Il Generale Haftar visita Mosca di persona
ed ha un lungo colloquio col Ministro Sergei Lavrov!
Il Generale Khalifa Haftar, capo delle forze militari libiche fedeli al
Parlamento legittimo in esilio interno nell'Est del paese si trova in
questo momento a
Mosca dove ha avuto un lungo incontro con il Ministro
degli Esteri Sergei Lavrov.
Non é la prima volta che Haftar, che fu Capo di SM dell'Esercito di Gheddafi (prima di venire abbandonato in Ciad
quando non gli riuscì di salvare il corpo di spedizione inviato dal
Rais) cerca di sollecitare l'aiuto di Mosca, presentandosi come l'unico
"player" che possa tenere la Libia unita (dopo avere sconfitto gli
islamisti ikhwaniti che dominano la Tripolitania) ed allineata con
l'emergente asse euro-asiatico.
Infatti a settembre aveva inviato una missiva personale a Vladimir Putin e Sergei Shoigu.
Nulla si sa di come essa venne ricevuta, la presenza di Haftar di
persona a Mosca, però, potrebbe fare capire che un progresso nelle
relazioni con la dirigenza russa sia effettivamente avvenuto.
Fino ad adesso Haftar può contare sul sostegno aperto e deciso del Presidente egiziano Al-Sisi, che in un suo recente discorso ha menzionato l'Esercito Libico
(intendendo ovviamente le forze di Haftar) insieme a quelli Siriano e
Irakeno come forze che vanno sostenute in tutti i modi nella loro lotta
contro il terrorismo islamista wahhabita.
Libia: il generale Haftar oggi è a Mosca
Possibile apertura di una base russa a Bengasi
Il
generale libico Khalifa Haftar, comandante dell'autoproclamato Esercito
nazionale libico (Lna) attivo nelle regioni orientali del paese, si
trova oggi a Mosca per la seconda volta in meno di sei mesi.
A colpire è
soprattutto la tempistica della visita ufficiale: dopo l'elezione di
Donald Trump alla Casa Bianca e il recente allineamento dell'Egitto,
grande sponsor di Haftar, lungo l'asse russo-siriano.
Al centro dei colloqui in Russia, secondo fonti d'intelligence del
sito web informativo israeliano "Debkafile", la possibile apertura di
una base militare russa sulle coste di Bengasi, il capoluogo della
Cirenaica: una struttura dotata di unità navali ed aree ad appena 700
chilometri dalle coste d'Europa, "gemella" della base di Hmeymim, nella
provincia di Latakia, in Siria. Lo stesso sito web - legato
all'intelligence israeliana - ipotizza che il presidente russo Vladimir
Putin possa offrire all'esercito di Haftar "aerei da guerra, elicotteri
d'attacco, veicoli blindati, missili e supporto aereo nella lotta contro
lo Stato islamico".
"Gli aerei russi di stanza presso la base di Hmeymim - ha spiegato il
sito israeliano - sono in grado di coprire una distanza di 1.500
chilometri fino in Libia, mentre la portaerei russa 'Admiral Kuznetsov' è
ancorata non lontano dalla costa mediterranea della Siria: entrambi
sono quindi disponibili per operazioni a sostegno del generale libico".
L'inviato del governo italiano per la Libia, ambasciatore Giorgio
Starace, ha detto ad "Agenzia Nova" che "non è la prima volta che Haftar si reca a Mosca: dal suo punto di vista è un'iniziativa comprensibile".
Secondo Starace, inoltre, "è ancora troppo presto per fare analisi di
questo tipo: bisogna ancora capire quale sarà la posizione di
Washington, non solo sulla Libia".
Per Mattia Toaldo, analista sulla
Libia dell'European Council on Foreign Relations (Ecfr) con sede a
Londra, la visita di Haftar a Mosca ha una tempistica interessante: "Il
fatto che sia andato adesso dimostra che Haftar vede nell'elezione di
Trump la possibilità di avere con la Russia dei rapporti più diretti",
ha detto l'analista italiano ad "Agenzia Nova".
Non solo: la visita di Haftar nella Federazione russa "arriva in parallelo all'annuncio della
fornitura di aiuti militari al regime siriano di Bashar al Assad da
parte egiziana", ha aggiunto Toaldo, sottolineando "un'ampia convergenza
tra le posizioni di Russia ed Egitto".
Il Cairo, tuttavia, ha negato le voci diffuse negli ultimi tempi
dalla stampa araba, secondo cui gli egiziani avrebbero stabilito una
presenza militare in Siria. Eppure dopo il sostegno dell'Egitto alle
risoluzioni russe sulla Siria al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, e le
dichiarazioni di al Sisi a favore del regime di Damasco, in molti
ritengono che si starebbe sviluppando un'asse tra Russia, Egitto, Siria e
la Libia di Haftar.
"Dei tecnici militari russi sono già presenti in Libia: la domanda è
se ci sono anche dei consiglieri militari: su questo le voci sono
discordanti", ha aggiunto Toaldo. L’ambasciatore russo in Libia, Ivan
Molotkov, ha spiegato che Haftar aveva incontrato lo scorso giugno il
ministro della Difesa, Sergej Shoigu, per colloqui sul possibile invio
di armi in Cirenaica.
Haftar, recentemente promosso "maresciallo di
campo" dal parlamento di Tobruk, incontrerà oggi, oltre al titolare del
dicastero della Difesa russo, anche il capo della diplomazia di Mosca,
Sergej Lavrov, e diversi membri della Duma.
Secondo i media russi e libici, la visita è stata programmata su
invito delle autorità di Mosca.
Così come durante il suo precedente
viaggio in Russia di giugno, Haftar chiederà l’invio di armi russe alle
sue forze armate. Lo scorso 12 novembre il portavoce di Haftar,
colonnello Ahmed al Mismari, aveva detto in un'intervista ad "Agenzia
Nova", che il 99 per cento degli armamenti in dotazione all'Lna sono
russi. "Io stesso ho ricevuto la formazione militare in Russia negli
anni Novanta, così come la maggior parte degli ufficiali dell'Lna.
I
nostri tecnici addetti alla manutenzione si sono diplomati tutti nelle
accademie militari russe", aveva detto ancora il colonnello libico. "Con
la Russia abbiamo diversi contratti permanenti per la manutenzione e la
fornitura di pezzi di ricambio.
Nel 2010 abbiamo firmato con Mosca
anche altri contratti per la fornitura di armi avanzate, ma l'embargo
del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha fermato tutto".
Humor di Guerra: Le “Mistral” Egiziane,
Entrano in Azione Sotto il Comando Russo
di Funny King
Se la guerra non fosse una tragedia di morte e sofferenza, le ultime notizie dal fronte siriano potrebbero fare sorridere !!!!
Se vi ricordate, fu motivo di imbarazzo e forte danno economico per la
Francia, la questione delle Navi Mistral vendute ai Russi e in
allestimento quando veniva posto l’intelligentissimo embargo.
Alla fine le “Mistral” armate a puntino (secondo specifiche Russe) furono girate all’esercito egiziano a prezzi di saldo.
Dopodiché la Francia, sotto la disastrosa guida Hollande, ha appoggiato
e tutt’ora appoggia “operatori di pace moderati” e si fa Paladina della dottrina
“Assad se ne deve andare”.
E ora… e ora le stesse Mistral vendute a prezzi di saldo all’Egitto
sono in acque Siriane in appoggio di Assad e sotto il comando russo!!!!!!
Dai, Francamente una figura di merda, sesquipedale come questa, era difficile da fare anche per il campione di tutti i tempi : la “Pera” Hollande giannifantoni.
Dai, Francamente una figura di merda, sesquipedale come questa, era difficile da fare anche per il campione di tutti i tempi : la “Pera” Hollande giannifantoni.
chapeau!
da Dedefensa.orgSiria: i terroristi crollano e l’Egitto entra nella lotta
L’Esercito
arabo siriano (EAS) e i suoi alleati hanno compiuto enormi progressi ad
Aleppo nord, dove, come ovunque, i fronti terroristici crollano. La
disunione nell’opposizione, riflesso della disunione tra i loro
mandanti, ha sconvolto le loro tentate nuove iniziative. La campagna
aerea russa in gran parte sulle retrovie dei “ribelli” ne ha diminuito
le riserve di materiale e personale.
Un nuovo aiuto all’alleanza siriana
arriverà presto dalle forze egiziane. Con le varie enclavi “ribelli”
eliminate da combattimenti o accordi di pace, altre truppe siriane
saranno liberate e disponibili per le nuove operazioni. La Turchia
avrebbe ritirato i suoi piani su Siria (e Iraq). Con più forze a
disposizione e sotto lo scudo aereo della Russia, solide nuove
operazioni dell’EAS su Idlib, a nord, e su Raqqa, ad est, ora diventano
possibili. Dopo la rottura del fronte jihadista nel nord-est della sacca
di Aleppo, le difese sono crollate completamente.
I terroristi si sono
dovuti ritirare da un terzo di Aleppo est occupata dai terroristi, che
ora cedono rapidamente alle forze governative siriane. La ragione
principale della sconfitta dei terroristi è, tadaaah, la “mancanza di
ospedali”: “I rivoluzionari combattono ferocemente ma il volume dei
bombardamenti e l’intensità dei combattimenti, i morti e i feriti, e la
mancanza di ospedali, giocano un ruolo nel crollo di questa prima
linea”, ha detto un capo di Jabhat al-Shamiya, uno dei più grandi gruppi
che combattono contro Assad nel nord della Siria”. La distruzione
dell’ultimo ospedale per gatti transessuali ad Aleppo con una
bomba-barile termobarica nucleare, è stata la svolta della lotta. Credo
sia la prima volta che una simile ridicola scusa propagandistica venga
usata come scusa per la sconfitta.
In realtà, le forze siriane evitano
perdite e usano la schiacciante potenza di fuoco per aprire la strada
alla fanteria, demolendo ogni difesa che i “ribelli” possano porre,
anche prima che i combattimenti inizino. Solo truppe coriacee e molto
disciplinate potrebbero tenere tale linea sotto il fuoco, opponendo una
vera resistenza. I “ribelli” no. Circa 1500 i civili fuggiti da Aleppo
est presso l’EAS. (Nuovi rapporti parlano di 4000, dimostrando che i
“ribelli” li tenevano in ostaggio). La propaganda USA/ONU su
200000-300000 civili ad Aleppo est si dimostra rapidamente una
sciocchezza (e un pizzo) quale è da sempre.
Le aree liberate non hanno
quasi civili. Come dimostrato a metà ottobre, il numero reale di persone
ad Aleppo est era probabilmente 5000 terroristi (meno ora), metà dal
nucleo di al-Qaida, e probabilmente 20000 civili, familiari dei
terroristi. (E’ possibile che anche questo sia troppo sovrastimato). Ad
est di Aleppo, i turchi puntavano su al-Bab, ma sono stati fermati da un
attacco aereo siriano, coperto dai russi. I piani di Erdogan per
un’entità filo-turca almeno su al-Bab, Raqqa e Manbij, vanno in fumo.
Eljia Magnier fornisce un’eccellente panoramica degli interessi dietro
le azioni e gli eventi nella zona: Lo stesso giorno, ad un anno di distanza, la Russia ha la rivincita e ferma la Turchia alle porte di al-Bab.
Nel sud della Siria, presso Damasco due più piccoli enclavi “ribelli”
cedono e si accordano con il governo. I terroristi che promettevano di
morire sul campo di battaglia hanno la possibilità di trasferirsi ad
Idlib dove saranno poi eliminati (o da cui, probabilmente, fuggiranno in
Europa). La sacca jihadista nel Ghuta orientale è stata ridotta nelle
ultime settimane, riducendosi a una cittadina vuota ed alcuni villaggi.
Sarà eliminata nei prossimi giorni. Un tentativo dei jihadisti di
aiutarla nel Ghuta occidentale è fallito: “Qalat al-Mudiq
@QalaatAlMudiq, 03:49 – 26 novembre 2016. I ribelli hanno iniziato una
nuova battaglia nella provincia di #Quneitra per rompere l’assedio del
#Ghuta ovest. Bombardamenti protattivi sono in corso… (una grande
“avanzata” e “successi” twittati)… Qalat al-Mudiq @QalaatAlMudiq, 06:53 –
27 novembre 2016. Battaglia terminata dopo disaccordi tra i gruppi
coinvolti nella rottura dell’assedio del #Ghuta ovest e l’inizio
dell’evacuazione da Qan al-Shaiq”.
I poteri egiziani, per lo più le Forze Armate, hanno scacciato i fratelli musulmani dal governo, che sostenevano i terroristi in Siria e in Libia e che andavano ulteriormente radicalizzandosi. La mossa dell’Esercito egiziano avveniva dopo che i sauditi l’avevano sollecitata, offrendo enormi aiuti economici al nuovo governo. I fratelli mussulmani erano visti come un pericolo da Riyadh.
I poteri egiziani, per lo più le Forze Armate, hanno scacciato i fratelli musulmani dal governo, che sostenevano i terroristi in Siria e in Libia e che andavano ulteriormente radicalizzandosi. La mossa dell’Esercito egiziano avveniva dopo che i sauditi l’avevano sollecitata, offrendo enormi aiuti economici al nuovo governo. I fratelli mussulmani erano visti come un pericolo da Riyadh.
Poi le
priorità saudite sono cambiate, e i wahhabiti improvvisamente si sono
alleati con gli ideologi della Fratellanza musulmana, e insieme alla
Turchia dominata dalla fratellanza e il Qatar suo sostenitore, i nuovi
governanti sauditi ampliano le operazioni per imporre regimi islamisti
in Libia, Iraq, Siria e Yemen. La situazione è cambiata in Egitto.
Turchia e Qatar sono diventati nemici, come i loro ascari in Libia.
Quando i sauditi chiesero ufficialmente al governo al-Sisi di sostenere
la Fratellanza musulmana, l’alleanza finì. I fratelli mussulmani sono il
nemico dell’Egitto, non saranno mai più accettati comunque. Ed ha anche
rotto con gli Stati Uniti che sostengono la Fratellanza mussulmana in
tutto il mondo. Invece i rapporti amichevoli con la Russia sono stati
rinnovati.
Cairo ritiene che l’insediamento di un qualsiasi regime
islamista in Siria minacci l’Egitto. (Israele potrebbe facilmente
trasferire i terroristi che supporta attivamente dalle alture del Golan
siriane alla penisola del Sinai). Si ritiene inoltre che l’attuale
regime saudita andrà a pezzi per le lotte interne nel 2017. Ora l’Egitto
offre un aiuto serio alla Siria nel combattere i nemici. Poche
settimane fa una delegazione militare egiziana di alto livello giungeva
in Siria per discutere della partecipazione alle operazioni sotto il
comando siriano e russo. Si sostiene che aerei ed elicotteri egiziani
siano arrivati nell’aeroporto governativo siriana di Hama.
L’Egitto ha
un grande esercito e l’accesso via mare alla Siria. Può e probabilmente
invierà truppe di terra. La Francia aveva costruito le due Mistral
per la Russia ma, per via delle sanzioni sull’Ucraina, non le fu
permesso di consegnarle alla Russia. Alla fine, le ha vendute
all’Egitto. Sono dotate di elicotteri ed elettronica russi, e forse
opereranno con ufficiali russi a bordo. Ognuna può trasportare e
sbarcare un battaglione completo di 900 uomini, con tutto
l’equipaggiamento. Con le navi egiziane fare la spola tra Suez e
Lataqia, una brigata di fanteria completa di supporto potrebbe giungere
in Siria in pochi giorni. Gli elicotteri russi a bordo delle Mistral
sarebbe di supporto aereo e la flotta russa nel Mediterraneo orientale
le coprirebbe. Ciò porterebbe una brigata completa capace di combattere
in modo coerente e autonomo.
Tale unità è più preziosa degli sciiti per
lo più irregolari arruolati dagli iraniani nel sostenere la Siria, e che
hanno bisogno di supporto logistico e del comando dall’Esercito arabo
siriano. Gli egiziani possono, dato il compito, eseguirlo per conto
proprio. Per ragioni geopolitiche (Canale di Suez) né USA né Turchia
oserebbero toccarli. Vi sono attualmente 4000 iracheni e 4000 sciiti
inviate dagli iraniani in Siria. 400 operativi del IRCG iraniano li
coordinano. Hezbollah ha inviato circa 2000 forze speciali
delle unità Ridwan. La Russia ha oltre alla componente aerea e di difesa
aerea, elementi delle forze speciali e commando.
La forza egiziana di
4000 soldati non sarebbe enorme, ma sarebbe un buon esempio di lotta
congiunta. Il sostegno politico che tale unità simboleggerebbe è
certamente di maggior valore. La Francia, che febbrilmente supporta i
terroristi in Siria, sarebbe completamente imbarazzata da tale mossa. Il
mondo intero riderebbe delle sanzioni alla Russia se le Mistral
“egiziane” sostenessero il governo siriano sotto il comando russo. Se
ciò accadesse, l’operazione del governo siriano su Raqqa improvvisamente
diverrebbe non solo possibile ma anche probabile.
L’Esercito egiziano
ha una certa esperienza nella lotta ai terroristi nel Sinai. Non teme
eccessivamente di fare vittime ed odia gli islamisti. Può facilmente
rafforzare le proprie unità sempre per quanto necessario. Se l’Egitto è
serio, lo SIIL a Raqqa è finito e il piano degli Stati Uniti sul
“principato salafita” nel nord-ovest della Siria e in Iraq sarà
sventato. Con tutto ciò e il presidente Trump che potrebbe ritirare il
supporto ai terroristi in Siria, la fine della guerra è in vista. Anche
se Qatar ed altri continuassero il sostegno promesso, i terroristi non
avranno alcuna possibilità contro un’alleanza molto meglio organizzata
intorno al governo siriano.
Il Consiglio europeo per gli esteri dominato dagli Stati Uniti ha pubblicato un nuovo documento sulla Siria per i governi dell’Unione europea: Il primo test di Trump sono la politica europea e l’assedio di Aleppo. Il sottotitolo recita: “Non vi è più alcuna reale speranza di deporre Assad. L’Europa deve invece lavorare molto per salvare qualcosa per il popolo siriano”.
Il Consiglio europeo per gli esteri dominato dagli Stati Uniti ha pubblicato un nuovo documento sulla Siria per i governi dell’Unione europea: Il primo test di Trump sono la politica europea e l’assedio di Aleppo. Il sottotitolo recita: “Non vi è più alcuna reale speranza di deporre Assad. L’Europa deve invece lavorare molto per salvare qualcosa per il popolo siriano”.
Un
titolo migliore sarebbe stato: come l’UE s’è rovinata e ha perso tutto
seguendo pedissequamente la follia degli Stati Uniti e la sua
opposizione ad Assad e Russia. L’UE è così disunita ed ottusa che non
può nemmeno affrontare il ricatto dell’aspirante sultano turco. Bloccare
tutti i crediti comunitari all’economia turca manderebbe in bancarotta
il governo di Erdogan in pochi mesi. Putin ha mostrato come gestire il
tizio.
Come mai nessuno a Bruxelles (e a Berlino) l’ha imparato?
Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora
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