lunedì 22 ottobre 2018

NOI ANDREMO IN PARADISO, MA LORO SARANNO INCENERITI !!!!



IN QUESTO MULTI ARTICOLO SI PARLA, SOSTANZIALMENTE, DI COMPLEX MISSILISTICI, E NON SOLO, DIFENSIVI, OVVERO PER DIFENDERE UN TERRITORIO SOVRANO, DA ATTACCHI DISTRUTTIVI DI COLONIALISTI IMPERIALISTI



Tutto quello che si deve sapere sul sistema

S-400 Triumphator [триумфатора]


Nikolaj Litovkin RBTH


All’inizio d' ottobre, la Russia firmava un contratto da 5 miliardi di $ per consegnare sistemi di difesa aerea S-400 Triumf all’India. Il nuovo sistema consentirà al partner di Mosca di costruire una cupola impenetrabile su tutto il paese, in grado di distruggere qualsiasi minaccia aerea.
L’S-400 è davvero così efficace? Perché India, Cina e persino Turchia (membro della NATO ) sono pronti ad acquistare armi russe nonostante le minacce di sanzioni economiche statunitensi?
Cos’è l’S-400 e perché è il migliore del mondo?
Il sistema di difesa aerea S-400 Triumf è un “peso massimo” della difesa aerea sin dall’apparizione nel 2007.
Può rilevare tutti i bersagli aerei entro 600 km. ed abbatterli da una distanza di 400 km. Non importa se si tratta di missili da crociera o missili nucleari balistici intercontinentali che sorvolano la Terra dall’altro capo del pianeta. Il sistema vedrà il bersaglio, l'”aggancerà” e lo colpirà a distanza di sicurezza.
La principale differenza col diretto concorrente, il sistema MIM-104 Patriot, risiede proprio nella capacità di vedere e abbattere bersagli tutt’intorno. Lo statunitense può funzionare “guardando” solo in una direzione predeterminata per 180 gradi. Inoltre, reindirizzare i Patriot e prepararli di nuovo alla battaglia richiede 30 minuti! Nel frattempo, i missili potranno colpire gli obiettivi e la battaglia sarà persa.
Inoltre, lo “statunitense” centra il bersaglio a 2/5 di strada, 180 chilometri, contro i 400 del russo.
Questo ha un ruolo importante non solo nella difesa dai missili, ma anche da caccia e bombardieri, non avranno alcuna possibilità di sganciare testate nel raggio dell’S-400. Questi fattori sono tra i motivi per cui persino un membro della NATO, la Turchia, decideva di acquistare materiale russo nonostante la minaccia di sanzioni economiche.
Il complesso S-400 Triumf viene consegnato alle truppe russe ed estere nell’ambito di una batteria di difesa missilistica. Ognuna di esse include quattro lanciatori con quattro missili ciascuno.
In totale, sono 16 i missili d' una batteria in grado d' abbattere caccia di quinta generazione e missili da crociera alla distanza massima di 400 chilometri. E questo senza tenere conto delle munizioni di riserva, incluse nel contratto e schierate sul campo. Inoltre, il contratto comprende anche diversi mezzi di trasporto e di carico, stazioni radar, posto di comando e numerosi autoveicoli di supporto.
I dati citati riguardano la versione completa che la Russia acquista per proteggere i propri confini. Ogni sistema è predisposto per l’invio al cliente straniero in base a desideri e capacità finanziarie. In termini semplici, come nel caso dell’acquisto di un’auto, è possibile acquistare la batteria con tutte le opzioni, ma anche rinunciare ad una parte.
Traduzione di Alessandro Lattanzio

deca

IL NUOVO MISSILE X LANCIATORI S-400 E' STATO ACCETTATO UFFICIALMENTE TRA GLI EQUIPAGGIAMENTI DELLE FORZE ARMATE FEDERALI !!!

Il missile terra-aria a lungo raggio 40N6


Il missile terra-aria a lungo raggio 40N6 del sistema Triumf S-400 è stato accettato per il servizio nell'Esercito Russo, ha detto giovedì una fonte nel settore della difesa nazionale.

"
Il missile terra-aria a lungo raggio 40N6 [che verrà esportato con la sigla aggiuntiva 'E'] è stato accettato per il servizio. Tutti i documenti necessari sono stati firmati a settembre, dopo di che, il Ministero della Difesa ha iniziato gli acquisti di questi missili", ha detto la fonte.

"Complessivamente si pianifica l'acquisto di più di un migliaio di missili 40N6 nell'ambito del programma d' armamento statale fino al 2027 per fornire i reggimenti di S-400 di nuova costituzione e, parallelamente, riequipaggiare quelli già in attività", ha aggiunto la fonte, in totale 56 unità di S-400 dovranno ricevere il nuovo missile.




A luglio, un'altra fonte dell'industria della difesa russa ha riferito al TASS del completamento con successo delle prove congiunte di stato del missile 40N6.

Il 40N6 è un missile terra-aria a lungo raggio progettato per colpire velivoli AWACS ed EW, postazioni di comando aereo, bombardieri strategici, missili balistici e persino missili ipersonici da crociera (quando gli occidentali ne svilupperanno, cioè tra anni).

Secondo i dati ufficiali, il raggio di distruzione del missile è di 380 km. per gli obiettivi aerodinamici e fino a 15 km. per le armi balistiche ad un'altitudine che va da 10 a 35 km. La velocità di volo media è di 1.190 m / s. Grazie alla nuova testata guidata, il missile può distruggere gli aerei oltre i confini della visibilità dei radar terrestri.

Il missile è stato sviluppato dall'ufficio di progettazione meccanica Fakel ed è prodotto in serie dalla Avangard Moscow Machine-Building Enterprise.

I missili che erano precedentemente in servizio con il sistema
S-400 Triumf (9M96, 48N6 e 48N6DM) erano in grado di colpire bersagli a una distanza fino a 250 km.

Il Patriot PAC-3, il sistema da superficie a aria più lungo degli Stati Uniti, è in grado di colpire bersagli a una distanza fino a 80-100 km. Cioé, quando colpisce qualcosa... ah ah ah


deca

Ecco perché adesso tutti
vogliono gli S-400 russi

Il sistema da difesa aerea russo S-400 rappresenta l’evoluzione dell’S-300 che recentemente è stato al centro delle cronache a causa della sua cessione a Damasco da parte di Mosca. 
Sebbene non sia l’ultimo ritrovato made in Russia in fatto di sistemi missilistici da difesa – rappresentato dall’S-500 attualmente in fase di sviluppo avanzato – l’S-400 si pone, a buon diritto, tra i migliori al mondo e rappresenta la punta di diamante del meccanismo di interdizione d’area, chiamato A2/AD (Anti Access / Area Denial ), di cui fanno parte anche complessi missilistici antinave come il Bastion ed il Bal.

 S-400, Bastion, Bal insieme a Pantsir-S2, Buk e Tor fanno parte, infatti, di un sistema di difesa multilivello (layered) denominato bolla difensiva che si estende per centinaia di chilometri e rappresenta una insostituibile alternativa all’utilizzo di cacciabombardieri ed intercettori pilotati.



Chiariamo meglio questo concetto fondamentale. L’S-400, improntato principalmente alla difesa aerea a medio/lungo raggio (sino ad oltre 400 chilometri) viene integrato da sistemi a medio e corto raggio (o di punto) come il Pantsir-S2 ed il Tor in modo da coprire tutti i livelli, quindi tutte le quote e distanze.


Ai missili da difesa aerea, nel concetto di Anti Access / Area Denial, si uniscono sistemi antinave – come il Bastion – per poter coprire anche le minacce navali. Se a questi si aggiungono anche missili balistici tattici, o di teatro, come l’Iskander, in grado di colpire obiettivi terrestri anche in lento movimento, lo spettro di efficacia della bolla d' interdizione è completo.


Recentemente alcuni Paesi, anche storicamente lontani dall’essere clienti abituali di Mosca, hanno dimostrato interesse verso l’S-400. Oltre al ben noto caso della Turchia, unico Paese della Nato a volere il sistema russo, anche India, Arabia Saudita e Qatar hanno espresso più o meno concretamente l’intenzione di acquisire il complesso missilistico.
Per inciso, ricordiamo, una volta di più, che quello turco non sarebbe il primo caso di un Paese in orbita Nato ad acquisire sistemi da difesa aerea russi. Già la Grecia, in occasione di una delle innumerevoli crisi per Cipro, ricevette i vecchi, ma ancora parzialmente efficaci, sistemi S-300 da Mosca negli anni ’90.
Ma perché tutto questo interesse per i sistemi missilistici da difesa aerea russi?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo partire dalle caratteristiche tecniche dell’S-400, ma non solo come vedremo.
Le caratteristiche dell’S-400
Senza scendere in dettagli tecnici, enucleati precedentemente, possiamo risolvere la questione dicendo che l’S-400 ha il vantaggio d' essere un sistema da difesa aerea molto versatile grazie alla sua dotazione mista di missili.
Inoltre, fattore non da poco, la sua mobilità ed i brevi tempi che intercorrono dal dispiegamento all’operatività, ne fanno uno strumento particolarmente efficace per contrastare rapidamente le operazioni aree degli avversari. La sua “capacità di dispersione”, ovvero la possibilità di avere i lanciatori posti a notevole distanza dai veicoli radar e di comando, ne aumenta notevolmente la sopravvivenza in caso di conflitto.


La suite di radar, poi, offre a chi opera con l’S-400 un “occhio” capace di guardare molto in profondità, molto più della reale portata dei missili a lungo raggio (400 chilometri per i 40N6). Il radar Big Bird, a titolo d’esempio, è efficace sino a 600 chilometri ed è in grado di seguire 300 bersagli alla massima distanza.

IL FATTORE DIPLOMATICO
Oltre alle oggettive qualità dell’S-400, per i vari Paesi che sono in procinto di acquistarlo esiste anche un fattore diplomatico non secondario che li ha spinti verso questa scelta.
Per la Turchia, ad esempio, è chiaro il riferimento al volersi allontanare dal lungo braccio di Washington in chiave di un rinnovato imperialismo di stampo ottomano di Erdogan. Ankara svincolandosi dai legami con Washington afferma il proprio prestigio agli occhi delle altre nazioni mediorientali e nordafricane di cui vorrebbe diventare la guida.
Per l’India il discorso cambia. Non essendo, al contrario della Turchia, membro della Nato non incappa in problemi legati all’integrazione dell’S-400 in un dispositivo prettamente di stampo “occidentale”.
Al contrario, storicamente, Nuova Delhi è sempre stata legata a Mosca sin dai tempi dell’Unione Sovietica con la quale ha intrecciato – a fasi alterne – stretti legami che riguardano le commesse militari: basti pensare alla portaerei Vikramaditya un tempo annoverata nel registro navale sovietico come Baku (poi Admiral Gorshkov), ma soprattutto alla linea di volo dell’Aeronautica Indiana che annoverava velivoli come Mig-21 e 23.
L’India però, al tempo stesso, ha mantenuto rapporti con gli Stati Uniti – sebbene tra alti e bassi – essendo formalmente un Paese “non allineato”. Oggi questi rapporti sembrano a tutti gli effetti essere più stretti in funzione del contrasto all’espansionismo cinese, visto da Nuova Delhi come una minaccia, e condivisa da Washington.
L’Arabia Saudita, un po’ come l’India, rappresenta un Paese alleato degli Stati Uniti sebbene non gravitante nell’orbita Nato, ma recentemente casa Saud ha stretto legami con Mosca che vanno anche oltre alla questione petrolifera, di primaria importanza per entrambi i Paesi.
Proprio nel quadro di questi recenti accordi tra Mosca e Riad, si sono siglati contratti di vendita di armamenti leggeri ed è stato dimostrato il vivo interesse saudita per gli S-400.
In questo caso il capolavoro di Mosca è stato quello di portare un nuovo attore chiave al tavolo delle trattative per poter cercare di “fare cartello” sulla produzione petrolifera (e controllarne così il prezzo) offrendo quello che la Russia ha di meglio: gli armamenti.
Riad risulta utile a Mosca non solo in campo strettamente commerciale: avendo un ruolo di protagonista nelle varie crisi che si susseguono nell’area mediorientale (dalla Syria a quella del Qatar/Iran), averla come nuovo partner, strappando così l’esclusività a Washington, aiuta il Cremlino ad avere più peso nella geopolitica dell’area.
Anche il Qatar, risolta la crisi con l’Arabia Saudita, risponde a questa logica e soprattutto risponde alla logica dell’estensione della commercializzazione degli armamenti russi.

La risposta di Washington

Ovviamente alla Casa Bianca non sono stati a guardare e nel quadro del contenimento della Russia e del tentativo di strangolamento commerciale messo in atto con le sanzioni post colpo di mano in Crimea, è stato approvato un provvedimento che prende il nome di Caatsa, acronimo di Countering America’s Adversaries Sanctions Act, nel 2017.
Questo atto prevede l’elevazione di sanzioni e altri tipi di provvedimenti a tutti quegli Stati che acquistano sistemi militari dalla Russia. Uno degli effetti del Caatsa è stato infatti il congelamento – per ora ancora dibattuto – della consegna degli F-35 alla Turchia, che ha sollevato anche importati questioni legate alla sicurezza della Nato già ampiamente dibattute.
Anche l’India sembrerebbe essere nel mirino del Caatsa dato il via libera all’acquisizione dell’S-400, ma lo stesso documento prevede che il Presidente degli Stati Uniti possa, in via eccezionale, avocare a sé la decisione di renderlo efficace o meno a seconda dei vari casi, e si prevede, come già anticipato, che Washington non intenda proseguire nell’elevare sanzioni a Nuova Delhi per non irritare il suo prezioso alleato nell’area asiatica, proprio in funzione anti-cinese.

Il cambio di paradigma

Quello che si può affermare, alla luce del caso degli S-400 e del Caatsa, è che stiamo assistendo ad un cambio di paradigma negli equilibri mondiali.
Per contingenze diverse Washington si ritrova più debole rispetto al passato su nuovi fronti e deve, giocoforza, ricorrere al sistema del bastone e della carota ma applicato in modo non univoco.
Se pensiamo che solo dieci anni fa un alleato come la Turchia non avrebbe mai pensato di “ribellarsi” ad un diktat americano, possiamo capire quanto Washington su certi fronti sia indebolita dal risorgere di sentimenti sovranisti – velleitari o meno – e dal rinnovato espansionismo di potenze vecchie e nuove come Russia e Cina.
Forse però, sarebbe meglio dire che è stata proprio la debolezza di Washigton in politica estera, intesa come “disingaggio”, delle amministrazioni precedenti a far rinascere certi sentimenti, e provvedimenti come il Caatsa, sebbene possano risultare efficaci con chi è ricattabile, dimostrano un volta di più quanto la Casa Bianca debba per forza avere due pesi e due misure a seconda della propria convenienza contingente.
Una contingenza che però, in questo caso, sta subendo invece di avere imposto, ed è questo fattore che ha cambiato il paradigma della geopolitica internazionale.

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Nuovo test per il sistema S-500:
bersaglio colpito a distanza record

A riportarlo è la Cnbc che cita fonti di intelligence: la Russia ha effettuato recentemente un test segreto in cui il nuovo система C-500 ПРОМЕТЕЙ ha intercettato un bersaglio a più di 480 chilometri (299 miglia), ovvero 80 chilometri in più di quanto mai fatto sino ad oggi, stabilendo un nuovo record.
Nonostante la fonte sia ben informata non viene riportato esattamente il giorno del test né dove sarebbe stato effettuato, mentre da Mosca – come spesso accade in questi casi – tutto tace.

Che cos’è il sistema S-500?

L’C-500 ПРОМЕТЕЙ è il nuovo sistema da difesa aerea e antimissili balistici sviluppato dalla russa Almaz-Antey (che annovera tra i suoi prodotti i ben noti S-300 e S-400) a cominciare dal 2002.
Le prime consegne ai reparti di questo avveniristico sistema erano previste per il 2015 per poi essere posticipate al 2017 ma, a causa dei cronici ritardi che affliggono i programmi militari complessi, si prevede che entrerà in servizio entro il 2019 essendo ancora in fase di test.
Secondo quanto riportato dal Vice Comandante in Capo delle Forze Aeree Russe – tenente generale Viktor Gumenny – ad aprile di quest’anno, il sistema C-500 ПРОМЕТЕЙ sarà in servizio “nell’immediato futuro”.

Le caratteristiche del sistema S-500

Cominciamo subito col dire che il sistema S-500 non è una semplice evoluzione del sistema precedente, l’S-400, ma rappresenta un’arma del tutto nuova. I sionisti nordamericani hanno ed hanno provato a vendere i Patriot PAC-3, bidoni completamente al di sotto dei complex S-400, DA APRILE 2019 la federazione russa avrà operativi i C-500 ПРОМЕТЕЙ.
Il missile infatti ha un proprio sistema di intelligenza che gli permette di analizzare le condizioni dell’ambiente radar/elettronico e aereo in cui si trova e prendere decisioni autonome che riguardano altitudine, velocità e direzione di volo. Una vera e propria forma di Intelligenza Artificiale, come riferito dal Comandante delle Forze Aeree Russe colonnello generale Viktor Bondarev in una dichiarazione del 10 agosto 2014.
I dati tecnici del система C-500 ПРОМЕТЕЙ sono ancora frammentari. Quello che possiamo dire con un ragionevole livello di esattezza, oggi, è che è in grado di intercettare bersagli a una distanza massima compresa tra i 500 ed i 600 chilometri. Incertezza ricopre anche la quota massima di esercizio: secondo alcune fonti potrebbe raggiungere i 40/50 chilometri di altitudine mentre secondo altre questa arriverebbe addirittura a 200 (124 miglia).
Fonti russe sostengono che può intercettare anche i velivoli stealth di quinta generazione americani (F-22 “Raptor” ed F-35 “Lightning II”), ma data la particolare natura del mezzo è possibile che venga impiegato contro bersagli di particolare valore tattico come velivoli Awacs, da disturbo elettronico o per intercettare missili balistici.


Il система C-500 ПРОМЕТЕЙ può infatti tracciare un massimo di 20 missili balistici sino ad una distanza di 2 mila chilometri (secondo altre fonti sino a 3500) e i veicoli di rientro a 1300 chilometri, mentre può ingaggiare e colpire 10 testate contemporaneamente viaggianti ad una velocità massima di 5/7 km/s. Tra i requisiti del sistema ci sarebbe anche la possibilità di intercettare testate ipersoniche del tipo Hgv ed anche missili da crociera ipersonici, rappresentando – se confermato – un vantaggio esclusivo rispetto agli attuali sistemi occidentali in servizio o in fase di miglioramento.
Come i suoi “fratelli minori” S-300 e 400 il система C-500 ПРОМЕТЕЙ è mobile e tutti gli elementi che lo compongono (radar, centro comando e controllo, ricarica) sono costituiti da veicoli pesanti ad alta mobilità su ruote. Rispetto ai suoi predecessori i tempi di dispiegamento operativo si sono notevolmente accorciati: si parla di 10 minuti dal momento in cui il Tel (Transporter Erector Launcher) si ferma a quando è in grado di sparare il missile, migliorando notevolmente, pertanto, la capacità di sopravvivenza del sistema in combattimento. Già negli anni ’80, infatti, i sovietici usavano la tattica “shoot, scoot and hide” che potremmo tradurre con “spara, scappa e nasconditi” per i loro sistemi da difesa aerea S-300V.
Il система C-500 ПРОМЕТЕЙ sarà molto probabilmente articolato sul Tel 10×10 modello Baz-69096. I due posti comando sul camion 6×6 Baz 69092-12 mentre il radar di acquisizione dei bersagli e gestione tattica saranno a rimorchio della motrice 8×8 Baz-6403.01. Un secondo radar di acquisizione bersagli sarà montato sullo chassis 10×10 del Baz-69096 così come quello dedicato al tracciamento dei missili balistici. Invece il radar di ingaggio multimodale si prevede che sarà montato sul 8×8 Baz-6909-022. Tutti veicoli dalle buone doti fuoristrada.

L’analisi tattica

Quando il система C-500 ПРОМЕТЕЙ entrerà in servizio attivo sarà in grado di cambiare radicalmente la postura antimissile e da difesa aerea della Russia proiettandola ad un livello mai raggiunto prima. L’C-500 ПРОМЕТЕЙ infatti, se vedrà confermata anche la sua capacità antisatellite, andrà ben oltre i semplici concetti della difesa A2/AD andando a riempire tutto lo spettro di risposta alle possibili minacce aerospaziali.
Secondariamente, grazie al proprio raggio operativo implementato a 600 chilometri, diventa un perfetto e versatile sostituto degli aerei da caccia intercettori, andando, nel contempo, a diminuire notevolmente i tempi di reazione della difesa aerea grazie alla velocità dei propri vettori a medio/lungo raggio.
Quando e se il система C-500 ПРОМЕТЕЙ sarà rischierato nelle “bolle difensive” russe già esistenti (Crimea, Kaliningrad, Siria, Kola e Kachatka) rappresenterà un fattore destabilizzante proprio grazie alle caratteristiche dei missili e dei radar a lungo e lunghissimo raggio, un po’ come già avvenuto in occasione dello schieramento del Thaad e del suo radar AN/TPY-2 in Corea del Sud che ha notevolmente infastidito la Cina proprio per le sue caratteristiche.
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La Russia è pronta ad usare e userà le armi nucleari solo in risposta ad un attacco con le stesse armi. Lo ha dichiarato il Presidente russo Vladimir Putin intervenendo al Club di discussione Valdai.
"Il nostro concetto è l'attacco contrario… Ciò significa che siamo pronti a usare e useremo le armi nucleari solo in caso di aggressione", ha detto Putin.
Il Presidente ha spiegato che sarà questione di secondi per passare al contrattacco dopo la potenziale aggressione.



"L'aggressore deve sapere che il castigo è inevitabile, che sarà ridotto in cenere. Mentre noi, vittime dell'aggressione, come martiri andremo in paradiso. Ma loro semplicemente periranno, perché non avranno nemmeno il tempo di pentirsi!" ha affermato Putin.


Il caccia Su-57 può abbattere gli aerei

nemici a 300 km. di distanza !!



Un missile ipersonico antiaereo dalla portata di oltre 300 km. farà parte dell’arsenale del Su-57, l’aereo bombardiere da caccia multiruolo più avanzato della Russia.
L’arma ha lo scopo di eliminare gli obiettivi di massimo senza temere risposte. Il Su-57 è il primo velivolo do 5.ta generazione in Russia, progettato come formidabile minaccia per la principali potenza aerea, gli Stati Uniti. 
Normalmente ci si aspetta che trasporti le armi nei vani interni, per ridurre la traccia radar ed evitare di compromettere le capacità stealth. Ma missili più grandi possono essere trasportati esternamente, e uno di questi sarà l’R-37M, un missile dalla gittata maggiore di qualsiasi altro missile a disposizione dei velivoli statunitensi. L’R-37M è la versione aggiornata del missile entrato in servizio nel 1985.
La versione più vecchia era tra i più grandi missili aria-aria, di 4,2 metri di lunghezza e 600 kg. di peso, adatta solo per gli aerei più grandi come il MiG-31BM. La caratteristica principale del missile aggiornato è la sua gittata, indicata in 300 km., anche se alcune fonti dicono che potrebbe raggiungere i 400 km., a seconda del profilo di volo. Il missile costoso è destinato a colpire obiettivi ugualmente importanti come gli aerei AWACS, ma con una velocità di Mach 6 e un sistema di puntamento attivo che si attiva nella fase terminale del volo, rappresentando una minaccia per bersagli più agili come gli aviogetti da combattimento.
La versione R-37M, sarebbe nelle fasi finali di sviluppo ed è dotata di un nuovo sistema di guida, riducendo peso e lunghezza per adattarsi a piattaforme più piccole. Boris Obnosov, direttore della Tactical Missiles Corporation (KTRV), ha confermato che il Su-57 sarà tra gli aerei in grado di sparare il nuovo missile. KRTV è la società madre di NPO Vympel, lo sviluppatore dell’R-37.

Lo sviluppo dell’R-37M mette in discussione il futuro di un altro missile aria-aria a lungo raggio considerato per il Su-57. Chiamato KS-172 e sviluppato da NPO Novator, parte del complesso tecnico-militare concorrente Almaz-Antej, questo missile ha una gittata ancora maggiore di oltre 400 km. Ciò è possibile grazie all’uso di due stadi, con un primo stadio potente più grande che spinge rapidamente il secondo stadio più piccolo. L’arma ha avuto alcuni test di successo, ma si ritiene che sia lontano dal servizio.
È interessante notare che la Cina sviluppa un missile a lungo raggio simile al bistadio per i suoi caccia stealth J-20. Coi rivali strategici entrambi dotati di questo tipo di arma, gli Stati Uniti potrebbero dover ripensare la loro strategia per la superiorità aerea. L’US Air Force era solita schierare missili aria-aria a lungo raggio come l’AIM-54 Phoenix, che aveva una portata operativa di 190 km., ma fu ritirato nel 2004 insieme alla sua piattaforma, l’F-14 Tomcat.
Alcuni missili di questo tipo sono ancora in servizio in Iran, reliquia dei legami pre-rivoluzionari del Paese cogli Stati Uniti. L’AIM-120 AMRAAM, il missile aria-aria oltre-orizzonte dell’USAF, ha una portata ancora più corta rispetto al Phoenix, con la versiane avanzata AIM-120D limitata a 160 km. È ancora un’arma formidabile adatta a molte piattaforme e i militari nordamericani si aspettano che i nemici possano essere abbattuti dai missili da distanza di sicurezza, con aviogetti da combattimento moderni come F-22 e F-35 che forniscono informazioni di puntamento extra ai velivoli più vecchi.
Dispiegando missili con una portata ancora maggiore, Russia e Cina potranno soverchiare tale strategia, minacciando le risorse statunitensi da distanza di sicurezza. Ciò apre un gap di vulnerabilità fino a quando la NATO non sviluppi un contrappeso come il missile Meteor della MBDA.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
deca


Il missile aria-aria russo

R-37M: unico e ineguagliato



Recentemente veniva riferito che il velivolo di quinta generazione Su-57 sarà integrato col missile antiaereo ipersonico R-37M (RVV-BD, Izdelie 610M). Boris Obnosov, direttore della Tactical Missiles Corporation (KTRV), confermava queste informazioni. Il Ministero della Difesa russo riferì a luglio che l’R-37M effettuava i test finali e sarebbe staro presto operativo.
L’R-37M è l’unico della sua classe a vantare un’autonomia superiore ai 300 km. In confronto, l’ AMRAAM A-120D statunitense ha una portata massima di 180 km. Rispetto ai predecessori, l’R-37M vanta un nuovo sistema di guida e peso ridotto che ne consente l’installazione su piattaforme più piccole. Inizialmente fu progettato per equipaggiare gli intercettori MiG-31BM aggiornati. Il missile dovrebbe anche divenire l’arma principale dei Su-30 di quarta generazione e dei Su-35.
Se ciò dovesse dimostrarsi vero, l’R-37M sarà usato contro tutti gli aerei militari statunitensi in vari teatri operativi del mondo. La missione principale del sistema è abbattere mezzi come AWACS, JTARS, C4ISTAR ed aerei d’attacco elettronico e rifornimento aereo, mantenendo la propria piattaforma di lancio fuori dalla portata di qualsiasi caccia che protegga l’obiettivo. Con un peso di 60 kg., la testata ad alta frammentazione esplosiva è abbastanza potente da danneggiare gli aerei più grandi. La velocità massima del missile è Mach 6 (rispetto a Mach 4 di AMRAAM e Meteor), e il sistema di ricerca attivo che lo guida nella fase terminale lo rendono una minaccia per tutti gli aviogetti da combattimento.
Il radar di bordo opera su 2 canali – X e Ku. Come si può vedere, il missile conferisce agli aerei da guerra russi un vantaggio su qualsiasi aereo da combattimento della NATO sia per velocità che per portata. Nessun altro missile attuale del blocco occidentale può eguagliarlo. Una volta che l’R-37M entrerà in servizio, aprirà una vulnerabilità che rimarrà fin quando gli Stati Uniti e la NATO non potranno rendere operativo il missile aria-aria MBDA Meteor attualmente introdotto nell’Aeronautica svedese.




L’R-37M può attaccare bersagli a quote comprese tra 15 e 25.000 mt. Può colpire bersagli invisibili, come l’F-35, nel raggio di 190 km. L’F-35 non può accelerare a una velocità che gli consente di sfuggire a un missile lanciatogli contro. Tracciando i bersagli coi radar semi-attivo e attivo, il missile può anche utilizzare la modalità lancia e dimentica, rendendosi completamente indipendente dalla piattaforma di lancio. Può distruggere i bersagli aerei da prua. La guida inerziale lo rende invisibile ai radar durante il volo di metà corso.
Quando viene attivato il radar attivo, il pilota ha solo frazioni di secondo per prendere contromisure. La testata dell’R-37M è resistente alla guerra elettronica e ha una potenza di 120 kg. Secondo i media russi, nel settembre 2018, il missile fu lanciato da un MiG-31BM intercettando un missile bersaglio Armavir RM-75 durante un’esercitazione svoltasi nella regione del Trans-Baikal. L’Armavir imitava un missile balistico ad alta velocità, con sezione radar di 0,1-0,4 mq e una velocità che variava tra 4.500 e 6.500 km/h. L’R-37M impiegò solo 5-7 secondi per intercettare il bersaglio da una distanza di 30 km. e a una quota di 9 km. Il nuovissimo F-35 di cui le forze armate statunitensi sono così orgogliose è tutt’altro che invulnerabile agli ultimi sistemi aria-superficie della Russia.
L’R-37M integrato su almeno quattro piattaforme è un’altra minaccia per quell’aeromobile stealth. AWACS e altri grandi aerei non invisibili e tutti obiettivi relativamente facili per una piattaforma armata coll’R-37M.
Allo stato attuale, non esiste un’arma suprema a cui gli Stati Uniti possano affidarsi garantendosi il predominio nell’aria se il nemico è la Russia. La guerra aria-aria è il luogo in cui gli Stati Uniti hanno perso la primazia, poiché le prestazioni dell’R-37M sono attualmente ineguagliate. I missili aria-aria della Russia hanno prestazioni migliori rispetto a gli analoghi statunitensi per portata e velocità.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
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lunedì 8 ottobre 2018

LE ORGANIZZAZIONI "UMANITARIE" CI SPIANO ed influenzarono le €uropee


SOROS PAPERS III €uropee 2014: come la Open Society ci spiò su Twitter

soros spalledi Francesco Galofaro, Politecnico di Milano

Con questo articolo Marx XXI prosegue la pubblicazione degli approfondimenti sui Soros papers. Questa volta ci occupiamo di un documento riservato della Fondazione Open Society che mostra come la lobby di Soros abbia speso 6 milioni di dollari per intervenire nelle elezioni europee del 2014. Il documento fa parte di un dossier pubblicato da DC Leaks, purtroppo non più on-line. Come sempre riportiamo in nota l'indirizzo al quale ci è stato possibile reperirlo [1]. A quanto ci risulta il documento è passato inosservato alla stampa italiana nonostante sia pubblico dal 2016.

Come spendere sei milioni di dollari per orientare l'opinione pubblica europea

In occasione delle scorse elezioni europee del 2014, la Open Society Initiative for Europe (OSIFE) ha finanziato progetti per più di 6 milioni di dollari a oltre 90 organizzazioni partner appartenenti agli Stati europei più diversi allo scopo di influenzare le elezioni europee. A provarlo, la lista dei progetti e delle organizzazioni non governative finanziate, completa degli ambiti territoriali di intervento e dei referenti.
Trattandosi di un dossier molto corposo, dedicherò questa terza parte al problema della manipolazione dell’informazione operata dalla fondazione open society, rimandando alle prossime uscite alcune considerazioni più generali sul modus operandi della lobby di Soros.

La manipolazione dei media

A prima vista, il meccanismo è trasparente: si tratta di borse (grants) attribuite alle ONG sulla base di progetti presentati alla fondazione. In realtà nel loro insieme i progetti lasciano intravvedere un obiettivo molto meno chiaro: il tentativo di manipolare i mezzi di comunicazione di massa e più in genere l'opinione pubblica. Cosa si intende per manipolazione? La normale propaganda elettorale operata da partiti e movimenti politici non può essere certamente considerata una “manipolazione”, in quanto fa parte delle regole della competizione elettorale. Quando leggo il volantino di una forza politica, mi è ben chiaro chi mi si rivolge e a quali scopi. Tuttavia, la maggior parte delle iniziative che leggiamo nel documento nascondono il reale emittente della campagna e i suoi motivi; associano messaggi politicamente orientati a inviti più generici alla partecipazione al voto; nascondono il messaggio elettorale sotto le mentite spoglie del questionario, dell'indagine scientifica o del gioco; invadono la privacy degli utenti per profilarli. Vediamo subito gli esempi più eclatanti.

Spiare gli utenti di Twitter

A p. 5 scopriamo il progetto Mobilizing the vote through social media in 2014. Ecco lo scopo del progetto, nella descrizione del proponente (la traduzione è mia): «rendere disponibili strumenti per i social media alle organizzazioni della società civile in tutta Europa, in modo che possano mobilitare le persone in modo più efficace per votare alle elezioni europee del 2014. Demos produrrà strumenti e tecniche, ad esempio software open source, utilizzabili per analizzare i dati di Twitter in tempo reale, al fine di consentire agli intervistatori di aumentare i partecipanti ai gruppi target. Questi strumenti saranno resi disponibili online gratuitamente. Demos formerà anche difensori (advocates) e gruppi della società civile interessati alla partecipazione civica e politica attraverso una serie di workshop di due giorni in Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Paesi Bassi e Regno Unito». Il progetto è stato finanziato con 130 mila euro.

Chi ha tentato di profilarci

Il progetto è presentato da DEMOS, una sigla inglese che si auto-definisce un cross-party think-tank, un “gruppo di esperti trasversale” e che offre servizi di consulenza su temi come “leadership etica”, analisi dei social media e strategie per combattere la radicalizzazione [2].
Se gli strumenti per profilare gli utenti di twitter e targetizzare la campagna di persuasione sono davvero stati realizzati, l'organizzazione se li è tenuti stretti: non sono comunque disponibili sul sito, dove troviamo invece molti rapporti di analisi della comunicazione su twitter, oltre a una guida a criptovalute e blockchain per l'amministratore pubblico [3] piuttosto significativa per comprendere l'orientamento dell'organizzazione.

EUVOX: un progetto del Parlamento €uropeo

Cospicui finanziamenti riguardano la realizzazione di applicazioni per il web. Ad esempio, 25mila dollari sono stati spesi per un gioco di ruolo interattivo rivolto ai giovani disinteressati alla politica. Tra gli altri progetti, 117 mila dollari sono stati stanziati per la realizzazione di EUVOX, uno strumento per consigliare gli elettori circa il voto (al momento non più online). Si tratta di una delle innumerevoli applicazioni che ci pongono una lista di domande sui temi più importanti delle elezioni, e poi ci posizionano nel panorama elettorale.
L'applicazione, sviluppata da Kieskompas [4], era accessibile da tutti i Paesi europei. Ulteriori 22.250 dollari sono stati stanziati per pubblicizzare quest'app su Facebook, e 15.000 dollari sono andati a finanziare una riunione, definita “di alto livello”, dove presentare una ricerca sui dati raccolti sugli utenti. Un dettaglio importante: oltre alla fondazione Open Society, EUVOX è stato co-finanziato dal Direttorato generale per le comunicazioni del Parlamento €uropeo [5].

Decidere l'agenda politica

Possiamo chiederci che influenza abbiano davvero sulle decisioni di voto le VAA (Voter Advicer Application, “programma consigliere dell'elettore”) come Euvox. Ad esempio, quello proposto da Repubblica per le elezioni del 2018 era particolarmente rozzo, visto che addirittura mancavano liste come Potere al Popolo [6].
Occorre considerare che questi strumenti, senza suggerirci che posizione prendere in merito ai temi su cui ci chiedono di schierarci, fissano tuttavia la graduatoria dei problemi da dibattere: in questo modo, questioni come la sanità pubblica o i diritti del mondo del lavoro, assenti o quasi dai questionari, passano in secondo piano. E' un effetto sociale dei media noto come agenda setting [7].

Mappe politiche arbitrarie


A maggior ragione, allora, la scelta – arbitraria - degli assi che collocano forze politiche ed elettori in una mappa diviene uno strumento che serve ai propositi dei committenti. Ad esempio, troviamo “fiducia-sfiducia nelle istituzioni” nel caso di Repubblica, mentre nel caso di EUVOX è stato usato un asse “eurofili-euroscettici”. Se, ad esempio, quest'ultimo asse fosse stato usato da Repubblica per la propria VAA, la mappa dei Partiti non avrebbe certamente visto Forza Italia accanto alla Lega, ma notevolmente più vicina al PD. In questo modo la vicinanza o lontananza dei partiti tra loro e la relativa posizione dell'elettore può cambiare significativamente. Suggerire all'elettore che Forza Italia e la Lega hanno posizioni vicine, o che – al contrario – Forza Italia e PD sono molto simili non è indifferente. Se ne conclude che gli assi non danno una rappresentazione “oggettiva” dell'elettore, ma attribuiscono un'interpretazione alle elezioni, costruendo il significato dei comportamenti di voto.

Un sistema integrato di comunicazione

Se cerchiamo EUVOX su un motore di ricerca, ci imbattiamo in un cospicuo numero di pagine che ce lo consigliano caldamente. Dove nasce una passione tanto disinteressata? E' presto detto. Tra gli altri siti, troviamo New Europeans [8]. Se consultiamo il nostro documento, scopriremo che il sito ha ricevuto 48.558 dollari dalla Fondazione per produrre contenuti multilingue che stimolino la partecipazione al voto dei cittadini europei immigrati nel Regno Unito. Euvox – oltre a un insieme di altri siti finanziati da Soros – è consigliato anche dalla European Women's Lobby [9], che ha ricevuto 98.465 dollari per selezionare il primo gruppo di undici leader donne appartenenti a minoranze da addestrare nei campi del populismo, comunicazione, risposta a commenti sessisti e da candidare al parlamento europeo per le elezioni venture. La rete di media nuovi e tradizionali costruita dalla Open society ha dimensioni impressionanti: ci proponiamo nella prossima puntata dell'inchiesta di ricostruire puntualmente il “sistema Soros” di manipolazione dell'informazione.

La manipolazione degli elettori

Dedico lo spazio conclusivo di questa puntata ad alcune considerazioni su EUVOX e sulla profilazione di Twitter. Ricordo che Cambridge Analytica è stata per mesi nell'occhio del ciclone per un progetto del tutto paragonabile a quello finanziato da Open Society Foundation. Certamente il budget di Cambridge Analytica era superiore, ma gli scopi sono gli stessi: realizzare una profilazione efficace (nel nostro caso addirittura in tempo reale) per meglio “targetizzare” (mi scuso per l'orribile barbarismo) i messaggi in cui si concretizza l'azione persuasiva del committente. Target, ovvero bersaglio, è il vocabolo che da sempre rende bene l'idea del modo in cui alcune discipline della comunicazione considerano l'interlocutore e più in generale l'essere umano.

Un discorso solo superficialmente diverso vale per EUVOX, che non agisce a nostra insaputa ma ci chiede di rispondere a un insieme di domande e in cambio ci posiziona in una mappa di forze politiche. Dietro la manipolazione pseudo-scentifica qui rinveniamo un meccanismo di un certo interesse semiotico. La privacy è un concetto recente. Comprenderne l'importanza implica l'acquisizione di una consapevolezza. In realtà ci fa piacere essere osservati e giudicati: un tempo, era una funzione svolta dagli Dei; oggi dagli algoritmi. Il soggetto risulta costantemente infantilizzato rispetto a un “Padre” di ordine trascendente, dall'intelligenza misteriosa e di difficile comprensione In questo modo, Euvox ci assoggetta a una struttura più ampia che conferisce ordine e senso al nostro agire di elettori.

Una manipolazione intenzionale

Ci terrei a sottolineare che non intendo pronunciarmi circa la reale efficacia di queste tecniche – una verifica puntuale è un problema di discipline come la statistica o la sociologia della cultura. Quel che vorrei provare è l'intenzionalità della manipolazione. Sia EUVOX sia il progetto DEMOS cercano di sfruttare le nostre vulnerabilità reali o presunte sotto un profilo psicologico. Si tratta di una tecnica ben nota, che qui si ripresenta a noi nella sua versione contemporanea. Come scrive Chomsky, «i rapidi progressi della scienza hanno creato un crescente divario tra le conoscenze della gente e quelle di cui dispongono e che utilizzano le élites dominanti […] Il sistema è riuscito a conoscere l'individuo comune molto meglio di quanto egli non conosca se stesso. Ciò comporta che, nella maggior parte dei casi, il sistema esercita un più ampio controllo ed un maggior potere sulla gente, ben maggiore di quello che la gente esercita su se stessa [10]».

NOTE
[1] https://www.scribd.com/document/343846323/European-Election-Portfolio-Review-Annex-i-Ee14-Project-List-of-All-Elections-Related-Grants-3?secret_password=m3V6G7QksxsGSFvjnXa4#download&from_embed
[2] https://www.demos.co.uk/demos-projects/
[3] https://www.demos.co.uk/research-area/casm/
[4] http://www.kieskompas.nl/en/
[5] http://www.fuds.si/sites/default/files/research_profile_sass_0.pdf
[6] Ringrazio Alessandro Pascale per la segnalazione: http://www.repubblica.it/politica/2018/02/07/news/partitometro_gioca_e_scopri_che_elettore_sei-188194311/[7] Cfr. Mauro Wolf, Teorie delle comunicazioni di massa, Milano, Bompiani, XI ed. 1994.
[8] https://neweuropeans.net/article/275/which-party-should-i-vote.
[9] https://www.womenlobby.org/European-elections-coming-up-some-useful-websites?lang=en
[10] N. Chomsky, “Le dieci regole per il controllo sociale”, in Media e potere, Lecce, Bepress, 2014.
[11] Abbiamo trovato il documento a questo indirizzo: https://legacy.gscdn.nl/archives/images/soroskooptbrussel.pdf (visitato il 30 luglio 2018).

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SOROS PAPERS IV: come la Open Society Foundation

influenzò l’opinione pubblica durante le elezioni €uropee del 2014

georgesoros grdi Francesco GalofaroPolitecnico di Milano

Con la scorsa puntata dell’inchiesta ci siamo occupati del  sistema di comunicazione politica approntato dalla fondazione Open Society in previsione delle elezioni €uropee del 2014, in occasione delle quali furono investiti sei milioni di dollari allo scopo di manipolare l’opinione pubblica. La nostra fonte è un documento riservato della Open Society Foundation, pubblicato da DC Leaks nel 2016 [1].

Per dimostrare che di manipolazione si tratta, e non di semplice propaganda, abbiamo già presentato due casi eclatanti: la realizzazione di una applicazione di tipo VAA, per suggerire all’elettore il partito da votare, e la profilazione degli utenti twitter in tempo reale per migliorare l’efficacia della propaganda a loro indirizzata.
Nonostante questi fatti siano noti dal 2016, sembrano essere passati inosservati, al contrario di quello del tutto analogo che ha coinvolto Facebook e Cambridge Analytica riguardo alle presidenziali americane. In questa puntata dell’inchiesta mi propongo di ricostruire la rete di comunicazione della Open Society evidenziando i meccanismi volti alla manipolazione dei giornalisti e dell’opinione pubblica.

Le caratteristiche di un sistema di comunicazione

Come ci insegna la cibernetica, che Soros ha provato di conoscere piuttosto bene nel formulare i suoi modelli economici, un buon sistema di comunicazione prevede sei elementi: un emittente e un ricevente, tra i quali si stabilisce un canale. E’ poi necessario un codice, condiviso tra i due, che ottimizzi l’efficienza del canale. Infine, occorrono un messaggio da trasmettere e una funzione di retroazione o di controllo dell’efficacia della comunicazione stessa. Tutte queste funzioni sono assolte normalmente dal linguaggio durante gli scambi linguistici quotidiani [2].

La costruzione di un sistema di comunicazione efficace implica un lavoro su tutti gli elementi che abbiamo visto. Bisogna, naturalmente, lavorare sui contenuti del messaggio da trasmettere; sugli emittenti – ad esempio, i giornalisti – perché li producano nel modo desiderato; sui codici da impiegare, a seconda del destinatario (linguaggi giovanili; ironia; o al contrario scientificità e rigore); sui canali da impiegare (media tradizionali e nuovi); sugli stessi destinatari, perché si comportino nel modo desiderato (non solo votando per i partiti ‘amici’, ma anche ritrasmettendo il messaggio alle proprie reti).
Occorre poi esercitare una funzione di controllo piuttosto delicata sull’efficacia della propria comunicazione – ce ne siamo occupati in parte nella scorsa puntata, ma molte sono le iniziative volte allo studio sull’efficacia dei messaggi da un punto di vista accademico. Come vedremo, nessuna di queste funzioni è stata trascurata dal sistema di Soros.

Nuovi media

La rete di canali che sfruttano i nuovi media è molto ampia. 130 mila dollari sono andati a finanziare la testata online euobserver [3]; 50 mila dollari sono andati a finanziare il blog francese Bondy Blog. Tutte queste testate dichiarano orgogliosamente di far parte della “stampa libera” e nessuna riporta il maxifinanziamento ricevuto da Soros – anche questo prova l’intento chiaramente manipolatorio di una fondazione che non agisce allo scoperto.
Anche la pubblicità on-line non è stata trascurata: Transparency International Latvia – Delna ha ricevuto 13.000 dollari per impiegare Google ADWords e Facebook allo scopo di convogliare almeno centomila visitatori sulla propria pagina.

Media tradizionali

I nuovi media non sostituiscono i canali tradizionali della comunicazione politica: piuttosto, li affiancano e ne cambiano le funzioni. Nessuna campagna potrebbe funzionare senza ricorrere anche ai media tradizionali. Così anche in questo campo troviamo una lista interessante.
OSF Prague, un'articolazione locale della fondazione, ha ricevuto 30 mila dollari per una campagna mediatica europea che ricordi l'anniversario dell'ingresso della Repubblica Ceca nell'EU. 20 mila dollari sono andati a finanziare the “Migrant Voice”, una rivista cartacea inglese.

Produrre contenuti creativi ed efficaci

Ovviamente, la moltiplicazione dei canali sui nuovi e vecchi media richiede una produzione di contenuti su vasta scala e in diverse lingue. Per questo, 261 mila dollari sono stati devoluti alla €uropean Cultural Foundation per un progetto volto a coinvolgere la comunità dei creativi, videomakers, artisti, nella produzione di contenuti rivolti alle reti sociali e alle piattaforme digitali per tutta l'€uropa.
Altri 95 mila dollari sono andati al Political Capital Institute, per la produzione di analisi, infografiche e video rivolti contro partiti euroscettici, etnocentrici o di estrema destra. 50.000 dollari sono andati all'associazione ungherese Prospect Muhely Alapitvany per un progetto denominato “List of shame”, che potremmo tradurre con “lista di proscrizione”.

Influenzare i giovani

Più in piccolo, il Media Diversity Institute ha ricevuto 50 mila dollari per realizzare campagne mediatiche rivolte ai giovani che diffondessero storie positive riguardo all'emigrazione e rispondessero con l'umorismo ai politici xenofobi. L'area di intervento era costituita da Regno Unito, Ungheria, Grecia e Italia. Sempre a rivolgersi ai giovani, 10.000 dollari sono serviti a realizzare sei video in Lituania (un progetto del Lithuanian Youth Council). Sempre a incoraggiare la partecipazione dei giovani, in questo caso sloveni, un finanziamento di 10 mila dollari che ne impiegasse il linguaggio e che impiegasse celebrità come testimonial della campagna.
Lo stesso è accaduto in Germania, dove Progressive Zentrum ha ricevuto 25 mila dollari coinvolgendo la nazionale di calcio per una campagna condotta su Facebook e Twitter. Ancora, il discutibile hashtag  #DON't masturHATE dà il titolo di un progetto volto a contrastare i discorsi di odio esponendoli al ridicolo. Lo scopo del progetto è l'organizzazione di workshop rivolti ad attivisti e responsabili di ONG per addestrarli sui temi della comunicazione e della pubblicità. In questo caso il proponente è la OSF locale di Bratislava e l'investimento è di 45 mila dollari.

Fact Checking

Non tutti i destinatari della fondazione Open Society sono giovani. La necessità di dare una parvenza di obiettività al proprio discorso, contrapposta alle fantasie ideologiche del populismo e dell’estremismo, porta al così detto Fact Checking, che ci ha assillato anche durante la scorsa campagna elettorale italiana. NumbersEU ha ricevuto 15 mila dollari per mantenere un sito con un impiegato che si occupasse a tempo pieno di questa attività per tutta l'Europa. 50.000 dollari sono stati devoluti all IG Kultur Osterreich per realizzare un workshop sul fact-checking, in realtà rivolto allo sviluppo di contenuti satirici.
L'associazione tra fact cheking e denigrazione dell'avversario è anche l'obiettivo di EUROPEUM - Institute for €uropean Policy (50 mila dollari) attivo in Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia; altri 10 mila euro sono andati a Stichting Eurofacs, per il progetto europeo “Pinocchio's election campaign”. In un modo o nell'altro, in ogni caso, la gran parte dei progetti finanziati si propone di contrapporre il “controllo dei fatti” al “populismo”, allo stesso modo in cui un tempo si contrapponeva la propria verità alla propaganda altrui.

Il reclutamento “ideologico” dei giornalisti

Come prova l’elenco dei giornalisti europei prezzolati dallo zar rivelato dai bolscevichi dopo il ‘17, la stampa è da sempre in vendita al migliore offerente. Le strategie della fondazione, tuttavia, sono più sottili. Ad esempio, 30 mila dollari sono stati devoluti a Euobserver ASBL per un premio rivolto a chi produca 32 articoli nel mese della campagna elettorale.
Alla stessa organizzazione sono andati 75 mila dollari per creare un network di “giornalisti indipendenti” in tutte le capitali europee. 27 mila dollari hanno finanziato un workshop rivolto ai giornalisti di grido e ai professionisti della comunicazione per renderli consapevoli dell'impatto diretto che i loro articoli sull'€uropa hanno nell'ascesa di movimenti populisti, xenofobi o euroscettici, e perché condividano le proprie competenze in modo da trattare i temi europei senza promuovere la causa di questi movimenti.
Dunque, non si corrompono i giornalisti. Si lascia loro l’impressione di essere liberi. Li si fa assumere da qualcun’altro, o li si invita a conferenze selettive in hotel eleganti, o ancora li si premia, se giovani, per il loro impegno, costruendo la ‘figura’ del giornalista di grido, dell’influencer, del portavoce di una élite di cui ritiene, realmente e in tutta onestà, di far parte.


[2] Jakobson, R., 1963, Essais de linguistique générale, Paris, Minuit; trad. it. Saggi di linguistica generale, Milano, Feltrinelli, 1966, pp. 185-186

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