UN RESOCONTO GIORNALIERO
DELLA CRISI GRECA
11.03.2014
DI PANAGIOTIS GRIGORIOU
greekcrisis.fr
È da 4 anni che, indiscutibilmente, noi greci siamo più che
trascinati dalla crisi economica. Ci trasfiguriamo.
Si prospettano tempi
nuovi, che s’inaugurano sotto un “kairos” [1]
non propiziatorio.
L’ultimo rapporto della Banca della Grecia
(Quotidiano “Avgi” del 1° marzo) ammette, che nel 2012, il 34% della
popolazione del nostro paese ha conosciuto la povertà.
Oggi, dopo due anni di assolutismo troikano, è la metà della popolazione ad essere sottoposta a ristrettezze.
“Kairos”, tempo dell’occasione favorevole, momento del cambiamento
decisivo, visione, istante e circostanza durante la quale conviene
agire. Non ci resta che contare sul tempo e attendere che riservi
qualcosa di migliore...un tempo senza pioggia.
L’incostituzionalità del nostro regime politico, instaurato dalle
élite greche e dagli oligarchi dell’Ue, va di pari passo con il
disfacimento della classe media, e cosa fatta capo ha. Ormai, i nostri
principi e tradizioni si riorganizzano, i nostri tempi festivi cambiano
gradualmente il loro carattere funzionale e allegorico: tutto diventa
motivo di solidarietà.
Sabato 1 marzo, nei quartieri a sud di Atene, i volontari dei luoghi,
dei nostri luoghi di memoria futura, tutti membri del “Collettivo
resistenza, antifascismo e solidarietà”, hanno organizzato una vendita
solidale tra i produttori e gli abitanti.
La location è stata scelta con
cura: “si è tenuto conto di tutto, a due passi dal mare… ma piove”. Per
inaugurare il lungo week-end, a pochi giorni dalla sempre celebrata
Quaresima, i militanti della solidarietà hanno anche offerto della zuppa
(molto popolare!), dei fagioli e della halva.
Halva in offerta. Manifestanti solidali del quartiere Sud, Atene, 1 marzo |
Vendita solidale diretta. Quartiere Sud. Atene, 1 marzo |
Al mercato diretto e solidale. Atene (Sud), 1 marzo |
Vassilis (uno pseudonimo), del
Comitato del quartiere, è impegnato fin dall’inizio in questa battaglia.
Egli utilizza il microfono per incoraggiare i partecipanti, e al
contempo, per denunciare i difensori dell’oligarchia:
“E’ il nostro modo di resistere, ma siamo anche certi che non
sarà l’unico da prevedere. Vogliamo porre fine a quest’indegna
situazione, alla quale ci obbligano, ma vogliamo anche riprendere a fare
le cose tra noi. Solidarietà significa cooperare nella vita e per la
vita.
La solidarietà si concretizza nel dare ai prodotti un prezzo molto
abbordabile e senza intermediari, o nell’offrire dei pasti a coloro che
non possono più permetterseli...e infine, la solidarietà è creazione,
creazione di una catena umana che riconforta i malati abbandonati,
perché esclusi dal sistema di sanità.
Noi non lasceremo più che questo
Ministero della salute agisca in maniera criminale e, in conclusione,
non consegneremo Atene nelle mani dei Neonazisti di Alba Dorata”.
I numerosi passanti comprerebbero quasi tutto e, ogni volta, in
piccole quantità, comprese le patate a 50 centesimi al chilo.
Venti
metri più lontano, sul lungomare, c’è “la marina dei poveri”, quella del
club nautico e quella degli amici pescatori, anche questi ultimi
propongono la vendita del pesce senza intermediari.
Purtroppo, a causa
del meteo, non c’è sempre una gran folla. E poi c'è il cane legato, si
suppone ahimé per molto tempo e per ogni kairos, che tiene d'occhio il
“suo” caique, il piccolo battello da pesca del padrone.
Vassilis, impegnato fin dall’inizio in questa battaglia. Atene, 1 marzo |
Il cane del pescatore. Atene (Sud), 1 marzo |
Sulle Caiques, pesce fresco da vendere senza intermediari. Atene (Sud), 1 marzo |
Tuttavia, in altri luoghi della Grecia, solidarietà significa
scontrarsi letteralmente con il sistema. Dall’inizio dell’anno, a
Tessalonica, le unità della polizia anti-sommossa (MAT) hanno cominciato
sgomberare molto violentemente i partecipanti alle vendite solidali
organizzate dai collettivi dei vari quartieri, vendite che, di tanto in
tanto, beneficiano anche del sostegno morale delle amministrazioni.
Questo abuso di potere sul territorio evidenzia l’ovvio: al di là
della loro portata economica, queste azioni solidali comportano, o per
meglio dire, generano un’etica politica ineluttabile, inventata dal
basso e che promuove un modo di essere, e soprattutto, un modo di agire,
rinnovatore.
A questo, però, fa seguito un tipo di etica completamente differente,
ma altrettanto ineluttabile: le unità del MAT hanno sgomberato e
maltrattato i partecipanti alla manifestazione “polipatica” (della
multi-sofferenza) che ha radunato insegnanti, casalinghe e bidelli, i
licenziati di ieri, di oggi e di domani, davanti al Ministero
dell’economia, al momento dell’arrivo dei membri della Troika.
Davanti al Ministero dell'Economia. 28 febbraio. Fonte: Domografos |
Davanti al Ministero dell'Economia. 28 febbraio. Fonte: Domografos |
Le automobili dei Troikani si sono lasciate scortare dal lancio delle
bottiglie di plastica e dalle maledizioni intensamente sentite dalla
folla.
Personalmente, stando alla situazione attuale, mi rendo conto che
non si parla più tra di noi, non per volontà, ma piuttosto perché
l’indubbia sofferenza ci unisce a tal punto che non c’è più bisogno di
aggiungere altro.
Brutalizzazione e banalizzazione al contempo.
I feriti del giorno sono stati lasciati evacuare dal posto, mentre i
manifestanti anonimi, assieme ad alcuni noti sindacalisti, sono stati
subito trasferiti al commissariato di polizia, naturalmente con l’accusa
di aver infranto la legge.
Evidentemente, gli atti di protesta
originati sul territorio greco, e in particolar modo quelli assimilati
da parte di alcune lotte, sono sotto il mirino giurisdizionale, più
precisamente, sotto il mirino dell’autoritarismo e della
pseudo-democrazia dell’austerità e della sua incessante “legge
dell’eccezione”. Stati di eccezione!
Manifestante ferito dalle, presunte, forze dell'ordine, davanti al Ministero dell'Economia. 28 febbraio. Fonte: Domografos |
La democrazia dell’austerità, per questi signori, ai quali il lavoro
non sarà mai negato, palesa la forma di un governo che promuove lo
schiavismo e pratica la tortura psicologica e fisica sui greci.
A metà febbraio, ad Atene, un impiegato del brand tedesco Praktiker
(bricolage e apparecchiature) è stato spinto al suicidio dai dirigenti
dell’azienda.
Dopo le numerose relazioni (tra cui quelle riguardanti
toponkiti.gr e alfavita.gr), Praktiker sarebbe “ un’impresa che se ne
frega di tutte le preoccupazioni dei dipendenti, e non si occupa che del
profitto.
D'altra parte, la situazione è raccapricciante, poiché lo
spionaggio, per conto dell’impresa, è tariffato: se un impiegato spia il
lavoro dei suoi colleghi, ossia, se identifica ladri reali o immaginari
sul posto di lavoro, questi beneficia di un bonus, che può raggiungere
la cifra di 200 euro di ricompensa”.
(Reportage su alfavita.gr del 14
febbraio)
Atene, febbraio 2014 |
Secondo le stesse fonti, infatti, l’impiegato suicida della
Praktiker, uomo di marina di 49 anni, che lavorava nell’azienda da 12
anni, è stato inizialmente accusato di furto, dopo che un imballaggio
era stato trovato alterato.
L’uomo è stato immediatamente licenziato,
peccato però che il suo licenziamento sia stato fatto passare come una
richiesta di dimissioni: l’impiegato è stato obbligato, a seguito di una
palese violenza psicologia, a firmare la “sua” lettera di dimissioni.
L’uomo di 49 anni viveva solo, e i suoi unici parenti erano sua
sorella, malata di cancro, e suo fratello, tetraplegico.
Di temperamento
solitario, ma molto attento al prossimo, nonché, a detta dei colleghi,
amante degli animali, nessuno si sarebbe comunque aspettato il suicidio.
Imprenditori, gli assassini dei lavoratori. Slogan dei lavoratori della Praktiker. Atene, 28 febbraio. Fonte: Domografos |
I suoi funerali hanno avuto luogo grazie ad una somma di denaro
raccolta dai colleghi, visto che la direzione della Praktiker aveva
rifiutato di coprire le spese, che, sempre a detta degli impiegati, era
un modo per non lasciare intendere un qualche sentimento di rimorso per
l’accaduto (alfavita.gr del 14 febbraio).
Per la cronaca, anche la
protesta dei lavoratori “Praktikeriani” del 28 febbraio è stata
controllata da due sezioni del MAT (CRS) con la solita violenza.
In una società di “Praktikeriani” e patrizi, a quanto pare, la vita
proseguirebbe solo per quanti possono ancora permettersi di comprare il
pesce o il calamaro tradizionale della Quaresima.
E mentre si pensa al
calamaro e alle uova di carpa (tarama), la marionetta politica Evangelos
Venizelos è attesa, domenica, in Ucraina, dove “opera in qualità di
Ministro degli affari esteri della Grecia, e che, al Consiglio dell’Ue,
si impegna per la risoluzione della crisi”, o sarebbe più opportuno dire
che, presiede il paese assoggettato dai suoi aggressori economici.
Per quasi la maggior parte degli analisti della stampa greca ( più
che altro la stampa di sinistra) questa settimana (Avgi, ISKRA, Plan B,
Epikaira) “l’élite tedesca e la finanziocrazia del FMI, sono gli
operatori teatrali di questa nuova e polimorfa guerra europea ed
extra-europea.
Ogni tanto sono il debito e la Troika degli aggressori,
ogni tanto le rivolte in piazza gestite dagli sbirri, e da tutti quei
neonazisti, che fungono da costituenti attivi del nuovo potere
autoproclamato di Kiev”.
Secondo il sito web iskra.gr “il governo di
Kiev, sotto il patronato dell’Ue e degli USA, propaga, dovunque sul suo
territorio, il terrorismo nazista”.
Atene, febbraio 2014 |
Atene, rue Agion Asomaton 45, foto scattata da Henri Cartier-Bresson nel 1953 |
Ad Atene, qualche volta, i ragazzi escono di sera con la “voglia di
bere un bicchiere, visto che non è più possibile partire in vacanza o
finanziare qualsiasi progetto futuro e di vita”- dice Yorgos,
informatico che si avvia alla trentina.
I giovani celebrano il loro
quotidiano “sopravvivere”, di fronte ad un futuro, che è il caso di
dirlo, pare apocalittico.
Lasciando da parte il sentimento filorusso, che da quanto percepisco è
molto esteso tra i greci, la nuova geopolitica del mondo attuale,
attraverso la quale siamo costretti a sopravvivere e non vivere dal
2010, diventa troppo visibile agli occhi di tutti.
Infatti, bisogna
sottolineare il fallimento della propaganda fatta dall’alto, in
riferimento sia alle preoccupazioni delle forze attive in Ucraina, che
in riferimento a quelle della “ democrazia e dell’integrità
territoriale” di questo stesso paese.
Questo è un motivo in più per
ragionare sulla nostra sorte, dal momento che i servitori greci come
Venizelos, che hanno violato la nostra costituzione per instaurare un
regime di genocidio economico programmato, si propongono come “emissari
della pace” in Ucraina.
La misura è colma!
Agion Asomaton 45, quadro del pittore Yannis Tsarouchis, 1952 |
Rue Agion Asomaton, febbraio 2014 |
Tempi strani. Con gioia, ho notato che le Cariatidi di via Agion
Asomaton n° 45 sono state recentemente restaurate. Esse hanno resistito,
a lungo, al tempo e agli altri kairos degli uomini e dei loro regimi
politici.
Fin dalle origini, ad Atene, noi greci investighiamo sul tempo in
base ai kairos, perché ci sentiamo di aver realizzato qualcosa già solo
per il fatto di partecipare, in questo caso, partecipare ad una guerra
imposta dalla finanza e da alcune élite, che sono innegabilmente prive
di giudizio ed esplicitamente nichiliste.
Questa situazione ci condurrà,
con molta rapidità, alla guerra, una guerra di cui se ne avverte già il
pericolo. E il dopo guerra europeo, datato 1945, si terminerebbe,
credo, in questo momento.
Il nuovo secolo investirà, a partire da adesso
e con ogni probabilità, tutto il mondo. Tempi nuovi e certezze
finiranno.
Atene, febbraio 2014 |
Fonte: www.greekcrisis.fr
Link: http://www.greekcrisis.fr/2014/03/Fr0329.html#deb
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di GILDA ELIA
[1] Kairos (καιρός) è una parola che nell'Antica
Grecia significava "momento giusto o opportuno" o "tempo di Dio". Gli
antichi greci avevano due parole per il tempo, kronos e kairos.
Mentre
la prima si riferisce al tempo logico e sequenziale la seconda significa
"un tempo nel mezzo", un momento di un periodo di tempo indeterminato
nel quale "qualcosa" di speciale accade.
Ciò che è la cosa speciale
dipende da chi usa la parola. Chi usa la parola definisce la cosa,
l'essere della cosa. Chi definisce la cosa speciale definisce l'essere speciale della cosa.
È quindi proprio la parola,
la parola stessa, quella che definisce l'essere speciale. Mentre
chronos è quantitativo, kairos ha una natura qualitativa.
Come divinità
Kairos era semi-sconosciuto, mentre Crono era considerato la divinità del tempo per eccellenza.
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