mercoledì 29 agosto 2018

LE Wunderwaffen RUSSE accendono l'immaginario


I test e il programma di sviluppo della

difesa russa accendono l’immaginazione

C’è una prima volta per tutto.
L’Avangard [ракеты АВАНГАРДЫ] russo è il primo spazioplano ipersonico ad aver superato la fase di sviluppo e ad entrare in produzione. La notizia è stata annunciata dal Vicecomandante delle Forze Missilistiche Strategiche, il Maggior Generale Sergej Poroskun, il 19 luglio 2018.
Il 13° Reggimento Missilistico, dispiegato vicino alla città di Dombarovka nella regione di Orenburg (Russia meridionale), sarà la prima unità armata con la nuova arma.
Le infrastrutture del reggimento sono pronte a riceverlo. Secondo il vice ministro della Difesa Jurij Borisov, il sistema sarà pienamente operativo entro l'inizio 2020.

Il ritmo di sviluppo dell’arma toglie il fiato. Pochi conoscevano l’esistenza dell’Avangard solo pochi mesi fa, ma dopo una serie di test di successo il veicolo ha già raggiunto la fase di produzione!
Nessun altro paese è ancora in grado di produrre armi ipersoniche – solo la Russia.
Lanciato dal territorio russo, il’ракеты АВАНГАРДЫ può raggiungere Washington in 15 minuti.
Nessuno al mondo ha un’arma con una velocità superiore a Mach 20 o circa 15.300 miglia all’ora (quattro miglia al secondo). L’Avangard si distingue anche per la sua capacità di resistere a temperature estreme durante la fase finale della sua traiettoria. L’uso di materiali compositi consente di resistere a temperature fino a 2000° Celsius.
I media russi hanno riferito il 17 luglio che l’АВАНГАРДЫ sarà aggiornato con un involucro di titanio resistente al calore. Vanta anche una protezione speciale dai laser, oltre alla sua unica traiettoria di volo, con rapidi cambi di rotta nell’atmosfera, così come caratteristiche molto diverse dai tradizionali missili balistici intercontinentali (ICBM). I sistemi di contromisura avanzati aumentano la sua capacità di aggirare le difese missilistiche.

L’АВАНГАРДЫ viene posizionato in cima a un ICBM. Dopo il lancio, il veicolo lungo 5,4 metri percorre parte della sua traiettoria di volo attraverso gli strati più densi dell’atmosfera fino ad un’altitudine di diverse dozzine di chilometri. La potenza della sua testata nucleare varia dai 150 chilotoni a 1 megatone, ma in realtà lo spazioplano non ha bisogno di testate, poiché la sua velocità è sufficiente a distruggere qualsiasi bersaglio con un attacco cinetico.
L’Avangard è estremamente difficile da individuare ed impossibile d' attaccare. Questo lo rende un’arma ideale contro le capacità strategiche del nemico e i siti di infrastrutture chiave. Lo spazioplano aumenta innegabilmente le capacità delle Forze Armate russe.
Non abbiamo alcuna difesa che possa impedire l’impiego di un’arma del genere contro di noi”, ha detto il Generale John Hyten, capo del Comando Strategico degli Stati Uniti, parlando [in inglese] al Comitato dei Servizi Armati del Senato a marzo.
Il 19 luglio il nuovo missile con testate nucleari a propulsione nucleare con raggio d'azione "infinito" da crociera a lungo raggio Burevestnik 9М730Буреве́стник» (Индекс ГРАУ — 9М730)] è stato testato.
Una batteria missilistica costiera lo ha lanciato verso l’oceano. Questo è l’inizio di una lunga serie di test per raggiungere la sua capacità operativa iniziale.
Lanciato da bombardieri e sottomarini, l’arma ha una portata intercontinentale e può essere equipaggiata con una testata nucleare. Il trattato INF non copre il Буреве́стник, poiché utilizza piattaforme aeree e marittime. Il missile vanta una gittata quasi illimitata, bassa visibilità e altitudine, velocità supersonica e una sezione trasversale radar limitata, che consente di colpire obiettivi in tutto il mondo in poco tempo e con poco preavviso.
Il 20 luglio, il Ministero della Difesa ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava [in inglese] che la Russia aveva testato con successo il nuovo ракеты per la difesa aerea 40N6Е presso il poligono di Sary-Šagan in Kazakistan. L’intercettore sarà utilizzato dai sistemi S-400 e S-500 per fornire loro capacità a lungo raggio (400 km.). Arriva ad un’altitudine di 185 km. – abbastanza per colpire un satellite in orbita alta. Ci sono piani per il lancio del missile con gli S-400 a fine estate.
Si prevede che l’S-500 Prometey [С-500 «Прометей» 55Р6М «Триумфатор-М»] verrà aggiunto all’arsenale a fine 2019. Il missile può viaggiare a una velocità di 5 km. al secondo, con 185 km. di volo in 41 secondi. Una volta operativo, il 40N6Е fornirà all’С-500 la capacità di difendere Mosca senza testate nucleari.
Il Ministero ha anche pubblicato un video che mostra un test del missile aria-superficie Kinzhal (Kh-47M2 Kinzhal - Daga) [Х-47М2 Кинжал Дага] lanciato da un bombardiere strategico Tu-22M3 (non un cacciabombardiere MiG-31 come in una prima fase), aumentando la gittata combinata della piattaforma e del missile fino a oltre 3.000 km.

Una serie di nuove armi è già stata testata a luglio. Secondo quanto riportato, anche il sistema di armi laser ad alta potenza Peresvet [Пересвет (лазерный комплекс)], ovvero, la maggior parte delle informazioni sul complesso è classificata, ma secondo le stime degli esperti, presumibilmente svolge i compiti di difesa antiaerea e antimissile;
e il drone nucleare subacqueo Poseidon [Посейдон Ядерная подводная лодка] sono stati sottoposti a prove.
Il ritmo operativo dello sviluppo e dei test accende l’immaginazione.
Molti paesi stanno lavorando ai propri programmi per creare nuove generazioni di armi, ma la Russia è l’unica ad avere già pronti e in funzione simili sistemi. Sebbene il suo budget per la Difesa sia solo 1/10 di quello del Pentagono, la Russia ha preso il comando nello sviluppo delle armi.
I programmi della Difesa [in inglese] di Mosca sono molto più efficaci e molto più razionali.
La Russia non è solo una potenza militare avanzata da non sottovalutare, è il leader mondiale nella tecnologia militare.
Durante il summit del 16 luglio a Helsinki, i presidenti degli Stati Uniti e della Russia hanno concordato di rilanciare il dialogo sul controllo degli armamenti. Era convinzione diffusa, nel Congresso americano, che la Russia avesse bisogno di quei negoziati più degli Stati Uniti, e che Washington potesse ottenere concessioni qua e là in cambio del suo semplice consenso a parlare della questione.
Gli eventi hanno dimostrato il contrario. La fiducia in sé stessa americana ha subito un colpo. Gli Stati Uniti devono fare progressi nel controllo degli armamenti ancor più della Russia.
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Articolo di Andrej Akulov pubblicato su Strategic Culture il 22 luglio 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia
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http://sakeritalia.it/militaria/i-test-e-il-programma-di-sviluppo-della-difesa-russa-accendono-limmaginazione


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Kh-47M2 Kinzhal






A marzo 2018 il presidente Putin, elencando sei nuovi sistemi d’arma strategici, ha mostrato al pubblico un nuovo missile aria-superficie, denominato Kh-47M2 [Х-47М2 Кинжал Дага]. A stupire gli osservatori, la forma quasi identica a quella del missile balistico tattico 9M723K1 Iskander-M (SS-26 Stone).
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Gli esperimenti sui missili balistici per lancio da velivoli (ALBM) non sono una novità. Gli Stati Uniti in passato ne hanno svolti diversi, come il lancio di un Pershing I o dei prototipi dell’AGM-48 Skybolt dai B-52. Per diverse ragioni, tra cui il peso e i costi elevati, non si è andati oltre. Questa volta, invece, il missile è stato dichiarato già operativo, cosa che richiederà la rielaborazione dei sistemi difensivi navali, dato che tra le missioni primarie del missile vi è proprio l’attacco antinave.

La sigla lascia intendere che il missile deve essere stato preceduto da un similare Kh-47, il cui sviluppo potrebbe essere partito nel 2010, all’inizio un semplice schema concettuale per il lancio degli Iskander dai MiG-31. I velivoli modificati MiG-31K, tra dicembre 2017 e marzo del 2018, hanno eseguito 250 voli per rendere l’arma operativa. La prima unità è entrata in servizio a dicembre del 2017 nel distretto Sud della Russia, a Akhtubinsk, 150 km da Volgograd. Il lancio definitivo, a marzo, ha avuto successo e il missile ha centrato il bersaglio a terra.
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Il Кинжал Дага (daga) è un missile ipersonico a traiettoria aero-balistica. Non vi sono dati dimensionali ufficiali ma si possono stimare basandosi su quelli dell’Iskander, visto che il missile, dalle foto, ne è un chiaro derivato.
Lungo circa 8 metri, compreso il cono posteriore di protezione degli ugelli, dotato di alette e staccato al lancio, ha un diametro probabile di 1 metro, 1,5 metri con le alette. Il peso è stimato in 4.300 kg.
Il disegno, lievemente diverso da quello dell’Iskander, presenta delle modifiche alla sezione anteriore, il diametro sembra superiore, le alette di controllo sono di minori dimensioni, e si sospetta la presenza di un booster, che lo renderebbe bistadio.
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I bersagli verrebbero localizzati da satelliti, velivoli o sistemi ELINT. Il lancio avverrebbe ad altissima quota, oltre 18.000 metri, a una velocità di oltre Mach 2. Pochi secondi dopo, il booster dotato di TVC, si attiverebbe portando il missile a Mach 4 su traiettoria ascendente, fino a 50.000 metri di quota.
Il motore a propellente solido, assicura una velocità massima a fine combustione di Mach 9-10, lanciato dal MiG-31K, realistica visto che l’Iskander raggiunge i 7-8 Mach. La portata massima, rivelata in 2.000 km, sembra eccessiva e molti osservatori la ridimensionano a 1.500 km (l’Iskander ha un raggio d’azione di 400-500 km), con un tempo di volo di meno di 10 minuti.

Il missile, con guida intermedia inerziale/Glonass, riprogrammabile in volo in caso di bersagli mobili via radio criptata, anche da UAV o AWACS, è ritenuto in grado di effettuare moderate manovre evasive durante il volo, cambiando quota e rotta.
Le piccole superfici di governo non aumentano la traccia radar, così ridotta da renderne problematico il rilevamento. In fase terminale a motore spento e velocità minore il missile può sopportare manovre a 20-30g per evadere i missili intercettori e potrebbe essere dotato di esche.




La guida terminale potrebbe essere la stessa dell’Iskander, con un radar attivo 9B318 e sistema elettro-ottico 9E436 DSMAC, ma non si esclude un sistema del tutto nuovo. Il computer riceve le immagini del bersaglio, lo aggancia e picchia in verticale a velocità ipersonica. Il CEP è stimato tra 5 e 7 metri.

La testata probabilmente ha un peso pari a quella dell’Iskander, 480 kg. L’opzione convenzionale comprende una testata HE-perforante ma non si possono escludere testate FAE o EMP.
La carica termonucleare ha invece una potenza di 50 kT.

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La combinazione MiG-31/Kh-47 permette l’attacco ad obiettivi terrestri e marini, fissi e mobili, in pochi minuti. Il missile è studiato chiaramente per superare le difese antimissile; rende solo marginalmente efficaci i MIM-104 Patriot e mette a dura prova i sistemi THAAD e RIM-161.

La modernizzazione dei MiG-31 dovrebbe concludersi inizio 2019. Potrebbero essere 50 i MiG-31BM modificati per trasportare il Кинжал Дага, dislocati principalmente nel Pacifico. Fabbricati in piccola serie per test e valutazioni, sono previsti anche sui Su-57. 
6 MiG-31BM sono già stati trasformati. Entro la fine estate 2018, 10-12 MiG-31BM dovrebbero formare il primo reggimento. Una minaccia reale per i gruppi di portaerei americane.

deca
https://www.aereimilitari.org/forum/topic/18517-kh-47m2-kinzhal



Nuove armi laser russe possono

distruggere i satelliti statunitensi


La Russia ripristina anche la rete di monitoraggio dell’era sovietica
Paul Antonopoulos, FRN 26 agosto 2018


Per rinforzare le difese militari orbitali della Russia, il gigante eurasiatico ha riattivato la rete globale di sorveglianza sovietica per monitorare gli oggetti vicini alla Terra, inclusi satelliti-spia statunitensi, NATO ed israeliani, secondo un istituto di ricerca. Il documento del Keldysh Institute of Applied Mathematics, afferma che gli osservatori sono stati riattivati negli Stati dell’ex-Unione Sovietica, e anche in Bolivia e Svizzera. La Russia potrà utilizzare nuove armi laser per colpire satelliti, astronavi e altri oggetti orbitali ostili.
Di fatto, l’esercito russo ha compiuto un passo verso questa realtà cogli ingegneri del Paese che creavano un laser. Una fonte a marzo riferiva all’agenzia Interfax che il produttore di armamenti Almaz-Antej aveva “completato il lavoro sul complesso anti-satellite” dotato di laser ed apparecchiatura di controllo a terra. “Lo sviluppo di questo complesso ha avuto luogo, e il lavoro svolto permetterà di fare un passo avanti nella creazione di tali velivoli”, affermava la fonte. Secondo Interfax, le società della difesa avevo lavorato al laser montato su aereo, che se confermato, potrà colpire i satelliti nemici.
La Russia “utilizzerà attivamente gli sviluppi acquisiti con la creazione del velivolo armato di laser A-60″ affermava. Inoltre, altri otto avamposti di stanza nella Russia occidentale, Moldova e Messico copriranno l’orbita geostazionaria sopra l’equatore. La rete è focalizzata su almeno 5.000 oggetti catalogati nel database, tra cui satelliti, veicoli spaziali e detriti spaziali, oltre a raccogliere dati sui nuovi lanci.
Ciò avviene quando la leadership statunitense prevede d’introdurre l'”US Space Force” entro il 2020, come annunciato dal presidente Donald Trump a giugno. Il vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence aveva detto che la Space Force sarò composta da un corpo d’elite di soldati addestrati a combattere nello spazio e da un comando spaziale che progetterà le strategie militari per la guerra oltre l’atmosfera.
The Hill riferiva che gli Stati Uniti attualmente hanno circa 859 satelliti in orbita, 166 dei quali di proprietà e gestiti dai militari, con esperti che credono che il numero dei satelliti in orbita aumenterà di migliaia nel prossimo decennio, contribuendo a guidare ciò che diverrebbe un l’industria da miliardi di dollari. Molti al Congresso rimangono preoccupati da una Forza Spaziale che creerà costi e burocrazia ulteriori nel dipartimento della difesa già molto burocratico e potrebbe istigare, piuttosto che scoraggiare le politiche di risposta daggli avversari.
Tuttavia, i principali funzionari del Pentagono che inizialmente sollevarono preoccupazioni sull’istituzione di un “corpo spaziale”, compreso il segretario alla Difesa Jim Mattis e il segretario dell’Aeronautica Heather Wilson, hanno fatto marcia indietro, continuava The Hill. Pertanto, bisogna chiedersi se l’iniziativa della Russia sia l’inizio della propria cosiddetta Forza Spaziale sfidando la spinta degli Stati Uniti ad avere la completa supremazia nello spazio.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
deca
http://aurorasito.altervista.org/?p=2203

Ecco come la Russia pianifica di affrontare un

attacco nucleare, e ci vogliono solo 30 minuti


Evacuare il presidente, attivare la “Mano Morta” e proteggere la popolazione.
Avvertenza: Sebbene esista un piano governativo specifico su cosa fare in caso di un attacco nucleare, il Ministero delle Emergenze russo ritiene che un simile attacco alle principali città russe sia improbabile.
Da quando il mondo ha visto per la prima volta le armi nucleari nell’agosto del 1945, i governi di tutto il mondo hanno elaborato piani di emergenza su cosa fare in caso di attacco nucleare.
La Russia, ovviamente, ha un piano del genere, e sulla base di rapporti pubblici, dei mass media e documenti ufficiali, cerchiamo di ricostruirlo qui, minuto per minuto.
18:00
Durante la Guerra Fredda, il principale avversario nucleare della Russia erano gli Stati Uniti. Ancora oggi, molto tempo dopo la fine dello stallo nucleare, gli esperti stimano l’orario di un possibile attacco nucleare contro la Russia intorno alle 18:00. In questo momento, è mattina negli Stati Uniti e sera a Mosca, dove una parte importante della popolazione sarà bloccata nel traffico sulla strada di casa.
18:01
Immediatamente dopo il rilevamento di un attacco nucleare, il Sistema di Allarme Preventivo della Russia invia un segnale al Centro di Comando della Difesa Missilistica, e questo sistema di radar e satelliti riporta l’origine del lancio, nonché la sua velocità e traiettoria. Valuta anche il tempo di impatto.
18:02
Se i militari confermano che la Russia è realmente sotto attacco da missili nucleari, (e che non è un problema tecnico), il governo e la gente avranno solo 30 minuti per prepararsi all’impatto se il razzo è stato lanciato dal continente nordamericano, ma drasticamente meno tempo se il lancio proviene da un sottomarino nell’Oceano Artico. Inutile dire che, in caso di un (molto più temuto) attacco terroristico nucleare, sarà solo questione di pochi secondi.
18:05
A quel punto i militari inizieranno probabilmente l’evacuazione del presidente e di altri funzionari governativi in luoghi sicuri. Sebbene la posizione esatta sia segreta, sappiamo che il presidente ha una serie di vie di fuga a sua disposizione.
Il più pubblicizzato è l’“Aereo del Giorno del Giudizio” – un velivolo Tupolev Tu-214SR simile nella sua funzione all’Air Force One: mantenere il Comandante in Capo fuori pericolo e assicurare la sua ininterrotta comunicazione con le forze militari del paese.
È stato riferito [in inglese] che il Cremlino ha a disposizione tre “Aerei del Giorno del Giudizio”, per un costo totale di circa 130 milioni di euro.
18:10
A questo punto, il presidente può scegliere di abilitare il famigerato Perimetr. Questo sistema di Intelligenza Artificiale completamente automatizzato è noto come la “Mano Morta[in inglese] per il suo macabro ruolo: assicurare un attacco di rappresaglia anche se il paese è stato distrutto, o la capacità di comando e controllo del governo è stata interrotta, o se non c’è nessuno vivo per dare l’ordine di rappresaglia.
18:11
Perimetr inizia il complesso processo di monitoraggio dell’attività sismica, delle radiazioni e della pressione atmosferica in cerca di esplosioni nucleari sul territorio russo. Comincia anche a monitorare l’intensità delle comunicazioni militari in cerca dei segnali di allarme che inevitabilmente seguiranno un attacco nucleare.
18:12
Il resto del governo sarà stato probabilmente evacuato insieme al presidente. Proprio come negli Stati Uniti, dove la continuità del governo è assicurata da procedure stabilite, la Russia ha una propria linea di successione nel caso in cui il presidente in carica non sia in grado di adempiere al proprio dovere.
Il Primo Ministro russo è la prima persona nella linea di successione alla presidenza, e molto probabilmente sarà evacuato con il resto dei suoi ministri e altri funzionari civili e militari.
Le posizioni dei nascondigli del Giorno del Giudizio sono segrete, ma è noto che Mosca ha molti bunker costruiti in epoca staliniana.
Alcuni, come Bunker-42 presso la stazione della metropolitana Taganskaja-Kol’cevaja, hanno perso la loro rilevanza e ora sono siti che attraggono turisti e cercatori di cimeli, ma molti altri rimangono intatti.
Il misterioso progetto dal nome in codice D-6 e ampiamente conosciuto come Metro 2 [in inglese], alimenta le chiacchiere sulle vie di fuga segrete per i funzionari governativi.
18:15
Anche i cittadini devono essere informati dell’attacco in arrivo. In Russia, il Ministero delle Emergenze è incaricato di gestire la logistica di questo scenario da Giorno del Giudizio.
In caso di un attacco nucleare, il ministero favorisce l’evacuazione [in russo] delle grandi città verso la campagna, ma questa strategia richiederà molto tempo e non potrà essere eseguita con breve preavviso. Al contrario, il piano del ministero di usare rifugi antiatomici è più applicabile.
La metropolitana di Mosca è probabilmente il posto migliore per ripararsi: è abbastanza profonda da fornire protezione da un’esplosione nucleare, e molte stazioni sono dotate di porte stagne e filtri dell’aria.
Un piano governativo approvato dal Ministero delle Costruzioni stabilisce quanto rapidamente le persone devono entrare in metropolitana in caso di emergenza (compreso un attacco nucleare).
“Il tempo stimato perché le persone riempiano stazioni e tunnel dopo che gli allarmi della Difesa Civile hanno suonato dovrebbe essere di 10 minuti”, dice il documento (link in russo). In alcuni casi, il tempo può essere esteso fino a 15 minuti, ma non di più.
Naturalmente, il pubblico verrà informato al più presto in caso di un attacco nucleare, e i preziosi 15 minuti non saranno sprecati. Tuttavia, le regole del governo consentono di rendere possibile il ricovero di massa anche se l’allarme arriva in breve tempo.
18:30
A quel punto, il presidente, il governo e i comandi militari del paese, così come i cittadini, devono prepararsi all’impatto, rifugiarsi nei bunker o nella metropolitana.
Dopo di che, i sopravvissuti dovranno vivere in un mondo che nessuno di noi ha mai visto prima, e si spera nessuno vedrà mai.
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Articolo di Nikolaj Ševčenko pubblicato su Russia Beyond the Headlines il 23 agosto 2018.
Traduzione in italiano a cura di Raffaele Ucci per SakerItalia.
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http://sakeritalia.it/sfera-di-civilta-russa/ecco-come-la-russia-pianifica-di-affrontare-un-attacco-nucleare-e-ci-vogliono-solo-30-minuti


martedì 14 agosto 2018

IL PARLAMENTO €UROPEO sotto CONTROLLO delle organizzazioni "UMANITARIE"


SOROS PAPERS I: Come la Open Society

Foundation controlla 1/3 del parlamento €uropeo



soros opensocietydi Francesco Galofaro – Politecnico di MilanoCon questo articolo Marx XXI si accinge a pubblicare una serie di approfondimenti sui Soros Papers. Si tratta di documenti riservati della Open Society Foundation che fa capo al discusso finanziere naturalizzato statunitense George Soros, pubblicati dal sito DC Leaks. La nostra inchiesta parte dal Parlamento €uropeo e dal modo in cui la Fondazione esercita attività di tipo lobbistico su un terzo dei deputati eletti nel 2014.
Nei prossimi numeri ci occuperemo più nello specifico della campagna elettorale del 2014 e del modo in cui la Fondazione ha tentato di influenzarla. Infine, approfondiremo le finalità della Open Society Foundation, per chiederci se il suo modo di procedere non costituisca una minaccia per la democrazia.

La fonte

DC Leaks è un sito noto per aver divulgato, in passato, le mail dei partecipanti al congresso democratico del 2016 [1], rivelando come il gruppo dirigente avesse sabotato la campagna elettorale di Bernie Sanders. Nell'agosto del 2016 DC Leaks ha pubblicato 2600 file relativi alle attività e alle strategie della Open Society Foundation. Secondo le accuse delle agenzie di sicurezza USA, dietro la pagina si celerebbe il gruppo russo Fancy Bear, specializzato nello spionaggio cibernetico.
Non è certo il modo in cui i documenti sono stati ottenuti. Per ammissione di Laura Silber, portavoce della fondazione, i dati provengono da una intranet utilizzata dai membri del consiglio di amministrazione, dallo staff e dai partner della fondazione [2], il che fa pensare a una gola profonda (whistleblower) interna all'organizzazione, mossa da motivazioni ideali, oppure alla tecnica dello spear phishing, con mail ad personam che sfruttano dati sul destinatario allo scopo di convincerlo a collaborare.

I temi trattati

Qualunque sia l'origine dei dati, essi sono dunque autentici. Divisi per continenti, comprendono materiale su l'offerta di aiuto di Soros alla Clinton per gestire la crisi albanese del 2011; sulla politica della fondazione riguardo a Israele; gli sforzi per suscitare critiche verso coloro che propongono una linea dura contro il radicalismo islamico [3].
Nel momento in cui scrivo queste righe il sito DC Leaks non è più online [4]. In ogni caso è ancora possibile ritrovare alcuni tra i documenti relativi alla Open Society, se si sa come cercarli. Nelle note rinvio agli indirizzi dove li ho reperiti e ne metterò una copia a disposizione della redazione di Marx XXI.

I 14 eurodeputati italiani coinvolti

Nei giorni scorsi si è sparsa la notizia su quotidiani cartacei e on-line: stando a un documento riservato della Open Society Foundation, il miliardario George Soros può contare su 226 deputati del Parlamento €uropeo. E poiché il totale dei deputati è 751, si tratta evidentemente di un gruppo politico di una certa importanza.
Tra gli “affidabili” 14 sono italiani: 13 appartenenti al PD (Benifei, Cofferati, Cozzolino, Del Monte, Gentile, Gualtieri, Kyenge, Morgano, Mosca, Panzeri, Pittella, Schlein, Viotti) e 1 all'Altra Europa per Tsipras (Barbara Spinelli).
Gli articoli giornalistici non approfondiscono ulteriormente la questione; a una lettura attenta, è chiaro che copiano l'uno dall'altro e raramente rimandano alla fonte, la quale peraltro non è più disponibile. Per questo motivo si è reso necessario ricercare i documenti originali e verificare quanto c'è di vero in questa storia. 

La guida del lobbista

Il documento cui facciamo riferimento consta di ben 177 pagine [5]. La prima parte è un'utile e dettagliata introduzione all'articolazione del Parlamento, dei gruppi politici che lo compongono, delle commissioni e dei temi di cui si occupano i singoli parlamentari.
La seconda parte scheda i componenti affidabili, nome per nome.

Come funziona

Poniamo il caso che Simon De Augiana, giovane lobbista rampante, sia incaricato da Soros di perorare la causa del libero movimento di capitali tra gli stati. Il ragazzo è nuovo a Bruxelles e disorientato di fronte alle centinaia di deputati sconosciuti provenienti dai Paesi più disparati. Per sua fortuna, la fondazione Open Society Foundation lo ha fornito della guida.
A p. ix apprenderà che il Comitato per gli affari economici e monetari (ECON) possiede le competenze che cerca (politiche economiche e monetarie, libera circolazione dei capitali, sistema monetario e finanziario internazionale, tasse, servizi finanziari, attività finanziarie della Banca €uropea per gli investimenti). Segue un elenco di 39 parlamentari affidabili, divisi per ruolo: presidente, vicepresidente, coordinatori, membri, sostituti. Poiché il nostro giovane punta in alto, consulta immediatamente la scheda del presidente, ovvero Roberto Gualtieri, italiano, appartenente al gruppo parlamentare S&D (Socialisti e Democratici).
A p. 64 scoprirà che Gualtieri è nel Parlamento dal 2009, è uno storico e un professore universitario coinvolto da vicino nel recente rinnovamento del suo partito, che ha portato a un importante guadagno di popolarità. I suoi interessi vanno agli affari costituzionali, all'integrazione €uropea, agli affari monetari ed economici, al meccanismo di stabilità, agli affari esteri ecc. Il giovane potrà inoltre leggere una sezione di “note caratteristiche” che specificano come Gualtieri sia una delle voci più autorevoli del gruppo S&D, eletto in una delle posizioni più strategiche del Parlamento €uropeo.
Seguono ovviamente i suoi contatti, telefono, mail, posta, twitter. A questo punto il nostro lobbista avrà capito che Gualtieri è proprio l'uomo che fa per lui. Tuttavia, per scrupolo, consulta la scheda di un altro italiano nella lista, ovvero Andrea Cozzolino. Così viene a sapere che ha un diploma di scuola secondaria, è coinvolto in organizzazioni giovanili comuniste dal 1970, con responsabilità dal 1983. E' stato consigliere regionale dal 2000, mentre dal 2005 è stato assessore regionale per l'agricoltura e l'industria. E' deputato €uropeo dal 2009.
I suoi interessi vanno all'utilizzo strutturale di fondi, la salute, la geopolitica del mediterraneo, il conflitto israelo-palestinese. Decisamente, si direbbe un profilo meno rilevante per gli scopi del nostro giovane lobbista, e poi nell'ECON Cozzolino non è che un sostituto. Pertanto, il nostro Simon decide di risparmiare le energie e concentrarsi su Gualtieri, e di ricorrere a Cozzolino, connazionale e compagno di gruppo politico, solo nel caso la via diretta fosse per qualche motivo sbarrata......

Cosa vuol dire “affidabile”?

Che cosa significa il fatto di trovare il nome di un deputato in questa guida? Gualtieri, Cozzolino e Spinelli sono sul libro paga di Soros? La risposta è no. L'introduzione spiega ai lobbisti come comportarsi nei confronti delle persone schedate. Si tratta di alleati provati o probabili. Come specifica il documento, oltre a discutere temi individuali, la Open Society Foundation mira a costruire relazioni durature e di fiducia con i parlamentari.
I loro profili individuali sono stati realizzati utilizzando sia informazioni pubbliche sia “ricerche originali” - il documento non specifica come vengano realizzate queste ultime. Quindi: Gualtieri, o la Kyenge, sono affidabili.... non corrotti. In passato potrebbero aver avuto contatti con la Open Society Foundation. Ad esempio, un'organizzazione con cui sono in contatto potrebbe aver ricevuto dei finanziamenti, secondo un meccanismo che approfondiremo nelle prossime puntate della nostra inchiesta. E' possibile che la loro campagna elettorale sia stata finanziata da Soros, del tutto legittimamente.

Come che sia, ad avere relazioni con Soros gli €urodeputati guadagnano l'appoggio di una fondazione che, come vedremo prossimamente, è in grado di effettuare campagne di portata €uropea ed è dotata di una capacità di spesa pressoché inimmaginabile.
Dunque, il problema non si pone in termini di illegalità, quanto piuttosto di opportunità politica. Se devi il tuo seggio a un cospicuo finanziamento o se speri in un appoggio futuro per la tua rielezione, è difficile dimenticartene quando ti viene chiesto di giudicare una proposta che riguarda gli interessi del finanziatore.

Prossimamente

La geografia politica degli €urodeputati amici di Soros. Martin Schulz. Gli strani amori tra Soros e il GUE. Le funzioni dei deputati. I rischi legati alle attività lobbistiche.

[1] https://en.wikipedia.org/wiki/2016_Democratic_National_Committee_email_leak
[2] http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/216382
[3] http://thehill.com/policy/national-security/291486-thousands-of-soros-docs-released-by-alleged-russia-backed-hackers
[4] http://soros.dcleaks.com/
[5] Ad esempio qui: https://legacy.gscdn.nl/archives/images/soroskooptbrussel.pdf
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SOROS PAPERS II: Geografia politica

degli €urodeputati "affidabili"



soros bndi Francesco GalofaroPolitecnico di Milano
Con questo articolo Marx XXI prosegue la pubblicazione degli approfondimenti sui Soros Papers.
Il lettore troverà la prima parte dell’inchiesta a questo indirizzo.

Si tratta di documenti riservati della Open Society Foundation che fa capo al discusso finanziere naturalizzato statunitense George Soros, pubblicati dal sito DC Leaks.
Nella prima parte ci siamo occupati della fonte e abbiamo spiegato la tecnica usata dai lobbisti della fondazione. In questa seconda parte approfondiremo meglio la geografia politica dei parlamentari considerati affidabili dalla lobby di Soros.

Di cosa si tratta

Il nostro percorso ha preso avvio da un documento di ben 177 pagine [1] che abbiamo definito ‘la guida del lobbista’. Il documento contiene le schede di 226 eurodeputati, tra cui 14 italiani, che la fondazione considera alleati provati o probabili. In seguito a un’utile discussione con la redazione di Marx XXI ritengo di dover precisare meglio che significato abbia trovare il nome di un parlamentare in questo elenco. La grande maggioranza dei giornali italiani, infatti, ha sbattuto i nomi in prima pagina come se si trattasse dell’elenco degli iscritti della loggia P2.
Non si tratta di questo: occorre tener presente il destinatario del documento, un lobbista, uno dei tanti che si muovono a Bruxelles, che ha bisogno di capire quali deputati, tra i 751 che affollano l’europarlamento, sono sensibili a un tema dato, in modo da mettere insieme una rete che possa appoggiare efficacemente una proposta di intervento. Non si tratta dunque di corrotti e neppure di persone che si sono affiliate nottetempo a un’organizzazione occulta attraverso qualche ridicolo rituale.
Si tratta piuttosto di politici organici, o che han fatto un percorso comune, oppure semplicemente entrati in contatto con la fondazione o con una delle innumerevoli ONG e associazioni che compongono la capillare rete €uropea connessa alla Open Society Foundation, che esploreremo nella prossima puntata dell'inchiesta.
Poiché il rapporto tra lobby e istituzioni €uropee è legale e normato dalla legge, il problema qui non è se la relazione tra un deputato e Soros sia un reato, ma se sia eticamente e politicamente opportuno perseguire alleanze tattiche o strategiche con un’organizzazione che ha sede negli USA, attività in tutto il mondo, una capacità di spesa virtualmente illimitata per perseguire i propri obiettivi, e che risponde alle idee di una persona sola.

Panoramica a volo d'uccello

Chi sono i deputati affidabili? In questo lungo catalogo, che ricorda quello delle donne di Don Giovanni tenuto da Leporello, sono rappresentate tutte le Regioni €uropee e tutti i gruppi: leggiamo i nomi di 36 membri del PPE; 82 membri del gruppo socialista; 7 appartengono al gruppo conservatore e riformista (€uroscettico); l'Alleanza dei Democratici e dei Liberali per l'€uropa ne conta 38; perfino la sinistra radicale del GUE totalizza ben 34 amici dello speculatore ungherese multimiliardario, battendo nettamente i 29 appartenenti al gruppo dei Verdi.

Martin Schulz

Tra gli amici della Open Society Foundation è interessante il primo della lista: l'allora Presidente del Parlamento €uropeo Martin Schulz. Nella sua scheda, leggiamo che è nel Parlamento dal 1994. Di professione libraio, dal '91 ha ricoperto numerosi incarichi nel suo partito: consigliere, sindaco, capogruppo al Parlamento €uropeo, presidente del Parlamento dal 2012, candidato per i socialisti alla presidenza della Commissione €uropea.
S' interessa d' affari costituzionali, di governance economica, dell'economia del post-crisi, dei diritti umani e delle minoranze. Infine, leggiamo: estremamente occupato a causa delle sue responsabilità istituzionali, può tuttavia essere avvicinato per impegni di alto livello relativi alla lotta all'estrema destra, la seconda guerra mondiale, la lotta all'antisemitismo.
Così, il nostro lobbista trova nella guida il suggerimento giusto per agganciare nientemeno che il presidente Schulz: il futuro candidato cancelliere alle elezioni tedesche, nel 2014 era considerato uomo di fiducia da George Soros.

Le strane relazioni tra Soros e il GUE

Alcuni nomi del GUE fanno riflettere. Troviamo infatti Pablo Iglesias, fondatore di Podemos; l'attuale ministro degli affari esteri del governo Tsipras, Georgios Katrougkalos; membri del front de gauche francese, della Linke tedesca, e perfino comunisti portoghesi, ciprioti, cechi, ecc. Tutto questo può strappare un sorriso, visto che Soros è un teorico del pensiero liberale e un seguace di Karl Popper.
Oppure può suscitare perplessità: una parte del GUE infatti contrasta l’espansione dell’Unione e della NATO in Ucraina; come vedremo nella prossima puntata, nei propri documenti interni la Open Society Foundation dichiara senza mezzi termini che il proprio obiettivo è il controllo politico di quello Stato.
Come è possibile che la fondazione consideri affidabili uomini che da sempre combattono questa prospettiva?

Non guardare ai nomi, ma alle funzioni

Come abbiamo scritto, il destinatario del documento è un lobbista. Per questo la guida si concentra su quello che i deputati possono fare per Soros e mette a disposizione diversi indici tematici per orientare la scelta dell’interlocutore.
Facciamo un esempio: tra le schede troviamo quella di Neoklis Sylikiotis, cipriota del partito comunista AKEL e membro del GUE. La sua scheda recita: interessato nel conflitto israelo-palestinese (forti sentimenti antiliberali).
Dunque, il nostro lobbista saprà che è l’uomo giusto da coinvolgere quando si tratta di ostacolare le relazioni tra U€ e Israele – uno dei finti bersagli di Soros - ma non va considerato se il problema è quello di combattere le politiche dei dazi.

A chi rivolgersi per l'Ucraina

Così un €urodeputato comunista può essere contattato per motivi legati alla pesca, un’altro perché sensibile al problema dei diritti riproduttivi: ciascuno ha il proprio tema. Ad esempio, Jan Philipp Albrecht (Verdi) è riconosciuto come il più titolato a parlare sui problemi della protezione dei dati: se una proposta del nostro lobbista su questo tema dovesse essere fatta propria da Albrecht, l'€uroparlamento sarebbe certo più incline a dargli ascolto.
Ma se la proposta riguardasse l’Ucraina, il nostro lobbista dovrebbe rivolgersi piuttosto a Kaja Kallas, liberale, estone, che fa parte della delegazione ai rapporti con l'Ucraina e si occupa di come liberarsi dalla dipendenza energetica verso la Russia; a Tonino Picula, croato, socialdemocratico, la cui scheda recita: Convinto €uropeista, sarà centrale per le relazioni U€-Ucraina in qualità di relatore permanente del suo gruppo. 
Grazie alla guida, in cinque minuti chiunque è in grado di trovare la persona che fa al suo caso.

Istruzioni per l'uso

A riprova del fatto che gli €urodeputati schedati non sono dei semplici ‘impiegati di Soros’, troviamo anche note caratteristiche negative: la presidenza Brok (Popolari) del comitato affari esteri è giudicata storica (quindici anni), ma politicamente di parte; inoltre, ha lasciato una posizione di vertice al gruppo Bertelsmann solo nel 2011: un'allusione a un possibile conflitto di interessi.
Come il bugiardino di un medicinale, troviamo le avvertenze e le modalità d’uso: ad esempio, di Klaus Buchner, unico parlamentare €uropeo di un piccolo gruppo ecologista tedesco alternativo ai Verdi, si scrive che potrebbe trovarsi isolato; la sua importanza dipenderà dalla sua capacità di tessere alleanze.

Le funzioni degli €urodeputati italiani

Occorre resistere alla tentazione – cui han ceduto volentieri i giornalisti italiani – di porre sullo stesso piano personalità di livello, seconde file e personalità emergenti su cui la fondazione intende investire per il futuro.
Può far sorridere che Barbara Spinelli sia nell'elenco degli interlocutori di Soros, visto che è stata eletta per la sinistra radicale, ma quel che davvero interessa il nostro lobbista è ciò che rappresenta: nel 2013 ha lanciato una campagna di impeachment contro Silvio Berlusconi a causa dei suoi numerosi conflitti di interesse; ha scritto molti saggi ed è figlia dell'uomo di stato €uropeo Altiero Spinelli. Stando alla guida del lobbista, Benifei è fortemente filo-€uropeo e coinvolto col Movimento Federalista Europeo, Alessia Mosca si interessa al TTIP, Gianni Pittella fa parte della Conferenza dei Presidenti, Daniele Viotti fa parte dell'intergruppo che si occupa dei diritti LGBT.
Troviamo anche investimenti su €urodeputati considerati, a torto o a ragione, emergenti. Così, leggiamo che Sergio Cofferati è una “voce in ascesa” nel suo gruppo politico; o che Elena Ethel Schlein detta “Elly” ha lanciato il movimento Occupy PD.

Un gruppo potente

La vera preoccupazione che la guida del lobbista dovrebbe destare è la capillarità e la pervasività dei “contatti affidabili” di Soros. Dalla difesa allo sviluppo, dal commercio agli affari legali non c'è gruppo in cui non sia presente una numerosa pattuglia di parlamentari “amici”.
Come abbiamo visto nella prima parte dell’inchiesta, nell'€CON Soros può contare su 39 deputati su 117 (tra membri effettivi e sostituti), ovvero il 33% della commissione; nel comitato per il commercio internazionale (INTA), la fondazione controlla potenzialmente 28 membri su 81, compreso il presidente e due vicepresidenti; nel sottocomitato per la sicurezza e la difesa 18 su 60 componenti sono persone di fiducia, compresi due vicepresidenti.
In questo modo, dalla guerra all’economia alle riforme istituzionali, non c’è tema sul quale la fondazione non sia in grado di assemblare reti di consenso e per orientare le principali politiche €uropee.

La lobby come dispositivo della governamentalità

In Italia l'attività delle lobby non è regolamentata dalla legge, a discapito della trasparenza, e suscita infatti molte polemiche; in €uropa l'attività dei gruppi di pressione di ogni genere è al contrario ben vista come instrumentum regnii. Negli anni sono stati creati numerosi registri dei lobbisti, l'iscrizione ai quali avviene su base volontaria.
Il numero dei lobbisti che si occupano degli interessi di grandi aziende, delle associazioni di categoria, di temi politici (ambiente, diritti), ONG è stimato in 15.000 persone [2], a dimostrazione della grande importanza delle decisioni delle istituzioni €uropee e a confutare in parte certe semplificazioni per cui il Parlamento €uropeo conterebbe poco.
Il modello di democrazia, se così si può chiamare, adottato dall’€uropa punta ad una governamentalità distribuita [3] più che al modello gerarchico di sovranità che lo ha preceduto da un punto di vista storico e che presiedeva al prelievo e alla redistribuzione della ricchezza [4]. Si tratta a ben vedere di uno dei tratti più tipici della filosofia politica liberale: lo Stato dovrebbe infatti lasciar posto agli interessi del privato organizzato e ridursi a svolgere il ruolo di semplice guardiano notturno della proprietà privata [5].

I rischi per la democrazia

Ci si può chiedere cosa ci sia di male nell’attività dei lobbisti e nell'intrattenere relazioni politiche con loro. In fondo, l'attività di lobby non è gestita solo da malvagie multinazionali del farmaco, ma da università, organizzazioni ambientaliste, gruppi religiosi: una rappresentazione, per quanto distorta, della distribuzione del potere nella società contemporanea.
Ogni €urodeputato dovrebbe porsi la domanda: è lecito avere rapporti con una lobby, anche solo per motivi tattici o su temi specifici? Oppure l'attività di lobby come quella di Soros rappresentano una minaccia per la democrazia e per la sovranità? Avremo tempo per rispondere a questa domanda per esteso.
Per quel che riguarda Soros, i rischi più evidenti sono legati alla sua attività di speculatore finanziario, basata eminentemente sul fatto di ricevere notizie in anteprima o addirittura causare eventi in grado di influenzare gli andamenti di mercato - approfondiremo questo aspetto delle attività di Soros nella prossima puntata della nostra inchiesta.

Prossimamente

Come la Open Society Foundation ha investito nove miliardi di dollari nella campagna delle elezioni €uropee del 2014. Chi ha finanziato e per quali scopi. La sua rete capillare negli Stati €uropei. La campagna contro il populismo.

NOTE

1 Ad esempio qui: https://legacy.gscdn.nl/archives/images/soroskooptbrussel.pdf
2 https://it.wikipedia.org/wiki/Gruppo_di_pressione
3 Da non confondere con la nozione di governance, relativa ai processi di governo, intendo il concetto di governamentalità come la razionalità che consente ad alcune organizzazioni di espletare funzioni di governo. Perché si renda utile questa definizione deve essere giocoforza più restrittiva rispetto alla enorme estensione che il termine finisce per avere nell'opera di Foucault e a fortiori in quella dei suoi epigoni.
4 Michel Foucault, il potere psichiatrico, Milano, Feltrinelli, 2003, lezione del 21 novembre 1973.
5 Cfr. ad es. Nozik, R. Anarchia, stato e utopia. I fondamenti filosofici dello 'Stato minimo', Le Monnier, Firenze, 1981.
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