mercoledì 13 agosto 2014

NUOVI VALORI PER I CITTADINI UNGHERESI



Viktor Orban: L’era delle democrazie liberali è finita


I modelli da seguire sono la Russia, l’India e la Cina



In un discorso ai sostenitori di Fidesz in Romania, il primo ministro ungherese Viktor Orban ha detto che l’era delle democrazie liberali è finita e ha annunciato la formazione di una commissione parlamentare per il monitoraggio continuo di stranieri che cerchino di guadagnare influenza in Ungheria.
 Viktor-Orban

Non solo gli stranieri sono nel mirino di Orbán, ma anche le ONG ungheresi e i loro dipendenti, in particolare i beneficiari dello Spazio economico europeo e dei fondi norvegesi.
Alcuni lavoratori delle ONG, che spesso appaiono in pubblico, pare siano attivisti politici stranieri pagati per promuovere gli interessi stranieri.
Ha respinto l’approccio di vedere la diffusione dei diritti umani come il dovere principale degli Stati Uniti, e ha sostenuto che la diplomazia dev’essere definita, pragmatica, e centrata sulle relazioni anche a scapito della propaganda sui diritti umani.
L’obiettivo di una politica estera veramente nazionale dev’essere quello di rendere ogni competitore globale interessato al successo del Paese.
All’inizio del mese Orban si è opposto alle sanzioni UE sulla Russia, e ha accettato da Mosca un prestito di 10 miliardi di euro per potenziare la centrale nucleare di Pak.
Ha deriso le idee russofobe, che soffiano sul timore, mai sopito in Ungheria, riguardo il pericolo di essere invasi dalla Russia.
Ha detto anche il più grande problema dell’Ungheria è che dipende troppo dalla Ue, per il commercio, e che quindi dovrà cercare di aumentare la quota di scambi con la Russia, da cui del resto ha ricevuto un prestito di 10 miliardi per il potenziamento della centrale nucleare di Paks.
L’Ungheria dipende dalla Russia per l’approvvigionamento di petrolio all’80%, del gas al 75%.
L’ampliata capacità dell’impianto di Paks fornirà elettricità a basso costo, garantendo l’80% del fabbisogno dell’Ungheria, e un surplus che potrà essere esportato.
Orban ha deplorato la crisi in corso tra Russia e occidente, e ha definito la crisi economica globale del 2008 uno spartiacque nella storia europea, paragonabile solo al 1945 o al 1990, asserendo che lo stato sociale e la società hanno esaurito le riserve.
Ha anche criticato il consumo a credito, e in generale il modello di società consumistica basata sul debito, sia privato che pubblico, definendo provinciale chi cerca di imitare pedissequamente i modelli occidentali.
Orban punta a creare una sorta di alternativa, che si distacchi dalle ideologie dogmatiche occidentali, in modo da rendere l’Ungheria un Paese in grado di competere a livello globale.
Questa nuova Ungheria “sarà un nuovo Stato del lavoro che rispetterà il cristianesimo, la libertà e i diritti umani.” L’era delle democrazie liberali è finita, ha aggiunto, e ha indicato in Cina, India, Russia, Turchia e Singapore i Paesi che potrebbero offrire ispirazione all’Ungheria. “Verrà il nostro tempo”, ha concluso.
Questi i fatti. Adesso ci permettiamo di far notare ai tanti terzaposizionisti nostrani, sempre pronti in realtà a fare il lavoro sporco per la Nato, che se c’è una terza via in Europa, è quella di Orban, che punta a mantenere buoni rapporti sia con la Russia che con quella parte di Europa disposta a non calpestare l’Ungheria e i suoi diritti.
Orban, dicevamo, non certo quei personaggi grotteschi che stanno calcando il suolo ucraino martoriato innanzitutto dalla stupidità dei loro seguaci, sempre pronti a calcare tutti i campi di battaglia, possibilmente dove si possano stuprare donne e bambini, e assassinare i civili.
Tutto nel nome dell’eterna russofobia, che in altre nazioni viene sostituita da altre parole d’ordine. Mai però che tali terzaposizionisti si siano trovati davvero a ostacolare gli Usa, ma sempre e solo i suoi avversari.
Ecco, tali figuri prendano esempio da Orban. La terza via di Orban può essere sintetizzata così: facciamo affari con chi diciamo noi, e non accettiamo i diktat americani ed europei.

Nessun commento:

Posta un commento