un pesante
indizio dell’identificazione della sostanza aerosolizzata come cenere
volante di carbone. Per ogni elemento indicato, la differenza tra
l’estratto dall’acqua piovana e la media sperimentale dell’elemento
estratto dalla cenere volante di carbone è inferiore alle differenze
osservate tra l’elemento estratto sperimentalmente dalle diverse fonti
di cenere volante di carbone [10].
Senza
massa o volume totali, l’elaborazione statistica è stata alquanto
limitata. Tuttavia, con un intervallo di confidenza del 99%,
l’assemblaggio di elementi nell’acqua piovana e nel corrispondente
percolato sperimentale presenta medie identiche (T-test) e varianze
identiche (F-test). Inoltre, l’”impronta digitale” a 8 elementi,
mostrata in Figura 3, è composta da elementi con proprietà chimiche
diverse e quindi fornisce una convalida estremamente forte dell’ipotesi:
le ceneri volanti di carbone costituiscono il più probabile
aerosol-particolato spruzzato nella troposfera da jet-cisterna con
finalità di geoingegneria, ovvero di modificazione metereologica e del
clima.
Una
restrizione all’utilizzo dei laboratori privati sta nei loro limiti di
rilevamento di alcuni elementi. Notare, dalla Figura 2, che i rapporti
sperimentali degli elementi, nel percolato di cenere volante di carbone,
coprono sei ordini di grandezza. Quando i laboratori di ricerca
universitari, con le loro capacità di alta sensibilità, ripeteranno (si
spera) le misurazioni nell’acqua piovana post-spruzzatura, ulteriori
“coppie di pari”, per altri elementi, saranno senza dubbio aggiunte
all”impronta digitale” della cenere volante di carbone illustrata nella
Figura 3.
Per
circa quindici anni individui interessati hanno campionato acqua,
suolo, ed altri materiali nel tentativo di accertare ciò che viene
spruzzato nell’atmosfera. Dal 15 maggio 2011 fino al 15 agosto 2011, un
periodo intenso d’irrorazione da parte di jet-cisterna, un individuo a
Los Angeles, California, azionò un Filtro HEPA Honeywell modello HHT081
nel suo cortile, nelle vicinanze di Olimpic e La Cienega Boulevard, Los
Angeles, California, 90035. I campioni sono stati raccolti e poi
trasferiti, tramite catena di custodia, all’American Scientific
Laboratory, un laboratorio certificato dello stato della California, per
l’analisi di alluminio, bario, e dodici elementi in traccia, mediante spettrometria di massa a plasma ad accoppiamento induttivo (ICP-MS).
La
Figura 4 mostra le concentrazioni di 14 elementi chimici, normalizzati
all’alluminio, misurate nella polvere del filtro HEPA di Los Angeles,
confrontate con i corrispondenti rapporti medi dell’elemento riferiti ai
dati delle ceneri volanti di carbone non lisciviate (Tabella 1), da
[10].
Questi siamo noi in una inutile manifestazione in mezzo ai morti viventi a Modena .........
Figura 4.
Concentrazioni chimiche di 14 elementi chimici, normalizzati
all’alluminio, misurate nella polvere del filtro HEPA di Los Angeles
confrontate con corrispondenti rapporti medi dell’elemento riferiti alle
ceneri volanti di carbone non lisciviate (Tabella 1), i dati da [10].
Questa figura mostra i 14 elementi misurati nella polvere raccolta dal
filtro che si presentano nelle stesse proporzioni relative, come gli
elementi simili nelle ceneri volanti di carbone non lisciviate, secondo
le ricerche di laboratorio pubblicate [10]. Questa è una forte evidenza
che la sostanza collocata nella troposfera è cenere volante di carbone.
In un intervallo di confidenza del 99%, i due insiemi di dati presentano
la stessa media (T-test) e la stessa varianza (F-test).
Come
un’impronta digitale, i rapporti di 14 elementi della polvere HEPA
collimano con la corrispondente media relativa dei rapporti degli
elementi chimici non lisciviati della cenere volante di carbone. Così
come con i dati della Figura 3, senza massa o volume totali, il
trattamento statistico è stato alquanto limitato. Tuttavia, in un
intervallo di confidenza del 99%, l’assemblaggio di elementi nella
polvere HEPA e nelle corrispondente media di ceneri volanti di carbone
hanno medie identiche (T-test) e varianze identiche (F-test).
Le
ceneri volanti di carbone provenienti da fonti diverse variano un po’
nelle loro proporzioni relative degli elementi chimici. Figura 5, un
diagramma del valore normalizzato alto e basso per ciascuno dei
rispettivi 14 elementi provenienti da cenere volante di carbone non
lisciviata [10], fornisce un’indicazione della gamma di variazione del
materiale costituito da cenere volante di carbone proveniente da fonti
diverse. Significativamente, per qualunque rapporto dell’elemento
indicato in Figura 4, la differenza tra il materiale costituito da
polvere HEPA e la composizione media della cenere volante di carbone è
generalmente minore degli estremi osservati tra valori alto e basso
delle varie fonti di cenere volante di carbone mostrate in Figura 5.
Inoltre, l’”impronta digitale” a 14 elementi, mostrata in Figura 4, è
costituita da elementi con diverse proprietà chimiche, che implicano un
processo unico, e così fornisce un’ulteriore convalida estremamente
forte all’ipotesi: la cenere volante carbone è probabilmente
l’aerosol-particolato spruzzato nella troposfera da jet-cisterna per
scopi di geoingegneria, modificazione metereologica e climatica.
Figura 5.
Questa figura è un grafico del valore normalizzato alto e basso per
ciascuno dei 14 rispettivi elementi di cenere volante di carbone non
lisciviata [10]. Esso fornisce un’indicazione della gamma di variazione
nel materiale non lisciviato di ceneri volanti di carbone provenienti da
fonti diverse. Questa naturale variazione della composizione elementare
della cenere volante di carbone può aiutare a spiegare le variazioni
osservate nelle figure 3 e 4.
Osservatori
attendibili hanno riferito della collocazione troposferica dell’aerosol
dalla fine degli anni ‘90. Si potrebbe supporre che nelle prime fasi
del programma sia stata testata una gamma di sostanze. In quale momento è
stata scelta, come sostanza preferita, la cenere volante di carbone? In
passato, una delle grandi incertezze circa l’analisi dell’acqua piovana
post-aerosol ha riguardato quali elementi misurare. L’alluminio era
comunemente misurato, mentre il bario e lo stronzio venivano misurati
solo certe volte; altri elementi chimici erano raramente misurati.
Poiché alluminio, bario e stronzio sono preminenti negli estratti
acquosi di cenere volante di carbone, la loro presenza nell’acqua
piovana post-aerosol può essere presa come un’impronta digitale a 3
elementi dell’aerosol di cenere volante di carbone, sebbene con molta
meno certezza dell’impronta digitale a 8 elementi mostrato nella Figura
3. In base all’impronta digitale a 3 elementi, con la sua certezza
limitata, il 2002 è l’anno a cui far risalire i primi dati trovati che
mostrano la misurazione simultanea di questi tre elementi nell’acqua
piovana post-aerosol [12]. All’interno di tale certezza/limitazione,
l’impronta digitale a 3 elementi, nelle misurazioni effettuate
nell’acqua piovana post-irrorazione, indica l’estensione globale della
dispersione dell’aerosol troposferico di cenere volante di carbone: tali
misurazioni sono state eseguite negli Stati Uniti, Canada, Francia,
Portogallo, Germania, Australia e Nuova Zelanda. Inoltre, questa lista è
improbabile che sia esaustiva. La portata globale della collocazione
troposferica delle ceneri volanti di carbone è dedotta dalle analisi
sull’acqua piovana che riportano i tre elementi (alluminio, bario e
stronzio), preminenti nel percolato di ceneri volanti di carbone negli
esperimenti di lisciviazione acquosa in laboratorio.
La
ricerca qui riportata fornisce una forte evidenza che la cenere volante
di carbone costituisce l’aerosol particolato spruzzato nella troposfera
da jet-cisterna per finalità di geoingegneria, modificazione
metereologica e climatica. La prova presentata giustifica la discussione
in merito a (1) quali ulteriori indagini dovrebbero essere intraprese
per confermare ulteriormente l’identità della cenere volante di carbone
come aerosol-particolato, (2) le conseguenze, della collocazione nella
troposfera delle ceneri volanti di carbone, sulla salute pubblica e sul
biota della Terra e (3) le implicazioni geofisiche che ne derivano.
La
raccolta dell’acqua piovana e del campione di polvere, a San Diego e a
Los Angeles, rispettivamente, ha avuto luogo in aree lontane dagli
aerosol inquinanti delle industrie pesanti, in condizioni d’intensa e
persistente irrorazione aerea di particolati a grana fine, che
lasciavano una nebbia bianca nel cielo. La persistenza del particolato
troposferico era sufficientemente breve, tanto da richiedere
un’irrorazione quasi quotidiana, il che è un argomento contrario alla
raccolta di campioni provenienti da lontano, come dalla Cina, a causa
del movimento globale del tempo metereologico. Dato che l’evidenza
dell’”impronta digitale” è convincente, dovrebbero essere intraprese
ulteriori indagini, suggerendo vivamente l’impiego di metodi e materiali
identici che, in effetti, sono in fase di progettazione.
Al
largo della costa del sud della California alcuni individui hanno
osservato jet-cisterna “buttare” massicce quantità di particolato
mediante scariche relativamente brevi, colloquialmente chiamate “bombe”,
che si disperdono in modo significativo prima che i venti prevalenti
portino il materiale alla linea di costa. Un piano preso in
considerazione, è quello di utilizzare aeromobili per catturare in volo
parte del materiale concentrato, che verrebbe poi analizzato fisicamente
e chimicamente, per essere poi sottoposto a esperimenti di
lisciviazione.
Negli
anni ’70, la pioggia acida [13] liberava, da fonti altrimenti inerti
come i residui minerari, alluminio in una forma chimicamente mobile, che
costituì una minaccia per la salute ambientale di tutta una serie di
organismi [14,15]. Le morie di foreste, la ridotta sopravvivenza e la
riproduzione ridotta di invertebrati acquatici, pesci, e anfibi sono
stati direttamente collegati alla tossicità dell’alluminio, e sono stati
anche identificati effetti indiretti su uccelli e mammiferi [16].
L’aerosol troposferico della cenere volante di carbone costituisce una
minaccia simile per la salute ambientale, senza richiedere
necessariamente un ambiente acido. Negli esperimenti di Moreno et al.
[10], l’acqua distillata portò all’estrazione di alluminio, mentre
altre reazioni chimiche produssero valori di pH del percolato compresi
nell’intervallo 6,2-12,5. Il pH dell’acqua piovana post-spruzzatura è
una funzione della composizione della cenere volante di carbone e il
grado della sua stabilizzazione con l’acqua atmosferica. L’acqua piovana
naturale ha un pH acido di circa 5,7 a causa dell’interazione con la
CO2 atmosferica [17]. Il pH dell’acqua piovana post-spruzzatura
analizzata a San Diego era 5,2 , mentre nei casi altrove è stato
osservato un innalzamento fino a 6.8.
La
lunga esposizione all’inquinamento atmosferico da particolato, non
necessariamente di cenere volante di carbone, in dimensione ≤ 2.5μm
(PM2.5) (n.d.t.: valore che si riferisce al particolato ultra fine) è
associata a morbilità e mortalità prematura [18,19]. Si può quindi
ragionevolmente concludere che l’aerosol di cenere volante di carbone,
almeno la componente PM2.5, è dannoso per la salute umana.
Le
particelle ultra fini di aerosol di ceneri volanti di carbone non
rimangono alle altitudini operative dei jet-cisterna: si mescolano e
inquinano l’aria che la gente respira. L’aerosol troposferico delle
ceneri volanti di carbone può mettere in pericolo, potenzialmente, gli
esseri umani attraverso due percorsi principali: (1) ingestione di
estratto di acqua piovana di ceneri volanti di carbone tossiche,
direttamente o dopo concentrazione per evaporazione e (2) aspirazione
delle polveri per inalazione o attraverso il contatto con gli occhi e la
pelle [20]. In quest’ultimo caso, il danno agli esseri umani può
derivare dall’estrazione in situ
da parte dei fluidi corporei delle tossine della cenere volante di
carbone [21] come pure dalle conseguenze del contatto tissutale [22].
Le
cenere volante di carbone che è PM2.5 viene facilmente trascinata nelle
vie aeree terminali e negli alveoli e rimane nei polmoni per lunghi
periodi di tempo; la dimensione della piccola particella consente di
penetrare e andare in profondità all’interno delle vie respiratorie dove
può causare infiammazione e lesioni polmonari [23].
La
cenere volante di carbone contiene una serie di tossine potenzialmente
lisciviabili, tra cui alluminio, arsenico, bario, berillio, boro,
cadmio, cromo (III), cromo (IV), cobalto, piombo, manganese, mercurio,
selenio, stronzio, tallio, torio e uranio. La cenere di carbone è stata
descritta come un materiale più radioattivo dei rifiuti nucleari [24].
Inoltre, molti degli elementi più tossici sono arricchiti dalla
componente PM2.5 della cenere volante di carbone [25]. Che la cenere
volante di carbone, utilizzata per la geoingegneria, sia selettivamente
arricchita in PM2.5 o meno, non è noto, ma l’arricchimento con la
piccola frazione granulometrica sarebbe vantaggioso, offrendo una
maggiore area di superficie per la riflessione della luce solare.
L’entità
delle conseguenze negative per la salute, ad opera dell’aerosol di
cenere volante di carbone, dipende da una varietà di fattori quali
l’età, la condizione fisica, la suscettibilità individuale, la
concentrazione e la durata dell’esposizione. Inoltre, alcuni elementi
tossici provenienti dall’irrorazione troposferica della cenere volante
di carbone, in aggiunta all’immissione fisica diretta per inalazione o
infusione transdermica, possono venire concentrati da processi naturali.
L’arsenico, per esempio, una delle tossine della cenere volante di
carbone, nella sua forma inorganica, rappresenta la maggior minaccia per
la salute. L’arsenico può essere assunto da una varietà di organismi e,
come il mercurio, può essere trasferito nella catena alimentare [26].
L’arsenico può avere implicazioni con la malattia cardiovascolare
correlata all’ipertensione [27], il cancro [28], l’ictus [29], le
malattie croniche delle vie respiratorie inferiori [30] e il diabete
[31]. L’arsenico dilavato dalla cenere volante di carbone, assunto da
donne in gravidanza, può attraversare la placenta e giungere al feto
[32]. La concentrazione e la durata dell’esposizione aumentano la
probabilità che ciò accada.
Le
prove qui presentate di un’intenzionale, diffusa e pervasiva
irrorazione di cenere volante di carbone nella troposfera, che si
mescola con l’aria che la gente respira, apre nuove possibilità di
ricerca degli effetti fisiologici di un’esposizione a lungo termine a
una sostanza che, potenzialmente, rilascia molteplici tossine a seguito
all’esposizione ai fluidi corporei interni. Tali argomenti vanno oltre
il campo di applicazione del presente articolo. Tuttavia, è il caso di
menzionare la tossina, forse la meno compresa, della cenere di carbone
potenzialmente estratta dall’acqua, l’alluminio chimicamente mobile.
Anche
se l’alluminio è abbondante nella crosta terrestre, è estremamente
stabile. Di conseguenza, il biota del nostro pianeta, compresi gli
esseri umani, non hanno sviluppato meccanismi di difesa naturali per
l’esposizione all’alluminio chimicamente mobile. E’ fonte di grave
preoccupazione il fatto che l’alluminio, nella sua forma chimicamente
mobile, possa essere facilmente estratto dalla cenere volante di carbone
mediante acqua piovana o in situ
mediante i fluidi corporei. L’alluminio è implicato in malattie
neurologiche quali i disturbi dello spettro autistico (ASD), il morbo di
Alzheimer, il Morbo di Parkinson, e il deficit di attenzione e
iperattività (ADHD) [33-37] che sono tutti notevolmente aumentati negli
ultimi anni. L’alluminio si ritiene riduca la fertilità negli uomini
[38] ed è anche responsabile di disturbi neurologici nelle api e in
altre creature [39-41].
Infatti,
se alcuni esempi di malattie neurologiche sono legate alle attività di
modificazione climatica nel corso degli ultimi due decenni, che
coinvolgono l’aerosol troposferico di ceneri volanti di carbone, allora
il recente incremento della nebulizzazione tramite jet-cisterna, come
testimonia questo autore a San Diego, causerà probabilmente un brusco
picco nella loro incidenza. Indagini epidemiologiche di ampia portata,
comprendenti, ad esempio, i disturbi dell’infanzia e della vecchiaia e i
difetti congeniti, possono cominciare a far luce sul bilancio di vite
umane strappate a causa dell’irrorazione nella troposfera di ceneri
volanti di carbone. Tali indagini dovrebbero prendere in considerazione
soprattutto gli equipaggi delle linee aeree e i viaggiatori che
frequentemente compiono voli di linea, che respirano aria quasi alla
stessa altitudine in cui avviene l’irrorazione.
L’intensa
irrorazione aerea, pressoché quotidiana su San Diego, testimoniata
dall’autore, è parte di un programma multinazionale occidentale, se non
globale, che è stato osservato per un certo numero di anni negli Stati
Uniti, Canada, Europa, Australia e Nuova Zelanda, ma mai riconosciuto
pubblicamente da parte dei funzionari. Senza onestà pubblica è difficile
conoscere le motivazioni sottostanti e la gamma delle specifiche
attività coinvolte. Una cosa sembra certa: il danno potenziale per la
salute pubblica e per l’ambiente è probabile che sia senza precedenti
nella sua portata planetaria.
Il
processo di combustione del carbone concentra le impurità nelle ceneri
volanti di carbone, un complesso chimico anidro innaturale i cui rischi
per la salute ambientale sono ben noti. Per decenni individui e
organizzazioni hanno combattuto a lungo e duramente per avere normative
che esigono il sequestro del prodotto di tali rifiuti industriali
pericolosi. Quindi, ci si potrebbe chiedere, qual è la ragione
dell’attuale, molto diffusa e pervasiva irrorazione di cenere volante di
carbone nella troposfera con un tale danno potenziale per la salute
pubblica e per l’ambiente?
Dal
momento in cui il gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti
climatici delle Nazioni Unite (IPCC) fu istituito nel 1988, c’è stato
molto interesse per il tema del riscaldamento globale, che è percepito
come una minaccia alla sicurezza. La geoingegneria offre due approcci di
base per il problema del riscaldamento globale: rimuovere e
intrappolare l’anidride carbonica, o bloccare la luce solare affinché
non raggiunga la Terra. Intrappolare l’anidride carbonica è una
tecnologia poco sviluppata, è difficile e con costi proibitivi. Bloccare
la luce del sole è quasi universalmente riconosciuto dai geoingegneri
come relativamente poco costoso, facile da applicare, e inoltre ha un
precedente in natura: le grandi eruzioni vulcaniche iniettano cenere
nell’atmosfera superiore (stratosfera), che può rimanere sospeso per un
anno o più, oscurando la luce del sole, raffreddando momentaneamente la
Terra.
Mentre
gli accademici discutono della geoingegneria come di un’attività che
potenzialmente potrebbe rendersi necessaria in futuro [2,3], l’evidenza
suggerisce che i governi occidentali/militari si sono portati avanti con
un programma operativo di geoingegneria ad ampio raggio. Ma invece di
estrarre e macinare la roccia per produrre una cenere vulcanica
artificiale in volumi sufficienti per raffreddare il pianeta, hanno
adottato un’alternativa pragmatica a basso costo, ma con conseguenze ben
più terribili, per la vita sulla Terra, di quanto il riscaldamento
globale potrebbe mai fare, che utilizza le ceneri di combustione del
carbone. A peggiorare le cose, invece di mettere il materiale in alto,
nella stratosfera, dove c’è una miscelazione minima e la sostanza può
rimanere sospesa per un anno o più, hanno scelto di spruzzare le ceneri
volanti di carbone nella bassa atmosfera, la troposfera, mescolandosi
con l’aria che la gente respira e riversandosi al suolo con la pioggia.
A
parte le gravi conseguenze potenziali di tossicità per la salute
pubblica e per il biota della Terra che derivano direttamente dalla
collocazione di aerosol di ceneri volanti di carbone nella troposfera,
la nebulizzazione da jet-cisterna, così pervasiva e diffusa, colpisce il
clima e il bilancio termico della Terra in modi che agiscono in
opposizione al raffreddamento terrestre. Coloro che risiedono in luoghi
in cui la copertura nuvolosa naturale è rara, come a San Diego, notano
il rapido raffreddamento dopo il tramonto del sole, tranne nelle
giornate nuvolose, quando è ancora caldo. Durante il giorno le nuvole
generate dalle ceneri volanti di carbone possono bloccare la luce del
sole, ma di notte possono ritardare la perdita di calore dalla Terra,
agiscono per prevenire la pioggia, e contribuiscono al riscaldamento
globale. L’irrorazione notturna da parte dei jet-cisterna, fatta
presumibilmente per nascondere tale attività alla vista del pubblico,
ritarda ulteriormente la perdita di calore.
C’è
ancora un’altra conseguenza della dispersione troposferica della cenere
di carbone che è in contrasto con il raffreddamento del Terra e ha
potenzialmente implicazioni avverse di vasta portata per la salute
pubblica e ambientale: la modificazione del clima e la concomitante
distruzione di habitat e fonti di nutrimento. Come riportato dalla NASA,
“la normale creazione della gocciolina di pioggia coinvolge il vapore
acqueo che si condensa in particelle nelle nubi. Le goccioline infine si
fondono insieme per formare gocce abbastanza grandi da cadere sulla
Terra. Tuttavia, tante più particelle inquinanti (aerosol) entrano in
una nuvola di pioggia, quanto un’uguale quantità di acqua viene
dispersa. A queste gocce d’acqua più piccole, che galleggiano nell’aria,
viene impedito di fondersi e diventare abbastanza grandi per formare
una goccia di pioggia. Così, nel corso della sua durata, la nube produce
meno precipitazioni, rispetto a una nuvola della stessa dimensione che è
in un ambiente pulito (non inquinato)” [42]. Oltre a impedire alle
gocce d’acqua di fondersi e diventare abbastanza grandi da cadere sulla
Terra, le ceneri volanti di carbone, che si sono formate in condizioni
anidre, verranno idrate, intrappolando ulteriore umidità, ostacolando
così ancora di più le precipitazioni. Ciò può causare siccità in alcune
zone, inondazioni in altre, cattivi raccolti, morie forestali e impatti
negativi sull’ambiente, in particolare in concomitanza con la
contaminazione da alluminio chimicamente mobile proveniente dalla cenere
volante di carbone. Le conseguenze, in conclusione, possono consistere
in effetti devastanti sugli habitat e nella riduzione della produzione
di alimenti per l’uomo.
4. Conclusioni
La
ricerca originale qui riportata fornisce pesanti indizi per la
correttezza dell’ipotesi: le ceneri volanti di carbone sono
l’aerosol-particolato che, con maggiore probabilità, viene spruzzato
nella troposfera da jet-cisterna per scopi di geoingegneria, di
modificazione metereologica e climatica.
Tale evidenza si basa sulla
scoperta che: (1) l’assemblaggio di 8 elementi nell’acqua piovana e nel
corrispondente percolato sperimentale, sono essenzialmente identici. In
un intervallo di confidenza del 99%, hanno identiche medie (T-test) e
identiche varianze (F-test); e, (2) l’assemblaggio di 14 elementi nella
polvere HEPA e nella media delle corrispondenti ceneri volanti di
carbone non-lisciviate, sono pure sostanzialmente identici.
Le
prove indicano che l’irrorazione troposferica di cenere volante di
carbone (1) ha avuto luogo nel corso il 21° secolo, (2) su scala
internazionale, e (3) con un incremento significativo intorno al 2013.
Durante tutto questo periodo di tempo vi è stato un programma di
disinformazione ben orchestrata, nessuna divulgazione pubblica, nessun
consenso informato, e nessun avvertimento alla sanità pubblica.
Le
profonde implicazioni per la salute ambientale comprendono
l’esposizione dell’uomo e dell’altro biota della Terra a: (1) un
alluminio chimicamente mobile, coinvolto in disturbi neurologici e morte
botanica; (2) esposizione a metalli pesanti tossici ed elementi
radioattivi; (3) un impedimento delle precipitazioni con concomitante
perdita di produzione alimentare e di habitat; e, (4) a
contribuire al riscaldamento globale con la concomitante fusione artica.
Più di mezzo secolo fa, Rachel Carson richiamò l’attenzione del mondo alle conseguenze non intenzionali di erbicidi e pesticidi, ampiamente utilizzati dall’agricoltura. Invece di chiudere gli occhi, le persone in tutto il mondo si sono motivate a fermare questa che è la peggiore offensiva ambientale.
Oggi siamo pienamente consapevoli della vasta rete
interconnessa di dipendenze e simbiosi che compongono la vita sul
nostro pianeta. La Terra esiste in una condizione di equilibrio dinamico
biologico, chimico e fisico, la cui complessità supera di gran lunga la
comprensione della scienza contemporanea. La pervasiva polverizzazione
troposferica di cenere volante di carbone minaccia questo equilibrio, la
cui delicatezza o la cui capacità di ripresa non possiamo quantificare.
La salute umana è a rischio tanto quanto il biota della Terra. Dobbiamo rimanere in silenzio? O vogliamo esercitare il nostro diritto primordiale di parlare in nostra difesa come specie e mettere in discussione la follia di collocare le ceneri volanti di carbone nell’atmosfera terrestre in continuo movimento?
Ringraziamenti
Ringrazio
Ian Baldwin per le molte utili discussioni, le critiche e i consigli.
Ringrazio Vedan Zhou per la consulenza statistica professionale.
Conflitto di interessi
L’autore dichiara nessun conflitto di interessi.
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