CHI è ENRICO SASSON, padrino di "Casaleggio Associati" e “Movimento
5 Stelle”??? ~ Appunti di Storia: la famiglia Sassoons, alias Shoshans
Enrico Sassoon, padrino di “Casaleggio Associati” e “Movimento 5 Stelle”???
Enrico Sassoon.
Tre lauree, la prima in economia alla Bocconi nel 1973, Sassoon proviene da una famiglia di origini ebraiche aschenazite, imparentati con i Rothschild.
Nel 1974, le altre due sono state
conseguite in Scienze Politiche e Storia, Enrico Sassoon mette piede
nell’Ufficio Studi della Pirelli, “allora considerato un think tank tra i
migliori d’Italia in campo economico”. Una carriera fondata all’insegna
dei think tank, dove le lobby economiche incontrano il potere politico
per decidere le sorti future di uno stato (o di un insieme di stati).
E deve averne fatta di strada il nostro Sassoon se è vero com’è vero che nel tempo è diventato Board Member e Presidente del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy, la camera di commercio americana in Italia, “un ponte qualificato tra Italia e Stati Uniti con un network di cinquecento soci che include il cuore del mondo produttivo italiano, un gruppo di aziende ad alto tasso di internazionalizzazione capace di rappresentare il 2% del PIL nazionale.”
E deve averne fatta di strada il nostro Sassoon se è vero com’è vero che nel tempo è diventato Board Member e Presidente del Comitato Affari Economici dell’American Chamber of Commerce in Italy, la camera di commercio americana in Italia, “un ponte qualificato tra Italia e Stati Uniti con un network di cinquecento soci che include il cuore del mondo produttivo italiano, un gruppo di aziende ad alto tasso di internazionalizzazione capace di rappresentare il 2% del PIL nazionale.”
Praticamente una super lobby di
multinazionali, banche e grandi gruppi che unisce le forze per
proteggere in maniera più efficace i propri interessi e che promuove lo
sviluppo dei rapporti commerciali tra Italia e USA.
Per rendere bene l’idea di quanto esteso
sia questo cartello basta leggere i nomi di alcuni dei gruppi presenti
in Amcham: Standard & Poor’s, Philip Morris, IBM, Microsoft, ENI,
Enel, Intesa San Paolo, Sisal, Rcs Editori, Esso, Bank of America, Coca
Cola, Fiat, Fincantieri, Finmeccanica, Italcementi, Jp Morgan, Pfizer,
Rai, Sky, Unicredit…
Tutti i migliori/peggiori gruppi che hanno generato la crisi economica in cui versiamo.
Enrico Sassoon, primo e più importante socio della Casaleggio, siede fianco a fianco con certi personaggi. Che poi sono gli stessi componenti dell’Aspen Institute Italia, think tank tecnocratico, diretta emanazione del gruppo Bilderberg. Quando il Sistema si organizza è capace di tutto: persino di creare un Comitato Esecutivo Aspen formato – oltre che da Enrico Sassoon della Casaleggio – anche da Mario Monti, John Elkann, Romano Prodi, Giulio Tremonti, tutti componenti italiani del Bilderberg.
Ora: come diavolo è possibile che la
Casaleggio, a detta di molti spin doctor e influencer di Grillo e del
Movimento 5 Stelle, abbia il suo membro più importante all’interno di un
Istituto popolato da quelli che dovrebbero in realtà essere i nemici
dichiarati proprio di Grillo? Qual è la ragione per cui questo accade?
Le stranezze, purtroppo, non finiscono
qui: a parte il fatto che il dominio beppegrillo.it risulta intestato ad
un certo Emanuele Bottaro di Modena, e potrebbe trattarsi di un normale
prestanome (ma la trasparenza?), a destare sospetti è la domiciliazione
del gestore tecnico del dominio, Via Jervis 77 a Ivrea. Lo stesso
indirizzo della sede legale Olivetti, gruppo Telecom Italia.
Cosa c’è di così strano? C’è che
Gianroberto Casaleggio, il secondo socio per importanza della
Casaleggio, fa partire la sua avventura professionale proprio nella
Olivetti, guidata all’epoca da Roberto Colaninno, attuale presidente di
Alitalia e padre di Matteo, deputato Pd. Poi Gianroberto inizia la
scalata sociale e diventa amministratore delegato di Webegg, joint
venture tra Olivetti e Finsiel.
A fine giugno 2002 Olivetti cede la propria quota del 50% in Webegg S.p.A. a I.T. Telecom S.p.A., che nel frattempo partorisce Netikos Spa, dove il più famoso dei Casaleggio partecipa al Cda con Michele Colaninno (secondogenito di Roberto e presente nel Cda Piaggio). Questo fino al 2004, quando decide di fondare la Casaleggio Associati, attuale editore di Beppe Grillo, con altri dirigenti Webegg. Tra cui proprio Enrico Sassoon.
A fine giugno 2002 Olivetti cede la propria quota del 50% in Webegg S.p.A. a I.T. Telecom S.p.A., che nel frattempo partorisce Netikos Spa, dove il più famoso dei Casaleggio partecipa al Cda con Michele Colaninno (secondogenito di Roberto e presente nel Cda Piaggio). Questo fino al 2004, quando decide di fondare la Casaleggio Associati, attuale editore di Beppe Grillo, con altri dirigenti Webegg. Tra cui proprio Enrico Sassoon.
La Casaleggio parte forte e chiude due
contratti importanti, prima con Grillo poi con l’Italia dei Valori,
quest’ultimo finito a male parole quando Di Pietro e De Magistris
capiscono chi si sono messi in casa. Grillo, invece, decide di
continuare il suo percorso di crescita con gli strateghi legati ai più
noti gruppi di potere italiani e non.
A questo punto le domande che sorgono
sono tante: può Grillo non sapere che Sassoon siede, fianco a fianco,
con Monti, Tremonti e gli altri? Può Grillo non sapere che la gestione
tecnica del suo dominio è domiciliata nella sede di un’azienda legata al
Gruppo Telecom, contro cui lui si è scagliato più e più volte?
APPUNTI DI STORIA: LA FAMIGLIA SASSOON, alias SHOSHANS
Famiglia ebraica tra le più ricche ed
antiche del mondo, probabilmente di origine mesopotamica. I Sassoon
infatti deriverebbero dai Shoshans, uno dei cui esponenti più importanti
fu il Principe (“Nasi”) spagnolo Ibn Shoshans (Yazid ibn Omar ha-Nasi).
Nel Cinquecento, per sfuggire alle persecuzioni spagnole, i Sassoon si rifugiarono a Baghdad. Alla fine della Prima Guerra Mondiale furono tra i protagonisti della formazione dell’Irak, il cui primo Ministro delle Finanze fu proprio Eskell Sassoon, che diresse questo ministero per ben sette governi consecutivi.
In questo ruolo Sir Eskell firmò l’accordo con British Petroleum, pretendendo che i proventi iracheni per l’estrazione del petrolio fossero corrisposti in oro e non in sterline. L’idea si sarebbe rivelata geniale, poiché nonostante l’abbandono del Gold Exchange Standard degli anni Trenta, con conseguente flessione della sterlina, l’Iraq non avrebbe risentito della crisi internazionale.
Nel Cinquecento, per sfuggire alle persecuzioni spagnole, i Sassoon si rifugiarono a Baghdad. Alla fine della Prima Guerra Mondiale furono tra i protagonisti della formazione dell’Irak, il cui primo Ministro delle Finanze fu proprio Eskell Sassoon, che diresse questo ministero per ben sette governi consecutivi.
In questo ruolo Sir Eskell firmò l’accordo con British Petroleum, pretendendo che i proventi iracheni per l’estrazione del petrolio fossero corrisposti in oro e non in sterline. L’idea si sarebbe rivelata geniale, poiché nonostante l’abbandono del Gold Exchange Standard degli anni Trenta, con conseguente flessione della sterlina, l’Iraq non avrebbe risentito della crisi internazionale.
Nella prima metà dell’Ottocento il nonno
di Sir Eskell, David Sassoon, fondò una grande banca a Bombay, la David
Sassoon & Co, diventando una delle personalità più influenti
dell’India. Il fratello di David, Albert Abdallah David Sassoon, per i
giganteschi guadagni procurati alla Corona inglese, nel 1890 fu
addirittura nominato Barone dalla Regina Vittoria.
David, tramite la sua banca ed i virtù del prestigio della sua famiglia, ottenne dalla Banca d’Inghilterra (controllata dai Rothschild),
il monopolio in India per lo sfruttamento del cotone, della seta e
dell’OPPIO. Soltanto in un anno, tra il 1830 ed il 1831, David vendette
18.956 casse di oppio. I suoi otto figli, inviati in tutti i posti
chiave del commercio in Oriente con la solita tattica Rothschild,
riuscirono ad estendere il loro monopolio dell’Oppio in Cina ed in
Giappone.
In quei Paesi i Sassoon hanno naturalmente aperto importanti filiali della loro banca, a cui hanno aggiunto, società finanziarie, gigantesche aziende tessili ed agricole ed imponenti società di assicurazioni come la Oriental Life Insurance.
In quei Paesi i Sassoon hanno naturalmente aperto importanti filiali della loro banca, a cui hanno aggiunto, società finanziarie, gigantesche aziende tessili ed agricole ed imponenti società di assicurazioni come la Oriental Life Insurance.
La scintilla che fece scoppiare la Guerra
dell’Oppio tra Inghilterra e Cina vide proprio i Sassoon come i
principali protagonisti. Nel 1839 l’Imperatore cinese Dao-Guang proibì
l’assunzione ed il commercio di questa sostanza. I suoi soldati
gettarono nei fiumi migliaia di casse di droga appena uscite dai
laboratori di Canton della famiglia Sassoon, che chiesero aiuto al
Governo britannico tramite l’intermediazione dei Rothschild (i quali,
insieme alla Regina, fino a quel momento avevano fatto grandi affari con
i Sassoon proprio grazie all’oppio). E la guerra iniziò.
Dopo tre anni il Trattato di Nanchino
sanciva la piena legalizzazione dell’oppio in Cina, la sovranita della
vittoriosa Inghilterra su diverse aree costiere del Paese e un forte
risarcimento (pari a due milioni di sterline) ai “danneggiati” Sassoon.
Da notare che i cinesi dovettero pagare interamente anche le spese di
guerra agli inglesi, per la favolosa cifra di 21 milioni di sterline.
Il monopolio della droga da parte dei
Sassoon, però, si limitava alle zone costiere della Cina, così alla
ricca famiglia fu necessaria una seconda Guerra (1858-1860), per sperare
di raggiungere finalmente l’obiettivo dell’esclusiva sulla vendita di
oppio in tutto il territorio nazionale. Il nuovo conflitto fu
sanguinosissimo, gli inglesi non esitarono a radere al suolo e
saccheggiare i templi ed i santuari di Pechino.
Il successivo Trattato di Pace, stipulato il 25 ottobre 1860, assicurò ai Sassoon l’esclusiva del commercio di droga sui sette ottavi della Cina. L’Inghilterra riuscì ad annettersi Hong Kong oltre ad una serie di altre zone strategiche all’interno della nazione. Gli affari di famiglia si moltiplicarono, grazie anche al contributo della società Russell & Company, che armava per conto dei Sassoon le navi commerciali che trasportava oppio dall’India alla Cina tornando indietro cariche di Tè.
La società (fondata dal cognato di William Huntington Russell, co-fondatore della discussa società segreta Skull & Bones), era in mano a Warren Delano, principale azionista, nonno materno del futuro Presidente degli USA Franklin Delano Roosevelt, il quale ereditò una gigantesca fortuna proprio grazie a questa joint venture con i Sassoon.
Il successivo Trattato di Pace, stipulato il 25 ottobre 1860, assicurò ai Sassoon l’esclusiva del commercio di droga sui sette ottavi della Cina. L’Inghilterra riuscì ad annettersi Hong Kong oltre ad una serie di altre zone strategiche all’interno della nazione. Gli affari di famiglia si moltiplicarono, grazie anche al contributo della società Russell & Company, che armava per conto dei Sassoon le navi commerciali che trasportava oppio dall’India alla Cina tornando indietro cariche di Tè.
La società (fondata dal cognato di William Huntington Russell, co-fondatore della discussa società segreta Skull & Bones), era in mano a Warren Delano, principale azionista, nonno materno del futuro Presidente degli USA Franklin Delano Roosevelt, il quale ereditò una gigantesca fortuna proprio grazie a questa joint venture con i Sassoon.
All’inizio degli anni ’80 dell’Ottocento
la famiglia Sassoon poteva ormai contare su un immenso commercio di
oppio, che nella sola Cina superava le 105 mila casse all’anno. Nel 1887
Edward Albert Sassoon sposò Caroline Rothschild e l’alleanza economica
tra le due famiglie fu consacrata definitivamente.
Un’alleanza Rothschild/Sassoon/Delano Roosevelt che causò – e causa ancora – la morte di milioni di cinesi.
I Sassoon, al giorno d’oggi, possiedono
la ED Sassoon Bank, la David Sassoon & Co Bank, l’Oriental Life
Insurance e controllano, tra gli altri, The Observer ed il Sunday Time.
Enrico Sassoon – Direttore dell’Harvard
Business Review Italia, Amministratore delegato di StrategiQs Edizioni,
Presidente di Leading Events e di Global Trends, esponente di spicco
dell’Aspen Institute Italia (di cui è Presidente Giulio Tremonti),
nonché fondatore e principale azionista della Casaleggio Associati
(società di comunicazione informatica che gestisce, tra l’altro, le
edizioni ed il blog di Beppe Grillo) – è fratello del noto sociologo
Joseph Sassoon, che è anche fondatore e Presidente della Alphabet.
Il loro padre, Léon Sassoon – importante imprenditore siriano con un forte giro d’affari in Siria ed in Italia – è stato Presidente e Tesoriere della Sinagoga sefardita di Holland Park, a Londra.
Il loro padre, Léon Sassoon – importante imprenditore siriano con un forte giro d’affari in Siria ed in Italia – è stato Presidente e Tesoriere della Sinagoga sefardita di Holland Park, a Londra.
Per approfondimenti vedi anche JewishEncyclopedia e Finanza In Chiaro.it
Fonte: Pietro Ratto da http://blog.libero.it/pensio/11596434.html
ALTRE ANNOTAZIONI SU ENRICO SASSOON:
Harvard Business Review Italia, direttore Enrico Sassoon, collaboratori Corrado Passera, Carlo Pesenti ..…
Harvard Business Review Italia - Stato bandiera Italia - Lingua italiano - Periodicità 10 numeri all’anno - Genere business management - Fondazione 2006 - Formato magazine - Editore Strategics Edizioni Srl - Diffusione 15.000 --- Sito web http://www.hbritalia.it
Harvard Business Review Italia è l’edizione italiana della Harvard
Business Review, rivista di management pubblicata per la prima volta nel
1922 dalla Harvard Business School Publishing, di proprietà della
Harvard Business School. È una rivista a cadenza mensile, basata sulla
ricerca, scritta per i professionisti del business e del management. Da
85 anni si colloca sul mercato editoriale come un ponte tra la
formazione accademica e la realtà delle aziende.
Tra i suoi collaboratori annovera personaggi del mondo accademico e
finanziario tra i quali Corrado Passera, Pietro Guindani, Carlo Pesenti,
Andrea Illy, Alessandro Di Fiore, Vittorio Terzi, Leonardo Zaccheo,
Ignazio Rocco di Torrepadula, Umberto Bertelè, Anna Gervasoni, Franco
Giacomazzi e Walter J. Scott.
A contributi di rilevanza internazionale affianca analisi delle case history nazionali di maggior successo.
Concetti di management e business, termini come Balanced scorecard,
Core competence, Strategic intent, Reengineering, Globalizatione
Marketing myopia sono stati diffusi per la prima volta nelle pagine di
HBR.
Il numero di copie di tiratura: Stati Uniti: 240.000 ; resto del
mondo: 250.000, in 11 edizioni nazionali (Cina, Russia, Taiwan,
Giappone, Germania, Polonia, Sud America, Ungheria, Italia).
La rivista è editorialmente indipendente dalla Harvard Business School.
L’edizione italiana di Harvard Business Review è pubblicata da
Strategiqs Edizioni S.r.l., il cui fondatore e Presidente è Alessandro
Di Fiore. Direttore della rivista è Enrico Sassoon.
Storia e organizzazione
L’Harvard Business Review nasce nel 1922 come progetto editoriale
della Harvard Business School e dei suoi studenti. Nella prima
pubblicazione, il preside della Harvard Business School, Wallace B.
Donham, descrisse gli obiettivi della rivista nell’articolo An Essential
Groundwork for a Broad Esecutive Theory e scrisse che la teoria del
business si dovrebbe sviluppare in modo da consentire al manager di
imparare dalle altrui esperienze come comportarsi nelle situazioni
reali. Altrimenti, il business continuerà ad essere non sistematico,
casuale e, per molti, un patetico gioco d’azzardo.
Il Preside Donham e gli editori credevano che la rivista sarebbe
stata un naturale complemento alla scuola. Nei suoi primi anni, la
rivista si focalizzava sul trend e lo sviluppo macroeconomico e
pubblicava articoli industriali specifici come Are Railroad Freight Rate
Structures Obsolete? La rivista conteneva, inoltre, una sezione con i
contributi degli studenti che fu interrotta nel 1939.
HBR ha iniziato a spostare il suo focus editoriale sul general management dopo la seconda guerra mondiale, quando un crescente numero di manager cominciò ad interessarsi alle tecniche di gestione introdotte dalla General Motors e da altre grandi aziende.
Nei successivi tre decenni, la rivista ha continuato perfezionare il suo focus sulle problematiche del general management incontrate dai business leader, presentandosi come la rivista per decision maker. Alcuni tra i principali articoli pubblicati in questo periodo includono Marketing Myopia, Barriers and Gateways to Communication e How Competitive Forces Shape Strategy.
HBR ha iniziato a spostare il suo focus editoriale sul general management dopo la seconda guerra mondiale, quando un crescente numero di manager cominciò ad interessarsi alle tecniche di gestione introdotte dalla General Motors e da altre grandi aziende.
Nei successivi tre decenni, la rivista ha continuato perfezionare il suo focus sulle problematiche del general management incontrate dai business leader, presentandosi come la rivista per decision maker. Alcuni tra i principali articoli pubblicati in questo periodo includono Marketing Myopia, Barriers and Gateways to Communication e How Competitive Forces Shape Strategy.
Un importante periodo nella storia della rivista risale alla fine del
1980, quando Theodore Levitt era editore della rivista. Levitt, il
professore di HBS, realizzò cambiamenti editoriali e di design tesi a
rendere la rivista meno specialistica e più fruibile ad un’audience di
general business, con articoli più brevi riguardanti una gamma più ampia
di argomenti e l’introduzione di vignette in stile newyorchese.
Originariamente pubblicata da HBS, HBR a partire dal 1993 viene
pubblicata dalla Harvard Business School Publishing, una filiale
non-profit di Harvard_University che pubblica anche casi, libri (grazie
alla HBS Press), “newsletter”, e programmi e materiali formativi
aziendali. Nel 2001, la rivista ha cambiato la sua periodicità da
bimestrale a mensile.
Dal 1959, il McKinsey Award premia, grazie ad un gruppo di giudici
indipendenti, i due più significativi articoli di management pubblicati
ogni anno.
Alcuni dei vincitori includono guru del management come Peter Drucker
che è stato premiato per 7 volte, Theodore Levitt, Michael Porter,
Rosabeth Moss Kanter, e C.K. Prahalad.
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
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