6 march 2014
Crisi Crimea e media, ovvero
come t'erudisco il pupo
di Anna Vignundelli
In Italia ci sono 130 basi militari della NATO e americane, tra cui
Camp Derby il più grande centro logistico USA d'Europa, ma nessuno
protesta.
Eppure l'Italia non è una nazione anglofona,
parliamo un'altra lingua e abbiamo un'altra storia, ma quelle basi
ormai fanno parte del paesaggio di una nazione vinta, viene considerata
una cosa normale che stiano lì e i nostri media,
sempre attenti a non disturbare il manovratore, ogni tanto ci
raccontano di qualche potenziamento (Vicenza) come se fosse la cosa più
normale del mondo.
In Ucraina invece, secondo la nostra
stampa, non funziona così.
Si parla con toni isterici di INVASIONE
RUSSA e nessuno spiega un elemento basilare: IN CRIMEA SI PARLA IL
RUSSO E LA RUSSIA HA UN TRATTATO CON L'UCRAINA
FIRMATO NEL 1997 E RATIFICATO DAI DUE PARLAMENTI CHE PERMETTE AI
RUSSI DI SCHIERARE 25.000 UOMINI IN CRIMEA FINO AL 2042.
La dichiarazione dell'Ucraina alle Nazioni Unite che 16.000 soldati
russi avevano invaso la Crimea ha così scatenato una ipocrita frenesia
nei media occidentali --- che come al solito
hanno ignorato la realtà e i fatti a loro sgraditi in favore della
propaganda.
Particolarmente sgradito è il fatto che la cosiddetta “forza
d'invasione” è in Crimea da ormai 15
anni.
TV e giornali occidentali descrivevano in toni isterici come la
Repubblica Autonoma di Crimea era sotto una vera e propria invasione
russa con titoli come : "L'Ucraina dice che la Russia ha
inviato 16.000 soldati in Crimea", "crisi Ucraina: la Russia invia
altre truppe in Crimea", così come "Che cosa può fare Obama per
contrastare l'invasione russa della Crimea?", quest'ultima la più esilarante.
L'Ambasciatore russo Nazioni Unite Vitaly Churkin ha sottolineato
che i trattati stabiliscono una presenza militare russa fino a 25.000
uomini, mentre Sergey Lavrov ha spiegato che
l'esercito russo "esegue rigorosamente gli accordi che prevedono
la presenza della flotta russa in Ucraina, e segue la posizione e le
richieste provenienti dalla legittima autorità in
Ucraina e in questo caso la legittima autorità della Repubblica
Autonoma di Crimea".
Questi sono i fatti:
1) Una presenza navale russa in Crimea risale al 1783 quando la
città portuale di Sebastopoli è stata fondata dal principe russo Grigory
Potemkin.
La Crimea era parte della Russia fino quando
Nikita Kruscev la cedete all’ Ucraina nel 1954.
2) Nel 1997, tra le macerie dell'URSS, la Russia e l'Ucraina hanno
firmato un trattato di partizione determinare il destino delle basi
militari e navi in Crimea.
L'accordo è stato ratificato
dai parlamenti russi e ucraini nel 1999.
La Russia ha ricevuto 81,7
per cento delle navi della flotta dopo aver pagato il governo ucraino US
$ 526.500.000.
3) L'accordo permetteva alla Flotta russa del Mar Nero di rimanere
in Crimea fino al 2017. Nel 2010 l’accordo è stato prorogato di altri
25 anni fino al 2042.
4) Mosca paga annualmente 97.750.000 dollari a Kiev per il diritto
d'utilizzare le acque ucraine e frequenze radio, e per compensare
l'impatto ambientale della Flotta del Mar
Nero.
5) Il trattato consente alla marina russa di avere fino a
- 25.000 uomini,
- 24 sistemi d'artiglieria di calibro inferiore a 100 mm.
- 132 veicoli blindati, e
- 22 aerei militari, in territorio di Crimea.
6) Le unità navali russe sono autorizzate ad attuare misure di
sicurezza nel loro posto permanente, così come durante re-distribuzioni in collaborazione con le forze ucraine, in
conformità con le procedure delle forze armate della Russia.
Autorità della Repubblica Autonoma di Crimea ucraina - dove oltre la
metà della popolazione è russa - hanno richiesto l'assistenza di Mosca
dopo che il governo autoproclamato in Kiev ha
introdotto una legge che abolisce l'uso di lingue diverse dallìucraino
in circostanze ufficiali.
La scorsa settimana , il Consiglio della Federazione della Russia ha
approvato all'unanimità la richiesta del presidente Vladimir Putin di
inviare forze militari in Ucraina per garantire la pace
e l'ordine nella regione "fino a quando la situazione socio-
politica del paese sarà stabilizzata".
Tuttavia, l'ultima parola sul dispiegamento di tali truppe sta a
Putin , che non ha ancora preso una tale decisione , sottolineando che
un'azione di forza potrebbe essere l'ultima risorsa.
Alla
faccia del premio Nobel per la pace Obama, che ha fatto d'intere
nazioni un cimitero senza pensarci due volte.
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