Alcune riflessioni su inflazione, debito pubblico
Per non
creare deflazione od inflazione, la base monetaria dovrebbe
variare nella
stessa misura in cui varia l’economia reale.
Quindi, se in Italia l’economia cresce, e richiede un maggior numero di
scambi, anche la massa monetaria deve aumentare nello stesso modo.
L’aumento della ricchezza è misurato dal PIL (Prodotto Interno Lordo).
Se il PIL in un dato anno aumenta del 2%, anche la massa monetaria deve
aumentare del 2%.
Se aumenta di più può generare inflazione, se aumenta di meno ostacolarà
gli scambi di beni e servizi.
Immaginiamo che il PIL dell’Italia aumenti in un anno di 100 milioni di €uro. Al fine di non ostacolare gli scambi di beni
e servizi l'Italia deve accrescere la propria base monetaria di almeno 100
milioni di €uro.
L'emissione di nuovi €uro è autorizzata dalla BC€ che, a fronte del
rilascio dell'autorizzazione, trattiene
per sé l'8% del valore autorizzato. (Signoraggio indebito e fraudolento = usura
sionista)
Ecco cosa succede in sintesi:
La Banca d'Italia emette 100 milioni di €uro di banconote, che può
prestarle alle banche richiedenti al netto degli 8 milioni di €uro da
riconoscere alla BC€. In pratica, se dovesse prestare 100 milioni, occorre che
8 glieli presti la BC€.
Lo Stato può venire in possesso delle banconote attraverso la vendita di
propri titoli sul mercato.
Le banche commerciali possono acquistare i titoli dello Stato, ma devono
disporre delle somme attraverso il ricorso alla Banca d'Italia; poi possono
collocarli presso il pubblico o cederli alla banca centrale/BC€ riacquisendo in entrambi i casi provvista.
Se il rendimento dei titoli di
Stato è appetibile, li possono trattenere in portafoglio a titolo di
investimento.
Con la richiesta del prestito, che è provvista/deposito, al sistema SEBC
(BC€ e banche centrali) le banche commerciali mettono in moto il meccanismo
della riserva frazionaria e del moltiplicatore dei depositi.
Su di esso, il sistema
bancario può generare ulteriore moneta denominata "moneta bancaria".
Il meccanismo prevede che, su ogni ammontare ricevuto in deposito, un'azienda
di credito deve conservarne, a titolo di riserva (frazionaria) il 2%; il resto
può essere utilizzato per effettuare prestiti (moltiplicatore dei depositi).
Ad esempio, con 100 €uro di titoli in deposito o il controvalore dei titoli
venduti, le banche possono prestare sino a 4.900 €uro.
Infatti la Banca A si
approvvigiona di 100 e ne presta 98 conservando a riserva 2. I 98 pervengono,
come deposito alla Banca B, che ne presta 96,04 e trattiene a riserva 1,96, e
così via, fino a raggiungere 4.900 €uro complessivi di prestiti e/o impieghi e
investimenti, a fronte dei quali si mantengono i 100 €uro iniziali come riserva.
Perciò il sistema delle banche commerciali, con una provvista/deposito di soli
100 €uro riesce a fare impieghi e depositi per un ammontare di 4.900 €uro sui
quali lucra un interesse di gran lunga superiore alla provvista iniziale.
Infatti, se il tasso di impiego è mediamente del 7%, come i tassi correnti
attuali, atteso che, attualmente, il costo della provvista è nullo o negativo, il
rendimento totale è pari a 343 €uro.
Niente male: da 100 iniziali, si generano interessi per addirittura 343 €uro.
Lo stesso fenomeno di moltiplicazione si genera se è lo Stato che ha collocato i titoli e dal ricavato spende per spese correnti o investimenti, perché la spesa alimenta depositi che affluiscono in banca, che a loro volta, dedotto il 2% di riserva, consentono prestiti.
In altre parole, è obbligatorio introdurre nuove imposte, oppure aumentare le aliquote di quelle già esistenti, se lo Stato intenderà svolgere i propri compiti.
Poiché l'introduzione dell'€uro è avvenuta dopo aver privatizzato il sistema pubblico della finanza italiana e, dal 2015 anche gli utili della Banca d'Italia sono stati privatizzati, al termine del processo di trasferimento all'estero della proprietà delle maggiori banche italiane, ci troviamo in presenza di una situazione in cui più si ricorre alla finanza e più l'economia reale italiana regredisce.
Niente male: da 100 iniziali, si generano interessi per addirittura 343 €uro.
Lo stesso fenomeno di moltiplicazione si genera se è lo Stato che ha collocato i titoli e dal ricavato spende per spese correnti o investimenti, perché la spesa alimenta depositi che affluiscono in banca, che a loro volta, dedotto il 2% di riserva, consentono prestiti.
Fino al minuto 15 concordiamo praticamente in toto, poi discordiamo per il discorso contabilizzazione e seguenti .......
Nel caso dello Stato, però, questo è costretto a pagare gli interessi sui
titoli e quindi deve rastrellare il denaro da pagare alle banche commerciali
attraverso l'aumento della pressione fiscale (7 €uro ogni 100 di prestito).In altre parole, è obbligatorio introdurre nuove imposte, oppure aumentare le aliquote di quelle già esistenti, se lo Stato intenderà svolgere i propri compiti.
Poiché l'introduzione dell'€uro è avvenuta dopo aver privatizzato il sistema pubblico della finanza italiana e, dal 2015 anche gli utili della Banca d'Italia sono stati privatizzati, al termine del processo di trasferimento all'estero della proprietà delle maggiori banche italiane, ci troviamo in presenza di una situazione in cui più si ricorre alla finanza e più l'economia reale italiana regredisce.
L'attuale governo ha contribuito ad accelerare il processo di cessione
all'estero della finanza aumentando il valore nominale delle quote di
partecipazione al capitale della Banca d'Italia, costringendo le banche
popolari che raggiungono una certa dimensione operativa a divenire contendibili
con la trasformazione in S.p.A ed obbligando persino le banche di credito
cooperativo a conferire la propria azienda bancaria ad una società per azioni. (solito giochino usuraio sionista)
In passato l'autorità politica, con il placet dell'allora
Governatore della Banca d'Italia, aveva avviato il processo di privatizzazione
del sistema delle banche pubbliche, a cui ha fatto seguito la cessione
all'estero delle stesse.
L'insieme di tali scelte, accompagnato dall'ulteriore indebitamento
dell'economia reale verso il sistema bancario, ha contribuito a rendere
irreversibile la possibilità, senza che intervenga un cambiamento nelle scelte
di politica economica, d'affrancarsi dalla soggezione dell'economia reale a
quella della finanza apolide sionista, in quanto i prestiti non potranno più essere restituiti!!!
Infatti, la banca commerciale attraverso il sistema del moltiplicatore dei
depositi riesce ad incassare, nell'esempio fatto, per ogni 100 €uro che
effettivamente presta, ben 343 €uro; ma nell’economia reale sono stati immessi
solo 100 €uro!!!!! ---> non esiste iniziativa economica diversa da quella
assicurativo/finanziaria capace di disporre di un moltiplicatore di dimensioni
analoghe a quello dei depositi.......
Ecco qua un esempio dei vantaggi del contagocce €uro nella immissione di moneta nella platea nazionale di mercato:
Ci stiamo impoverendo, siamo in deflazione, in diminuzione dei valori dei beni reali, e l'unica, ribadiamo l'unica via d'uscita è quella d'aumentare la base monetaria con moneta credito ....
Editoriale di : Ha ricoperto per anni il ruolo di Direttore Principale di Succursale della Banca d'Italia;
Dr. Paolo Tanga
In collaborazione con deca
Dr. Paolo Tanga
In collaborazione con deca
non fa una grinza condivido e grazie buona serata
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