mercoledì 6 agosto 2014

ESCLUSIVO !!! INTERVISTA A SERGEI GLAZYEV - CONSIGLIERE ECONOMICO DI PUTIN



INTERVISTA AL CONSIGLIERE

DI PUTIN SERGEI GLAZYEV


di Mark Hackard

Sergei  Glazyev  è un consigliere economico chiave del presidente Putin. In questa intervista del 21 luglio con Alena Berezovskaya della rivista Rusinform, Glazyev discute la posizione della Russia nella geopolitica globale, l’economia, l’attuale crisi in Ucraina e lo stato della nascente Novorossia.
AB: Buon pomeriggio! In questa conversazione con Lei vorrei toccare un po’ di temi: le possibilità di un partenariato tra Ucraina e Russia tenendo conto delle nuove realtà, la lotta dell’Occidente contro la Russia e il relativo ruolo dell’Ucraina, la questione Crimea. Ma vorrei cominciare con l’ideologia. Tutte le unioni, gli stati e i regimi hanno un loro carattere, un’idea propria. L’arma principale dell’Occidente è la democrazia: la lotta per la libertà e i diritti umani, che a volte diventa la subordinazione della maggioranza alle minoranze sessuali ed etniche. E poi c’è l’ideologia dell’Unione Eurasiatica. Qual’è la sua essenza? [...]
SG: L’ideologia eurasiatista consiste in una semplice idea: siamo tutti legati da un destino storico e dobbiamo costruire un futuro comune, al contempo rispettando le reciproche sovranità e osservando i principii di mutuo beneficio, enfatizzando la nostra affinità storica. Questo è ciò che ci differenzia dall’Unione Europea. Nel suo obiettivo di espansione, l’UE pratica una metodologia di doppio-pesismo, usando la forza, la frode e la tecnologia politica.
AB: Si riferisce al Trattato di Lisbona, che sostituisce i referenda nazionali dei paesi dell’UE con voti parlamentari?
SG: Sì, e non solo. Sono pronti ad usare la violenza fino al punto di organizzare colpi di stato per inghiottire interi paesi, come vediamo in Ucraina. L’UE si comporta come un impero burocratico che non disprezza alcun mezzo per espandere il suo potere e i suoi territori. Questo sembra antiquato, nel 21° secolo! Sembrerebbe che non siano in corso guerre per il territorio, e in un mondo che di fatto vive con il libero commercio di beni e persone senza tener conto dei confini, le battaglie per il territorio appaiono come una cosa del secolo scorso. Distinguendoci dall’UE, noi limitiamo la sfera dell’integrazione solo alle questioni nelle quali condividiamo lo stesso approccio e punto di vista. In pratica nella sfera economica, dove stiamo cercando di aumentare la competitività di tutti i partecipanti al processo di integrazione.

sergey-glazyev

AB: Prima ha detto “enfatizzando la nostra affinità storica.” Ovvero, la possibilità che ad esempio l’Europa o la Cina partecipino all’Unione Eurasiatica viene esclusa?
SG: Con l’Europa vogliamo avere rapporti di libero commercio; non aspiriamo a creare entità sovranazionali con l’UE. Credo che sia un’utopia.
AB: Perché?
SG: Innanzitutto, la tradizione politica russa esclude la possibilità di abdicare la propria sovranità a favore di qualsiasi altra nazione, e tutta la storia dell’impero e dello stato russo enfatizza una chiara comprensione dell’inviolabilità della nostra sovranità nazionale, a differenza dell’attuale classe dirigente ucraina, che ha trasferito ad occhi chiusi tutti i suoi diritti sovrani a Bruxelles. Qualsiasi persona con un minimo di comprendonio non capirà, se le si dice che la Russia deve rinunciare alla sua sovranità e cedere il diritto di prendere le decisioni a Bruxelles.
AB: Perché noi russi dovremmo rinunciare alla nostra sovranità? Potremmo essere il partner dominante, dopo tutto.
SG: Bruxelles non la vede in nessun altro modo. Ho già detto che la democrazia europea si comporta come un impero. Ovvero, si impongono su tutti gli altri. L’approccio europeo è questo: “se vuoi far parte della nostra unione, sottomettiti alle nostre regole e accetta le nostre direttive”.
AB: Ciò si vede chiaramente nell’esempio dell’Ucraina. Possiamo chiamare l’Accordo di Associazione il massimo del cinismo. L’evidente obiettivo dell’Europa è di disporre di un serbatoio di lavoratori a basso costo e di un vasto mercato dove vendere i suoi prodotti. Purtuttavia, il presidente Putin ha affermato che un partenariato tra Unione Eurasiatica, Ucraina ed Europa è possibile. In quale forma?
SG: Libero commercio, progetti comuni e programmi di sviluppo congiunti: tutto questo è perfettamente possibile. Il nostro presidente propose tutto ciò all’UE quando Yanukovich rifiutò di firmare l’accordo, e quindi la domanda fu: “e adesso?” La nostra offerta era questa: elaboriamo tutti insieme -Russia, Europa e Ucraina- un formato comune di partenariato affinché l’Ucraina non perda i legami con noi russi: rapporti di libero commercio, cooperazione stabile e una moltitudine di progetti congiunti. Ma Bruxelles rifiutò questa proposta e scelse l’opzione di imporsi all’Ucraina con la forza. Ciò è incompatibile con il nostro approccio.
AB: Mi ricordo di questa discussione. Allora pensavo a quanta pazienza doveva avere la Russia mentre alle sue spalle venivano condotte trattative ostili. Porgeva la mano per aiutare, cercando di cogliere l’essenza del problema e i desideri da parte ucraina. Una posizione così amichevole e non egoista non è da tutti, anzi in Europa è del tutto assente. Subordinazione totale e disintegrazione.
SG: L’Europa è una civiltà post-cristiana in cui le norme della moralità cristiana e l’etica vengono rigettate. In pratica gli europei hanno messo a fondamento della loro ideologia ciò che noi chiamiamo disintegrazione morale, e che loro chiamano tolleranza. I rapporti tra i sessi, tra genitori e figli: queste sono le fondamenta della vita umana. Indebolendole, l’Europa si auto-condanna alla rovina, e noi non abbiamo intenzione di prendere parte in questa autodistruzione. Solo negli ultimi 20 anni in Russia c’è stato un ritorno ai valori cristiani. Sebbene dobbiamo dire che perfino in Unione Sovietica “la gente viveva senza Dio, ma in modo devoto”, come ha detto il nostro patriarca. Se paragona il codice morale di un “costruttore di comunismo”, a cui tutti i membri del Komsomol (l’unione comunista della gioventù -ndt) prestavano giuramento quando entravano nell’organizzazione, ai principi base del cristianesimo, essi nel contenuto coincidono. Sebbene senza la fede in Dio i codici morali funzionino male, come dimostrato dall’esperienza dell’impresa socialista.
AB: Allora l’essenza dell’ideologia eurasiatista è questa: vivere secondo gli insegnamenti di Cristo, secondo i Suoi comandamenti.
SG: Direi che è più ampia. L’ideologia eurasiatista riconosce il valore fondamentale di tutte le religioni mondiali, perché l’integrazione eurasiatica comprende non solo popoli cristiani, ma anche musulmani e buddisti. I principii umani generali della società, di cui stiamo parlando, sono supportati e difesi da tutte le religioni. Quindi bisogna dire che l’Europa è post-cristiana perché già non è più cristiana ma nemmeno musulmana, buddista né confuciana. L’Europa è post-civilità, lo esprimerei così.
AB: La disintegrazione della civilità umana.
SG: Le varie religioni lo chiamano in modi diversi, ma il nocciolo della questione non cambia. Lo vediamo nell’esempio dell’Ucraina. Lì vediamo la sovversione dei valori morali cristiani; pretendono che l’Ucraina legalizzi il matrimonio omosessuale, modifichi la giustizia minorile, e altre norme che distruggono la struttura della famiglia tradizionale.
AB: Quale potrebbe essere il ruolo della Cina nell’Unione Eurasiatica?
SG: La Cina è, insieme all’UE, il nostro maggiore partner commerciale. L’integrazione economica è già in corso nel senso di un crescente volume di circolazione di beni, l’espansione dei legami di cooperazione, l’aumento degli investimenti e, anche questo è positivo, si stanno espandendo le forme di cooperazione a lungo termine. Ma insieme a tutto questo non abbiamo alcun piano per creare entità sovranazionali, perché anche la Cina come noi considera prioritaria la sua sovranità. Non riesco a immaginare che la Cina rinunci alla sua sovranità in favore di un’organizzazione sovranazionale. Nonostante nella storia cinese ci siano stati periodi di oppressione coloniale, quando la nazione di fatto era governata da poteri europei e americani, ciò veniva rigettato dalla scuola di pensiero spirituale e politica cinese. La Cina si considera il centro del Cosmo, di conseguenza l’integrazione con essa è possibile solo subordinandovisi, cosa già successa nella nostra storia durante il giogo tartaro-mongolo.
Nel pensiero cinese il “giogo” significa uno stato di subordinazione amichevole. Quella è l’unica forma possibile di integrazione con la Cina. In questo senso assomiglia all’UE. Procedendo da posizioni di studio, la Cina porta avanti una linea di espansione economica e, ove possibile, politica. Crea alleanze all’interno delle quali la Cina gioca il ruolo principale, e gli altri quello di colonie. In questo senso, la stabilità dell’enorme matrice del partenariato economico-culturale eurasiatico presuppone l’indipendenza della Russia, l’indipendenza dell’Europa, della Cina, dell’India e dell’Iran. Quindi l’integrazione con la Cina prende la strada della cooperazione economica, della creazione di istituzioni comuni per il supporto agli investimenti, di supporto per programmi di sviluppo congiunti, di contratti a lungo termine. Abbiamo già fondato tali forme di partenariato, come l’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), che però non è un’ente sovra-nazionale, ma inter-nazionale, all’interno del quale i vari stati elaborano programmi comuni e creano istituzioni comuni per lo sviluppo. Ora, ad esempio, possiamo parlare dell’espansione della Banca Eurasiatica per lo Sviluppo, e la Cina potrebbe parteciparvi, ma niente più di questo.
AB: Tutto chiaro con l’Europa e anche con la Cina. La Novorossia può diventare un membro della famiglia eurasiatica?
SG: In questo momento è importante mantenere la cooperazione e sostenere il commercio senza imporre tariffe doganali sulle repubbliche di Donetsk e Lugansk. Dobbiamo pensare a quale forma legale dare a questo rapporto. Per stabilire rapporti commerciali tra i due stati è ovviamente auspicabile riconoscere la sovranità reciproca. Ma, anche se non succede, come l’esperienza dell’OMS mostra con la partecipazione sia della Cina che di Taiwan, le questioni commerciali ed economiche possono venire separate da quelle politiche e legali. Ci sono precedenti in cui paesi dalla sovranità non riconosciuta sono stati partecipanti a pieno titolo di regimi commerciali in qualità di territori commerciali indipendenti. Per la Novorossia si può specificare uno status simile. Tale status può fornire le basi per il mantenimento legale delle relazioni di libero commercio e di altre misure preferenziali connesse con un’integrazione più profonda.
AB: Il partner principale dell’Ucraina è sempre stato la Russia. Altri paesi, compresi quelli europei, si situano a parecchi ordini di grandezza sotto di noi per volume di beni esportati. Gli investimenti russi nell’economia ucraina hanno superato quelli europei di molte volte. Come funzionano gli investimenti russi nel mercato ucraino in questo momento?
SG: In condizioni di guerra, qualsiasi cooperazione e partenariato sono complicati da grandi rischi: le imprese hanno paura di effettuare le consegne, i consumatori hanno paura di chiudere i contratti, e c’è anche il serio rischio politico di non-adempimento contrattuale. Ciò che sta accadendo nel Donbass è una classica “forza maggiore”, la guerra. La guerra, come sappiamo, ovunque negli accordi viene riconosciuta come circostanza di forza maggiore e permette il non-adempimento degli obblighi contrattuali. In uno stato di guerra i beni possono venire distrutti o confiscati, le fabbriche sequestrate, e ogni impresa può venire rasa al suolo. Il dispotismo che oggi le autorità ucraine stanno imponendo nel Donbass sta paralizzando tutta l’attività economica. Non solo la cooperazione con le imprese russe, ma anche con quelle ucraine.
AB: L’”atto di capitolazione” firmato dal presidente Poroshenko il 27 giugno con l’UE dimostra una cosa: l’Ucraina rifiuta i legami economici preferenziali e l’assistenza dalla Russia, ma non li sta ricevendo in misura proporzionale dall’Europa. Aggiungiamo a ciò il fatto che le funzioni statali sovrane per la regolazione dell’economia nazionale sono state trasferite alla gestione esterna della Commissione Europea. L’Accordo di Associazione contraddice la costituzione ucraina.
SG: Per far sì che questo accordo venisse firmato, gli americani e gli europei hanno organizzato il rovesciamento dell’autorità legittima, compiendo un colpo di stato. Hanno portato al potere i nazisti, che usano semplicemente per distruggere fisicamente le persone che non desiderano vivere in associazione all’UE. Le altre guardano in silenzio, non capendo le conseguenze a cui tale accordo porterà.
AB: Si parla molto delle conseguenze. Vediamole punto per punto.
SG: Prima di tutto, un grandissimo calo nella competitività dei beni ucraini nello stesso mercato ucraino: verranno messi da parte dai beni europei, più competitivi. Il risultato sarà una diminuzione di beni ucraini e la bancarotta di molte imprese. Secondo, a molte imprese ucraine verrà semplicemente proibito produrre per il mercato ucraino perché non sono conformi alle normative tecniche europee (questo è un “colpo” amministrativo che le autorità europee possono sferrare usando l’Accordo di Associazione). Terzo, la firma dell’accordo esclude la partecipazione dell’Ucraina nel processo di integrazione eurasiatica, il che porterà alla riduzione dei regimi di commercio preferenziale e, in futuro, la comparsa di tariffe doganali nell’esportazione di prodotti ucraini in Russia. Quarto, la rapida diminuzione delle esportazione di beni ucraini. Quinto, l’attrattività ucraina per gli investimenti sta diminuendo, perché il maggior investitore era il business russo, che aveva investito nelle imprese ucraine per allargare e sviluppare la cooperazione e per creare produzioni congiunte, il che in gran parte non ha più senso dopo che l’Ucraina ha firmato l’Accordo di Associazione. Queste sono solo le conseguenze economiche. Oltre a quelle, l’economia ucraina verrà messa in condizioni gravissime e la bilancia dei pagamenti si deteriorerà, il che significa il default, vale a dire la bancarotta dell’Ucraina verso il debito con l’estero. Questo è il motivo preciso per cui Yanukovich si rifiutò di firmare l’Accordo di Associazione con l’Europa.
AB: Poi aggiungiamo le conseguenze politiche…
SG: Se parliamo di conseguenze politiche, la prima è la perdita di sovranità da parte dell’Ucraina. Praticamente tutte le questioni commerciali e di regolazione economica stanno venendo trasferite alla Commissione Europea; il governo ucraino perde la sua indipendenza. Tutte le decisioni dovranno essere approvate dall’UE, e tutte le modifiche legislative dovranno essere fatte solo nella direzione voluta dall’UE. Ovvero, l’Ucraina è di fatto diventata una colonia dell’Unione Europea, una colonia obbligata ad adempiere a tutte le direttive di Bruxelles senza la possibilità di influenzare la loro formulazione.
AB: E non solo Bruxelles: ci sono comandanti di rango un po’ più alto. Sto parlando dei nostri amici di Washington.
SG: E’ necessario riconoscere che oggi l’Ucraina è un territorio occupato dagli americani, che stanno dettando le nomine del personale e dirigono attivamente tutte le azioni della giunta nazista. Nominano personalmente i ministri chiave e chiedono loro l’esecuzione dei compiti stabiliti dall’ambasciata statunitense a Kiev. Ovverosia gli americani stanno spingendo le “autorità” verso un’ulteriore intensificazione del conflitto. Ciò di cui Poroshenko e il suo governo stanno oggi parlando è una diretta escalation del conflitto, l’assassinio di migliaia di persone, la distruzione dell’infrastruttura urbana: è un crimine mostruoso contro l’umanità, commesso a discapito degli interessi del popolo ucraino.
AB: La guerra tra gli USA e la Novorossia sta aumentando di intensità. Il Pentagono sta annunciando ufficialmente nuovi invii di armi agli oppressori ucraini, mentre accusa la Russia di inviare armi ai militanti. Quindi gli USA hanno il diritto di fornire ufficialmente armi e finanziare gli oppressori e i nazisti? Qual è in ultima analisi il ruolo della Russia?
SG: Il compito principale assegnato alla giunta dai suoi padroni americani è di trascinare la Russia in una guerra aperta con l’Ucraina; è precisamente per questo scopo che stanno commettendo questi assassinii mostruosi: per costringere la Russia ad entrare in territorio ucraino in difesa della popolazione pacifica, che si sta già rifugiando nel nostro territorio a centinaia di migliaia, implorando il nostro aiuto. Si capisce che la Russia non può restare indifferente. Quindi i controllori americani dei nazisti ucraini pretendono un’escalation della violenza e un aumento nel numero di vittime. Stanno usando artiglieria pesante contro donne e bambini e bloccando artificialmente le città: la gente resta senza cibo né acqua, molte città sono già alla fame. Perciò è in corso un vero genocidio, e viene compiuto su ordine americano per forzare la Russia ad andare a difendere il popolo inerme, sia di russi che di ucraini che vivono in quel territorio. E devo dire che la pressione dell’opinione pubblica provocata da questi tragici resoconti è molto alta.


Traduzione : Anacronista

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