sabato 10 maggio 2014

Ucraina, combattere gli squadroni della morte del FMI

 


Ucraina, combattere gli squadroni della morte del FMI

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Alessandro Lattanzio, 7/5/2014

Il 6 maggio, il capo golpista Turchinov ha firmato il decreto per mobilitare tutte le forze militari dell’Ucraina e lanciare la campagna militare nel sud-est dell’Ucraina, annunciando anche la creazione di “unità speciali militari regionali”. In tutto vengono mobilitati circa 30000 soldati. Il decreto sottolinea che tutte le persone in servizio militare, compresi i riservisti, saranno chiamate da tutta l’Ucraina.
La mobilitazione riguarda tutti gli uomini di 18-25 anni che non sono stati esentati dal servizio militare così come tutti i riservisti. La grande parte dei circa 30000 soldati già schierati nel sud-est dell’Ucraina non sono regolari, appartenendo alla Guardia Nazionale istituita a febbraio, dopo il colpo di Stato. Circa 16000 sono per lo più militanti neonazisti di Pravý Sektor, Svoboda, UNA-UNSO e altre formazioni neonaziste.
L’Arabia Saudita intanto invia numerosi combattenti taqfiristi dalla Siria all’Ucraina per combattere contro i manifestanti anti-golpisti, “Un gran numero di terroristi taqfiristi sauditi e ceceni, che ricevono sostegno finanziario e militare dall’agenzia d’intelligence saudita, sono stati trasferiti nella capitale ucraina, Kiev, su diversi aerei per aiutare l’esercito ucraino nella lotta contro la popolazione filo-russa.
Le forze sono state immediatamente spedite verso Kramatorsk in Ucraina orientale, e ora combattono a fianco delle forze armate ucraine contro i pro-russi”. Infine, secondo il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung gli osservatori tedeschi dell’OSCE catturati dalle milizie dell’autodifesa, sono membri del servizio segreto tedesco BND.
Dieci persone furono uccise il 3 maggio, e più di 40 ferite, in un bagno di sangue provocato dai neonazisti di Fazione Destra nel villaggio di Andreevka, alla periferia di Slavjansk. I nazisti aprirono il fuoco contro persone disarmate nel centro del paese. “Le persone hanno bloccato la colonna di Fazione Destra cercando di parlare con i militanti. In risposta, gli hanno sparato“. Altre due persone sono state “uccise dai cecchini” neonazisti per le strade di Kramatorsk. 
Una battaglia tra truppe golpiste e milizie federali si svolgeva attorno alla torre della televisione, alla periferia di Konstantinovka. Il 4 maggio, le forze di autodifesa ripresero il pieno controllo di Konstantinovka, Slavjansk, Andreevka e Kramatorsk, mentre i golpisti abbandonavano anche l’aerodromo di Kramatorsk. Il 6 maggio, le forze di autodifesa di Marjupol affrontavano le forze ucraine che assaltavano la città: “Proprio ora abbiamo segnalazioni di un massiccio attacco sui nostri posti di blocco nella parte occidentale della città.
A quanto pare, l’assalto è iniziato“, affermava il comandante delle forze di autodifesa Mikhail Krutko. 300 civili si opponevano agli aggressori innalzando barricate per ostacolare il passaggio dei veicoli corazzati. Una battaglia si svolgeva a Semenovkoj, a un chilometro da Slavjansk, il 5 maggio, dove furono usati 4 veicoli BMD e APC da parte golpista; due civili rimasero uccisi e altri 20 feriti. Ma la milizia catturava due terroristi di Fazione Destra che cercavano di entrare a Slavjansk a bordo di un’ambulanza. Altri 4 militari golpisti furono eliminati e 30 feriti.
Decine di feriti e una dozzina di morti si erano avuti negli scontri tra le forze golpiste e l’autodifesa nell’offensiva contro la città di Slavjansk del 5 maggio, quando le forze locali hanno impedito l’avanzata di colonne corazzate e di fanteria. Almeno dieci civili sono stati uccisi durante gli scontri, “Abbiamo sofferto perdite, circa 10 civili, e 20-25 feriti. Non conosco le perdite dei nostri avversari; chiaramente minori delle nostre, avendo dei blindati. La maggior parte delle nostre perdite sono causate da agenti travestiti da civili. Siamo caduti in una loro imboscata nei pressi di un distributore di benzina”.
Un elicottero dei golpisti Mi-24 è stato abbattuto presso Slavjansk alle 14:30. Alle 18 i golpisti attaccavano con l’artiglieria. Un APC ucraino veniva distrutto con un lanciagranate, Semjonovka veniva liberata ma il quartiere di Natsgvardij, dove si ebbero oltre quindici tra morti e feriti, veniva circondato dai blindati dei golpisti. Alle 17.00 è stato abbattuto un altro elicottero Mi-24 dei golpisti. A Kramatorsk si concentrano crimeani, cosacchi e ceceni in vista del contrattacco dei federalisti.

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Intanto il 7 maggio si svolgeva lo scambio di ostaggi e prigionieri di guerra tra il servizio di sicurezza dell’Ucraina e le milizie del Donbass. Kiev ha liberato Pavel Gubarev e due altri sostenitori della federalizzazione. La milizia del popolo del Donbass ha rilasciato tre prigionieri di guerra, ufficiali dell’SBU che avevano cercato di effettuare un rapimento sul territorio della Repubblica popolare di Donetsk.
Ciò avveniva all’indomani del tentativo di rapire un altro dei leader della Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pushilin, al posto di confine con la Russia di Uspenka, da parte di guardie di frontiera ucraine. L’auto su cui Pushilin veniva condotto a Kiev è stata fermata dalla milizia popolare e le guardie di frontiera e gli agenti della SBU che l’accompagnavano disarmati.
Più di 100 persone avevano assediato l’edificio di Odessa del ministero degli Interni ucraino per far liberare i 160 sostenitori della federalizzazione arrestati il 2 maggio con l’accusa di “disordini di massa” e “minacce e violenze contro la legge”, durante la strage nazi-atlantista organizzata da Gladio nel palazzo dei sindacati, mentre il ministero degli Interni dell’Ucraina inviava in città anche il battaglione per le operazioni speciali ‘Kiev-1′, di nuova formazione e costituito da neonazisti.
Il primo ministro golpista Arsenij Jatsenjuk accusava della strage le unità del ministero degli Interni, per l’incapacità di impedirla, mentre il consigliere regionale di Odessa Vadim Savenko ha dichiarato che negli scontri a Odessa erano state uccise 116 persone, “le autorità ucraine hanno ricevuto l’ordine di occultare la portata della tragedia, per nascondere all’opinione pubblica di aver organizzato un’operazione punitiva nei confronti dei residenti di Odessa filo-russi“. Ramzan Kadyrov, il leader della repubblica russa di Cecenia, ha definito l’atteggiamento del ministero dell’Interno ucraino “Cinismo all’avanguardia e impudenza oltraggiosa. Vi sono fonti multimediali che mostrano alcune persone, che dubito siano donne, gettare molotov.
Dopo di che, i giovani radicali lanciarono le molotov  sull’edificio, incendiando il piano terra, con le persone che cercavano di salvarsi saltando dalle finestre. Tuttavia, ci hanno detto che l’incendio era scoppiato ai piani superiori. Nemmeno i fascisti agivano in questo modo. In primo luogo, per bruciare vive queste persone hanno bloccato tutte le entrate, incendiandole, e poi hanno detto al mondo intero che erano le persone all’interno dell’edificio che lanciavano queste molotov“. Il leader ceceno è stato colpito dal video che mostrava i neonazisti entrare nel palazzo dei sindacati per ispezionare e burlarsi dei cadaveri.
Questo è il luogo della tragedia, il luogo del dolore. Questa è la scena del crimine soprattutto. Dove erano poliziotti che dovevano condurre indagini e delimitare l’edificio? La conclusione ovvia è che non ci sono poliziotti. Ci sono solo estremisti che uccidono e raccontano al mondo bugie oltraggiose“. La maggior parte delle vittime del pogrom di Odessa apparteneva al Partito Comunista e all’organizzazione di sinistra ‘Borotba‘.
Infine, il 6 maggio, il Partito Comunista di Ucraina è stato espulso dal parlamento, avendo denunciato l’aggressione delle forze dell’ordine contro i russofoni e le stragi commesse dalla giunta golpista. Il Partito delle Regioni ha appoggiato le accuse dei comunisti. Tutto ciò mentre Kiev chiudeva i posti di blocco al confine con la Crimea. Il 4 maggio 2014 il Partito Comunista Pan-Sovietico emetteva il seguente comunicato:
Ai cittadini dell’Ucraina!
Dopo l colpo di Stato in Ucraina con cui è andata al potere la giunta di nazionalisti, i servi dell’occidente e i banderisti nazisti hanno scatenato la guerra civile contro il proprio popolo.
In questa atmosfera inquietante, critica, condividiamo il dolore di tutto il popolo ucraino per la tragica perdite di vite di coloro che difendono l’autorità legittima. A fronte della vittoria del nazionalismo e del fascismo in Ucraina, per unire tutte le forze, il partito comunista ritiene necessario: 1. creare la Repubblica federativa sovietica del popolo ucraino (UNSFR) nelle regioni sud-orientali dell’Ucraina, tramite un Congresso dei rappresentanti delle regioni ucraine di Donetsk e Lugansk. 2. proporre un progetto di costituzione al Congresso dei rappresentanti dell’UNSFR. 3. un Congresso per eleggere il Consiglio Supremo dell’UNSFR, il Presidente del Consiglio supremo, e nominare il Presidente del governo (Consiglio dei ministri) dell’UNSFR e approvarne i ministri. 4. un Congresso per formare un Consiglio della Difesa e nominare il procuratore generale dell’UNSFR. 5. per proteggere la popolazione della Repubblica e il suo governo, l’UNSFR deve annunciare la formazione di un Comando del corpo dei volontari internazionali. 6. trascinare in giudizio i capi della giunta e i colpevoli dell’omicidio di civili presso il tribunale militare. Primo segretario del Comitato centrale del Partito Comunista Pan-Sovietico Presidente del Consiglio  dell’Unione dei comunisti S. Stepanov.”

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Nel frattempo la NATO ha avviato un’esercitazione di 6000 uomini in Estonia, ‘Tempesta di primavera’, cui partecipano il reggimento di fanteria inglese Lancaster, soldati lituani, lettoni e del 173° Airborne Brigade Combat Team, tre aerei d’attacco Sukhoj Su-22 e una divisione di sistemi di difesa antiaerea SA-8 polcacchi, e infine effettivi della difesa antiaerea belga. Gli Stati Uniti  collaborano con la NATO anche per aiutare la giunta in Ucraina a gestire la sua guerra di propaganda.
Stiamo avviando alcuni progetti, assieme ad altri, sapendo che il fattore tempo è essenziale“, ha detto Janis Sarts segretario alla Difesa della Lettonia. Alla domanda se il piano prevede l’invio di truppe e istruttori in Ucraina, Sarts ha detto: “Sì. Penso che sarebbe di aiuto”. “La NATO pensa attivamente come rafforzare ulteriormente la nostra lunga cooperazione con l’Ucraina, anche nel settore della diplomazia pubblica”, ha detto un funzionario della NATO. “Gli alleati forniscono assistenza all’Ucraina su base bilaterale“.
L’uso della NATO della frase “diplomazia pubblica” è significativo. Il termine fu coniato durante la Guerra Fredda, quando gli Stati Uniti erano impegnati nella propaganda concertata per influenzare l’opinione pubblica contro l’Unione Sovietica. La diplomazia pubblica è definita “propaganda bianca”, mentre le operazioni psicologiche sono la propaganda nera. L’ex-ambasciatore degli Stati Uniti a Mosca e attuale vicesegretario generale della NATO, Alexander Vershbow, l’ha confermato senza fornire dettagli.
Ha detto: “Sinceramente non so” se truppe occidentali siano coinvolte nelle PSYOPS in Ucraina, “ma nulla le impedirebbe, potrebbero anche essere svolte nel Paese partecipante, come la Lettonia o qualsiasi altro Paese che possa farlo“, aggiungendo che nulla impedisce agli Stati Uniti di fornire all’Ucraina anche assistenza militare. Paul D. Shinkman scrive sull’US News & World Report, rivista di proprietà del CFR, che bisogna inviare un messaggio ai cittadini della Russia secondo cui non è vero che in Ucraina “i fascisti hanno preso il potere a Kiev”, ma che si tratta solo delle menzogne di Putin.
Dopo il massacro di Odessa, appare ardua tale argomentazione speciosa dei nazi-atlantisti ripuliti del CFR e dei loro tirapiedi mediatici. Nonostante gli sforzi coordinati dai media dell’establishment degli Stati Uniti per minimizzare il carattere fascista del regime, le reti russe e di altrove l’hanno dimostrato impedendo ai media degli Stati Uniti di dominare lo spettro massmediatico.
Il ministro degli Esteri Lavrov ha dichiarato a Vienna, il 6 maggio, “Tutti i membri del Consiglio d’Europa devono fermare decisamente le attività degli ultra-nazionalisti, e coloro che indulgono nell’ideologia e pratica del fascismo non possono essere giustificati, anche se sono politici che godono della protezione delle democrazie occidentali illuminate. La Russia e molti altri Paesi da tempo lanciano l’allarme sui tentativi di far rivivere la ‘peste bruna’. Ogni anno in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, un grande gruppo di Paesi propone una risoluzione che esorti ad impedire l’eroizzazione dei nazisti e dei loro complici.
La maggior parte dei nostri partner occidentali s’è sempre rifiutata di sostenere questa risoluzione, giustificandosi con la necessità di rispettare la libertà di parola. Usano lo stesso pretesto per bloccare risoluzioni analoghe presso l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE). Ora, dopo la tragedia di Odessa, dopo la profanazione di cimiteri ebraici dei mafiosi fascisti, non è più possibile nascondersi dietro la protezione della libertà di parola. Tutti i membri del Consiglio europeo devono prendere misure decisive per fermare gli ultra-nazionalisti. Non si può giustificare tale condono dell’ideologia e della pratica del fascismo.
Non ci può essere alcuna giustificazione, anche se sono politici che godono del patrocinio delle illuminate democrazie occidentali. E’ giunto il momento di abbandonare i doppi standard. Basta ricordare che negli scontri di febbraio a Majdan, i ministri della Difesa della NATO e il segretario generale dell’alleanza dicevano che le forze armate ucraine non dovevano interferire nel processo politico, insistendo sulla neutralità dell’esercito. Ora, Bruxelles e Washington dicono che la cosiddetta ‘operazione antiterrorismo’ contro il Sud-Est ucraino del regime di Kiev è legittima, dato che lo Stato gode del monopolio dell’uso dell’esercito.
Ma il fatto che a tale esercito è stato ordinato di combattere fianco a fianco con i neo-nazisti contro il proprio popolo, va oltre i commenti dei rappresentanti di Stati Uniti ed Unione europea. Sulla de-escalation, ho già detto che il primo e ovvio passo deve essere abbandonare l’uso di esercito e guardia nazionale per reprimere le proteste. In una situazione in cui all’esercito è stato ordinato di condurre una guerra contro il popolo penso che la cancellazione di tale ordine sia il passo ovvio per avviare la de-escalation“.
A sua volta, il globalista confidente di Rockefeller Zbigniew Brzezinski ha chiesto un coinvolgimento più ampio degli statunitensi in Ucraina. “E’ da più di un mese che i russi si sono annessi la Crimea, e gli ultimi eventi hanno solo esacerbato la crisi, con i ribelli filo-russi che hanno abbattuto due elicotteri ucraini nella separatista Slavjansk. Eppure il presidente non ha ancora fatto una dichiarazione completa su ciò che è veramente in gioco“, scrive il co-fondatore della Commissione Trilaterale. 
Brzezinski dice “abbiamo l’obbligo di aiutare l’Ucraina nella sfida più importante per il sistema internazionale dalla fine della Guerra Fredda” e che Obama deve affrontare “il popolo americano su questo tema… ha bisogno del sostegno del popolo americano. Così deve convincerlo che è importante e che la sua posizione merita comprensione e sostegno nazionale“; farnetica questo vecchio padrino di al-Qaida, oramai in preda alla disperazione per l’ennesima sconfitta della ‘democrazia imperiale’ statunitense.

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