domenica 16 marzo 2014
Vietnam: i figli dell’”Agente arancio”
Causati da Quelli che si permettono di pontificare che sono portatori di pace; che il Kossovo andava bene come autodeterminazione, la Крым invece no; mi chiedo (deca), non va bene perché ha uno dei porti con baia naturale più grande del mondo e quindi estremamente strategico????
(fotogallery shock)
Le prime irrorazioni con scie chimiche effettuate con scopi precisi .....
di Valentino Tocci
A
distanza di 50 anni le conseguenze della guerra in Vietnam continuano
ad affliggere la popolazione, specie nella sue fasce più deboli.
A farne
ancor oggi le conseguenze sono infatti perlopiù i bambini, vittime dei
danni provocati dal famigerato “Agente arancio” prodotto dalla Monsanto e
usato in dosi massicce dalle forze di invasione statunitensi fra il
1962 e il 1971.
L’operazione di defoliazione era chiamata in codice
“Ranch hand”.
L’”Agente
arancio” era allora un espediente utilizzato per disboscare rapidamente
le zone di giungla in cui si nascondevano i guerriglieri comunisti,
spesso inafferrabili per i Marines americani.
Tale composto è stato
rilasciato in forma liquida da centinaia di aerei in vastissime zone del
sud del paese.
Miscuglio
1:1 di 2,4-D (acido-2,4-diclorofenossiacetico) e 2,4,5-T
(acido-2,4,5-triclorofenossiacetico), si calcola che oltre un milione di
persone, fra cui 150,000 bambini, sia o sia stato affetto da
problematiche legate alla esposizione a questo allucinante cocktail.
Compresi molti soldati americani in zona d’operazione.
Le
patologie derivanti sono tante e tutte agghiaccianti. Cecità, mutismo,
sordità, cancro, mancanza di arti, deformazioni, disturbi della psiche.
Gli Stati Uniti si sono sempre trincerati dietro l’assunto per cui
all’epoca non si prevedevano le conseguenze sul piano medico-sanitario,
l’intento sarebbe stato solo quello di disboscare per individuare il
nemico.
Anche se già alla fine dell’intervento in Vietnam, tra i G.I.
iniziavano a girare voci sugli effetti del defoliante.
Sarebbe
però allora onesto, oggi, ammettere che l’”Agente arancio” di
problematiche mediche ne ha comportate, e ne comporta, eccome.
Eppure
non una parola di rammarico, di scuse, o di solidarietà arriva da
Washington per i tanti bambini malati o deformi che tutt’oggi nascono
nelle zone il cui terreno è impregnato di questo letale veleno.
Segnati
dalla nascita, il loro destino è vivere per strada, o al meglio in un
orfanotrofio, in una Nazione che è ancora ben lungi dal poter dirsi
economicamente sviluppata.
Eppure il dottor James R. Clary, che ha lavorato in quegli anni per la Chemical Weapons Branch, non esita ad affermare che quando
noi (gli scienziati militari) cominciammo il programma erbicida negli
anni ’60, sapevamo del danno potenziale dovuto dalla contaminazione di
diossina.
Sapevamo anche che la formulazione “militare” aveva una
concentrazione di diossina superiore a quella “civile”, a causa dei
costi inferiori e della maggiore velocità di produzione.
Tuttavia, visto
che il materiale doveva essere usato sul “nemico”, nessuno di noi era
troppo preoccupato. La diossina che l’”Agente arancio” poteva
produrre a certe temperature era la TCDD. La stessa di Seveso.
Moltiplicata per milioni di litri.
Molte fra le aziende produttrici del
diserbante (fra cui, inutile dirlo, spiccava la Monsanto), inviarono dei
memoranda al governo americano per avvertirlo dei potenziali rischi per
la salute. Invano.
Oggi
gli Stati Uniti tentano di recuperare i rapporti con il Vietnam in
funzione di contenimento della Cina. Sarebbe un gesto umile, e umano,
ammettere i propri errori, se non le proprie colpe.
Fonte: ilprimatonazionale.it
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