venerdì 9 maggio 2014

L’Ecuador in forte crescita




L’Ecuador in forte crescita
con la politica di Correa

RomaOrmai è diventato un big della politica latino-americana Rafael Correa, presidente dell’Ecuador.  Economista  laureato alla Università cattolica di Santiago de Guayaquil, con master in Belgio e Stati Uniti, dove ottiene anche un dottorato di ricerca, scende in politica  con  tra obiettivi :  aiutare i poveri, rilanciare l’orgoglio e l’autonomia nazionali, puntare all’integrazione del continente latino-americano.
Si definisce un “umanista e un cristiano di sinistra”, guarda ad un nuovo e moderno socialismo , ma da cattolico praticante delinea un modello politico che, oggi, si potrebbe dire ispirato da Papa Francesco  che s’è messo a ridere all’accusa di chi lo ha definito comunista, dicendo io sto dalla parte dei poveri , sto con il Vangelo.
E Correa , che ha avuto problemi con la Conferenza Episcopale dell’Ecuador,   contro con il Fondo Monetario Internazionale , mettendo lo stop, nel 2008,alla restituzione del “debito illegittimo” contratto dai governi dittatoriali, restituendo ai creditori solo il 30% del debito .  Supera anche , nel 2010,un tentativo di colpo di stato   e il 18 febbraio dell’anno scorso viene rieletto per la terza volta presidente.
Oggi la sua polemica nei confronti della finanza internazionale e delle sue storture  è comune a molti economisti occidentali  e lo stesso capitalismo sta cercando di rinnovarsi , scoprendo l’esigenza di non trascurare gli aspetti sociali. 
Gli stessi Stati Uniti stanno avendo un diverso atteggiamento nei suoi confronti , comprendendo che il suo modello politico, illustrato nei giorni scorsi ad Harvard, può   contribuire a  una più equa distribuzione di risorse e , quindi, a  quella ripresa indispensabile    anche per chi ha disponibilità per investire  .
Per meglio comprendere la personalità e le idee di Rafael Correa    pubblichiamo sia un articolo del quotidiano “El Comercio”  e  l’ampia intervista che  “Hay por Hoy”  gli fece  durante la visita in Spagna, dopo esser stato tre giorni a Milano.
(a cura di Sergio Bindi)

Correa expone su modelo político en Harvard

Durante la conferencia en el foro John F. Kennedy de la Universidad de Harvard. El Mandatario partió ayer a New Heaven Paul rivas / el comercio

Il presidente dell’ Ecuador, Rafael Correa, intervistato da ‘Hoy por Hoy’ in Spagna -- El presidente de Ecuador, Rafael Correa, entrevistado por Gemma Nierga y Pepa Bueno en ‘Hoy por Hoy’

 


Buongiorno Presidente.
Buongiorno Gemma e Pepa.
Oggi c’è un pubblico molto giovane che sta riempiendo questa sala e si è reso conto che c’è un gruppo di studenti lì nel fondo e questo mi ha chiamato molto l’attenzione in quanto sono ragazzi di 15 – 16 anni.
Questa è allegria. Che bello vedere i giovani che si preoccupano di quello che accade nella loro società, che s’interessano e si informano. Ai giovani bisogna dire che non bisogna scappare dalla politica, la politica non è tutta negativa, alcuni politicanti sono negativi.
La politica è uno strumento attraverso il quale la società razionalmente opta, sceglie, decide e voi dovete coinvolgervi politicamente affinché le nostre società, e in questo caso quella spagnola, scelga.
La prima soddisfazione e sorpresa per il Presidente è appunto la presenza dei giovani qui in sala. Si è portato qualche altra sorpresa da quando è qui?
Beh prima di tutto devo chiede scusa per la mia voce rauca. Questo è causa del freddo durante i 3 giorni a Milano. Dunque non conoscevo l’Andalusia e sappiamo quanto è bella la Spagna, però quanto è meravigliosa Siviglia. 
Abbiamo visitato alcuni monumenti di questa città e siamo arrivati oggi qui a Cadice alle 4 di mattina e non abbiamo avuto ancora il piacere di visitarla.
Meglio non dire a quale velocità son giunti qui perché altrimenti le fanno una multa.
No! (ridendo) però quel poco che abbiamo potuto vedere le posso dire che è molto bello.
Ci piacerebbe iniziare questa conversazione con un argomento che preoccupa noi tutti spagnoli e anche le migliaia di ecuadoriani presenti qui nel nostro paese e cioè degli sfratti (desahucios).Si contano secondo le stime che ho qui a mia disposizione, 40.000 sfratti di casa all’interno della comunità ecuadoriana e ci sono 80.000 ecuadoriani che hanno seri problemi nel continuare a pagare la casa.
Lei se la sentirebbe di denunciare le banche? Cosa si può fare o cosa si è fatto negativamente?

crisi spagnola

Veda la cosa interessante è che ci sono molti giovani presenti qui.
Dunque in base al fatto che si è sempre fatto cosi si è giunti alla conclusione che sia normale o che sia comune, però non è affatto normale. Noi siamo rispettosi della sovranità di ogni paese, cosi con il Governo del Presidente Rajoy però qui c’è qualcosa di fondo e questo non ha ragion di essere.
Qui ci troviamo davanti alla supremazia del capitale sull’essere umano.
Dunque vediamo cosa è successo: c’è stato un eccesso di liquidità, le banche stesse chiamavano i clienti e gli prestavano dei soldi, valorizzavano la casa per 200 mila euro e ne davano 250 mila, sempre in funzione del capitale o del capitale finanziario cosa è successo poi, che quando è venuta la crisi la stessa casa, che era stata valorizzata 250 mila euro, ora ne vale 50 mila.
In buona fede non si è potuta pagare e allora la banca cosa ha fatto? Si è presa la casa e la famiglia ora deve restituire alla stessa banca 150 mila euro, cioè la differenza sul valore della casa attuale.
Quindi le persone, le famiglie sono rimaste senza casa e con i debiti. E qual è stato il rischio che ha corso il capitale? Nessuno! Eticamente il rischio deve cadere sul capitale e non solo sull’essere umano. E questo in base all’abitudine ci fanno credere che sia normale, che sia una cosa tecnica, quasi una legge naturale. Tutto questo è falso!
Inoltre questo dimostra la relazione di potere in una società, tra coloro che comanda e chi no e cioè tra i cittadini o il capitale finanziario. E’ questa la grande sfida dell’umanità del XXI secolo. Ed ora a livello globale ci domina il capitale finanziario e non dev’essere così.
Secondo lei cosa si deve fare con questi contratti?
Bene in marzo quando son venuto qui in Spagna, dopo un giro in Turchia, ho denunciato fortemente tutto questo e quando son ritornato in Ecuador alcuni miei assessori mi hanno bacchettato dicendomi :”Presidente lei ha rimproverato Rajoy ma qui in Ecuador abbiamo la stessa legge al riguardo” e dunque abbiamo cambiato la legge. Le leggi si possono cambiare.
Dunque lei sta dicendo al Governo spagnolo di cambiare la legge?
Io non sto dicendo assolutamente nulla al governo spagnolo.
Però lei sta dicendo che quando ritornò in Ecuador si rese conto che aveva la nostra stessa legge e l’ha cambiata.
La garanzia per lo meno di estinguere il debito, se non che garanzia è. Questo economicamente si chiama l’azione di pagamento. Dunque io mi indebito con la casa, in buona fede non posso pagare e allora do la casa alla banca e si estingue il debito però. Io ho perso la casa, la banca perde il suo credito e per lo meno si è ripartita la perdita.
Qui invece non è cosi o non è stato cosi. Qui la famiglia perde la casa e resta con i debiti. Questo è un atto criminale è totalmente ingiusto, non dev’essere assolutamente così, questo è un abuso del capitale.
Ed inoltre lei ha proposto una riforma legislativa nella quale si dichiara che le banche spagnole non possano perseguire le proprietà dei cittadini ecuadoriani.
Dunque lei mi chiede che alternativa c’è?
Bisogna modificare le leggi e verificare inoltre la validità di questi contratti che contraddicono la normativa europea al riguardo. Sono stati contratti di adesione, non spiegati alla gente, fatti in serie e fatti firmare a persone non avvertite del pericolo.
Questo è un atto illecito e la cosa peggiore che è tutto fatto per l’ammissione del capitale finanziario per voler poi far ricadere tutto il peso della crisi sull’essere umano. E si verifica una situazione assurda cioè, che restano famiglie che hanno bisogno di case e banchieri che non hanno bisogno di case ma ne sono pieni.
Uno degli argomenti che si stanno utilizzando qui è quello di non preoccupare le banche e di non creare un’assenza di garanzia, di non rendere nervoso il mercato e di non spaventare gli investitori stranieri.
Bene mi lasci lavorare un po’ più sull’argomento e conversare con i ragazzi. Dunque io sono un’economista malgrado sia una buona persona. (risate dal pubblico). Tutti dobbiamo sapere un po’ di economia. In economia quello che si cerca è il benessere dell’essere umano e della società.
Insisto, se seguiamo cosi andiamo al peggior dei mondi, famiglie che hanno bisogno di case e che non hanno casa e non perché l’economia o la società non sia capace di realizzarle ma per mancanza di coordinazione o per l’ambizione del capitale finanziario.
E allora quali sono i margini della risoluzione del problema da parte dei politici? Lei sta dicendo ai giovani, io sono un economista però è anche politico, anche se non le piace.
Dunque l’economia è nata come scienza politica e questo è un altro grande errore. L’economia è tecnica e un tecnico deve saper guidare l’economia e applicare le direttive politiche in un modo integrale.
E dalla politica si può fare qualcosa o manca di sensibilità?
Io invece penso che dall’economia si possa risolvere il problema. Se si prende in considerazione la relazione del potere in una società allora questo è di carattere politico.
Un grande economista, uno dei miei preferiti, Albright, diceva che un economista che si estranea dalla relazione con il potere è un perfetto inutile. Le ripeto, la gente che resta senza casa non ha nulla a che vedere con l’economia, è un aspetto di carattere economico e ciò è l’esercizio dell’abuso del capitale sull’essere umano.
Le voglio rispondere alla seconda domanda, quando lei mi dice che il mercato si spaventa. Ma che ricatto che ci fa il capitale! Se c’è nervosismo dei mercati e allora che si prendano un valium (risate dal pubblico).
Come sta facendo l’Ecuador o per meglio dire come sta soffrendo la situazione economica il suo paese?
Guardi stiamo soffrendo cosi tanto che l’anno scorso siamo stati la terza economia che è cresciuta in sud america quasi dell’8%, siamo il paese latinoamericano con la percentuale di disoccupazione più bassa cioè sotto il 5%, si è ridotto squilibrio della povertà e per la prima volta la povertà estrema per ingressi è del 9%.
Come ci vede allora a noi? Come vede la Spagna?
Con molta preoccupazione. Noi in America Latina siamo abituati a questa situazione di crisi, abbiamo non so quanti dottorati per affrontare le crisi cicliche, di come affrontare i debiti esteri, come pagare i debiti al FMI  o alla BMI.
Vede questi due organismi tra l’altro non si preoccupano assolutamente di risolvere la crisi, l’ unica cosa che li preoccupa è come recuperare i debiti dei vari paesi, di come recuperare gli interessi del capitale finanziario.
Ora la Spagna sta accettando un ricettario del FMI, lo stesso ricettario che ha distrutto le economie di interi paesi dell’America Latina. Inoltre noi con il debito estero abbiamo avuto problemi negli anni ’80, anni ’90, abbiamo vissuto la crisi del ’99 ed è per questo che ci sono emigranti ecuadoriani.
Tutto fu il frutto di una crisi finanziaria e del fallimento di 16 banche per l’irresponsabilità dei banchieri.
Secondo il fondamentalismo del neoliberismo che proclamava l’autoregolamentazione, furono eliminati i controlli attraverso la riforma nel 1994. Si regolarono cosi bene che fallirono 16 banche nel 1999 e questo produsse 2 milioni di emigranti. Ed è per questo che vi sarete resi conto che negli ultimi 10 – 12 anni qui in Spagna sono arrivati migliaia di ecuadoriani. L’Ecuador non era un paese di emigranti.
Quindi rispondendo alla sua domanda le dico che siamo dottori in questa classe di crisi ed è per questo motivo che facciamo poco caso a quello che ci dice questa burocrazia internazionale (Il FMI).
In cambio noi vediamo con preoccupazione che la Spagna e tutta l’Europa stanno soffrendo o si stanno incanalando in questi processi che hanno fatto soffrire l’America latina.
Che raccomandazione darebbe all’Unione Europea e alla Spagna?
Guardi non vogliamo dare nessun suggerimento perché nessuno ce l’ha chiesto e non vogliamo immischiarci nelle cose interne dell’Unione Europea malgrado la presenza e la sofferenza di molti emigranti ecuadoriani.
Io dico solo questo e la metto su una questione di carattere politico. Chi comanda in una società? Gli essere umani o il capitale finanziario?
Presidente in questo incontro lei è stato molto critico e non è la prima volta. Lei ha affermato che  questi sono incontri inutili perché si parla di luoghi comuni e non si affrontano i veri problemi dell’umanità.
Si ho detto che sono veramente inutili. Beh, la cosa piacevole di questo incontro è di aver visitato Cadice che è una bella città. I nostri popoli si stancano di vedere i loro governanti negli incontri e loro restano con i soliti problemi.
Molti spagnoli ora stanno andando in Sud America per lavorare. Cosa gli direbbe?
Benvenuti! Guardi, l’America Latina è stata una terra che ha ricevuto milioni di emigranti tra i quali molti spagnoli e soprattutto dopo la II guerra mondiale. Al contrario l’Europa è sempre stato una terra di emigranti e solo recentemente si è convertito in un luogo di immigrazione, per questo vediamo con preoccupazione la risposta dell’Europa alla criminalizzazione del fenomeno migratorio.
Quando costruiscono le carceri per esempio.
La storia è stata al contrario. Gli europei che sono emigrati in America Latina sono stati ricevuti a braccia aperte, mentre negli ultimi anni l’Europa è terra d’immigrazione e si comincia a criminalizzare questo fenomeno.
Ecco questo deve portarci ad una riflessione e questo si che sarà un tema di discussione in questo incontro.


Durante la conferencia en el foro John F. Kennedy de la Universidad de Harvard. El Mandatario partió ayer a New Heaven Paul rivas / el comercio
Tiempo de lectura: 4′ 28” No. de palabras: 742
Santiago Zeas B.   Desde Boston (EE.UU.) politica@elcomercio.com Jueves 10/04/2014
La gira del presidente Rafael Correa por Estados Unidos tuvo ayer su primera actividad pública de corte político: su conferencia magistral sobre lo que él llama ‘el milagro ecuatoriano’.
Su escenario fue la Escuela de Ciencia Política de la Universidad de Harvard -llamada John F. Kennedy-, enclavada en la comunidad académica de Cambridge. Allí, Correa presentó su charla que, en esencia, presenta a un país democrático en una fase de desarrollo económico. Lo hizo al describir al Ecuador como un país políticamente estable, de economía en crecimiento, abierto a la inversión y que busca desarrollar sus centros de estudios superiores en busca de innovaciones.
Este mensaje presidencial fue estratégicamente dirigido a profesores y estudiantes de Escuela de Harvard, reconocida por su influencia en el mundo político estadounidense.De hecho, la intervención del Presidente se inscribió en la tradición de esa institución de recibir y escuchar a personalidades de diferentes esferas.
De ahí que por su ‘forum’ hayan pasado personalidades de distinto signo político como la presidenta socialista chilena Michelle Bachelet o la exsecretaria de Estado estadounidense republicana, Condoleezza Rice. Tras su exposición, el presidente Correa respondió preguntas del auditorio que copó los tres niveles de la edificación, que se transforma para recibir estas presentaciones.
En verdad estas exposiciones se escenifican en su ‘lobby’, que cotidianamente es ocupado por los estudiantes para comer y conversar. Pero tres horas antes de la presentación, el personal lo modifica: retira las mesas, coloca el podio para el invitado y ordena las butacas. Y si bien el acto es público, por su reducido espacio se realiza una ‘lotería’ de entradas de entre los inscritos, teniendo prioridad profesores y estudiantes.
En la práctica, esta fue la segunda ocasión en que el Primer Mandatario respondió a este tipo de interrogantes en Harvard. La primera vez fue el martes, durante un encuentro privado de más de una hora de duración con un grupo de catedráticos y universitarios, en el Centro de Estudios Latinoamericanos Rockefeller.
Este Diario conversó con dos de los participantes, quienes reseñaron que las preguntas se centraron en temas vinculados a la economía, la política energética y las relaciones internacionales. En esencia, Correa dijo que no hay una dependencia económica del petróleo más allá del 20%; defendió su decisión de explotar de forma responsable el Yasuní, y explicó que su apoyo al Gobierno venezolano se debe a sus resultados en política social.
En el Boston Globe
La intervención presidencial no estuvo desligada de otras acciones políticas registradas en la jornada. El diario Boston Globe publicó una columna de opinión de Correa bajo el título ‘La verdadera libertad requiere de justicia‘. Esta suele ser una práctica regular en ciertos medios estadounidenses, en ocasiones especiales, como la presencia de un Jefe de Estado.
En ese artículo, Correa hizo un paralelismo entre el camino que ha recorrido la democracia de EE.UU. hacia su madurez con el proceso político que vive el Ecuador y la mayoría de países de América Latina. También destacó los indicadores económicos y sociales del país desde que asumió sus riendas en 2007 y defendió la actuación de su administración en materia de derechos humanos.
“En América Latina, donde no solo hay desigualdades económicas, sino jurídicas y políticas, la búsqueda de la justicia es la única vía para lograr la libertad”, sostuvo.
Por último, reiteró su admiración y cariño por el pueblo estadounidense y expresó su confianza en fortalecer la cooperación en materia de transferencia de conocimiento.
Tras su conferencia magistral, el Mandatario tenía programado una entrevista con dos medios de Harvard e ir al aeropuerto de Boston para desplazarse a New Haven. Allí continúa hoy su gira con una visita a la Universidad de Yale, donde repetirá su conferencia de anoche.
En la mañana, Correa mantuvo varias reuniones relacionadas al área educativa en el Instituto Tecnológico de Massachussets (MIT).
En contexto La presencia de la delegación en Harvard sirvió también para la firma del ‘Programa de Becas de Posgrado Ecuador-Harvard’, tanto para maestría como PhD. Un total de 10 estudiantes para maestría y 5 para doctorado serán financiados para sus estudios.

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