1) Ucraina/fucilati perché non hanno voluto sparare
Battaglione dell'esercito decimato per
ordine dei paramilitari nazisti e del ministro della Difesa (nazista).
«Non spariamo sui nostri fratelli», avevano detto i soldati. [Franco
Fracassi]
Paramilitari nazisti inquadrati nella Guardia nazionale dal ministro neonazista della Difesa.
di Franco Fracassi
Dieci soldati dell'esercito ucraino sono stati fucilati perché si erano
rifiutati di attaccare le barricate erette fuori Kramatorsk dalle
milizie russofone.
«Non spariamo ai nostri fratelli ucraini. Noi siamo
contro questa guerra civile», aveva dichiarato unanimemente il
battaglione di riservisti che assedia da settimane la cittadina.
Un
episodio di obiezione di coscienza come tanti in una situazione
drammatica come quella che sta attraversando l'Ucraina, se non fosse
stato per le milizie paramilitari naziste, da pochi giorni inquadrate
nelle fila della Guardia nazionale.
«Se vi rifiutate ancora di eseguire
gli ordini di sparare verrete passati per le armi». «Noi non spariamo». A
questo punto il comandante del contingente nazista ha telefonato al
fondatore di Svoboda Andriy Parubiy, che ha ordinato la decimazione del
battaglione.
Un soldato ogni dieci sarebbe stato passato per le armi,
fucilato. Tre ufficiali e sette soldati semplici, tutti riservisti,
ovvero richiamati alle armi in queste ultime settimane contro la loro
volontà.
La vicenda è stata raccontata all'agenzia di stampa Ria Novosti da una quindicina di soldati che hanno disertato con successo e sono passati tra le fila dei separatisti.
La corte marziale sta indagando sull'accaduto.
I miliziani nazisti spesso indossano divise nere senza mostrine.
Cento militari regolari e settanta miliziani nazisti di Pravy Sektor.
I
primi sotto il comando dei secondi. Anche questa è la guerra civile
ucraina.
«Indossano divise nere, senza alcuna mostrina e prendono ordini
solo da Kiev», hanno raccontato i testimoni.
«Sono loro che comandano. E
lo fanno senza pietà. I soldati sono tutti loro ostaggi».
I paramilitari di Maidan sono stari integrati nei battaglioni della Guardia nazionale dal neo ministro della Difesa Andriy Parubiy, dichiaratamente ammiratore del capo della propaganda di Hitler Joseph Goebbels.
I paramilitari di Maidan sono stari integrati nei battaglioni della Guardia nazionale dal neo ministro della Difesa Andriy Parubiy, dichiaratamente ammiratore del capo della propaganda di Hitler Joseph Goebbels.
Miliziani indossano i fazzoletti rosso-neri di Pravy Sektor.
Il giorno dopo l'eccidio dei soldati è iniziata l'offensiva contro Kramatorsk e la più grande Slavyansk. Nella battaglia, secondo fonti locali, sarebbero già morti diciassette miliziani difensori delle città e un numero imprecisato di attaccanti.
Secondo il ministero della Difesa
ucraino, invece, il numero delle vittime tra i russofoni non si conosce,
mentre le forze armate avrebbero perso quattro soldati.
Una delle barricate erette a difesa di Kramatorsk.
Miliziani nazisti tra la popolazione civile. Sempre più frequenti le
testimonianze che raccontano di minacce e violenze ad opera dei
paramilitari nell'Ucraina orientale.
2) Ucraina: una insurrezione popolare nell’est sconvolge i piani della CIA
Per la sorpresa del gran pubblico, i grandi media
internazionali di comunicazione hanno finalmente ammesso che una
maggioranza popolare schiacciante del sud est dell’Ucraina ha votato più
in avanti delle improvvisazioni imposte per la situazione politica e
militare, a favore dell’autodeterminazione della regione e nel rifiuto
del governo golpista installato nella capitale Kiev, alla fine dello
scorso Febbraio, per opera dell’Unione Europea e dagli Stati Uniti.
Si tratta di un colpo forte alle pretese di convertire l’Ucraina in
un protettorato economico e politico del blocco occidentale. Quando
manca poco più di una settimana per realizzare le elezioni del
Parlamento europeo, questo rifiuto popolare incarna una crescente
resistenza alla continuità della UE tra i lavoratori degli Stati
Membri.
La realizzazione di questi referendum costituisce una espressione del
fiasco nel tentativo di sottomettere l’est del paese con mezzi militari
che, comunque hanno portato ad eseguire diversi massacri. In specie
nella grande città di Odessa ma anche in altre città. La fallita
offensiva militare aveva contato con il programma della Agenzia di
Sicurezza e della CIA degli Stati Uniit, che avevano reclutato gruppi di
lavoro tra i partiti neonazisti dell’Ucraina.
L’appoggio popolare al referendum autonomista nell’est non significa tuttavia che siamo in presenza di un movimento rivoluzionario, come prova la mancanzadi una messa in discussione degli oligarchi che controllano l’economia locale. Alcuni di essi hanno anche formato milizie per mantenere l’ordine pubblico.
Benchè nei giorni precedenti il
governo russo avesse chiesto in forma pubblica il differimento del
referendum, il governo della Russia mantiene un controllo sulla
direzione di questa insurrezione popolare.
Per Putin questa è una carta da negoziare con le potenze
imperialiste, in primo luogo con la Germania. La Russia non ha in
agenda alcun appoggio alla secessione del sud est dell’U’raina: al
contrario appoggia la creazione di uno stato federale e la garanzia che
l’Ucraina non sia incorporata nella NATO, come è avvenuto con gli stati
del Baltico.
A questo fine la Russia reclama lo spostamento delle
elezioni nazionali previste per il prossimo 25 Maggio e la costituzione
di un tavolo quadripartito tra la Ue, la Russia,il governo ufficiale ed i
rappresentanti dell’est. Lo scorso martedì la richiesta è stata ammessa
dai rappresentanti della Commissione Europea ma rifiutata dal governo
dell’Ucraina.
Risulta molto chiaro, dall’inizio della crisi, che il governo
ufficiale risponde alla politica nordamericana, la quale cozza con la
volontà dei componenti della UE.
La divisione attraversa il partito di
governo, tra la conosciuta Yulia Timoshenko, partigiana di un
compromesso con l’est e la Russia, e il primo ministro, convertito in un
agente degli Stati Uniti. Il figlio del vicepresidente degli Stati
Uniti, Hunter Biden, è stato appena designato come direttore di una
società privata di gas che opera in Ucraina.
Lo scenario dell’Ucraina mostra uno scontro di fondo tra gli interessi dell’imperialismo americano e quelli dell’Europa,
le cui conseguenze le paga il popolo ucraino.
L’ex primo ministro della
Germania, Gerard Schroeder, che presiede il consorzio dell’impresa che
trasporta il gas attraverso il mar Baltico, si è appena pronunciato a
favore di un rapido compromesso con Putin; lo stesso ha impostato una
recente assemblea della Unione degli Industriali di Germania. Un accordo
che dia il via libera ad una negoziazione a quattro, potrebbe far
scattare una crisi internazionale tra gli USA e la UE, molto di più se
si arriva ad uno .
Lo scoraggiamento ad una secessione da parte della Russia e soprattutto la pressione che esercita per ottenere un compromesso attraverso la Germania, riflette la crisi di potere che gli avvenimenti dell’Ucraina iniziano a prospettarsi in Russia. Una ribellione popolare nell’est Ucraina potrebbe uscire fuori controllo ed assumete caratteristiche più ampie, con una proiezione verso i lavoratori in Russia.
Lo scoraggiamento ad una secessione da parte della Russia e soprattutto la pressione che esercita per ottenere un compromesso attraverso la Germania, riflette la crisi di potere che gli avvenimenti dell’Ucraina iniziano a prospettarsi in Russia. Una ribellione popolare nell’est Ucraina potrebbe uscire fuori controllo ed assumete caratteristiche più ampie, con una proiezione verso i lavoratori in Russia.
Un’altra manifestazione di tensione fuori controllo è la fuga dei
capitali, che la Banca di Russia contabilizza in 55.000 milioni di
dollari, ma che gli osservatori stranieri stimano in 150.000 milioni di
dollari- una quarta parte del totale delle riserve internazionali della
Russia- nell’arco di quattro mesi.
Questa si ritiene una forma di pressione che esercita l’oligarchia capitalista stanziata in Russia, collegata in mille modi al grande capitale internazionale, perché Putin si tenga lontano dalla ribellione popolare e affretti un compromesso con la UE.
Questa si ritiene una forma di pressione che esercita l’oligarchia capitalista stanziata in Russia, collegata in mille modi al grande capitale internazionale, perché Putin si tenga lontano dalla ribellione popolare e affretti un compromesso con la UE.
Questa fuga di capitali spiega la domanda che ha alimentato il
debito pubblico in Europa e la salita dell’euro, che aggrava la
depressione economica nella UE. Le autorità monetarie russe stanno
compensando questa fuga con operazioni di scambio di valute con banche
europee; mentre si scontrano su piano diplomatico, i capitalisti
dell’uno e dell’altro lato stringono le loro relazioni finanziarie.
L’oligarchia russa si trova divisa in quanto ad assimilazione dell’Ucraina da parte della UE, dovuto ad un suo proprio interesse ad un maggior accesso al mercato mondiale ed ad una nuova unione economica futura che includa la stessa Russia.
L’operazione di “regolamento” del FMI per far risollevare l’economia fallita dell’Ucraina si trova già in marcia. In cambio del sistema di finanziamenti per 15.000 milioni di dollari, molto chiaramente è iniziata la privatizzazione dei servizi pubblici. L’esplosione sociale che minaccia di provocare questo piano finanziario tiene sulle spine tutti i protagonisti internazionali.
L’oligarchia russa si trova divisa in quanto ad assimilazione dell’Ucraina da parte della UE, dovuto ad un suo proprio interesse ad un maggior accesso al mercato mondiale ed ad una nuova unione economica futura che includa la stessa Russia.
L’operazione di “regolamento” del FMI per far risollevare l’economia fallita dell’Ucraina si trova già in marcia. In cambio del sistema di finanziamenti per 15.000 milioni di dollari, molto chiaramente è iniziata la privatizzazione dei servizi pubblici. L’esplosione sociale che minaccia di provocare questo piano finanziario tiene sulle spine tutti i protagonisti internazionali.
L’indipendenza dell’Ucraina è, prima di tutto, il rifiuto al
regolamento che vogliono decidere la UE ed i FMI e che conta con
l’appoggio dell’oligarchia russa. La rivendicazione dell’unità
dell’Ucraina significa una convocazione agli sfruttati di tutto il paese
per lottare contro questo regolamento e per questa via sconfiggere il
tentativo di protettorato che vuole stabilire la UE.
Le forze sovraniste
dell’Europa dovrebbero trasformare al rifiuto del regolamento e la
rottura con la UE in una protesta internazionale contro la propria
oligarchia finanziaria dominante.
A partire da questa caratterizzazione generale, la nostra posizione in Ucraina consiste nell’appoggio alla ribellione popolare delle popolazione dell’est con un programma di confisca dei beni degli oligarchi dell’Ucraina ovvero con un governo popolare di una Ucraina unita ed indipendente dalla UE e dagli USA.
A partire da questa caratterizzazione generale, la nostra posizione in Ucraina consiste nell’appoggio alla ribellione popolare delle popolazione dell’est con un programma di confisca dei beni degli oligarchi dell’Ucraina ovvero con un governo popolare di una Ucraina unita ed indipendente dalla UE e dagli USA.
Fonte: Contrainjerencia
Traduzione di Luciano Lago
Nessun commento:
Posta un commento