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domenica 29 settembre 2019

GLORIA ALL'UCRAINA, gloria ai suoi eroi, GLORIA AL SIONISTA BIBI !!!

Bibi nella “Terra di Bandera” ovvero le parole sono importanti


Oggi il primo ministro del giudeistan è andato a Kiev, dove è stato accolto con il (pseudo) “tradizionale” slogan UkronaziGloria all’Ucraina! Gloria ai suoi eroi!”.
Per alcuni come me, a cui non piace il sionismo ed il nazismo quasi nella stessa misura, è stato grottesco vedere un primo ministro israeliano in viaggio ufficiale nell’Ucraina occupata dai nazisti, per commemorare il massacro dei giudei sefarditi a Babij Jar [in inglese], essere salutato proprio con lo stesso slogan che i giudei uccisi a Babij Jar hanno sentito dai loro assassini banderisti mentre sparavano loro.
STOP !
Lo sentite già il coro di proteste?
Come ci si può aspettare di essere presi sul serio se si scrive un paragrafo sulla guerra civile in Ucraina con le seguenti parole: ucronazi, sionismo, nazismo, occupato dai nazisti, giudei e banderismo? ...... Buona domanda.
Ma io ne ho una migliore!
Come ci si può aspettare di essere presi sul serio se si scrive un paragrafo sulla guerra civile in Ucraina SENZA le seguenti parole: ucronazi, sionismo, nazismo, occupato dai nazisti, giudei e banderismo?
Cominciamo con la prima domanda. L’ovvia critica implicita sotto la prima domanda è molto semplice e presuppone che ci sia una profonda e intrinseca contraddizione tra tutto il nazismo ed ebrei/sionismo. Parlare di “ebreo nazista” o “nazi sionista” non ha semplicemente senso, è come parlare di acqua secca [in inglese] o di diamanti che piovono dal cielo! [in inglese]
Solo che sia l’acqua secca che i diamanti che piovono dal cielo esistono realmente in natura, quindi non saltiamo troppo velocemente alle conclusioni e vediamo quali contraddizioni sono reali e quali lo sono solo in apparenza.
Non entro neanche nel (deliziosamente controverso) argomento del fatto storico che riguarda la collaborazione tra i nazional-socialisti tedeschi e varie organizzazioni sioniste che, piuttosto ingenuamente, pensavano che i nazionalisti come Hitler capissero il loro stesso nazionalismo e li aiutassero ad emigrare in Palestina. Ma va ben oltre a questo, come ha dichiarato Hannah Arendt nel suo libro super ““Eichmann a Gerusalemme” (qui [in inglese] potete vedere un estratto o, meglio, leggete tutto il libro, gratis!) [in inglese]: varie organizzazioni ebraiche hanno continuato a lavorare con/(per?) il nazismo anche durante il cosiddetto “Olocausto”.
[Inciso: per essere onesta, non penso che noi, seduti tranquillamente nelle nostre case confortevoli, dovremmo condannare troppo velocemente le organizzazioni ebraiche. Sì, certamente, molte di loro sono state “ingenue” (e qui sono educato) ma altre devono avere capito che gli ebrei europei erano fortemente in pericolo e dovevano essere evacuati ad ogni costo, e se l’unico modo di ottenere questa evacuazione era trattare con i nazisti, allora così fosse! Non è diverso da offrire una mazzetta a una guardia carceraria per ottenere un qualche tipo di favore. Così io penso che le organizzazioni ebraiche, che oggi negano categoricamente di aver collaborato con i nazisti, si sbaglino non per uno ma due motivi: primo, la verità sta venendo fuori ed è impossibile nasconderla e, secondo, non c’è nulla di vergognoso nell’ingoiare il disgusto per salvare una persona. Eccetto che per quelle menti del moderno sionismo, illuse dalla razza, per cui una tale ammissione minerebbe la loro sciocca nozione di superiorità razziale. Da cui la natura categoricamente non ortodossa di questo discorso]
No, ciò che voglio suggerire ora è molto diverso: nel nostro XXI secolo, molta della terminologia del XX secolo ha perso il suo significato. Chi è un liberale (no, non Hillary!)? Chi è un comunista (no, non Obama!)? Chi è un cristiano (no, non il Papa!)? Chi è un democratico (no, non Kamala Harris!)? Chi è un patriota (no, sicuramente non Trump!)? Chi è un tirannico dittatore (no, non Putin!)?
Pensate che stia ora facendo lo spiritoso?
Allora spiegatemi, come fa un regime rabbiosamente takfira come quello in Arabia Saudita ad ottenere aiuto dal sionista Israele? O come fa il “democratico occidente” ad aver dato pieno sostegno ai takfiri in Cecenia, Bosnia, Kosovo, Libia e Siria? Com’è possibile che durante la cosiddetta “guerra globale al terrore” (che ufficialmente avrebbe dovuto essere ingaggiata contro al-Qaeda e le sue varie filiali locali, in rappresaglia dell’11 Settembre), i vari gruppi takfiri sono solo diventati più forti? Eppure, quello che davvero vediamo è che gli Stati Uniti forniscono addestramento, finanziamento, coordinamento e anche supporto aereo ravvicinato per praticamente ogni tipo di al-Qaeda che sta la fuori?
Ci sono due fenomeni che spiegano questa graduale dissoluzione di significato verso categorie insulse e senza significato: primo, il corretto significato di molti termini è stato coperto da uno strato spesso di imperativi ideologici e, secondo, a molti dei politici del XXI secondo non interessa affatto ciò che ciascuna parola significhi realmente. A tutti loro interessa inquadrare la discussione in un modo che gli venga semplice nascondere il loro numerosi crimini.
La verità sull’Ucraina è molto semplice: sì, ci sono dei nazisti genuini e, sì, hanno molta influenza dovuta al loro quasi-monopolio della violenza e al collasso dello Stato. Vero, questi irriducibili fanatici ucronazi sono una minoranza piuttosto piccola ma molto ben organizzata, ben finanziata e completamente preparata all’utilizzo della violenza.
“giudeobanderista”
Ci sono anche molti sionisti in Ucraina. E mentre queste persone si odiano reciprocamente in silenzio, odiano (e temono!) molto, molto di più, la Russia; proprio come i mafiosi, che si combattono tra di loro ma che però poi si possono unire contro una minaccia comune (come, diciamo, un onesto capo della polizia).
Oh, e sì, ci sono molti ebrei molto influenti in Ucraina (al momento i due più conosciuti sono Kolomoiski e Zelenski) e hanno il pieno appoggio dell’impero anglo-sionista e di tutti gli interessi sionisti in Occidente. Io penso che molte persone lo capiscano appieno. La ragione reale dietro tutte le proteste contro di me quando uso termini come “ucronazi” derivano da una causa molto diversa.
Il problema è che si crea uno gran scompiglio quando insinui che gli Stati Uniti, che dovrebbero essere un qualche tipo di “terra di libertà e casa dei coraggiosi” cioè “la nazione indispensabile”, si trova a letto con quelle stesse persone che la macchina della propaganda americana ritrae come supercattivi: nazisti, ovviamente, ma anche i takfiri. Per quanto riguarda i sionisti, sarebbe sbagliato dire che gli USA sono “a letto” con loro. No, è anche peggio: il tanto diffamato e ridicolizzato termine ZOG (cioè, “Governo di Occupazione Sionista“) è molto più preciso ma offende quelli che preferiscono pensarsi come “governanti del mondo” piuttosto che a servi senza voce di un regime di occupazione straniero.
Gli Americani amano battersi il petto mentre ripetono come un mantra alcune sciocchezze sulla falsariga di “gli Stati Uniti sono i numeri 1” e impazziscono quando gli si dice che “quella festa è finita”, come ho detto in questo articolo [in inglese] in cui ho scritto:
Sia gli Americani che gli Europei dovranno, per la primissima volta nella loro storia, comportarsi come persone civilizzate, il che vuol dire che il loro tradizionale “modello di sviluppo” (depredare l’intero pianeta e derubare tutti) dovrà essere sostituito con uno in cui questi Americani ed Europei debbano lavorare come chiunque altro per accumulare ricchezze.
E, per coincidenza, Paul Craig Roberts ha scritto recentemente un articolo intitolato “Il capitalismo americano è basato sul saccheggio [in inglese], in cui ha spiegato che la politica estera americana è sostanzialmente guidata da un imperativo al saccheggio, e che se questo imperativo non può essere realizzato all’estero, sarà applicato a casa (chissà se sarà accusato di essere anti-americano o anche di essere “comunista”). E’ piuttosto sorprendente vedere un paleo-conservatore come Paul Craig Roberts che parafrasa sostanzialmente Lenin e la sua affermazione che “l’imperialismo è il più alto livello del capitalismo” (un’ovvietà storica che il sistema della propaganda occidentale sta facendo del suo meglio per seppellire, offuscare, ridicolizzare e roba simile).
Scrivere cose come queste solitamente si traduce in uno fuoco di sbarramento ad personam che, di per sé, è abbastanza eloquente (di solito le stesse 2-3 persone, alcune probabilmente remunerate per il loro sforzi). C’è un proverbio russo che dice che “il cappello sulla testa del ladro sta bruciando” (leggete qui [in inglese] per la spiegazione di questa espressione piuttosto strana) e questo è esattamente ciò che sta succedendo ora: le persone che protestano in maniera più forte sono sempre quelle che meno vogliono fermare il saccheggio planetario, l’arroganza messianica e la “supponenza” imperiale in cui sono stati allevati. Non è solo il loro stile di vita che viene minacciato da tali affermazioni, ma anche la loro identità vera e propria. Da cui deriva il molto reale e molto alto livello di rabbia che loro provano.
Infine, ci sono tutti i simpatizzanti nazisti che odiano assolutamente gli ebrei, e per i quali ogni nozione di collaborazione con nazisti e sionisti è solo un caso non ortodosso, quanto per i sionisti ebrei ammettere che hanno collaborato molto volte in passato con nazisti in buona fede.
Ma se mettiamo da parte le sciocche catene ideologiche, possiamo immediatamente osservare che la superiorità della razza, il tipo di ideologia per cui sono conosciuti i nazisti, si può trovare anche nelle ideologie del giudaismo (religioso) e del sionismo (secolare). Infatti, sia il nazional-socialismo sia il sionismo sono solo due tra le moltissime tipologie di nazionalismo europeo che hanno le loro radici nelle categorie ideologiche del XIX secolo.
Proviamo con un approccio diverso: che cos’hanno in comune i “dobrobats” ucraini, le forze di al-Qaeda in Siria, le unità del KLA in Kosovo e i coloni israeliani? Giusto, sono tutti innanzitutto dei *criminali* che vessano i deboli e gli indifesi. In altre parole, sono il mezzo perfetto per forzare i civili ad arrendersi e accettare un qualche tipo di dominio straniero. Quel dominio straniero è, sempre, quello dell’Impero anglo-sionista, ovviamente. Questo, a sua volta, significa che le loro ideologie ufficiali sono quasi irrilevanti, perché di fatto loro sono tutti servi dell’Impero (ne siano o meno consapevoli).
Conclusione numero uno: è tutto una grande bugia!
Sì, è una grande bugia. Tutto. E così ci ritroviamo con un primo ministro israeliano che è, sotto ogni profilo, non solo un fascista ma anche un nazista, basta che chiariamo che il suo marchio di nazista è un marchio ebreo, non tedesco. E non è solo Bibi Netanyahu a non preoccuparsi di gestire gli ucronazi, non lo fa neanche il rabbino capo in Ucraina (approfondimenti a questo link) [in inglese]. Per quanto riguarda i detti ucronazi, si stanno sforzando di negare che sia stato Bandera e la sua banda a massacrare gli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale [in inglese]. Per quanto riguarda Zelenski, lui sicuramente non è un nazista ma si è già piegato all’ideologia ucronazi (cioè una forma di nazismo che sostituisce i miti sugli “antichi Ukr” ai più tradizionali miti tedeschi sulla “razza” ariano-germanica). Poi c’è Kolomoiski, che è semplicemente un tipico gangster ebreo che non ha alcuna ideologia personale di alcun tipo, e che non ama gli ucronazi in buona fede, ma che si sta comportando molto cautamente su come eliminarli dal potere per timore che lo battano ancora [in inglese]. E soprattutto, abbiamo i leader dell’Impero che utilizzano le categorie ideologiche come insulti ma a cui non frega niente di chi stiano sostenendo, basta che sia contro la Russia.
In questo contesto vale la pena fare una semplice domanda: queste parole contano qualcosa? Hanno ancora un qualche tipo di significato?
Conclusione numero due: sì, le parole contano ancora!
Io sono convinto che contino e moltissimo! Questo è precisamente il perché i media dell’informazione sionista e quelli a cui hanno fatto il lavaggio del cervello danno di matto quando vedono espressioni tipo “anglo-sionista”, “ucronazi” o anche la piuttosto moderata espressione “lobby israeliana”. Quando qualcuno si inventa una descrizione potente e corretta, tipo “ZOG”, la macchina della propaganda si mette immediatamente in moto per distruggere qualsiasi autore e articolo che abbiano osato utilizzare il termine. Effettivamente ci sono almeno due tipi di censori di aspiranti parole che tipicamente si manifestano:
Tipo UNO: il vero McCoy. Sono le persone sincere (di convinzione nazista o sionista) che sono realmente indignate e offese che tali “venerate” parole come nazista/sionista (sceglietene una) possano essere abbinate alle parole “abominevoli” come nazista/sionista (scegliete l’altra). Sono i nostalgici del Terzo Reich, i difensori dell’”Occidente bianco e cristiano” e tutti gli altri neo-nazisti.
Tipo DUE: i troll prezzolati. Sono le persone il cui scopo è offuscare i temi reali, seppellirli sotto tonnellate di insulse assurdità ideologiche; il modo migliore per farlo è far puntare ogni discussione lontano dall’argomento originale e deviarlo in una raffica di attacchi personali o di cliché ideologici.
Seriamente: ciò a cui stiamo assistendo oggi è una nuova era di censura, in cui governo e corporazioni lavorano mano nella mano per schiacciare (proibire, censurare, depotenziare, eliminare attraverso algoritmi, e altrimenti silenziare) tutti coloro che sfidano l’ideologia ufficiale e le sue molte narrazioni. Sarebbe estremamente ingenuo pensare che i cosiddetti “media alternativi” e il mondo dei blog siano stati risparmiati da un tale sforzo nel silenziare le eresie ideologiche.
La prossima volta che spuntano questi auto-nominati guardiani della “parola” corretta, provate a fare questo esperimento: quando leggete i loro commenti, non guardate semplicemente ciò che scrivono, ma provate anche ad immaginare perché scrivono ciò che scrivono, e mettete mentalmente la nota “Tipo UNO” o “Tipo DUE” accanto ai loro commenti e vedrete presto che seguono uno schema accurato.
🙂
Il Saker
*****
Articolo pubblicato su The Saker il 28 agosto 2019
Traduzione in italiano a cura di Elvia Politi per Saker Italia.

sabato 3 agosto 2019

SU MARTE LA TERRA è + VERDE DI VENT'ANNI FA .......

Notizie da un altro pianeta: il rimboschimento di Cina e India


di Pierluigi Fagan

La NASA ha pubblicato su Nature uno studio incredibile. Tramite osservazione satellitare, si sono accorti che il pianeta Terra è più verde di venti anni fa. Se ne sono accorti dopo un po’ dall’inizio del monitoraggio appunto venti anni fa, ed avevano pensato che questa ripresa del verde planetario fosse un prodotto inaspettato dell’esubero di CO2, una sorta di effetto benefico collaterale all’effetto ritenuto malefico dell’eccesso di emissioni, una applicazione della logica Zichichi, un maitre à penser che ultimamente ha molto seguito qui da noi.

Col tempo però, comparando le rilevazioni su mappe, hanno scoperto che tutto il rinverdimento planetario era concentrato in due zone di questo strano altro pianeta, le zone dette “Cina” ed “India”. Caramba, che sorpresa! Hanno poi scoperto che gli abitanti di questo strano altro mondo, i cinesi, usano quello che chiamano “Esercito Popolare” per piantare alberi che contrastino l’avanzata dei deserti interni ed anzi, pare che questi strani esseri si siano messi in testa di rubare spazio al deserto stesso, piantando alberi a ripetizione.

Un esercito di vangatori, che buffa idea, no? Mettete dei fiori nei vostri cannoni, diceva una antica canzone … . Si sono anche detti sorpresi del fatto che, alla stessa NASA, avevano letto i giornali che mostravano quanto pazzi fossero questi cinesi che si auto-soffocavano con l’emissione di CO2 a causa della dissennata idea di far avanzare il loro sviluppo.
Ma allora non erano così pazzi se il satellite dotato addirittura di un Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer, o Modis (un po’ di auto-pubblicità su gli effetti meravigliosi degli investimenti in tecnologia ci vuole sempre, no?), mostrava questa massiccia avanzata del bosco cinese.

Quanto a quegli altri alieni degli indiani, alla NASA hanno scoperto che a furia di fare figli che chiedevano di mangiare, si sono messi a coltivare sempre più spazio con culture multiple.

Insomma, i bizzarri indiani continuando pervicacemente a volersi nutrire con i vegetali, con l’agricoltura invece che le manipolazioni molecolari driven by biotecnologie di società quotate in borsa (creazione di valore dogma centrale della nostra forma di civiltà avanzata), piantano cose che poi crescono aumentando il verde. Che buffo, no?
Certo, che i cinesi siano strani visto che si ostinano a definirsi addirittura "comunisti", si sa, ma gli indiani sarebbero pure "democratici". Cose dell'altro mondo ...

E dire che invece, qui nel nostro pianeta, il nostro campione del nuovo Sud America liberato dalla presa dell’illiberismo chavista-lulista, Bolsonaro, il verde lo sta eliminando. Mah, comunque in quell’altro strano pianeta del quale non avremmo notizie senza l’occhio vigile della NASA, anche gli etiopi stanno piantando alberelli, 350 milioni per la precisione in meno di dodici ore, giusto ieri. Su quell'altro pianeta sottosviluppato, deve esserci una strana epidemia di ragion pratica ...

Mano umana (nome della strana specie che abita questo altro pianeta di esseri strani), non mano invisibile. La mano invisibile il verde lo distrugge per creare valore salvo poi mandare ragazzine con l’aria truce in giro per le grandi assemblee dei potenti a far da coscienza infelice che ammonisce.
Qui da noi, allora, si scrivono corposi libri sull’Antropocene, usando carta che è presa dagli alberi che Bolsonaro sta buttando giù. Lì invece nell’altro pianeta, non scrivono libri ma prendono zappe e vanghe e piantano semi.

Chissà, magari invece che lo scontro delle civiltà e la guerra dei mondi, ci converrebbe copiare questi alieni animati da una ragione strumentale così diversa dalla nostra? Chissà, forse è una fake news della sezione orientalista della NASA …

["Richiede una mente davvero insolita intraprendere l'analisi dell'ovvio" A. N. Whitehead]

deca  paradigma

giovedì 25 luglio 2019

LE TREMENDE SEGRETE SIONAZISTE UCRAINE




Nelle prigioni segrete in Ucraina


Paul Antonopoulos, FRN 24 luglio 2019
L’Agenzia Sputnik continua a pubblicare materiale esclusivo sulle prigioni segrete del Servizio di sicurezza ucraino (SBU) lungo la linea di contatto con le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, dove i rapiti subiscono terribili torture. Sputnik trovava un ex-funzionario del ministero degli Interni ucraino che coordinava la detenzione di “separatisti” nei posti di blocco delle repubbliche autoproclamate e parlava cogli ex-prigionieri.
Rapimenti di civili
A metà agosto 2014, la milizia che combatteva nella Repubblica popolare di Donetsk contro le forze di sicurezza ucraine si avvicinava a Enakievo. La gente del posto iniziò a lasciare la zona dei combattimenti. Konstantin Afonchenko decise di andare a Odessa, dove sua figlia era in ospedale e la moglie era con lei. Il viaggio terminò al primo checkpoint ucraino. Alcuni “nazisti” (come vengono chiamate le truppe della guardia nazionale ucraina nella regione del Donbas) iniziarono a controllare il cellulare di Afonchenko. Nei contatti, nella lettera “A”, trovarono un “Andrej”, giornalista di un canale televisivo russo. Afonchenko l’incontrò per caso durante le proteste di maggio. “Beh, sì, andai alle proteste. E chi non lo fece? Il Paese era travolto dalle manifestazioni da un anno. Non ero in fuga, non so nemmeno cosa significhi”, disse. I nazisti lo picchiarono e lo portarono all’aeroporto vicino di Kramatorsk. Tutto ciò che era prezioso gli fu tolto. Annunciarono che tutto il denaro, gli oggetti di valore e il computer sarebbero finiti nel fondo dell’esercito, ricordava Afonchenko.
Arrivo alla prigione segreta
A Kramatorsk iniziarono le torture, arrivarono i “dottori” che gli iniettarono sostanze per farlo parlare. “Mi sentivo male, avvertì, ‘Di’ la verità, perché ci saranno conseguenze letali. Ti faccio un’altra iniezione. Ma mi sentivo davvero male”. Solo più tardi identificò i suoi torturatori, attivisti di Maidan (proteste a piazza Majdan a Kiev dalla fine del 2013 all’inizio del 2014 contro il governo) Vsevolod Stebljuk e il futuro deputato del parlamento ucraino AndreijTeteruk, dalle fotografie. Il “dottore” lo colpì particolarmente: sembrava un pazzo da film dell’orrore.
Altre vittime
Un’altra vittima, Alla Belusova, anch’essa scappava da Enakievo e fu catturata dai “nazisti” insieme al marito Vladimir. Belusova aveva, in effetti, qualcosa a che fare con le repubbliche autoproclamate: portava cibo nella città assediata di Slavjansk. Le forze di sicurezza al checkpoint lo scoprirono subito e, dopo aver trovato un documento di Alla firmato da Igor Strelkov (Primo ministro della Difesa del Popolo di Donetsk), la milizia diede alla donna il meraviglioso soprannome di Marescialla per la personalità combattiva. Il documento ebbe un brutto effetto: lei e il marito furono picchiati, portati a Kramatorsk e cercarono di organizzare uno stupro abominevole. Ma poi l’identificazione le salvò la vita, molti prigionieri furono portati nei campi minati o usati come obiettivi per l’addestramento al tiro, ma la preziosa Marescialla fu lasciata per uno scambio. “Portarono mio marito e volevano ucciderlo davanti a me. Gli dissi di non toccarla. Perché sono così, posso sopravvivere in qualsiasi situazione, ma era debole. In primo luogo è più vecchio di me e psicologicamente più debole di me”, spiegò Alla.
Sofferenze estreme
“A Kramatorsk c’era una base militare, vi si addestravano per i combattimento. I militari dovrebbero davvero essere pronti a uccidere chiunque. Ciò significa che avevano bisogno di bersagli vivi. Così fu il cinismo in quell’approccio quando il carceriere entrò nella cella e disse a tutti che aveva bisogno di un bersaglio vivo. Ci sono volontari?”, testimoniò Afonchenko. Si divertirono a mandare il prigioniero in un campo minato. Volevano anche mandare la marescialla Alla nei campi minati, ma all’ultimo momento cambiarono idea: un prigioniero così importante poteva essere scambiato con un ufficiale ucraino, o anche due. Né Afonchenko né i Belusov furono oggetto di indagini. Furono detenuti illegalmente per un mese e a metà settembre scambiati con militari catturati dalla Repubblica Popolare di Donetsk. Dopo il rilascio, Afonchenko scoprì che il suo bancomat fu ripristinata. Dopo aver visitata la banca online, scoprì che uno dei carcerieri aveva acquistato benzina e caffè nelle stazioni di servizio.
“Martello della verità”
Un’altra prigione segreta è attiva a Pokrovsk. Lo rivela l’ex-prigioniero Sergej Babich a Sputnik. Lavorava nella miniera e ogni giorno della settimana ci passava sull’autobus di servizio della compagnia di trasporto e non sapeva che vi avrebbe trascorso sei giorni orribili. “L’edificio è grande, più degli altri. Ci sono molti scantinati, nessuno sente niente”, disse spiegando perché i funzionari della sicurezza scelsero questo posto. Sergej Babich fu arrestato con la sua compagna il 25 marzo 2015 a un posto di blocco vicino Krasnoarmejsk, presumibilmente perché era di un gruppo sovversivo che avrebbe dovuto uccidere un certo militare ucraino. “Non fu una detenzione ma un rapimento. Fui già torturato nel seminterrato della compagnia dei trasporti 11-411. Fui picchiato con un martello di legno. Lo chiamavano “martello della verità”.” Presume che fu torturato dagli agenti del SBU (non si presentarono né s’identificarono). “Erano forti, ben addestrati, mascherati. Fecero tutto tecnicamente e professionalmente”, come descriveva i suoi torturatori Babich. Fu solo la sera del 31 marzo, quando fu portato nel dipartimento investigativo del servizio di sicurezza ucraino a Marjupol, che la sua detenzione fu ufficialmente registrata. I medici del Centro di detenzione preventiva di Marjupol registrarono numerosi lividi sul corpo di Babich nel rapporto del 3 aprile di medicina legale. “Volevano avvertire: se morissi nel centro di detenzione prima del processo, in un giorno o due o tre, sarebbe stata colpa del SBU e non del centro di detenzione”, spiegava. La causa fu portata in tribunale nel 2017. Fu accusato della creazione di un gruppo terroristico e dell’uso illegale di armi. Nel dicembre 2017, Babich fu trasferito a Donetsk con uno scambio di prigionieri. Tuttavia, contrariamente a gli accordi, il procedimento non è fu chiuso e le accuse non furono ritirate.
Numerose prigioni
“Sappiamo dell’esistenza di più di una prigione come questa. Dal 2014 riceviamo “brevi telefonate” secondo cui esiste una prigione segreta in un posto, o in un altro… Conosciamo questo problema da molto tempo”, affermava Darja Morozova, secondo cui tali arresti sono diretti dal SBU, che li usa per fare pressione sui sospetti. Possiamo solo indovinare quante persone vi rimarranno intrappolate. “Nel 2014-2015, potevo ancora credere che ci fosse l’arbitrarietà di battaglioni volontari. In questo momento, posso credere che il SBU controlli totalmente tutti questi luoghi di detenzione illegali… Sanno perfettamente bene dove si trovano”, affermava Morozova, secondo cui cercano 249 persone di cui avevano avuto la conferma esatta della loro detenzione in territorio ucraino. L’Ucraina conferma ufficialmente solo 101 persone.
Missione delle Nazioni Unite
I rapporti della missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina menzionano anche la privazione illegale della libertà, in particolare dal SBU di Kharkov. “Abbiamo trovato i nomi di 184 persone che, a nostro avviso, furono detenute illegalmente nella sede del SBU di Kharkov nel 2014-2016. Questa lista continua a crescere”, aveva detto la capo missione Fiona Frazer. Secondo lei, “la pratica della detenzione arbitraria o non comunicata era comune nell’area controllata dal governo nel 2014, 2015 e 2016, mentre nel 2017 e 2018 abbiamo registrato pochi casi”. Gli arresti del SBU a Kharkov attirava l’attenzione di organizzazioni internazionale, in particolare Amnesty International.
‘Tu non esisti’
“Questo è il nostro studio del 2016. Abbiamo pubblicato un sondaggio intitolato “Tu non esisti”, in cui segnaliamo luoghi speciali di detenzione per trattenere persone isolate dal mondo “, affermava a Sputnik Marija Gureva, portavoce dell’organizzazione in Ucraina. Uno, disse, era a Kharkov, e altri erano registrati a Marjupol e altre città, ma il principale era il dipartimento SBU di Kharkov, dove la gente affermava di esserci rimasta per oltre un anno. Sono attualmente in corso due cause legali e l’organizzazione studierà i nuovi dati scoperti da Sputnik.
Traduzione di Alessandro Lattanzio

deca  paradigma

lunedì 20 maggio 2019

IO---V O T O---CON PROTESTA !!

I O    V O T O  CON  PROTESTA

Alle elezioni per il "parlamento" €uropeo del prossimo 26-5-2019, domenica, come è opportuno votare? Molti mi stanno da giorni chiedendo lumi come comportarsi, ovvio che la vostra anima è libera, il mio suggerimento è il seguente, dettato dalle motivazioni che intendo fare verbalizzare durante il voto :
[Se Voi farete come me, che ho stampato su un a5 di carta il testo seguente, facendo bordare il testo da verbalizzare come protesta, agevolerete i componenti del seggio per la successiva trascrizione a verbale, potranno ritagliare ed incollare il testo sul verbale, risparmiando il tempo ..]

Io, sottoscritto Владимир Владимирович Путин, nato a Ferrara il ..-..-1963, titolare della tessera elettorale n° 006213165, ivi residente, dichiaro che intendo esercitare il diritto-dovere di voto ma di non sentirmi rappresentato da alcuna delle liste e delle persone candidate per la consultazione del parlamento europeo; intendo Registrarmi al Seggio e fare timbrare la Tessera Elettorale, prima di restituire la scheda, come previsto dall'art. 50 del D.P.R. 16 maggio 1960 n° 570 ed anche dall'art. 12, comma 1 del D.P.R. 8 settembre 2000, n° 299.
Dichiaro che intendo essere registrato come elettore adempiente il diritto-dovere di voto, e che sia apposta la nota "Ha presentato verbale di protesta" nei riquadri e colonne della Lista Sezionale e nel Registro per l’Annotazione del Numero delle Tessere, prevista dalla Circolare n°  23 del 22 maggio 2015, ed intendo esercitarlo secondo un modo che la Legge prevede e consente: non rifiuto di votare, ma di votare i candidati proposti, e pertanto m' avvalgo della verbalizzazione d' una protesta, che mi qualifica come partecipante alle elezioni, il mio è voto politico.
In base al T.U. delle leggi elett.li, DP.R. 30-3-1957, n° 361, Art. 74 ed Art. 104 par. 5, chiedo cortesemente che SIA VERBALIZZATO quanto segue:

parlamentare €uropeo non può fare le leggi, le leggi le fa la Commissione €uropea e le loro "leggi" valgono x tutti.
Il parlamento €uropeo può contestarle? Prima deve passare x una commissione apposita del parlamento, poi deve avere l'assenso della conferenza dei presidenti della commissione, poi deve avere l'assenso del 55% del Consiglio €uropeo, oppure della maggioranza assoluta dei parlamentari €uropei, e se un parlamentare €uropeo chiede alla Commissione €uropea di vedere una legge che la Commissione sta facendo, la stessa può rispondere tranquillamente: NO non te la faccio vedere.
Può il parlamentare €uropeo bocciare il Presidente della Commissione e tutta la Commissione? Nella realtà NO, perché la Commissione ed il Presidente si ripresentano, il parlamentare li riboccia, a questo punto nasce la crisi "costituzionale" che viene risolta dalla Corte €uropea di giustizia, che nessuno di noi potrà mai eleggere e che, fa quello che le pare …..
I trattati economici sovranazionali imposti nell'ombra a noi cittadini : può il parlamentare €uropeo cambiare questi trattati che c'hanno imposto? MA neanche per sogno, la procedura per potere cambiare i trattati €uropei è più complessa della fisica teorica, sono migliaia di pagine e di codicilli, ed in realtà chi potrebbe agire sarebbe solamente il Consiglio €uropeo per il quale anche un solo Stato può bloccarne l'azione, ponendo il veto.
IO, COME CITTADINO, NON AVALLO UNA DITTATURA MASCHERATA

Ferrara, lì 26 mag.  2019.                                                                     _______________________________________________________________________________________
firmato:        Владимир Владимирович Путин

deca paradigma
produzioni

QUA DI SEGUITO ho scritto gli adempimenti dei componenti del Seggio in sede d'ammissione degli elettori alla votazione, doveri, obblighi, sanzioni e modalità, se lo stampate in due facciate fronte retro, li potete consegnare come foglio vademecum al Presidente del Seggio dove voterete, potrebbe aiutarlo nel caso non sia a conoscenza di alcuni passaggi, a proposito è il Segretario dell'Ufficio elettorale che, se si rifiutasse d'inserire nel processo verbale o d'allegare la Vostra protesta o reclamo, sarà punito con la reclusione da 6 mesi a 3 anni con multa fino a €. 2.000 !!!

GLI ADEMPIMENTI DEI COMPONENTI DEL SEGGIO
IN SEDE DI AMMISSIONE DEGLI ELETTORI ALLA VOTAZIONE
QUESTI I PRINCIPALI ADEMPIMENTI DEL PRESIDENTE DEL SEGGIO E DEGLI SCRUTATORI IN SEDE D' AMMISSIONE DEGLI ELETTORI ALLA VOTAZIONE:

1) IL PRESIDENTE DI SEGGIO PROCEDE, INNANZITUTTO, ALL'IDENTIFICAZIONE DELL'ELETTORE CON LE MODALITA' PREVISTE DALLA LEGGE E DALLE ISTRUZIONI MINISTERIALI; SI RICORDA CHE TALI MODALITA' NON HANNO SUBITO ALCUNA MODIFICAZIONE PER EFFETTO DELL'INTRODUZIONE DELLA TESSERA ELETTORALE;

2) SUCCESSIVAMENTE, IL PRESIDENTE VERIFICA LE GENERALITA' DELL'ELETTORE SULLA TESSERA ELETTORALE ESIBITA, ACCERTANDOSI CHE TALE TESSERA, ALL'INTERNO DI UNO DEGLI SPAZI PER LA CERTIFICAZIONE DEL VOTO, NON RIPORTI IL BOLLO D' ALTRA SEZIONE CON LA DATA DELL'ELEZIONE ATTUALMENTE IN SVOLGIMENTO;

3) UNO SCRUTATORE ACCERTA IMMEDIATAMENTE IL NUMERO DI ISCRIZIONE DELL'ELETTORE NELLE LISTE ELETTORALI DELLA SEZIONE (SALVO IL CASO DI ELETTORI NON ISCRITTI, MA AMMESSI A VOTARE NELLA SEZIONE STESSA A NORMA DI LEGGE, COME I RAPPRESENTANTI DI LISTA, I COMPONENTI DEL SEGGIO, I MILITARI, ECC.);

4) UN SECONDO SCRUTATORE APPONE SULLA TESSERA ELETTORALE DEL VOTANTE, ALL'INTERNO DI UNO DEGLI APPOSITI SPAZI, IL TIMBRO DELLA SEZIONE E LA DATA;

5) CONTEMPORANEAMENTE, UN TERZO SCRUTATORE RIPORTA, SUL RELATIVO REGISTRO, IL NUMERO DELLA TESSERA ELETTORALE, SCRIVENDOVI A FIANCO IL NUMERO DI ISCRIZIONE NELLA LISTA ELETTORALE SEZIONALE DEL VOTANTE STESSO; NEL MEDESIMO REGISTRO, LO SCRUTATORE PRENDE NOTA ANCHE DEL NUMERO DI ELETTORI CHE, PUR AVENDO AVUTO ANNOTATO IL NUMERO DELLA TESSERA ELETTORALE NEL REGISTRO, NON HANNO VOTATO, OVVERO HANNO PARTECIPATO, PER QUALSIASI MOTIVO, SOLTANTO AD ALTRA O AD ALTRE CONSULTAZIONI CONTESTUALI;

6) IMMEDIATAMENTE DOPO, IL PRESIDENTE CONSEGNA ALL'ELETTORE LA MATITA COPIATIVA E LA SCHEDA O LE SCHEDE SPIEGATE, RACCOMANDANDO, IN CASO DI PIU' SCHEDE, DI NON SOVRAPPORLE;

7) UNA VOLTA ESPRESSO IL VOTO, L'ELETTORE RICONSEGNA LA SCHEDA O LE SCHEDE DEBITAMENTE PIEGATE AL PRESIDENTE, CHE PROVVEDE AD INSERIRLE NELLE RISPETTIVE URNE;

8) UNO SCRUTATORE ATTESTA L'AVVENUTA RICONSEGNA MEDIANTE L'APPOSIZIONE DELLA PROPRIA FIRMA, ACCANTO AL NOME DELL'ELETTORE, NELL'APPOSITA COLONNA DELLA LISTA SEZIONALE;

9) INFINE, IL PRESIDENTE RESTITUISCE ALL'ELETTORE IL DOCUMENTO D'IDENTIFICAZIONE O LA TESSERA ELETTORALE.

Art. 12, comma 1 del D.P.R. 8-9-2000 n° 299   Annotazione dell'esercizio del voto
1. In occasione delle operazioni di votazione per tutte le consultazioni elettorali o referendarie, successivamente al riconoscimento dell'identità' personale dell'elettore, e all'esibizione della tessera elettorale, uno scrutatore, prima che il presidente consegni all'elettore la scheda o le schede di votazione ai sensi dell'articolo 58, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, o dell'articolo 49, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570, appone sull'apposito spazio della tessera elettorale il timbro della sezione e la data, e provvede, altresì, ad annotare il numero della tessera stessa nell'apposito registro.
D.P.R. 30-3-1957, n° 361   74. (T.U. 5 febbraio 1948, n. 26, artt. 26, ultimo comma, 47,ultimo comma, 49, ultimo comma, 50, comma 5° e 53, primo comma)
Il verbale delle operazioni dell'Ufficio elettorale di sezione è redatto dal segretario in doppio esemplare, firmato in ciascun foglio e sottoscritto, seduta stante, da tutti i membri dell'Ufficio e dai rappresentanti delle liste presenti.
Nel verbale dev'essere presa nota di tutte le operazioni prescritte dal presente testo unico e deve farsi menzione di tutti i reclami presentati, delle proteste fatte, dei voti contestati (siano stati o non attribuiti provvisoriamente alle liste) e delle decisioni del presidente, nonché delle firme e dei sigilli.
Il verbale è atto pubblico

D.P.R. 30-3-1957, n° 361   104. (T.U. 5 febbraio 1948, n. 26, art. 78)
Omissis….. Comma 4
Il segretario dell'Ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o di allegarvi proteste o reclami di elettori è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa sino ad €. 2.000.

Voi non rifiutate di votare, ma di votare i candidati proposti, e pertanto vi avvalete della verbalizzazione di una protesta, che a tutti gli effetti vi qualifica come partecipanti alle Elezioni. La vostra non è una astensione, il cui verbale tra l'altro non è previsto dalla Legge, ma un voto politico a tutti gli effetti.

Circolare n° 23 / 22 maggio 2015 :
lettera g) Proteste e reclami o rifiuto di ritirare la scheda. Riconsegna della scheda non votata. Computo dei votanti.
Al fine di assicurare la speditezza e la regolarità delle operazioni di voto, si rappresenta l’esigenza che i presidenti degli uffici elettorali di sezione vengano sensibilizzati, attraverso i sindaci, affinché sia predisposta ogni idonea misura per evitare il verificarsi di situazioni che possano rallentare la procedura di voto all’interno del seggio, con conseguenti perdite di tempo
penalizzanti per gli elettori in attesa di votare e per il regolare svolgimento del procedimento elettorale.

Si ritiene utile fornire alcune indicazioni in merito ad un’eventuale forma di astensione dal voto che possa concretizzarsi presso il seggio con il possibile rifiuto della scheda o delle schede elettorali e con eventuale richiesta di verbalizzazione di dichiarazioni di astensione, di protesta o di altro contenuto.
Si ritiene che, in tali evenienze, il presidente del seggio – al fine di non rallentare il regolare svolgimento delle operazioni  possa prendere a verbale l’eventuale protesta dell’elettore ed il suo rifiuto di ricevere la scheda o le schede, purché la verbalizzazione sia fatta in maniera sintetica e veloce, con l’annotazione nel verbale stesso delle generalità dell’elettore, del motivo del reclamo o della protesta, allegando contestualmente anche gli eventuali scritti che l’elettore medesimo ritenesse di voler consegnare al seggio.

Per quanto attiene alla rilevazione del numero degli elettori che votano, si rammenta che coloro che rifiutano tutte le schede non dovranno essere conteggiati tra i votanti della sezione elettorale, anche se il rifiuto venga esplicitato in un momento successivo alla “registrazione” presso il seggio (cioè in un momento successivo a uno o più dei seguenti adempimenti: annotazione degli estremi del documento personale di riconoscimento e firma dello scrutatore nell’apposita colonna della lista elettorale sezionale a fianco del nome dell’elettore; apposizione del timbro e della data nell’apposito spazio della tessera elettorale personale; annotazione del numero della tessera stessa nell’apposito registro in dotazione al seggio, con a fianco il numero di iscrizione nella lista sezionale dell’elettore medesimo).
All’atto del rifiuto della scheda, ove si sia provveduto a una “registrazione” dell’elettore, nei sensi anzidetti, nella lista sezionale e nel registro per l’annotazione del numero delle tessere, occorrerà provvedere, nei relativi riquadri e colonne dei medesimi documenti, ad una ulteriore annotazione (ad es., con la dicitura: “NON VOTANTE”); nel caso in cui presso il seggio si svolgano contemporaneamente più consultazioni, lo scrutatore ne prenderà nota, negli appositi riquadri stampati nel retro della pagina di copertina del registro per l’annotazione del numero di tessera elettorale: ciò, ai fini di un corretto computo del numero effettivo dei votanti per ogni singola consultazione che si svolga presso il seggio.
Nel caso in cui il rifiuto sia precedente alle registrazioni di cui sopra non va apposto sulla tessera elettorale il bollo della sezione (che, ai sensi dell’art. 2, comma 3, del d.P.R. 8 settembre 2000, n. 299, certifica viceversa l’avvenuta partecipazione alla votazione).

Su un diverso piano, ai fini degli adempimenti procedurali da attuare presso il seggio, si colloca la fattispecie di nullità delle schede di cui all’art. 50 del d.P.R. 16 maggio 1960, n. 570. Tale norma, infatti, prevede l’ipotesi in cui l’elettore prenda la scheda ma non voti in cabina elettorale, facendone derivare la nullità della scheda stessa. Ciò accade quando l’elettore identificato dal seggio elettorale, al quale ha consegnato la tessera elettorale e il documento d’identità, abbia ritirato la scheda senza rifiutarla e, solo in un secondo tempo, l’abbia riconsegnata senza entrare prima in cabina.
In tal caso, l’elettore dovrà essere conteggiato tra i votanti e la scheda dovrà essere dichiarata nulla e inserita nell’apposita busta secondo le istruzioni in dotazione ai seggi.

ART. 50 del D.P.R. 16-5-1960 n° 570 (T. U. 5 APRILE 1951, n° 203, art. 43)
SE L'ESPRESSIONE DEL VOTO NON È COMPIUTA NELLA CABINA, IL PRESIDENTE DELL'UFFICIO DEVE RIFIUTARE LA SCHEDA PRESENTATAGLI E SE L'ELETTORE INVITATO, NON SI RECA NELLA CABINA, LO ESCLUDE DAL VOTO, PRENDENDONE NOTA NEL VERBALE.


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