Sanzioni russe come la guerra e la farsa
di PEPE ESCOBAR
Asia Times
Se entrerete nel campo minato, la nostra fanteria vi attaccherà come se questo non esistesse.
Marshal Georgy Zhukov
Iniziamo con le cose serie.
Mentre il Consiglio della Federazione
Russa ha ratificato un trattato con la Crimea, sancendo l’annessione
formale, l’Ucraina ha firmato i capitoli politici di un accordo
associativo con l’Unione Europea (UE).
La firma dell’accordo completo
avverrà al massimo nel 2014.
Questi sono i fatti. E ora torniamo alle comiche, note anche come sanzioni di guerra
La
tanto democratica UE ha punito il democratico referendum in Crimea,
sanzionando 33 cittadini russi e crimeani congelando le loro proprietà e
vietando loro i viaggi, secondo le parole del morto che cammina, à la
Magritte, il Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy.
L'UE ha anche
cancellato il summit UE-Russia fissato a Sochi per il 3 giugno.
E la
vasta, kafkiana burocrazia della Commissione Europea (CE) ha alzato la
guardia offrendo sussidi alle mucche europee per prepararsi a "possibili
sanzioni economiche”, con le parole della Cancelliera tedesca Angela
Merkel.
L’UE è irrimediabilmente divisa su quello che c’è da fare.
Qualsiasi
decisione prenda, la capacità di Mosca di ferire pesantemente l’UE è di
certo maggiore.
Ci potrebbe essere un flebile insieme di sanzioni per la
prossima settimana, come ha vaticinato la Merkel. Tutto qui.
Le iniziative degli infanti europei riecheggiano la Voce del Padrone,
visto che il Presidente Barack Obama ha solennemente imposto, con un
ordine esecutivo, ulteriori sanzioni ai "funzionari di primo piano del
governo russo." Gli altri obbiettivi degli Stati Uniti sono uomini
d’affari vicini al Presidente russo Vladimir Putin.
Solo la logica eccezionalista
può consentire sanzioni contro la condotta politica di individui
all’interno dei paesi in cui vivono. Gli avvocati internazionali
avrebbero potuto pensare di sanzionare l’intera popolazione degli Stati
Uniti per il disastro della giunta Bush-Cheney.
Più del 60% degli Americani e degli Europei sono contrari a una nuova
Guerra Fredda contro la Russia. Il tasso di gradimento di Putin in
Russia è vicino al 75%, ed è probabilmente simile in tutto il mondo in
via di sviluppo. Ma comunque nessuno perderà soldi scommettendo
sull’amatorialismo giovanile dell’amministrazione Obama.
Come se loro,
assieme ai selezionati lacché europei, potessero intimidire Mosca con
qualche “messaggio” cosmetico. La religione Americana delle sanzioni,
imposta con la furia del padrone schiavista, ha distrutto Iraq per anni,
e avrebbe dovuto distruggere anche l’Iran. Ma la Russia non è l’ Iraq, e
neppure l’Iran.
I love a man in sanction uniform
I russi soggetti alle sanzioni non sembrano tremare nei loro
mocassini cuciti a Londra.
Dopo tutto, l’impatto effettivo di queste
sanzioni è uguale a zero.
E la gran parte di quelli presi di mira hanno
contatti minimali con gli Stati Uniti.
La lista originaria americana includeva il Vice Primo Ministro Dmitri
Rogozin e il braccio destro del presidente, Vladislav Surkov. I due si
sono fatti delle grasse risate, considerandolo un motivo di orgoglio. La
lista allargata comprendeva i primi consiglieri di Putin, e anche
alcuni dei suoi amici.
Obama, come nel caso dell’Iran, ha sanzionato Bank of Russia, un
attore minore (meno di 10 miliardi di dollari in asset; basta
paragonarla alla gigante Sberbank, che ne ha 528). Ma Bank of Russia
viene utilizzata da alcune sussidiarie di Gazprom per alcuni affari di
poca importanza, anche se Gazprom possiede una sua banca, GazpromBank.
Il “messaggio” che viene dato è che Washington tiene d’occhio Gazprom.
Il Direttore dell’Amministrazione Presidenziale Sergei Ivanov è un
consigliere chiave in Ucraina e un negoziatore di primo piano con gli
USA, l’UE e la NATO.
Il “messaggio”, controproducente, implica che Mosca
e Washington non si diranno niente di sostanziale nel futuro immediato.
Questi sono gli “sforzi diplomatici” dell’Occidente.
Poi abbiamo Yuri Kovalchuk, un membro del consiglio di Bank of
Russia, un uomo d’affari che si dice, senza nessuna prova definitiva,
che sia il banchiere personale di Putin. Qui il messaggio è del tipo,
“Ora sono cazzi tuoi!”
Alla fine, tra le persone rilevanti, abbiamo Gennady Timchenko, che
non ha assolutamente niente a che fare con l’Ucraina.
E’ un operatore in
campo energetico e controlla Gunvor, che commercia petrolio e gas
naturale. In questo caso, il “messaggio” è che gli Stati Uniti tengono
di mira i contratti per l’energia della Russia.
Messaggio a vuoto,
perché l’UE – che ha davvero bisogno di Gazprom – non ha proprio voglia
di sanzionare Timchenko.
Tra i sanzionati abbiamo anche il Capo del Servizio di Controllo
Federale sugli Stupefacenti, il Capo dell’Intelligence Militare Igor
Sergun e il Presidente delle Ferrovie Russe, Vladimir Yakunin.
Fanno tutti parte del team Russia-USA coinvolto nel Northern Distribution Network,
la lunga autostrada nell’Asia Centrale che consentirà alla NATO di
fuggire dall’ Afghanistan. Un rapido contrattacco di Mosca potrebbe
lasciare gli Americani e gli Europei all’asciutto, oppure chiudere la
NDN.
I want to be sanction-free
Mosca, come era ovvio, ha restituito il colpo.
Il Ministro degli
Esteri russo ha “ripetutamente” sottolineato che usare le sanzioni è
“un’arma a doppio taglio” e che avrà un effetto "boomerang" contro gli
Stati Uniti.
Il divieto d'ingresso in Russia riguarda un mucchio d'esseri
fastidiosi, che include il senile John McCain, e poi Robert Menendez,
Daniel Coats, Mary Landrieu, Harry Reid, John Boehner e i consiglieri di
Obama, tra cui figura la mediocrità stellare di Ben Rhodes. Vicky "F**k
the EU" Nuland non è nella lista, per il momento.
Mosca gioca facile, perché può scegliere tra una gamma sbalorditiva
di contromosse. Si gode il sostegno del gruppo BRICS delle potenze
emergenti, del movimento non allineato (NAM) e dell’Organizzazione di
Shangai per la Cooperazione (SCO). Venendo ad accordi con gli Stati
Uniti, Mosca era disponibile a imporre sanzioni all’Iran, ed è un attore
chiave nelle trattative nucleari P5+1.
Se la comica delle sanzioni
andrà avanti, Mosca ha già annunciato che giocherà duro nel P5+1,
cesserà di sanzionare l’Iran, e potrebbe, alla fine, rifornire di armi
Teheran con i gioielli della vasta gamma S-400.
Mosca – la prima esportatrice al mondo di gas e petrolio – potrebbe
anche giocare duro grazie alla dipendenza dell’Europa dalla Gazprom;
mettendo i bastoni tra le ruote alle compagnie statunitensi che lavorano
in Russia; velocizzando la fuga coordinata dei BRICS dal dollaro USA,
utilizzando un nuovo sistema internazionale dei pagamenti basato su un
paniere di valute dei BRICS come di altri mercati emergenti; e anche
attivare la bomba nucleare definitiva, ossia accettare i pagamenti per
il gas e il petrolio russi in rubli, yuan, euro oppure oro, portando
così un colpo fatale al petrodollaro.
E questa, signore e signori, sarà la fine dell’ora delle comiche.
Asia Times
Nessun commento:
Posta un commento