Ucraina, l’oro vola negli USA
e l’opposizione patriottica avanza
marzo 11, 2014
Alessandro Lattanzio
Secondo Iskra-news.info,
la notte dell’8 marzo le riserve d’oro dell’Ucraina (40 contenitori)
sono state caricate su un aereo non identificato nell’aeroporto Borispol
di Kiev, da cui l’aereo è decollato immediatamente.
Una fonte del
governo ucraino affermava che il trasferimento dell’oro dalle riserve
ucraine agli Stati Uniti è stato ordinato dal primo ministro scientologo
Arsenij Jatsenjuk. Nel frattempo, la Banca centrale della Russia ha
ritirato dalle banche statunitensi miliardi di dollari.
Secondo un
esperto finanziario, la Banca Centrale della Russia ha ritirato dal 6
marzo una parte significativa delle sue riserve depositate nelle banche
statunitensi; decine di miliardi di dollari.
Nella regione di Donetsk, gli attivisti russofoni occupavano gli edifici dell’amministrazione regionale innalzandovi la bandiera russa, “Formeremo un governo ad interim dopo di che indiremo il referendum sullo status della regione di Donetsk e l’elezione di autorità legittime.
Nella regione di Donetsk, gli attivisti russofoni occupavano gli edifici dell’amministrazione regionale innalzandovi la bandiera russa, “Formeremo un governo ad interim dopo di che indiremo il referendum sullo status della regione di Donetsk e l’elezione di autorità legittime.
Sono già
stati formati gruppi di autodifesa per garantire la sicurezza dei
cittadini“, aveva detto il neogovernatore anti-golpista Pavel
Gubarjov. Anche a Lugansk, città dell’Ucraina orientale, migliaia di
manifestanti russofoni occupavano l’edificio dell’amministrazione
regionale issandovi la bandiera russa.
I manifestanti chiedevano che
Mikhail Bolotskikh, capo della regione imposto dai golpisti, se ne
andasse, mentre la polizia passava con il popolo. I sostenitori di
Euromajdan del partito di Vitalij Klishko si dileguavano dispersi dalla
popolazione. “I media occidentali parlano di un conflitto locale! Ma
siamo milioni, nel Donbass, a volere che i nostri nipoti vivano qui da
liberi parlando la propria lingua! Ringrazio del sostegno la Russia!”
esclamava uno dei manifestanti anti-golpisti.
Anche a Kharkov e Donetsk
si sono avuti raduni dei sostenitori della federalizzazione, che
issando il tricolore russo chiedono alle autorità d’indire i referendum
sulla modifica dello status delle regioni orientali e meridionali del
Paese. Anche a Zaporozhe, veniva lanciato un appello a resistere al
golpe di Kiev: “Fratelli! Abbiamo suggerito l’ultima soluzione
pacifica alla crisi politica di Majdan, ma oggi il Rubicone è stato
passato.
I maidanisti oltrepassano le norme umane e cominciato ad
uccidere cittadini innocenti, nostri amici, parenti, colleghi,
concittadini. Spargono sangue fraterno. Hanno picchiato e martirizzato i
corpi di agenti della milizia. Non ci aspettiamo dalle bestie
maidaniste nessuna risposta umana.
Ora dobbiamo difendere il nostro
Paese, la nostra città, noi stessi. Difenderci a tutti i costi! … A
partire da questo momento attendiamo che tutti i cosacchi si radunino”, Milizia Popolare di Zaporozhe.
Il golpista filo-Merkel Vitalij Klishko, mentre dichiarava che avrebbe preso parte ad una manifestazione dei suoi sostenitori, quella poi dispersa dalla popolazione di Lugansk, faceva le solite dichiarazioni sulla situazione in Ucraina assicurando che le “autorità” di Kiev cercano di trovare un compromesso.
Il golpista filo-Merkel Vitalij Klishko, mentre dichiarava che avrebbe preso parte ad una manifestazione dei suoi sostenitori, quella poi dispersa dalla popolazione di Lugansk, faceva le solite dichiarazioni sulla situazione in Ucraina assicurando che le “autorità” di Kiev cercano di trovare un compromesso.
Alle domande sugli estremisti al
potere a Kiev e su perché non rilasciasse il governatore anti-golpista
Pavel Gubarjov, arrestato da un commando di mercenari stranieri, Klishko
ha glissato.
Per il ministro degli Esteri russo Lavrov “il cosiddetto governo ad interim non è autosufficiente e, con grande rammarico, dipende dai nazionalisti radicali che hanno effettuato il colpo di Stato“. Fazione Destra, composta da diversi gruppi di estrema destra, è molto attiva nelle violenze in Ucraina. “I funzionari del nuovo governo hanno chiesto a Fazione Destra di approvare i ministri di cui è insoddisfatta.
Per il ministro degli Esteri russo Lavrov “il cosiddetto governo ad interim non è autosufficiente e, con grande rammarico, dipende dai nazionalisti radicali che hanno effettuato il colpo di Stato“. Fazione Destra, composta da diversi gruppi di estrema destra, è molto attiva nelle violenze in Ucraina. “I funzionari del nuovo governo hanno chiesto a Fazione Destra di approvare i ministri di cui è insoddisfatta.
I suoi capi dicono che il
rinnovamento del governo non è completo. Chiedono che i ministri vadano
dai manifestanti di Majdan per riferire sull’attuazione delle richieste
dei capi della protesta“. Sergej Lavrov ha detto che il gruppo avrebbe chiesto l’accesso agli arsenali mentre domina la sicurezza a Kiev. “In
realtà non c’è alcun controllo sull’ordine pubblico e la cosiddetta
Fazione Destra detta i tempi ricorrendo a terrore e intimidazione.
I
nostri partner occidentali, mi sembra, ne sanno abbastanza su chi siano,
perché sono ospiti frequenti a Kiev, ma tra loro condividono
impressioni estremamente allarmanti. Ma credo che per motivi politici
cerchino di nasconderlo all’opinione pubblica“. John Laughland, dell’Istituto Democrazia e Cooperazione di Parigi, avverte “I
media occidentali dicono che i gruppi di estrema destra sono una
minoranza, ma è una minoranza decisiva. E’ chiaro da tempo che gli
elementi violenti hanno un’influenza determinante.
Nel 2012, il
parlamento dell’UE condannò Svoboda, ed ora i suoi membri sono al
governo e l’Europa guarda dall’altra parte. Due pesi e due misure in
Ucraina da parte dell’occidente“. Il capo di Fazione Destra, Dmitrij Jarosh, è ricercato dalla Russia per terrorismo, avendo esortato Doku Umarov, capo di al-Qaida cecena, ad attaccare la Russia. “Gli
ucraini hanno sempre sostenuto la lotta di liberazione della Cecenia e
di altri popoli del Caucaso.
Ora è il momento per voi di sostenere
l’Ucraina. Come capo di Fazione Destra vi esorto ad intensificare la
lotta. La Russia non è così forte come sembra“. Inoltre, Lavrov ha chiesto all’OSCE d’indagare sull’assassinio di decine di persone a Kiev. “Le
ultime informazioni sul caso dei presunti cecchini non possono più
essere nascoste.
Abbiamo proposto che l’OSCE faccia un’indagine
oggettiva su ciò, in modo che sia fatta giustizia. Ci sono state troppe
bugie, utilizzate troppo a lungo per orientare l’opinione pubblica
europea nella direzione sbagliata, contro i fatti”.
L’8
marzo, alla missione dell’Organizzazione per la Sicurezza e la
Cooperazione in Europa (OSCE) è stato impedito l’ingresso nella
repubblica di Crimea, infatti colpi di avvertimento sono stati sparati
dopo che la squadra dell’OSCE si era avvicinata al checkpoint della
città di Armjansk, vicino Kherson.
Era il terzo tentativo della missione
OSCE, inviata dai golpisti di Kiev, di entrare in Crimea, dove la
flotta russa incorporava ulteriori unità della marina ucraina: la
corvetta Vinnitsa, i dragamine Chernigov, Cherkassij e Genichesk, le navi d’assalto anfibio Kirovograd, Konstantin Olshanskij, la nave antincendio Evpatorija, il trasporto Gorlovka, il pattugliatore Fjodosia, la motomissilistica Kherson e i rimorchiatori Kovel e Novozernoe. Secondo il capo del Center for Military-Political Studies,
Dmitrij Timchuk, 700 commando delle forze speciali russe sarebbero
entrati nel territorio della Transnistria, nella notte dell’8/9 marzo.
Il ministro ad interim della Difesa, il golpista Igor Tenjukh, in
reazione agli sviluppi in Crimea, ordinava di attuare un piano di
“pacificazione” delle regioni orientali e sud-orientali del Paese. Il
piano prevede che unità militari dell’esercito ucraino occupino il
parlamento della Repubblica Autonoma di Crimea, per impedire il
passaggio alla Crimea di altre unità delle forze armate ucraine.
Gli
ufficiali del ministero della Difesa dell’Ucraina “hanno espresso
preoccupazione per l’imprevedibilità dei risultati di tale operazione,
che potrebbe avere conseguenze deplorevoli. Tuttavia Tenjukh ha risposto
a queste obiezioni molto bruscamente”.
Mosca minaccia di sospendere le ispezioni internazionali sulle armi nucleari sul proprio territorio, secondo il trattato sulla riduzione delle armi nucleari START III firmato tra Russia e Stati Uniti. “Siamo pronti a questo passo in risposta alle dichiarazioni del Pentagono sulla sospensione della cooperazione tra il Ministero della Difesa della Russia e gli Stati Uniti“, dichiarava un funzionario del ministero della Difesa russo.
Mosca minaccia di sospendere le ispezioni internazionali sulle armi nucleari sul proprio territorio, secondo il trattato sulla riduzione delle armi nucleari START III firmato tra Russia e Stati Uniti. “Siamo pronti a questo passo in risposta alle dichiarazioni del Pentagono sulla sospensione della cooperazione tra il Ministero della Difesa della Russia e gli Stati Uniti“, dichiarava un funzionario del ministero della Difesa russo.
Inoltre, il consigliere per la sicurezza nazionale
indiano Shivshankar Menon dichiarava: “Speriamo che le questioni
interne dell’Ucraina siano regolate pacificamente, con l’ampia
conciliazione dei diversi interessi in gioco, quelli legittimi russi e
gli altri… Speriamo che siano discusse, negoziate e che ci sia una
soluzione soddisfacente per tutti“.
Secondo il giornalista inglese Christopher Booker, “Ciò che è terrificante è la confusione dell’occidente nella sua risposta. Dal segretario di Stato USA John Kerry a nullità come Anders Fogh Rasmussen segretario della NATO e Stefan Füle commissario europeo per l’allargamento, che caracollano da una conferenza stampa all’altra senza alcuna idea di cosa fare.
Secondo il giornalista inglese Christopher Booker, “Ciò che è terrificante è la confusione dell’occidente nella sua risposta. Dal segretario di Stato USA John Kerry a nullità come Anders Fogh Rasmussen segretario della NATO e Stefan Füle commissario europeo per l’allargamento, che caracollano da una conferenza stampa all’altra senza alcuna idea di cosa fare.
La verità è che, persa nel fatuo sogno della
continua espansione, l’UE finalmente è stata colta in fallo.
Un’organizzazione istituita per porre fine al nazionalismo s’è scontrata
con il fatto che il senso d’identità nazionale è troppo potente per
essere soppresso.
Da un lato, vediamo un leader reso forte dalla
responsabilità verso gli interessi del suo Paese, che sono stati
intollerabilmente sfidati. Dall’altra parte, le mediocrità occidentali
evirate dalla loro fantasia collettiva, che infine sbattono contro un
muro. Per il “progetto europeo” questo è davvero un momento solenne”.
Fonti:
Challenges
RBTH
Republica
RIAN
RIAN
Huffington Post
Iskra-news
Iskra-news
Iskra-news
Reseau International
RussiaToday
Telegraph
The Diplomat
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