domenica 25 novembre 2018

L'IGNORANZA PUO' ESSERE LA VOSTRA SCELTA DI VITA

I retroscena dell’inganno globale

85342 signoraggio bancarioDue anni or sono - nel maggio del 2016 - pubblicai un approfondito articolo su alcune notizie probabilmente ignote anche ai ricercatori più attenti e smaliziati, notizie la cui comprensione soltanto potrebbe gettar luce su molti scenari politici e finanziari contemporanei.
di Piero Cammerinesi

La stesura dell’articolo in questione fu resa possibile da notizie riservate provenienti da alcune fonti di serietà e competenza verificate alle quali, evidentemente, per ragioni immaginabili ma non dimostrabili, è stato consentito divulgarle.
Per questo motivo ripropongo anche in questo secondo intervento il medesimo caveat che anteposi al primo:
AVVERTENZA – Questo articolo – che contiene notizie che credo non siano mai state pubblicate sulla stampa italiana né ‘alternativa’ né tantomeno mainstream - nasce da un’approfondita ricerca e da due fonti. Una riferibile a dei siti in lingua inglese più avanti indicati e l’altra a fonti personali di cui l’autore può garantire competenza e serietà, ma soprattutto conoscenza diretta degli argomenti trattati. Pertanto si tranquillizzi il lettore se alcune notizie qui contenute gli parranno inverosimili o quantomeno fantasiose; lo erano anche per l’autore prima di approfondire la storia narrata. Dunque, prima di liquidare il tutto come una bizzarra fantasia, approfondisca l’argomento e le fonti indicate.
In fondo il modo migliore per nascondere qualcosa è metterlo sotto gli occhi di tutti
nuovo governo e1528375723178Da pochi giorni finalmente il nuovo Governo - ferocemente osteggiato da alcune centrali di potere - è nato e con esso forse qualche nuova speranza per il Belpaese. Infatti, pur non trascurando i leciti dubbi sulla genuinità di certe istanze del M5S o della Lega, non si può ignorare che - come dicono gli inglesi - “Rome wasn’t built in a day” nel senso che reali e durature trasformazioni difficilmente possono verificarsi - a meno di una rivoluzione violenta - in tempi brevi all’interno di strutture politico-economiche estremamente complesse come quelle attuali; è pertanto necessario armarsi di santa pazienza ed aspettarsi quei risultati che ragionevolmente possono venir prodotti dal nuovo Governo.
La compagine governativa giallo-verde capitanata dal professor Conte è oggi all’opera e trovo corretto e ragionevole giudicarla per i frutti e non per le personali simpatie o avversioni politiche.
Come è noto la nascita del Governo è stata preceduta da due fatti di una gravità inaudita: il veto di Mattarella sulla nomina di Paolo Savona al dicastero del Tesoro e le scandalose interferenze di altri Paesi nell’agone politico italiano di cui ricorderemo una su tutte - la dichiarazione del Commissario dell’Unione €uropea, Gunther Oettinger: "I mercati insegneranno agli italiani a votare nel modo giusto successivamente rettificata ma che, anche nella sua versione riveduta e corretta comunque recita: “Quello che temo e che penso accadrà è che le prossime settimane finiscano per mostrare drastiche conseguenze nei mercati italiani, sui titoli e sull’economia, così vaste che dopotutto potrebbero spingere gli elettori a non votare per i populisti di destra e di sinistra”.
savona mattarella web thumb660x453Il ministro non accettato dal Presidente della Repubblica era quel Paolo Savona che, appena cinque anni fa, nel 2013, dichiarava esplicitamente: “I miei amici tedeschi si sono molto irritati, però devono prendere atto – e infatti dopo mi hanno capito – che il modello di economia e quindi di società, per cui siamo in piena analisi di Marx dove l’economia determina la politica, loro continuano ad applicare lo stesso modello del Piano Funk del 1936 (ministro dell’economia nazista), il quale aveva proposto quanto segue: che la Germania fosse paese d’ordine, che tutte le monete dovevano comportarsi come il marco tedesco, che l’industria la sapevano fare solo i tedeschi e quindi era giusto che si specializzassero, e che il resto dei Paesi, Italia compresa, dovevano dedicarsi all’agricoltura, al turismo ed al benessere anche dei tedeschi. La differenza profonda – e questo è un bel salto di qualità e politico – è che la volevano imporre manu militari, con la forza, mentre oggi hanno inventato un meccanismo chiamato €uropa Unita, che porta gli stessi effetti e nella quale i tedeschi hanno questa posizione ideologica dominante”.
Parole, evidentemente, che non sono piaciute alla Germania ed ai suoi lacchè italici.
L’€uropa, dunque, come si è visto, ha ostacolato in tutti i modi - sia direttamente che indirettamente, grazie ad esponenti italiani acriticamente succubi di Bruxelles - la nascita di un Governo che possa mettere in discussione i principi negoziabili dell’Unione €uropea e della NATO.
Eppure è ben noto negli ambienti che contano - fatto confermato fra l'altro pubblicamente anche da numerosi documenti declassificati (si veda qui e qui) - che furono ambienti americani ad ideare e sostenere sin dalla fine degli anni ’40 del secolo scorso l’unificazione dei Paesi €uropei, e non certo per generoso spirito di fratellanza.EU cia 600x300
In altri termini, una Europa progettata e realizzata dalla CIA.
Se così è - e ci sono ormai ampie evidenze che le cose siano esattamente in questi termini - cosa ci dà il diritto di ritenere che da allora le forze in gioco siano cambiate? Che oggi - settant’anni dopo - la Germania sia indipendente nelle sue politiche, che sia, in altri termini, meno colonia americana di quanto lo fosse nel dopoguerra? E che, per quanto riguarda l'Italia, con le vicende emblematiche di Enrico Mattei e di Aldo Moro, la strategia della tensione eterodiretta, la svendita del patrimonio nazionale in atto dagli anni ‘90, ma anche con il recentissimo caso Savona, non vi siano prove sufficienti del nostro servaggio verso poteri esteri?
In €uropa gli americani, con l'Unione €uropea e l'€uro - sulla scelta del nome €uro al posto del già esistente ECU, si veda la nota del prof. Rinaldi - sono riusciti a fare ciò che invece non è loro riuscito altrove, il che dovrebbe far riflettere sul reale patriottismo dei cittadini €uropei.
Fatto pressoché sconosciuto anche gli addetti ai lavori, gli americani nella seconda metà degli anni novanta assegnarono alla - sempre subalterna - Unione €uropea ben 10.000 MT (tonnellate) di oro come collaterale.
Tale enorme quantità di oro venne tuttavia assegnata illegalmente in quanto parte dei Collateral Accounts che non erano, non sono e non saranno mai di proprietà degli Stati Uniti d’America, come si è già avuto modo di indicare nel nostro precedente articolo.
Non sorprenderà quindi se, come già accade per la FED ed altre banche centrali, anche per la BC€ non è consentita alcuna ispezione fisica per verificare le reali riserve di oro della stessa.
Anche nei paesi ASEAN, nel sud-est asiatico, gli americani cercarono di creare una unione monetaria dopo la crisi finanziaria del 1997-98, ma senza successo. L'unica regione che al momento sembra la più propensa (ma ancora lontana dal realizzarla concretamente) ad una nuova valuta comune è la zona ECOWAS africana, che si aggiungerebbe, con la propria valuta ECO, al Franco CFA (garantito dal Tesoro francese) già utilizzato anche da alcuni dei paesi membri dell'ECOWAS.
federal reserveLa questione, per comprendere meglio la situazione, va chiaramente fatta risalire all'ultima guerra mondiale e a chi sono stati i vincitori e chi i vinti.
Riuscendo gli Stati Uniti ad imporre il dollaro americano come valuta di riserva internazionale, il nuovo sistema finanziario impostosi dopo la seconda guerra mondiale fu, di conseguenza, basato sulla banca centrale americana, la FED.
Da allora il potere di quest'ultima, in particolare dopo la decisione unilaterale americana di sganciare la propria valuta dall'oro (1971) e dopo la creazione del sistema interbancario di comunicazione Swift (1973), è divenuto pressoché globale.
Non vi è decisione fondamentale, sia delle banche centrali che delle banche commerciali internazionali, che non debba ricevere l'imprimatur della FED.
L’idea che lo stesso Quantitative Easing (QE), ossia l'emissione di nuova valuta, da parte della BCE, della Banca d'Inghilterra o della Banca del Giappone - per citare le banche centrali più importanti oltre alla FED - non debba ricevere il benestare da Oltreoceano è totalmente destituita di qualsivoglia fondamento.
In realtà, tutte queste operazioni di QE sono operazioni di bilancio; non vi è reale movimento di denaro. Quando la FED finanzia altre banche centrali, in particolare dopo la crisi del 2008, apre con esse delle swap lines con le quali a bilancio risulta una “vendita” di dollari americani dalla FED alle altre banche in cambio di altre valute (euro, yen, sterlina, ecc.); dollari che dovrebbero poi essere “ricomprati” a termine (ad es. a 3 mesi) dalla stessa FED.
Per essere ancora più chiari: la Banca Centrale €uropea – o altra banca centrale - non può stampare denaro a piacimento se non entro i limiti dei fondi/asset consentiti dalla FED. Su quale sia l’origine reale, poi, di questi stessi fondi ed asset, vi sarebbe molto da chiarire.
Perché se da un lato la FED può emettere nuovi dollari, per acquistare ad esempio i titoli del tesoro americano, d’altro canto è altrettanto vero che queste operazioni di QE sono anche state usate per svuotare numerosi conti appartenenti ai Collateral Accounts.
Né in Russia la situazione è certo migliore, anzi.
picture 1832 1454368421Come ci ricorda il prof. Alexander Azadgan: “È oramai evidente che la Banca Centrale della Federazione Russa (BCR) rappresenta la tenaglia dei Rothschild nei confronti della Russia e della stessa leadership del Presidente Putin. La BCR è membro della BIS (Bank of International Settlements) dei Rothschild, che è la banca centrale delle banche centrali situata a Basilea, in Svizzera – naturalmente.
La struttura del potere bancario dei Rothschild controlla la BCR attraverso la Federal Reserve Bank americana, rendendo perciò impossibile per la BCR stampare più rubli di quante siano le sue riserve in valuta estera. La Russia vende petrolio in cambio di dollari. Per avere dollari, la Russia compra titoli americani, mentre i dollari ritornano alla FED. Ma questo è proprio un furto! Così facendo, la FED stritola l'economia russa in un gran gioco vizioso ed illusorio.
La politica monetaria della Russia è stata determinata finora, in modo congiunto, dalla FED e dalla Banca Popolare Cinese (BPC). Ciò significa che la BCR non ha mai avuto realmente alcun controllo né sul rublo né su una politica monetaria russa indipendente. La BCR può difendersi da quelle entità solo limitando le proprie riserve di valuta. Nonostante le dichiarazioni di Yevgeny Fyodorov sulla nazionalizzazione della privata BCR, il Presidente Putin pare restio e prudente nell'interferire sul controllo della Russia, attraverso la BCR, da parte dei Rothschild – per ora”.
Anche se sembra essere in atto un tentativo di liberazione della Russia dal giogo atlantico, da parte di Putin e dei suoi stretti alleati, questi deve comunque far fronte ad una fazione di €uroatlantisti nell'élite russa che rivestono importanti posizioni governative.
Sicuramente vi è stato un netto cambio di rotta rispetto all'atteggiamento del suo predecessore, Boris Eltsin, il quale, in combutta con Bill Clinton, nel 1998 permise l'uscita illegale di oltre 100.000 tonnellate di oro depositate in Russia e di proprietà dei Collateral Accounts.
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L’oro venne trasferito via treno in parte in Austria, in parte nei Balcani (verosimilmente in Slovenia e nel Montenegro) ed in parte, forse, via nave in Sudamerica, probabilmente in Paraguay. Paese, quest’ultimo, in cui si trova anche il famoso ranch dei Bush, di oltre centomila ettari, dove già vennero trovate e poi confiscate migliaia di tonnellate d’oro sottratte ai Collateral Accounts. Tuttavia trattandosi di questioni classificate top secret, e godendo spesso i soggetti coinvolti di immunità diplomatica, tali notizie non sono mai state di pubblico dominio.
Nelle vicinanze del ranch dei Bush si trova, “curiosamente”, anche quello della Merkel. Anche durante il periodo di Bill Clinton passarono per Montevideo ingenti quantità di oro derubato dai Collateral Accounts, ma, a quanto pare, non ancora identificate.
Ricordiamo en passant che Uruguay e Paraguay sono Paesi noti per la presenza di un buon numero di nazisti che fuggirono dalla Germania nel secondo dopoguerra.
A proposito della Cina, non deve sorprendere l’inclusione, da parte di Azadgan, della Banca Centrale Cinese tra le banche chiave del “sistema FED.
Vale la pena ricordare che in Cina oltre la metà dei prestiti e delle linee di credito avvengono attraverso shadow banking e non attraverso un sistema bancario regolamentato. In altre parole, possono prestare denaro non solo le banche ma anche società non regolamentate, senza una trasparenza alcuna sulla provenienza dei fondi. È diffusa la pratica di acquistare, “impacchettandoli” poi in vari strumenti finanziari strutturati o derivati, degli strumenti finanziari che vengono, a loro volta, rivenduti a fondi o ad investitori.
Pratica, questa, non certo solo cinese ma diffusa nei mercati finanziari internazionali, peraltro tendente a far perdere le tracce della reale filiera dei proprietari dei vari strumenti finanziari. Si stima che in Cina il sistema finanziario “in nero” e fuori bilancio sopra citato (shadow banking) valga almeno 10-15 trilioni di dollari, anche se secondo alcuni insider la cifra sarebbe ben più alta.
Siamo forse così ingenui da pensare che l'enorme flusso di denaro proveniente dalla Cina (e da fonti spesso non chiare, proprio per la presenza come si è detto di un sistema finanziario in buona parte opaco) ed usato per acquistare asset in tutto il mondo, provenga tutto dal sano sudore dei lavoratori cinesi?
Le mie fonti mi confermano, fra l'altro, che oltre alle operazioni di trading (citate nel nostro precedente articolo), alcune banche primarie cinesi sono solite anche usare illegalmente asset dei già citati Collateral Accounts. E ciò anche nella piazza finanziaria di Hong Kong, ma non solo.
Ed ora veniamo alle principali questioni che mi sono state poste da chi ha letto il più volte citato articolo Dietro i Panama Papers la più colossale truffa del pianeta.

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La prima domanda che mi è stata rivolta riguarda il ruolo del famoso attracco al largo di Civitavecchia del Britannia di sua Maestà nel giugno 1992 e connesso spesso, nelle varie teorie complottistiche, alle privatizzazioni degli asset italiani degli anni seguenti.
Ho chiesto lumi ad una delle mie fonti a questo riguardo, e mi è stato detto che nelle famiglie reali, inclusa quella inglese, come in molte famiglie “normali”, non vi è una unione di intenti assoluta.
In altri termini, essendo il Britannia una nave che era a disposizione di tutta la famiglia reale inglese, non solo della Regina, sia per eventi formali che non - come risulta anche dal sito ufficiale della stessa nave, andata “in pensione” nel 1997 - è molto probabile che la Regina non c’entrasse nulla con tale meeting, ma che forse qualche membro della famiglia reale, non così integerrimo come Her Majesty, ne fosse coinvolto in qualche modo.
Un’altra questione che mi è stata posta riguarda l’entità pressoché sconosciuta del responsabile legale, arbitro degli asset di garanzia della linea di credito globale, vale a dire l’International Treasury Controller (ITC), nominato dalla ‘gerarchia’ che rappresenta le famiglie reali del mondo per sostenere le valute degli Stati con l'oro necessario per collegare le valute al nuovo sistema finanziario sostenuto dall’oro mondiale.
Ebbene oggi diversi Paesi indipendenti stanno già collaborando con l'ITC, esistendo la possibilità di essere finanziati da tale struttura. 
In realtà tutti i Capi di Stato, Presidenti del Consiglio, Re o Regine e vertici dei servizi di intelligence nazionale dovrebbero essere sempre informati, una volta nominati, dell'esistenza di questa struttura sovranazionale. Tuttavia ciò avviene raramente perché chi ha detenuto in passato il controllo, in primis gli americani, si guarda bene dall'informare il resto del mondo di queste ricchezze internazionali.
Oltretutto già da prima della seconda guerra mondiale la CIA (allora OSS) venne nominata “protettrice” dei Collateral Accounts, ed in parte lo è ancora. Ciò ha fatto sì che una parte deviata di certi ambienti americani e dei loro alleati abbia approfittato, grazie alla conoscenza della posizione degli asset, di questo vantaggio per depredarli.
Se Trump riuscirà o meno a contribuire ad una pulizia interna, nel proprio Paese, lo vedremo nel corso del suo mandato presidenziale.
Non furono comunque solo gli americani a sottrarre parte delle ricchezze dei Collateral Accounts; a casa nostra si cimentò in queste prodezze anche il tristemente noto Licio Gelli, che partecipò a ruberie di oro di proprietà della famiglia reale serba anche se non è chiaro se quell'oro facesse parte dei Collateral Accounts.
Infine, la questione della composizione dei Collateral Accounts ha sollevato molte perplessità.
09876Riesce infatti difficile a molti lettori credere che esistano - occultati in nascondigli ben protetti e non rintracciabili - tesori che vengono considerati dai più semplicemente leggendari, la cui esistenza sembra affondare le sue radici nella leggenda più che nella realtà.
Eppure basterebbe chiedersi dove siano finiti gli enormi tesori antichi di cui si narrano leggende, da quelli degli Inca e degli Aztechi nell'America centrale e meridionale a quello dell'antico Egitto, da quello di Gengis Khan in Asia a quello di Re Salomone, per citare solo i più noti. O quello ricercato dai Templari, alcuni discendenti dei quali (veri o presunti) a tutt'oggi reclamano parte del tesoro, sul quale tuttavia non hanno alcun diritto. Riflettiamo, d'altra parte, sui numeri riguardanti le estrazione di oro che abbiamo a disposizione.
Secondo il World Gold Council, nel 2.000 vennero prodotte 2.573 MT (tonnellate) di oro, 2.518 tonnellate nel 2005, 2.469 nel 2006 e 2.444 nel 2007.
Circa 2.500 tonnellate all'anno...ora, vi pare realistico che nel mondo in migliaia e migliaia di anni si siano estratti poco oltre 180.000 tonnellate di oro, come dichiarato ufficialmente dallo stesso World Gold Council?
Infatti, in rete o nel "mercato nero" finanziario, anche in piazze finanziarie importanti, si trovano offerte di migliaia di tonnellate di oro in vendita, depositate solitamente in qualche banca primaria. Ebbene, vi sono offerte fasulle ma ve ne sono altre, pur sempre illegali, che riguardano oro reale dei Collateral Accounts non ufficialmente registrato al World Gold Council e depositato fuori bilancio in numerose banche, che qualche gruppo corrotto, solitamente in combutta con la banca depositante, cerca di vendere pur non essendone il proprietario. O cerca di usarlo come collaterale per qualche operazione finanziaria, sempre illegalmente.
Senza menzionare quell'oro che finisce per essere registrato al World Gold Council ma che deriva da oro rubato, anche dai Collateral Accounts, poi successivamente raffinato con nuovi Hallmark, numeri seriali, documentazione, storico, tutti assolutamente fasulli.
E che magari riescono ad essere registrati al World Gold Council perché quest'ultimo non fa i dovuti controlli, non avendo spesso nemmeno le risorse necessarie per farli.
Una disputa su migliaia di antichi artefatti sciiti in oro ha, ad esempio, recentemente dato luogo ad una tensione diplomatica tra Paesi Bassi, Ucraina e Russia dopo che la collezione, che comprende oltre 2.000 artefatti unici al mondo, venne trasferita dalla Crimea ad Amsterdam nel febbraio del 2014, prima della riunificazione della penisola con la Russia nel mese successivo.
Ebbene, una nostra fonte ci conferma che tali tesori, come molti altri tesori antichi presenti in musei, fanno parte dei Collateral Accounts.
Come si è visto dalle considerazioni sopra esposte - suffragate da elementi inediti e per alcuni versi sconcertanti - la geopolitica mondiale viene pesantemente influenzata se non inesorabilmente determinata da un sistema finanziario globale profondamente e radicalmente corrotto e gestito da poteri sovranazionali implacabili.
Da ciò, evidentemente, consegue che solo una riforma di tale sistema finanziario internazionale potrebbe sciogliere i principali nodi che impediscono la diffusione di una reale giustizia sociale nel pianeta.
Ma, come è facilmente comprensibile, l’oligarchia finanziaria che governa de facto il mondo con capacità di coercizione e poteri di propaganda praticamente illimitati, non è permeabile a modifiche radicali del sistema; basti pensare - per citare un evento di rilevante importanza ma comunicato poco e male dai media €uropei - a come è andata a finire la lodevole iniziativa svizzera per la riforma del sistema bancario elvetico, che prevedeva l’eliminazione della possibilità per le banche private di creare denaro dal nulla (coefficiente di riserva al 100%, tecnicamente).
Il referendum, come ampiamente previsto dai sondaggi, non ha avuto esito positivo, con oltre il 70% dei votanti contrari all’iniziativa.
Tuttavia qualcosa comunque si muove nel mondo della finanza internazionale; qualcosa che alla lunga potrebbe portare ad una riforma del sistema finanziario internazionale, con valute nazionali basate su una reale sovranità monetaria.
Basti pensare alle tesi esposte in un working paper del 2012, elaborato da due ricercatori del Fondo Monetario Internazionale, che destò molto interesse tra gli studiosi della moneta, proprio in quanto proveniente dal FMI, la vera e propria “tana del lupo”.
In realtà, la profonda crisi che caratterizza l’epoca attuale è prima di tutto una crisi del pensiero economico-sociale. Da ciò consegue la necessità di comprendere i fondamenti dell'organismo sociale riconoscendone la sua natura tripartita.
C000001.jpegome scriveva Argo Villella oltre trent’anni fa: “La questione monetaria, uno dei tanti aspetti della provvisoria sconfitta dell'uomo, non potrà mai trovare soluzione nei singoli provvedimenti e nelle contingenti riforme, ma solo da una nuova concezione della società. (…) La Tripartizione dell'organismo sociale non contiene solo delle possibilità di soluzione per gli enormi problemi pratici della nostra epoca. Essa rappresenta, prima di tutto, la ricostituzione cosciente dell'ordine spirituale autentico nella società. Nella netta separazione fra vita spirituale, istituzioni giuridiche e contesto economico, viene donata all'uomo l'opportunità di riferirsi alla reale necessità della separazione del volere, del sentire e del pensare”.
Molti sostengono che la via della Triarticolazione di Rudolf Steiner è utopistica e che - stante la situazione mondiale - non potrà mai realizzarsi; tengano tuttavia costoro presente che se, per vedere l’alba di un sistema finanziario più equo, ci si tiene aggrappati al sistema monetario attuale va a finire come nel Torquato Tasso di Goethe:
“Ad ambe braccia io m'apprendo intorno a te!
Cotale a quello scoglio ove rompea suo schifo
aggrappasi dasezzo il navigante”.
Vale a dire che si finisce per aggrapparsi allo scoglio contro il quale si farà naufragio.

deca

giovedì 1 novembre 2018

I SIONISTI WAHHABITI CI METTONO LA FACCIA

Alleanza criminale tra

imperialismo, sionismo e wahhabismo


Pablo Jofre Leal, Internationalist 360°


L’aggressione al popolo yemenita ha superato tutti i livelli di crudeltà e azioni dettate dall’odio, dall’ambizione e dalla perversione che un regime monarchico come quello dell’Arabia Saudita e la sua visione del mondo estremista possa attuare.
Disordini criminali supportati, non solo attaccando un popolo con una coalizione senza avere alcun sostegno legale internazionale, bloccandone accesso via terra, aerea e marittimo, generando enormi difficoltà nel settore alimentare, sanitario e ambientale, comportando la dichiarazione dello Yemen come Paese in crisi umanitaria, ma anche sviluppando una politica di guerra che uccide migliaia di bambini e senza mai fermare i propri criminali.
Lo scorso aprile, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres affermò che “i tre quarti della popolazione dello Yemen ha bisogno di protezione e assistenza umanitaria. Più di otto milioni di yemeniti non sanno dove prenderanno il prossimo pasto e il rischio di un’altra epidemia di colera è ancora latente”. Guterres, oltre a chiedere un fondo di 2 miliardi di dollari per alleviare la crisi, affermava che le agenzie umanitarie devono accedere alle zone di conflitto in cui le persone necessitano di assistenza umanitaria urgente.
È in questa cornice che il funzionario internazionale denunciava il blocco aereo, marittimo e terrestre saudita imposto allo Yemen e ne chiese la fine, realizzando che mere misure umanitarie non risolveranno lo stato attuale delle cose, poiché si richiede una soluzione politica negoziata.
Il wahhabismo uccide i bambini
Gli stessi media statunitensi, alleati del regime di Riyadh, hanno pubblicato rapporti che descrivono la crudeltà delle azioni dell’aggressione saudita. Il Washington Post dettagliava, il 3 agosto, che l’aggressione della coalizione militare guidata dall’Arabia Saudita, le cui forze sono la maggioranza, lasciava almeno 50mila morti, la rapida crescita di varie epidemie, una carestia che divora il Paese, provocando in media la morte di 130 bambini al giorno nello Yemen, a causa di proiettili e bombe, così come dal blocco criminale cui è sottoposto il Paese arabo, impedendo l’invio di cibo, farmaci e assistenza sanitaria, generando la lenta agonia nella popolazione.
Asili, scuole, ospedali, tutti i luoghi pubblici sono bersagli degli attacchi sauditi. Come è successo l’8 agosto, quando gli aerei della monarchia wahabita bombardavano autobus scolastici nel mercato nella città di Dahian, nel nord della provincia di Sada. Bombardamento che significò la distruzione di autoveicoli scolastici, provocando la morte di 40 bambini e 77 feriti. In una dichiarazione che rivela il carattere morale del regime saudita, l’ambasciatore della monarchia wahabita all’ONU, Abdullah al-Mualimi, indicava in una lettera inviata al Consiglio di sicurezza che l’uso dei loro aerei e il lancio delle bombe che uccisero decine di bambini, “erano una misura militare legittima condotta in conformità agli standard umanitari internazionali”.
Di fronte all’incredibile affermazione del diplomatico saudita, dobbiamo rispondere: quale legge internazionale consente di uccidere bambini, quale norma internazionale autorizza a bombardare uno scuolabus, quale legge internazionale offre un quadro legale al regime saudita, similmente al suo partner sionista nella regione, per massacrare la popolazione e poi giustificarlo spudoratamente? Alcuna legge, non esiste norma e il diritto internazionale non approva tale perversione delirante, criminale e l’impunità che consenta a un regime di uccidere impunemente. Nella sua retorica vittimista, Riyadh sostiene che tali attacchi furono effettuati contro la difesa della resistenza del movimento popolare Ansarrullah, che ha inflitto colpi efficaci alle forze d’invasione saudite e ai loro alleati della coalizione.
Riyadh rifiutava la responsabilità dei crimini commessi, come quello del 9 agosto, e tutti quelli commessi dal marzo 2015 quando iniziò le operazioni contro il popolo dello Yemen e cercando, così, di ripristinare il potere all’ex-presidente fuggiasco yemenita Abdurabu Mansurhadi, e annientare il movimento popolare Ansarullah. Se le organizzazioni internazionali denunciavano il nuovo attacco alla popolazione civile da parte di Riyadh, ciò non basta.
È il caso del direttore regionale del Fondo per l’infanzia (UNICEF) per l’Africa e il Medio Oriente, Geert Cappelaere, che affermava “è necessario porre fine alla crudeltà sui bambini”. D’altra parte, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres chiese un’indagine “indipendente” sugli attacchi dell’Arabia Saudita contro lo Yemen. Le parole di Guterres mostrano una posizione asettica, che non permette d’ impedire a Riyadh di assassinare, come applicando ad esempio il capitolo VII della Carta delle Nazioni Unite, che consentirebbe alla comunità internazionale di agire contro un’aggressore, applicando le misure permesso dalla lettera quando la pace è violata e minacciata, come fa la monarchia wahhabita.
Per il portavoce del movimento popolare yemenita Ansarurllah, Muhamad Abdasalam, ci sono molte carenze nelle organizzazioni internazionali che permettono tale impunità nel commettere crimini e non essere sanzionati, come nel caso dell’Arabia Saudita e dei suoi bombardamenti contro autobus scolastici. “Il Consiglio di sicurezza manca di determinazione nel formare un comitato indipendente per la verità. Né la comunità internazionale ha adempiuto ai propri obblighi nel porre fine alla brutale aggressione saudita contro lo Yemen. Con indifferenza, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite incoraggia l’Arabia Saudita a commettere altri crimini”.
Alleanza criminale tra imperialismo, sionismo e wahhabismo
Le azioni criminali del regime saudita sono specificate dal quadro degli obiettivi politici e militari sostenuti dal marzo 2015, quando Riyadh iniziò l’aggressione militare contro lo Yemen. Obiettivi volute con due linee d’azione principali: distruggere il movimento popolare Ansarullah e, come obiettivo finale insieme agli obiettivi strategici dei partner imperialisti e sionisti, lottare contro l’influenza della Repubblica islamica dell’Iran nella regione. Ciò, catalizzato ancora di più al sostegno della nazione persiana al popolo siriano, comportando il cambiamento nella correlazione di forze oggi, con l’Asse della Resistenza che controlla un ampio corridoio territoriale.
Una striscia di enorme importanza strategica, dal confine occidentale dell’Iran al Mar Mediterraneo, terrorizzando i sionisti, che hanno queste forze liberatrici ai confini delle alture del Golan e sul confine palestinese, territori occupati dalla guerra del 1967. Una presenza che ogni giorno recupera la sovranità siriana sui territori in cui aleggiavano il terrorismo e le sue organizzazioni taqfire organizzate, finanziate e armate proprio dalla triade criminale composta da Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita. Indubbiamente, la forza dell’Asse della Resistenza in Medio Oriente implica anche l’avvertimento sull’aggressione saudita allo Yemen, che a sua volta, giorno dopo giorno, contende con successo le forze d’invasione, anche portando la guerra nel territorio saudita.
Solo l’azione dei popoli del Medio Oriente, come Yemen, Libano, Siria, Iraq, Palestina, accompagnata dalle organizzazioni rivoluzionarie e di resistenza come Movimento Ansarullah, Hezbollah, Esercito arabo siriano, Forza al-Quds, Movimento al-Nujaba, milizie palestinesi che combattono le forze d’ aggressione, i terroristi e le ideologie occidentali come sionismo e wahhabismo, possono combattere e sconfiggere tali strumenti dell’imperialismo e questi regimi, punta di diamante di Washington e dei suoi alleati occidentali. In questo quadro, il trionfo delle forze popolari nello Yemen simboleggia il consolidamento dell’Asse della Resistenza, consentendo d’indebolire il legame tra gli aggressori e allo stesso tempo di avanzare verso l’obiettivo d’indebolire il potere wahhabita e la politica d’aggressione del sionismo, ideologie pervertite dai giorni contati.
La società yemenita in questi 3 anni e mezzo di aggressione ha alzato una voce ferma e ha compiuto azioni sovrane in difesa del proprio territorio, resistendo con coraggio, condannando l’imposizione del blocco alla popolazione. Un blocco criminale che priva di cibo, medicine, carburante e sostiene un popolo stanco della brutalità della monarchia saudita che interferisce nelle sue questioni interne, e che vede nell’aggressione un palliativo destinato a impedire le lotte nel clan Sudayri e l’imposizione della più bellicosa fazione della monarchia.
La vecchia tattica delle ideologie totalitarie di sfogare all’estero, di attaccare i vicini e quindi cercare di standardizzare la società sotto un’unica leadership. L’intervento dell’Arabia Saudita negli affari dello Yemen, i suoi crimini, come quello che ha provocato la morte di 40 bambini il 9 agosto a Sada, è inscritto in ciò che definii pochi mesi fa, “la difesa dei loro interessi regionali, la propagazione del wahhabismo e l’intensificazione della repressione contro qualsiasi movimento che intenda generare libertà. Ciò è accaduto in Bahrayn, dove Casa al-Saud è intervenuta con pugno di ferro senza che l’occidente alzasse la voce, temendo che l’influenza della lotta in questo piccolo Paese si diffondesse altrove mentre iniziava”.
L'importanza geostrategica dello Yemen in medioriente
Lo Yemen è un Paese di enorme importanza geostrategica, non solo in relazione al Corno d’Africa, allo stretto di Bab al Mandeb e i passaggi marittimi della ricchezza energetica dell’area. Lo Yemen è stato definito dai cervelli imperialisti come sorta di “cortile” dell’Arabia Saudita, che rifiuta di perdere influenza davanti la crescente potenza della Repubblica Islamica dell’Iran e al sostegno al Movimento Popolare Ansarullah.
Le migliaia di morti yemeniti, 15 mila secondo stime modeste, oltre alle decine di migliaia di feriti, distruzione di strade, porti, infrastrutture sanitarie, tra gli altri, hanno costretto le persone a sviluppare difesa e resistenza, per dissuadere il nemico saudita.
Con questo obiettivo, che deve avere il sostegno dell’Asse della Resistenza e di chi si oppone alla triade criminale formata da imperialismo, sionismo e wahhabismo, va compresa logica e strategia militare delle forze della Resistenza yemenita guidata dal movimento Ansarrullah, portando la guerra nel territorio saudita per costringerne la monarchia a cessare i crimini contro il popolo yemenita. Il ricordo di migliaia di uomini e donne, e migliaia di bambini uccisi, feriti, spinge a sconfiggere un regime pervertito e delirante come la monarchia wahhabita.
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Sembra che i Khazariani adoratori di satana abbiano uno strumento in grado di staccare i volti delle persone mentre sono ancora vivi. Apparentemente serve a dare il massimo dolore possibile alla vittima nel sacrificio a Ba'al, dicono fonti ebraiche del WDS.
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La Croce Rossa svela le cifre della catastrofe in

Yemen causata dall'Arabia Saudita ed Israele

Il Comitato internazionale della Croce Rossa (CICR) ha lanciato                      

l'ennesimo allarme sulla situazione "catastrofica"nello Yemen dopo

quasi tre anni di aggressione da parte dell'Arabia Saudita e dei suoi alleati.


In un messaggio pubblicato oggi sul suo account Twitter, la Croce Rossa ha evidenziato che attualmente ci sono circa 22 milioni di persone nello Yemen che hanno bisogno di aiuto per sopravvivere e molti altri milioni che soffrono per la carestia.

La guerra lanciata illegalmente dal regime dittatoriale dell'Arabia Saudita nel marzo 2015, con il via libera degli Stati Uniti, contro il paese più povero del mondo arabo, ha portato alla "peggiore crisi umanitaria" e, secondo i dati forniti dal CICR, circa 15 milioni di yemeniti non hanno accesso all'acqua potabile.

Inoltre, circa 2 milioni di bambini yemeniti non possono andare scuola, ha deplorato l'organizzazione internazionale, e in seguito ha insistito sul fatto che le cifre sopra menzionate riflettono la situazione catastrofica che lo Yemen sta attraversando.

In precedenza, il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef) aveva riferito che più di 2.500 scuole non possono essere utilizzate nello Yemen, dal momento che due terzi di loro presentano danni di varia natura dovuti al bombardamento del regime di Al Saud e dei suoi alleati stati canaglia Israele, Usa, Francia; Il 27% sono chiuse e il 7% è utilizzato per scopi militari o come rifugio per gli sfollati.

Nel frattempo, in un articolo pubblicato sabato dal quotidiano britannico 'The Independent' si è evidenziato che il bilancio delle vittime nello Yemen supera di cinque volte quello stimato dalle Nazioni Unite (ONU).

"Stimiamo che il bilancio delle vittime sia di circa 56.000 tra civili e combattenti, tra gennaio 2016 e ottobre 2018", ha dichiarato Andrea Carboni, che sta indagando nello Yemen il Progetto di base sulla localizzazione degli avvenimento dei conflitti armati, Acled.
Venerdì scorso, la ONG Oxfam ha chiesto agli Stati Uniti ed ai paesi €uropei di frenare la vendita di armi all'Arabia Saudita, dato che, come evidenziato, un civile yemenita muore circa ogni tre ore, l'industria bellica sarda si fa grasse risate.....

Fonte: CICR - The Indepedent
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Khashoggi ucciso per le armi chimiche saudite


Jamal Khasoggi stava per rivelare che l’Arabia Saudita aveva usato armi chimiche nello Yemen ed era in procinto di ottenere prove documentali su tale crimine. Così un amico intimo del giornalista ucciso il 2 ottobre nel consolato saudita di Istanbul al Daily Express.

Le rivelazioni del Daily Express

La fonte del giornale britannico, che ha chiesto l’anonimato, aveva incontrato il dissidente saudita una settimana prima della sua morte, e lo aveva trovato “triste e preoccupato”.
Avendo egli chiesto il motivo di tanta preoccupazione, Khashoggi aveva dapprima nicchiato, per poi rivelare quanto poi pubblicato sul Daily.
Il giornale britannico riporta anche le dichiarazioni di una fonte interna all’intelligence del Regno Unito, il quale a sua volta ha affermato che i servizi segreti di Londra sapevano che Riad aveva ordinato di rapire il cronista e portarlo in Arabia Saudita. Missione che in realtà poteva avere anche altri sviluppi, compreso il suo assassinio.
Invero, si può aggiungere, la via del rapimento non era affatto percorribile. Una sua carcerazione a Riad sarebbe stata insostenibile: avrebbe suscitato la reazione dei suoi colleghi del Washington Post e innescato una crisi irreparabile con gli Usa.
L’uomo doveva dunque essere ucciso. E ucciso ad Istanbul. Ed il suo corpo doveva sparire per evitare grane. Omicidio premeditato, dunque, e non altro. Ma andiamo per ordine:           D I S S E Z I O N E ....
"Dr. Salah Muhammed Al-Tubaigy !!!" lui é il NUMERO UNO del 'Gruppo TNT' mandato da Mohammed bin Salman ad ammazzare ad Istanbul il giornalista in esilio Jamal Khashoggi.
Secondo la testata online http://palaestinafelix.blogspot.com Khashoggi entrò nel consolato meno di un'ora dopo alle 13.14, fu salutato da un funzionario e condotto nella stanza del Console. Poco dopo, due uomini sono entrati nella stanza e hanno trascinato Khashoggi fuori dall'ufficio e in un'altra stanza, poi spostato in una terza stanza e smembrato con l'aiuto di una sega da ossa, il Dr. Salah Al-Tubaigy consigliava ai presenti d'ascoltare musica mentre tagliava le dita al giornalista, al che alcuni hanno vomitato ed uno è svenuto. Successivamente, con il poveretto ancora vivo, gli sono state tagliate le gambe, poi le braccia.
Secondo i canoni antichi, dalla tradizione del Dio uomo Ba'al, gli omicidi rituali giudaici del Purim contemplano anche l'adozione di una vecchissima tecnica per staccare i volti delle persone mentre sono ancora vive.
Apparentemente serve a dare il massimo dolore possibile alla vittima nel sacrificio a Ba'al, dicono fonti giudeaiche. Ba'al era il tradizionale dio semitico-giudaico della tempesta, a cui corrispondevano anche il controllo della fertilità e della fecondità; infatti oltre agli arti di cui sopra, gli investigatori dei servizi segreti turchi, noti per la loro efficienza, trovarono anche il gruppo riproduttivo, ovvero testicoli attaccati al pene, gli occhi, strappati da vivo, in dono per la fertilità, la testa mozzata senza il volto, scarificata, ed il volto, comprensivo delle orecchie, con baffi e pizzetto.
Qua sotto la lista dei 15 dell'"apocalisse", di cui si conoscono vita, morte e "miracoli", sotto le foto degli stessi .......
Una fonte turca separata ha detto che il Console non ha lasciato la sua casa negli ultimi tre giorni e ha annullato tutti i suoi appuntamenti. Una fonte ha anche detto che i macellai sauditi hanno portato via tutti gli hard disk delle telecamere di sorveglianza del consolato quando hanno lasciato l'edificio.
La fonte, che ha delineato il racconto di come Khashoggi è stato ucciso, ha detto che gli investigatori della polizia erano fiduciosi di avere già abbastanza prove forensi da ricerche sulla rete fognaria collegata all'edificio. Una seconda fonte a conoscenza delle indagini ha detto che i Turchi avevano prove video e audio dell'uccisione. Tuttavia, non hanno rivelato come avrebbero ottenuto queste prove.

Siamo certi che se avessero mandato La Cariatide, il Conte Oliver e Bob Rock se la sarebbero cavata mille volte meglio dei quindici "clouseau" che si sono fatti scoprire e identificare quasi subito. L’ordine, secondo la fonte del Daily, sarebbe arrivato dalla cerchia reale, anche se la fonte non è a conoscenza di una responsabilità diretta del principe ereditario Mohamed bin Salman, che i turchi, e non solo, indicano come mandante del delitto.
I servizi segreti britannici, secondo l’agente inglese, avevano suggerito ai sauditi di desistere, ma evidentemente non sono stati ascoltati. La spia non è al corrente di un’eventuale condivisione della notizia con altre agenzie di intelligence. Certo è che Khashoggi non è stato avvertito. Omissione fatale.

Khashoggi e la sporca guerra dello Yemen

Ma al di là della soffiata dell’agente britannico, la vera rivelazione dell’articolo del Daily è quella riguardante le armi chimiche. Perché è questo il motivo per il quale Khashoggi è stato ucciso. Tale notizia, infatti, avrebbe cambiato il volto del Medio oriente.
Di fronte a una rivelazione del genere, per di più pubblicata sul Washington Post, il giornale sul quale scriveva Khashoggi, gli Stati Uniti sarebbero stati costretti a togliere il loro sostegno a Riad nella guerra yemenita, già oggetto di critica di alcuni membri del Congresso.
La guerra sarebbe finita, dal momento che Riad non poteva sostenerla da sola. Oltre che per Mohamed bin Salman, che l’ha fortemente voluta, sarebbe stato uno scacco dell’intero fronte anti-Teheran, dato che l’Iran appoggia i ribelli yemeniti (Piccolenote).
Inoltre è più che probabile che lo scoop di Khashoggi avrebbe avviato un’inchiesta sull’operato dell’esercito americano, che non poteva ignorare l’uso di tali armi da parte del suo alleato ed aveva taciuto.
Non solo, avrebbe anche gettato ombre sulla politica americana riguardo la Syria, dove l’asserito uso delle armi chimiche da parte di Damasco ha suscitato dissimulata indignazione ed innescato bombardamenti “punitivi”.
L’Arabia Saudita, ovviamente, non avrebbe subito la stessa sorte, dati i suoi rapporti con Washington. Una discrasia che avrebbe messo a nudo, in maniera palese e irrevocabile, la totale strumentalità di quell’indignazione e di quei bombardamenti.

Di documenti segreti

Si capisce anche perché il cronista del WP è stato torturato orribilmente prima di essere ucciso, come hanno rivelato i turchi che possiedono le registrazioni di tali sevizie (Piccolenote o Adnkronos).
Khashoggi doveva rivelare la fonte dell’attesa documentazione, per mettere a tacere tutto.
È presumibile immaginare che quanti erano a conoscenza della missione contro Khashoggi, che sicuramente non erano solo i britannici, fossero segretamente ansiosi che questa fosse portata a termine, per evitare le tante e imbarazzanti conseguenze del suo scoop.
Ovviamente, però, non immaginavano che Riad agisse in modo tanto maldestro da farsi pizzicare in flagranza di reato.
Un’approssimazione, quella degli agenti sauditi inviati ad Istanbul, che si spiega a sua volta con il fatto che essi erano convinti, e non a torto, di poter godere della massima copertura possibile, stante appunto che la scomparsa di Khashoggi avrebbe fatto tirare un sospiro di sollievo a tanti, in Occidente come in Medio oriente.
Chissà se poi i sauditi, o chi per loro, sono riusciti a mettere le mani su quei documenti. E se in qualche angolo segreto della terra qualcun altro è sparito nel nulla.
Quel che sappiamo è che finora non è trapelato nulla di quanto il cronista del Washington Post aveva intenzione di rivelare.
L’omicidio di Khashoggi, nonostante tutto, finora ha ottenuto lo scopo desiderato. Delitto imperfetto, dunque, ma di funesta efficacia.
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L’Arabia Saudita era parte del fronte dei valorosi difensori della libertà.
Per ultimissimo ricordo che sono interessantissimi gli articoli del nostro Thierry Meyssan :