lunedì 8 dicembre 2014

SHHH... LEGGETE SOTTOVOCE... PARLIAMO DEL MAGNESIO BENEFICO !!!




Alla scoperta del MAGNESIO : aiuta a

curare quasi tutto, perché pochi lo sanno?

 

E’ lo scarto del sale, ma è indispensabile per l’attività di oltre 300 enzimi e svolge un ruolo fondamentale praticamente su quasi tutti gli apparati del corpo umano.
Non a caso, da chi ne conosce le potenzialità, è considerato la panacea di molti mali. E’ facilmente assimilabile ed economico. Ma soprattutto funziona.
E’ l’unico fra i Sali di magnesio ad aver dimostrato la sua efficacia nella terapia delle malattie infettive, grazie all’effetto stimolante sui globuli bianchi e in generale su tutto il sistema immunitario.
Il Cloruro di Magnesio aiuta a curare “epilessie, distrofie, sclerosi, poliomielite, tumori, asma, bronchite cronica, broncopolmonite, enfisema polmonare, influenza, pertosse, raucedine, affezioni dell’apparato gastrointestinale, malattie cervicali, tensioni neuro muscolari, artriti, sciatiche, dolori ai muscoli, calcificazioni, osteoporosi, depressioni, ansie, paure, mali di testa, febbri, fuoco di sant’Antonio, orticarie, tetano (anche quando il paziente è già rigido), morsi di vipera (lavare anche la ferita), rabbia, parotite, scarlattina, rosolia, morbillo e le altre malattie dell’infanzia”.
Come ogni scoperta, anche questa parte da un evento pressoché fortuito: nel 1915 il professor Pierre Delbet, utilizzando una soluzione di cloruro di magnesio per il lavaggio delle ferite, si rese conto di come questa non solo non danneggiasse i tessuti, cosa che – invece – accadeva con gli altri antisettici, ma addirittura facilitasse la guarigione della ferita stessa.


                                Pierre Delbet foto by Wikipedia

Delbet scoprì inoltre come l’uso del cloruro di magnesio scongiurasse pericolose complicazioni, quali le sovra infezioni batteriche frequenti all’epoca, grazie all’azione di stimolo sull’attività dei globuli bianchi.
Il successivo e importantissimo passo fu scoprire che l’azione di stimolo non era limitata ai globuli bianchi, bensì agisse su tutte le cellule dell’organismo, allargando lo spettro oltre i meccanismi di difesa.
La sperimentazione proseguì somministrando la soluzione anche per via orale, riscontrando – nella maggior parte dei pazienti – il manifestarsi di una sensazione di benessere generale, energia, una maggiore resistenza alla fatica e una maggior stabilità emotiva.
All’epoca, le molte persone che cominciarono ad assumere la soluzione di cloruro di magnesio in qualità di “tonico”, con conseguenze inaspettate sull’organismo, informarono prontamente il professore.
In poco tempo, grazie alle testimonianze dei pazienti, Delbet si ritrovò tra le mani gli effetti della sua “scoperta”. Il cloruro di magnesio aveva fatto scomparire completamente disturbi dell’apparato digerente come coliti, colecistiti e angiocoliti, aveva migliorato in modo esponenziale affezioni del sistema nervoso quali il tremore senile, il morbo di Parkinson, i crampi muscolari.
Ancora, effetti sorprendenti erano stati riscontrati nella cura della pelle: acne giovanile, eczema, psoriasi, verruche, geloni, prurito. Infine, Delbet fu in grado di dimostrare come il cloruro di magnesio potesse migliorare lo stato di unghie e capelli, di diverse patologie legate allo stato allergico come il  raffreddore da fieno, l’orticaria, i pruriti di vario genere fino ad arrivare alle emorroidi e all’edema di Quincke.
La sua sperimentazione si allargò a tal punto da testare il cloruro di magnesio localmente, sotto forma di pomata: l’effetto non raggiunse il 100% voluto, ma l’applicazione permise di far inscurire buona parte di capelli e barbe sbiancate da anni, o di scolorire le macchie cutanee della “vecchiaia”.
Nelle sue ricerche, Pierre Delbet fu coadiuvato dal Dottor Neveu, ma i benefici del Cloruro di Magnesio hanno interessato parecchi medici e ricercatori, tra cui l’italiano Raul Vergini.
Se gli alchimisti assegnavano la denominazione di Panacea Universale al chermes, minerale ritenuto capace, oltre che di guarire ogni male, anche di prolungare indefinitamente la vita, a questo punto anche il Cloruro di Magnesio potrebbe arrogarsi, senza tema di smentita, lo stesso titolo.
La cosa incredibile è come la carenza di Magnesio sia sempre stata ignorata dai medici come possibile causa di almeno una buona parte dei disturbi che affliggono l’essere umano.
Il Magnesio è un elemento essenziale presente in tutti gli organismi, indispensabile per lo svolgimento di numerose reazioni enzimatiche. L’organismo umano ne contiene circa 25 grammi, localizzati per lo più nelle ossa, nei muscoli, nel cervello e in altri organi come fegato, reni e testicoli.
Il Magnesio ha la capacità di produrre l’equilibrio minerale necessario agli organi per l’espletamento delle loro funzioni, come per esempio i reni, alimenta l’acido urico nelle artrosi, ha potere decalcificante fino alle più sottili membrane nelle articolazioni, nelle sclerosi e nelle sclerosi calcificate, quindi è un valido aiuto per prevenire gli infarti poiché purifica il sangue.
Rinvigorisce anche il cervello: diversi studi attestano la sua validità nel mantenerne la gioventù, fino alla vecchiaia.
Malgrado tutto ciò, Il Magnesio è – tra tutti gli elementi – il meno somministrato.
La sua importanza è stata, e ancora oggi continua a essere dai più, sottovalutata.
Se è stato dimostrato come, con l’uso del Magnesio, aumenti anche la conta dei globuli bianchi perché questo effetto, che porta il nome di citofilassi, continua a essere ufficialmente trascurato? Come dire che per l’essere umano non sia importante avere la possibilità di aumentare il proprio tono immunitario.
Secondo Padre Beno J. Schorr, professore di fisica, chimica e biologia al Collegio di Santa Caterina “Il Magnesio elimina il calcio dai punti indebiti e lo fissa solidamente alle ossa.  
Dopo i 40 anni l’organismo assorbe sempre meno magnesio, producendo vecchiaia e dolori perciò deve essere preso secondo l’età. Dai 40 ai 55 anni: mezza dose (una dose = una tazzina da caffè). Dai 55 anni ai 70: una dose al mattino. Dai 70 ai 100 anni: una dose al mattino ed una alla sera”. (1985)
E’ del 1932 la ricerca di Schrunipf-Pierron: la dieta abituale delle popolazioni rurali dell’Egitto forniva quasi due grammi di Magnesio al giorno.
Risultato?
Tra i contadini egiziani l’incidenza del cancro era 10 volte inferiore a quella delle popolazioni di Europa e USA, mentre quella del cancro allo stomaco addirittura 50 volte minore. 
Non a caso, anche Delbet orientò la sua ricerca anche in quest’ambito.
Nel quotidiano, Schrunipf-Pierron osservò come i contadini egiziani non soffrissero di raffreddori, influenze, polmoniti e pleuriti. Le loro donne partorivano con estrema facilità, mentre gli anziani conservavano un’ “andatura elegante e armoniosa anche in età molto avanzata”.
Sia chiaro, il Cloruro di Magnesio non è una medicina, bensì un alimento che non ha controindicazioni ma soprattutto è compatibile con qualsiasi cura farmacologica in corso. Ha comunque una peculiarità non indifferente: prenderne una dose per un dolore soltanto fa sì che eventuali altri dolori guariscano comunque, perché il sale mette in ordine tutto il corpo.
Dove trovare Il Magnesio? Presto detto: nei cereali integrali, la soia, i fagioli, i vegetali in genere (se coltivati con metodo biologico), i frutti di mare, cioccolata e cacao. Essendo un prodotto di scarto del sale, va da sé che anche il sale marino sia ricco di Magnesio. Peccato però che l’impego di concimazioni minerali e il raffinamento dei cibi portino alla quasi totale perdita di magnesio. La stessa cottura può portare a un impoverimento dello stesso fino al 70%.
Come scoprire se si è carenti di Magnesio? Molto spesso i sintomi passano per ansia, ipereccitabilità muscolare, cefalea, vertigini, insonnia, asma, alterazioni del ritmo cardiaco, stanchezza eccessiva, disturbi del ciclo mestruale.
Dire che si sarà immuni da tutte le malattie è impossibile, ma sapere che c’è la possibilità di attenuare i dolori e il decadimento del corpo, è già una ragione importante per cominciare ad assumerlo. Anche perché il corpo, nella sua grande intelligenza fisiologica, elimina l’eventuale eccesso da solo.
Al massimo, pulirete l’intestino. Che male non fa.

 

Per quanto mi riguarda, devo ringraziare un erborista che, anni fa, mi ha letteralmente “rimessa al mondo” consigliandomi il Cloruro di Magnesio. La pigrizia a volte prende il sopravvento e io stessa, pur consigliandolo a tutti, dimentico di assumerlo.
E gli effetti si vedono.
Per quanto mi riguarda, uso il Magnesio Supremo, scelto dopo aver letto il libretto accompagnatorio. Iniziato con il pensiero che comunque male non faceva, ho visto sparire in poco più di una settimana un dolore alla schiena che credevo cronico, e non solo. Potete trovare questo prodotto nelle farmacie più lungimiranti, nelle erboristerie, o ordinarlo online.
Francamente dove l' acquistiate non ha importanza. Posso solo dirvi che mi ha aiutata, tanto.
Così ho pensato fosse giusto e doveroso, da parte mia, mettervi a parte del mio “piccolo segreto”.

Buona vita

Cristina Colombera

Le risposte a tutti i quesiti posti dai lettori nella sezione commenti si trovano

Nella mia ricerca, ho avuto modo di leggere parecchie testimonianze.
Tra tutte, ho scelto questa:
“Rientrato a Florianopolis, presi una dose di Cloruro di Magnesio tutte le mattine. Tre giorni più tardi, presi una dose al mattino e una alla sera. Al ventesimo giorno mi svegliai non più rannicchiato, ma disteso nel letto e senza dolori.
Se camminavo, il dolore era ancora presente. Al trentesimo giorno mi alzai sbalordito: non mi faceva male più niente. Al quarantesimo giorno camminai per tutta la giornata sentendo appena un leggero peso alla gamba.
Sono ormai trascorsi dieci mesi, mi sento agile e mi piego quasi come un serpente perché il Magnesio porta via il calcio dai punti indebiti e lo fissa solidamente alle ossa. Le mie pulsazioni, che prima erano inferiori ai 40 battiti, sono ritornate normali. Il mio sistema nervoso è ristabilito e molto più lucido. Il sangue, decalcificato, è fluido. Le frequenti fitte acute al fegato sono scomparse.
Molti chiedono cosa mi stia succedendo poiché, a giudicare dall’aspetto, sembro ringiovanito. Infatti, ho riacquistato la gioia di vivere. Con questa cura centinaia di persone, dopo anni di sofferenze per dolori vertebrali, artrosi, acidi urici e altro, sono guarite al Collegio di Santa Caterina”.





Magnesio (e Mg Cloruro): alimenti, proprietà, carenza, eccesso

 

Introduzione

Il magnesio, come quantità, è il quarto tra i minerali presenti nel nostro organismo ed è essenziale per la nostra buona salute.
Circa il 50% del magnesio contenuto nel nostro corpo si trova nelle ossa, l’altra metà si trova in prevalenza nelle cellule che compongono i tessuti e gli organi; soltanto l’1% si trova nel sangue, ma il nostro organismo deve fare molti sforzi per mantenere costanti i livelli ematici di questo minerale.

Il magnesio è necessario per più di 300 reazioni biochimiche che avvengono nel nostro organismo :

  • contribuisce a mantenere la normale funzionalità muscolare e nervosa,
  • regola il battito cardiaco,
  • mantiene sano il sistema immunitario
  • e rafforza il tessuto osseo.

Il magnesio, inoltre,

  • contribuisce alla regolazione dei livelli di glucosio nel sangue,
  • normalizza la pressione sanguigna,
  • è coinvolto nel metabolismo dell’energia e nella sintesi delle proteine.

I ricercatori recentemente hanno indagato sul ruolo del magnesio nella prevenzione e nella cura di alcuni disturbi come l’ipertensione, le malattie cardiovascolari e il diabete. Il magnesio introdotto normalmente tramite gli alimenti viene assorbito nell’intestino tenue ed eliminato dai reni.

Dove si trova il magnesio

Le verdure a foglia verde, come gli spinaci, sono una buona fonte di magnesio perché il centro della molecola della clorofilla (la sostanza che dà alle verdure il colore verde) contiene questo minerale.

Anche alcuni legumi (fagioli e piselli), alcuni tipi di frutta a guscio, i semi e i cereali integrali ne contengono quantità importanti: i cereali non integrali, invece, hanno un contenuto piuttosto scarso, perchè quando la farina bianca viene raffinata e trattata  la crusca e il germe (le parti ricche di magnesio) vengono rimosse. Il pane fatto con la farina integrale contiene più magnesio rispetto a quello fatto con la farina bianca raffinata.

L’acqua del rubinetto può essere una buona fonte di magnesio, ma la quantità di minerale contenuta varia a seconda della sorgente. L’acqua che alla sorgente ha un maggior contenuto di minerali è definita dura ed è quella che contiene una maggior quantità di magnesio.


Variare la propria dieta con un adeguato apporto di legumi, frutta a guscio, cereali integrali e verdure vi aiuterà a coprire il fabbisogno quotidiano di magnesio. Nella tabella seguente scoprirete la quantità di magnesio contenuta in alcuni alimenti.

ALIMENTO Milligrammi (mg) %RDA americana
Mandorle, tostate, 30 g 80 20
Anacardi, tostati, 30 g 75 20
Soia, matura, cotta, mezza tazza
75
20
Spinaci, congelati, cotti, mezza tazza
75
20
Frutta a guscio, mista, tostata, 30 g 65 15
Cereali, farina macinata, 2 biscotti 55 15
Farina d’avena, solubile, fortificata, con acqua, 1 tazza 55 15
Patata, bollita con la buccia, medie dimensioni 50 15
Arachidi, tostate, 30 g
50 15
Burro di arachidi, semplice, 2 cucchiai 50 15
Crusca di grano, cruda, 2 cucchiai 45 10
Piselli, cotti, mezza tazza 45 10
Yogurt, bianco, scremato, circa 2 dl e mezzo 45 10
Fiocchi di cereali integrali, mezza tazza 40 10
Fagioli cotti, mezza tazza 40 10
Riso, integrale, chicco lungo, cotto, mezza tazza 40 10
Lenticchie, mature, cotte, mezza tazza 35 8
Avocado, mezza tazza di purea 35 8
Fagioli rossi, in scatola, mezza tazza 35 8
Fagioli borlotti, cotti, mezza tazza 35 8
Germe di grano, crudo, 2 cucchiai 35 8
Latte e cacao, una tazza 33 8
Banana, cruda, medie dimensioni 30 8
Barretta al cioccolato al latte, 45 g circa 28 8
Latte, ridotto contenuto di grassi (2%) o senza grassi, 1 tazza 27 8
Pane, farina normale, confezionato, una fetta 25 6
Uvetta, senza semi, mezza tazza 25 6
Latte intero, una tazza 24 6
Budino al cioccolato, 120 g circa 24 6

*RDA = Fabbisogno giornaliero. L’RDA è la quantità di riferimento specificata dalla Food and Drug Administration (FDA) per aiutare i consumatori a capire se un certo alimento contiene una grande o una piccola quantità di una determinata sostanza. L’RDA del magnesio è pari a 400 milligrammi (mg) secondo le linee guida americane (in Italia si considera invece un fabbisogno richiesto minimo di 300 mg al giorno). La maggior parte delle etichette degli alimenti non indica il contenuto di magnesio. La colonna “%DV” della tabella indica quindi la percentuale del fabbisogno giornaliero di magnesio fornita dalla porzione di alimento corrispondente. Un alimento che fornisce soltanto il 5% del DV o meno è povero di magnesio, mentre un alimento che fornisce dal 10 al 19% del DV è una buona sorgente di questo minerale. Gli alimenti che forniscono il 20% o più del DV hanno un alto contenuto di questa sostanza nutritiva. È importante ricordare che gli alimenti che forniscono percentuali minime rispetto alla DV di una sostanza contribuiscono comunque a una dieta sana e bilanciata.

Quantità raccomandate

I consigli sulle quantità di magnesio da assumere nella dieta sono contenuti nel cosiddetto Dietary Reference Intake (DRI), uno standard di valutazione messo a punto dall’Istituto di medicina della National Academy of Sciences statunitense. L’espressione Dietary Reference Intakes comprende un insieme di parametri che vengono usati per pianificare e accertare l’assunzione di determinate sostanze nutritive nelle persone sane. I tre parametri principali compresi nel DRI sono: la dose giornaliera raccomandata (RDA), il livello di adeguatezza (AI) e il livello massimo tollerabile (UL). L’RDA esprime la dose media giornaliera sufficiente per soddisfare le richieste nutrizionali di quasi tutte le persone sane (percentuale compresa tra il 97 e il 98% delle persone). Il livello di adeguatezza (AI) viene stabilito quando non ci sono sufficienti dati scientifici per specificare una RDA per gruppi d’età/sesso specifici. Il livello d’adeguatezza è pari o superiore alla quantità di sostanza nutritiva necessaria per mantenere un adeguato stato nutrizionale, in quasi tutti i membri di una fascia d’età o di un sesso. L’UL, invece, esprime la massima dose giornaliera consigliata per non causare effetti collaterali. La Tabella seguente elenca le RDA del magnesio, espresse in milligrammi, per i bambini e gli adulti.


Età (anni)
Maschio (mg/giorno) Femmina (mg/giorno) Gravidanza (mg/giorno) Allattamento (mg/giorno)
1-3 80 80 ND ND





4-8 130 130 ND ND





9-13 240 240 ND ND





14-18 410 360 400 360





19-30 400 310 350 310





31+ 420 320 360 320






I dati scientifici finora raccolti non sono sufficienti per stabilire l’RDA del magnesio per i neonati. Per i bambini fino ai 12 mesi il DRI viene espresso sotto forma di livello di adeguatezza (AI), cioè di quantità media di magnesio che può essere assunta dai bambini sani, allattati al seno. La Tabella seguente elenca i livelli di adeguatezza per i neonati: le quantità sono espresse in milligrammi (mg).


Età(mesi) Maschi e femmine(mg/giorno)
Da 0 a 6 30
Da 7 a 12 75

L’assunzione di magnesio è minore tra gli anziani, indipendentemente dal gruppo etnico e dalla razza. Tra gli uomini afroamericani e tra le persone di razza caucasica che fanno uso di integratori alimentari, l’assunzione di magnesio è significativamente maggiore rispetto alle persone che invece non li usano.

Carenza ed integratori

Anche se gli studi dietologici suggeriscono che molti americani non assumono le quantità raccomandate di magnesio, i sintomi da carenza sono veramente rari; tuttavia sembrerebbe che molte persone non abbiano scorte sufficienti di magnesio nel loro organismo, perché probabilmente l’assunzione di questo minerale con la dieta non è sufficiente: si tratterebbe allora di una situazione preoccupante.

Se si hanno scorte sufficienti di magnesio nell’organismo si è più protetti dalle malattie cardiovascolari e dalle disfunzioni a carico del sistema immunitario.

Lo stato di salute complessivo dell’apparato digerente e dei reni influenza le scorte di magnesio in maniera significativa: il magnesio viene assorbito dall’intestino e poi trasportato dal sangue verso le cellule e i tessuti dell’organismo, circa un terzo della quantità assunta con la dieta viene assorbita dall’organismo. I disturbi gastrointestinali che causano problemi di assorbimento, come il morbo di Crohn, possono limitare la capacità dell’organismo di assorbire il minerale. Questi disturbi possono impoverire le scorte di magnesio nell’organismo e, nei casi estremi, possono provocarne la carenza. Anche il vomito o la diarrea cronici o eccessivi possono impoverire le scorte di magnesio.

Normalmente i reni sono in grado di limitare l’eliminazione del magnesio con le urine e quindi permettono di assumere meno magnesio attraverso la dieta; l’eccessiva eliminazione di magnesio con le urine può tuttavia verificarsi come effetto collaterale di alcuni farmaci, oppure nei casi di diabete scarsamente controllato o ancora per abuso di alcool.

Tra i primi sintomi della carenza di magnesio troviamo:

  • perdita di appetito,
  • nausea,
  • vomito,
  • affaticamento e debolezza.

Con il peggioramento della carenza, possono verificarsi anche:

  • sensazione di intorpidimento e pizzicore,
  • crampi e contrazioni muscolari,
  • convulsioni,
  • modifiche della personalità (i cambiamenti improvvisi del comportamento possono essere causati dall’eccessiva attività elettrica del cervello),
  • anomalie del battito cardiaco e spasmi coronarici.

La carenza grave può essere causata da livelli insufficienti di calcio nel sangue (ipocalcemia), inoltre è anche associata ai livelli insufficienti di potassio nel sangue (ipokaliemia o ipopotassiemia).

Molti di questi sintomi non sono specifici e possono essere causati da molti altri disturbi, non solo dalla carenza di magnesio. E’ quindi importante far valutare i sintomi ed i problemi da un medico, che sarà in grado di fornirvi la cura più adatta per le vostre esigenze.

Integratori: chi e quando

Gli integratori di magnesio, molto diffuso in questo periodo è il cloruro di magnesio, possono essere indicati quando un determinato problema o disturbo provoca l’eliminazione eccessiva del minerale o ne limita l’assorbimento; alcuni farmaci per esempio possono provocare la carenza di magnesio, a causare questo problema sono alcuni diuretici, antibiotici e chemioterapici (farmaci usati per curare i tumori), tra cui:

  • Diuretici: furosemide (Lasix®) e idroclorotiazide (contenuto in diverse associazioni di farmaci per la pressione, per esempio Acesistem®)
  • Antibiotici: Gentamicina (Gentalyn®) e amfotericina
  • Farmaci chemioterapici: cisplatino

Le persone affette da diabete non tenuto adeguatamente sotto controllo possono essere aiutate da integratori di magnesio, perché la maggiore eliminazione del minerale con le urine è associata all’iperglicemia.

Gli integratori di magnesio possono essere indicati anche per tutti coloro che fanno abuso di alcool: i livelli di magnesio rimangono bassi per una percentuale di persone alcoolizzate variabile tra il 30% e il 60% e nel 90% circa dei pazienti che stanno tentando di disintossicarsi. Chiunque assuma alcool come sostituto di una normale alimentazione di solito vede diminuire di molto i propri livelli di magnesio.

Le persone che soffrono di problemi cronici di malassorbimento, come il morbo di Crohn, la celiachia (enteropatia glutine-sensibile) o l’enterite regionale, oppure si sono sottoposte a interventi chirurgici all’intestino, possono perdere grandi quantità di magnesio a causa della diarrea o del cattivo assorbimento dei grassi. Chi ha problemi di questo tipo può pensare di ricorrere agli integratori.

Le persone in cui i livelli ematici di potassio e calcio sono cronicamente bassi potrebbero avere un problema di base di carenza di magnesio. Gli integratori di magnesio possono contribuire a correggere le carenze di potassio e calcio.

Gli anziani sono sempre più a rischio per quanto concerne la carenza di magnesio. Le ricerche compiute nel 1999/2000 e nel 1994/1998 (National Health and Nutrition Examination Surveys) suggeriscono che gli anziani assumono meno magnesio con l’alimentazione rispetto agli adulti, inoltre negli anziani l’assorbimento del magnesio diminuisce e contestualmente aumenta l’eliminazione renale. Gli anziani hanno anche maggiori probabilità di assumere farmaci che interagiscono con il metabolismo del magnesio. La combinazione di tutti questi fattori fa sì che il rischio di carenza di magnesio sia maggiore in questa fascia d’età. È molto importante che gli anziani si abituino a introdurre le dosi consigliate di magnesio nella loro dieta.

I medici sono in grado di valutare i livelli di magnesio, quando sono presenti i problemi riportati in precedenza, e di decidere se è necessario ricorrere agli integratori.

Integrare il magnesio: come?

Seguire una dieta ricca di cereali integrali, legumi e verdure (soprattutto quelle a foglia verde) vi aiuterà ad assumere la quantità di magnesio raccomandata e a mantenere le scorte normali di questo minerale. Aumentare la quantità di magnesio assunta con la dieta spesso può rimediare a una situazione di carenza.

Solo quando i livelli ematici di magnesio sono davvero molto bassi si consiglia il reintegro del minerale per endovena.

Possono anche essere prescritti gli integratori sotto forma di compresse, bustine o flaconcini, ma alcuni di essi possono provocare diarrea. È fondamentale far valutare da un medico la causa, la gravità e le conseguenze della carenza di magnesio nel sangue: il medico potrà consigliarvi il modo migliore per reintegrare le scorte dell’organismo. Le persone affette da patologie renali possono non essere in grado di eliminare il magnesio in eccesso, quindi non dovrebbero assumere integratori, se non sotto controllo medico.

Gli integratori di magnesio per uso orale uniscono al magnesio un’altra sostanza, per cui tra gli integratori di magnesio possiamo trovare ad esempio l’ossido di magnesio, il solfato di magnesio, il carbonato di magnesio, il magnesio pidolato (Mag2®), aspartato di magnesio (Polase® e Ripresa®) o il cloruro di magnesio. La quantità di minerale indicata sulla confezione non sempre rappresenta la quantità effettiva di magnesio presente in ciascun composto. La quantità di magnesio nel composto e la sua biodisponibilità influenzano l’efficacia dell’integratore. La biodisponibilità è la quantità di magnesio presente nell’alimento, nel farmaco o nell’integratore che viene effettivamente assorbita dall’intestino e alla fine risulta disponibile per le attività biologiche delle cellule e dei tessuti. Se le compresse del composto di magnesio sono gastrorivestite di solito la biodisponibilità è minore (ricordiamo che le compresse gastrorivestite sono quelle dotate di rivestimento che permette loro di transitare all’interno dello stomaco e di essere “demolite” solo una volta giunte nell’intestino tenue). In una ricerca che ha confrontato quattro diversi tipi di preparato a base di magnesio, risulta che la biodisponibilità dell’ossido di magnesio è minore, mentre il cloruro di magnesio e il lattato di magnesio presentano un assorbimento molto maggiore a parità di biodisponibilità. Questi risultati avallano l’opinione che il contenuto di magnesio di un integratore alimentare e la sua biodisponibilità contribuiscano alla capacità di rimediare alle carenze di magnesio.

Ricerche e controversie

Il magnesio e la pressione sanguigna

Le evidenze epidemiologiche suggeriscono che il magnesio con buone probabilità ha un ruolo importante nella regolazione della pressione sanguigna: le diete ad alto contenuto di frutta e verdura, che sono buone sorgenti di potassio e magnesio, sono associate nella stragrande maggioranza dei casi alla minore pressione sanguigna. La ricerca DASH (Dietary Approaches to Stop Hypertension), uno studio clinico riguardante gli approcci dietetici per la lotta all’ipertensione, ha suggerito che la pressione alta può essere tenuta efficacemente sotto controllo da una dieta ad alto contenuto di frutta, verdura e prodotti caseari a ridotto contenuto di grassi: una dieta del genere fornisce un elevato apporto di magnesio, potassio e calcio, mentre è povera di sodio e di grassi.

Una ricerca empirica, condotta su un campione di 30.000 medici statunitensi, ha dimostrato l’effetto di diversi fattori nutrizionali sull’incidenza dell’ipertensione (pressione alta). Dopo quattro anni di follow-up, è stato scoperto che il minore rischio di ipertensione è associato ai regimi alimentari che forniscono una maggiore quantità di magnesio, potassio e fibra alimentare. Una ricerca durata sei anni relativa al rischio di aterosclerosi all’interno delle comunità ha monitorato un campione circa 8000 persone di entrambi i sessi, che all’inizio dello studio non soffrivano di ipertensione. Secondo i risultati della ricerca il rischio di sviluppare l’ipertensione diminuisce all’aumentare della quantità di magnesio assunta con la dieta, ma questo risultato vale soltanto per le donne.

Gli alimenti ricchi di magnesio spesso sono anche ricchi di potassio e fibre alimentari. In questo modo risulta difficile valutare l’effetto del solo magnesio sulla pressione sanguigna, tuttavia le recenti scoperte scientifiche degli esperimenti clinici DASH sono abbastanza attendibili da aver indotto il Comitato nazionale statunitense per la prevenzione, la diagnosi, la valutazione e la terapia dell’ipertensione ad affermare che le diete ad alto contenuto di magnesio rappresentano una modifica positiva dello stile di vita per le persone affette da ipertensione.

Il magnesio e il diabete

Il diabete è un disturbo che provoca una produzione insufficiente e/o un uso non efficiente dell’insulina, un ormone prodotto dal pancreas. L’insulina aiuta l’organismo a convertire gli zuccheri e gli amidi in energia, per consentire il normale funzionamento delle cellule. Esistono due tipi diversi di diabete: il diabete di tipo 1 e quello di tipo 2: il diabete di tipo 1 (anche detto diabete giovanile) viene diagnosticato con maggior frequenza nei bambini e negli adolescenti ed è causato dall’incapacità dell’organismo di produrre l’insulina. Il diabete di tipo 2, spesso definito diabete dell’adulto, è invece la forma più comune di questa malattia, si solito viene diagnosticato negli adulti ed è collegato all’incapacità di usare l’insulina prodotta dal pancreas. L’obesità è un fattore di rischio per l’insorgenza del diabete di tipo 2. Negli ultimi anni la percentuale di pazienti affetti da diabete di tipo 2 è aumentata contestualmente alla maggiore incidenza dell’obesità.

Il magnesio ha un ruolo importante nel metabolismo dei carboidrati, è infatti in grado di influenzare il rilascio e l’attività dell’insulina, l’ormone che controlla i livelli di glucosio (zucchero) nel sangue. Spesso nei pazienti affetti da diabete di tipo 2 si riscontrano bassi livelli di magnesio nel sangue (ipomagnesemia). L’ipomagnesemia può far peggiorare l’insulino-resistenza, un disturbo che di solito precede il diabete, oppure può esserne una conseguenza. Gli individui affetti da insulino-resistenza non sono in grado di usare efficacemente l’insulina, devono essere somministrate loro grandi quantità di questo ormone in modo da mantenere normali i livelli di glucosio nel sangue. I reni possono perdere la capacità di trattenere il magnesio durante i periodi di grave iperglicemia (i periodi in cui i livelli di glucosio del sangue sono molto più alti del normale). La maggiore eliminazione del magnesio con le urine, poi, può far diminuire i livelli di magnesio nel sangue. Negli anziani, correggendo la carenza di magnesio, è possibile migliorare la risposta e l’azione dell’insulina.

Due ricerche compiute negli Stati Uniti, il Nurses’ Health Study (NHS) e l’Health Professionals’ Follow-up Study (HFS), seguono un campione di 170.000 medici e infermieri mediante questionari che i partecipanti completano ogni due anni. Il ruolo della dieta è stato preso in considerazione per la prima volta nel 1980 dall’NHS e nel 1986 dall’HFS, da allora in poi, ad intervalli variabili dai due ai quattro anni, sono stati elaborati suggerimenti relativi alla dieta. Sono anche state raccolte informazioni sull’uso degli integratori alimentari, compresi quelli multivitaminici. Durante queste ricerche, è stato studiato un campione di 127.000 persone (85.060 donne e 42.872 uomini) senza precedenti di diabete, malattie cardiovascolari o tumori: la ricerca ha esaminato i fattori di rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2. Le donne sono state seguite per 18 anni, mentre gli uomini per 12 anni. Nel tempo il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 si è rivelato superiore nelle persone che assumevano meno magnesio. Queste ricerche avvalorano le indicazioni dietologiche che consigliano di aumentare il consumo delle principali fonti di magnesio, come i cereali integrali, la frutta a guscio e le verdure a foglia verde.

L’Iowa Womens’s Health Study sta seguendo un gruppo di donne anziane dal 1986. I ricercatori hanno esaminato la connessione tra il rischio di sviluppo di diabete di tipo 2 nelle donne e l’assunzione di carboidrati, fibra alimentare e magnesio nella dieta. Il consumo di queste sostanze è stato stimato mediante questionari riguardanti la frequenza di assunzione di determinati alimenti: l’incidenza del diabete durante i sei anni di follow-up è stata determinata chiedendo ai partecipanti se i loro medici hanno diagnosticato loro questa malattia. Basate soltanto sui semplici rilevamenti alimentari e riferite unicamente a un campione di donne anziane, le scoperte dei ricercatori suggeriscono che una maggiore assunzione di cereali integrali, fibra alimentare e magnesio diminuisce il rischio di sviluppo del diabete.

Il Women’s Health Study in origine era stato concepito per valutare i rischi e i benefici di integratori a base di aspirina e vitamina E a basso dosaggio per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari e dei tumori nelle donne di età superiore ai 45 anni. Mentre esaminavano il campione di circa 40.000 donne, i ricercatori hanno anche preso in considerazione l’associazione tra l’assunzione del magnesio e l’incidenza del diabete di tipo 2, su un periodo medio di 6 anni. Tra le donne in sovrappeso il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 era significativamente maggiore in quelle che assumevano meno magnesio. Questa ricerca avvalora anche le indicazioni dietologiche che consigliano di aumentare il consumo delle principali fonti di magnesio, come i cereali integrali, la frutta a guscio e le verdure a foglia verde.

D’altra parte, però, la ricerca ARIC sul rischio di aterosclerosi nelle comunità non ha evidenziato alcun collegamento tra l’assunzione di magnesio nella dieta e il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Durante i sei anni di follow-up, i ricercatori dell’ARIC hanno esaminato il rischio di diabete di tipo 2 su un campione di più di 12.000 adulti che non presentavano il diabete all’inizio della ricerca. In questa ricerca non è stata dimostrato alcun collegamento tra l’assunzione di magnesio nella dieta e l’incidenza del diabete di tipo 2, né nei partecipanti bianchi, né in quelli neri. Potrebbe sembrare, quindi, che i risultati delle diverse ricerche sullo stesso argomento siano piuttosto contraddittori. Prima di arrivare a una conclusione relativamente a un argomento medico, però, i ricercatori compiono diversi studi, e ne valutano accuratamente i risultati. Nel tempo, decidono quali risultati sono abbastanza coerenti da suggerire una conclusione, perché vogliono essere sicuri di dare consigli giusti al pubblico.

Diversi studi clinici hanno esaminato i benefici potenziali dell’integrazione del magnesio nel controllo del diabete di tipo 2. In uno di essi, a 63 pazienti con livelli ematici di magnesio minori del normale sono stati somministrati 2,5 grammi di cloruro di magnesio per via orale al giorno (preparazione liquida, equivalente a 300 mg di magnesio puro al giorno) oppure un placebo. Alla fine del periodo di osservazione, durato sedici settimane, quelli che avevano ricevuto l’integratore avevano livelli di magnesio nel sangue più alti e il diabete era tenuto meglio sotto controllo,rispetto a quelli a cui era stato somministrato il placebo, come suggerito dalla diminuzione dei livelli dell’emoglobina A1C. L’esame dell’emoglobina A1C misura il controllo complessivo del glucosio nel sangue su un periodo di due o tre mesi, e molti medici lo considerano l’esame del sangue più importante per i diabetici.

In un’altra ricerca 128 pazienti con diabete di tipo 2 scarsamente controllato hanno ricevuto, in maniera del tutto casuale e per un periodo di trenta giorni, un placebo oppure un integratore contenente 500 mg oppure 1000 mg di ossido di magnesio (MgO). Tutti i pazienti, inoltre, sono stati curati con una dieta speciale, oppure con una dieta associata a farmaci in grado di tenere sotto controllo i livelli di glucosio nel sangue. I livelli di magnesio sono aumentati nel gruppo che ha ricevuto 1000 mg di ossido di magnesio al giorno (equivalenti a 600 mg di magnesio puro al giorno), ma non sono variati in modo significativo nel gruppo a cui è stato somministrato il placebo oppure la quantità di 500 mg di ossido di magnesio al giorno (equivalente a 300 mg di magnesio puro). Tuttavia, nessuna delle due quantità di magnesio ha migliorato in maniera significativa il controllo del glucosio nel sangue.

Questi studi forniscono risultati interessanti, ma suggeriscono anche che sono necessarie ulteriori ricerche per spiegare meglio l’associazione tra i livelli di magnesio nel sangue, l’assunzione di magnesio nella dieta e il diabete di tipo 2. Nel 1999, l’American Diabetes Association (ADA) ha fornito ai diabetici delle indicazioni dietetiche, affermando che “la valutazione periodica dei livelli di magnesio nel sangue è consigliata soltanto nei pazienti ad alto rischio di carenza di magnesio. I livelli di magnesio dovrebbero essere monitorati solo se si tratta di un caso accertato di ipomagnesemia.”

Il magnesio e le malattie cardiovascolari

Il metabolismo del magnesio è molto importante per la sensibilità all’insulina e per il controllo della pressione sanguigna. L’associazione osservata empiricamente tra il metabolismo del magnesio, il diabete e l’ipertensione aumenta la probabilità che il metabolismo del magnesio sia in grado di influenzare le malattie cardiovascolari.

Alcune ricerche hanno dimostrato che esiste un collegamento tra i livelli alti di magnesio nel sangue e il minore rischio di cardiopatie coronariche. Inoltre alcune ricerche dietologiche hanno suggerito che una maggiore assunzione di magnesio è in grado di diminuire il rischio di infarto. Le ricerche suggeriscono, inoltre, che la carenza di magnesio nell’organismo fa aumentare il rischio di anomalie del battito cardiaco, che a loro volta aumentano la probabilità di complicazioni dopo un infarto. Questi studi suggeriscono che consumare la quantità di magnesio consigliata può apportare benefici all’apparato circolatorio.

Diversi studi di minore importanza suggeriscono che gli integratori di magnesio sono in grado di migliorare il decorso delle coronaropatie. In una di queste ricerche sono stati esaminati su un campione di 187 pazienti gli effetti degli integratori del magnesio sulla resistenza allo sforzo (camminare su tapis roulant o andare in bicicletta), sul dolore al petto causato dall’esercizio fisico e sulla qualità della vita complessiva. Ai pazienti è stato somministrato un placebo oppure un integratore contenente 265 milligrammi di magnesio citrato due volte al giorno per sei mesi. Alla fine del periodo di osservazione i ricercatori hanno scoperto che questa terapia ha aumentato in maniera significativa i livelli di magnesio. I pazienti a cui è stato somministrato il magnesio sono stati in grado di aumentare la durata dello sforzo del 14%, mentre il gruppo che ha ricevuto il placebo non ha fatto registrare cambiamenti significativi. Coloro ai quali è stato somministrato il magnesio hanno sofferto con minore frequenza di dolore al petto.

In un’altra ricerca 50 pazienti affetti da coronaropatia sono stati scelti in modo completamente casuale per ricevere due volte al giorno un placebo o un integratore di magnesio che forniva loro 342 mg di ossido di magnesio. Dopo sei mesi coloro ai quali era stato somministrato l’integratore presentavano significativi miglioramenti nella resistenza allo sforzo.

In una terza ricerca, i ricercatori si sono chiesti se l’integrazione del magnesio migliorasse gli effetti antitrombotici dell’aspirina: hanno quindi esaminato la coagulazione del sangue in 42 pazienti con problemi alle coronarie. Per tre mesi ciascun paziente ha ricevuto un placebo oppure un integratore con 400 mg di magnesio, due o tre volte al giorno. Dopo una pausa di quattro settimane i due gruppi sono stati scambiati, in modo che ciascun partecipante allo studio ricevesse l’altra terapia per altri tre mesi. I ricercatori hanno scoperto che l’integrazione di magnesio ha un effetto antitrombotico che si va a sommare a quello dell’aspirina.

Questi studi sono incoraggianti, ma sono stati condotti su campioni molto piccoli. Sono necessarie ulteriori ricerche per capire meglio le complesse relazioni tra l’assunzione del magnesio, gli indicatori delle scorte di magnesio e le patologie cardiache. I medici sono in grado di valutare i livelli di magnesio se si verificano i problemi riportati in precedenza, e di decidere se è necessario ricorrere agli integratori.

Magnesio e osteoporosi

La salute delle nostre ossa dipende da molte sostanze diverse, ma le più importanti sono il calcio e la vitamina D. Tuttavia alcune ricerche suggeriscono che la carenza di magnesio potrebbe rappresentare un fattore di rischio aggiuntivo per l’osteoporosi post-menopausa. È probabile che questo avvenga perché la carenza di magnesio altera il metabolismo del calcio e gli ormoni responsabili della regolazione del calcio. Diversi studi compiuti su campioni di pazienti hanno suggerito che l’assunzione di integratori di magnesio potrebbe migliorare la densità ossea. In una ricerca compiuta su un campione di anziani si è visto che una maggiore assunzione di magnesio riusciva a salvaguardare con maggiore efficacia la densità ossea. Le diete che forniscono i livelli di magnesio consigliati apportano benefici alla salute delle ossa, ma sono necessarie ulteriori ricerche sul ruolo del magnesio nel metabolismo osseo e nell’osteoporosi.

Eccesso di magnesio

Il magnesio, se assunto normalmente con gli alimenti, non presenta alcun rischio per la salute, tuttavia gli integratori come il cloruro di magnesio, con i loro alti dosaggi, possono causare effetti collaterali come la diarrea e i crampi addominali. Il rischio di tossicità del magnesio aumenta se si soffre di insufficienza renale, perché i reni non sono in grado di eliminare il magnesio in eccesso. Anche i lassativi e gli antiacidi che contengono dosi massicce di magnesio sono stati associati al rischio di tossicità. Ad esempio si è verificato un caso di ipermagnesemia in una ragazza di 16 anni, dopo l’assunzione di una sospensione orale a base di magnesio idrossido e alluminio idrossido: la ragazza aveva deciso di assumere l’antiacido ogni due ore, anziché quattro volte al giorno, come correttamente prescritto dal medico. Tre giorni dopo ha perso conoscenza e il riflesso tendineo profondo non rispondeva più. I dottori non erano in grado di stabilire con precisione quanto magnesio avesse assunto, ma la ragazza presentava livelli di magnesio nel sangue cinque volte maggiori del normale. E’ quindi importante che i medici siano consapevoli degli effetti dei lassativi o degli antiacidi che contengono il magnesio. I sintomi dell’eccesso di magnesio sono simili a quelli della carenza di questo minerale, tra di essi troviamo:

  • cambiamenti dello stato mentale,
  • nausea,
  • diarrea,
  • perdita dell’appetito,
  • debolezza muscolare,
  • difficoltà respiratorie,
  • pressione molto bassa,
  • battito cardiaco irregolare.

La Tabella seguente elenca i livelli massimi tollerabili di integratori di magnesio consentiti nei neonati, nei bambini e negli adulti sani. Tutti i livelli sono espressi in milligrammi (mg). I medici, però, possono prescrivere il magnesio a dosaggi maggiori, in caso di patologie specifiche. Non esiste alcun livello massimo per la normale assunzione di magnesio con la dieta, ma solo per gli integratori.


Età Maschio (mg/giorno) Femmina (mg/giorno) Gravidanza(mg/giorno) Allattamento(mg/giorno)
Neonati ? ? ND ND
1-3 65 65 ND ND
4-8 110 110 ND ND
9-18 350 350 350 350
19+ 350 350 350 350



Traduzione a cura di  Elisa Bruno


Revisione scientifica e correzione a cura del Dr. Guido Cimurro (farmacista)

Le informazioni contenute in questo articolo non devono in alcun modo sostituire il rapporto dottore-paziente; si raccomanda al contrario di chiedere il parere del proprio medico prima di mettere in pratica qualsiasi consiglio od indicazione riportata.

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