USCIRE DALL’EURO? L’OLANDA SI PREPARA
8 febbraio 2014
Uscire dall’euro? Si può. (Leggete anche qua : http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-02-10/i-vantaggi-l-olanda-secondo-studio-capital-economics-nexit-come-uscire-euro-e-vivere-felici-e-piu-benestanti-082531.shtml?uuid=AB3PVXv )
Con le elezioni europee alle porte, la campagna elettorale per i seggi di Strasburgo si
annuncia infuocata. Il fronte anti-euro e i partiti euroscettici
cominciano ad organizzarsi per accendere la corsa verso il voto e
convincere gli elettori che mollare la moneta unica è possibile. E così
in Olanda si portano avanti col lavoro.
Il leader del partito di destra
olandese Freedom Party, Geert Wilders ha presentato
ieri uno studio economico, commissionato alla società di consulenza
inglese Capital Economics, che presenta i benefici per l’Olanda
rivenienti da una sua uscita non solo dall’Eurozona ma dalla Unione
Europea, inserendolo dentro al programma per le elezioni europee su cui
chiamerà gli elettori olandesi a votare.
I vantaggi - Lo studio di ben 157 pagine affronta i
vantaggi di un’uscita dell’Olanda dall’euro-zona. I vantaggi non sono
pochi. Il primo riguarda il maggior potere decisionale da parte di
Amsterdam di decidere le politiche commerciali e industriali.
Un
elemento che di sicuro potrebbe giovare anche all’Italia, dato che dal
punto di vista delle politiche economiche e industriali gli ultimi due
governi, quello del Prof e di Letta che
hanno sempre avallato i diktat di Berlino salvo poi rimangiarsi tutto
per bocca di Napolitano. Ma uscire dall’euro, come avvertono
dall’Olanda, darebbe un’autonomia monetria e soprattutto fiscale.
L’Europa infatti da sempre impone agli stati membri il regime monetario
che discende dalla Bce con le varie regole di Maastricht rafforzate dal
Fiscal Compact. Spezzare queste catene di sicuro darebbe nuova linfa
all’economia nazionale, sia in Olanda che in Italia.
I costi - Nel caso di Amsterdam è parere comune dei
tecnici euroscettici che una politica monetaria molto più lasca
(“looser”) rispetto a quella imposta all’Eurozona dalla leadership
tedesca potrebbe mettere in moto la ripresa e la rescita. Ulteriori
“guadagni”, sempre secondo lo studio Capital Economics, verrebbero sia
dalla eliminazione dell’ingombrante (“cumber-some”) regolamentazione che l’UE impone
alle aziende, ritenuta particolarmente inefficiente, specie se
confrontata con la legislazione interna del vicino UK, sia dal risparmio
sui versamenti alla UE (l’Olanda è un contributore netto), sia
dall’autonoma gestione dei flussi di immigrazione.
L’unico problema
riguarda il costo dell’addio all’euro.
Nuova valuta - La preparazione di nuove banconote,
modifiche dei sistemi informativi e di pagamento, eccetera sono stati
stimati dallo 0,3 al 0,8% del PIL, prendendo come riferimento i costi
dell’analoga transizione dal Gulden all’Euro nel 1999-2000, mentre gli
eventuali futuri costi di transazione, legati ad avere
una moneta propria variano, a seconda di diversi studi, dallo 0,1% allo
0,8% del Pil ma scenderebbero notevolmente se l’area euro rimanesse in
piedi dopo l’uscita dell’Olanda. Le conclusioni dello studio sono che in
caso di uscita dalla Ue l’Olanda nel 2035 avrebbe un Pil dal 10 al 13%
maggiore che restando nell’attuale situazione.
La ricetta del Freedom
Party, nonostante sia difficle da realizzare nel breve periodo, convince
gli elettori. Il partito euroscettico olandese infatti è attualmente in
testa in quasi tutte le proiezioni per le Elezioni Europee, con stime
che arrivano persino ad appena un seggio in meno rispetto ai partiti
della attuale coalizione di governo.
Se ad Amsterdam dovesse partire
l’effetto domino anti-euro, la prossima tessera a cascare giù è di sicuro
quella Italiana.
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