Viktor Orban: L’era delle democrazie liberali è finita
I modelli da seguire sono la Russia, l’India e la Cina
In un discorso ai sostenitori di Fidesz
in Romania, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha detto che l’era
delle democrazie liberali è finita e ha annunciato la formazione di una
commissione parlamentare per il monitoraggio continuo di stranieri che
cerchino di guadagnare influenza in Ungheria.
Non solo gli stranieri sono nel mirino
di Orbán, ma anche le ONG ungheresi e i loro dipendenti, in particolare i
beneficiari dello Spazio economico europeo e dei fondi norvegesi.
Alcuni lavoratori delle ONG, che spesso appaiono in pubblico, pare siano
attivisti politici stranieri pagati per promuovere gli interessi
stranieri.
Ha respinto l’approccio di vedere la
diffusione dei diritti umani come il dovere principale degli Stati
Uniti, e ha sostenuto che la diplomazia dev’essere definita, pragmatica,
e centrata sulle relazioni anche a scapito della propaganda sui diritti
umani.
L’obiettivo di una politica estera veramente nazionale
dev’essere quello di rendere ogni competitore globale interessato al
successo del Paese.
All’inizio del mese Orban si è opposto
alle sanzioni UE sulla Russia, e ha accettato da Mosca un prestito di 10
miliardi di euro per potenziare la centrale nucleare di Pak.
Ha deriso le idee russofobe, che
soffiano sul timore, mai sopito in Ungheria, riguardo il pericolo di
essere invasi dalla Russia.
Ha detto anche il più grande problema dell’Ungheria è che dipende troppo dalla Ue, per il commercio, e che quindi dovrà cercare di aumentare la quota di scambi con la Russia, da cui del resto ha ricevuto un prestito di 10 miliardi per il potenziamento della centrale nucleare di Paks.
Ha detto anche il più grande problema dell’Ungheria è che dipende troppo dalla Ue, per il commercio, e che quindi dovrà cercare di aumentare la quota di scambi con la Russia, da cui del resto ha ricevuto un prestito di 10 miliardi per il potenziamento della centrale nucleare di Paks.
L’Ungheria dipende dalla Russia per
l’approvvigionamento di petrolio all’80%, del gas al 75%.
L’ampliata
capacità dell’impianto di Paks fornirà elettricità a basso costo,
garantendo l’80% del fabbisogno dell’Ungheria, e un surplus che potrà
essere esportato.
Orban ha deplorato la crisi in corso tra Russia e occidente, e ha definito la crisi economica globale del 2008 uno spartiacque nella storia europea, paragonabile solo al 1945 o al 1990, asserendo che lo stato sociale e la società hanno esaurito le riserve.
Ha anche criticato il consumo a credito, e in generale il modello di società consumistica basata sul debito, sia privato che pubblico, definendo provinciale chi cerca di imitare pedissequamente i modelli occidentali.
Orban ha deplorato la crisi in corso tra Russia e occidente, e ha definito la crisi economica globale del 2008 uno spartiacque nella storia europea, paragonabile solo al 1945 o al 1990, asserendo che lo stato sociale e la società hanno esaurito le riserve.
Ha anche criticato il consumo a credito, e in generale il modello di società consumistica basata sul debito, sia privato che pubblico, definendo provinciale chi cerca di imitare pedissequamente i modelli occidentali.
Orban punta a creare una sorta di
alternativa, che si distacchi dalle ideologie dogmatiche occidentali, in
modo da rendere l’Ungheria un Paese in grado di competere a livello
globale.
Questa nuova Ungheria “sarà un nuovo Stato del lavoro che rispetterà il cristianesimo, la libertà e i diritti umani.” L’era delle democrazie liberali è finita, ha aggiunto, e ha indicato in Cina, India, Russia, Turchia e Singapore i Paesi che potrebbero offrire ispirazione all’Ungheria. “Verrà il nostro tempo”, ha concluso.
Questa nuova Ungheria “sarà un nuovo Stato del lavoro che rispetterà il cristianesimo, la libertà e i diritti umani.” L’era delle democrazie liberali è finita, ha aggiunto, e ha indicato in Cina, India, Russia, Turchia e Singapore i Paesi che potrebbero offrire ispirazione all’Ungheria. “Verrà il nostro tempo”, ha concluso.
Questi i fatti. Adesso ci permettiamo di
far notare ai tanti terzaposizionisti nostrani, sempre pronti in realtà
a fare il lavoro sporco per la Nato, che se c’è una terza via in
Europa, è quella di Orban, che punta a mantenere buoni rapporti sia con
la Russia che con quella parte di Europa disposta a non calpestare
l’Ungheria e i suoi diritti.
Orban, dicevamo, non certo quei personaggi
grotteschi che stanno calcando il suolo ucraino martoriato innanzitutto
dalla stupidità dei loro seguaci, sempre pronti a calcare tutti i campi
di battaglia, possibilmente dove si possano stuprare donne e bambini, e
assassinare i civili.
Tutto nel nome dell’eterna russofobia, che in
altre nazioni viene sostituita da altre parole d’ordine. Mai però che
tali terzaposizionisti si siano trovati davvero a ostacolare gli Usa, ma
sempre e solo i suoi avversari.
Ecco, tali figuri prendano esempio da
Orban. La terza via di Orban può essere sintetizzata così: facciamo
affari con chi diciamo noi, e non accettiamo i diktat americani ed
europei.
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