Arthur Koestler – La Tredicesima Tribù
Uno
dei miti che sono stati perpetrati nel mondo è quello che recita: solo
gli Ebrei sono semiti.
Questo non è affatto vero.
Ma nonostante ciò la
ADL (Lega anti-diffamazione) si è arricchita grazie a donazioni,
convincendo i media e la gente a credere a questa falsità.
Se uno indaga circa l’origine della parola, scopre che essa ha a che fare con un gruppo linguistico e niente di più.
Se uno indaga circa l’origine della parola, scopre che essa ha a che fare con un gruppo linguistico e niente di più.
Le lingue semitiche sono, secondo i più esperti linguisti, l’Amarico
(parlato in Etiopia e Eritrea, terre una volta conosciute con il nome di
Abissinia), l’Arabo (parlato in tutti i paesi arabi e in molti paesi
musulmani, in quanto lingua del Corano), l’Aramaico (parlato
principalmente dai Caldei dell’Iraq e da alcuni Cristiani Cattolici e
Maroniti nel mondo, almeno nelle loro funzioni religiose) e il Siriaco
(parlato in alcune regioni della Siria e del Medio Oriente).
Incidentalmente, secondo la maggior parte dei linguisti, Abramo, il
padre degli Ebrei e degli Arabi, parlava Aramaico, lingua di quei luoghi
in quei tempi (e non l’ebraico).
Gli attuali Ebrei (geneticamente Ebrei) nacquero nel Medio Oriente e
sono conosciuti come Ebrei Sefarditi, che parlavano una lingua semitica,
l’Ebraico, fin dalla loro comparsa, ma parlavano anche Aramaico, Arabo,
e Amarico a seconda della loro localizzazione, a Gerusalemme o in altre
città del Medio oriente.
Così, definire antisemita una persona che è critica di Israele, dei
Sionisti e del Sionismo, è un semplice non senso.
Tale persona è
semplicemente critica di Israele e dei sionisti.
Allo stesso modo, se
una persona parla contro gli Arabi, può essere definita anti-Araba ma
non è antisemita. In entrambi i casi, la persona può essere
anti-sionista o razzista o anti-Ebrea o anti-Araba, ma tale persona non
può essere chiamata mai ANTI-SEMITA.
L’abuso del termine ha raggiunto recentemente nuove vette, quando
alcuni Sionisti presenti nei media americani hanno cominciato a dire che
Robert Novak, lui stesso ebreo, era anti-semita.
Prima di tutto, la maggior parte degli Ebrei Askenaziti, nati e
cresciuti in America, come Paul Wolfowitz, Richard Perle e Feith, non
sono neppure ebrei dal punto di vista genetico in quanto discendenti da
tribù slave conosciute come Kazari che si convertirono al Giudaismo, la
cui lingua nativa era lo Slavo e la cui prima lingua in America fu
l’Inglese, come è appunto il caso di Robert Novak.
Non dico che tutti
gli Askenaziti non sono ebrei, ma il modo come alcuni di loro si
comportano non è il modo con cui Mosè portò il Giudaismo da Dio
attraverso la Torah.
Uno non deve far altro che guardare alle persone
che odiano e che sono guerrafondai, presenti nella cerchia di Bush.
Come
ha detto un rabbino mio amico, Shmuel Handelman “Essi possono anche
chiamarsi Ebrei, ma io dubito che lo siano, e se lo sono, io dico che
sono peggio di quanto possa esserlo una cattiva persona“.
In ogni caso, Novak è intelligente e educato abbastanza da sapere la differenza tra Ebreo, Sionista e Semitico!
Un eccellente libro per capire questa problematica è quello di Arthur
Koestler (lui stesso Askenazito), “La Tredicesima Tribù”.
La ADL ha
attaccato e continua ad attaccare questo libro, che è difficilissimo da
trovare.
Il libro non è una condanna degli Askenaziti e delle loro
intenzioni di convertirsi al Giudaismo, ma piuttosto vi si sostiene che
non hanno in loro abbastanza DNA per avere gli stessi sentimenti
riguardo il Giudaismo e la vita in Medio Oriente, che invece hanno gli
Ebrei geneticamente Sefarditi.
Sfortunatamente, il cattivo uso dell’appellativo anti-semita e delle
sue conseguenze è tale che perfino presidenti, senatori, uomini del
congresso, personaggi importanti dei media, ecc. rabbrividiscono
all’idea di essere appellati “anti-semiti” da qualche Sionista o
Israeliano o da gruppi sociali, dell’informazione e religiosi,
chiaramente ignoranti.
Mi sto riferendo a quei gruppi e individui che appellano le persone,
(qualche volta rovinandone la reputazione, gli affari, fino ad attentare
alla loro vita stessa) con la parola “anti-semita”, se hanno espresso
opinioni contro Israele (che non è uno stato semitico) o contro i
Sionisti (un gruppo politico, composto non esclusivamente da Ebrei e che
non ha niente a che fare con il Semitico).
Finchè noi non ripuliamo la nostra lingua e non fermiamo l’uso
incorretto di questo appellativo, messo in atto da gente senza scrupoli e
con ambizioni politiche, rimarremo vittime del cattivo uso di una
categoria linguistica legittima, abusato per il beneficio di pochi.
deca
deca
I Cazari (o anche K(h)azari o più raramente Khazary) (ebraico sing. Kuzar כוזרי plur. Kuzarim כוזרים; turco sing. Hazar plur. Hazarlar; russo sing. Хазарин plur. Хазары; tataro sing Xäzär plur. Xäzärlär; greco Χαζάροι/Χάζαροι; persiano خزر Khazar; latino Gazari o Cosri) sono una confederazione di popolazioni turche seminomadi originarie delle steppe dell'Asia Centrale in cui confluirono elementi iranici, slavi ed i resti dei Goti Orientali di Crimea. Nel VII secolo fondano il Khanato di Khazaria nelle regioni più sud-orientali dell'Europa, vicino al Mar Caspio ed al Caucaso. Oltre alla regione oggi chiamata Kazakistan il khanato comprende anche parti dell'Ucraina, l'Azerbaigian, il sud della Russia e la penisola di Crimea. Intorno al periodo di fondazione del khanato molti Cazari si convertirono al giudaismo.
Il nome 'Cazari' che essi stessi si sono dati proviene da un verbo in lingua turca che significa "vagabondare".
Il nome 'Cazari' che essi stessi si sono dati proviene da un verbo in lingua turca che significa "vagabondare".
Indice
Storia
La storia dei Cazari è strettamente legata a quella dell'Impero Göktürk, fondato quando il clan Ashina rovescia i Juan Juan nel 552. Con il collasso dell'impero Göktürk (in realtà una federazione di tribù) dovuto ad un conflitto interno nel VII secolo la parte occidentale dell'impero si divide in due confederazioni, i Bulgari, guidati dal clan Dulo, ed i Cazari, guidati dal clan Ashina. Nel 670 i Cazari disperdono la confederazione dei Bulgari lasciandone tre residui nell'area del Volga (vedi Bulgaria del Volga), sul Mar Nero e sul Danubio.
La prima apparizione dei Cazari nella storia dell'Occidente è l'aiuto che portano all'imperatore bizantino Eraclio contro i Persiani. Nel VII secolo e nell'VIII secolo combattono una serie di guerre contro gli Arabi all'epoca del califfato dell'omayyade Hishām b. ʿAbd al-Malik, specialmente contro l'Emiro di Mossul.
Benché riescano a fermare l'espansione araba nell'Europa dell'Est, i
Cazari si devono ritirare, per un certo tempo, dalla regione del Caucaso. In seguito però estendono i territori sotto il loro controllo dal Mar Caspio, ad est alle coste nord del Mar Nero ad ovest.
Nel X secolo il khanato inizia il suo declino dovuto agli attacchi dei Vichinghi-Variaghi del Rus' di Kiev e di altre tribù turche. La sua influenza politica diminuisce fino a scomparire del tutto nel XII secolo, con l'invasione dei Mongoli. Le Gesta Hungarorum parlano della presenza cazara in Transilvania, a Bihar, sotto il dominio di Menumorut all'arrivo dei Magiari.
La loro capitale è Itil (o Atil) alla foce del fiume Volga, 10 miglia
dall'attuale città di Astrakhan. Un'altra importante città era Sarkel,
costruita insieme ai Bizantini nei pressi del fiume Don per meglio
controllare le incursioni dei Rus' a sud di Kiev. In questa città i
Cazari obbligarono i Bizantini a non costruir nessuna chiesa, ma
costruirono una loro sinagoga. A nord-est, nel periodo di massimo
splendore, anche i Bulgari del Volga furono vincolati da una specie di
semi-vassallaggio. Nel 913 gli Arabi erano arrivati nei pressi di Itil.
Nel 965 i Vichinghi presero Sarkel e Itil, decretando la fine
dell'impero cazaro. Vestigia importanti della storia dei Cazari si
trovano nel Museo dell'Ermitage a San Pietroburgo.
La religione
In origine i Cazari praticano lo sciamanesimo tipico delle popolazioni turche, basato sul culto di Tengri, dio del cielo, tuttavia con pesanti influenze delle teorie di Confucio, provenienti dalla Cina,
soprattutto sull'idea del Mandato Celeste. In base a queste influenze
il clan Ashina è considerato essere stato prescelto da Tengri per
guidare il popolo ed il khan
la personificazione del favore che il dio concede al popolo turco. Un
khan che fallisce nel suo mandato ha chiaramente perso il favore del
cielo e quindi viene ritualmente giustiziato.
Alcuni storici hanno ipotizzato che sia stata questa tradizione di
giustiziare i governanti che perdevano il "favore del Cielo", la ragione
che ha portato la classe dirigente dei Cazari a cercare un'altra
religione.
Infatti, tra la fine del VIII secolo e l'inizio del IX secolo,
il khan e i nobili Cazari si convertono al giudaismo seguito da una
parte della popolazione. Alcune ricerche suggeriscono che, almeno in
parte, questa conversione di massa fu un espediente politico atto a
prevenire tentativi, provenienti dall'esterno, di condizionare le
credenze religiose dei Cazari e quindi influenzarli anche politicamente.
Il Khanato si trova infatti stretto tra l'Islam ad est ed il
Cristianesimo ad ovest. I sostenitori della teoria "ashkenazita" (vedi
sotto) hanno ipotizzato che intorno al 950
la religione con il maggior numero di fedeli nel khanato potesse essere
il giudaismo a seguito della conversione di alcuni khan; il primo khan
di religione giudaica è Bulan, mentre un altro, Obadiah, rinvigorisce il
giudaismo invitando rabbini dall'esterno e promuovendo la costruzione
di sinagoghe. La tolleranza religiosa è peraltro una caratteristica del
khanato che viene mantenuta per più di trecento anni: ad esempio, la
corte suprema, consiste di due ebrei, due cristiani, due musulmani ed un credente nella vecchia religione.
L'ipotesi di Koestler e il dibattito storiografico degli ultimi anni
L'ipotesi che il giudaismo fosse la religione prevalente dei Cazari è dovuta allo studioso Arthur Koestler, il quale propose che i cosiddetti Ashkenaziti siano in realtà i discendenti dei Cazari che abbandonarono le loro terre a causa delle devastazioni Mongole,
rifugiandosi nell'Europa orientale, per lo più nei territori
dell'attuale Polonia, Ungheria e Ucraina; cioè i territori più toccati
dalla sterminio nazista. Questi, non appartenendo ad alcuna delle 12
tribù di Israele, sono definiti nel libro di Koestler "La Tredicesima
Tribù".
Schlomo Sand, nella sua opera del 2008 che si propone una revisione critica
dei miti fondanti la storia del popolo ebraico, riprende l'ipotesi di
Koestler e procedendo a ritroso tenta una ricostruzione della vicenda
cazara nel suo complesso. Sottolinea così come già nella seconda metà
del XIX secolo sia emersa un visione storica per la quale in Russia vi furono in realtà due comunità ebraiche, sedimentatesi l'una sull'altra nel corso dei secoli: quella originaria, formata da ebrei che giungevano dalle coste del Mar Nero e dall'Asia attraverso il Caucaso
e quella condotta in Russia da ondate migratorie successive, che
provenivano dalla Germania. La questione cazara ha continuato infatti ad
alimentare dubbi ed a far propendere diversi autori per un'ipotesi che
vedeva il regno dei Cazari all'origine della diaspora di Israele in Russia, Lituania e Polonia. Gli studiosi citati in proposito da Sand sono: Avraam Garkavi, Simon Dubnow, Yitzchaq Schipper, Salo Baron e Ben Zion Dinur.
Di contro, ricorda l'autore, il filone storiografico sionista tradizionale ha sostenuto da sempre che gli ebrei dell'Europa orientale, provenienti da Eretz Israel, sono venuti dalla Germania dopo essersi temporaneamente fermati a Roma. A conferma di ciò, l'uso della lingua yiddish
in Polonia, Lituania e Russia è stato usato come prova dell'esistenza
di ebrei orientali di origine ebraico-tedesca o askenazita, dal momento
che tale lingua risultava composta per l'80% da parole tedesche.
Nondimeno, fra XIX e XX secolo, altre ipotesi sono emerse a giustificare la diffusione dello yiddish. Abraham Polak ricorda che gli abitanti del regno dei Cazari che abitavano in Crimea, convertitisi all'ebraismo, parlavano il gotico antico, lingua in uso nella penisola fino al XVI secolo e particolarmente affine allo yiddish. Altri vedrebbero invece nella colonizzazione tedesca dei territori orientali nel XIV e XV secolo
e nella fondazione di importanti centri commerciali e artigianali, la
vera causa della diffusione di questo idioma che veniva impiegata come lingua franca
negli scambi con la popolazione locale. Comunità di origine tedesca
avrebbero infatti costituito all'epoca l'ossatura della prima borghesia dell'Europa orientale portando con sé anche un clero
cattolico, mentre gli ebrei sarebbero giunti dalle regioni cazare e
slave per assumere il ruolo di esattori, coniatori di monete ma anche
conciatori e carrettieri. A fronte di ciò la successiva, contenuta,
migrazione di élite ebraiche tedesche avrebbe integrato una presenza già stabile, finendo per rafforzarne la lingua e il culto.
Fra gli attacchi formulati da Sand alla tradizionale lettura della
storia degli ebrei in Europa orientale, vanno infine annoverati i
contributi della linguistica e della demografia storica. Il linguista Paul Wexler sostiene una discendenza linguistica
parzialmente diversa per lo yiddish, che alla luce dei suoi studi
sarebbe in realtà una lingua di base slava con lessico in larga parte
tedesco sudorientale, formatasi nelle zone di confine fra le comunità, ora scomparse, che parlavano dialetti slavi e dialetti tedeschi, mentre sul versante demografico
un “dato scomodo” per i fautori dell'origine tedesca andrebbe
rintracciato nella circostanza i seguaci dell'ebraismo in terra
germanica fra XI secolo e XII secolo
erano in numero del tutto insufficiente a dare vita, di lì a poco, alle
consistenti comunità ebraiche polacche, lituane e russe. Non si
spiegherebbe peraltro, conclude lo storico, per quale ragione, se il
luogo di provenienza degli ebrei dell'Europa orientale fosse stato la
Germania occidentale, essi si sarebbero moltiplicati così tanto nelle
regioni ad Est bloccando invece la crescita demografica ad Ovest, in
un'epoca nella quale mancava ancora qualsivoglia politica di controllo
delle nascite.
Al di là dei contrasti, fortemente connotati politicamente, fra storici organici e nuova storiografia israeliana
e delle più generali diatribe sul metodo fra modernisti e perennialisti
che vedono intellettuali come Sand opporsi alle nuove impostazioni
promosse, fra gli altri, da Anthony D. Smith della London School of Economics che sulla nazione israeliana ha maturato una posizione del tutto diversa, va rilevato come permanga un interesse diffuso
per gli aspetti sociologici, linguistici ed etnografici relativi alla
vicenda dei Cazari ed al loro legame con altre civiltà del passato,
prima fra tutte quella ebraica, dinanzi al quale è lecito attendersi
nuovi vivaci contributi da parte di studiosi di diversa estrazione accademica.
Bibliografia
- Arthur Koestler, La tredicesima tribù, UTET, Torino, 2003
- Isaac Acqris, Kol Mevasser , Constantinople 1577, Manuscrit à Oxford.
- Dunlop D.M., "The History of the Jewish Khazars", Princeton University Press, Princeton 1954
- A.N. Poliak, Kazarie: Histoire d'un royaume juif en Europe (En hébreu), Tel Aviv, 1951.
- Encyclopédia Universalis, Dictionnaire du Judaïsme, p. 447, Paris, Albin Michel, 1998.
- Shlomo Sand, L'invenzione del popolo ebraico, Rizzoli, Milano, 2010.
- Anthony Smith, Le origini culturali delle nazioni, Il Mulino, Bologna, 2010.
- Sapir Jacques, Piatigorsky Jacques (dir), "L'Empire khazar. VIIe-XIe siècle, l'énigme d'un peuple cavalier.", Paris, Autrement, coll. Mémoires, 2005 (ISBN 2-7467-0633-4)
- Martin Gilbert, Atlante di storia ebraica, p. 24, Giuntina, Firenze, 2006.
- Essad Bey, Twelve Secrets of the Caucasus, The Viking Press, New York, 1931.
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