martedì 29 settembre 2015

INTRODUZIONE BASICA ALLA GNOSI




Introduzione alla Gnosi



di Luigi Paioro [1]




Il termine gnosi deriva dal greco gnôsis, conoscenza: la conoscenza totale ed assoluta delle verità, la perfetta conoscenza delle verità divine. I dottori dell’antico mondo intellettuale di Alessandria d’Egitto (III sec. a.C. – III sec. d.C.) distinguevano tra pistiV (pistis), la fede accettata immediatamente, per adesione sentimentale, e gnv siV (gnôsis), l’esame della fede stessa, la conoscenza delle verità religiose per una loro accettazione razionale.



In un’ottica neoplatonica, gli gnostici cristiani primitivi ritenevano che il cosmo fosse composto da gerarchie di entità incorporee dette "eoni", emanati da Dio, inteso come Assoluto, l’Agnostos Theos. Gli eoni sono sempre meno perfetti man mano che si allontanano da Lui, come fossero una luce che si affievolisce più si allontana dalla sorgente. L’ultimo eone è l’anima umana, che venuta a contatto con la materia ne è rimasta sopraffatta, rimanendo schiava del dolore, della sofferenza e della morte nonché del male. Di conseguenza l’anima umana è avvolta dall’oblio, dalle tenebre che la rendono dimentica della propria natura divina e la gnosi è appunto il riprendere coscienza della propria identità e arrivare al ricongiungimento con Dio, ritornare al Pleroma. Come atto di misericordia Dio emanò l’esempio di Anthropos, l’uomo spirituale perfetto, l’Adam Kadmon che altri non fu che Gesù.



Questo modello di caduta pleromatica è ben descritto dal testo gnostico del Pistis Sophia, dove Gesù, dopo la resurrezione dai morti, durante undici anni trascorsi con i discepoli, narra di Pistis Sophia, entità celeste che confuse la luce inferiore con quella superiore, ed inseguendola cadde nella materia; in seguito Gesù descrive il suo processo di riconquista del Pleroma. Nei misteri templari si dice che il testo sacro del Pistis Sophia fu scritto da Maria Maddalena, sposa-sacerdotessa del Cristo Gesù e simbolo della gnosi.



Ma la gnosi, in definitiva, è sempre esistita e vuole rispondere alle eterne domande dell’uomo. La gnosi la troviamo in ogni civiltà. Non esiste cultura che detiene la conoscenza, la conoscenza non appartiene a nessuno. La conoscenza è dentro di noi e nei secoli si è manifestata anche con miti e leggende. Pertanto troviamo la gnosi nella cultura cristiana, sì, ma anche in quella pagana, indù e buddhista dei Gupta Vidya e dei Brahma Vidya, sufi ed islamica, maya, azteca, tolteci, ecc., ed anche in quella egizia dove Osiride è l’Uomo cosmico decaduto, prigioniero del Male, rinchiuso in una bara da Seth, il fratello malvagio. Osiride è il dio in noi, l’eone che viene liberato da Horus, il Figlio, il Cristo intimo. Ed ecco che vediamo i tre Logoi fondamentali del Padre, Figlio e Spirito Santo che altri non sono che Osiride, Horus e Iside nei misteri isiaci, Brahma, Vishnu e Shiva nei misteri indù. E qui si capisce come lo Spirito Santo altri non sia che Shiva, che si sdoppia in Shiva-Shakti e quindi si identifica con Iside: Maria, la Divina Madre.



Pertanto la gnosi è definita Philosophia perennis et universalis (filosofia perenne ed universale) in quanto è, aldilà dei concetti, dei dogmi e delle teorie. Infatti la gnosi non è dogmatica e non è teorica, ma sperimentale: solo così si può conoscere veramente. A questo scopo la gnosi fornisce le chiavi per aprire le porte della conoscenza. Queste chiavi si trovano dentro di noi, e questo concetto fu ben espresso dalla nota frase gnôti sautón (greco), nosce te ipsum (latino), ovvero conosci te stesso incisa sul frontone del Tempio di Delfi, che Socrate adottò come proprio motto. Quindi la gnosi è, a conti fatti, auto-gnosi. E questo concetto lo vediamo nuovamente espresso nella massoneria esoterica, quando viene indicato il VITRIOL: Visita Interiora Terræ, Rectificando Invenis Occultum Lapidem – Visita l’interno della Terra, seguendo la retta via troverai la Pietra Occulta. La Pietra Occulta è la Conoscenza, la Verità ultima, la Gnosi concepita come realizzazione del sé e reintegrazione col Pleroma, e l’interno della Terra è l’interno dell’uomo stesso, ovvero la propria psicologia nella ricerca dei difetti per una propria rettificazione, ma anche la propria anima eonica.



Lo gnostico viene anche definito un teurgo, ovvero colui che pratica la Teurgia, che letteralmente significa "creazione di divinità". Infatti lo gnostico teurgo anela al raggiungimento della perfezione spirituale che, data la propria natura eonica divina, lo trasforma in un dio, una entità celeste angelica reintegrata col Padre. La Teurgia gnostica è il ritrovamento di sé in armonia col creato ed è in contrapposizione alla Goezia (o Goetia), pratica magica di evocazione delle entità demoniache per ottenere benefici materiali, pratica che inevitabilmente porta tale mago ad essere a sua volta schiavo delle tenebre. Curiosamente al giorno d’oggi molti praticanti della Goezia si definiscono a loro volta gnostici, indicando le loro pratiche tenebrose come via alternativa alla ricerca della Conoscenza. È chiaro che c’è una contraddizione di fondo in tale affermazione, ed infatti non è di quella "gnosi" che paliamo in questo scritto.



Nella vera gnosi antica e moderna viene fatta una importante distinzione tra Intelletto ed Intelligenza. Col termine Intelletto viene indicata la parte della psiche che riceve dai sensi, elabora e restituisce un risultato. Differentemente l’Intelligenza trascende l’intelletto, infatti per Intelligenza si considera, in sostanza, l’Essenza interiore di ogni individuo, la propria scintilla monadica che lo qualifica realmente come individuo eterno. A tale proposito riportiamo un passo tratto da Il Pimandro, di Ermete Trismegisto: " Dio ha fornito la ragione a tutti gli uomini, ma non l’Intelligenza. Egli ha voluto metterla nel mezzo delle anime come premio da conquistarsi. Se tu non cominci con l’odiare il tuo corpo, tu non puoi amare te stesso; quando amerai te stesso avrai l’Intelligenza, e allora otterrai la Scienza". Qui si comprende come la Coscienza superiore si identifichi con l’Intelligenza, ottenuta la quale si arriva alla gnosi. La Coscienza non appartiene all’Intelletto, la ragione, ma è quella parte di noi che conosce il noumeno delle cose, la causa causorum di tutto il creato. Passo fondamentale per lo gnostico è "odiare il corpo", ovvero non essere attaccato alle cose materiali e caduche di questo mondo ma ricercare l’Intelligenza, che si ottiene amando il vero sé, che è il Padre.



Ciò che viene messo in evidenza nella gnosi è che l’uomo vive esteriorizzato, intellettualizzando nel senso precedentemente chiarito. Bisogna, quindi, sviluppare la Coscienza per avere una percezione diretta, istintiva e noumenica della natura e delle realtà cosmiche. E la Coscienza stessa si nutre della gnosi. L’esteriorizzare e l’intellettualizzare, assieme all’identificazione con gli avvenimenti e le cose che lo circondano, o con una ideologia politica o con un credo religioso, con i figli o la moglie, ecc., portano l’individuo a dimenticarsi di sé mascherando questa fuga da lui stesso con apparenti virtù. Pertanto la gnosi nasce dalla non identificazione con le cose di questo mondo, dall’interiorizzazione nella ricerca di un continuo contatto con la propria Essenza, e dalla totale percezione diretta ed istintiva della Verità, aldilà dei sofismi intellettuali e dei costrutti ideologici. Non identificarsi con le cose di questo mondo, però, non significa fuggire loro in diversa maniera, magari ritirandosi come eremiti impauriti dalla vita stessa, ma tutto il contrario. Infatti è solo vivendo intensamente e saggiamente la vita nella concretezza della realtà sociale in cui ognuno si trova, che si può sperimentare la gnosi attraverso l’applicazione delle chiavi di realizzazione che la gnosi stessa fornisce. La vita materiale è vista come una sorta di "palestra", ove l’iniziato è messo in continuazione alla prova.



Ma cos’è la conoscenza? Possiamo classificare tre tipi di conoscenza: quella tradizionale, ovvero i mestieri, i lavori, ecc., ossia la conoscenza che viene trasmessa dall’artigiano all’apprendista; quella intellettuale, ovvero gli studi scolastici basati su teorie e schemi, ecc.; ed infine quella trascendentale, ovvero quella conoscenza che si ha col risveglio della Coscienza. Capire le origini della propria esistenza e della propria situazione nella vita, rispondersi agli eterni perché è conoscenza trascendentale. Precisamente di questa conoscenza si occupa la gnosi.



E dove ritroviamo questa conoscenza trascendentale, e quindi la gnosi? Bene, si dice che la gnosi si appoggi su quattro pilastri, detti i quattro pilastri della conoscenza, e sono la Mistica, la Scienza, l’Arte, e la Filosofia.