Ascesa eurasiatista e rovina occidentale
Alessandro Lattanzio
La debacle occidentale è tale che
dall’accerchiamento geostrategico dell’Eurasia, via Afghanistan, Siria e
Corea del Sud, Washington e stati clienti sono costretti a passare
all’accerchiamento virtuale, votando con brogli una ex-barbie barbuta
austriaca o ricevendo al Congresso degli USA due prostitute ex-russe da
cui avere ‘consigli strategici’.
“Richard
Nixon era riuscito ad accordarsi con il leader stalinista Mao Zedong e
in quel momento la Russia era contro Cina e Stati Uniti. Obama è
riuscito a fare il contrario nel giro di una settimana. Ora Russia e
Cina sono contro gli Stati Uniti. L’enorme stupidità della politica
estera statunitense”.
La politica aggressiva della Washington decadente di Obama, istruita da oligarchi come Soros e Kissinger, decisa da una schiera di russofobi e sinofobi ottusi guidati da Brzezinski mescolando la politica del ‘Roll Back’ anti-russo, quella del contenimento verso la Cina, l’interventismo hardcore dei neo-con e softcore delle ONG hollywoodiane, con relativo codazzo colorato, non può che aver portato ai noti risultati disastrosi (per gli USA e le sue varie cheerleaders imperialistiche, dall’Unione europea alle satrapie wahhabite del Golfo Persico; dai fascisti europei agli islamisti e al sionismo; dalla sinistra occidentale al protestitismo travestito del tipo ‘Movimento 50 Stelle’, ecc.)
La sovraestensione imperialista praticata da Washington fin dal 1992, da parte delle amministrazioni dei presidenti Clinton, Bush minus e Obama, su ordine dell’apparato imperialista-finanziario diretto da Wall Street e dalla City of London, ha solo esaurito le risorse e la capacità dell’asse atlantista rhodesiano-rockefelleriano nel condurre le proprie svariate guerre simmetriche e asimmetriche, come preteso dalla teoria del ‘Dominio a Pieno Spettro’ ideata dal Pentagono alla fine degli anni ’90.
Inoltre, tale esaurimento materiale trascina con sé l’esaurimento
ideologico e intellettuale dell’autoproclamata ‘superiore civiltà
occidentale’. Difatti, mentre i Mattoni del mondo multipolare si vanno
assemblando, partendo dalle fondamenta Russia, Cina e India, il mondo
atlantista è preda dall’aggravatasi della schizofrenia psicopolitica che
l’ha sempre caratterizzato fin dalle sue prime incursioni colonialiste.
Per due/tre secoli l’occidente era al centro della storia mondiale, o
così credeva, ma con l’evolversi politico-economico dell’Asia e
dell’Eurasia a partire dall’ultimo scorcio del XX secolo, la mappa
geopolitica subisce un drammatico mutamento di prospettiva. Lo sguardo
mondiale si apre sempre più a est, e a sud, che dalle colline di
Hollywood dove oramai giace una usurata e irritante meschina macchina
propagandistica.
L’asse della schizofrenia atlantista da una parte arma, finanzia, addestra e supporta direttamente i vari agenti geopolitici del caos: integralisti islamisti, taqfiriti, jihadisti e altri settarismi armati in Medio Oriente e Asia, narcos, paramilitari e mafie in America Latina, fascisti e xenofobi in Europa. Tutte espressioni delle miserabili borghesie compradores locali, da sempre indispensabili quinte colonne dell’imperialismo occidentale.
L’asse della schizofrenia atlantista da una parte arma, finanzia, addestra e supporta direttamente i vari agenti geopolitici del caos: integralisti islamisti, taqfiriti, jihadisti e altri settarismi armati in Medio Oriente e Asia, narcos, paramilitari e mafie in America Latina, fascisti e xenofobi in Europa. Tutte espressioni delle miserabili borghesie compradores locali, da sempre indispensabili quinte colonne dell’imperialismo occidentale.
Ma la stessa macchina che idea e propaga
simili mostri, oggi si rivolge alla sua opinione pubblica interna
sproloquiando di pseudo-accoglienza totalitaria di profughi (proprio
quelli generati dalla schizofrenia occidentale all’esterno), di diritti
da assegnare ad ogni sorta di deviazione psicopatologica, di un
ultra-liberalismo vacuo e fatuo che accompagna la sistematica
distruzione di qualsiasi garanzia che l’occidente capitalista ha sempre
fatto vanto di apportare: diritti individuali al lavoro, al benessere,
alla prosperità e alla stabilità materiale e morale.
Tutto finito, non
potendo garantire stabilità materiale, la dirigenza
atlantista-finanziaria che guida l’occidente, oggi promette solo
instabilità morale, diffusa a piene mani da un sistema
mediatico-disinformativo così gonfiato da essere sul punto di esplodere.
Ogni giorno l’occidente, mentre diffonde la sua ‘cultura’, assomiglia
sempre più a una vecchia baldracca che rimembra i giorni che furono. Da
Mackinder e Mahan s’è passato a Samantha Power e Victoria Nuland, da
Mozart e Leonardo a Wurst e alle Pussy Riot, da Solgenitzin alle Femen…
inutile aggiungere altro.
L’occidente è in pieno deliquio da ‘matrimonio per tutti’, espresso dal nullismo integrale delle proprie ‘produzioni’ massmediatiche e culturali, e applicato con i cosiddetti ‘bombardamenti umanitari’.
L’occidente è in pieno deliquio da ‘matrimonio per tutti’, espresso dal nullismo integrale delle proprie ‘produzioni’ massmediatiche e culturali, e applicato con i cosiddetti ‘bombardamenti umanitari’.
Tutto
ciò, inoltre, viene propagandato e celebrato in prima fila proprio
dalla putrefattissima sinistra europea, da mezzo secolo rottasi ad ogni
sorta di gioco osceno con le ideologie ultra-indivualistiche
statunitensi cui s’è legata pur di distaccarsi dal ponderato ‘piombo’
del Marx-pensiero, (ovviamente il Marx maturo, il filosofo divenuto
scienziato dell’economia, non il fasullissimo Marx ‘giovane’ filosofo,
che lasciamo alle meteorine del micragnoso circo accademico locale).
Ma è
un deliquio autoindotto, perché le cosiddette élites si rendono conto
che nulla possono davanti a un mondo extra-occidentale risvegliatosi
dalla trance post-guerra fredda, disingannato dalle meschinità del
dirittumanitarismo di cartapesta e quindi deciso a sbarazzarsi
dell’influenza del blocco atlantista-occidentale e dei suoi locali
valletti (ripeto, dai satrapi oscurantisti wahhabiti ai ‘giovani’
manifestanti borghesi compradores).
Non potendo più affermare una
‘superiorità’ sul piano concreto dell’economia, della politica
diplomatica, della scienza e tecnologia, della produzione
ideologica-mediatica, perfino militare, l’occidente si rifugia nel mondo
fatato delle barbie con barba e dei nazisti democratici per poter
affermare, nel vuoto del puramente virtuale, quella superiorità che non
vanta nella realtà.
La debacle occidentale è tale che
dall’accerchiamento geostrategico dell’Eurasia, via Afghanistan, Siria e
Corea del Sud, Washington e stati clienti sono costretti a passare
all’accerchiamento virtuale, votando con brogli una ex-barbie barbuta austriaca o ricevendo al Congresso degli USA due prostitute ex-russe da cui avere ‘consigli strategici’.
L’accordo
russo-cinese sul gas determinerà i prossimi 30 anni di cooperazione
nello sviluppo dei giacimenti di gas in Siberia ed Estremo Oriente
russo. Secondo Aleksej Miller, CEO della Gazprom, il valore del
contratto è di 400 miliardi di dollari, per un volume di gas da
esportare di oltre un trilione di metri cubi.
L’accordo diverrà
operativo una volta completata la costruzione del gasdotto “Forza della
Siberia” che collegherà i giacimenti di gas dell’Estremo oriente russo e
della Siberia occidentale con la Cina. La partecipazione della Russia a
tale realizzazione viene stimata pari a 55 miliardi di dollari, quella
dei cinesi a 22 miliardi.
Aleksandr Birman, giornalista specializzato in
questioni energetiche, scrive sul quotidiano russo Izvestija, “Dopo essersi assicurata energia a buon mercato, la Cina riafferma la propria posizione di fabbrica più competitiva del mondo“,
scrive Birman. Per la Russia, la diversificazione delle esportazioni
energetiche è una necessità vitale, poiché l’accordo apre a Gazprom
anche i mercati di Giappone e Corea del Sud, permettendole di
diventare un attore anche del mercato del Gas Naturale Liquefatto (GNL).
“Politicamente, il contratto russo-cinese è un successo“, dice Grigorij Vygon, direttore del Centro Energia della Business School di Skolkovo, Mosca. “I rischi ucraini e la posizione dell’Europa rendono la diversificazione una necessità vitale“. Osserva a sua volta il giornalista Dmitrij Babich, “Si
potrebbe aggiungere che Obama s’è rivelato (involontariamente) il
migliore lobbista del riavvicinamento russo-cinese nelle sue ultime
visite nei Paesi con dispute territoriali con la Cina.
Sostenendo
direttamente la “rivoluzione” a Kiev e gli sfidanti della Cina nel Mar
Cinese, Obama ha aiutato Mosca e Pechino a colmare le loro divergenze
sui prezzi del gigantesco accordo. E un’altra cosa che probabilmente
entrerà nei libri di testo della diplomazia è l’enorme stupidità delle
sanzioni imposte al capo della prima compagnia gas-petrolifera russa,
Igor Sechin, e a poche settimane del viaggio in Cina. …
Si tratta di un
fallimento storico per l’Unione europea e anche per gli Stati Uniti,
perché cedere il gas siberiano russo alla Cina è un fallimento storico.
L’UE sapeva che Putin sarebbe andato in Cina. Così, invece di lottare
per il gas russo, molto importante per l’economia europea, ha creato un
conflitto dal nulla sul desiderio di Janukovich di rinviare la firma
dell’accordo di associazione con l’UE. E ora sembra che il gas russo sia
perduto per l’Europa.
Se le relazioni tra la Russia e l’UE fossero
state buone, sarebbe stato molto più conveniente inviare il gas
all’Europa, perché le infrastrutture per l’esportazione della Russia
sono orientate verso l’Europa. Invece, sono riusciti ad allontanare la
Russia e nonostante un prezzo piuttosto basso proposto inizialmente
dalla Cina, la Russia ha comunque concluso tale accordo”.
Dichiarazione di Vladimir Putin sulle relazioni Russia-Cina, 20 maggio 2014, Shanghai:
“Presidente Xi Jinping, onorevoli colleghi, amici, Oggi, in un ambiente tradizionalmente accogliente e fattivo, abbiamo adempiuto al vasto programma della cooperazione russo-cinese, ponendoci obiettivi ambiziosi e traguardi a lungo termine. Abbiamo firmato una serie di importanti documenti bilaterali. Le relazioni tra la Russia e la Repubblica popolare cinese si sviluppano con successo e hanno raggiunto un nuovo livello di partenariato globale e cooperazione strategica. Durante i negoziati, abbiamo prestato particolare attenzione alle questioni economiche. La Cina è il principale partner commerciale estero della Russia. L’anno scorso il fatturato commerciale tra i nostri Paesi è stato di quasi 90 miliardi di dollari, e lavoreremo per portarlo a 100 miliardi. Abbiamo tutto quello che serve per raggiungere questo obiettivo. Un Comitato d’investimento russo-cinese è stato istituito per continuare l’espansione degli investimenti reciproci. V’è una serie di importanti iniziative imprenditoriali nel settore energetico. Lavoriamo in tutti i settori, e progrediamo in tutto il mondo. Nel corso della riunione, abbiamo anche considerato i modi per diversificare gli scambi commerciali riducendo la dipendenza dalla situazione economica globale. Promuoveremo la cooperazione in settori ad alta intensità tecnologica come l’aviazione civile. Abbiamo buone prospettive, i progetti per realizzare aeromobili wide-bodies ed elicotteri pesanti civili. Sviluppiamo anche la cooperazione nella produzione delle auto. La cooperazione tra le banche è in crescita e continuerà a sviluppare l’infrastruttura finanziaria. Si lavora per aumentare i versamenti reciproci in valuta nazionale, e abbiamo intenzione di considerare nuovi strumenti finanziari. La cooperazione tecnologica militare, sotto la supervisione dei ministeri della Difesa dei nostri Paesi, è una questione separata. È un fattore importante per la stabilità e la sicurezza regionale e mondiale. Vediamo un grande futuro nell’espansione della cooperazione tra le singole regioni dei nostri Paesi. Numerose regioni russe, comprese le città metropolitane di Mosca e San Pietroburgo, così come la regione del Volga ed altre, collaborano direttamente con partner cinesi. I legami umanitari sono sempre più importanti. A marzo abbiamo lanciato i mutui scambi annuali d’amicizia della gioventù. Abbiamo anche deciso di creare una università russo-cinese basata sull’Università Statale di Mosca e la Beijing University of Technology. Il Signor Presidente ha già detto che la memoria storica del grande eroismo dei nostri popoli nella seconda guerra mondiale, avvicina ancora più Russia e Cina. Abbiamo deciso di tenere celebrazioni congiunte per il 70° anniversario della Vittoria. Nel corso del nostro scambio dettagliato, abbiamo anche seguito le questioni internazionali. Prendo atto che le posizioni di Russia e Cina in gran parte coincidono. Condividiamo le stesse priorità globali e regionali. Abbiamo concordato un più stretto coordinamento delle nostre azioni in politica estera, anche nel quadro delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione della cooperazione di Shanghai, dei BRICS, APEC e della Conferenza sull’interazione e le misure di rafforzamento della fiducia in Asia, che inizia la sua riunione stasera. Sono grato al Presidente della Cina e a tutti i nostri amici e partner cinesi per l’incontro molto costruttivo tenutosi oggi e in precedenza, quando abbiamo preparato la visita. Grazie per l’invito a visitare la Repubblica popolare cinese e ad assistere ai prossimi eventi. Sono felice di accettare. Grazie”.
Il Presidente Vladimir Putin quindi ribadiva non solo che Russia e Cina nei loro rapporti economico-finanziari abbandonano l’uso del dollaro USA, ma anche l’”intenzione di prendere in considerazione nuovi strumenti finanziari…” I rapporti commerciali tra Cina e Russia si basano sempre più su meccanismi che vanificano le sanzioni economiche occidentali contro i due Paesi continentali. Inoltre, il Presidente Xi Jinping ha proposto la creazione di una nuova organizzazione asiatica per la cooperazione nella sicurezza, con la partecipazione di Iran e Russia, alla Quarta Conferenza sull’interazione e le misure di rafforzamento della fiducia in Asia (CICA, forum di 24 Paesi volto a rafforzare la cooperazione per la pace, la sicurezza e la stabilità in Asia), a Shanghai, Cina. “Dobbiamo rinnovare la nostra cooperazione per la sicurezza ed istituire una nuova architettura nella cooperazione per la sicurezza regionale“, ha detto Xi al vertice cui partecipavano anche il presidente iraniano Hassan Rouhani e il presidente russo Vladimir Putin. Il presidente cinese ha detto che le nazioni asiatiche dovrebbero rispondere collettivamente a problemi gravi come criminalità transnazionale, sicurezza informatica ed energetica, terrorismo e catastrofi naturali. “Dovremmo avere tolleranza zero per terrorismo, separatismo ed estremismo, dobbiamo rafforzare la cooperazione internazionale e intensificare la lotta contro tali “tre forze”. Il presidente cinese ha anche avvertito gli Stati Uniti contro la loro espansione militare in Asia: “Rinforzare le alleanze militari contro una terza parte non favorisce la sicurezza regionale.”
Inoltre, da oggi le società russe partecipano alle realizzazione del gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India (TAPI). Il vicepremier russo Arkadij Dvorkovich ha dichiarato al Congresso sul gas in Turkmenistan, “Lo sviluppo del ‘vettore orientale’ e la sicurezza e la stabilità energetiche sono le nostre priorità“. Dvorkovich ritiene che la cooperazione con i Paesi della regione Asia-Pacifico sia promettente. La Russia è pronta a fare invitare il Turkmenistan al Gas Exporting Countries Forum (GECF) in Qatar, nel novembre 2014. “La partecipazione del Turkmenistan nel forum degli esportatori gasiferi può avvantaggiare la repubblica dell’Asia centrale“. Afghanistan, Pakistan e India sono acquirenti del gas turkmeno, e la creazione del consorzio TAPI Ltd ne è una logica conseguenza. La richiesta di accelerare la realizzazione del progetto è stata discussa in una riunione tra il presidente turkmeno Gurbanguly Berdymukhamedov e i funzionari indiani. La costruzione dovrebbe essere completata nel 2018, permettendo al Turkmenistan di fornire 33 miliardi di metri cubi di gas all’anno ai suoi tre clienti.
“Presidente Xi Jinping, onorevoli colleghi, amici, Oggi, in un ambiente tradizionalmente accogliente e fattivo, abbiamo adempiuto al vasto programma della cooperazione russo-cinese, ponendoci obiettivi ambiziosi e traguardi a lungo termine. Abbiamo firmato una serie di importanti documenti bilaterali. Le relazioni tra la Russia e la Repubblica popolare cinese si sviluppano con successo e hanno raggiunto un nuovo livello di partenariato globale e cooperazione strategica. Durante i negoziati, abbiamo prestato particolare attenzione alle questioni economiche. La Cina è il principale partner commerciale estero della Russia. L’anno scorso il fatturato commerciale tra i nostri Paesi è stato di quasi 90 miliardi di dollari, e lavoreremo per portarlo a 100 miliardi. Abbiamo tutto quello che serve per raggiungere questo obiettivo. Un Comitato d’investimento russo-cinese è stato istituito per continuare l’espansione degli investimenti reciproci. V’è una serie di importanti iniziative imprenditoriali nel settore energetico. Lavoriamo in tutti i settori, e progrediamo in tutto il mondo. Nel corso della riunione, abbiamo anche considerato i modi per diversificare gli scambi commerciali riducendo la dipendenza dalla situazione economica globale. Promuoveremo la cooperazione in settori ad alta intensità tecnologica come l’aviazione civile. Abbiamo buone prospettive, i progetti per realizzare aeromobili wide-bodies ed elicotteri pesanti civili. Sviluppiamo anche la cooperazione nella produzione delle auto. La cooperazione tra le banche è in crescita e continuerà a sviluppare l’infrastruttura finanziaria. Si lavora per aumentare i versamenti reciproci in valuta nazionale, e abbiamo intenzione di considerare nuovi strumenti finanziari. La cooperazione tecnologica militare, sotto la supervisione dei ministeri della Difesa dei nostri Paesi, è una questione separata. È un fattore importante per la stabilità e la sicurezza regionale e mondiale. Vediamo un grande futuro nell’espansione della cooperazione tra le singole regioni dei nostri Paesi. Numerose regioni russe, comprese le città metropolitane di Mosca e San Pietroburgo, così come la regione del Volga ed altre, collaborano direttamente con partner cinesi. I legami umanitari sono sempre più importanti. A marzo abbiamo lanciato i mutui scambi annuali d’amicizia della gioventù. Abbiamo anche deciso di creare una università russo-cinese basata sull’Università Statale di Mosca e la Beijing University of Technology. Il Signor Presidente ha già detto che la memoria storica del grande eroismo dei nostri popoli nella seconda guerra mondiale, avvicina ancora più Russia e Cina. Abbiamo deciso di tenere celebrazioni congiunte per il 70° anniversario della Vittoria. Nel corso del nostro scambio dettagliato, abbiamo anche seguito le questioni internazionali. Prendo atto che le posizioni di Russia e Cina in gran parte coincidono. Condividiamo le stesse priorità globali e regionali. Abbiamo concordato un più stretto coordinamento delle nostre azioni in politica estera, anche nel quadro delle Nazioni Unite, dell’Organizzazione della cooperazione di Shanghai, dei BRICS, APEC e della Conferenza sull’interazione e le misure di rafforzamento della fiducia in Asia, che inizia la sua riunione stasera. Sono grato al Presidente della Cina e a tutti i nostri amici e partner cinesi per l’incontro molto costruttivo tenutosi oggi e in precedenza, quando abbiamo preparato la visita. Grazie per l’invito a visitare la Repubblica popolare cinese e ad assistere ai prossimi eventi. Sono felice di accettare. Grazie”.
Il Presidente Vladimir Putin quindi ribadiva non solo che Russia e Cina nei loro rapporti economico-finanziari abbandonano l’uso del dollaro USA, ma anche l’”intenzione di prendere in considerazione nuovi strumenti finanziari…” I rapporti commerciali tra Cina e Russia si basano sempre più su meccanismi che vanificano le sanzioni economiche occidentali contro i due Paesi continentali. Inoltre, il Presidente Xi Jinping ha proposto la creazione di una nuova organizzazione asiatica per la cooperazione nella sicurezza, con la partecipazione di Iran e Russia, alla Quarta Conferenza sull’interazione e le misure di rafforzamento della fiducia in Asia (CICA, forum di 24 Paesi volto a rafforzare la cooperazione per la pace, la sicurezza e la stabilità in Asia), a Shanghai, Cina. “Dobbiamo rinnovare la nostra cooperazione per la sicurezza ed istituire una nuova architettura nella cooperazione per la sicurezza regionale“, ha detto Xi al vertice cui partecipavano anche il presidente iraniano Hassan Rouhani e il presidente russo Vladimir Putin. Il presidente cinese ha detto che le nazioni asiatiche dovrebbero rispondere collettivamente a problemi gravi come criminalità transnazionale, sicurezza informatica ed energetica, terrorismo e catastrofi naturali. “Dovremmo avere tolleranza zero per terrorismo, separatismo ed estremismo, dobbiamo rafforzare la cooperazione internazionale e intensificare la lotta contro tali “tre forze”. Il presidente cinese ha anche avvertito gli Stati Uniti contro la loro espansione militare in Asia: “Rinforzare le alleanze militari contro una terza parte non favorisce la sicurezza regionale.”
Inoltre, da oggi le società russe partecipano alle realizzazione del gasdotto Turkmenistan-Afghanistan-Pakistan-India (TAPI). Il vicepremier russo Arkadij Dvorkovich ha dichiarato al Congresso sul gas in Turkmenistan, “Lo sviluppo del ‘vettore orientale’ e la sicurezza e la stabilità energetiche sono le nostre priorità“. Dvorkovich ritiene che la cooperazione con i Paesi della regione Asia-Pacifico sia promettente. La Russia è pronta a fare invitare il Turkmenistan al Gas Exporting Countries Forum (GECF) in Qatar, nel novembre 2014. “La partecipazione del Turkmenistan nel forum degli esportatori gasiferi può avvantaggiare la repubblica dell’Asia centrale“. Afghanistan, Pakistan e India sono acquirenti del gas turkmeno, e la creazione del consorzio TAPI Ltd ne è una logica conseguenza. La richiesta di accelerare la realizzazione del progetto è stata discussa in una riunione tra il presidente turkmeno Gurbanguly Berdymukhamedov e i funzionari indiani. La costruzione dovrebbe essere completata nel 2018, permettendo al Turkmenistan di fornire 33 miliardi di metri cubi di gas all’anno ai suoi tre clienti.
In
definitiva, Obama ha contribuito a concretizzare l’incubo di sir
Halford Mackinder, ovvero la coesione politica di un’Eurasia che riesce a
sottrarsi alle manipolazioni geostrategiche e geopolitiche atlantiste
sviluppando ampie infrastrutture per i trasporti e le comunicazioni
terrestri attraverso l’Heartland.
Reti ferroviarie, viarie, gasdotti,
oleodotti e addirittura canali, sviluppati dagli anni ’30 in poi,
permettono oggi all’Eurasia di non essere minacciata alle linee di
approvvigionamento del suo sviluppo economico-sociale, sottraendosi a
quel predominio talassocratico che è alla base delle passate fortune
dell’impero inglese e di quello statunitense.
E in futuro, più si
approfondirà l’integrazione eurasiatica, più diminuirà l’influenza
monopolare di Washington e meno instabili risulteranno varie realtà
geopolitiche regionali e mondiali.
Global Research
Global Research
PressTV
RBTH
The BRICS Post
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