Ecco come ci dicono a cosa pensare:
la manipolazione della
matrix dei Mass Media
5 novembre 2013
Credi che tutto ciò che pensi o in cui credi sia
frutto di una tua libera riflessione?
I tuoi atteggiamenti, le tue
opinioni, convinzioni e abitudini sono espressione della tua interiorità
o sono continuamente plasmate da qualcun altro?
Potrebbe essere
possibile che tu e tutto ciò che è intorno a te sia una realtà modellata
ad arte da qualcuno dietro le quinte?
Purtroppo, la verità è che quasi tutti noi siamo immersi in un
colossale sistema mediatico nel quale radio, televisione e stampa
plasmano continuamente e subdolamente le opinioni e le credenze delle
persone, dicendole cosa e come pensare.
Se si vuole continuare a stare nella beata ignoranza, allora conviene
smettere di leggere questo articolo e andare subito a piazzarsi davanti
alla televisione; ma se si vuole prendere la pillola rossa, allora continuate a leggere, perché più a fondo si va nella tana del bianconiglio, più si scoprono fatti strani e curiosi.
Solo in Italia, secondo uno studio promosso da Sipra, Rai e Starcom
Mediavest Group, un cittadino medio passa circa 4 ore e mezza al giorno
davanti alla TV, rubando spazio alla socialità e al confronto con le
altre persone.
Il 45% degli italiani è monomediatico, si affida cioè ad un solo mezzo d’informazione; di questi, la quasi totalità, il 93%, sceglie la Tv.
La radio è al secondo posto tra i medium preferiti.
Al terzo posto si
trova Internet, per i giovani dai 15 ai 24 anni e gli adulti dai 25 ai
44, mentre tra i 45enni e oltre è preferita la lettura dei quotidiani,
scelti peraltro più dagli uomini, mentre le donne prediligono i
periodici.
Molti di noi sono così assuefatti a questo continuo bombardamento informativo che se venissero sconnessi
dal sistema, comincerebbero ad avere crisi di astinenza, avvertendo una
sorta di malessere fisico se nelle nostre case dovesse all’improvviso
regnare il silenzio.
Il dato più sconcertante è che il 90% delle informazioni pompate nelle nostre teste è prodotta da un’oligarchia di operatori:
1) RCS MediaGroup: gruppo con
una forte proiezione internazionale che in Italia edita, tra gli altri,
il Corriere della Sera, la Gazzetta dello Sport, City (quotidiano
gratuito), Novella 2000, Max, El Mundo, e tanti altri… Interessante
notare che tra gli azionisti risulta anche la Rothschild Bank AG Zurigo
con un pacchetto azionario del 7,65%.
2) Gruppo Editoriale L’espresso:
diverse attività, come carta stampata, televisione e radio. Queste
alcune delle edizioni: la Repubblica, L’Espresso, Le Scienze, MicroMega,
Radio Capital, Radio DJ, Deejay TV, ecc…
3) Silvio Berlusconi: grande
concentrazione mediatica, tra televisioni, carta stampata, editoria:
Mediaset, Mondadori, Einaudi, Medusa Film, Il Giornale, Panorama, TV
Sorrisi e Canzoni, ecc…
4) Caltagirone Editore:
l’azionista di maggioranza è Francesco Gaetano Caltagirone. Tra le
pubblicazioni: Il Mattino, Il Messaggero, Leggo, Il Corriere Adriatico,
Telefriuli, ecc…
5) Rai TV: la TV di Stato italiana con i suoi molteplici canali a disposizione della lottizzazione politica di turno…
Comunque, la situazione Italiana è specchio di quella mondiale, dove
c’è la stessa concentrazione nelle mani di pochi operatori. Al ché,
sorge una domanda: le migliaia di ore di “notizie e intrattenimento” che
queste aziende ogni anno sparano nell’etere e poi nelle nostre teste
ogni anno, che effetto stanno avendo su tutti noi?
E’ possibile che
questi ticoon mediatici abbiano più effetto su di noi di quanto
riteniamo possibile?
La potenza dei Media
La
vera forza dei mezzi di comunicazione sta nella loro presunta
autorevolezza: chi mai si permetterebbe di mettere in dubbio
l’autenticità di una notizia data da un telegiornale o da un quotidiano?
Il sistema dell’informazione, grazie al tacito consento della
popolazione, definisce letteralmente ciò che per noi è importante e ciò
che non lo è.
Se i media non parlano di qualcosa, allora semplicemente si tratta di
qualcosa che non è importante.
Quante volte avete sentito una frase del
tipo: Se questo che dici fosse vero, ne avremmo sentito parlare in televisione?
La cosa stupefacente è che la gente non vuole neanche sentir parlare di cose non dette dalla TV.
L’enorme potenza della TV si manifesta anche nei discorsi quotidiani
delle persone, le quali, nella maggior parte delle loro conversazioni,
non fanno altro che commentare ciò che hanno visto nei notiziari o nelle
trasmissioni di intrattenimento.
Ci troviamo in un’epoca nella quale le
interazioni limitate tra le persone sono definite dalla connessione al
sistema mediatico.
La gente, piuttosto che occuparsi della loro vita reale, preferisce
dedicarsi a ragionamenti su ciò che vomita la televisione nei loro
salotti, cioè una vita tutt’altro che reale e che non le appartiene.
Perchè mai uno dovrebbe preoccuparsi della gravidanza di tale attrice,
quando poi non conosce nemmeno il nome della sua vicina di casa?
Ecco come la televisione rende i nostri cervelli “disponibili”
C’è qualche speranza?
Fintanto che i grandi gruppi editoriali dominano e controllano le
conversazioni delle persone, c’è qualche speranza di un risveglio di
massa tra il popolo mondiale?
Purtroppo il mondo giovanile sembra quello
più esposto al bombardamento mediatico, essendo costantemente connesso
alla matrix mediatica che stanno costruendo intorno a noi.
Secondo un rapporto pubblicato dal Los Angeles Times, i
giovani occidentali trascorrono in media 53 ore alla settimana a
guardare la TV, usare i Social Network e giocare ai videogames. Qual è
il risultato ad un’esposizione così prolungata ad una propaganda
continua di antivalori?
Gli adulti di oggi, quando erano ragazzini giocavano tra loro
incontrandosi all’area aperta. I giovani contemporanei, invece, passano
la maggior parte del loro tempo libero stando seduti davanti al monitor
di un computer, fissando passivamente uno schermo. E’ segno di una
società sana?
Ai sociologi e agli antropologi piace affermare che l’uomo è una
creatura sociale, che siamo stati concepiti per amare ed essere amati.
Ma nell’epoca attuale, la gente sembra “amare” più le loro squadre di
calcio preferite, o i loro programmi televisivi, sacrificando molto
tempo prezioso che potrebbe essere utilizzato per avere rapporti “reali”
con altre persone.
Una condizione sociale pilotata?
Nel frattempo, l’elite globale che detiene il controllo dei mezzi di
informazione, favorisce e sfrutta la nuova condizione della società
digitale, distraendo la popolazione e controllando il flusso
dell’opinione pubblica.
Il più delle volte, i media si concentrano sul gossip che riguarda
l’ultima celebrità comparsa sulla scena, o i duelli “interpretati” dai
politici dei due schieramenti, ignorando, puntualmente, le cosa
importanti che intanto succedono nel mondo.
Un esempio su tutti è il totale blackout sulle notizie che riguardano
le riunioni annuali del gruppo Bilderberg. Pare che numerosi direttori
di giornali e telegiornali vi partecipino senza che nessuno ne venga a
conoscenza.
Oppure, il silenzio colpevole sul meccanismo del debito
pubblico che stringe un cappio alla gola degli stati sovrani nazionali.
Se qualcuno si permette di sollevare la questione su uno di questi
temi, semplicemente gli verrà risposto di essere un “cospirazionista” e
che queste cose non esistono. Negare, negare perfino l’evidenza: questa è
la strategia adottata.
I potenti nell’ombra. Gli “occulti” che scrivono la storia dietro le quinte
Ma chi governa realmente il mondo? C’è un gruppo ristretto che tira le fila
Ma perché la gente continua a credere alle sciocchezze pubblicate dai
mass media? La verità è che siamo talmente assuefatti al sistema, da
non riuscire ad immaginare una società diversa: ci è stata rubata
perfino la possibilità della fantasia che ci permetterebbe di progettare
un mondo diverso, fondato sulla verità e l’autorevolezza.
Perfino i politici sembrano molto più stupidi di quelli del passato:
mancano di competenza, di fiuto politico e, cosa più avvilente, mancano
del senso della vergogna. Ma forse lo stesso sistema politico è un
enorme carrozzone messo davanti ai nostri occhi per celare i veri
governanti occulti del mondo.
Naturalmente, lo stato attuale della società rappresenta un successo
per l’elite illuminata, dato che più il pubblico è stupido, più è facile
da dominare. La gente non riflette più per concetti, ma per luoghi
comuni immessi nell’opinione pubblica dai mass media.
L’unica speranza è
la crescita sempre più significativa delle fonti alternative di
informazione.
Forse, c’è speranza, dopo tutto!
Forse .... deca
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